Fallimenti: professione curatore, in missione per i creditori

Il tribunale sceglie la figura incaricata di liquidare tutti i beni delle aziende dopo il crac: a Ravenna la scelta ricade su una lista di 40-50 nomi di commercialisti. Ne abbiamo intervistato uno che ha seguito oltre 60 casi: «Di solito è difficile ci siano risorse sufficienti per arrivare al pagamento dei creditori chirografari»

Azione Revocatoria Fallimentare«Può capitare di vendere di tutto». È la battuta che usa Giuseppe Bongiovanni per riassumere il ruolo del curatore fallimentare. E c’è da credergli visto che il commercalista ha alle spalle l’esperienza di oltre 60 fallimenti seguiti in provincia di Ravenna: «Ogni caso è differente nello specifico ma il compito, in estrema sintesi, è sempre lo stesso: pagare più creditori possibili con le risorse recuperate vendendo tutti i beni a disposizione». Bongiovanni, uno dei 40-50 professionisti che si occupano di curatele in provincia, cominciò all’inizio degli anni Novanta occupandosi del fallimento delle attività in uno dei tre padiglioni del centro commerciale Esp: «Situazione delicatissima, feci sei mesi di esercizio provvisorio in cui non ho dormito una notte. Ma andò tutto bene».

Chi può fallire
Il fallimento arriva per l’azienda in decozione che non ha più la capacità finanziaria di fare fronte ai debiti. «Può esserci fallimento anche se l’azienda ha un valore patrimoniale superiore ai debiti ma non è finanziariamente in grado di pagarli». I privati e le piccole imprese con specifici requisiti non sono fallibili (per loro nel 2012 è stata introdotta la norma per crisi da sovraindebitamento: in buona sostanza un accordo tra debitore e creditori per chiudere le pendenze). La richiesta per avviare la procedura può arrivare da qualunque creditore che vanti un titolo di credito dimostrabile ma esiste anche la richiesta di autofallimento: «Se l’imprenditore ritiene di non poter continuare l’attività e l’eventuale prosecuzione fa peggiorare la situazione finanziaria allora porta i libri in tribunale». La normativa di riferimento è del 1942 con parziali aggiornamenti avvenuti solo dopo il 2000: l’ultimo è la legge 155/2017 con cui si elimina la parola “fallimento” dai testi ma non è ancora stato emanato il decreto attuativo che deve essere emanato entro un anno dalla legge «e dubito che venga emanato per il cambio di Governo e per le tante critiche raccolte dalla proposta».

Il curatore
È una figura nominata dal tribunale, insieme a quella del giudice delegato, al momento della sentenza di fallimento. Può essere un commercialista o un avvocato ma tendenzialmente si privilegia la prima categoria «perché i numeri parlano quindi bisogna avere le competenze per leggere le scritture contabili». Rappresenta la massa dei creditori e assume lo stato di pubblico ufficiale, quando necessita si avvale dell’opera di professionisti per eventuali perizie, si relaziona con il giudice delegato o con il comitato creditori se istituito. È retribuito secondo una tabella che tiene conto di attivo e passivo del caso e il suo onorario rientra tra i crediti prededucibili, insieme a quello di altri professionisti che sono stati eventualmente nominati per la gestione della procedura, quindi saldato con certezza quando c’è attivo realizzato. Altrimenti il compenso viene pagato dallo Stato con una cifra minima.

I compiti del curatore
Come primo adempimento convoca il fallito per procedere con l’inventario di tutti i beni e l’elenco dei crediti e dei diritti per realizzare la massa attiva. Poi si procede a quantificare lo stato passivo. Si passa alla vendita dei beni che avviene con evidenza pubblica (le norme richiedono la pubblicazione sul Portale vendite pubbliche). La relazione ex articolo 33 della legge fallimentare è il documento che il curatore invia al giudice delegato e alla procura della Repubblica per eventuali rilievi penali. Al termine delle operazioni di realizzo della massa attiva fallimentare (beni mobili, immobili, crediti), della verifica dei debiti e chiusura di eventuali cause, il curatore presenta il rendiconto di gestione con l’elencazione analitica degli attivi realizzati e spese sostenute e si procede con il riparto finale.

Chi viene pagato
I primi sono i crediti prededucibili poi i privilegiati e infine i chirografari. Quest’ultimi difficilmente riescono a ottenere qualcosa perché solitamente le risorse bastano solo per i privilegi. Incidono molto anche le dimensioni delle eventuali pendenze fiscali: l’Erario viene prima dei chirografari.

Revocatorie
Per il rispetto della par condicio creditorum, il curatore ha potere di procedere con le revocatorie di operazioni compiute nei dodici mesi precedenti al fallimento qualora ravvisi manovre che vadano a favorire un creditore consapevole dello stato di crisi dell’azienda.

EROSANTEROS POLIS BILLBOARD 15 04 – 12 05 24
NATURASI BILLB SEMI CECI FAGIOLI 19 – 28 04 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24