Dalla causa tra privati per un posto barca spunta una denuncia contro la capitaneria

Il titolare di un ormeggio pagato 200mila euro ne chiede 32mila ai proprietari di uno scafo per due anni di attracco ritenuti abusivi e accusa la guardia costiera di omissione di atti d’ufficio per scarsa attenzione ai suoi esposti

FOTO AEREE MARINARAC’è un posto barca a Marinara che è al centro di un contenzioso tra privati – il proprietario dell’ormeggio e il proprietario della barca ormeggiata – talmente acceso da aver portato una delle parti ad avviare una causa civile contro l’altra e a denunciare la guardia costiera per omissione di atti d’ufficio.

La vicenda si trascina da aprile del 2018. Un imprenditore 56enne residente all’estero decide di affittare il suo posto barca (uno dei più grandi, comprato dal concessionario del porticciolo assicurandosi con oltre duecentomila euro il diritto di ormeggio fino al 2054) ormai libero da anni dopo aver spostato altrove la propria imbarcazione. Un’agenzia di intermediazione si occupa della cosa e trova un interessato. Che attracca e comincia a trattare, formalmente solo tramite il mediatore. A un certo punto la trattativa si interrompe. Secondo il proprietario del posto barca perché non si trova l’accordo sul prezzo (una cifra per avere un ordine di grandezza: il listino prezzi di Marinara per il 2019 parla di 16mila euro di canone d’affitto annuale per un 30 metri ma in questa vicenda la trattativa è tra due privati e non coinvolge la società di gestione del porto). La controparte la vede diversamente e pare convinta che non ci siano le condizioni per arrivare a un accordo perché sarebbero cambiate le richieste. Siamo nella seconda metà del 2018 e da quel momento l’imbarcazione dell’aspirante inquilino non si è più spostata.

IMG 1010Il proprietario del posto barca invita il proprietario della barca a levare gli ormeggi ma il secondo ignora sia le richieste amichevoli che quelle degli avvocati. La società Dora Markus, che ha la concessione demaniale del porto rilasciata da Autorità portuale, messa al corrente dei fatti, risponde che è una questione tra privati e quindi fra loro devono vedersela.

E così il 56enne non vede altra soluzione che rivolgersi alle autorità per liberarsi dell’inquilino ritenuto abusivo. Dall’estero invia una Pec alla guardia costiera ma non riceve riscontri. Dopo un mese ne invia un’altra e accade la stessa cosa. Allora cominciano le telefonate. Tante. Tutte con lo stesso esito: nei momenti in cui chiama non trova mai il personale addetto a raccogliere la segnalazione o eventualmente a fornire informazioni su altre strade da imboccare per derimere la controversia. Dopo settimane senza nulla di fatto, il 28 agosto scorso il 56enne sale in auto e si presenta agli uffici di Porto Corsini perché ha avuto indicazioni che quel giorno potrà trovare le persone competenti. Invece in guardiola si sente rispondere ancora picche: il personale è fuori sede per interventi. L’uomo lascia la capitaneria e raggiunge la caserma dei carabinieri di Marina dove presenta una denuncia per omissione di atti d’ufficio nei confronti della capitaneria. Secondo quanto si apprende da fonti qualificate, la guardia costiera ha preso in mano il fascicolo e di recente ha acquisito della documentazione per inquadrare i contorni della vicenda. L’attenzione è concentrata soprattutto sul regolamento interno del porto turistico per capire se altri soggetti, oltre alle due parti in causa, possano avere ruoli. Al momento i primi riscontri lasciano intendere che servirà il pronunciamento di un giudice terzo come primo passo per chiudere la partita.

E la barca? La barca è ancora lì. In linea teorica il proprietario dell’ormeggio potrebbe chiamare il personale di un cantiere nautico che venga a tagliare gli ormeggi e rimorchi l’imbarcazione in un’area di rimessaggio. Responsabilità e spese di qualche migliaio di euro a carico del 56enne, con la flebile speranza di venire risarcito dal proprietario della barca qualora volesse riaverla. Potrebbe essere almeno un modo per liberarsene ma dipende se le condizioni del natante garantiscono il trasporto in sicurezza. E così il 56enne attende mentre ha avviato una causa civile per un valore di 32mila euro, il canone di un biennio per le cifre del gestore di Marinara, al momento estraneo ai fatti.

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