Confindustria: nel 2023 un’impresa su due investirà nel miglioramento energetico

Indagine realizzata dal Centro studi dell’associazione romagnola. Il fotovoltaico sarà la fonte rinnovabile scelta da sette aziende su dieci

Imprese Femminili Covid19Il fotovoltaico è la fonte rinnovabile su cui intendono investire maggiormente sette aziende su dieci in Romagna nel 2023. È uno dei dati che emergono dall’indagine congiunturale sul secondo semestre 2022 e le previsioni sul primo semestre 2023, realizzata dal Centro Studi di Confindustria Romagna tra le proprie associate della manifattura e dei servizi nel mese di gennaio, con un focus sugli investimenti. Nella rilevazione non rientra il comparto delle costruzioni.

Per quanto riguarda le previsioni di investimento relativamente al risparmio energetico per il 2023, il 55,3 percento delle aziende intende migliorare la sostenibilità della propria attività: il 20,5% prevede di effettuarli nell’efficientamento energetico degli impianti ed il 31,1% in autoproduzione di energia elettrica.

Per il primo semestre 2023 aspettative ottimistiche sulla produzione, prevista in aumento dal 75,8% del campione.
Per quanto riguarda le previsioni sugli ordini: il 63,6% delle aziende prevede una stazionarietà, il 28,8% un aumento ed il 7,6% una diminuzione. Con riferimento agli ordini esteri: per il 50% saranno stazionari, per il 38,6% in aumento e per l’11,4% in diminuzione.
Per quel che riguarda le giacenze, il 62,9% delle imprese le prevede stazionarie, il 34,1% in aumento ed il 3% in diminuzione. Le previsioni sull’occupazione sono stazionarie per il 67,4% del campione, in crescita per il 21,2% ed in calo per l’11,4%.

I dati di previsione di utilizzo della cassa integrazione mostrano continui segnali di miglioramento (il 76,3% non intende attivarla nel primo semestre del 2023), mentre le difficoltà di reperimento del personale rimangono elevate e molto elevate per il 43,1% delle imprese. Anche per il 2023, formazione, linee di produzione e ICT risultano essere gli ambiti di investimento prioritari.
Tra i fattori critici e ostacoli alla realizzazione di investimenti, le difficoltà amministrative e burocratiche sono le più importanti (27,3%), seguono difficoltà a reperire risorse finanziarie (25%) e difficoltà a reperire risorse umane (24,2%).

«Nonostante scenari imprevedibili e altalenanti, dalla crisi energetica al costo delle materie prime ancora in aumento, fino ai tassi in rialzo, le nostre imprese stanno facendo meglio delle aspettative – afferma il presidente Roberto Bozzi – C’è molta attenzione e un cauto ottimismo: il tessuto produttivo sta reagendo positivamente alle instabilità e ci attendiamo una prima parte dell’anno in tenuta, per poi tornare in terreno positivo nella seconda parte del 2023».

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