Falda freatica: in regione risale solo a Ravenna, probabile effetto dell’alluvione

I dati del Cer misurano la falda freatica a una profondità di 233 cm in provincia di Ravenna, un miglioramento del 3 percento rispetto alle medie 1997-2021 con scarsa influenza sulle radici delle colture

Foto CER PalantoneLe rilevazioni per la falda freatica o ipodermica, cioè la porzione di acqua libera contenuta nel suolo entro i tre metri di profondità dal piano di campagna, mostrano una riduzione dei livelli rispetto alle medie storiche 1997-2021 in tutti i territori dell’Emilia-Romagna con l’unica eccezione della provincia di Ravenna (+3 percento) che fruisce ancora, con buona probabilità, dei notevoli apporti idrici conseguenti alle precipitazioni di maggio. In tutte le altre stazioni le variazioni di livello oscillano fra il -3 percento di Forlì-Cesena e il -16 di Parma (a questo link il grafico con i dati).

È la sintesi dell’Osservatorio Falde di Acqua Campus Cer-Anbi, i cui campionamenti – rilevati grazie ad un sistema di rete costituito da 75 sensori di monitoraggio sull’intero territorio – sono effettuati in convenzione con Regione Emilia-Romagna ed integrati in sinergia ai dati forniti dal servizio struttura IdroMeteoClima di Arpae.

In termini assoluti, le massime profondità medie si attestano tutte inferiori ai due metri: questo determina l’ormai certa scarsa influenza sulle radici delle colture, anche su quelle arboree. I valori più bassi si riscontrano nel Parmense, che crolla a -301 cm dal piano campagna, ossia con il livello di falda non più rilevabile dalla maggior parte dei piezometri delle stazioni, mentre i più elevati persistono nel Ferrarese a -215 cm. A Ravenna -233 cm.

L’Osservatorio inoltre rileva come la domanda di risorsa idrica da parte delle principali colture sia ormai in progressiva e generale diminuzione per via della definitiva conclusione di una stagione irrigua che, per larga parte, ha subìto un tardivo avvio per numerose colture che, di norma, vedono già nella tarda primavera-inizio estate il loro sviluppo: ciò a causa di un maggio e un giugno determinati da forte instabilità climatica e precipitazioni ampiamente sopra la media. A fare eccezione soltanto le arboree tardive (in particolare l’actinidia), le foraggere e le orticole da mensa per le quali, attualmente, si segnalano fabbisogni anomali relativi all’ultima decade e derivanti dalle elevate temperature di questa prima fase della stagione autunnale.

Infine, per fornire un quadro completo della situazione idro-meteo-climatica in atto, il CER riporta l’andamento dei livelli del Po all’atezza dell’impianto di sollevamento Palantone, nel territorio di Bondeno (Ferrara) rilevando come, a seguito della prolungata scarsità di precipitazioni, le altezze siano calate significativamente con valori fino a un metro sotto la media 2004-2022.

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