mercoledì
25 Giugno 2025
PROVATO PER VOI

L’osteria “Slow” nel cuore della “Casbah”, tra semplicità e (tanto) gusto

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Piatti poco elaborati ma di grande sostanza per il palato. Ora serviti anche in giardino…

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Per un incontro conviviale fra un gruppo di amici e amiche che non si vedevano da diversi mesi, abbiamo scelto di cenare all’osteria del Circolo Aurora, in via Ghibuzza, fuori porta Adriana nella porzione del quartiere San Biagio noto anche come “Casbah” per l’intrico di vicoli e casette che lo caratterizza per il suo umile impianto di origine popolare, abitato a suo tempo da artigiani, operai e braccianti. E anche fucina politica di generazioni di sovversivi, utopisti e anarchici, anticlericali e antifascisti. Insomma, un luogo pieno di suggestioni…
L’ingresso dell’osteria è in una palazzina di due piani costruita più di un secolo fa, per l’appunto, prima e storica sede del Partito Socialista a Ravenna (fu fondata nel 1904) ma da tempo anche circolo culturale e luogo di ristoro. Recentemente, nella parte del piano terra dedicato a luogo ricreativo e ristorante, ha trovato sede pure la condotta locale di Slow Food, l’associazione internazionale che tutela e promuove un approccio al cibo “buono, pulito e giusto”. Il che rappresenta una garanzia della proposta gastronomica dell’Aurora.

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Uno scorcio del giardino esterno

L’interno del locale, pur di modeste dimensioni, è intimo e accogliente, semplice e arredato in stile domestico. Ma va detto che spazi di servizio e coperti si allargano “all’aperto” in un bel cortile/giardino, attrezzato nella bella stagione dove cenare o sorseggiare un aperitivo. In ogni caso è sempre consigliato prenotare (tel. 327 2061248).
L’Aurora propone, come circolo, serate a tema culinario dedicate a prodotti, tradizioni gastronomiche, ricette, ma anche incontri culturali fra presentazione di libri, narrazioni, proposte musicali… Comunque sia è un ristorante a tutti gli effetti la sera dalle 19, dal martedì alla domenica (a pranzo anche il fine settimana, ma è sempre meglio verificare).
Il menù è essenziale, con 4/5 pietanze fra antipasti, primi e secondi, declinati in sapori sia di terra che di mare, con alcuni piatti tipici della gastronomia romagnola e in alcuni casi siciliana, con variazioni tendenzialmente stagionali, per quanto riguarda le materie prime. La preparazione è in gran parte “espresso”, realizzata in una cucina a vista, dai cuochi titolari Cristiano Amato e Rovena Mehmeti. Però come in ogni osteria che si rispetti la proposta di solito comprende qualche piatto fuori menù, a seconda della disponibilità di ingredienti nei mercati locali (la filosofia resta quella di Slow Food, di prodotti autentici, tendenzialmente reperibili a chilometri zero).

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I cappelletti

Noi abbiamo scelto alcuni classici come i cappelletti (quelli ravegnani ripieni solo di formaggio) e le tagliatelle al ragù. La pasta al matterello è artigianale, abbastanza spessa e rugosa, il condimento saporoso di impronta casalinga. La bontà è elevata, quasi ai vertici del genere.
Apprezzati fra i primi di gusto marinaro anche i paccheri al sugo di pesce e il baccalà mantecato accompagnato da una polenta croccante. Così il polpo con patate ben condito e soprattutto cotto a puntino. Fra i secondi di carne si distinguono: il prelibato coniglio in padella (il fornitore è l’allevatore Pelloni, un’eccellenza locale per gli animali da cortile), gli “uccelletti scappati” (involtini di manzo al sugo ripieni di prosciutto, formaggio e salvia), anche questa una bontà dal gusto domestico, e il tenero spezzatino di scottona brasata al Sangiovese.

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Gli “uccelletti scappati”

Sono arrivate in tavola anche una fragrante frittata alle erbette e abbondanti porzioni di patate e cipolle al forno e di ortaggi grigliati. Tutte portate semplicissime ma croccanti e gustose per freschezza e cottura poco
elaborata. Che poi è il senso della qualità culinaria di questa osteria: manipolazione minima di materie prime selezionate, massima sostanza al palato.

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Il baccalà mantecato

La cena si è conclusa in dolcezza, con crema al latte brulé, dolcetti alle mandorle e cannoli ripieni di ricotta e canditi, deliziose proposte che svelano l’origine siciliana dello chef Cristiano. In fondo in fondo del buon caffé e una serie di aromatici liquorini, al gusto di limone e di varie erbe aromatiche.
Il conto ammonta a 40 euri a testa, forse un po’ sbilanciato da un nostro eccesso di libagioni, con una bottiglia di Sauvignon e due di Sangiovese di Romagna superiore.
Per concludere, due avvertenze: il servizio – sempre gentile e disponibile – come capita (nostro caso) in serate di pienone di avventori, può essere un po’ lento, ma basta l’allegria di una certa convivialità che non ha fretta. Siamo pur sempre in una osteria “slow”.
In secondo luogo, evitare di entrare con l’auto vicino al locale. Si rischia di non trovare sosta e di perdersi nei meandri della Casbah. Tanto vale parcheggiare in piazza della Resistenza, sono appena 200 metri dall’Aurora.

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