mercoledì
20 Agosto 2025

Covid e imprese, il sindaco: «La situazione economica è migliore del previsto»

De Pascale, primo cittadino di Ravenna, favorevole alle scuole aperte: «La terza dose è la via maestra per tornare alla normalità, anche per il mondo dello spettacolo»

Michele De Pascale Vaccino

Convinto sostenitore della vaccinazione anche per i più piccoli, il sindaco di Ravenna Michele de Pascale ha finito il primo mandato e iniziato il secondo in piena pandemia e si trova ora ad affrontare questa nuova ondata con numeri di contagi senza precedenti e una situazione che torna a mettere sotto pressione innanzitutto i servizi sanitari. Di pochi giorni fa è il suo ringraziamento pubblico ai volontari di Mistral, Protezione Civile e Pubblica assistenza che stanno coadiuvando il servizio nel drive through al pala De André per i tamponi, dove ultimamente si sono viste lunghissime code e attese di ore per i pazienti.

Sindaco, cominciamo da qui. Quattro o cinque ore in auto in attesa di un tampone sono troppe, soprattutto per persone anziani o bambini, persone con sintomi importanti…
«Il drive through è una criticità. Tra le novità che potranno alleggerire il carico di lavoro ci sono i provvedimenti governativi che limitano le quarantene e i provvedimenti della Regione Emilia-Romagna che permettono di effettuarli in farmacia per chi è asintomatico, e per conto proprio a casa, nel caso delle persone vaccinate con la terza dose. I volontari, che mi sono sentito di ringraziare, hanno risposto a una richiesta dell’Ausl che potrà delegare a loro il lavoro burocratico e mettere più sanitari a effettuare i tamponi, in questo modo dovrebbe essere possibile allungare i turni ed è stato riaperto anche il punto al Cmp per i test a bambini e personale sanitario».

Ora tuttavia sembrano andare in difficoltà le farmacie, con file lunghissime per le fine quarantene. Le Comunali in particolare potrebbero potenziare il servizio o prevedere percorsi ad hoc?
«Le Comunali sono parte di una rete di tutte le farmacie del territorio che offrono un servizio capillare. Il maggiore utilizzo del super green pass e l’obbligo vaccinale per gli over 50 dovrebbe far calare la pressione dei tamponi ai non vaccinati e dare maggior spazio ai fine quarantena. Senza contare che in generale, forse non si è ancora percepita l’importanza di una decisione fondamentale del governo che di fatto evita quarantene e quindi tamponi anche ai contatti stretti dei positivi se hanno fatto la terza dose o la seconda da meno di 120 giorni. E come si accennava, si aggiunge la novità dell’autotest per i vaccinati anche con booster, introdotto per primo dalla nostra Regione. Si tratta di scelte politiche forti che stanno a dire che la battaglia la si vince o la si perde con la terza dose. E per una volta l’Aifa ha agito con coraggio e celerità».

E però abbiamo visto anche da queste parti medici sospesi dall’ordine per le proprie posizioni contrarie al vaccino. Questo peraltro non rischia di mettere in ulteriore difficoltà un servizio già molto provato come quello dei medici di base?
«A fronte di due o tre casi che fanno notizia, sul territorio c’è una rete di professionisti che da due anni combatte quotidianamente per dare risposte a una quantità di domande che non hanno precedenti e per cui il sistema non era strutturato. Per questo credo che a loro vada innanzitutto la nostra gratitudine. Detto questo, c’è grande preoccupazione perché proprio per effetto di questi due anni, ci si prospettano decine di pensionamenti di persone che magari sarebbero potute restare ancora un po’ al lavoro, ma che negli ultimi due anni hanno attinto a tutte le proprie risorse mentali e fisiche. Se non si cambiano le regole di ingaggio avremo un problema perché abbiamo numeri in fortissimo in calo. Ed è per questo che sono convinto che per salvaguardare i presìdi e i servizi del forese, per esempio, sia essenziale introdurre anche altre figure sanitarie professionali. So che molti medici non sono d’accordo, ma oggi gli infermieri sono professionisti laureati che possono svolgere molti compiti. Quindi bisogna cominciare a pensare che al fianco dei medici di medicina generale si sviluppi anche la professione dell’infermiere di comunità».

Veniamo alle scuole. La situazione è come noto critica e per esempio già alcune scuole dell’infanzia comunali hanno annunciato di dover chiudere alcune sezioni prima per le troppe assenze del personale. E ci sono suoi colleghi che hanno emesso ordinanze per la chiusura.
«Mi pare evidente ciò che denunciano tanti présidi e cioè la difficoltà di garantire la presenza, tra positività e quarantene del personale docente. Ci possono per esempio essere situazioni di focolai in un particolare istituto e quindi sono necessarie chiusure circoscritte. Detto questo, a rischio di essere impopolare, io credo che nel momento in cui tutto è aperto e la popolazione è vaccinata al 90 percento, le scuole non possano chiudere. Condivido la scelta dal governo in questa situazione. Il diritto allo studio va salvaguardato. Per le stesse ragioni sono e resto contrario al green pass per la scuola per gli studenti».

Ma serve per il trasporto pubblico, indispensabile a tanti ragazzi per recarsi a scuola, appunto.
«Ho già chiesto al governo di cambiare la norma proprio in nome del diritto allo studio. Già ci sono ragazzi che hanno la sfortuna di avere genitori che non li vaccinano, non possono pagare doppiamente perché devono anche rinunciare alla scuola. L’istruzione è un dovere dello Stato, non solo delle famiglie».

Tempo fa ha definito “irresponsabili” i genitori che non vaccinano i figli. Lo pensa anche oggi di chi non vaccina i bambini dal Covid?
«In quella intervista mi riferivo alle vaccinazioni pediatriche obbligatorie, come il morbillo ad esempio. Sul Covid siamo in una fase diversa, fino a un mese fa era vietato e quindi ora è il momento dell’informazione, dell’incontro con i pediatri. I genitori hanno il diritto di essere correttamente informati. Tuttavia, con i dati che la comunità pediatrica ci presenta, non vaccinare un bambino significa esporlo a un rischio maggiore e quindi, acquisite tutte le informazioni, l’unica scelta responsabile è la vaccinazione. Del resto, possiamo per fortuna nostra contare su un dato quanto mai rassicurante: 7 milioni di bambini già vaccinati in totale sicurezza negli Stati Uniti».

In quanto Sindaco lei ha la responsabilità dell’edilizia scolastica di materne, primarie e medie del Comune e in quanto Presidente della Provincia di tutte le scuole superiori del territorio. Si è fatto davvero tutto quanto era possibile per rendere le scuole sicure?
«Tutti i fondi per la cosiddetta “edilizia leggera” sono arrivati e sono stati spesi, parliamo di interventi per esempio per ampliare aule o ricavarne da spazi prima utilizzati diversamente. Il problema vero qui per evitare però le classi pollaio non sono gli spazi, ma gli insegnanti. Per ragioni storiche il nostro territorio ha un rapporto bassissimo di docenti per numero abitanti. Per il futuro, però, sono in campo interventi molto importanti sulle scuole superiori e di ben altro calibro come l’ampliamento a Lugo in corso, l’ampliamento della succursale dello Scientifico a Ravenna, il terzo piano per il Liceo Artistico, grazie anche ai fondi Pnrr. A Cervia aprirà il liceo linguistico in un’area dell’Alberghiero oggi non utilizzata e potrà utilizzare anche spazi comunali messi a disposizione dell’amministrazione. Gli spazi per fare tutte classi medie con molti meno studenti ci sarebbero, non ci sono gli insegnanti. E sarebbero utili al di là del Covid».

Tuttavia il metro talvolta non è garantito e l’areazione è lasciata alle finestre aperte…
«Gli impianti di areazione non erano di nostra competenza, ma vorrei anche dire che vedo un po’ di ipocrisia in norme rigidissime anticovid solo in alcuni ambienti, come la scuola, dove altrove invece non sono in vigore. Un po’ come è accaduto con i teatri…».

A proposito, alcune programmazioni di spettacoli stanno saltando. È preoccupato per questo settore che ha già sofferto tanto?
«Credo che servano cautela e prudenza al superamento di questo picco, abbiamo un mese di gennaio che sarà critico perché tanta parte del pubblico è anche meno disposta a frequentare luoghi pubblici, come abbiamo visto dai parcheggi dei cinema vuoti sotto le feste. Ma sono convinto che superato questo scoglio, potremo registrare dati positivi. Di nuovo, è tutto legato alla terza dose».

In generale, dal punto di vista economico, il Comune sta pensando a misure per chi è stato più colpito, anche senza le chiusure, dal Covid, come fece lo scorso anno?
«Al momento la situazione è paradossale, molte aziende che hanno avuto grandi difficoltà lo scorso anno, hanno riaperto e ora non trovano personale, registrano boom di ordinativi che magari non riescono a soddisfare per la mancanza di materia prima e perchè faticano a trovare il personale. Al porto per esempio stiamo registrando volumi di traffico totalmente inaspettati. Dall’altra parte abbiamo una situazione di turismo e commercio e ristorazione molto altalenante. I nostri lidi, per esempio, che lavorano molto con il mercato interno italiano, non hanno avuto i problemi di Rimini, che invece lavora più con l’estero. Quindi in realtà l’andamento è molto particolare, ovviamente noi siamo pronti a muoverci e intervenire in caso di necessità, ma al momento la situazione è migliore di quella che potevamo sperare. E i dati in crescita sembrano essere strutturali, siamo ormai tornati alla normalità, come ci dice anche il governo. Anche per questo da fine marzo, a meno di nuove proroghe da Roma, credo che si possa tornare a parlare del pagamento della tassa di occupazione del suolo pubblico, anche per una ragione di equità, visto che è un beneficio di cui godono solo gli esercenti che hanno un luogo da occupare».

Un’ultima domanda: la preoccupa l’obbligo vaccinale per gli over 50 per quanto riguarda il personale del Comune?
«Posto che io sarei favorevole anche a un obbligo più esteso, sappiamo che ci sono colleghi e colleghe che non sono vaccinati e che ora dovranno scegliere se venire al lavoro o vaccinarsi. Ma non sono in una percentuale maggiore di quella che si registra in altri ambiti lavorativi».

Il ristorante contro il green pass, che non fa sedere più neppure i vaccinati

La Susheria a Ravenna continua solo con take away e domicilio. «Non vogliamo discriminazioni»

Susheria«Non faremo più mangiare qui finché non finirà questa assurda discriminazione (dis)umana». Lo hanno scritto a chiare lettere su una lavagnetta in bella vista sul bancone, finita poi in una foto che ha già fatto il giro del web, le titolari della Susheria, ristorante ravennate che ha deciso di fare una scelta di campo concreta contro l’utilizzo del green pass.

Il locale è attivo soprattutto con il servizio take away e di consegna a domicilio, ma era sempre stato possibile consumare anche sul posto. Fino alla novità del “green pass rinforzato” necessario adesso anche solo per consumare al bancone dei bar. Ora invece, anche a fronte delle inevitabili minori entrate, alla Susheria non può più mangiare neanche chi è vaccinato.

«Senza voler qui entrare nel merito del dibattito sui vaccini – ci dice al telefono la titolare Talita Martini – abbiamo pensato a questa provocazione per manifestare contro le nuove regole, che continuano a essere ambigue e a creare confusione e discriminazione. Già ci sentivamo a disagio nel chiedere il green pass base, ma in fondo non potevamo sapere se i clienti erano vaccinati, tamponati o guariti e inoltre c’era sempre l’alternativa di poter consumare seduti fuori. Ora invece saremmo state costrette a chiedere praticamente ai nostri clienti se sono vaccinati oppure no, ma si tratta di dati personali e sensibili, che non è assolutamente giusto chiedere. Certo, questa iniziativa ci fa perdere fatturato, anche se in minima parte, ma ci permette anche di esprimere il nostro dissenso senza violare le regole».

E i clienti sembrano avere apprezzato. «Non abbiamo ricevuto nessuna critica, anche perché pensiamo che ci sia un senso di stanchezza generale. La nostra clientela ci ha appoggiato totalmente, grazie anche al fatto forse che avevamo comunque già un target “selezionato”, orientato verso il veganesimo e l’alimentazione naturale, grazie anche dalla trasparenza delle nostre scelte: il nostro motto è sempre stato “sushi per tutti” proprio per sottolineare l’inclusività a cui aspiriamo nella vita. Stiamo ricevendo messaggi di sostegno e attestati di stima anche da persone che non conosciamo, che non sono clienti, anche da fuori regione».

Castel Bolognese piange il suo storico sindaco: «Esempio di integrità morale»

È morto a 88 anni Franco Gaglio, Primo cittadino negli anni settanta e ottanta

Luca Della Godenza Franco Gaglio
Franco Gaglio in una recente foto con il sindaco di Della Godenza

È morto lunedì Franco Gaglio, storico sindaco di Castel Bolognese che governò la città per dieci anni dal 1975 al 1985. Aveva 88 anni. I funerali si sono svolti ieri, mercoledì 19 gennaio.

«A lungo protagonista della vita politica locale fin dal dopoguerra, ex consigliere provinciale ed ex sindaco di Castelbolognese, di cui è stato primo cittadino per tre consiliature, amministratore di lungo corso, attento e lungimirante – lo ricorda il Presidente della Provincia, Michele de Pascale -. Cavaliere al merito della Repubblica italiana dal 2013, mancherà la sua personalità vivace, curiosa e ancora attiva. Un pensiero particolare ai suoi cari e alla comunità tutta di Castel Bolognese».

Il sindaco di Castel Bolognese, Luca Della Godenza, lo ha ricordato con una foto anche sui social, dopo aver partecipato al funerale. «Scrivendoti questo pensiero – sono le sue parole – rifletto non tanto su quello che hai fatto, che hai descritto molto bene nel tuo libro “Sindaco tra la gente”, ma su quello che hai rappresentato, su di un modo di fare che oggi definiamo “vecchio stile”, che più volte rimpiangiamo e dal quale cerchiamo di prendere spunto. Sindaco tra la gente vuol dire esserci quando le cose vanno bene e quando vanno male, vuol dire integrità morale, vuol dire presenza e ascolto, vuol dire disponibilità e servizio. Tutte caratteristiche che hai saputo rappresentare da Sindaco e da cittadino, anche quando le cose non andavano per il meglio. C’eri sempre, con la tua voce roca e la voglia di affrontare i problemi di un “giovane di 80 anni” come solevi ripetere. Caro Franco, troveremo nel tempo il modo migliore per ricordarti, ma oggi una cosa a nome mio e di tutta Castello te la voglio dire. Grazie. Per la persona che sei stata e per il ricordo vivo e positivo che lasci nei cuori di tutti noi».

Anche la Vena del Gesso Romagnola candidata a diventare patrimonio Unesco

Vena GessoDalla preistoria ai giorni nostri, testimonianza suggestiva dell’antica presenza del mare, là dove oggi si erge la catena appenninica. Sono le “aree carsiche gessose”, un fenomeno, unico, di straordinario valore non solo geologico, ma anche biologico, archeologico, storico e culturale, ora candidato al riconoscimento di “Patrimonio mondiale ambientale dell’umanità Unesco”.

Sette i siti interessati in Emilia-Romagna, tra cui anche la Vena del Gesso Romagnola (già inclusa nell’omonimo Parco) in provincia di Ravenna (le altre province coinvolte sono Reggio Emilia, Bologna e Rimini con Alta Valle Secchia, Bassa Collina Reggiana, Gessi di Zola Predosa, Gessi Bolognesi, Evaporiti di San Leo e Gessi della Romagna Orientale).

È stata la giunta regionale dell’Emilia-Romagna ad approvare la proposta di candidatura del “Carsismo nelle Evaporiti e grotte dell’Appennino settentrionale” alla World Heritage List. Proposta che ora, insieme al relativo Dossier, verrà inviata al ministero della Transizione ecologica che dovrà condividerlo e, quindi, trasmetterlo all’Unesco.

Il punto di arrivo di un lungo percorso che vede la Regione capofila del progetto, ma che coinvolge numerosi Enti locali – tra Comuni, Unioni di Comuni e Province – oltre a diversi Enti Parco e che ha visto le Federazione Speleologica dell’Emilia-Romagna come primo proponente fin dal 2016.

Luoghi già ora ampiamente riconosciuti e protetti anche dal punto di vista ambientale, ma dal cui riconoscimento come bene Patrimonio mondiale dell’Umanità potrà derivare un’ulteriore, importante opportunità di valorizzazione.

In provincia 170 classi in quarantena nella prima settimana di scuola post vacanze

Complessivamente nel Ravennate quasi 1 positivo su 4 è in età scolare

14Nella settimana dal 10 al 16 gennaio (la prima vera e propria del ritorno a scuola dopo le feste natalizie) in provincia di Ravenna sono state ben 170 le classi in quarantena (su quasi 500 in tutta la Romagna). Nella prima parte dell’anno scolastico non era mai stata superata quota 60 nel Ravennate.

La maggior parte delle quarantene (oltre 140 su 170) riguarda nidi, materne ed elementari, quindi bambini da 0 a 11 anni.

Complessivamente, nella settimana di riferimento, sono quasi 3mila i nuovi casi di positività registrati tra bambini e ragazzi in età scolare, su 12mila casi complessivi accertati in provincia di Ravenna.

Salta anche quest’anno la sfilata dei carri di Carnevale

RAVENNA 24/02/2019. CARNEVALE DEI RAGAZZI Sfilata Dei Carri A RavennaPer il secondo anno consecutivo a Ravenna non si terrà la tradizionale parata dei carri di Carnevale organizzata dalla diocesi.

L’andamento della pandemia ha indotto gli organizzatori a rinviare tutto al 2023.

Resta invece confermata la lotteria di beneficenza legata al “Carnevale dei ragazzi”, il cui ricavato andrà alla Caritas diocesana per l’aiuto alle famiglie in difficoltà.

Carlo Cecchi rispolvera con maestria due gioielli di Eduardo De Filippo

Da giovedì 20 a domenica 23 gennaio all’Alighieri, per la rassegna di prosa, un veterano dei palchi italiani

Carlo Cecchi
Carlo Cecchi e Angelica Ippolito in “Sik sik…” (foto di Filippo Ronchitelli)

Il 2022 della Stagione dei Teatri si apre (da giovedì 20 a domenica 23 gennaio) con il ritorno a Ravenna di un grande artista della scena italiana, Carlo Cecchi, alle prese con Eduardo De Filippo.
In scena due piccoli gioielli dell’assurdo dal repertorio di Eduardo, interpretati da uno dei più conturbanti attori del nostro tempo. Personaggi eternamente in bilico tra tragedia e commedia, realtà e illusione.

Dolore sotto chiave nasce come radiodramma nel 1958, andato in onda l’anno succesivo con Eduardo e la sorella Titina nel ruolo
dei protagonisti, i fratelli Rocco e Lucia Capasso. Lucia per molti mesi nasconde al fratello – nel timore che questi possa compiere un atto inconsulto – l’avvenuta morte della moglie Elena e finge di occuparsi delle cure della donna, gravemente malata, finché Rocco stesso non scopre la menzogna e affronta con la sorella e i vicini il lutto e suoi stessi segreti.

Sik-Sik l’artefice magico, atto unico scritto nel 1929, è uno dei capolavori del Novecento. «Come in un film di Chaplin – dice Carlo Cecchi – è un testo immediato, comprensibile da chiunque e nello stesso tempo raffinatissimo». Sik-Sik (in napoletano, “sicco” significa secco, magro e, come racconta lo stesso Eduardo, si riferisce al suo fisico) è un illusionista maldestro e squattrinato che si esibisce in teatri di infimo ordine insieme con la moglie Giorgetta e Nicola, che gli fa da spalla. Con più di 450 repliche solo a Napoli, lo spettacolo ebbe un successo enorme.

Cecchi ha iniziato la propria storia d’attore a Napoli proprio con la compagnia di Eduardo De Filippo, nei primi anni ’60, così come Angelica Ippolito, che lo affianca in scena in questi due atti unici.

Nel pomeriggio di sabato 22 gennaio, alle 18, Carlo Cecchi incontrerà il pubblico alla Sala Corelli dell’Alighieri in dialogo con Marco De Marinis.

Info e prenotazioni: 0544 249244 – e sul sito web del teatro Alighieri

Il sicario: «Nanni mi ha chiesto di uccidere l’ex moglie»

Udienza 8 / L’esame dei due imputati per l’omicidio del 6 febbraio 2021 a Faenza. Il marito nega di essere il mandante: «Avevo chiesto solo di spaventarla». Ma la spiegazione di un appunto nel cellulare non convince la corte

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Claudio Nanni e Pierluigi Barbieri

Ha ucciso una sconosciuta accettando dal mandante ventimila euro in contanti e un’auto usata di pari valore, ma dice che odia chi mette le mani addosso alle donne. Per il 54enne Pierluigi Barbieri, assassino reo confesso della 46enne Ilenia Fabbri, non è una contraddizione la frase che ha pronunciato in corte d’assise a Ravenna il 19 gennaio nell’ottava udienza del processo per l’omicidio avvenuto il 6 febbraio 2021 a Faenza nell’abitazione della donna in via Corbara. Perché quel giorno – secondo la sua visione fornita nelle due ore passate a rispondere alle domande in aula – lui stava eseguendo l’incarico ricevuto da un amico, il 55enne Claudio Nanni, per aiutarlo a liberarsi delle eccessive pretese economiche di una ex moglie che lo aveva tradito e ridotto sul lastrico. Una situazione che Barbieri aveva già vissuto sulla sua pelle in passato.

Poi sui giornali sono usciti i dettagli del rapporto fra i coniugi: «Ho scoperto che Ilenia voleva rifarsi una famiglia con un altro uomo con cui avere dei figli e che Nanni l’aveva anche picchiata e mi sono sentito una merda. Ho capito che Nanni mi aveva raccontato solo bugie. Io odio chi racconta bugie e mi prende in giro, la vittima era Ilenia e non lui». Se lo avesse saputo non l’avrebbe uccisa: «So che mi dovete condannare, ma la condanna che mi darete non è nulla rispetto a quello che ho dovuto passare». Insomma, anche un sicario ha una morale che non passa sopra a tutto. Chiamatela l’etica del killer, se volete.

A molti, in aula, non è piaciuta. A tanti è sembrata solo una precisa strategia per guadagnarsi uno sconto di pena per buona condotta e collaborazione. Di certo c’è un dato difficilmente smentibile: «Non c’erano mie tracce nella casa, ho confessato una cosa che non avrebbe confessato nessuno», ha sottolineato l’imputato facendo notare che gli accorgimenti adottati – ad esempio doppi guanti sulle mani e pantacalze – gli avevano permesso di non lasciare firme sulla scena del crimine. Un posizione che trova una parziale conferma nella domanda che il pubblico ministero Angela Scorza ha rivolto a Nanni per smontare la linea difensiva di un incarico dato solo per spaventare e non per uccidere: «Che motivo avrebbe Barbieri per dire che lei le aveva ordinato di uccidere Ilenia visto che non gli porta vantaggi dopo aver confessato di aver commesso l’omicidio?». In realtà è plausibile ipotizzare che la corte terrà conto di questo atteggiamento.

L’ex marito della vittima – separati da fine 2017, non più conviventi da metà 2018 – è stato ascoltato per tre ore. La gran parte delle domande dell’accusa, della corte e delle parti civili si è incentrata su un promemoria datato 10 ottobre 2020, individuato dalla polizia sul cellulare dell’uomo: “Valigia buco chiavi”. Ne aveva dato una spiegazione Barbieri che è anche la sintesi del piano criminale: «Nanni mi aveva dato una copia delle chiavi dell’appartamento perché potessi entrare da solo e uccidere Ilenia il 6 febbraio appena la figlia fosse uscita di casa per andare con il padre a Milano per ritirare un’auto, mi aveva mostrato un trolley nel magazzino della sua officina che avrei dovuto usare per trasportare il cadavere fino sotto un ponte del fiume Lamone a Faenza dove renderlo irriconoscibile con l’acido che sempre Nanni mi aveva dato e poi l’avrei dovuta gettare in una buca che lui aveva scavato». Il buco è stato trovato perché Barbieri ha detto agli investigatori dove guardare. La valigia, una vanga e due bottiglie di acido erano ancora nel magazzino dell’officina di Nanni. Le chiavi sono state gettate in un tombino a Russi.

Nanni ha tutta un’altra versione. Il suo desiderio era solo di spaventare l’ex compagna perché rinunciasse alla causa di lavoro con cui gli chiedeva 500mila euro di mancate retribuzioni per i dieci anni (2006-2016) di lavoro nell’officina: «Mi sono rivolto a Barbieri perché per quello che sapevo di lui lo ritenevo la persona capace di svolgere quel compito e gli ho dato duemila euro. Non ho mai parlato di ucciderla. Quel promemoria era per mettere insieme cose che Barbieri mi aveva chiesto: una valigia, un oggetto per fare un buco e le chiavi di casa». E cosa doveva farsene Barbieri? È la domanda che tutte le parti hanno rivolto i più versioni a Nanni: «Non lo so e non l’ho chiesto perché era lui l’esperto a cui avevo chiesto di spaventare Ilenia per farla desistere dalla causa di lavoro». Però un’idea se l’era fatta: «Avevamo parlato di una messinscena, forse avrebbe voluto farle arrivare in casa una foto della valigia accanto alla buca come messaggio di minaccia». L’avvocato Massimiliano Starni (parte civile per il padre e il nuovo compagno della vittima) non ha potuto fare a meno di evidenziare due aspetti: «Non sarebbe stato più logico scrivere vanga nell’appunto invece che buco? E non vi è venuto in mente che la foto di una buca si potesse scaricare da internet senza bisogno di pagare duemila euro?».

Segato il palo dell’autovelox, il Comune presenta una denuncia contro ignoti

Velox DanneggiatoDanneggiato a Lugo l’autovelox di via Sant’Andrea, dove il palo che reggeva la telecamere è stato segato.

L’Amministrazione comunale ha regolarmente presentato denuncia contro ignoti.

«Ritengo molto grave questo danneggiamento, il velox è stato installato in prossimità di un incrocio oggetto di pesanti incidenti – spiega l’assessore alla Manutenzione e alla Polizia Locale Veronica Valmori – . Da quando è stato installato il la situazione della sicurezza stradale è migliorata e questo certifica il ruolo deterrente svolto. Ovviamente ripristineremo quanto prima la situazione per la sicurezza di tutti».

Autotesting, in un giorno effettuati 231 tamponi in Romagna

In regione oltre 1.200, di cui il 70 percento positivi

Partenza sprint in Emilia-Romagna per il servizio di autotesting con un tampone rapido antigenico: alle 16 di oggi, 19 gennaio, giornata di avvio del servizio, erano già 1.240 i tamponi effettuati (231 in Romagna) i cui esiti sono stati caricati correttamente on line sul Fascicolo sanitario elettronico.

Di questi, 850 test, pari a circa il 70 percento, riguardano cittadini che, avendo determinato la propria positività al virus SARS-CoV-2, riceveranno formalmente entro 24 ore la comunicazione di avvio del periodo di isolamento. Dopo 7 giorni di isolamento queste persone potranno ripetere l’autotesting e in caso di negatività caricare il risultato sul Fascicolo sanitario elettronico e ottenere entro 24 ore la certificazione di fine isolamento.

390 sono invece tamponi con esito negativo. La procedura per concludere l’isolamento con un autotest, infatti, può essere utilizzata anche da chi, con l’assistenza medica in Emilia-Romagna e tre dosi di vaccino fatte, abbia scoperto di essere positivo con un test rapido in farmacia.

«L’autotesting serve. Sapevamo che il servizio sarebbe stato apprezzato, questo risultato lo conferma – commenta l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini -. I cittadini hanno compreso che il loro contributo attraverso l’autotesting è un tassello per uscire prima da questa pandemia. La maggior parte dei caricamenti riguarda esiti positivi: chi si è posto oggi in isolamento, perciò, non potrà contagiare gli altri, contribuendo a ridurre la circolazione del virus».

Quaranta milioni dal Pnrr per “rigenerazioni” nei comuni della provincia

A Ravenna le risorse statali finanzieranno in particolare la riqualificazione degli stradelli litoranei e interventi sui lidi. Faenza rilancia Palazzo delle Esposizioni. Lugo e Bagnacavallo investono su edifici storici

Progetto Parco Marittima Riviera Ravenna
Piano del Parco Marittimo dei Lidi Ravennati

Quaranta milioni di euro sono in arrivo nelle casse di tutti e quattro i Comuni della provincia con almeno 15mila abitanti (gli unici che potevano partecipare, in questa fase). Sono i primi fondi concreti del Pnrr – il Piano nazionale di ripresa e resilienza – quelli in partico- lare del bando per la rigenerazione urbana per il periodo 2021-2026 (ne seguiranno altri) sbloccati con un appo- sito decreto dal Governo il 30 dicembre, per un totale di 3,4 miliardi di euro per 1.748 progetti sparsi su ben 483 Comuni di tutta Italia.
Ecco il dettaglio dei progetti finanziati in provincia.

RAVENNA Il Comune capoluogo si è aggiudicato un finanziamento dal Ministero dell’Interno pari a 17 milioni e 35mila euro a fronte di 7 progetti presentati. La maggior parte dei finanziamenti servirà però per coprire le spese di un progetto già noto e che il Comune si era impegnato a completare in ogni caso, il cosiddetto Parco Marittimo (la riqualificazione degli stradelli retrodunali degli stabilimenti balneari, di cui sono in corso i lavori del primo stralcio a Marina di Ravenna e Punta Marina): 3.694.000 euro saranno destinati al secondo stralcio del progetto, relativo a Casal Borsetti, Lido Adriano, Lido di Dante, Lido di Classe e Lido di Savio, mentre 4.011.000 euro riguarderanno il terzo stralcio, con analoghi interventi nelle aree retrostanti agli stabilimenti balneari di Marina Romea e Porto Corsini. Ulteriori 2.500.000 euro saranno invece dedicati all’intervento di completamento della riqualificazione degli stradelli retrodunali a Casalborsetti e a Lido di Savio.
Ammonta invece a 700.000 mila euro il finanziamento concesso per l’intervento di riqualificazione di piazza Vivaldi a Lido Adriano, mentre 680.000 euro consentiranno di realizzare il percorso pedonale ciclabile lungo viale Italia a Marina Romea.
In città è in programma un intervento di completamento del parco Baronio pari a 500.000 euro mentre i restanti 4 milioni e 950.000 euro contribuiranno all’integrale copertura della quota di capitale pubblico per la nuova piscina comunale in via Falconieri, un intervento di realizzazione e gestione funzionale ed economica in regime di finanza di progetto del valore totale di oltre 18 milioni di euro.
«Il 2022 si apre con una notizia che ci riempie di gioia e di orgoglio – ha dichiarato il sindaco di Ravenna Michele de Pascale –. Con questo importantissimo contributo potremo realizzare una serie di interventi che prenderanno forma attraverso azioni mirate alla riqualificazione del territorio e al rinnovamento urbano».

Palazzo Esposizioni Faenza Cortile
Il cortile del Palazzo delle Esposizioni di Faenza

FAENZA Il Comune manfredo si è garantito dal ministero il finanziamento, al 100 percento, del progetto da 4 milioni di euro per il recupero sismico e la ristrutturazione di Palazzo delle Esposizioni e di quello da 750mila euro della palestra Ivo Badiali, conosciuta a Faenza come la Cavallerizza.
«È un risultato straordinario – ha dichiarato il sindaco Massimo Isola – che premia un lavoro meticoloso fatto in questo anno di mandato».
«Per Palazzo delle Esposizioni – continua Isola entrando nel merito dei progetti – «pensiamo a uno spazio a servizio della città sul fronte commerciale, turistico ed espositivo che possa diventare motivo di attrazione per il centro storico». Il bando di rigenerazione della palestra Ivo Badiali ha invece una finalità sportiva «che porterà a far esprimere al massimo delle potenzialità quell’impianto, rendendolo più efficiente; il progetto contempla inoltre la sistemazione dell’area verde di piazza Dante, un intervento che avrà una valenza di rigenerazione sociale di quel luogo».

Rendering Auditorium Lugo Nuovostudio
Rendering Auditorium di Lugo (progetto Nuovostudio- Ravenna)

LUGO Anche i progetti presentati dal principale Comune della Bassa Romagna sono stati totalmente coperti dal ministero e riguardano cinque interventi per un finanziamento complessivo di 5 milioni di euro. Si tratta della realizzazione del nuovo Auditorium nel comparto ex Enal (2.250.000 euro); del recupero di Palazzo Rossi (1.250.000 euro); della realizzazione della ciclabile Villa San Martino-Lugo (600 mila euro); della ristrutturazione del ponte della Pungella (600 mila euro) e del completamento del recupero del complesso del Carmine (ala Corso Garibaldi) per 300 mila euro.
«Attendevamo questa notizia che per noi rappresenta un ottimo modo di iniziare l’anno – sottolineano in una nota il sindaco Davide Ranalli e l’assessore ai Lavori Pubblici Veronica Valmori –. Sono progetti decisivi che disegneranno la città dei prossimi anni. Siamo già al lavoro come dimostra la recente approvazione del progetto preliminare dell’Auditorium. La certezza dei finanziamenti ci permette ora di guardare avanti con fiducia».

BAGNACAVALLO Ammontano a 4 milioni e 691mila euro i finanziamenti ottenuti dal Comune di Bagnacavallo, da utilizzare per quattro interventi di rigenerazione di un importo totale di 4 milioni e 800mila euro.
Si parte dall’antico magazzino annonario del Comune, denominato Palazzo Abbondanza, oggi destinato a residenza sociale e all’associazionismo di terzo settore: qui sono previste opere da 2,6 milioni di euro per recuperare e rendere fruibili gli spazi interni nei diversi piani dell’edificio, da destinare al centro sociale e all’associazionismo, e mettere in sicurezza e rendere accessibile anche l’area esterna, armonizzando gli accessi di collegamento all’adiacente tessuto pubblico del centro storico. Si passa poi all’ex convento di San Francesco, oggi sede di eventi culturali e meeting di studio internazionali (l’ala ovest del complesso è invece adibita ad albergo): qui con 1,4 milioni di euro si procederà al recupero e restauro, sia dal punto di vista edile, di efficientamento energetico e d’innovazione impiantistica, di tutta l’ala est, attualmente sottoutilizzata come deposito materiali.

Bagnacavallo Mercato Coperto
Il mercato coperto di Bagnacavallo

Altri 400mila euro sono destinati all’ex mercato coperto: a completamento del recente recupero strutturale interno, il progetto prevede opere di restauro e recupero edilizio degli spazi esterni che si affacciano sulla storica via Baracca e opere di ristrutturazione e abbellimento degli spazi di collegamento con la corte e gli ambienti dell’adiacente Palazzo Vecchio.
Infine, gli ultimi 400mila euro in arrivo dal Governo verranno utilizzati per l’antico complesso conventuale delle Clarisse, oggi polivalente sede dell’importante Centro Culturale Le Cappuccine con museo, biblioteca, fototeca e archivio storico. Si interverrà sul chiostro, portici e facciate incluse, per valorizzare la sua destinazione a eventi culturali o di spettacolo. Sono inoltre in programma interventi di consolidamento e ristrutturazione delle mura perimetrali del grande parco pubblico delle Cappuccine, che ospita un’arena cinematografica estiva e che potrebbe ospitare spazi espositivi per mostre, installazioni ed eventi associativi.

Lungomare CerviaCERVIA Altri 5 milioni di euro sono in arrivo per il Comune della Città del sale, da destinare interamente all’intervento di riqualificazione e rigenerazione urbana del waterfront di Pinarella-Tagliata, il cui progetto preliminare era stato approvato dalla giunta lo scorso mese di giugno.
«Ci eravamo posti l’obbiettivo di affrontare il periodo post crisi con nuovo slancio – è stato il commento del sindaco Massimo Medri e dell’assessore ai Lavori Pubblici Enrico Mazzolani –, cogliendo l’occasione per proporre Pinarella e Tagliata come città nuove».
Il progetto valorizzerà il rapporto tra le due località e la pineta, elemento di attrazione che ha reso Pinarella e Tagliata il riferimento per le vacanze di migliaia di italiani e stranieri. «Un intervento che va oltre il puro restyling del Viale Italia, al fine di creare un rapporto più armonico tra città costruita e le alberature, introducendo movimenti dell’asse viabile finalizzato a una naturalizzazione dello stesso. L’attenzione alla mobilità sostenibile, la rivisitazione degli accessi allo stradello retrostante agli stabilimenti balneari con appositi spazi di valore ambientale per il carico e scarico di persone e merci, una nuova segnaletica che identifichi le attività presenti oltre la pineta sono solo alcuni degli input del progetto. Non dimentichiamo il completamento della ciclabile all’interno della pineta, già identificata come suggestivo tratto della Ciclovia Adriatica, che toccherà tutte le coste del nostro mare fino a raggiungere la Slovenia e che per Cervia significherà valorizzare non solo Pinarella e Tagliata, ma anche Cervia, il Borgomarina, passando per il nuovo lungomare di Milano Marittima per arrivare al Parco Urbano della Bassona».

Covid, altri 4 morti in provincia e oltre 2mila casi in un giorno

Sono 2.048 i nuovi casi di positività al coronavirus registrati in un giorno a Ravenna, su oltre 5mila tamponi. Quattro i morti ravennati, tutti uomini, di 63, 64, 85 e 90 anni. Restano 11 i pazienti in terapia intensiva in provincia.

IL BOLLETTINO DEL 19 GENNAIO

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 855.192 casi di positività, 20.650 in più rispetto a ieri, su un totale di 80.892 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore, di cui 31.972 molecolari e 48.920 test antigenici rapidi.

Complessivamente, la percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti è del 25,5%.

I pazienti attualmente ricoverati nelle terapie intensive dell’Emilia-Romagna sono 149 (-2 rispetto a ieri, pari a -1,3%); l’età media è di 61,8 anni. Sul totale, 89 non sono vaccinati (zero dosi di vaccino ricevute, età media 59,9 anni), il 59,7%; 60 sono vaccinati con ciclo completo (età media 64,5 anni). Un dato che va rapportato al fatto che le persone over12 vaccinate con ciclo completo in Emilia-Romagna sono quasi 3,7 milioni, circa 300mila quelle vaccinabili che ancora non lo hanno fatto: la percentuale di non vaccinati ricoverati in terapia intensiva è quindi molto più alta rispetto a chi si è vaccinato.

Per quanto riguarda i pazienti ricoverati negli altri reparti Covid, sono 2.412 (-29 rispetto a ieri, -1,2%), età media 69,7 anni.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, sono 340.947 (+17.511). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 338.386 (+17.542), il 99,2% del totale dei casi attivi.

Le persone complessivamente guarite sono 3.099 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 499.588.

Purtroppo, si registrano 40 decessi: 6 in provincia di Piacenza (tre uomini di 71, 74 e 79 anni, quest’ultimo registrato dalla Ausl di Parma, e tre donne di 76, 91 e 92 anni), 7 in provincia di Parma (quattro uomini di 53, 61, 85 e 91 anni e tre donne di 61, 84 e 91 anni), 1 in provincia di Reggio Emilia (una donna di 101 anni), 4 in provincia di Modena (tre uomini di 81, 86 e 96 anni e una donna di 78 anni), 8 in provincia di Bologna (tre uomini di 86, 89 e 93 anni e cinque donne di 69, 88, 91, 94 e 98 anni), 7 in provincia di Ferrara (due uomini di 64 e 78 anni e cinque donne di 75, 78, 88, 92 e 94 anni), 4 in provincia di Ravenna (quattro uomini di 63, 64, 85 e 90 anni), 1 in provincia di Forlì-Cesena (un uomo di 66 anni), 2 a Rimini (due uomini di 51 e 73 anni).
In totale, dall’inizio dell’epidemia, i decessi in regione sono stati 14.657.

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