Il ristorante contro il green pass, che non fa sedere più neppure i vaccinati

La Susheria a Ravenna continua solo con take away e domicilio. «Non vogliamo discriminazioni»

Susheria«Non faremo più mangiare qui finché non finirà questa assurda discriminazione (dis)umana». Lo hanno scritto a chiare lettere su una lavagnetta in bella vista sul bancone, finita poi in una foto che ha già fatto il giro del web, le titolari della Susheria, ristorante ravennate che ha deciso di fare una scelta di campo concreta contro l’utilizzo del green pass.

Il locale è attivo soprattutto con il servizio take away e di consegna a domicilio, ma era sempre stato possibile consumare anche sul posto. Fino alla novità del “green pass rinforzato” necessario adesso anche solo per consumare al bancone dei bar. Ora invece, anche a fronte delle inevitabili minori entrate, alla Susheria non può più mangiare neanche chi è vaccinato.

«Senza voler qui entrare nel merito del dibattito sui vaccini – ci dice al telefono la titolare Talita Martini – abbiamo pensato a questa provocazione per manifestare contro le nuove regole, che continuano a essere ambigue e a creare confusione e discriminazione. Già ci sentivamo a disagio nel chiedere il green pass base, ma in fondo non potevamo sapere se i clienti erano vaccinati, tamponati o guariti e inoltre c’era sempre l’alternativa di poter consumare seduti fuori. Ora invece saremmo state costrette a chiedere praticamente ai nostri clienti se sono vaccinati oppure no, ma si tratta di dati personali e sensibili, che non è assolutamente giusto chiedere. Certo, questa iniziativa ci fa perdere fatturato, anche se in minima parte, ma ci permette anche di esprimere il nostro dissenso senza violare le regole».

E i clienti sembrano avere apprezzato. «Non abbiamo ricevuto nessuna critica, anche perché pensiamo che ci sia un senso di stanchezza generale. La nostra clientela ci ha appoggiato totalmente, grazie anche al fatto forse che avevamo comunque già un target “selezionato”, orientato verso il veganesimo e l’alimentazione naturale, grazie anche dalla trasparenza delle nostre scelte: il nostro motto è sempre stato “sushi per tutti” proprio per sottolineare l’inclusività a cui aspiriamo nella vita. Stiamo ricevendo messaggi di sostegno e attestati di stima anche da persone che non conosciamo, che non sono clienti, anche da fuori regione».

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