mercoledì
27 Agosto 2025

Ecco il nuovo decreto Sostegni: contributi a fondo perduto per imprese e partite Iva

Dovranno dimostrare di aver avuto perdite medie mensili nel 2020 di almeno il 30 percento

Dl Sostegni DraghiAgli italiani piegati dal Covid arrivano circa 32 miliardi di euro, un terzo alle imprese, oltre un decimo agli enti locali.

Ecco il decreto Sostegni, la nuova iniezione di risorse per imprenditori, lavoratori e amministratori alle prese con una crisi sanitaria e finanziaria destinata a risolversi solo con la campagna vaccinale, alla quale sono stati stanziati quasi 3 miliardi.

STRALCIO – Sono cancellate le vecchie cartelle esattoriali fino a 5mila euro tra il 2000 e il 2010 per chi rientra in un tetto di reddito di 30mila euro. Rate e nuove cartelle esattoriali sospese fino al 30 aprile e una sanatoria ad hoc per le partite Iva in difficoltà.

PARTITE IVA E IMPRESE – Possono accedere a contributi a fondo perduto, se hanno un fatturato fino a 10 milioni e nel 2020 perdite medie mensili del 30% rispetto al 2019. I pagamenti inizieranno l’8 aprile, per chi avrà fatto domanda.

Il meccanismo sarà articolato in cinque fasce, e offrirà a seconda delle dimensioni dell’attività economica un assegno tra il 20% (per le più grandi con fatturato tra 5 e 10 milioni) e il 60% (per le più piccole con fatturato fino a 100mila euro) del calo medio mensile. Gli aiuti saranno di minimo 1.000 euro per le persone fisiche (2.000 per le persone giuridiche) e massimo 150mila euro.

GRANDI AZIENDE – Se in crisi ma con prospettive di ripresa possono attingere a finanziamenti agevolati da restituire in 5 anni: c’è un fondo di 200 milioni presso il Mise. Il Fondo sociale per l’occupazione e la formazione del Ministero del lavoro, è rifinanziato con 400 milioni ed è prorogata per tutto il 2021 l’integrazione salariale della cigs per i lavoratori ex Ilva, destinando 19 milioni.

LAVORO – Blocco dei licenziamenti prorogato a giugno, e fino a ottobre per le aziende che usano la cassa integrazione Covid, valida fino al 31 dicembre (massimo 28 settimane), per 3,3 miliardi. Quelle con cassa integrazione ordinaria possono chiedere 13 settimane tra aprile e giugno per Covid, senza contributo addizionale. Ci sono 1,5 miliardi per l’esonero dei contributi previdenziali dovuti da autonomi e professionisti. I contratti a tempo determinato possono essere rinnovati o prorogati senza causale fino al 31 dicembre.

REDDITO DI CITTADINANZA – È rifinanziato per 1 miliardo. Tre nuove mensilità del reddito di emergenza alle famiglie (1,52 miliardi). Fino al 31 dicembre non serve aver lavorato 30 giorni nell’ultimo anno per ottenere la Naspi. Una tantum da 2.400 euro per lavoratori stagionali, del turismo, termali e dello spettacolo che hanno perso il posto, e per quelli dello sport varia da 1.200 a 3.600 euro.

LOTTA AL COVID – Stanziati oltre 4,5 miliardi: 2,1 miliardi per l’acquisto di vaccini, 700 milioni per i farmaci, 1,4 miliardi per le attività del Commissario, 345 milioni per il coinvolgere più medici possibile, 50 milioni come remunerazione aggiuntiva delle farmacie, dove si potrà somministrare il siero.
Per i Covid Hospital sono previsti 51,6 milioni. Cade il vincolo del rapporto esclusivo per gli infermieri pubblici vaccinatori.

ENTI LOCALI – Sono stanziati oltre 3 miliardi: metà nel fondo per gli enti locali, 260 milioni in quello per Regioni e Province autonome, 800 milioni per il Tpl, 250 milioni come ristoro per il mancato incasso della tassa di soggiorno, e un altro miliardo per rimborsare alle Regioni le spese sanitarie del 2020 per il Covid.

TURISMO – Sostegni per 1,7 miliardi, fra cui 700 milioni per le zone danneggiate dalla chiusura degli impianti di sci e 900 milioni per gli stagionali.

CULTURA – In arrivo 400 milioni di euro in più: 200 milioni per spettacolo, cinema e audiovisivo, 120 milioni per spettacoli e mostre e 80 per il settore del libro e la filiera dell’editoria.

SCUOLA – Ci sono 150 milioni per il recupero delle competenze e della socialità durante l’estate, e altri 150 milioni per aspetti più sanitari. Il personale scolastico e amministrativo assente per vaccino è “giustificato”.

MATRIMONI E EVENTI – Per le filiere più colpite dalla crisi (anche commercianti e ristoratori dei centri storici) c’è un fondo da 200 milioni. Ci sono 200 milioni in più per imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura, 100 milioni per la cancellazione di fiere e congressi e 150 per le fiere internazionali.

(sintesi a cura di ANSA.it)

Il Moro di Venezia ha traslocato: resta sulla banchina ma ora in testa al Candiano

Il terzo dei cinque scafi costruiti da Raul Gardini per la Coppa America del 1992 è di proprietà dell’Autorità portuale dal 2008. Ora verrà costruita una struttura in acciaio e vetro ad alta resistenza con illuminazione

barca moro venezia
Foto da Facebook

Completate le operazioni di spostamento del Moro di Venezia nella darsena di città a Ravenna. Il terzo dei cinque scafi progettati nell’ambito della partecipazione di Raul Gardini alla Coppa America del 1992 ha traslocato dal piazzale dell’Autorità portuale, proprietaria della barca dal 2008, alla banchina in testa al Candiano. Nella sede di Ap arrivò nel 2013.

L’imbarcazione è ora disposta parallelamente a via Darsena, in un punto più visibile: si trova sempre su un sostegno che la tiene a diversi metri da terra. La nuova postazione è ancora comunque area di cantiere, in attesa di completare «la struttura di contenimento in vetro, la pedana in legno e il relativo sistema di illuminazione», scrivono dall’Autorità portuale. Anche per questo non si è tenuta alcuna cerimonia di inaugurazione.

barca moro venezia«La testata della Darsena di città è il luogo ideale per accogliere questa leggenda della vela – ha scritto il sindaco Michele de Pascale su Facebook –. La nostra città vanta una tradizione di mare, una vocazione ed un’esperienza velica, un rapporto con l’acqua e con la portualità che hanno radici profondissime, e il Moro di Venezia III, primo campione mondiale della classe Coppa America, ne è sintesi eccellente. Un affascinante simbolo dell’identità cittadina che va valorizzato, tutelato e promosso; per questo insieme all’Autorità di sistema portuale, abbiamo deciso di collocarlo in testa al Canale Candiano, posizionato in una struttura in acciaio e vetro ad alta resistenza. In questo modo tutti potranno ammirare la mitica imbarcazione voluta Raul Gardini tutto l’anno e, grazie al suggestivo sistema di illuminazione anche con il buio». Insomma è da considerare del tutto archiviata l’ipotesi di un ritorno in acqua come invece sembrava si stesse valutando anni fa.

barca moro veneziaL’assessore allo Sport, Roberto Fagnani, si è emozionato: «Il Moro racconta una bella storia di passione e impegno, creatività e lungimiranza, amore per il mare e la nautica. Una storia ravennate che ci ha fatto sognare così come ci ha fatto sognare in questi giorni Luna Rossa; una straordinaria storia passata che ha posto le basi per i successi del presente, permettendoci di guardare con entusiasmo e fiducia al futuro di questo meraviglioso sport. Grazie al Gruppo Baldini, alla Compagnia portuale, all’Autorità portuale e all’Acmar che hanno collaborato a vario titolo, rendendo possibile il trasferimento e realizzandolo in piena sicurezza».

Due mostre a Tamo: la Commedia in 100 formelle e le immagini della Romagna del 1321

Il museo di Ravennantica entra nelle celebrazioni per il settimo centenario della morte del Sommo Poeta: il 16 aprile le inaugurazioni

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Il museo Tamo

Il museo Tamo di Ravenna, gestito dalla fondazione Ravennantica nel complesso monumentale della chiesa medievale di San Nicolò, si inserisce nel calendario delle celebrazioni dantesche con due esposizioni temporanee e per l’occasione declina il suo nome in Tamo Dante. Inaugurazioni il 16 aprile ma la situazione pandemica non permette di definire al momento in che modalità avverranno. Se non in presenza, saranno comunque online.

La prima esposizione è dello scultore e ceramista Enzo Babini: la rappresentazione della Divina Commedia in cento formelle di terracotta, una per ogni canto. Realizzata in collaborazione con Casa Matha, la mostra si sviluppa in tre momenti cronologici distinti e consecutivi, ognuno dedicato ad una delle tre Cantiche della Commedia e copre un arco cronologico lungo tutto il 2021. I canti di Babini sono stati già esposti a Città del Messico e a Melbourne, in Australia, in Cina nella città di Ging-De-Zhen e nel 2011 al museo Statale di Puškin a Mosca. L’opera, unica nel suo genere, ha richiesto tre anni di lavoro.

La seconda esposizione, ripercorrendo le tappe di un percorso fatto di passi e parole, di certezze documentarie, ma anche di ipotesi, mette in fila i luoghi della Romagna citati nella Commedia e in alcuni casi anche quelli che, pur non chiamati in causa nel testo, vennero presumibilmente lambiti nei possibili tragitti romagnoli del poeta. Le immagini sono quelle di luoghi e di edifici che ancora oggi mantengono, benché magari rimaneggiati nei secoli successivi, l’aspetto che gli stessi avevano fra la fine del Duecento e i primi anni del secolo XIV, sino al 1321, quando cioè Dante li poté vedere.

Il museo Tamo si trasforma in un vero e proprio distretto dantesco, grazie anche alla vicinanza con la Chiesa di San Romualdo, che dal 24 aprile ospiterà la mostra “Dante. Gli occhi e la mente. Le Arti al tempo dell’esilio”, alla Biblioteca Classense che ospita l’esposizione “Inclusa est flamma. Ravenna 1921: il Secentenario della morte di Dante” e alla contigua Zona del Silenzio che coinvolge la Tomba di Dante, la Chiesa di San Francesco e il “Museo Dante”, di prossima apertura.

Via Baiona bloccata dalla colonna di camion per Marcegaglia, ora cambia la viabilità

Istituzione temporanea di un senso unico nel tratto terminale della camionabile per risolvere il problema in attesa del progetto dell’azienda per modificare l’accesso allo stabilimento

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Lo stabilimento Marcegaglia di Ravenna in via Baiona

Per il futuro un progetto di ristrutturazione via Baiona a Ravenna nel punto di ingresso allo stabilimento Marcegaglia, ma subito da aprile modifiche temporanee alla viabilità con l’istituzione di un senso unico. È la risposta dell’azienda metallurgica in sintonia con il Comune per affrontare l’annoso problema degli incolonnamenti su strada dei camion in attesa di entrare nella ditta con ripercussioni sulla sicurezza per il traffico. Questo pomeriggio, 19 marzo, il sindaco Michele de Pascale, insieme ai tecnici del Comune, ha incontrato i vertici dell’azienda.

Marcegaglia ha confermato l’impegno formale a depositare entro marzo il progetto di ristrutturazione completa dell’accesso. Il Comune si è impegnato a gestire tutta la parte istruttoria tecnica nei tempi più brevi possibili, in maniera tale da poter far partire poi al più presto i lavori.

Da aprile verrà modificata la viabilità lungo i due rami di via Baiona, prevedendo un senso unico est-ovest nel tratto terminale della camionabile che momentaneamente risolverà le problematiche viabilistiche con una particolare attenzione alla sicurezza dei lavoratori dello stabilimento, degli autotrasportatori, dell’utenza stradale. Contemporaneamente la polizia locale si è impegnata a intensificare l’attività di controllo.

Il problema è noto da tempo. L’ultima segnalazione in ordine di tempo dai sindacati risale al 10 marzo. «Una lunga fila di mezzi pesanti blocca la circolazione, costringendo i lavoratori che devono recarsi al lavoro o che devono tornare a casa, a manovre azzardate e pericolose per superare la colonna dei camion fermi lungo la strada», affermava Carotenuto Aniello, delegato Fim-Cisl della Rsu aziendale di Marcegaglia. Proprio i sindacati avevano proposto di introdurre la marcia a senso unico sulla via Baiona vecchia.

La lista civica La Pigna ricorda di aver presentato una proposta per la messa in sicurezza di questa importante arteria viaria nel gennaio 2020 e votata da tutto il consiglio comunale. In un anno nulla è stato fatto. Il progetto ha come obiettivo la messa in sicurezza di via Baiona, in prossimità degli ingressi agli stabilimenti industriali lungo l’asse est  e prevede tre interventi integrati fra loro così delineati: la disarticolazione del traffico nel tratto di fronte allo stabilimento Marcegaglia, il punto critico della viabilità; una regolamentazione diversa dei flussi di traffico; l’inserimento di ulteriori vie di congiunzione tra i due rami della Baiona.

Parte il cantiere per ampliare lo skate park: 46mila euro per nuova rampa e più luce

L’area tra via Calamelli e via Renaccio è di mille metri quadrati dal 2009, ora ne avrà duecento in più. Pronta per l’estate

SkateparkParte il cantiere per ampliare lo skate park di Faenza. Verranno aggiunti altri duecento metri quadrati ai mille attrezzati nel 2009 tra via Calamelli e via Renaccio. Il progetto del costo di 46mila euro, a carico del Comune, ha ottenuto anche il benestare della federazione sportiva di riferimento (Fisr) che si occupa tra l’altro di rilasciare l’omologazione degli impianti quali luoghi di esercizio e gli eventi di livello regionale. Saranno realizzate nuove superfici piane di scorrimento, parti curvilinee, inclinate, completate da opere di arredo urbano, di protezioni di sicurezza e il potenziamento dell’impianto di illuminazione.

Il nuovo intervento è stato aggiudicato a una ditta di Fano, la Società Adriatica, che il 20 marzo allestirà l’area di cantiere potendo contare su questo periodo di emergenza sanitaria dove le attività sportive, anche quelle all’aperto, sono sconsigliate. In questo modo, sin dalla prossima settimana i tecnici della ditta potranno effettuare alcuni rilievi ed effettuare attività propedeutiche alla realizzazione dell’intervento. La fine lavori è prevista prima dell’estate.

«Lo skate park – dice il sindaco Massimo Isola – è un luogo al quale siamo particolarmente affezionati, frequentato da decine di giovani che lì trovano occasione di stare assieme, fare attività sportiva, anche individuale. Abbiamo deciso di anticipare il cantiere per utilizzare questo momento nel quale l’attività sportiva anche all’aperto in questo momento di emergenza sanitaria è delicata, e quindi, visto che non può essere utilizzato nel pieno delle sue funzionalità, usiamo questo tempo a disposizione per poter realizzare l’intervento»

Covid: in provincia 293 nuovi casi, la media degli ultimi sette giorni è 235

I dati della diffusione del contagio. In regione sono più di tremila le positività di oggi

IMG 4624La pandemia di Covid-19 registra altri 293 nuovi contagi in provincia di Ravenna oggi, 19 marzo. La media quotidiana degli ultimi sette giorni è 235, con una variazione del 4,2 percento rispetto alla media dei precedenti sette giorni: questo significa che la diffusione del contagio è ancora in crescita ma con una velocità inferiore rispetto ai giorni scorsi, per effetto delle restrizioni imposte dalla zona rossa e dalla campagna vaccinale. L’incidenza dei nuovi casi ogni 100mila abitanti negli ultimi sette giorni è infatti in discesa: 422 a oggi, tra 440 e 450 all’inizio della settimana.

Il totale delle positività da inizio epidemia supera i 24mila casi (il 6 percento della popolazione), di cui più di 860 sono morti e il 75 percento sono guariti. I restanti sono casi attivi, tra ricoverati e in isolamento domiciliare: al 15 marzo gli attualmente positivi erano 4.300 (5,3 percento ospedalizzati). In terapia intensiva sono occupati 18 posti letto, poco più della metà delle disponibilità.

I morti comunicati dalla Regione oggi sono 5.

In tutta la regione (compresa Ravenna) dall’inizio dell’epidemia si sono registrati 311.988 casi di positività, 3.188 in più rispetto a ieri, su un totale di 36.016 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è dell’8,8. Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 1.308 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 933 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 1.165 sono stati individuati all’interno di focolai già noti. L’età media dei nuovi positivi di oggi è 43,3 anni.

La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 878 nuovi casi e Modena (533); poi Rimini (304), Ravenna (293), Parma (251), Reggio Emilia (239), Forlì (203); quindi Ferrara (198) e Cesena (195). Infine, Piacenza (51) e Imola (43).

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 771in più rispetto a ieri e raggiungono quota 227.858.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 72.787 (+2.375 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 68.852 (+2.368), il 94,6% del totale dei casi attivi.

Si registrano 42 nuovi decessi: in totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 11.343.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 386 (+1 rispetto a ieri), 3.549 quelli negli altri reparti Covid (+6).

Nel 2021 cittadini e imprese pianteranno ottomila nuovi alberi nel comune di Ravenna

I numeri della partecipazione al progetto “Mettiamo radici per il futuro” promosso dalla Regione: chiunque può ritirare piante gratuite senza limite di numero

Euro Company Albero VerticaleTutti i cittadini residenti in Emilia-Romagna potranno andare fino al 15 aprile in uno dei 21 vivai accreditati dalla Regione – selezionati dopo aver partecipato a un bando nei mesi scorsi – a ritirare gratis alberi da piantare. È la seconda fase del nuovo progetto della Regione “Mettiamo radici per il futuro” che nel primo periodo di distribuzione (dall’1 ottobre all’11 gennaio 2021) ha visto crescere 360mila nuovi alberi. Nel comune di Ravenna nel corso del 2021 dovrebbero essere piantati altri ottomila alberi. Lo afferma Gianandrea Baroncini: l’assessore all’Ambiente fa il punto sull’attuale situazione del verde comunale che vanta il più vasto patrimonio boschivo regionale rappresentato dalle due grandi pinete di San Vitale e Classe e dalla foresta allagata di Punte Alberete.

In questi giorni il numero degli alberi è in progressivo aumento grazie alla messa a dimora da parte del Comune di 350 piante dedicate ai nuovi nati in un terreno di proprietà comunale in via Del Naviglio all’incrocio con via Canalazzo e la rotonda Polonia, a cui si aggiungono circa 900 alberi nella Pineta Piomboni, tra Marina di Ravenna e Punta Marina, in aree recentemente riqualificate con un progetto comunale di gestione forestale. È poi in corso di completamento il bosco di Arpae con la piantumazione di 600 alberi dello stesso progetto regionale, sempre su terreno comunale lungo via Fosso Dimiglio. Sono in realizzazione anche alcuni importanti interventi compensativi: la ditta Orion ha piantato 3.551 alberi e 763 arbusti in un terreno, sempre di proprietà comunale, lungo viale Alberti e presto la ditta Bunge inizierà la realizzazione di un’altra area boscata con la messa a dimora di 2.032 alberi.

Nel 2020 cittadini e associazioni hanno ritirato 5.491 alberi da piantare nei propri giardini privati o per effettuare rimboschimenti in aree agricole o nelle fasce verdi delle aree produttive. Possono aderire cittadini, associazioni, enti pubblici. Non ci sono limiti sul numero di piante che si possono ottenere; al momento del ritiro occorrerà solo firmare una dichiarazione d’impegno e poi aver cura della pianta fino al termine del suo ciclo biologico. I tecnici della Regione si impegnano a verificare il 5% delle piante messe a dimora, la salute delle piante stesse e la localizzazione dichiarata. Il vivaio privato individuato per la città di Ravenna è Silvia Landi, situato in via Reale 77 a Mezzano (info@vivailandi.com; 0544521465; 3485258661).

Gelate notturne dopo l’anticipo di primavera, anche quest’anno frutta a rischio

Nelle zone del Faentino e del Lughese si sta ripetendo quanto accaduto nel 2020: colonnina di mercurio sotto zero, minacciata la produzione di albicocchi, peschi e ciliegi che erano già fioriti per le temperature sopra la media di 2,2 gradi

37470246 D6d4 4437 97c9 532e300d000fCi risiamo: l’agricoltura ravennate si trova per il secondo anno consecutivo a fare i conti con temperature notturne che scendono sotto lo zero dopo un anticipo di primavera, con il rischio di vedere compromessa la produzione di frutta. Nel 2020 successe a inizio a aprile, quest’anno sta succedendo a metà marzo. Dal monitoraggio della Coldiretti Ravenna sono minacciati albicocchi già fioriti ma anche peschi e ciliegi.

Il colpo di coda dell’inverno dopo l’anticipo di primavera ha interessato in particolare le zone del Faentino e del Lughese, dove la colonnina di mercurio è scesa fino a 5 gradi sotto zero.

«L’ondata di gelo – sottolinea la Coldiretti – arriva dopo un mese di febbraio segnato da temperature superiori di 2,2 gradi la media del periodo, secondo l’analisi Coldiretti su dati Isac Cnr, che hanno favorito il risveglio della vegetazione, ovviamente ora più sensibile al grande freddo». Già dalla mattinata di oggi, 19 marzo, Coldiretti ha attivato un monitoraggio della situazione in campo invitando tutti gli associati a segnalare gli eventuali danni rilevati, anche con documentazione fotografica.

«Siamo di fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di sfasamenti stagionali e il rapido passaggio dal sole al maltempo che ha fatto perdere oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola e danni alle strutture nelle campagne. L’agricoltura è infatti purtroppo l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli».

La speranza dei bagnini: «Riaprire le spiagge entro la fine di aprile»

Intanto a Cervia la cooperativa chiede di intitolare il nuovo lungomare a Raoul Casadei

WhatsApp Image 2020 07 05 At 17.17.35La Pasqua in provincia ha (quasi) sempre rappresentato di fatto l’avvio della stagione balneare, la prima “toccata e fuga” dei ravennati in spiaggia, con i bagnini pronti a ospitare i primi clienti della stagione.

Quest’anno, come noto, Pasqua sarà invece blindata, come in tutta Italia, con restrizioni in linea con quelle natalizie, da “zona rossa”, spostamenti vietati e naturalmente stabilimenti balneari chiusi (così come i ristoranti).

I rappresentanti delle cooperative dei bagnini dei comuni di Ravenna e Cervia, in una recente servizio andato in onda su TeleRomagna, hanno fissato l’obiettivo: aprire la spiaggia entro la fine di aprile. Al momento è però ancora difficile capire quanto possa essere fattibile.

Nel frattempo la cooperativa bagnini di Cervia ha proposto di intitolare il nuovo lungomare (attualmente in progettazione) di Pinarella-Tagliata a Raoul Casadei, il “re del liscio”, morto in questi giorni a causa del Covid.

Anche l’assessore al Turismo del Comune di Ravenna ha ricordato sui social Casadei, ricordando gli eventi organizzati insieme.

Un sabato di burrasca nei comuni di Ravenna e Cervia: allerta gialla per vento

 

Dalla mezzanotte di oggi, venerdì 19 marzo, alla mezzanotte di domani, sabato 20, sarà attiva nel territorio del comune di Ravenna e di quello di Cervia l’allerta meteo numero 36, per vento, emessa dall’Agenzia regionale di protezione civile e da Arpae Emilia-Romagna. L’allerta è gialla.

Le istituzioni raccomandano «di mettere in atto le opportune misure di autoprotezione, fra le quali, in questo caso, sistemare e fissare gli oggetti sensibili agli effetti del vento o suscettibili di essere danneggiati».

I venti – citiamo il testo del provvedimento – «dal pomeriggio raggiungeranno intensità di burrasca (Beaufort 8) sul crinale dell’Appennino centro-orientale e lungo la fascia costiera. Si segnala inoltre che durante la sera/notte il mare tenderà a divenire molto mosso con altezza dell’onda prossima ai 2 metri. Saranno anche possibili precipitazioni a carattere di rovesci sparsi, più probabili a ridosso dei rilievi romagnoli, con quota neve attorno ai 400 metri».

Scuole chiuse, si allarga la protesta. Domenica ancora in piazza a Ravenna

Con campanelli, bandiere bianche e zaini. I manifestanti: «Più danni che benefici per la salute»

Scuola Dad Protesta Piazza KennedyContinua la protesta di diverse associazioni e comitati contro la chiusura delle scuole in presenza e la didattica a distanza. A Ravenna sono decine le persone che scendono in piazza la domenica, che fanno riferimento a gruppi diversi (Arge, Priorità alla Scuola, Mce, Persone contro la Dad – Rete Nazionale per le scuole in presenza) tutti con la convinzione «che il bilancio costi-benefici sia a sfavore della chiusura – ci scrivono in una nota i promotori -, opinione supportata da importanti studi e dalle voci più autorevoli della pedagogia come Daniele Novara, e della scienza, come l’epidemiologa, statistica e docente universitaria Sara Gandini».

«Il Centro Europeo per il controllo delle malattie – continua la nota dei promotori dell’iniziativa – ritiene che siano più rilevanti i danni in termini di salute derivanti dalla chiusura delle scuole, che non il contrario».

Il comitato Priorità alla scuola, in particolare, sta promuovendo manifestazioni su tutto il territorio nazionale tra cui l’ultima a Torino con più di 2.000 persone e appoggia lo sciopero Cobas in programma il 26 marzo in tutta Italia, con conseguente sospensione della Dad per chi deciderà di aderire. In particolare viene chiesto che vengano riaperte le scuole e «impostato con massima urgenza un piano straordinario che consenta di tenerle aperte (abolizione delle classi pollaio, investimenti sull’edilizia scolastica)».

Contemporaneamente si sta creando una Rete nazionale per la scuola in presenza che farà una manifestazione simbolica domenica 21 marzo e a cui hanno aderito numerose associazioni di tutta Italia. A Ravenna l’appuntamento è ancora in piazza Kennedy, domenica 21, alle 16. La rete nazionale – ci spiegano ancora i promotori – «è focalizzata in modo specifico solo sulla riapertura con l’idea che la scuola sia un servizio essenziale e che la salute dei bambini è a rischio».

I promotori ravennati invitano i cittadini a presentarsi in piazza Kennedy con bandiere bianche («perché la scuola non ha colore»), cappelli a cono d’asino (per denunciare la dispersione scolastica), campanelli, zaini, disegni dei bambini e cartelli con slogan.

Vaccini anti Covid a Mirabilandia? Il direttore del parco: «Siamo a disposizione»

 

Mirabilandia 2019
Una veduta aerea del parco Mirabilandia

Mirabilandia, il parco divertimenti più grande d’Italia, è pronta a rendere disponibili degli spazi per l’allestimento di un centro vaccini.

«L’attenzione che da sempre abbiamo per il territorio e la sua popolazione ci ha fatto aderire con entusiasmo alla campagna di Confindustria per diventare un centro vaccini – dichiara Riccardo Marcante, Direttore Generale di Mirabilandia –. Avendo grandi spazi all’aperto, stiamo pensando a questa possibilità già da tempo, raccogliendo informazioni e cercando di trovare le giuste modalità operative. Siamo in contatto con le autorità politiche e sanitarie competenti e, in caso di necessità, potremmo mettere a disposizione una vasta area del nostro parcheggio».

Mirabilandia dista meno di 20 km da Ravenna, meno di 30 da Forlì e Cesena. Anche altre località della riviera sono facilmente raggiungibili.

«Da quasi 30 anni ci occupiamo di far divertire in modo sano e sicuro i nostri visitatori di tutte le età – conclude Marcante – e saremmo fieri di poter dare concretamente una mano alla lotta contro il Covid-19».

In attesa delle nuove disposizioni del Governo, proseguono all’interno del Parco i lavori per l’avvio della stagione 2021.

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