Scuole chiuse, si allarga la protesta. Domenica ancora in piazza a Ravenna

Con campanelli, bandiere bianche e zaini. I manifestanti: «Più danni che benefici per la salute»

Scuola Dad Protesta Piazza KennedyContinua la protesta di diverse associazioni e comitati contro la chiusura delle scuole in presenza e la didattica a distanza. A Ravenna sono decine le persone che scendono in piazza la domenica, che fanno riferimento a gruppi diversi (Arge, Priorità alla Scuola, Mce, Persone contro la Dad – Rete Nazionale per le scuole in presenza) tutti con la convinzione «che il bilancio costi-benefici sia a sfavore della chiusura – ci scrivono in una nota i promotori -, opinione supportata da importanti studi e dalle voci più autorevoli della pedagogia come Daniele Novara, e della scienza, come l’epidemiologa, statistica e docente universitaria Sara Gandini».

«Il Centro Europeo per il controllo delle malattie – continua la nota dei promotori dell’iniziativa – ritiene che siano più rilevanti i danni in termini di salute derivanti dalla chiusura delle scuole, che non il contrario».

Il comitato Priorità alla scuola, in particolare, sta promuovendo manifestazioni su tutto il territorio nazionale tra cui l’ultima a Torino con più di 2.000 persone e appoggia lo sciopero Cobas in programma il 26 marzo in tutta Italia, con conseguente sospensione della Dad per chi deciderà di aderire. In particolare viene chiesto che vengano riaperte le scuole e «impostato con massima urgenza un piano straordinario che consenta di tenerle aperte (abolizione delle classi pollaio, investimenti sull’edilizia scolastica)».

Contemporaneamente si sta creando una Rete nazionale per la scuola in presenza che farà una manifestazione simbolica domenica 21 marzo e a cui hanno aderito numerose associazioni di tutta Italia. A Ravenna l’appuntamento è ancora in piazza Kennedy, domenica 21, alle 16. La rete nazionale – ci spiegano ancora i promotori – «è focalizzata in modo specifico solo sulla riapertura con l’idea che la scuola sia un servizio essenziale e che la salute dei bambini è a rischio».

I promotori ravennati invitano i cittadini a presentarsi in piazza Kennedy con bandiere bianche («perché la scuola non ha colore»), cappelli a cono d’asino (per denunciare la dispersione scolastica), campanelli, zaini, disegni dei bambini e cartelli con slogan.

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