sabato
05 Luglio 2025

In provincia di Ravenna in crescita i nuovi casi di infezione da Hiv

Da fine novembre in Emilia-Romagna chi effettua il test potrà fare gratuitamente anche il sierologico per il Covid-19

Hiv TestIn Emilia-Romagna sono sempre meno le persone che contraggono l’infezione da Hiv: i nuovi casi nel 2019 sono stati 209, rispetto ai 220 dell’anno precedente. Risultato in controtendenza in provincia di Ravenna, dove i nuovi casi sono stati 24 rispetto ai 18 del 2018 e ai 19 del 2017.

Resta purtroppo ancora alto il numero di chi arriva a una diagnosi tardiva: è successo nel 58% dei casi, e il 43% delle persone era già in Aids, o in una fase molto avanzata dell’infezione, al momento della diagnosi. Un problema dovuto principalmente a una errata bassa percezione del rischio in alcune fasce della popolazione.

Ecco perché, in occasione della Giornata Mondiale contro l’Aids in programma domani martedì 1 dicembre, la Regione Emilia-Romagna insieme a HelpAids lancia una nuova campagna di sensibilizzazione e comunicazione, “Proteggersi, proteggere – Vivere con l’HIV oggi” (http://www.helpaids.it/viverehivoggi). Una iniziativa che vuole coniugare l’attenzione alla prevenzione, diffondendo buone pratiche per evitare il contagio, con quella alla diagnosi precoce, e insieme combattere stereotipi e pregiudizi nei confronti delle persone positive all’Hiv o malate di Aids.

Una campagna che quest’anno dispone anche di un ulteriore strumento molto concreto: da fine novembre, per decisione della Regione assieme alle Aziende sanitarie, in Emilia-Romagna chi effettua il test Hiv può, gratuitamente e nella stessa occasione, effettuare anche un test sierologico per il Covid-19 (tutte le info su http://www.helpaids.it/testsierologici).

I dati in Emilia-Romagna, al 31 dicembre 2019

In Emilia-Romagna in dieci anni, dal 2010 al 2019, le nuove diagnosi tra i cittadini residenti sono quasi dimezzate, passando da 388 a 209 e mettendo a segno, quindi, un -46%. Calo che si è fatto ancor più rilevante negli ultimi anni, considerando che nel 2015 i nuovi casi erano 291, scesi a 285 nel 2016, 220 nel 2018 e arrivati, appunto, a 209 (165 uomini e 44 donne) nel 2019, con un’incidenza del 4,7 ogni 100mila abitanti.
I dati, elaborati dal Servizio prevenzione collettiva e sanità pubblica della Regione Emilia-Romagna, fotografano la situazione dello scorso anno e dell’arco temporale 2006-2019.

Esaminando l’intero periodo di sorveglianza sanitaria, tra le persone sieropositive il 74% è maschio, il 31% ha dai 30 ai 39 anni, il 68% è italiano. La classe di età più colpita è quella tra i 20 e i 49 anni (78%), i casi di sieropositività sono invece modesti tra i più giovani e negli ultracinquantenni. L’incidenza tra i maschi è 11,4 casi ogni centomila abitanti, tra le femmine è 3,8. Le persone straniere con Hiv sono poco meno di un terzo del totale (32%), sensibilmente più giovani rispetto agli italiani e prevalentemente di sesso femminile.
La modalità di trasmissione principale (88% nel 2019) è quella sessuale. Il 47% di tutti i casi è dovuto a trasmissione eterosessuale e purtroppo la percezione del rischio tra gli eterosessuali è molto bassa: solo il 14% dei sieropositivi l’ha dichiarata come motivazione del test di diagnosi.
Le persone giunte tardi alla diagnosi lo scorso anno sono state 122: il 58% dei nuovi casi; in particolare, al momento della diagnosi il 43% delle persone era già in Aids o in una fase molto avanzata dell’infezione. I residenti in Emilia-Romagna che hanno sviluppato la malattia conclamata, quindi l’Aids, sono stati 59 nel 2019 (53 nell’anno precedente).

Analizzandole provincia per provincia, le nuove diagnosi di Hiv nel 2019 sono state 47 a Bologna (con un’incidenza di 4,6 casi ogni centomila abitanti), 30 a Modena (incidenza 4,2), 24 a Ravenna (incidenza 6,1), 22 a Parma (incidenza 4,9) e Rimini (incidenza 6,5), 21 a Forlì-Cesena (incidenza 5,3), 20 a Reggio Emilia (incidenza 3,8), 13 a Piacenza (incidenza 4,5) e 10 a Ferrara (incidenza 2,9).

Tutte le informazioni sono a disposizione sul sito http://www.helpaids.it/testsierologici

A Russi ripartono gli spettacoli dal vivo: itineranti e tra le strade del centro

Il 5 dicembre parte il cartellone di iniziative natalizie

Animazione Con Berto Di Strada
Animazione Con Berto

Russi, primo comune in provincia, annuncia il ritorno di eventi con spettacolo dal vivo, itineranti, tra le strade del centro, in vista delle feste.

L’appuntamento è con i fine settimana di “Quattro Passi per Russi”, organizzati dal Comune in collaborazione con associazioni del territorio, “in un clima di sobrietà e rispetto per le norme di sicurezza vigenti”, si legge nella nota inviata alla stampa.

Sabato 5 dicembre partirà un cartellone di eventi itineranti e diffusi in centro storico come “il Trenino di Osvaldo, la musica e l’animazione di Gran Cantagiro Barattoli, le clownerie del Paggio dei Clerici Vagantes e gli spettacoli musicali di comici e associazioni”, che avranno il suo culmine con l’accensione dell’Albero di Natale di piazza Dante in compagnia del coro gospel The Voices of Joy.

Sempre nel corso del pomeriggio, spazio anche all’arte l’inaugurazione delle mostre allestite nell’ex Chiesa in Albis (esposizione collettiva a cura di Artej dal titolo “Legàmi”) e nella Sala “La Cassa” (“Frammenti”, personale di Maria Corrada Casta).

Non mancheranno infine le consuete iniziative del calendario, ovvero l’accensione dell’Albero di Natale anche nelle frazioni, il concerto natalizio della Banda Città di Russi, le poesie e i canti di Jubilate Deo, la Fiaccolata per la Pace e il tradizionale spettacolo teatrale per famiglie “Aspettando la Befana”.

Per essere costantemente aggiornati si può consultare il programma sul sito ufficiale www.comune.russi.ra.it o sulla pagina facebook del Comune di Russi.

Calcio, nessuno ha perso più partite del Ravenna tra i professionisti

I giallorossi sono terzultimi (ma potenzialmente ultimi) nel girone B della serie C. La rabbia dei tifosi

Foto Filippo Venturi
Un abbraccio alla fine della partita Ravenna-Gubbio (foto Filippo Venturi per il Ravenna Fc)

Monta sui social la protesta dei tifosi del Ravenna Fc che chiedono alla società di intervenire pubblicamente per giustificare un avvio di stagione disastroso, a pochi mesi peraltro dalla retrocessione tra i dilettanti del calcio, sanata solo con il ripescaggio.

Dopo 13 partite del campionato nazionale di serie C, infatti, il Ravenna occupa il terzultimo posto nel girone B con 10 punti e ieri (domenica 29 novembre) ha rimediato la nona sconfitta. Potenzialmente, considerando che le ultime due in classifica (Fano e Arezzo) hanno alcune partite da recuperare, i giallorossi potrebbero essere ultimi.

E nessuno, in Italia, ha incassato più ko, tra i professionisti.

In valore assoluto infatti hanno perso 9 partite, oltre al Ravenna, solo le disastrose Lucchese nel girone A di serie C (ultima senza vittorie, in una situazione ben peggiore del Ravenna) e Cavese nel girone C (la cui performance anche in questo caso è peggiore di quella del Ravenna, con 1 sola vittoria e 1 pareggio).

Percentualmente parlando, invece, performance peggiori sono anche quelle del Pescara in serie B e del Crotone in serie A, entrambe con 7 ko incassati, ma in sole 9 partite.

Bonaccini: «Necessario limitare gli spostamenti nel periodo natalizio»

Il presidente della Regione sul confronto con il Governo per le nuove misure

Foto Farricella Per Festa Dell'Unità Modena 2016
Stefano Bonaccini

«Oggi (30 novembre, ndr) comincia il confronto con il governo per valutare misure che da un lato rendano possibile fare attività per le regioni che sono in zona gialla, ma dovremo cercare misure che evitino il tana libera tutti: per il periodo natalizio è necessario limitare gli spostamenti». Lo ha detto Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, ospite a “Mattino Cinque”.

«Se da gennaio ci saranno le prime dosi di vaccino – ha detto – dovremmo arrivare alla prossima estate a vedere la luce in fondo al tunnel. Adesso dobbiamo evitare che a gennaio e febbraio si torni a cosa abbiamo vissuto in questi mesi. Le restrizioni stanno pagando. Le misure hanno avuto effetto, queste settimane di restrizioni hanno funzionato per abbassare la curva dei contagi. Ogni settimana, anzi ogni giorno dobbiamo verificare cosa succede. Ma dobbiamo stare attenti perché non abbiamo ancora vinto la sfida». (Ansa.it)

«Gli scacchi? Allenamento e psicologia. Ma si diverte anche chi non è un campione»

Il presidente dell’associazione sportiva dilettantistica di Ravenna si gode il momento di notorietà del gioco, trascinata dalla miniserie “La regina degli scacchi” di Netflix: «Ma abusare di alcol e ansiolitici prima delle partite non è credibile». La pandemia ha fatto saltare il campionato romagnolo di Faenza. Il presidente del circolo organizzatore: «Troppo difficile con le regole anti-Covid»

«Il gioco degli scacchi è lo sport più violento che esista»
(Garri Kasparov, campione mondiale dal 1985 al 2000)

Beth Harmon Anya Taylor-Joy Queen Gambit
Anya Taylor-Joy è Elizabeth Harmon

«Gli scacchi sono il trionfo della meritocrazia. Fortuna e casualità non trovano posto, ci si può affidare solo ai propri mezzi». Così parla Andrea Drei, presidente del circolo di scacchi di Faenza da ventitrè anni. L’associazione – ospitata dalla Riunione cattolica “Torricelli” in via Castellani dal 1978 – oggi conta trenta soci di cui diciannove tesserati alla federazione italiana per l’attività agonistica (un solo under 20, nessuna donna). Il 63enne Drei, oggi medico in pensione, muove pezzi tra caselle bianche e nere da mezzo secolo. Perché se ti ritrovi quindicenne in un’estate degli anni Settanta e per due mesi il mondo intero parla di una partita di scacchi che si sta giocando, è facile che ti appassioni a pedoni e alfieri. Nel 1972 si giocò la sfida Spasskij-Fischer, il campionato del mondo passato alla storia come “l’incontro del secolo”: «Eravamo in piena guerra fredda, un russo contro un americano avevano un significato che andava oltre il gioco e riempivano le prime pagine dei giornali. A quell’epoca poi non c’erano tante alternative per lo svago».

Sfida Spasskij-Fischer 1972
La sfida Spasskij-Fischer del 1972

Nel 2020 gli scacchi si stanno vivendo una nuova visibilità, più sulle home page digitali che sulle prime pagine di carta. Il gioco è in pieno hype, come direbbero quelli bravi del marketing. Questa volta non per un duello leggendario ma grazie all’effetto di una miniserie tv, “La regina degli scacchi” prodotta da Netflix (qui la nostra recensione). Tratte da un romanzo del 1983, le sette puntate raccontano di Beth Harmon, enfant prodige con un talento innato e una vita difficile (avviso: nel resto dell’articolo potrebbero esserci piccoli spoiler). Anche grazie alla consulenza di un mostro sacro come Garri Kasparov, molti addetti ai lavori l’hanno promossa per l’accuratezza con cui tratta lo sport (sì, è una disciplina riconosciuta dal Coni), rendendolo attraente non solo per chi può vantare un titolo di gran maestro e mangia pane e arrocchi a colazione.

Igor Giussani Ravenna Scacchi
A sinistra Igor Giussani, impegnato in una simultanea.

«Non l’ho ancora vista – ammette Igor Giussani, presidente di Ravenna Scacchi, l’altra associazione sportiva dilettantistica (Asd) affiliata alla federazione in provincia –. Però quando mi dicono che la protagonista si ubriaca e abusa di ansiolitici prima delle partite faccio fatica a ritenerla attendibile, un po’ di agonismo a basso livello l’ho fatto e non funziona così». Va però detto che quando Beth si presenta al tavolo in hangover finisce male, malissimo.

Ma nessun atteggiamento snob dallo scacchista ravennate, anzi: «Mi rendo conto che si rischia diventi più famoso il personaggio della serie che un vero campione. Qualche anno fa mi avrebbe dato fastidio, oggi sono più cinico e dico che tutto fa brodo: se serve per avvicinare più persone al movimento allora ben venga. È successo al calcio in Giappone con il cartone “Holly e Benji”: bisogna prendere tutto il buono dei media, hanno sempre ragione loro alla fine».

La Regina Degli Scacchi finale Borgov Harmon
La sfida finale della serie tv La Regina degli scacchi

Il 42enne di origini piemontesi, professore all’Itis “Baldini”, ha iniziato mentre smaltiva una varicella all’età di 5 anni: «Mio padre mi aveva dato qualche rudimento sulle regole». Un titolo italiano nel 2003 è il miglior risultato agonistico raggiunto: «Parliamoci chiaro: era quello di fascia C, siamo al livello pippe». Ora magari sarà l’onda lunga dallo streaming a portare nuove leve in via Guidarello Guidarelli, nei locali del Csi dove ha sede Ravenna Scacchi, nata nel 1998 come Asd dopo una lunga esperienza come circolo. «In realtà devo dire che una mano ce l’aveva già data il lockdown. Molti hanno giocato per passare il tempo, online si trovano video e insegnamenti e così l’estate scorsa, quando abbiamo organizzato serate alla Rocca Brancaleone, abbiamo avuto un riscontro positivo da diverse persone che si erano avvicinate durante la primavera». Oggi i tesserati dell’associazione sono una ventina, a partire da bambini di 7-8 anni fino a settantenni: «Poi abbiamo tanti appassionati che partecipano saltuariamente ma non iscritti. In città si gioca da molte parti ma non in maniera organizzata».

Fischer Spassky Chess Board Auction 3In questo 2020 l’attività degli scacchisti si è spostata soprattutto online. I ravennati fanno lezioni settimanali con la scuola per juniores e ritrovi senior per le partite. Certo che è tutt’altra cosa rispetto al gioco faccia a faccia: «La battuta fatta da qualcuno – dice Giussani – è che c’è la stessa differenza tra il porno in streaming e il sesso dal vivo. Quando giochi online ci sono due nickname su uno schermo, molti “rubano”, tutta la parte psicologica si azzera. E invece la sfida psicologica negli scacchi c’è eccome, per vincere si sfruttano tutti i vantaggi dentro e fuori la schiacchiera. L’importante è restare impassibili, sempre. Soprattutto quando ti rendi conto di aver fatto una mossa sbagliata».

The Queens Gambit NetflixLa pandemia ha fatto saltare anche il campionato romagnolo che il circolo faentino organizza ininterrottamente dal 1987. Aperto a chiunque, alle ultime edizioni contava 25-30 partecipanti. Undici volte è stato vinto da Drei che dal 1996 è maestro Fide, uno dei titoli ai vertici degli scacchi. All’apice della sua carriera è stato numero 17 del ranking italiano. «In agosto l’attività federale era ripartita con qualche torneo secondo tutte le regole anti-Covid, quindi mascherine, igienizzazione, barriera di plexiglass fra giocatori. Però sono costi in più che non tutti possono sostenere, anche per questo è saltato il nostro campionato romagnolo. Dovevamo organizzare anche un altro torneo semi-lampo nella rocca di Bagnara a maggio 2020 ma è saltato».

Tra i temi più attuali, messi in gioco dal personaggio interpretato da Anya Taylor-Joy, c’è la questione femminile. Beth è una anomalia in un mondo di uomini. E qui non è fiction. Il sito Ultimouomo.it riassume: nel novembre 2018 al mondo c’erano 668.785 giocatori competitivi di scacchi, di cui soltanto il 15 percento donne. Tra i migliori cento del pianeta, secondo il rating Elo, una donna. Tra i tesserati ravennati le donne sono due. «Di sicuro c’è un retaggio storico dovuto al tempo in cui il gioco si affermò nei circoli riservati solo gli uomini – dice Giussani –. La scelta di una protagonista femminile è azzeccata per mettere in luce un aspetto reale». Sul tema ragiona anche Drei: «Al circolo abbiamo avuto qualche frequentatrice ma nessuna socia. Faccio tornei dal 1973 e in Italia la presenza femminile è sempre stata molto ridotta, all’estero invece un 20 percento di donne c’era. Penso sia solo questione di tradizione».

Ma chi non è nato in Russia e ha più di 5 anni di età, può ancora sperare di raggiungere un livello decente di gioco? «Escludendo il titolo di gran maestro, direi che il resto non è precluso a nessuno – assicura Giussani –. Non vorrei si pensasse che si divertono solo i grandi campioni. Certo che bisogna metterci passione e volontà: bisogna leggere un po’, fare qualche esercizio, risolvere situazioni. Se invece l’ambizione è entrare nella top elite dei 50 del mondo non si può cominciare a vent’anni, ma questo vale per qualsiasi disciplina. Il talento innato esiste ma non si gioca di estro al livello massimo».

Andrea Drei presidente circolo scacchi Faenza
A sinistra il presidente del circolo degli scacchi di Faenza, Andrea Drei

A Drei chiediamo un consiglio pratico sui primi passi da muovere per chi volesse accostarsi al gioco partendo da zero: «Un buon punto di riferimento è il negozio “Le Due Torri” di Bologna: è specializzato in scacchi. Dai libri alle riviste passando per i corsi e ovviamente per tutti i pezzi di gioco».

Cos’hanno gli scacchi di così affascinante? «Sono un gioco di una complessità particolare che può ingenerare anche un atteggiamento di fastidio e rifiuto per qualcuno. Io apprezzo che sono un gioco di logica e calcolo ma al tempo stesso di creatività. La mente umana è costretta ad adattarsi e costruire schemi inesauribili. E poi offrono tanti spunti metaforici. Ad esempio Piero Angela disse che gli scacchi aiutano a capire a cogliere la differenza fra breve e medio-lungo periodo: un giocatore può offrire un vantaggio all’avversario sul breve sacrificando un pezzo perché ha programmato un rendimento maggiore a lunga scadenza. È come la differenza fra politici e statisti di cui parlava De Gasperi».

Una 22enne di Riolo tra i 20 agricoltori da tutto il mondo selezionati da Oma

Parteciperà a un percorso di specializzazione internazionale lungo due anni

Angelica MontiUn percorso di specializzazione internazionale per i giovani agricoltori, promosso dall’Organizzazione mondiale degli agricoltori (Oma). Tra i 20 giovani provenienti da tutto il mondo che prenderanno parte alla formazione sui principali temi di carattere internazionale è stata selezionata anche Angelica Monti, imprenditrice agricola della provincia di Ravenna di Coldiretti Giovani Impresa.

Un percorso lungo due anni che vedrà giovani impegnati ad affrontare i principali temi agricoli internazionali, individuare le problematiche, ma soprattutto condividere le più diverse esperienze e trovare insieme soluzioni comuni.

Tenuto conto delle sfide che i giovani agricoltori sono chiamati a fronteggiare per garantire la sicurezza alimentare a livello globale, tra cui il cambiamento climatico e la creazione di filiere agricole trasparenti capaci di riconoscere il giusto reddito agli agricoltori, il Gymnasium si pone come obiettivo quello di fornire ai futuri leader del settore tutti gli strumenti e le conoscenze gestionali affinché possano raggiugere al meglio tali ambiziosi obiettivi.

«Un primo incontro interessante anche in considerazione delle sfide a cui siamo chiamati a rispondere a seguito della pandemia che ha coinvolto tutto il mondo agricolo. Problematiche comuni che abbiamo affrontato in un dialogo costruttivo e aperto abbattendo ogni confine e vedendo nell’altro una risorsa in termini di esperienze da poter replicare», ha dichiarato Angelica Monti al termine del primo meeting.

“Scienza, ricerca e innovazione nel settore agricolo: come colmare il divario con gli agricoltori” il titolo del primo incontro della nuova edizione. Tanti i temi affrontati nel primo incontro; partendo dall’importanza di promuovere la ricerca volta all’innovazione del settore, il dibattito si è focalizzato su come questi due fattori possano realmente essere messi a servizio degli agricoltori garantendo una gestione efficace ed efficiente delle risorse al fine di promuovere una crescita economica sostenibile dove l’agricoltura giochi un ruolo da protagonista. Elementi essenziali per una transizione green dell’agricoltura sono stati individuati nei giovani, e dunque in politiche capaci di promuovere il ricambio generazionale, nell’uso sostenibile del suolo e nella valorizzazione della biodiversità, nonché nei finanziamenti per poter attuare un’agricoltura sostenibile.

Angelica, 22 anni e prossima alla laurea in Economia e Marketing nel Sistema Agroindustriale presso l’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, gestisce con la famiglia un’azienda sulle colline di Riolo Terme. L’attività principale è l’allevamento di bovini da carne di razza Romagnola, razza tipica della regione in cui vive. Insieme alla madre e alla sorella, si prende cura con passione del bestiame, investendo in genetica e innovazione. Amante della natura, Angelica è desiderosa di preservare la biodiversità agricola, punto di forza del Paese e di contribuire con la sua energia ed esperienza al prestigioso momento di dialogo internazionale costituto dal Gymnasium.

La metodologia del corso è basata su un metodo estremamente interattivo, che prevede la combinazione di lezioni in aula impartite da leader internazionali di diverse aree politiche a l’opportunità di partecipare ed essere attivamente coinvolti in eventi globali legati all’agricoltura (sessioni plenarie del Comitato per la sicurezza alimentare mondiale, Cfs, Forum globale sull’alimentazione e l’agricoltura, Gffa, Conferenza delle parti Unfccc, Cop, Forum politico ad alto livello delle Nazioni Unite, Hlpf).

Tutte le sere lascia le pizze invendute ai bisognosi: «E quel padre in lacrime…»

«Sempre più persone “hanno fame”, c’è chi è venuto al mio negozio a Ravenna appositamente da Cotignola»

Playfood RavennaNon vuole fare pubblicità al proprio locale, «perché la beneficenza è bene farla in silenzio», ma la voce si è sparsa ugualmente, tanto che l’altro giorno una persona è venuta appositamente da Cotignola nel suo negozio di via Maggiore, a Ravenna. «Un padre di famiglia che si è ritrovato senza lavoro, lui e la moglie, con tre figli: si stava mettendo a piangere. Gli ho preparato pizza e wurstel».

«Sono vent’anni che ho attività a Ravenna, è una città che mi ha dato tanto e per quel poco che posso cerco di restituire». A parlare è Carlo Infurna, titolare di Playfood19, pizza e fast food a pochi passi da Porta Adriana.

Dalle 20.30 alle 21 lascia gratuitamente a chi ne ha bisogno i prodotti invenduti della vetrina. E lo faceva anche prima del Covid.

«Le richieste durante la pandemia sono aumentate, diciamo che sono arrivate a essere una quarantina nell’ultimo mese. A parte un paio di “scrocconi”, sono quasi tutte persone che hanno fame. Credo che in questo periodo dobbiamo darci tutti una mano».

Covid, ancora sopra i 200 i contagi giornalieri a Ravenna. Morta una 79enne

 

Diminuiscono i nuovi casi giornalieri in Emilia-Romagna, ma Ravenna resta tra le province più colpite con i contagi ancora sopra quota 200.

Il bollettino regionale del 29 novembre

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 121.032 casi di positività, 1.850 in più rispetto a ieri (di cui 1.067 asintomatici), su un totale di 13.434 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 13,8%.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 70.229 (+448 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 67.316 (+453), il 95,9% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 30 nuovi decessi: 10 in provincia di Modena (7 donne  rispettivamente di 99, 96, due di 92 anni, 87, 78 e 69 e 3 uomini di 91, 82  e 77 anni); 6 in quella di Piacenza (4 donne rispettivamente di 86 anni, due di 81 e una 71 anni e 2 uomini di 81 e 59 anni), 6 in quella di Reggio Emilia (4 donne di 96, 86, 74 e 54 anni e 2 uomini di 82 e 77 anni), 3 in quella di Parma  (2 donne di 88 e 70 anni  e un uomo di 94 anni), 2 a Imola (Bo) (un uomo di 96 e una donna di 91 anni) e uno in quella di Ferrara (uomo di 87 anni) e, infine, a Ravenna (una donna di 79 anni). Un’altra donna di 81 anni deceduta era residente fuori dal territorio regionale.

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 5.714.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 245, dato invariato rispetto a ieri, 2.668 quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-5). Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 13 a Piacenza (+1 rispetto a ieri), 13 a Parma (-2), 34 a Reggio Emilia (invariato), 60 a Modena (+1), 56 a Bologna (-1), 4 a Imola (-1), 19 a Ferrara (+1),15 a Ravenna (-1), 6 a Forlì (+2), 2 a Cesena (invariato) e 23 a Rimini (invariato).

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 1.372 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 45.089.

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 12.406 a Piacenza (+123 rispetto a ieri, di cui 43 sintomatici), 10.253 a Parma (+160, di cui 95 sintomatici), 17.380 a Reggio Emilia (+227 di cui 114 sintomatici), 21.977 a Modena (+404, di cui 111 sintomatici), 23.660 a Bologna (+308, di cui 139 sintomatici), 3.408 casi a Imola (+57, di cui 15 sintomatici), 5.941 a Ferrara (+88, di cui 3 sintomatici), 7.880 a Ravenna (+202, di cui 88 sintomatici), 4.484 a Forlì (+40, di cui 24 sintomatici), 3.885 a Cesena (+58, di cui 45 sintomatici) e 9.758 a Rimini (+183, di cui 104 sintomatici)

Quel “negozio” dove può fare la spesa anche chi non se la può permettere

A Cervia l’unico “emporio solidale” della provincia, dove i più bisognosi possono acquistare la merce gratuitamente

Emporio Solidale Cervia
Lavori di allestimento degli scaffali all’emporio solidale di Cervia

In attesa di quello che la Caritas aprirà il prossimo anno a Ravenna, quello di Cervia è al momento l’unico emporio solidale della provincia, tra gli oltre venti presenti in Emilia-Romagna.

Si tratta di una sorta di supermercato pensato per ridare dignità e consapevolezza alle persone che lo frequentano – in una temporanea situazione di estremo bisogno – e dove possono fare la spesa gratuitamente, scegliendo tra prodotti ottenuti grazie a donazioni e non solo.

Nato cinque anni fa con il sostegno del Comune e gestito dal Coordinamento del Volontariato, con capofila la Onlus “Un posto a tavola” (che gestisce anche il servizio della mensa per i poveri), anche l’emporio solidale di Cervia ha visto aumentare i suoi “clienti” a causa della pandemia.

«In primavera abbiamo avuto il primo sussulto importante, passando da circa 70 a 100 famiglie, numero che crediamo ora con questa nuova ondata possa anche aumentare», racconta il responsabile, Andrea Vorabbi.

Le persone, come detto, possono attingere liberamente dagli scaffali tra la merce che durante la settimana l’emporio acquisisce tramite donazioni, collaborazioni con altri empori, con il Banco Alimentare e anche con piccoli acquisti, quando non è possibile fare altrimenti.

«Le persone si rivolgono a noi tramite i servizi sociali o anche direttamente. Possono farlo i nuclei con Isee inferiore ai 7.500 euro e un limite di spesa che varia a seconda del nucleo famiglaire». Prima della pandemia le persone potevano contare su una scheda a punti con ogni prodotto che ne valeva un tot, a seconda della disponibilità. «Oggi invece, con le disposizioni anti Covid, le persone entrano in negozio accompagnate da un volontario che ha una scheda mensile su cui è riportato il massimale. E dopo aver sperimentato il “domicilio” durante il lockdown, ancora oggi ci sono una decina di famiglie a cui portiamo direttamente la spesa a casa». Grazie anche agli scout, che hanno fornito un aiuto rigenerante a un parco volontari ridotto dal fatto che quelli più anziani sono stati invitati a restare a casa per azzerare il rischio contagio.

Ma chi sono i “clienti” dell’emporio? «Se nella nostra mensa aiutiamo gli ultimi, quelli senza una casa o che non sanno per quanto potranno permettersela – commenta ancora Vorabbi –all’emporio ci sono invece i “penultimi”, le vittime di un nuovo impoverimento, causato anche dal Covid,soprattutto in una realtà come quella cervese, che si basa su un’economia balneare, dopo una stagione in cui non c’è stato lavoro per tutti. La maggior parte è composta da italiani, stagionali in difficoltà. Dal punto di vista psicologico, alcuni sono sfacciati nel chiedere aiuti, certo, ma molti sono invece restii. E in questi casi ha funzionato l’aspetto della “reciprocità”: in cambio degli aiuti in molti hanno scelto di darci una mano, in ore di volontariato, per un coinvolgimento positivo, sempre nell’ottica di cercare di ridare dignità alle persone».

Bonaccini: «I ragazzi devono tornare a scuola. Al lavoro per farci trovare pronti»

Il presidente dell’Emilia-Romagna rivela: «Penso che si aprirà ai primi di gennaio. Con turni pomeridiani»

Rientro Scuola Liceo
Ragazzi fuori dal liceo classico di Ravenna

Sul fronte scolastico, alla luce dell’emergenza Coronavirus, «penso che si aprirà ai primi di gennaio perché la quasi totalità delle regioni preferisce così. La cosa che a me interessa non è qualche settimana in più o in meno, a me interessa che al più presto i nostri ragazzi, gli studenti, tornino a scuola».

Lo ha detto il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini intervenendo al telegiornale della Tgr regionale.

«Noi – ha proseguito Bonaccini riferendosi agli stessi studenti – rischiamo di non renderci conto del danno che subiscono per troppi mesi a casa. Perché è giusto fare le lezioni a distanza per proteggere la salute ma se queste proseguono troppo a lungo noi rischiamo di avere un danno su quello che è l’apprendimento. E poi – ha sottolineato ancora – la scuola non è solo apprendimento ma anche socialità, amicizia, è stare insieme agli altri».

Ad ogni modo, ha puntualizzato Bonaccini, in Emilia-Romagna, «noi siamo pronti a fare le cose per bene» a partire «dal potenziamento del trasporto pubblico. Penso che andrebbero differenziati anche gli orari, anche su qualche turno pomeridiano per avere meno assembramento ma stiamo lavorando per farci trovare pronti insieme ai comuni e alle province». (fonte ANSA.it)

Pianeti e stelle cadenti a Faenza per esprimere desideri in quest’anno difficile»

Accese le luminarie natalizie: ecco il programma di iniziative del consorzio

Faenza Piazza NataleIeri pomeriggio (sabato 28 novembre) sono state accese le luminarie anche a Faenza. Piazza del Popolo si presenta con un nuovo progetto fatto di pianeti e stelle cadenti «per poter esprimere desideri in questo anno così difficile a causa dell’emergenza», spiegano gli organizzatori del consorzio Faenza C’Entro.

L’albero di Natale, illuminato grazie a Caviro Extra, è stato posizionato in piazza della Libertà, di fianco al Duomo. L’abete proviene dalla Toscana, da un’area in cui era stato programmato l’abbattimento.

Ai piedi dell’albero, confermata, nonostante le incertezze del periodo, anche la Posta degli elfi, con la casetta in legno (aperta nelle giornate del 5, 6, 8, 11, 12, 13, 18, 19, 20 e 24 dicembre; dalle 16 alle 19) e la cassetta dove poter imbucare le lettere per Babbo Natale.

Albero Natale FaenzaDall’8 dicembre al 3 gennaio diverse attività commerciali del centro storico allestiranno le loro vetrine declinando il Natale e le sue tradizioni e passanti e clienti potranno votare la loro preferita sulla pagina Instagram del Consorzio Faenza C’entro.

Grazie alla rinnovata collaborazione con Caviro, fino al 31 dicembre, a fronte di un acquisto minimo di 20 euro con scontrino unico nei negozi del Consorzio, i clienti potranno ricevere una cartolina valida per il ritiro gratuito di una bottiglia di vino e, in esclusiva per questo 2020, di un liquido detergente igienizzante mani da ritirare presso la Caviroteca, in via Convertite 12 a Faenza, entro il 28 febbraio.

Dal 2 dicembre fino al 7 gennaio saranno allestiti i “Giardini a Natale”. Il titolo della manifestazione di quest’anno sarà “Giardini in gioco”. Il progetto si ispira al “gioco dell’oca” e prevede la realizzazione, lungo i corsi del centro città, di un percorso ludico composto da diverse postazioni allestite con alcuni giochi per bambini e ragazzi, il tutto arredato con piante. Oscar Dominguez, direttore creativo della manifestazione, si occuperà anche dell’allestimento in piazza Nenni.

Dal 24 dicembre al 6 gennaio e in tutte le domeniche di gennaio presso il Convento di San Francesco (piazza San Francesco 14) sarà allestito il tradizionale presepe meccanico di San Francesco. I fratelli Mauro e Roberto Gorini, quest’ultimo anche autore del presepe, firmano inoltre quest’anno, in collaborazione con il Consorzio Faenza C’entro, un’installazione luminosa che sarà inaugurata martedì 8 dicembre che potrà essere azionata spingendo un pulsante.

Con la Faenza Shopping Card, infine, la carta fedeltà da utilizzare tra i negozi aderenti al progetto, a ogni acquisto il cliente accumulerà sul suo borsellino elettronico un credito che potrà essere utilizzato come sconto sugli acquisti successivi. Novità anche per le idee regalo grazie alla gift card che permette a chi la riceverà di scegliere tra una vasta gamma di prodotti nei negozi del centro aderenti.

Tutti i dettagli del programma sono disponibili sul sito www.faenzacentro.it, oppure sulla pagina Facebook “Faenza C’entro”. Per ulteriori informazioni, contattare la segreteria del Consorzio al numero 0546 061945, email info@faenzacentro.it.

 

 

 

Una donna vendeva bevande, in sette bevevano: otto pattuglie ai giardini Speyer

Sanzionati per la normativa anti Covid. E la commerciante abusiva rischia il Daspo urbano

126903626 816835679154310 2699376016457438270 NOtto pattuglie tra polizia di Stato e polizia locale sono intervenute attorno alle 20 di oggi, sabato 28 novembre, ai giardini Speyer di Ravenna, per contenere le proteste di alcune persone che stavano bevendo all’aperto, nonostante sia vietato dalle normative anti Covid.

In particolare, è stata sanzionata una 31enne che stava vendendo in maniera ambulante bevande, alcoliche e non. La donna, già fermata per gli stessi motivi in passato, ha ricevuto anche un ordine di allontanamento e riceverà con tutta probabilità anche un Daspo urbano, così come previsto dal nuovo regolamento di polizia urbana del Comune di Ravenna.

Le pattuglie di polizia locale e polizia di Stato ai giardini Speyer il 28 novembreSempre ai sensi dello stesso regolamento sono stati sanzionati sette “consumatori”, che stavano infrangendo anche la normativa anti Covid che vieta il consumo di alimenti e bevande in luogo pubblico o aperto al pubblico.

A intervenire è stata inizialmente la polizia locale, supportata poi dagli agenti della polizia di Stato quando è arrivato il momento di calmare i sette consumatori, particolarmente esagitati.

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi