sabato
05 Luglio 2025

Troppi clienti all’interno, 5 giorni di chiusura per un negozio di generi alimentari

Due controlli della polizia locale a distanza di alcuni giorni: nel secondo caso era stato tolto il cartello che indica la capienza massima per le norme anti Covid

IMG 0957Al primo controllo c’erano cinque persone all’interno che erano più del numero massimo consentito in quello spazio per garantire il distanziamento, al secondo controllo era sparito il cartello che comunica il numero massimo di clienti. Doppia infrazione per un negozio di generi alimentari nella zona di piazza San Francesco a Faenza e cinque giorni di sospensione dell’attività da venerdì 27 novembre a martedì 1 dicembre compreso. Questa mattina, 27 novembre, l’avviso di sospensione dell’attività è stato affisso sulla serranda del locale. La misura arriva dopo l’accertamento da parte della sezione annonaria della polizia locale dell’Unione della Romagna faentina.

Nuova ordinanza regionale: nel weekend possono riaprire negozi piccoli e “medi”

Restano confermati i divieti da “zona arancione” e di passeggiate nei centri storici

Schermata 2016 08 04 Alle 12.58.05 2Prosegue il processo di riallineamento delle misure anti-Covid previste dall’ordinanza regionale rispetto a quelle contenute nel Dpcm del Governo per le aree in zona arancione, dopo due settimane nelle quali l’Emilia-Romagna aveva adottato provvedimenti più restrittivi d’intesa col ministro della Salute. Azioni che si stanno rivelando efficaci: i dati sull’andamento epidemiologico, alla luce soprattutto della costante diminuzione dell’indice Rt di trasmissibilità del virus, questa settimana sceso ulteriormente all’1,07 in Emilia-Romagna, portano infatti ad adottare disposizioni meno restrittive rispetto alle ultime due ordinanze, la seconda in scadenza proprio oggi (27 novembre), in particolare in riferimento alle attività commerciali.

Le grandi strutture di vendita continueranno a rimanere chiuse nei festivi e prefestivi, così come i centri e i parchi commerciali, a differenza di quelle medie, di superficie fino a 2.500 metri quadrati nei comuni con più di 10mila abitanti e fino a 1.500 metri quadrati in quelli con meno di 10 mila abitanti, che potranno riaprire nei fine settimana. Lo stesso avverrà per i negozi più piccoli, che tornano aperti anche la domenica.

È quanto prevede la nuova ordinanza regionale firmata oggi dal presidente Stefano Bonaccini, in vigore da domani, 28 novembre, fino al prossimo 3 dicembre, quando scadrà anche il Dpcm vigente.

In un quadro in cui resta assolutamente prioritario il contrasto alla diffusione del contagio. Il consolidamento del calo registrato nelle ultime due settimane è infatti necessario per l’atteso rientro in zona gialla, vista la necessità di avere per un periodo continuativo di almeno due settimane i parametri al di sotto delle soglie di rischio. E’ esattamente quanto è accaduto negli ultimi 14 giorni in Emilia-Romagna che ora, attraverso il meccanismo previsto nel Dpcm che ne determina il mantenimento in zona arancione ancora per alcuni giorni, può davvero attendersi un cambiamento di scenario tra una settimana.

Rispetto alle nuove misure contenute nell’ordinanza odierna, il riallineamento riguarderà anche la ripresa della corsistica in presenza, seppur in forma individuale (altrimenti solo a distanza), e le lezioni di educazione fisica, purchè all’aperto, per le scuole elementari e medie.

Confermate invece altre restrizioni che attengono ai comportamenti individuali. In una ordinanza adottata sentiti i sindaci dei Comuni capoluogo e i presidenti di Provincia, coi quali il presidente Bonaccini e gli assessori competenti hanno condiviso i contenuti del provvedimento anche nelle ultime ore, acquisita l’intesa del ministero della Salute. Anche in questo caso, infine, la Giunta ha ritenuto di confrontarsi preventivamente con le associazioni delle categorie economiche firmatarie del Patto per il Lavoro più direttamente interessate.

Le misure previste
Accanto alle minori restrizioni, l’ordinanza di oggi prevede comunque limitazioni specifiche che permangono e si aggiungono a quelle del Dpcm del 3 novembre per le cosiddette zone arancioni.

Come previsto dal Dpcm, nei giorni festivi e prefestivi, gli esercizi commerciali insediati nell’ambito di centri commerciali, di aree commerciali integrate e di poli funzionali restano chiusi al pubblico, ad eccezione delle farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, tabacchi e edicole. A queste, in base all’ordinanza di Bonaccini, si aggiungono le grandi strutture di vendita non insediate all’interno di centri commerciali, aree commerciali integrate e poli funzionali: restano anch’esse chiuse al pubblico nei festivi e prefestivi, ad eccezione delle farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, prodotti per la cura e l’igiene della persona e per l’igiene della casa, degli articoli di cartoleria e cancelleria, tabacchi e edicole.

Rimane sempre consentita, e anzi fortemente raccomandata, la vendita con consegna a domicilio.

L’esercizio su aree pubbliche o private delle attività di commercio al dettaglio nell’ambito dei mercati, nonché di attività di vendita nei mercati contadini, sarà consentita solo lì dove siano adottate le misure di mitigazione del rischio Covid previste nel protocollo regionale sugli esercizi di commercio al dettaglio in sede fissa e su aree pubbliche. E in ogni caso, resta raccomandata l’adozione di un apposito piano di controllo da parte del Comune.
In ogni caso, è vietato lo svolgimento di sagre e fiere di qualunque genere e di altri analoghi eventi. Inoltre, rimane vietato lo svolgimento dei mercatini degli Hobbisti e dei mercatini per la vendita o esposizione di proprie opere d’arte ed opere dell’ingegno a carattere creativo e similari.

Confermato anche l’obbligo – sempre – dell’uso della mascherina al di fuori dell’abitazione, con eccezione dei bambini con età inferiore a sei anni, dei soggetti che stanno svolgendo attività sportiva e dei soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina, nonché per coloro che per interagire con questi soggetti si trovino nella stessa incompatibilità. Nel caso di momentaneo abbassamento della mascherina per consumare cibo o bevande o per il fumo, dovrà in ogni caso essere assicurata una distanza minima di un metro, salvo quanto disposto dai vigenti protocolli o da misure più restrittive.

Come già prevedeva l’ordinanza precedente, è consentito svolgere attività sportiva e motoria all’aperto, preferibilmente presso parchi pubblici, aree verdi, rurali e periferiche, se accessibili, purché comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno 2 metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività, e in ogni caso al di fuori delle strade e delle piazze del centro storico della città, nonché delle aree solitamente affollate.

Così come l’accesso agli esercizi di vendita di generi alimentari resta consentito ad una sola persona per nucleo familiare, salva la necessità di accompagnare persone non autosufficienti o con difficoltà motorie ovvero minori di età inferiore a 14 anni.

In merito alle scuole, in attesa di ulteriori e specifiche indicazioni da parte del Comitato Tecnico Scientifico nazionale, in quelle del primo ciclo scolastico (primarie e secondarie di primo grado) restano sospese le lezioni di educazione fisica al chiuso, mentre da domani si potranno tenere invece all’aperto. Sospensione confermata per le lezioni di canto e per quelle di strumenti a fiato.

Confermato anche il divieto di consumazione di alimenti e bevande all’aperto su area pubblica o aperta al pubblico.

Infine, la corsistica di ogni tipo, organizzata da soggetti sia pubblici che privati: da domani sarà possibile tornare a svolgerla in presenza ma solo in forma individuale, mentre per quella collettiva permane unicamente la possibilità di ricorrere alla modalità a distanza.

Pesca illegale alla foce del Lamone: 2.600 euro di sanzioni per 500 kg di vongole

Un motopesca utilizzava una idrorasca senza autorizzazione e fuori dalle aree in concessione. I molluschi sono stati rigettati in mare

A bordo del peschereccio avevano cinque quintali di vongole ma erano state pescate in maniera illegale. La guardia costiera ha sanzionato i pescatori di frodo trovati alla foce del fiume Lamone per un totale di 2.600 euro comprensivi anche della sanzione per irregolare assunzione di marittimi a bordo del motopesca.

Tutto si è svolto nel giro di pochissimo tempo. I militari, in pattuglia lungo il litorale nord, si sono accorti dell’imbarcazione chiaramente intenta a dragare il fondale. A bordo c’erano 24 ceste colme di prodotto con un elevato valore di mercato. Al termine delle verifiche, è emerso che l’unità da pesca si era addentrata in una zona non consentita, depredando il fondale mediante l’impiego della cosiddetta idrorasca, attrezzatura che dovrebbe essere utilizzata esclusivamente da pescatori autorizzati, ed in apposite aree in concessione; le vongole sono state quindi rigettate in mare perché ancora vive e l’attrezzatura da pesca è stata posta sotto sequestro.

17 giovani famiglie si trasferiscono in collina grazie ai contributi della Regione

I dati della provincia di Ravenna. Mezzo milione di euro di incentivi per prendere la residenza a Brisighella e Casola Valsenio

Brisighella Colli E ULIVI
Una veduta di Brisighella

Andare a vivere in Appennino: un’opportunità che per 341 giovani coppie o famiglie dell’Emilia-Romgna è diventata realtà, grazie anche all’aiuto della Regione per comprare o ristrutturare una casa. Di 28.500 euro l’importo medio assegnato a fondo perduto, a beneficio di nuclei con figli nell’80% dei casi, per un’età media di 32,5 anni.

È la prima tranche di domande finanziate grazie al Bando Montagna, uscito il 15 settembre scorso: 10 milioni di euro le risorse stanziate dalla Giunta regionale per contributi a coppie e famiglie che hanno deciso di risiedere stabilmente in uno dei 119 comuni appenninici dell’Emilia-Romagna. Un finanziamento che potrà mobilitare investimenti per almeno altri 10 milioni di euro: dunque, anche un’iniezione significativa di risorse a beneficio dell’economia dei territori montani, grazie ai cantieri che si apriranno per gli interventi necessari, nel 93% dei casi realizzati da imprese locali.

Ma altri 10 milioni di euro sono già previsti per il 2021, inseriti nel Bilancio di previsione varato nei giorni scorsi dall’esecutivo regionale. L’obiettivo: dare risposta ad un’altra fetta cospicua delle tante domande arrivate: 2.310 in totale quelle ammissibili. Numeri che confermano il forte interesse in atto per l’Appennino. Un’inversione di tendenza da parte soprattutto dei giovani su cui può aver influito anche l’emergenza Covid, ma che più in generale rivela la ricerca di uno stile di vita più sostenibile.

Sui 341 interventi al momento finanziati, 17 sono nei comuni della provincia di Ravenna (10 a Brisighella e 7 a Casola Valsenio), per 502.061 euro di contributi regionali corrispondenti. Altre 99 le domande ammissibili arrivate dalla provincia di Ravenna, con appunto nuovi fondi in arrivo.

A Brisighella e Casola Valsenio sono stati finanziati 12 interventi di acquisto (che in regione sono il 49 percento del totale), 3 di ristrutturazione e 2 che prevedono un mix tra acquisto e recupero.

Tra gli obiettivi del bando anche quello di contrastare lo spopolamento dell’Appennino.  Per questo il bando prevede per tutti i beneficiari del contributo – sia coloro che già vivono in montagna che quanti intendono trasferirsi – l’obbligo della residenza nel comune montano per almeno cinque anni, residenza che va comunque presa entro sei mesi dalla sottoscrizione dell’atto di acquisto o dalla data di ultimazione dei lavori di recupero.

Il bando ha previsto contributi a fondo perduto da un minimo di 10 mila euro, a un massimo di 30 mila euro e comunque non superiori al 50% delle spese sostenute in caso di acquisto dell’immobile e, in caso di ristrutturazione, al 50% dell’importo lavori e alla somma non portata in detrazione fiscale.

Destinatari: nuclei famigliari in cui almeno uno dei componenti (ad esclusione dei figli) sia nato dopo il 1^ gennaio 1980 (età massima 40 anni) e abbia la residenza anagrafica in Emilia-Romagna o comunque svolga un’attività lavorativa esclusiva o principale nel territorio regionale. Tra i requisiti anche l’Isee inferiore a 50mila euro se relativo a un nucleo già formato, e fino a 60 mila per nuclei da formare.

Aperto il 15 settembre e chiuso il 30 ottobre il bando prevede che l’intervento sia concluso entro 9 mesi (in caso di acquisto dell’immobile) o di 24 mesi (in caso di recupero, con fine dei lavori).  Già alla fine di gennaio si aprirà la fase di rendicontazione e di successiva liquidazione dei contributi.

La diocesi attiva un servizio di tutela per i minori contro gli abusi

Un numero di telefono per segnalazioni di episodi subìti e un percorso di formazione «per costruire nelle nostre parrocchie una mentalità di rispetto per i più piccoli»

Servizio Tutela MinoriLa diocesi di Ravenna-Cervia riconosce l’esistenza di un rischio di abusi e violenze in ambito ecclesiale, spesso a sfondo sessuale, e mette in piedi un organismo interno per raccogliere segnalazioni e avviare un percorso di formazione per la prevenzione.

È il servizio tutela minori diocesano che sta muovendo i primi passi in queste settimane sotto la guida di Annalisa Marinoni: «Parlare di abuso, fenomeno complesso che secondo alcune ricerche più accreditate colpisce un bambino su cinque – spiega la referente che è anche medico e psicoterapeuta –, significa anche creare le condizioni perché i nostri ambienti siano luoghi sicuri e di costruire reti di collaborazione per diffondere una cultura del rispetto all’interno delle relazioni educative». Il nuovo Servizio è articolato in due diverse strutture con funzioni differenti.

Da un lato, il centro d’ascolto che ha l’obiettivo di accogliere le persone che desiderano raccontare eventuali abusi subiti in ambito ecclesiale, accompagnarle a una segnalazione o una denuncia o a richiedere un percorso di aiuto. A questo scopo è attivo un numero di cellulare il lunedì dalle 9 alle 11 e il giovedì dalle 15.30 alle 17.30 e un indirizzo email: 3516106091 e tutelaminori.ascolto@diocesiravennacervia.it.

Dall’altro, il coordinamento per la formazione è costituito da persone che, a partire da competenze professionali e formative, progetteranno percorsi e iniziative di informazione, formazione e prevenzione degli abusi negli ambienti ecclesiali: il rettore del seminario, una educatrice del centro di Salute mentale, un’operatrice della comunità progetto uomo del Ceis, la direttrice del settimanale Risveglio Duemila, un’assistente sociale. In gennaio partirà un corso per catechisti parrocchiali e un altro percorso dedicato ai giovani è stato programmato per i prossimi mesi. Per richiedere informazioni e/o attività di formazione il numero di riferimento è 338/7130143 e l’email tutelaminori.formazione@diocesiravennacervia.it.

«L’obiettivo è iniziare a costruire nelle nostre parrocchie e attività una cultura e una mentalità di tutela e rispetto per i più piccoli», ha spiegato l’arcivescovo Lorenzo Ghizzoni che è anche il presidente del Servizio nazionale della Cei. «Non mi sento come una paladina di diritti o di battaglie, mi sento piuttosto come qualcuno che cerca di prendersi cura delle ferite», ha spiegato Maria Teresa Fabbri, responsabile del centro d’ascolto. Fabbri è consulente famigliare iscritta all’Aiccef e ha un’esperienza di 27 anni nel Consultorio famigliare di via don Lolli.

Emilia-Romagna in zona gialla «la prossima settimana». Negozi aperti già domenica

Il Presidente Bonaccini su La7 auspica anche la riapertura delle scuole in dicembre

Bonaccini Web«Due settimane fa eravamo zona arancione i numeri dicono che possiamo tornare in zona gialla: presumo che ci andremo dalla prossima settimana. È importante ridurre i numeri dei decessi e terapia intensiva».

Lo ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, ospite di “Omnibus” su La7 che si aspetta, dai dati del monitoraggio una conferma (oggi, 27 novembre) della “zona arancione” per la sua regione, in vista di una modifica della collocazione fra sette giorni.

Da domenica, intanto, riapriranno i negozi. La Regione aveva infatti firmato, due settimane fa, un’ordinanza, d’intesa con Veneto e Friuli Venezia Giulia, per tenere chiusi tutti i negozi la domenica e quelli più grandi al sabato. «È probabile – ha detto – che quell’ordinanza un po’ la sfumiamo, oggi decideremo di riaprire i negozi la domenica. Cominciamo un po’ ad allentarla perché avevamo un Rt a 1,64 stiamo scendendo appena sopra l’1».

Bonaccini ha anche auspicato la riapertura delle scuole in presenza già a dicembre. «Di scuola si è parlato troppo poco, per me la scuola è anche socialità, relazioni e stiamo rischiando di non comprendere fino in fondo il prezzo che stiamo facendo pagare ai ragazzi. Se si dovesse decidere per i primi di gennaio è comunque tempo non lontano, ma non bisogna sottovalutare cosa significhi aver rinunciato alla didattica in presenza: il tema della scuola va messo come centrale. Visto che la capienza dei mezzi di trasporto sarà al 50%, sarà necessario organizzarsi con turni pomeridiani».  (fonte ANSA.it)

Cambia la raccolta rifiuti a Borgo Montone, Classe, Ponte Nuovo, Fornace e porto

Dal 30 novembre porta a porta misto o integrale per 6.200 utenze. Distribuiti i contenitori da utilizzare

PAP 2Cambia il sistema di raccolta dei rifiuti in alcune zone di Ravenna. A Borgo Montone, Classe e nella zona residenziale di Ponte Nuovo da lunedì 30 novembre parte il cosiddetto “porta a porta misto”: raccolta domiciliare di indifferenziato e organico in giorni e orari prestabiliti, conferimento di carta, plastica, vetro/lattine e sfalci nelle isole ecologiche di base (Ieb) che raggruppano cassonetti in strada.

Dalla stessa data nelle zone di Fornace Zarattini, Consar, Porto e zona artigianale di Ponte Nuovo si avvia invece il porta a porta integrale, con la raccolta domiciliare di tutte le tipologie di rifiuti (quindi indifferenziato, organico, carta/cartone, plastica, vetro/lattine).

La riorganizzazione del servizio ha l’obiettivo di aumentare la raccolta differenziata, per recuperare quantità sempre maggiori di materiali riciclabili, come organico, plastica, vetro, carta, che restano risorse preziose per l’ambiente. Attualmente nel territorio comunale di Ravenna la percentuale di raccolta è al 61 percento circa, e il Piano Regionale dei Rifiuti prevede di raggiungere il 70.

Le utenze interessate complessivamente da questi nuovi servizi sono circa 6.200, di cui un migliaio non domestiche. Nel mese di ottobre il personale incaricato da Hera ha consegnato a tutte le famiglie il kit standard (composto da contenitori e calendario) per fare la raccolta differenziata porta a porta, e alle attività e condomini sono stati consegnati i contenitori definiti in base alla tipologia di utenza e alle verifiche effettuate. In novembre sono stati organizzati anche alcuni infopoint per il ritiro diretto dei materiali. Chi non ne è ancora in possesso può ritirarlo in particolare alle stazioni ecologiche di Ravenna Nord, in via Albe Steiner, zona Bassette (aperta il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 8.30 alle 14.40, il martedì e giovedì dalle 11.30 alle 17.30, il sabato dalle 7.30 alle 19.30, la domenica dalle 9.30 alle 12.30) e Ravenna Sud, in via Don Carlo Sala (aperta il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 11.30 alle 17.30, il martedì e giovedì dalle 8.30 alle 14.30, il sabato dalle 7.30 alle 19.30, la domenica dalle 9.30 alle 12.30).

Per quanto riguarda l’indifferenziato verranno svuotati solo i contenitori distribuiti. Uno o più sacchi depositati in strada non saranno prelevati e verranno considerati a tutti gli effetti scarichi abusivi come da Regolamento Comunale. Per recuperare la maggiore quantità di materiali riciclabili, nel contenitore dei rifiuti indifferenziati va conferito solo ciò che rimane dopo aver separato bene tutti i rifiuti differenziabili.

Per eventuali richieste di chiarimenti sui nuovi servizi è sempre possibile contattare il numero verde dedicato gratuito 800.862.328 o scrivere alla mail differenziataravenna2021@gruppohera.it; agli stessi canali di contatto e alla stazione ecologica  è possibile richiedere contenitori dedicati, ad esempio per nuclei familiari numerosi o per esigenze particolari certificate.

«A Ravenna un allevamento di visoni: rischio sanitario, diffondono il coronavirus»

I manifesti dell’organizzazione Essere Animali, che chiede la chiusura definitiva

Manifesti visoni Essere AnimaliDopo i casi documentati di visoni con infezioni da coronavirus rilevati in diverse nazioni, anche in Italia, a Ravenna e negli altri comuni in cui sono situati questi allevamenti sono comparse decine di manifesti recanti la scritta “Rischio sanitario: in paese c’è un allevamento di visoni, il coronavirus mutato si diffonde dai visoni all’essere umano”.

«Non si tratta di una provocazione – commenta Simone Montuschi, presidente di Essere Animali, l’organizzazione che ha commissionato le affissioni – l’allevamento di visoni situato a San Marco di Ravenna non rappresenta solo una crudeltà nei confronti degli animali, ma è anche un problema per la salute pubblica. È necessario chiuderlo e vietare su tutto il territorio nazionale la produzione di pellicce».

«Abbiamo scritto a tutti i primi cittadini dei Comuni con allevamenti di visoni – continua Montuschi – per chiedere loro di fare pressione sul Governo affinché sia introdotto un divieto nazionale. Questa è l’unica vera rassicurazione che possono fornire alla popolazione. Infatti, la recente ordinanza del Ministero della Salute che sospende l’attività degli allevamenti fino a febbraio rinvia solo il problema, in quanto le riproduzioni dei visoni avvengono a marzo. Se saranno consentite, l’anno prossimo nasceranno 60.000 visoni che potranno infettarsi e trasmettere il virus agli esseri umani. Siamo curiosi di vedere quale istituzione autorizzerà un simile rischio».

Essere Animali chiede da tempo un divieto di allevamento di animali da pelliccia, obiettivo della campagna Visoni Liberi. Attraverso tre video indagini l’organizzazione ha documentato più volte le condizioni dei visoni negli allevamenti italiani, «filmando – si legge in una nota inviata alla stampa – animali feriti, con comportamenti stereotipati e una gestione degli allevamenti che inevitabilmente agevola la diffusione di un eventuale virus, essendo le gabbie disposte una a fianco all’altra, con i visoni rinchiusi a stretto contatto fra loro. 16 Paesi europei hanno vietato gli allevamenti da pelliccia, l’ultima in ordine di tempo l’Ungheria che, pur non avendo strutture attive, ha imposto un divieto per evitare che allevatori provenienti da nazioni che stanno vietando gli allevamenti possano insediarsi nel territorio magiaro».

Visoni positivi al coronavirus – ricorda Essere Animali – sono stati rilevati in allevamenti situati in Olanda, Danimarca, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Italia, Grecia, Francia, Polonia e Lituania, mentre sette Paesi segnalano infezioni da coronavirus con mutazioni legate al visone in esseri umani, in Olanda, Danimarca, Svizzera, Sud Africa, Russia, Stati Uniti e Isole Faroe.

A Ravenna non ci sono più centri diurni di accoglienza per senzatetto

Da marzo è chiuso quello di via Cavour. Maresi (Progetto Crescita): «Servono spazi in città e a costi bassi, speriamo nel 2021…»

PoveriA Ravenna al momento non c’è più un centro di accoglienza diurna a bassa soglia. Un luogo (in aggiunta ai dormitori) dove chi non ha una casa possa trovare rifugio, come lo era, fino allo scorso marzo “Tracce”, in via Cavour, vicino alla chiesa di San Domenico. Un luogo con servizi igienici, biblioteca, sala polifunzionale, postazioni internet, gestito dalla stessa cooperativa (La Casa, poi confluita in Progetto Crescita) che al momento si occupa di dormitorio e albergo sociale in via Torre.

Il referente, Fausto Maresi, ci conferma che “Tracce” è chiuso dall’inizio della pandemia. «Da marzo a maggio abbiamo però tenuto aperto il dormitorio tutto il giorno. Successivamente non siamo più riusciti ad aprire un centro diurno. Si tratta di un servizio con il Covid ad altissimo rischio. E la Curia, che è proprietaria dello stabile di via Cavour, aveva già deciso di riprendersi gradualmente gli spazi che ospitavano “Tracce”. Il tutto in maniera consensuale. Ora però c’è naturalmente grande difficoltà a reperire spazi adeguati per questo tipo di servizio. Servirebbero in città e a prezzi di affitto accessibili».

Anche il piccolo centro diurno della fondazione San Rocco, in piena epidemia, non è più attivo. «Stiamo valutando anche insieme ai Servizi sociali come procedere per risolvere la situazione, magari a partire già dall’anno nuovo», conclude Maresi.

«La morte di un uomo poco apprezzabile fa più notizia della violenza sulle donne»

Lo sfogo di Laura Pausini su Instagram per la copertura data dai media al decesso di Maradona e alle vittime di abusi nella giornata internazionale contro la violenza di genere

Laura Pausini critica la copertura mediatica della morte di Maradona«In Italia fa più notizia l’addio di un uomo sicuramente bravissimo a giocare al pallone, ma davvero poco apprezzabile per mille cose personali diventate pubbliche, piuttosto che l’addio a tante donne maltrattate, violentate, abusate». Così Laura Pausini, la celeberrima cantante di Solarolo, ha scritto su Instagram facendo un parallelismo tra la copertura mediatica della morte di Diego Armando Maradona e quella della violenza di genere. Lo sfogo dell’artista, particolarmente celebrata in Sudamerica, ha scatenato molte reazioni contrastanti.

L’accostamento è legato al fatto che il decesso del Pibe de Oro sia venuto il 25 novembre, giornata da tempo scelta per le campagne di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne.

Proprio in questa occasione la stessa Pausini aveva fatto un post sul tema: «Le nostre case, che stiamo vivendo tutti come unico posto sicuro, per molte donne ora possono essere il più pericoloso del mondo. È una paura che nessuna donna al mondo merita di provare e sapere che durante il lockdown il numero di donne vittime di violenza da parte dei loro conviventi sia aumentato, mi fa ancora più rabbia. Questa giornata serve per incoraggiare tutte le donne (ma anche amici e parenti che conoscono la situazione) a denunciare sempre qualsiasi atto di violenza, abuso o stalking. Mettiamo al primo posto noi stesse e il rispetto della nostra dignità e dei nostri valori. Diciamo stop alla violenza sulle donne! Fatevi sentire forte!».

I mosaici e i luoghi di Dante a Ravenna in tv nella puntata di Bellitalia su Rai 3

La trasmissione settimanale della Tgr in onda il 28 novembre alle 11. L’assessore al Turismo: «Quest’anno già venti produzioni televisive sono venute a Ravenna negli ultimi mesi in occasione del settecentenario dantesco»

Blub Dante RavennaLa trasmissione televisiva Bellitalia, in onda su Rai 3, dedica una puntata a Ravenna che sarà trasmessa alle 11 di sabato 28 novembre. Il programma condotto da Luana Mazza è l’appuntamento settimanale della Tgr dedicato ai beni culturali, ai musei e ai restauri, ma anche al paesaggio, ai centri urbani, alle tradizioni, a personaggi e curiosità collegati alla storia e alla cultura del Paese.

La redazione di Bellitalia ha scelto i luoghi danteschi e i mosaici dei monumenti Unesco di Ravenna per girare la puntata dedicata al Sommo Poeta nell’anno di apertura delle Celebrazioni dantesche.

«Grazie all’apertura delle celebrazioni dantesche e al prezioso lavoro svolto – dichiara l’assessore al Turismo Giacomo Costantini – quest’anno Ravenna ha visto un crescente aumento dell’interesse delle reti nazionali nei suoi confronti. Oltre al videoclip di Paolo Conte “Via con me” firmato da Stefano Salvati e presentato alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e alla seconda stagione di “Summertime” di Netflix, sono state circa venti le produzioni venute a Ravenna negli ultimi mesi, da Sky Arte a Linea Verde, da Cake Star di Real Time a La Divina Commedia Opera edition, da Enit Tokio a Florence TV, per cintarne solo alcune. Produzioni che hanno potuto contare sul nostro servizio turismo che già da qualche anno ha investito su figure professionali che si sono specializzate nell’accoglienza delle tv e delle produzioni video, supportandole in tutte le fasi di lavoro, dal primo contatto alla messa in onda, passando per la scelta delle location e il coordinamento logistico».

Covid-19: i nuovi contagi giornalieri sono 182. Altri quattro morti

L’andamento dell’epidemia in provincia di Ravenna

Il coronavirus contagia altre 182 persone in provincia di Ravenna oggi, 26 novembre. Quelli con sintomi sono 77. Il totale delle positività dall’inizio dell’epidemia è 7.287. La Regione comunica anche il decesso di quattro donne: una di 74 anni, due di 87 e una di 97. Il totale dei morti in provincia è quasi 180.

In Emilia-Romagna si sono registrati 2.157 casi in più rispetto a ieri, su un totale di 17.264 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi è del 12,5 percento. Dall’inizio dell’epidemia 114.855 casi di positività.

Sui 961 asintomatici, 469 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 78 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 5 con gli screening sierologici, 22 tramite i test pre-ricovero. Per 387 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.

Questi, dunque, i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Sceso in modo significativo il numero dei casi attivi, cioè dei malati effettivi: a oggi sono 71.472 (-1.052 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 68.535 (-977), il 95,8% del totale dei casi attivi.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 258 (+9 rispetto a ieri), in calo quelli in altri reparti Covid: 2.679 (-84). Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 16 a Piacenza (+4), 14 a Parma (+2), 33 a Reggio Emilia (+1), 65 a Modena (+2), 56 a Bologna (-1 rispetto a ieri), 6 a Imola (invariato), 22a Ferrara (+2),15 a Ravenna (+1), 4 a Forlì (invariato), 1 a Cesena (invariato) e 26 a Rimini (-2).

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