«A Ravenna un allevamento di visoni: rischio sanitario, diffondono il coronavirus»

I manifesti dell’organizzazione Essere Animali, che chiede la chiusura definitiva

Manifesti visoni Essere AnimaliDopo i casi documentati di visoni con infezioni da coronavirus rilevati in diverse nazioni, anche in Italia, a Ravenna e negli altri comuni in cui sono situati questi allevamenti sono comparse decine di manifesti recanti la scritta “Rischio sanitario: in paese c’è un allevamento di visoni, il coronavirus mutato si diffonde dai visoni all’essere umano”.

«Non si tratta di una provocazione – commenta Simone Montuschi, presidente di Essere Animali, l’organizzazione che ha commissionato le affissioni – l’allevamento di visoni situato a San Marco di Ravenna non rappresenta solo una crudeltà nei confronti degli animali, ma è anche un problema per la salute pubblica. È necessario chiuderlo e vietare su tutto il territorio nazionale la produzione di pellicce».

«Abbiamo scritto a tutti i primi cittadini dei Comuni con allevamenti di visoni – continua Montuschi – per chiedere loro di fare pressione sul Governo affinché sia introdotto un divieto nazionale. Questa è l’unica vera rassicurazione che possono fornire alla popolazione. Infatti, la recente ordinanza del Ministero della Salute che sospende l’attività degli allevamenti fino a febbraio rinvia solo il problema, in quanto le riproduzioni dei visoni avvengono a marzo. Se saranno consentite, l’anno prossimo nasceranno 60.000 visoni che potranno infettarsi e trasmettere il virus agli esseri umani. Siamo curiosi di vedere quale istituzione autorizzerà un simile rischio».

Essere Animali chiede da tempo un divieto di allevamento di animali da pelliccia, obiettivo della campagna Visoni Liberi. Attraverso tre video indagini l’organizzazione ha documentato più volte le condizioni dei visoni negli allevamenti italiani, «filmando – si legge in una nota inviata alla stampa – animali feriti, con comportamenti stereotipati e una gestione degli allevamenti che inevitabilmente agevola la diffusione di un eventuale virus, essendo le gabbie disposte una a fianco all’altra, con i visoni rinchiusi a stretto contatto fra loro. 16 Paesi europei hanno vietato gli allevamenti da pelliccia, l’ultima in ordine di tempo l’Ungheria che, pur non avendo strutture attive, ha imposto un divieto per evitare che allevatori provenienti da nazioni che stanno vietando gli allevamenti possano insediarsi nel territorio magiaro».

Visoni positivi al coronavirus – ricorda Essere Animali – sono stati rilevati in allevamenti situati in Olanda, Danimarca, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Italia, Grecia, Francia, Polonia e Lituania, mentre sette Paesi segnalano infezioni da coronavirus con mutazioni legate al visone in esseri umani, in Olanda, Danimarca, Svizzera, Sud Africa, Russia, Stati Uniti e Isole Faroe.

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