giovedì
11 Settembre 2025

L’Ausl: «Tutti gli educatori del mondo della scuola hanno diritto alla vaccinazione»

La precisazione dell’Azienda sanitaria. Somministrazione al via dal 1° marzo

10L’Ausl Romagna precisa, nell’ambito della vaccinazione del personale scolastico (che partirà con la somministrazione delle prime dosi il 1° marzo), che tutti gli educatori operanti nella scuola, a prescindere dal rapporto contrattuale instaurato (cooperative, Stato, pubbliche amministrazioni) hanno diritto alla somministrazione del vaccino.

Come da circolare Regionale, l’Ausl sottolinea che  gli aventi diritto alla vaccinazione del personale scolastico sono i seguenti: personale scolastico, cioè maestri, professori, educatori, operatori e collaboratori  delle scuole di ogni ordine e grado, pubbliche e private parificate, dei servizi educativi 0-3 anni e degli enti di formazione professionale della RER, di età compresa tra 18 e 65 anni, assistiti dal Servizio Sanitario Regionale che non abbiano contratto il virus negli ultimi 6 mesi, è escluso il personale di ditte di appalto (cucine, pulizie).

Infine l’Ausl ricorda che una volta  conclusa la campagna vaccinale al mondo della scuola, dell’educazione e della formazione si partirà con il personale delle Università. La scelta di posticipare il personale universitario deriva dal fatto che i dati epidemiologici evidenziano in maniera palese la presenza numerosa di contagi e focolai in ambito scolastico, fino al ciclo delle scuole superiori, maggiore rispetto a quello universitario.

Zona arancione scuro, le risposte a tutti i dubbi: passeggiate solo vicino a casa

Consentito lo shopping, vietato ricevere amici e andare al parco con i figli. I nonni possono spostarsi per accudire i nipoti in Dad

Photo Of Woman Wearing Pink Sports Shoes Walking 1556710In vista del passaggio in zona arancione scuro dell’intera provincia di Ravenna, pubblichiamo qui le risposte della Regione alle “domande frequenti”, le cosiddette “faq”.

Posso andare a far visita a parenti/amici?
No. Gli spostamenti sono vietati sia in entrata che in uscita dai territori dei comuni, nonché all’interno dei comuni stessi, ad eccezione di quelli motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. Quindi no, non è possibile, salvo le situazioni di necessità, come accudire o assistere un parente, amico o conoscente. Non sono consentiti nemmeno gli spostamenti verso le abitazioni private. Né sono consentiti gli spostamenti in altri comuni degli abitanti di quelli con popolazione non superiore a 5.000 abitanti.

Posso andare a fare shopping nei negozi? Se sì, in quali?
È possibile l’acquisto di beni, servizi e utilità, essendo le attività economiche consentite, così come avviene in zona arancione.

Posso fare una passeggiata con mio figlio?
È possibile svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie. In tale contesto, una passeggiata col figlio è possibile, in prossimità della propria abitazione.

Posso fare attività fisica? Se sì, dove?
Sono sospesi gli eventi e le competizioni organizzati dagli enti di promozione sportiva, così come l’attività sportiva svolta nei centri sportivi all’aperto. Resta consentito lo svolgimento di attività sportiva solo in forma individuale ed esclusivamente all’aperto.

Posso andare dal parrucchiere/estetista (nel mio comune e al di fuori)?
Sì, nel proprio comune. In un altro comune se il servizio non è presente nel proprio.

Gli spostamenti dei nonni che devono accudire i nipoti in DAD sono consentiti?
Sì, gli spostamenti per ragioni di cura sono sempre consentiti.

Posso uscire dal mio comune per ritirare l’asporto nel comune confinante, se quel tipo di esercizio non è presente nel mio comune?
Sì.

Posso spostarmi nel comune confinante per raggiungere un negozio/servizio non presente nel mio?
Sì, è possibile.

Posso andare nella mia seconda casa (anche dentro lo stesso comune)?
Sì, ma per ragioni di necessità (manutenzione, ecc.).

Posso ritirare colazione/caffè d’asporto?
Sono consentite le attività economiche, comprese quelle di servizio alla persona (parrucchiere, estetista, ecc.), permesse nelle zone arancioni del Paese. I bar possono fare attività da asporto dalle 5 alle 18.

Posso portare mio figlio al parco?
No, l’attività motoria è consentita solo in prossimità della propria abitazione

Gli atleti agonisti che devono partecipare  a manifestazioni di preminente interesse nazionale  riconosciute dal Coni possono continuare gli allenamenti?
Sì.

È consentito l’uso della bicicletta?
È possibile utilizzare la bicicletta per tutti gli spostamenti consentiti, nel rispetto della distanza di sicurezza di 1 metro. Dalle 5 alle 22 è anche possibile utilizzarla per svolgere attività motoria o sportiva all’aperto nel rispetto del distanziamento di 2 metri.
È inoltre consentito utilizzare la bicicletta per svolgere attività motoria all’aperto nella prossimità di casa propria, mantenendo la distanza interpersonale di almeno un metro, o per effettuare attività sportiva, mantenendo la distanza interpersonale di almeno due metri, non necessariamente in prossimità della propria abitazione.
Inoltre,  come specificato nelle FAQ della Presidenza del Consiglio dei ministri, è possibile sia in zona arancione che rossa, nello svolgimento di un’attività sportiva che comporti uno spostamento (per esempio la corsa o la bicicletta), entrare in un altro Comune, purché tale spostamento resti funzionale unicamente all’attività sportiva stessa e la destinazione finale coincida con il Comune di partenza.

Il centrodestra contro l’arancione scuro: «Bravo Zattini, a Forlì dati simili»

Lega e Pigna attaccano. «Ora ristori regionali e comunali e congedi parentali»

Polizia Controlli Covid Spiaggia 3Prime polemiche politiche sul passaggio in zona arancione scuro della Romagna, fatta eccezione per il distretto di Forlì. Ed è proprio l’esclusione di Forlì a spingere il parlamentare Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna, a fare i complimenti al sindaco di centrodestra Gian Luca Zattini, «che si è opposto alla decisione di Stefano Bonaccini di inasprire le misure inventandosi l’area arancione scuro».

«Un escamotage – continua Morrone – per lanciare un ulteriore messaggio negativo alla popolazione senza pagare dazio. Bonaccini ha cambiato ancora una volta idea in pochi giorni, dall’apertura serale dei ristoranti, dichiarata inseguendo Matteo Salvini, si è trasformato in un oltranzista delle chiusure, senza tuttavia basarsi su dati accertati, ma su possibili rischi e timori. Da chi è arrivato il suggerimento? Faccia nomi e cognomi, spieghi i motivi reali di questo provvedimento incomprensibile e diffonda numeri possibilmente verificabili della situazione. Credo che sia ormai chiaro che il buon governo dell’Emilia-Romagna è un bluff. Siamo in coprifuoco da ottobre, confinati nei comuni di residenza, l’economia è allo sfascio. Se oggi ci troviamo davvero nella situazione paventata da Bonaccini allora significa che è stato sbagliato tutto fin dall’inizio. Se i vaccini non ci sono la responsabilità è interamente dell’incapacità del Governo Conte bis. Chi ha sbagliato deve assumersene la responsabilità. Noi della Lega siamo per la sicurezza e la tutela dei nostri concittadini, ma non possiamo consentire che per ragioni confuse e poco chiare si imponga un nuovo giro di vite che esaspererà ancora di più aziende, attività, lavoratori e una comunità ormai stanca di proibizioni e limitazioni della libertà senza ragioni concrete».

Sulla stessa linea anche Veronica Verlicchi, consigliera comunale e candidata a sindaco della lista civica La Pigna, a Ravenna. «Il sindaco di Forlì, il civico Zattini, ha protetto studenti e famiglie della sua città, evitando loro gli enormi disagi dovuti dalla chiusura delle scuole, nonostante i dati simili rispetto agli altri distretti della Romagna», dice Verlicchi che poi chiede di prevedere nuovi ristori regionali e comunali e accelerare il piano delle vaccinazioni.

«Oggi, a 12 mesi di distanza dall’inizio dell’incubo pandemico – continua Verlicchi –, si chiede di nuovo alle famiglie di fare sacrifici forse oggi ancor più pesanti dell’inizio, chiudendo le scuole di ogni ordine e grado, con la sola eccezione di nidi e materne. Il tutto con gravi ed ed evidenti disagi. Eppure, la politica ricalca lo stesso metodo di inizio pandemia come se nulla fosse accaduto nel frattempo. Inconcepibile ed inaccettabile. Ci aspettiamo che il Presidente della nostra Regione così come il Sindaco di Ravenna in veste anche di Presidente della nostra Provincia, si attivino immediatamente per garantire ristori adeguati, congedi parentali, agevolazioni ed accelerazione delle vaccinazioni per consentire ai ravennati, così come a tutti i romagnoli di uscire al più presto da questo nuovo lockdown».

Per quanto riguarda i dati di Forlì, tirati in ballo sia dalla Lega che dalla Pigna, ecco il confronto con gli altri territori relativo all’ultima settimana (dal 20 al 27 febbraio compresi), sulla base degli aggiornamenti giornalieri inviati dalla Regione. In una settimana quindi, a Ravenna i nuovi contagi sono stati circa 1.300 in più (complessivamente, alle 12 del 27 febbraio, dall’inizio della pandemia erano 19.629), a Rimini circa 1.400 in più (24.536 dall’inizio della pandemia), a Cesena quasi mille in più (11.834 dall’inizio della pandemia) mentre a Forlì 700 in più (9.289 dall’inizio della pandemia). Dati che, se rapportati al numero dei residenti dei vari distretti (Forlì è il più piccolo, considerato che Cesena comprende anche il Rubicone, Ravenna naturalmente anche Faenza e Lugo e Rimini è insieme a Riccione), non sembrano così sproporzionati.

I ricoveri in terapia intensiva in una settimana sono invece aumentati di 4 a Ravenna (ora sono 6 in tutto, numero lontano da quota 20 superata non troppe settimane fa), di 3 a Rimini (totale a oggi 17), di 2 a Cesena (totale 8) e di 1 a Forlì (totale 3).

Omicidio Fabbri, l’ex marito diceva: «Le mando qualcuno a farle la festa»

E una donna testimonia: «Mi chiese: “Conosci qualcuno che possa fare del male a mia moglie?”»

Ilenia Fabbri Claudio Nanni 2«Conosci qualcuno che possa fare del male a mia moglie?». Secondo quanto riferito da una testimone agli inquirenti, è quanto nel 2019 le avrebbe chiesto Claudio Nanni, il 53enne indagato in concorso con persona ignota per l’omicidio della ex moglie Ilenia Fabbri, la 46enne trovata sgozzata il 6 febbraio nella sua casa di Faenza.

Come riportato dai quotidiani locali, la donna, sentita di recente nell’ambito delle indagini della polizia coordinate dal Pm Angela Scorza e all’epoca vicino al Nanni, durante un incontro con il 53enne, avrebbe raccolto dall’uomo uno sfogo sul contenzioso civilistico sul patrimonio coniugale con la ex moglie: «Mi vuole rovinare – il senso della parole che lui avrebbe pronunciato – mi chiede un sacco di soldi».
E poi: «Conosci qualcuno che possa fare del male a mia moglie?». La donna, a suo dire, avrebbe allora risposto con una frase di questo tipo: «Ma stai scherzando? Tu sei fuori».

Non è la sola testimonianza di questo tipo: poco dopo l’omicidio, un’altra donna, pure lei in passato legata all’indagato, ha riferito in commissariato che l’uomo un paio di volte, uscendo da incontri con l’avvocato civilista, si sarebbe lasciato andare a sfoghi contro la ex moglie: se continua così, prima o poi le mando qualcuno «a farle la festa», avrebbe detto.

Ci sono inoltre a verbale diverse altre testimonianze secondo le quali l’indagato, almeno dal 2018, direttamente o indirettamente, avrebbe minacciato la ex di morte. Sul punto, una persona di fiducia della defunta ha raccontato agli investigatori che poco prima dell’ultimo Natale, la 46enne le aveva confidato di avere paura perché si sentiva minacciata e di volere per questo fare testamento a favore della figlia Arianna. Al momento non risulta esserci alcun testamento. (ANSA.it).

Ufficiale: la provincia di Ravenna in zona “arancione scuro” a partire da martedì

Chiuse le scuole e i centri sportivi, vietati gli spostamenti anche all’interno del proprio comune

Classe Faenza DAD
L’iniziativa dei ragazzi di una scuola di Faenza che hanno lasciato le loro foto per i prof durante la Didattica a Distanza

Ora è ufficiale: da martedì, 2 marzo – e per due settimane – in tutto il territorio della provincia di Ravenna entrerà in zona “arancione scuro”.

Il provvedimento verrà estesa a tutti i comuni della Ausl Romagna, esclusi quelli del distretto di Forlì.

Il provvedimento – preso dopo una riunione tra i sindaci dei territori coinvolti e i vertici di Regione e Ausl – deriva dalle indicazioni medico-scientifiche che evidenziano una situazione di criticità, con l’andamento del contagio in costante crescita, anche fra i giovani e nelle scuole.

«Ancora una volta- affermano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini– accogliamo la richiesta di intervenire arrivata dalla sanità e condivisa coi territori. Insieme ai sindaci prendiamo una decisione difficile e sofferta, consapevoli tutti delle difficoltà e della stanchezza con sui sono alle prese da mesi attività economiche, famiglie, studenti, ma abbiamo il dovere di ascoltare le autorità sanitarie e fare tutto ciò che possiamo per fermare la ripresa del contagio, più veloce a causa di nuove varianti e ora in grado di colpire maggiormente anche giovani e giovanissimi. Siamo al lavoro col Governo per accelerare il più possibile la campagna vaccinale, per avere ristori veloci, anche in presenza di ordinanze regionali, e i congedi parentali, per non lasciare soli i genitori nel momento in cui si agisce sulla scuola. Tenere duro adesso, con molta probabilità vuol dire affrontare l’ultimo miglio e guardare ai prossimi mesi con maggiore fiducia. Facciamolo tutti, ancora una volta».

Quali sono le limitazioni

Restano consentite le attività economiche, comprese quelle di servizio alla persona, permesse nelle zone arancioni del Paese.

I datori di lavoro pubblici sono tenuti a limitare la presenza del personale nei luoghi di lavoro per assicurare esclusivamente le attività che ritengono indifferibili e che richiedono necessariamente la presenza fisica, anche in ragione della gestione dell’emergenza; il personale non in presenza presta la propria attività lavorativa in smart working.

Per quanto riguarda gli spostamenti, sono vietati sia nello stesso comune che verso comuni limitrofi. L’eccezione è per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità (come acquisto di beni) o motivi di salute.

Non si potrà quindi uscire dal proprio comune, anche se di popolazione inferiore a 5.000 abitanti (come ora previsto e disciplinato per le zone rosse dall’articolo 2 del Decreto legge numero 15 del 23 febbraio scorso): resta la possibilità di recarsi in quelli limitrofi, ma solo per particolari necessità, come ad esempio per l’acquisto di prodotti che nel proprio comune sono introvabili.

È esclusa anche la possibilità di effettuare visite a parenti e amici una volta al giorno, anche all’interno del proprio comune, o recarsi nelle seconde casesalvo situazioni di necessità.

Per la scuola, si stabilisce lo svolgimento in presenza delle sole attività dei Servizi educativi 0-3 anni e Scuole dell’Infanzia, mentre le attività didattiche per le scuole di ogni ordine e grado si svolgeranno a distanza al 100%. Resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, garantendo comunque il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata – come previsto anche dallo specifico decreto (7 agosto 2020) e successiva ordinanza (9 ottobre 2020) del Ministro dell’Istruzione.  Lezioni esclusivamente a distanza, sempre da martedì, anche per l’Università.

In ambito sportivo, sono sospesi gli eventi e le competizioni organizzati dagli enti di promozione sportiva, così come l’attività sportiva svolta nei centri sportivi all’aperto. Resta consentito lo svolgimento di attività sportiva solo in forma individuale ed esclusivamente all’aperto. Possibile svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie.

Infine, sono sospese le mostre e i servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura, ad eccezione delle biblioteche dove i relativi servizi sono offerti su prenotazione e degli archivi, fermo restando il rispetto delle misure di contenimento dell’emergenza epidemica.

Colpisce un 17enne con una bottiglia di vetro spaccata: arrestato un 21enne a Faenza

La vittima della lite se l’è cavata con 15 giorni di prognosi

Polizia VolanteLa polizia ha arrestato un 21enne moldavo per il reato di lesioni personali aggravate. È accusato di aver ferito con una bottiglia di vetro rotta un 17enne rumeno, che se l’è cavata con 15 giorni di prognosi.

Il ragazzo è stato trovato in terra, in corso Garibaldi a Faenza, con vistose ferite da taglio al volto e all’altezza dei reni. Testimoni hanno indicato ai poliziotti il presunto aggressore nelle vicinanze. Il 21enne, con precedenti penali, è stato dichiarato in arresto per il reato di lesioni personali aggravate.

Covid, nuovo balzo dei contagi: a Ravenna 303 nuovi casi in un giorno

 

A Ravenna superata la soglia dei 300 nuovi casi di positività al coronavirus in 24 ore. Sono i dati del bollettino regionale di oggi, 27 febbraio.

IL BOLLETTINO REGIONALE DEL 27 FEBBRAIO

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 258.007 casi di positività, 2.542 in più rispetto a ieri (di cui circa mille asintomatici), su un totale di 32.129 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 7,9%.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 1.047 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 206.815.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 40.671 (+1.463 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 38.279 (+1.373), il 94% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 32 nuovi decessi: 2 a Piacenza (2 donne, di 77 e 96 anni); 5 nella provincia di Parma (una donna di 77 anni e 4 uomini, due di 77 e altri due rispettivamente di 68 e 81 anni); 6 nel modenese (tutte donne, di 76, 89, 91, 92, 94 e 95 anni); 10 in provincia di Bologna (5 donne – rispettivamente di 68, 77, 80, 90 e 95 anni – e 5 uomini, di 48, 69, 72, 82 e 85 anni); 1 nell’imolese(un uomo di 59 anni); 4 in provincia di Ravenna (2 donne, di 80 e 82 anni, e due uomini di 78 e 96 anni); 2 in provincia di Forlì-Cesena (2 donne, di 74 e 84anni); due in provincia di Rimini (una donna di 91 anni e un uomo di 90). Nessun decesso nelle provincie di Reggio Emilia e Ferrara.

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 10.521.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 214 (+3 rispetto a ieri), 2.178 quelli negli altri reparti Covid (+87).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 8 a Piacenza (-2), 13 a Parma (invariato), 16 a Reggio Emilia (-2), 46 a Modena (+2), 56 a Bologna (+4), 19 a Imola (+1), 22 a Ferrara (invariato), 6 a Ravenna (numero inviato rispetto a ieri), 3 a Forlì (invariato), 8 a Cesena (invariato) e 17 a Rimini (invariato).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi:19.965 a Piacenza (+110 rispetto a ieri, di cui 51 sintomatici), 17.704 a Parma (+151, di cui 70 sintomatici), 32.929 a Reggio Emilia (+247, di cui 146 sintomatici), 45.090 a Modena (+497, di cui 357 sintomatici), 52.586 a Bologna (+541, di cui 306 sintomatici), 9.024 casi a Imola (+82, di cui 55 sintomatici), 14.922 a Ferrara (+125, di cui 28 sintomatici), 19.629 a Ravenna (+303, di cui 188 sintomatici), 9.788 a Forlì (+84, di cui 68 sintomatici), 11.834 a Cesena (+164, di cui 110 sintomatici) e 24.536 a Rimini (+238, di cui 141 sintomatici).

«Un campus universitario nell’ex zuccherificio di Massa Lombarda»

La proposta dell’Amministrazione, nell’ambito del progetto di recupero e rigenerazione dello storico edificio

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Il sindaco Daniele Bassi davanti all’ex zuccherificio di Massa Lombarda

Prosegue l’impegno dell’Amministrazione comunale per il recupero dell’area dell’ex Zuccherificio a Massa Lombarda. Nei giorni scorso si è svolto in videoconferenza un consiglio comunale informale alla presenza degli architetti Maria Cristina Garavelli e Lara Bissi di Officina Meme, che si occupano del progetto di riqualificazione.

Durante l’incontro è stato illustrato il percorso per il recupero della struttura, che terrà sempre conto della sua storia e della tradizione di uno dei migliori esempi di archeologia industriale della regione, risalente ai primi anni del ’900. L’intervento, all’interno del Piano Operativo Comunale, prevede il recupero, il restauro e la rigenerazione degli immobili grazie a un progetto che potrà restituire alla città un’area che è parte importante della sua storia e allo stesso tempo offrire importanti stimoli, spazi e occasioni di ulteriore crescita.

«Prosegue costantemente il dialogo tra l’Amministrazione comunale, la proprietà della struttura Syngenta e i potenziali investitori – spiega il sindaco Daniele Bassi – per la riqualificazione dell’area dell’ex Zuccherificio, vasto spazio a ridosso del centro storico che merita di essere recuperato. Le idee in campo per restituire questo luogo alla comunità sono tante. Tra le proposte portate avanti dall’Amministrazione comunale c’è la possibilità di realizzare al suo interno un campus universitario dedicato al laboratorio di ricerca per le eccellenze produttive del territorio. Questo permetterebbe di sviluppare la ricerca in ambito agroalimentare e green per valorizzare le peculiarità non solo di Massa Lombarda ma di tutta la Bassa Romagna. Inoltre, una parte dell’ex Zuccherificio potrebbe essere utilizzata come sede della Polizia Locale e della Protezione civile, assumendo così anche una valenza di guardiania di quegli spazi. Noi continueremo a portare avanti il nostro ruolo per la promozione e facilitazione dell’operazione, ma determinante sarà la presenza di investitori interessati, insieme a Syngenta, a concludere l’operazione».

Allevamenti di visoni chiusi per tutto il 2021: «Così sono sospese le riproduzioni»

La capogruppo in Regione del Movimento 5 Stelle soddisfatta dell’ordinanza del ministro Speranza che coinvolge anche la struttura di Ravenna

Gli animalisti all'allevamento dei visoni di San Marco«La chiusura per tutto il 2021 degli allevamenti di visoni è un’ottima notizia e va nella direzione che qualche mese fa avevo proposto anche in Emilia-Romagna. Adesso che è chiaro che queste strutture, oltre ad essere un concentrato di crudeltà verso gli animali, sono anche un rischio per la salute pubblica, non resta che chiuderli definitivamente e per sempre».

È questo il commento di Silvia Piccinini, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, dopo che il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato l’ordinanza che prolunga la sospensione degli allevamenti di visoni in Italia per tutto il 2021, tra i quali ci sono anche le due strutture emiliano-romagnole a Galeata e a Ravenna.

«Questo stop significa che le riproduzioni, che avrebbero dovuto iniziare nelle prossime settimane, saranno sospese almeno fino alla prossima primavera – aggiunge Silvia Piccinini – In questo modo si risparmierà la morte a circa 35 mila capi che sarebbero dovuti nascere per poi essere uccisi dopo pochi mesi. Averlo evitato è un’ottima notizia che deve rappresentare il primo passo per la chiusura definitiva di queste strutture così come auspicato anche dalla Regione rispondendo proprio a un mio question time in aula qualche mese fa. Un obiettivo che sono convinta, anche grazie all’impegno e alla mobilitazione dei cittadini e delle associazioni animaliste, potremo raggiungere presto», conclude la capogruppo regionale M5S.

In regione vaccinato 1 anziano su 4. Da lunedì via alle prenotazioni per gli over 80

Molte modalità disponibili: bastano i dati anagrafici oppure il codice fiscale

CAMPAGNA VACCINALE PALA DE ANDRE' RAVENNAIn Emilia-Romagna, da Piacenza a Rimini, sono quasi 84mila (di cui 23mila in Romagna) gli anziani già vaccinati contro il Covid-19, tra degenti delle Rsa, assistiti a domicilio e over 85enni. Un numero che colloca la regione in testa a livello nazionale, con il 25 percento di coperture già effettuate.

E adesso è la volta degli ottantenni e oltre, quindi i nati tra il 1937 e il 1941, che da lunedì 1^ marzo potranno iniziare a prenotarsi, con le prime vaccinazioni che partiranno già il giorno successivo, martedì 2.

Molte le modalità disponibili: recandosi agli sportelli dei Centri Unici di Prenotazione (Cup), o nelle farmacie che effettuano prenotazioni Cup; online attraverso il Fascicolo Sanitario Elettronico (Fse), l’App ER Salute, il CupWeb (www.cupweb.it); oppure telefonando ai numeri previsti nella Usl di appartenenza per la prenotazione telefonica (per la provincia di Ravenna 800 002 255, da lunedì a venerdì, dalle 7.30 alle 19; sabato dalle 7.30 alle 13.30).

Non serve la prescrizione medica: bastano i dati anagrafici – nome, cognome, data e comune di nascita – o, in alternativa, il codice fiscale. All’atto della prenotazione, al cittadino saranno comunicati la data, il luogo dove recarsi e tutte le ulteriori informazioni necessarie.

Palpeggiava in auto l’allieva 13enne: allenatore condannato a 3 anni e 6 mesi

Succedeva durante i viaggi tra palestra e casa. L’uomo condannato anche a versare 20mila euro alla famiglia

1517513465643.jpg Marsala Palpeggia Ragazzina Condannato AvvocatoUn istruttore ravennate di arti marziali è stato condannato a 3 anni e 6 mesi di reclusione per violenza sessuale aggravata nei confronti di una delle sue allieve, all’epoca dei fatti (oltre 4 anni fa) poco più che 13enne.

L’allenatore è stato condannato anche a versare provvisionali per 20mila euro alla famiglia ed è stato temporaneamente interdetto dai pubblici uffici (non potrà quindi allenare in scuole e palestre).

La notizia è riportata dai due quotidiani in edicola oggi, 27 febbraio.

La condanna di ieri pomeriggio ha certificato il racconto della ragazza che all’epoca si era confidata con la madre. Ne era seguita un’indagine della Squadra Mobile: in estrema sintesi, l’allenatore avrebbe preteso dei baci e palpeggiato più volte la ragazza, in auto, durante il tragitto dalla palestra alla casa della minorenne. Era stata la stessa famiglia a chiedere all’istruttore il favore di accompagnare la 13enne a casa dopo gli allenamenti.

L’ultimo episodio, quello più grave e che ha portato poi alla denuncia, avrebbe visto l’allenatore fermarsi con il proprio furgone in un luogo isolato in piena campagna e palpeggiare pesantemente la 13enne, togliendole il reggiseno.

«Impatto devastante della pandemia sulla musica»: il grido di dolore dei live club

Dal Rock Planet: «Davamo da lavorare a 300 persone all’anno, ci hanno azzerato». Dal Bronson: «Hanno colpito cultura, sport e intrattenimento: ora servono ammortizzatori»

Marlene Bronson
Il Bronson sold out per un concerto dei Marlene Kuntz

Il grido d’allarme lanciato dai live club è diventato in queste settimane un hashtag e una campagna a tappeto per ricordare a tutti di supportare un settore fermo da ormai un anno. “#ultimoconcerto” è l’iniziativa lanciata e promossa anche con un sito internet che mette in risalto una mappa di punti interrogativi che costellano l’intero Stivale. Sono gli oltre 120 live club aderenti che si domandano “Ci sarà un ultimo concerto? O c’è già stato?”. La campagna sottolinea l’importanza delle attività legate alla musica dal vivo.

Ogni anno sono coinvolte oltre 7 milioni di persone a livello nazionale contando soltanto le presenze che partecipano agli eventi in club e festival e fornisce lavoro a circa 30mila professionisti.

Per supportare la causa, oggi (sabato 27 febbraio) alle 21 oltre 50 artisti suoneranno dal vivo (e in diretta streaming) in tutta Italia con lo scopo di attirare l’attenzione sullo stato di salute del settore. Ad aderire alla campagna in provincia di Ravenna è il Rock Planet di Pinarella di Cervia, che ha preferito però non ospitare alcun concerto il 27 febbraio. «Anche perché lo streaming non c’entra niente con la musica live, preferisco non partecipare, pur aderendo all’iniziativa», ci dice al telefono il titolare della società, Marco Trioschi.

«Nell’ultimo anno tutto è stato praticamente azzerato – continua Trioschi, rispondendo alle nostre domande – i ristori non rappresentano nulla a fronte del giro d’affari di un’azienda come la nostra, che in un anno normale con due locali (oltre al Rock Planet gestisce anche il vicino King, ndr) dà da lavorare a 300 persone e organizza oltre 50 concerti». Spiragli per la ripartenza? «Stiamo lavorando per cercare di fare un’estate dignitosa, qualcosa per agosto si sta già muovendo tra i promoter, ma i grandi eventi ripartiranno con tutta probabilità solo da settembre…».

L’altro live club in provincia (che non aderisce però all’iniziativa) è il Bronson di Madonna dell’Albero. Abbiamo parlato della situazione attuale con il direttore Christopher Angiolini. «L’impatto della pandemia sulla musica dal vivo è stato devastante – attacca -. Dopo un anno si può tranquillamente dire che molti protagonisti della filiera si sono trovati di fronte a un ostacolo insormontabile e si sono visti costretti a reinventarsi, trovando anche altri lavori; difficile valutare se si tratterà di una parentesi o di una scelta definitiva, considerando che il settore non godeva di ottima salute nemmeno prima. Per quanto riguarda il Bronson, siamo chiusi da un anno, per cui non si può nemmeno parlare di calo di fatturato, stiamo parlando di un anno di inattività di un ramo d’azienda, per il quale nonostante i numerosi proclami mediatici non è arrivato alcun ristoro dopo quello di aprile, in un sistema come al solito labirintico e kafkiano come quello italiano».

Secondo Angiolini, la scelta di fermare il comparto, pandemia a parte, è stata presa scientemente. «Credo – continua – che ad un certo punto con il secondo lockdown di ottobre si sia deciso di individuare categorie e attività “sacrificabili”. Non è un caso che ci siano cadute in pieno cultura, sport e intrattenimento. Anche l’idea del coprifuoco la ritengo socialmente molto pericolosa». E la ripartenza? «I protocolli per ripartire esistono già, però serviranno anche ristori e ammortizzatori adeguati per questi settori fortemente penalizzati che altrimenti non avranno le forze per rimettersi in moto. Per quanto riguarda i concerti tutti si augurano un ritorno alla normalità, ma ad oggi è davvero impossibile definire un orizzonte temporale»

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