sabato
23 Agosto 2025

C’è la pandemia ma è sabato: via Cavour piena, non si rinuncia alle vasche in centro

La via dello shopping a Ravenna non risente degli inviti delle autorità a limitare gli spostamenti. Mascherine sul viso quasi per tutti

L’ultimo Dpcm vieta espressamente di circolare dalle 22 alle 5, il cosiddetto coprifuoco, e per le altre 17 ore «raccomanda fortemente» di muoversi solo per motivi di compravata necessità. Sta di fatto che oggi pomeriggio, 7 novembre, via Cavour a Ravenna – la strada per eccellenza dello struscio del sabato pomeriggio per gli amanti delle vasche in centro – è un fiume di gente a passeggio come dimostrano queste foto inviateci da un lettore. Va detto che molti hanno la mascherina, ma quella forte raccomandazione a non muoversi pare non aver dato effetti.

Covid in provincia: 133 nuovi casi, 3 morti e un ricovero in più in rianimazione

Negli ultimi trenta giorni più della metà del totale di contagi diagnosticati in otto mesi di pandemia nel Ravennate

Foto DonazioneIl conto totale dei contagi sale di 133 casi e arriva a 3.910, altri tre morti e diventano 13 i decessi in novembre, un ricoverato in più in terapia intensiva: è la sintesi della giornata odierna, 7 novembre, per quanto riguarda la pandemia da Covid-19 in provincia di Ravenna, nell’ottavo mese di diffusione del coronavirus denominato Sars-Cov-2.

Il numero di contagi diagnosticati oggi è sensibilmente superiore agli 82 di ieri ma circa la metà dei 225 del giorno precedente: per comprendere i dati va specificato che si tratta di sbalzi collegati a ritardi e intasamenti del laboratorio dell’Ausl che analizza i tamponi. Vale la pena però un dato: negli ultimi trenta giorni si sono registrati più di duemila casi in provincia, cioè più della metà di tutti quelli individuati da fine febbraio in poi (quasi 1.700 sono guariti).

Come al solito ampliamo lo sguardo alla dimensione regionale. Dall’inizio dell’epidemia da coronavirus in Emilia-Romagna si sono registrati 69.049 casi di positività, 2.009 in più rispetto a ieri, su un totale di 20.218 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti è oggi del 9,9 percento. Complessivamente, tra i nuovi positivi 268 persone erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone e 362 sono state individuate nell’ambito di focolai già noti. L’età media dei nuovi positivi di oggi è 45,1 anni.  Su 942 asintomatici, 283 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 62 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 9 con gli screening sierologici, 11 tramite i test pre-ricovero. Per 577 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 188 (+11 rispetto a ieri), 1.723 quelli in altri reparti Covid (+50).  Sul territorio, le  persone ricoverate in terapia intensiva sono così distribuite: 10 a Piacenza (+2 rispetto a ieri), 17 a Parma (-1), 17 a Reggio Emilia (+3), 31 a Modena (stabili rispetto a ieri), 62 a Bologna (+1), 5 a Imola (+1), 12 a Ferrara (+1 da ieri), 9 a Ravenna (+1), 3 a Forlì (-1 rispetto a ieri), 6 a Cesena (+4) e 16 a Rimini (invariati).

Scatta il coprifuoco e la vista di una pattuglia dei vigili fa andare tutti a casa

Alle 22 il centro della città di Baracca è già deserto, c’è solo un barista che chiude il locale che faceva asporto: «Almeno passo più tempo con la famiglia»

Quando scatta il coprifuoco c’è già il deserto da un po’ in centro a Lugo. Parliamoci chiaro: alle dieci di sera di un venerdì di inizio novembre non avreste trovate folle sotto l’Ala di Baracca in ogni caso, con o senza divieto di circolare. Ma ora ci sono una pandemia e un Dpcm in più a tenere in casa la gente.

Gli ultimi sotto alle logge del Pavaglione, poco prima dell’ora X, sono tre uomini che stanno chiacchierando con il titolare del bar Jolly mentre spazza fra i tavoli. Passa un conoscente e lo ammoniscono con simpatia: «Mancano tre minuti, cosa fai qua?». Risate. Poi la luce blu della camionetta della polizia locale illumina la corte mentre passa a passo d’uomo ed è sufficiente per disperdere il gruppetto. «Io sono anche senza mascherina, meglio che vada», dice uno. Sì, meglio. Anche se i vigili non scendono: farsi vedere è un messaggio sufficiente come prima sera.

Al barista restano gli ultimi lavoretti. Dalle 18 fa solo asporto: «Spritz e stuzzichini in scatole di cartone per chi vuole farsi l’aperitivo a casa. Lo stanno chiedendo in tanti. Oppure chi può ha anticipato i tempi: alle 16 arriva e invece della merenda prende un drink». Dopo cena il bar è aperto per chi ha voglia di un caffè: «Lo metto nei bicchieri di plastica e lo possono portare via, se lo bevono passeggiando spero non vengano multati». Lui guarda al coprifuoco dal lato positivo: «Passo più tempo con la famiglia ma non siamo costretti alla chiusura e qualche incasso lo facciamo. Serve un mese per avere un po’ di respiro a Natale altrimenti salta tutto».

Si fanno le 22.30 e non c’è più nessuno. Le uniche anime vive vanno di passo svelto e hanno l’aria di gente che ha voglia di andare a casa. Del resto, vallo a trovare un modo per tirare tardi in una Lugo spettrale senza locali aperti.

Benzoni aderisce a Italia Viva ma resta anche nella lista civica di Ancisi

Nel consiglio territoriale Ravenna Sud è capogruppo di Lpr all’opposizione e si iscrive al partito di Renzi che governa la città

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Da sinistra Gianluca Benzoni e Roberto Fagnani

Al tempo stesso con una lista civica di opposizione e con un partito di maggioranza. È la condizione raggiunta a Ravenna da Gianluca Benzoni che ha deciso di aderire a Italia Viva, la formazione politica di Matteo Renzi che fa parte del governo di centrosinistra locale (il coordinatore provinciale Roberto Fagnani è assessore), senza lasciare il ruolo di consigliere territoriale per Lista per Ravenna (Lpr), la storica lista civica fondata dal decano dell’opposizione Alvaro Ancisi.

Benzoni, da tempo esponente di Lpr, fa sapere di aver aderito a Iv di cui «condivido le impostazioni politiche e programmatiche innovative a servizio del governo del Paese, ispirate al progresso sociale». E così spiega il mantenimento del suo ruolo nella lista civica nella circoscrizione Ravenna Sud: «La lista civica per Ravenna è un libero movimento senza tessere e senza iscrizioni e non un partito, il cui statuto consente a ciascun attivista di militare in una formazione politica, fermo restando l’impegno a sostenerne le attività e le posizioni espresse sul piano civico per il buon governo della comunità ravennate e a difesa dei suoi cittadini».

Nei giorni scorsi Nicola Grandi aveva lasciato del tutto Lpr per fondare una lista civica.

Prima notte di coprifuoco, controlli in strada: multate 10 persone senza mascherina

Arrestato un giovane per spaccio: aveva 11 grammi di hashish suddivisi in dosi

Nella prima notte di coprifuoco tra il 6 e il 7 novembre, con il divieto di circolazione dalle 22 alle 5 introdotto da un Dpcm per contrastare la diffusioe del coronavirus, a Ravenna sono state sanzionate dieci persone dalla polizia locale impegnata nei controlli sul rispetto delle disposizioni: si tratta di dieci persone che non indsossavano la mascherina.

La polizia locale di Ravenna ha svolto in generale attività di prevenzione contro gli assembramenti con l’ausilio dell’unità cinofila della guardia di finanza, in alcune zone e vie della città segnalate per la presenza di persone e di presunte attività di spaccio. Sono state controllate piazzetta dell’Esarcato (nelle immediate vicinanze del Museo Arcivescovile e della Basilica di San Vitale), piazza Baracca e vie limitrofe. Fra i giovani controllati, due sono state le violazioni in materia di sostanze stupefacenti per detenzione per uso personale (hashish) e l’arresto in flagranza di un diciottenne per detenzione ai fini di spaccio di 11,54 grammi di hashish, già pronti in dosi per essere ceduta che teneva occultata addosso. Durante l’accertamento è stata anche rinvenuta e sequestrata una bilancina di precisione. Stamattina, durante l’udienza, il giudice ha convalidato l’arresto concedendo i termini a difesa.

«Maria Cecilia e San Pier Damiano tardano a pagare le nuove spettanze ai lavoratori»

I sindacati criticano Gvm, gruppo proprietario dei due ospedali privati a Cotignola e Faenza: si tratta delle voci introdotte in busta paga con il rinnovo contrattuale atteso da 14 anni

San Pier Damiano HospitalI sindacati Cgil, Cisl e Uil lamentano che gli ospedali privati Maria Cecilia di Cotignola e San Pier Damiano di Faenza tardano ad applicare le nuove disposizioni contrattuali previste dal contratto collettivo nazionale per la sanita privata rinnovato l’8 ottobre scorso dopo quattordici anni di attesa.

In particolare con gli stipendi in pagamento a novembre doveva essere messo a regime l’aumento contrattuale, corrisposti gli arretrati e liquidata una tantum risarcitoria di mille euro a favore dei dipendenti. A fronte di diversi incontri sollecitati dai sindacati, la proprietà delle cliniche avrebbe fornito versioni sempre diverse sui tempi di liquidazione delle spettanze. «È inaccettabile – scrivono i rappresentanti dei lavoratori in una nota congiunta – se si pensa ai 14 anni trascorsi e al fatto che i contenuti economici erano stati oggetto di intesa già dal 25 giugno».

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Il reparto di terapia intensiva del Maria Cecilia di Cotignola, ospedale privato convenzionato con il sistema sanitario

La proprietà di entrambe le strutture è la stessa: l’azienda Gvm fondata da Ettore Sansavini, un colosso della sanità privata da oltre 700 milioni di fatturato, di cui oltre 500 in Italia dove è presente anche con altre cliniche oltre alle due in provincia di Ravenna.

«Questi datori di lavoro – scrivono Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl – intendono svolgere un importante ruolo attraverso l’accreditamento con il sistema sanitario nazionale, salvo poi dimenticarsi di rispettare gli impegni, come sembrano essersi volatilizzate le parole del presidente regionale Aiop, dirigente di alto livello del Gruppo Villa Maria, il quale rivendicava, solo un mese fa, dinanzi all’assessore alla salute dell’Emilia-Romagna il risultato raggiunto a favore del personale dipendente».

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Il Maria Cecilia di Cotignola è uno dei 7 ospedali in Emilia-Romagna del gruppo Gvm (in tutto 28 in Italia)

Le tre sigle di categoria annunciano che «nel caso perdurino volontà e forme strumentali tese a rallentare il percorso di applicazione del nuovo ccnl della sanità privata» valuteranno il coinvolgimento dei livelli istituzionali. «In questo caso – concludono i sindacati – quando si parla di imprenditoria privata si è al cospetto di importanti risorse pubbliche che devono servire a garantire i migliori servizi ai cittadini e i diritti dei lavoratori e non semplicemente ad accumulare utili».

Calcio: un positivo nel Ravenna, partita rinviata di 5 ore in attesa di nuovi test

È un membro del gruppo squadra che conta circa 40 persone. La gara con il Matelica spostata alle 20.30 del 7 novembre

B98A3429C’è un caso di positività al Covid-19 nel Ravenna che milita nella serie C di calcio e la partita contro il Matelica a Macerata, valida per il nono turno di campionato, prevista per le 15 di oggi, 7 novembre, è stata posticipata alle 20.30 in attesa dei referti dell’ultimo giro di tamponi, come previsto dai protocolli per il calcio professionistico.

La positività, comunicata dalla società giallorossa senza rendere noto l’identità, riguarda un membro del gruppo squadra, in totale 40 persone tra calciatori, allenatori, accompagnatori e dirigenti più stretti che vengono sottoposti a tampone ogni quattro giorni con una spesa mensile di circa 9mila euro.

Il positivo, emerso dai tamponi fatti il 5 novembre, è asintomatico ed è già in isolamento fiduciario come previsto dalle vigenti disposizioni delle autorità sanitarie. L’intero gruppo squadra in mattinata è stato sottoposto ad una nuova tornata di test molecolari al fine di verificare l’eventuale presenza di ulteriori casi di positività.

Nei giorni scorsi il coronavirus si era insinuato tra le fila della Porto Robur Costa: nella squadra di volley erano stati individuati sette positivi poi saliti a otto con il rinvio della partita a data da destinarsi.

La Ravenna deserta, la prima sera di coprifuoco – FOTO

Massimo rispetto del nuovo decreto da parte dei cittadini. In centro solo polizia, giornalisti e metro notte…

Ravenna si presenta deserta, alle 22.30 di un venerdì sera d’autunno. Il 6 novembre però non è un giorno come gli altri, ma il primo di “coprifuoco” imposto (dalle 22 alle 5) da decreto.

A una decina di giorni dalla chiusura anticipata di bar, ristoranti e locali (costretti ad abbassare le serrande alle 18 dal precedente Dpcm anti Covid) certo non è però una sorpresa non trovare anima viva in strada. A rompere il silenzio solo alcune auto che tornano probabilmente verso casa.

Tra le vie pedonali del centro, invece, solo alcuni giornalisti, i fotografi dei quotidiani, un vigilante notturno, una Volante della polizia. Un rider in bicicletta, un altro ragazzo con una pizza ritirata con qualche minuto di ritardo da un locale take away.

Anche in darsena, la nuova passerella che l’aveva parzialmente rianimata è desolatamente spenta. E gli unici rumori sono quelli che arrivano dalla stazione.

Tornando a casa incontriamo un’ultima persona, un uomo con due cani al guinzaglio. «Perché, non funziona come con il lockdown? La passeggiata con i cani non si può fare?».

Ravenna, vandalizzata l’auto di un’infermiera nel parcheggio dell’ospedale

Il sindaco: «Ancora più grave in questo momento. Grazie alla Cna che si è offerta di farsi carico della riparazione»

FinestrinoUn’infermiera del reparto di Malattie Infettive del Santa Maria delle Croci ha subìto un atto vandalico al finestrino della sua auto, nel parcheggio dell’ospedale di Ravenna.

L’episodio risale a qualche giorno fa ed è reso pubblico dal sindaco Michele de Pascale: «Il fatto è già molto grave in sé – commenta su Facebook –, ma lo è ancora di più se a subirlo è una delle persone che in questo momento sono in prima linea e lottano per tutti noi in questa difficile battaglia contro il virus».

Il sindaco rende noto poi che «la Cna si è offerta di farsi carico della riparazione del finestrino rotto e voglio ringraziarli di cuore per questo bel gesto che in questa contingenza ha un valore ancora più importante».

In casa aveva munizioni e un fucile calibro 12: arrestato 60enne

L’arma aveva la matricola abrasata. Tutto sequestrato dalla polizia

Fucile Polizia Lugo
Il fucile e le munizioni sequestrati

La polizia ha arrestato un 60enne calabrese, residente nel Lughese, per “detenzione di arma alterata e clandestina” e “illecita detenzione di munizioni”.

Gli agenti hanno infatti trovato nella sua abitazione un fucile calibro 12 con canna mozzata e con la matricola (obbligatoria) abrasa.

All’interno della casa i poliziotti hanno anche rinvenuto diverse munizioni calibro 12, diverse cartucce per pistola calibro 6,35 e alcuni munizioni per fucile Flobert.

Tutto è stato sequestrato e l’uomo è stato portato in commissariato e dichiarato in arresto. In attesa dell’udienza in tribunale, il 60enne è agli arresti domiciliari.

Ubriaco al volante, viene arrestato tre anni dopo: quattro mesi di domiciliari

Gli investigatori della Squadra Mobile a casa di un 65enne fermato nel 2017

EtilometroLa polizia ha arrestato un 65enne residente a Ravenna per il reato di guida in stato di ebbrezza.

Nel 2017 era risultato positivo all’alcol test mentre si trovata alla guida del proprio veicolo. Per tale episodio è stato condannato alla pena della reclusione a quattro mesi in ragione della quale ieri (6 novembre di tre anni dopo), il Tribunale di Sorveglianza di Bologna ha disposto la sua carcerazione che è stata eseguita dagli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Ravenna.

Dopo le formalità di legge, per l’uomo sono stati disposti 4 mesi di arresti domiciliari.

Covid, al via la distribuzione dei tamponi antigenici: risultati entro 15 minuti

In totale sono oltre 1,8 milioni. Saranno utilizzati in scuole, luoghi di lavoro e strutture socio-sanitarie

42 Virus010920 Covid Mascherina Tampone Tamponi 02Sapere se si è positivi al Covid-19 in un quarto d’ora dall’effettuazione del tampone. La lotta al Coronavirus in Emilia-Romagna può contare su un nuovo strumento: è iniziata, e sarà terminata per la maggior parte della dotazione entro la fine della prossima settimana, la distribuzione di quasi un milione di tamponi antigenici rapidi, capaci di fornire un risultato in circa 15 minuti. Ed è solo il primo lotto di una fornitura complessiva che si avvicina ai 2 milioni di test.

L’obiettivo è riuscire a circoscrivere, e quindi contenere, in maniera ancora più efficace e veloce la diffusione del contagio: tra gli usi previsti ci saranno i controlli sui contatti stretti dei positivi per la chiusura, dopo 10 giorni, della quarantena, gli screening a scuola in caso di una positività, i controlli sui pazienti che accedono ai Pronto soccorso; e ancora, nelle strutture sociosanitarie come le Cra, per lo screening periodico di operatori e ospiti e per i visitatori, oltre che per indagini epidemiologiche sulle categorie professionali o le fasce d’età più a rischio. Inoltre, per i test sui viaggiatori in arrivo all’aeroporto Marconi di Bologna

Anche il Patto per il lavoro sarà coinvolto in questa grande campagna di controllo: 250.000 tamponi rapidi saranno infatti forniti ai datori di lavoro sottoscrittori dell’accordo con la Regione, che avranno la possibilità di far svolgere il test a proprio carico, per quanto riguarda le spese di esecuzione, nelle strutture sanitarie accreditate.

«Continuiamo a rafforzare con tutti gli strumenti possibili la strategia di contrasto al virus, per prevenire e circoscrivere la diffusione, e individuare e isolare i nuovi contagi con la massima tempestività – sottolineano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e Raffaele Donini, assessore regionale alle Politiche per la salute –. Oggi mettiamo in campo quasi 2 milioni di tamponi, un numero che supera il totale di test di questo genere effettuati finora da inizio pandemia. Un’accelerazione ulteriore dell’indagine epidemiologica che ci permetterà di aumentare ancora la sicurezza nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nelle strutture sociosanitarie. Uno sforzo, quello di potenziare la capacità di indagine e di fare controlli, che ci permetterà di aumentare ulteriormente la sicurezza in tanti luoghi vitali per l’intera comunità regionale».

Il pacchetto di tamponi rapidi
Sono due i canali di approvvigionamento dei tamponi rapidi che saranno distribuiti in Emilia-Romagna, in totale 1.865.550: 44.880 sono forniti dalla struttura commissariale nazionale – di cui 19.200 arrivati a inizio novembre e 25.600 in arrivo -, i restanti 1.820.750 sono il frutto della gara che la Regione Emilia-Romagna ha indetto insieme alla Regione Veneto; di questi, 970.000 sono già in distribuzione.

La prima fornitura di tamponi garantita dal Governo è stata suddivisa in maniera omogenea tra le 8 Aziende sanitarie, che ne hanno ricevuti 2.400 ciascuna; i test ottenuti tramite gara saranno invece assegnati sui territori secondo una ripartizione che tiene conto della popolazione residente e dei diversi fabbisogni.

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