giovedì
21 Agosto 2025

Covid, 32 ricoveri in un giorno in regione. A Ravenna 11 nuovi casi

 

Undici nuovi casi di coronavirus a Ravenna nelle ultime 24 ore, di cui 7 asintomatici. In 4 casi si tratta di pazienti sporadici individuati perché avevano manifestato sintomi, di cui 1 di rientro dall’estero (Francia); 5 sono stati rintracciati in quanto contatti con caso certo – di cui 4 famigliari – e 2 pazienti sono stati individuati con il test pre ricovero.

Si tratta dei dati del bollettino regionale aggiornati alle 12 di oggi, 12 ottobre.

In Emilia-Romagna si sono registrati 337 casi in più rispetto a ieri, di cui 132 asintomatici.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 42,5 anni.

I tamponi effettuati sono 6.660, per un totale di 1.297.651. A questi si aggiungono anche 2.092 test sierologici.

I casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 6.673 (324 in più di quelli registrati ieri).

Purtroppo, si registra un nuovo decesso in provincia di Bologna. Il numero totale sale dunque a 4.496.

Le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 6.364 (+292 rispetto a ieri), oltre il 95% dei casi attivi. Sono 25 i pazienti in terapia intensiva (+2 rispetto a ieri)e 284 (+30) quelli ricoverati negli altri reparti Covid.

Le persone complessivamente guarite salgono a 26.849 (+12 rispetto a ieri): 7 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 26.842 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Questi i nuovi casi di positività sul territorio, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 5.409 a Piacenza (+44, di cui 22 sintomatici), 4.537 a Parma (+25, di cui 15 sintomatici), 6.087 a Reggio Emilia (+25, di cui 18 sintomatici), 5.301 a Modena (+56, di cui 35 sintomatici), 6.824 a Bologna (+68, di cui 35 sintomatici); 618 casi a Imola (+4, di cui 3 sintomatici), 1.596 a Ferrara (+15, di cui 8 sintomatici); 1.920 a Ravenna (+11, di cui 4 sintomatici), 1.604 a Forlì (+33,  di cui 24 sintomatici), 1.253 a Cesena (+22 di cui 16 sintomatici) e 2.869 a Rimini (+34, di cui 25 sintomatici).

Il sindacato della polizia locale attacca il sindaco dopo lo scontro con i vigili

Il primo cittadino di Massa Lombarda, Daniele Bassi, è intervenuto nella chat dei vigili con toni accesi dopo una multa perché alla guida senza cintura. Il Sulpl chiede che rinuncio alle deleghe Sicurezza e Polizia municipale nell’Unione. Anche la Lega chiede un passo indietro

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La giunta del Comune di Massa Lombarda nominata nel 2014 dal sindaco Daniele Bassi (al centro)

La giunta dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna dovrebbe revocare le deleghe Sicurezza e Polizia municipale a Daniele Bassi, sindaco di Massa Lombarda e vicepresidente dell’Unione, o dovrebbe essere Bassi stesso a dimettersi dalla posizione. La richiesta arriva dalla segreteria provinciale del Sulpl, il sindacato unitario lavoratori polizia locale, per i messaggi inviati da Bassi nella chat di gruppo dei vigili urbani di Massa dopo che gli stessi lo avevano multato perché trovato al volante senza cintura di sicurezza. L’episodio in questione si verificò in agosto.

«Bassi ha scatenato le sue ire contro gli operatori stessi – si legge in una nota firmata da Sergio Menegatti, coordinatore provinciale del Sulpl –, prima a mezzo di una chat interna del presidio del Comune del quale è amministratore lasciandosi andare ad affermazioni poco felici, poi anche inveendo e mettendo in difficoltà altri operatori di polizia locale che svolgevano un normale controllo sul territorio massese nei giorni seguenti all’episodio. Il primo dei cittadini dovrebbe essere l’esempio di correttezza e non agire contro i propri dipendenti quando svolgono correttamente il proprio lavoro».

Sulla vicenda prende posizione anche la Lega. Il capogruppo nel consiglio dell’Unione, Enrico Zini, stigmatizza quanto appreso a mezzo stampa sugli strascichi della vicenda: «Bassi tratta il presidio di polizia municipale come una sua proprietà ricorrendo al fortunatamente ormai desueto “lei non sa chi sono io”». Zini fa riferimento alla pubblicazione di alcuni passaggi della chat sul Giornale di Massa: «Questa chat ci risulta essere una chat di servizio riservata agli agenti, come ce ne sono per ogni presidio, ma quella di Massa ci risulta essere l’unica in cui un sindaco si sia fatto inserire con un’inopportuna incursione della politica, prima che della persona». Anche Zini chiede un passo indietro di Bassi.

In merito alla nota stampa del Sulpl, a distanza di 24 ore è arrivata una precisazione del primo cittadino massese: «Sono convinto che la volontà di qualcuno di denigrare me e il mio ruolo di amministratore vada a inficiare soprattutto il lavoro che quotidianamente il nostro corpo unico di polizia locale compie sul territorio. Non aggiungo nient’altro in merito a tutto questo, in attesa e nel rispetto degli sviluppi delle denunce per diffamazione, anche verso chi scrive o ha scritto sui social». E in effetti Bassi non fa chiarezza nel merito della contestazione del sindacato e del Carroccio. Il sindaco però aggiunge che «invece di minacciare un coinvolgimento della prefettura, il Sulpl doveva chiedersi se la stessa non ne fosse già a conoscenza. Il prefetto è da tempo informato e aggiornato sia da me che dalla comandante della polizia locale della Bassa Romagna».

Manutenzione straordinaria alla torre acquedotto, 9 ore di possibili disagi in casa

L’intervento non  programmato alla centrale pensile partirà alle 3 del 13 ottobre: l’acqua nelle abitazioni resterà potabile

Alfonsine Torre AcquedottoHera effettuerà un intervento straordinario di manutenzione sulla torre acquedotto di Alfonsine per circa 9 ore a partire dalle 3 di martedì 13 ottobre. Si tratta di lavori non programmati e finalizzati a ripristinare la piena funzionalità dell’impiantistica presente all’interno della torre pensile: in tutta la rete idrica del comune di Alfonsine potranno verificarsi alcune irregolarità temporanee nella fornitura dell’acqua (brevi interruzioni nell’erogazione, abbassamento della pressione e alterazione del colore), di cui resta comunque confermata la potabilità dal punto di vista chimico e batteriologico.

Coloro che hanno comunicato a Hera il proprio numero al momento della sottoscrizione del contratto acqua usufruiranno del servizio di preavviso gratuito con sms sul cellulare. Il servizio è fornito ai clienti che ne facciano richiesta: per attivare il servizio sms o cambiare i propri riferimenti, accedere al sito www.gruppohera.it/clienti/casa/casa_acqua.

L’azienda si scusa con la propria clientela per i disagi eventualmente arrecati e assicura di contenere al minimo i tempi dei lavori, ricordando che in caso di urgenza (segnalazione guasti, rotture, emergenze varie) è gratuito e attivo 24 ore su 24, sette giorni su sette il numero di pronto intervento Hera 800.713.900 per i servizi acqua, fognature e depurazione.

Vivere con un’auto elettrica: «In un anno ho risparmiato 2.500 euro rispetto al Gpl»

Antonio Lazzari è impegnato sui temi ambientali da anni e ha scelto un veicolo che fa il pieno attaccando la spina: «In famiglia abbiamo solo quella. Decine di app per pianificare i viaggi lunghi: mentre mangio un panino faccio la ricarica». E poi tanti vantaggi: accesso alla Ztl e sosta gratis sulle strisce blu

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Antonio Lazzari fa il pieno alla sua auto elettrica

Numeri alla mano, tutto compreso, considerando anche il finanziamento per l’acquisto, a parità di condizioni, il risparmio è stato di 2.500 euro in un anno rispetto alla sua vecchia auto a Gpl. Anche se non è il risparmio ad aver fatto scegliere ad Antonio Lazzari un’auto elettrica. Con oltre vent’anni di esperienza tecnica su temi ambientali (dall’impatto atmosferico alle fonti rinnovabili), oggi impegnato nell’ambito del marketing e della comunicazione “green”, Lazzari ci spiega come si vive a Ravenna con un’auto elettrica.

«Innanzitutto va detto che qui possiamo ritenerci molto fortunati: ci sono tante colonnine a pagamento, oltre a servizi gratuiti messi a disposizione da centri commerciali o dal Comune stesso, dal permesso per accedere al centro storico ai parcheggi totalmente gratuiti (così come, ci spiega, non si paga il bollo per i primi anni mentre il costo dell’assicurazione è decisamente ridotto, ndr)».

Lazzari ha un’auto elettrica da un anno e mezzo e ha percorso ormai 40mila chilometri. «Inizialmente doveva essere la seconda auto in famiglia, ora abbiamo solo questa, e ce la litighiamo. Mai avuto un problema. Viaggio prevalentemente per lavoro, dalla Lombardia al Sud Italia e riesco a muovermi abbastanza bene. Un po’ come succedeva nei primi anni del metano. Serve semplicemente una guida per poter pianificare il viaggio, esistono decine di app con indicazioni e consigli utili, che tengono conto di traffico, salite, discese, km percorsi. Nel nord Italia i problemi sono limitatissimi, al sud qualcuno se ne potrebbe creare per mancanza di infrastrutture».

121222105 10222113518339640 2418913459379533105 OIn quanto tempo si effettua una ricarica? «Tradizionalmente a casa si va dalle 8 ore in su, alle colonnine, invece, in quelle più all’avanguardia si può fare in un quarto d’ora. Ma il ragionamento è sbagliato: mica dobbiamo ricaricare tutto in una volta, mica con la benzina si fa solo il pieno, no? Io per esempio faccio continui “rabbocchi”, mi fermo per un panino e ricarico l’auto».

Perché allora le auto elettriche non sono così diffuse? «Il mercato da due anni a questa parte è decisamente maturo ma ancora ragioniamo con la testa della mobilità endotermica: “quanti km fai?”, “ma sei sicuro?”, “e se rimani a piedi?”. In più le colonnine non sono così visibili, c’è forse la percezione che manchi una rete di supporto adeguata. E poi il tasto dolente sono i concessionari e le case automobilistiche. Qui spesso si fa molta disinformazione, probabilmente per ordini dall’alto. Io ho fatto fatica a trovare persone competenti in questo ambito».

Ciclicamente spuntano però anche ricerche che dimostrerebbero come in fondo le auto elettriche non inquinerebbero così tanto meno di quelle a benzina… «Spesso sono articoli finanziati da società che gravitano nell’orbita della case automobilistiche, nel disperato tentativo di salvare il diesel. La realtà è che l’auto elettrica, considerando tutto il suo ciclo di vita, è largamente meno impattante. A partire dal fatto che più o meno il 40 percento della sua ricarica è prodotto da energia verde. Poi ha una componentistica limitatissima, il motore praticamente non esiste. Il confronto non c’è neppure».

Telefonate a tremila anziani per quattro chiacchiere contro la solitudine

L’iniziativa portata avanti dalle magliette gialle, gli adolescenti volontari del Comune di Ravenna: 400 persone over 70 hanno partecipato raccontando come hanno vissuto il lockdown

19 06 14 Magliette Gialle 1Sono stati circa tremila gli anziani residenti nel comune di Ravenna raggiunti al telefono nelle ultime settimane da 25 adolescenti, che hanno partecipato al progetto di volontariato e cittadinanza attiva del Comune noto come magliette gialle, sentendosi chiedere “Come stai?”. Si è trattato di contattare per 13 settimane persone over 70 per chiedere come avessero vissuto il periodo di lockdown nella scorsa primavera e fare loro un po’ di compagnia. L’iniziativa nota come “Lavori in Comune” è alla nona edizione ed è rivolta a studenti delle scuole superiori tra 14 e 19 anni di età.

Nonostante molte persone si siano schermite di fronte a telefonate inattese, in tanti, più di 400, hanno particolarmente gradito l’iniziativa, dilungandosi nel dialogo con i loro giovani interlocutori. Anche fra le persone che non hanno voluto proseguire la conversazione, non sono comunque mancate parole di ringraziamento per la bella iniziativa. La finalità del progetto è stata quello di offrire una sorta di compagnia a distanza da parte delle magliette gialle, per via telefonica, alle persone più anziane, che hanno sperimentato forse in maniera più severa di altri l’isolamento e la solitudine, derivanti dalle misure necessarie per fronteggiare la diffusione dell’epidemia.

Le persone contattate dai giovani volontari e volontarie sono state invitate a fare “quattro chiacchiere”, a raccontare di sé, di come hanno vissuto il periodo di lockdown, se si trovavano sole, se hanno avuto paura, se hanno avuto bisogno di ricorrere al servizio di Pronto Farmaco o della spesa a domicilio o a qualche altro servizio di comunità.

Le telefonate sono state effettuate da tre sedi decentrate del Comune di Ravenna (gli uffici di via Berlinguer, via Maggiore e di San Pietro in Vincoli). «Le ragazze e i ragazzi che hanno partecipato al laboratorio – si legge nella nota divulgata dal Comune – durante le telefonate hanno dimostrato una gran serietà, sensibilità e delicatezza, e hanno sempre mantenuto un comportamento esemplare, anche quando sono state un po’ strapazzate da interlocutori diffidenti».

Il Comune ringrazia i 25 volontari, 12 ragazzi e 13 ragazze, che hanno dedicato una settimana del loro tempo «a favore di una fascia di popolazione sicuramente più bisognosa di sentire la vicinanza di una voce amica». Un grazie sentito anche ai Servizi sociali e alle associazioni di Volontariato che hanno fornito materiale utile per realizzare il progetto.

Passa il Giro d’Italia: chiude la Reale, da Savio fino a Conselice

Venerdì 16 ottobre dalle 10 fino alle 13

Giro Italia 2Venerdì 16 ottobre il Giro d’Italia parte da Cervia, in direzione Monselice, per la 13esima tappa.

Sono tante le modifiche alla viabilità, con la carovana rosa che da Cervia lambirà Classe e Ravenna per poi dirigersi verso il lughese e poi il ferrarese.

In particolare, segnaliamo l’impattante chiusura della statale 16 Adriatica, cosiddetta “Reale”, a partire dalle 10, da Savio fino a Conventello e poi ad Alfonsine, Bagnacavallo, Lugo e Conselice. Verranno creati varchi per attraversare i centri abitati.

La polizia locale invita dunque a programmare per tempo ed eventualmente anticipare gli spostamenti. La riapertura si prevede dopo le 13.

Don Ciotti ha inaugurato nuovi beni confiscati alle mafie: «Grazie a Ravenna»

Il presidente di Libera ha anche letto Dante alla Tomba. Le foto

«I beni confiscati alle mafie restituiti alla comunità sono realtà a viso aperto, non come la criminalità organizzata che si nasconde. Grazie a voi amici di Ravenna che avete saputo, in questi spazi, dare speranza a molte persone». Don Luigi Ciotti, presidente dell’associazione Libera Contro le Mafie, ha inaugurato nel pomeriggio di sabato tre immobili assegnati al Comune di Ravenna dall’Agenzia per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.

Si tratta di “Casa di mezzo” a Mezzano, dove sono accolte famiglie e persone in situazione di emergenza abitativa, e degli uffici di Ravenna in via Le Corbusier, ai numeri 33 e 39, che ospitano diverse associazioni. Progetti da tempo seguiti dall’assessora ai servizi sociali, Valentina Morigi.

Don Ciotti ha concluso la sua visita in serata, accompagnato dall’assessora Ouidad Bakkali, leggendo davanti alla Tomba di Dante una cantico dal III canto dell’Inferno accogliendo l’invito del sindaco Michele de Pascale alla lettura perpetua “L’ora che volge il disìo”.

Covid, 8 nuovi contagi a Ravenna. In regione 20 ricoverati in più in un giorno

 

Otto nuovi contagi in provincia di Ravenna, di cui quattro asintomatici. 7 in isolamento domiciliare e 1 ricoverato. E nel dettaglio: 5 da contatto con altri casi certi di cui 3 famigliari e 1 avvenuto fuori provincia; 1 rientrato da fuori provincia; 2 individuati per sintomi.

Il bollettino regionale dell’11 ottobre. Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 37.681 casi di positività, 384 in più rispetto a ieri, di cui 171 asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 43,8 anni.

I tamponi effettuati ieri sono 8.660, per un totale di 1.290.991. A questi si aggiungono anche 2.080 test sierologici.

I casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 6.349 (373 in più di quelli registrati ieri).

Purtroppo, si registra un nuovo decesso in provincia di Parma. Il numero totale sale dunque a 4.495.

Le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 6.072 (+353 rispetto a ieri), circa il 95% dei casi attivi. Sono 23 i pazienti in terapia intensiva (+7 rispetto a ieri)e 254 (+13) quelli ricoverati negli altri reparti Covid.

Le persone complessivamente guarite salgono a 26.837 (+10 rispetto a ieri): 7 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 26.830 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Questi i nuovi casi di positività sul territorio, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 5.365 a Piacenza (+47, di cui 20 sintomatici), 4.512 a Parma (+31, di cui 9 sintomatici), 6.062 a Reggio Emilia (+37, di cui 30 sintomatici), 5.245 a Modena (+54, di cui 31 sintomatici), 6.756 a Bologna (+73, di cui 44 sintomatici); 614 casi a Imola (+8, di cui 3 sintomatico), 1.581 a Ferrara (+28, di cui 9 sintomatici); 1.909 a Ravenna (+8, di cui 4 sintomatici), 1.571 a Forlì (+35,  di cui 22 sintomatici), 1.231 a Cesena (+16 di cui 7 sintomatici) e 2.835 a Rimini (+47, di cui 34 sintomatici).

Con il Covid, tutti a comprare bici: «Le richieste sono aumentate del 400 percento»

La testimonianza del negozio Sambi: «Il bonus del Governo ha favorito le vendite, ma ci sono anche tante difficoltà negli ordini a causa del lockdown in Cina»

Bici«Senza esagerare, credo di poter dire che abbiamo assistito, dopo il lockdown, a un aumento delle richieste del 400 percento rispetto agli anni scorsi». Il fenomeno, d’altronde, era visibile fin quasi a occhio nudo e la conferma arriva da Susi Sambi, tra i titolari del noto negozio di biciclette di Ravenna. Che come tutti gli altri in Italia ha potuto beneficiare degli effetti del bonus mobilità che prevede un contributo fino al 60 percento della spesa sostenuta per l’acquisto di biciclette, anche a pedalata assistita e veicoli elettrici (monopattini in particolare). Contributo che dovrebbe finalmente arrivare a partire dal 3 novembre, ora che il decreto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, con una serie di mesi di ritardo.

«L’incremento delle vendite sicuramente c’è stato – continua Sambi – e noi in questo periodo abbiamo registrato tanti clienti anche da fuori Ravenna, perfino da Milano. Il problema infatti, per molti, è stato quello della difficoltà di reperire diversi modelli. Dipendiamo dalla Cina per gran parte della componentistica, in questo settore, e il lockdown ha provocato rallentamenti molto grandi che hanno messo in difficoltà le imprese produttrici e di conseguenza i negozi. Noi siamo riusciti a sopperire grazie al fatto che non abbiamo esclusive, ma tanti fornitori».

Chi, in particolare, in questo periodo ha comprato bici? «Tutti, anziani, giovani e giovanissimi. I genitori in particolare piuttosto che mandare i figli in autobus, in questo periodo in cui dobbiamo restare distanti, hanno comprato loro una bici. Magari, dal forese, anche a pedalata assistita».

Ecco, le bici elettriche, un comparto in crescita. «La richiesta, in proporzione, per le elettriche è stata ancora maggiore, anche se in numeri assoluti non c’è naturalmente paragone. I ravennati ancora preferiscono pedalare, diciamo…».

Per il futuro, dal 3 novembre il bonus dovrebbe essere prorogato, ma rivolto direttamente ai negozi, che potranno così effettuare sconti ai clienti (un po’ come funziona il bonus vacanze) e Sambi si dice pronta a sfruttare anche questa possibilità. Anche se sul futuro pesano altre incognite: «Già oggi la disponibilità per il mercato è scarsa, in caso di nuovi lockdown temo che sarà molto complicato poter rispondere a tutte le richieste dei clienti».

Monopattini, il comandante dei vigili: «Ecco tutte le regole da rispettare»

Dall’età al casco. «Ma il vero problema è la velocità»

Monopattino ElettricoSu qualunque pista ciclabile ma mai sul marciapiede, sulle strade urbane che hanno limite di velocità a 50 km orari, nelle zone pedonali, una sola persona a bordo che abbia almeno 14 anni, obbligatori il casco per i minorenni e la pettorina fluorescente per tutti dopo il tramonto, velocità massima consentita 25 km orari (6 nelle zone pedonali), assicurazione non obbligatoria.

È la sintesi della regole per l’utilizzo dei monopattini elettrici in Italia.

«Le norme sono chiare – commenta Andrea Giacomini, comandante della polizia locale a Ravenna –, ma siamo un popolo che non le rispetta per la bicicletta, figuriamoci per il monopattino».

Attualmente i miniscooter a batteria per la legge italiana sono equiparati alle biciclette. La decisione è frutto di un intervento del Governo dopo il tentativo fallito di affidare ai Comuni la promozione di questi veicoli per la mobilità sostenibile. «Un anno fa l’Esecutivo aveva dato ai Comuni la possiblità di introdurre regolamenti per la sperimentazione di monopattini, overboard e segway. Si sono mossi in pochi, tra cui Cesena per citare un caso vicino, e a quel punto il Governo ha dato una spinta: il monopattino elettrico e solo quello è stato equiparato alle bici e quindi i regolamenti non servivano più».

Ma se in alcune parti del mondo l’utilizzo della bici avviene con un ligio rispetto delle regole, non è lo stesso alle latitudini italiane: «Non si è mai arrivati a una educazione stradale per chi si muove sui pedali. Molto spesso il ciclista si sente come se stesse facendo un gesto eroico perché non inquina e per questo pensa di meritare una immunità. Ma non è così».

Le sanzioni per chi usa il monopattino possono essere da 50 o 100 euro (ridotte rispettivamente a 35 e 70 se pagate entro cinque giorni). Le più gravi sono la circolazione su strade extraurbane, la mancanza delle luci, età inferiore a 14 anni. Multe più leggere se non si usa il casco, se si viaggia in due, se si va sul marciapiede, se si traina un altro veicolo, se non si segnala la svolta con il braccio. Finora la Municipale di Ravenna ne ha staccate 42 da metà agosto in poi: 25 per minorenni senza casco, 17 per due persone a bordo.

«Ma la vera questione è la velocità – lamenta Giacomini –. Parliamo di mezzi che di fabbrica possono arrivare ai 40 orari ma già esistono elaborazioni che li spingono fino a 80- 90. Hanno una doppia limitazione a 25 o 6 km/h a seconda del luogo, ma le usano in pochi». Soprattutto quella più bassa per le zone pedonali: «Sei orari significa accodarsi ai pedoni. È una velocità rispettata da pochi: qualche giorno fa ho visto una ragazza farlo e stavo per fermarla per chiederle di farci un selfie e premiarla».

Anche in virtù di questo, il consiglio del comandante dei vigili urbani è di dotarsi di una copertura assicurativa: «Non è obbligatorio ma immaginiamo cosa può succedere investendo una persona a 40 orari».

In futuro però anche la polizia locale potrebbe dotarsi di questi mezzi: «Non è da escludere, soprattutto per i servizi di pattugliamento al mare o nei centri, potrebbero essere mezzi comodi». Così come si tiene monitorato l’andamento della situazione per valutare interventi normativi locali: «I Comuni potrebbero ridurre gli orari di circolazione o altre llimitazioni»

Temporali e vento, l’allerta è gialla fino alla mezzanotte di lunedì

In tutta la provincia di Ravenna

Maltempo TemporaleDalle 12 di oggi, domenica 11 ottobre, alla mezzanotte di domani, lunedì 12, è attiva in tutto il territorio della provincia di Ravenna l’allerta meteo numero 85, per criticità idrogeologica e temporali, emessa dall’Agenzia regionale di protezione civile e da Arpae Emilia Romagna. L’allerta è gialla.

E contestualmente è in vigore anche un’allerta gialla per meteo, in tutta la provincia tranne che nei comuni di Brisighella, Casola Valsenio e Riolo Terme.

Le istituzioni raccomandano di mettere in atto le opportune misure di autoprotezione, fra le quali, in questo caso: «prestare particolare attenzione allo stato dei corsi d’acqua ed evitare di accedere ai capanni presenti lungo gli stessi (se si allaga la golena il capanno deve essere evacuato); prestare attenzione alle strade eventualmente allagate e non accedere ai sottopassi nel caso li si trovi allagati; fissare gli oggetti sensibili agli effetti della pioggia, della grandine e del vento o suscettibili di essere danneggiati».

«Il Moro di Venezia verrà spostato in testa al canale Candiano. E illuminato»

L’atteso annuncio dell’Autorità Portuale, che realizzerà una struttura in acciaio e vetro per contenerlo

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Un’immagine di come si presenterà la darsena una volta spostato il Moro

Il Moro di Venezia III, dal 2008 di proprietà dell’Autorità Portuale di Ravenna e dal 2013 collocato in un invaso, all’interno dell’area della sede dell’Autorità stessa, sarà presto spostato in testa al Canale Candiano. Lo annuncia in una nota lo stesso ente.

Il Moro III primo campione mondiale della classe Coppa America e poi barca “lepre” delle imbarcazioni di Raul Gardini che gareggiarono nelle acque di San Diego nel 1992, divenuto simbolo di Ravenna, del suo porto e di tutte le vocazioni veliche e legate all’acqua presenti sul territorio, resta dunque in Darsena di città in posizione centrale rispetto al canale.

Il progetto cui l’Autorità di Sistema Portuale sta lavorando, al momento prevede che il Moro resti nel proprio invaso e sia collocato al centro della testa del Canale dove sarà possibile ammirarlo 365 giorni all’anno, 24 ore su 24.

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Un’immagine di come si presenterà la darsena una volta spostato il Moro

Naturalmente, essendo la nuova posizione molto più “esposta” rispetto all’attuale collocazione, attorno al  Moro sarà realizzata dall’Autorità di Sistema Portuale una struttura, da porre alla sua base, in acciaio e vetro ad alta resistenza, «la cui scelta tipologica si sta condividendo con il Comune di Ravenna». Sarà poi installato un impianto anti-intrusione e un sistema di video-sorveglianza, in modo tale da  garantire la massima sicurezza sia delle persone che dell’imbarcazione.

«Si provvederà poi anche ad illuminare in maniera adeguata e suggestiva il Moro – continua la nota dell’Autorità Portuale –, nel segno di una valorizzazione di ciò che ha rappresentato in passato e che ancora oggi rappresenta: l’espressione delle eccellenze sportive e tecnico progettuali che da sempre caratterizzano il nostro territorio».

«Lo spostamento dell’imbarcazione e della struttura metallica che la sostiene, dall’attuale collocazione avverrà via terra, grazie all’intervento della Compagnia Portuale che con propri mezzi e professionalità “regalerà” alla città questa impegnativa operazione, contribuendo così anch’essa a ridisegnare un pezzetto di questa area, oggetto di interventi destinati a farne risaltare l’unicità quale punto di incontro tra tessuto urbano ed ambito portuale, dove il mare si insinua sino quasi ad arrivare a lambire il centro storico della città».

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