Interrogazione di Tagliaferri alla giunta Bonaccini: «Un progetto di riqualificazione è stato bloccato dalla Soprintendenza e poi rimasto sulla carta»
Il crollo, durante la notte dell’11 agosto scorso, dell’ala sud della ex colonia Varese a Milano Marittima ha spinto il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Giancarlo Tagliaferri a presentare un’interrogazione.
Nell’atto ispettivo, spiega l’esponente di Fdi, si chiede alla giunta regionale “se intenda, in accordo con il Comune di Cervia, intervenire per risolvere una situazione che perdura da anni, ben sapendo che il bene immobiliare è patrimonio tutelato dalla Soprintendenza ai Beni culturali, e se intenda, vista la posizione e l’importanza storica del manufatto, ripulire a proprie spese lo splendido giardino dilapidato e saccheggiato nel corso degli anni, tanto da provocare l’assegnazione della maglia nera di Legambiente al Comune”.
Già nel 2014 si era verificato un cedimento strutturale dell’edificio. «Il progetto della Regione, che intendeva rilanciare quest’area di viale Matteotti situata nella parte nord di Milano Marittima, è stato in seguito bloccato dalla Soprintendenza. Inoltre, il Comune di Cervia ha recentemente chiesto alla Regione di poterne utilizzare lo splendido giardino, in pratica una pineta, che avrebbe ripulito a proprie spese, ma l’intenzione è rimasta sulla carta».
La Regione Emilia-Romagna ha deciso di considerare i test come una indagine epidemiologica: obbligatorio segnalare il rientro all’Ausl ma non occorre restare in quarantena fiduciaria fino all’esito
Per contrastare la diffusione del Covid-19 legata agli spostamenti estivi per turismo, una ordinanza del ministero italiano della Salute impone a chi entra in Italia dal 13 agosto dopo aver soggiornato, o transitato, negli ultimi 14 giorni in Croazia, Grecia, Malta o Spagna l’obbligo di segnalazione al dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl per effettuare un tampone entro 48 ore. Ogni Regione ha poi definito i dettagli della procedura: in Emilia-Romagna la segnalazione può essere fatta online a questo link. Oppure per la provincia di Ravenna si possono contattare i numeri 335/6881319 e 335/7355317 in orari ufficio o inviare una email all’indirizzo viaggiatori.ra@auslromagna.it.
L’assessore regionale alla Salute, Raffaele Donini, precisa che i test che verranno fatti all’arrivo dai Paesi citati sono da considerarsi come una indagine epidemiologica: «Per questo, non si prevede l’isolamento fiduciario della persona né per quanto riguarda il periodo di attesa per essere sottoposto a tampone, né per quanto riguarda l’attesa di ricevere l’esito del test».
L’esito del tampone sarà comunicato, entro 24 ore dall’effettuazione, dal Dipartimento di Sanità Pubblica e disponibile nel proprio Fse (fascicolo sanitario elettronico). In caso di test positivo scatterà la quarantena; in caso di test negativo non sarà prevista.
L’Ausl Romagna fa presente che esistono altre due ipotesi alternative al tampone effettuato tramite l’azienda sanitaria:
presentare al vettore all’atto dell’imbarco e a chiunque sia deputato ad effettuare controlli, l’attestazione di aver effettuato, nelle 72 ore antecedenti l’ingresso sul territorio nazionale, un tampone risultato negativo;
sottoporsi a tampone al momento dell’arrivo in aeroporto, porto o luogo di confine se possibile.
Si sta lavorando per poter effettuare quanto prima tamponi all’aeroporto “Marconi”, all’arrivo dei voli. C’è stato un incontro tra Direzione generale Welfare, Salute e Cura della persona della Regione, Azienda Usl di Bologna e responsabile Usmaf (Ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera) dell’aeroporto. Si ritiene che nel giro di alcuni giorni sarà possibile avviare quest’attività, tenendo conto di tutte le necessità di sicurezza dello scalo in quanto tale.
Video promozionale da lanciare sui social: si esaltano Marinara, la «vicinanza discreta del porto» e gli stabilimenti balneari
Marina di Ravenna cerca turisti e lo fa con un video promozionale – realizzato dalla pro loco in collaborazione con l’Autorità portuale e il Comune – che gonfia il petto e lascia da parte il basso profilo: «Il paradiso delle vacanze in Romagna, un concentrato di eccellenze imparagonabile a nessun altro luogo d’Italia».
«Il video di 4 minuti – si legge in un comunicato diffuso dalla pro loco – racconta le bellezze della località balneare dalle caratteristiche uniche e irripetibili. La sua vicinanza discreta del porto che regala lo spettacolo delle grandi navi, le strutture turistiche sulla spiaggia che uniscono cibo, musica e relax e la natura con scorci panoramici su mare, pinete e valli. Senza dimenticare la grande unicità di Marina di Ravenna: la passeggiata sulla diga per quasi tre chilometri in mezzo al mare in un luogo che non ha uguali in Adriatico. Il video, realizzato con riprese aeree mozzafiato, è stato girato da Videoconsulting e sarà lanciato sui principali canali social nei prossimi giorni».
L’auspicio di Marino Moroni, presidente della pro loco è che tutti gli operatori economici ma anche i residenti e visitatori aiutino a diffonderlo in modo di far conoscere la località sempre di più. «Se avremo le risorse lo doppieremo anche in lingue straniere per aumentare sempre più la conoscenza di Marina di Ravenna».
Intervento da 12mila euro sostenuto dal Lions Club. Ancora oggi viene movimentato per aprire e chiudere la scena al Goldoni
Risalente a poco prima della metà dell’Ottocento – realizzato con strisce di tela di canapa/iuta, tessuta a telaio e cucita verticalmente e dipinto da Antonio Muzzi – il sipario storico del teatro Goldoni di Bagnacavallo in questi giorni è interessato da un intervento di restauro. I lavori prevedono l’asportazione dei depositi superficiali, il consolidamento generalizzato del sipario, la rimozione di materiali di restauro applicati sulla tela, l’applicazione di inserti di tela per ricostruire l’unità strutturale del supporto e il miglioramento della stabilità della tela dipinta. Le opere sono eseguite da Michele Pagani e Maria Lucia Rocchi di Etra, società di conservazione e restauro di beni culturali e storico-artistici con sede a Lugo. Il costo di 12mila euro è sostenuto dal Lions Club di Bagnacavallo e la conclusione dei lavori è prevista prima della festa di San Michele, in programma dal 25 al 29 settembre.
L’intervento di restauro vuole essere prevalentemente un’operazione conservativa volta a mantenere e stabilizzare la fragile pellicola pittorica e il supporto in tessuto in parte usurati e indeboliti dall’utilizzo e dal naturale invecchiamento provocato dal tempo.
Il sipario raffigura la visita del senatore bolognese Camillo Gozzadini a Bartolomeo Ramenghi, celebre pittore bagnacavallese del Cinquecento: fu dipinto da Antonio Muzzi (Bologna 1815-1894). «Esponente della pittura accademica – scrive Mara Tamburini nella pubblicazione della collana Bagnacavallo da scoprire dedicata al Teatro Goldoni (Città Nostra 1998) –, Muzzi era uno degli artisti più ammirati e in voga del tempo, famoso per i ritratti di esponenti dell’alta società e noto a tutti come eccellente pittore di storia». La scena del sipario è ambientata nel cortile di Palazzo Boncompagni a Bologna, città nella quale il Ramenghi si trasferì e operò a lungo.
Per fare il punto sui restauri, nel pomeriggio di martedì 11 agosto si è tenuto in teatro un incontro cui hanno partecipato il responsabile delle opere, Michele Pagani di Etra, assieme alla presidente del Lions Club Bagnacavallo Michela Michelini, ai past president Renata Manzoni e Pierluigi Ravagli e a Ruggero Sintoni, condirettore di Accademia Perduta/Romagna Teatri. Era presente la sindaca di Bagnacavallo Eleonora Proni. «Il teatro comunale di Bagnacavallo dopo quasi due secoli dalla sua fondazione conserva integralmente il suo apparato decorativo interno – spiega Pagani –. Ancora oggi le lucide pareti in scagliola accolgono una ricca e articolata decorazione realizzata con la tecnica pittorica più rappresentativa delle arti del XIX secolo: la pittura a tempera, cosiddetta pittura a secco. Questa tecnica, già largamente utilizzata a partire dal XVIII secolo, è impiegata non soltanto per decorare le superfici dell’architettura, ma anche per la realizzazione di scenografie e sipari volti a creare effetti architettonici illusionistici e tridimensionali come nel caso specifico del raro sipario del teatro di Bagnacavallo, ancora oggi movimentato per aprire e chiudere la scena. Questi manufatti venivano realizzati direttamente sulla tela di iuta e canapa senza nessun tipo di preparazione, come invece di solito avveniva per i dipinti a olio su tela e volevano essere allestimenti momentanei e sostituibili. Sono rari – puntualizza Pagani – gli esempi di pittura a secco su tela conservatisi fino a oggi. In Romagna, oltre al sipario di Bagnacavallo, si conservano gli allestimenti scenografici su tela di Villa Paolucci de Calboli a Selbagnone di Forlimpopoli, il sipario, seppur più recente, del distrutto teatro di Fusignano e poco altro ancora».
L’animale era legato con il guinzaglio nell’androne di una palazzina in centro, la proprietaria di Venezia non ha saputo spiegare il motivo
Abbandonata dentro a un carrello della spesa, legata con il guinzaglio, nell’androne di un condominio in centro a Faenza: è la situazione in cui si trovava una cagnolina di piccola taglia l’8 agosto scorso quando è stata soccorsa da due donne residenti nella palazzina. A distanza di qualche giorno una 67enne di Venezia è stata denunciata dalla polizia locale per abbandono di animali: non è riuscita a spiegare perché il suo animale fosse a Faenza e non risulta che si fosse attivata per ricercare il cagnolino. L’animale posto sotto sequestro è stato affidato in custodia giudiziale al canile comunale di Faenza.
Il dirigente della struttura sanitaria privata di Cotignola interviene sul progetto universitario che sta facendo discutere
Il Maria Cecilia Hospital di Cotignola
Sta facendo discutere, attraverso vari interventi pubblicati recentemente dai giornali locali e sul web, fra sostenitori e detrattori, il progetto dell’Università degli Studi di Ferrara di insediare uno dei corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia presso il Maria Cecilia Hospital di Cotignola.
Nel dibattito a questo punto ha deciso di intervenire Bruno Biagi, Amministratore Delegato di Maria Cecilia Hospital per illustrare le caratteristiche del progetto e la collaborazione con territorio e istituzioni, per una migliore comprensione da parte di tutti dei potenziali e positivi effetti sul tessuto socio-economico locale.
A proposito del dibattito pubblico in corso Biagi sostiene che «diverse sono state le argomentazioni: talune con riguardo agli auspicabili e positivi effetti socio-economici, tal altre chiaramente dettate da legittime pregiudiziali politiche, la cui sintesi trova ragione nel convincimento che laddove vi sia operosità dell’ospedalità privata accreditata, ciò avvenga a detrimento dell’ospedalità pubblica».
«In questa cornice riteniamo sia utile dare all’opinione pubblica elementi sui quali poter meglio inquadrare il progetto universitario estense ed i suoi potenziali effetti, limitando l’esposizione al richiamo di atti e ai fatti occorsi in questi mesi – afferma il dirigente della clinica di Cotignola –. Partiamo dal primo aspetto: l’iniziativa è, e rimane, nella piena e autonoma titolarità dell’Ateneo ferrarese, così come è stato per i due analoghi progetti promossi e realizzati dall’Ateneo bolognese con i due nuovi insediamenti di Forlì e di Ravenna, la cui Facoltà medica ha ottenuto un cospicuo incremento dei posti disponibili per consentire ai giovani di intraprendere la relativa professione. Dato questo, che trova giustificazione nella elevata qualità dell’offerta formativa ferrarese, cui deve ora vedersi ampliata la capacità formativa didattica e pratica. In questo contesto, sia l’Ateneo bolognese che quello ferrarese hanno individuato nell’ospedalità della Romagna un territorio fertile per radicamento, qualità istituzionale e professionale, coinvolgendo l’imprenditorialità locale per capacità di sostegno finanziario e imprenditoriale».
Bruno Biagi, ad del Maria Cecilia Hospital
«Infatti, GVM Care & Research ha concorso sia al progetto di Forlì che di Ravenna con sostegno finanziario alla didattica – precisa Bruno Biagi – mentre per l’iniziativa ferrarese ha formulato un progetto di residenzialità accademica attraverso la realizzazione di un Campus da destinare alla Facoltà di Medicina di Ferrara. Corso di Medicina, quest’ultimo, che rimane, e non può essere diversamente, nell’esclusiva titolarità e gestione dello stesso Ateneo. Anche sul piano assistenziale, mai si è ipotizzata la trasformazione di Maria Cecilia Hospital in azienda universitaria, per la semplice ragione che ciò è possibile nel solo ambito degli ospedali pubblici».
Maria Cecilia Hospital, accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale di Cotignola, pur in procinto di vedersi riconosciuto come IRCCS – continua nella sua argomentazione il dirigente della struttura sanitaria di Cotignola – resta quello che è, ovvero un centro di alta specialità ed elevata complessità assistenziale, integrato con la struttura faentina del San Pier Damiano Hospital, anch’essa accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale, capaci entrambi di soddisfare la più ampia e qualificata offerta formativa clinico-accademica, ancorché risultino prive di talune discipline per le quali è l’Ente regionale a ritenere necessario il loro mantenimento del totale controllo pubblico (es. medicina d’urgenza e pronto soccorso).
Su questi presupposti è sorta l’esigenza, ma anche l’opportunità di coinvolgere l’ospedalità pubblica di prossimità per integrare i necessari requisiti formativi (es. l’Ospedale di Lugo per l’ostetricia e ginecologia, la medicina d’urgenza, il Pronto Soccorso e la medicina territoriale), dando così fondata ragione ad un rivisitato ruolo di tali presidi pubblici che diversamente soffriranno un loro progressivo impoverimento».
«Volendo fare sintesi ragionevole degli accadimenti di questi mesi – conclude Bruno Biagi – trovano evidenza elementi inequivocabili, gli unici su cui l’opinione pubblica può trovare spunti per una consapevole presa di posizione.
Il fatto che la Romagna abbia una grande occasione per divenire un unico grande campus per l’offerta formativa medica di due autorevoli Atenei: Bologna e Ferrara.
Il fatto che mentre Bologna ha trovato terreno fertile nel connubio tra istituzioni pubbliche, Fondazioni bancarie e grandi imprese del territorio (tra cui GVM Care & Research), l’Ateneo di Ferrara ha individuato nel polo ospedaliero di Maria Cecilia Hospital non solo buona parte delle discipline medico-chirurgiche, ma anche la disponibilità a sostenere direttamente la realizzazione delle strutture didattiche, di laboratorio e residenziali, senza che con questo se ne mutasse status, ruolo o funzioni.
Il fatto che l’auspicato coinvolgimento dell’ospedalità pubblica di prossimità, ad esempio l’ospedale di Lugo e quello di Faenza, ne potesse ottenere un rafforzamento proprio grazie all’opportunità di entrare nel perimetro degli ospedali del progetto accademico ferrarese, la cui sede universitaria troverebbe luogo nel campus realizzato da GVM Care & Research, ma senza che ciò possa comportare la temuta “privatizzazione” dell’offerta formativa universitaria che, e non può essere diversamente, rimarrà nella esclusiva titolarità dell’Ateneo di Ferrara.
Questi i fatti e, per semplice ragionevolezza, troviamo difficile rinvenire ragioni a giustificazione del dissenso a che tutto ciò si realizzi».
Disposto dalla Regione, proprietaria dell’immobile tutelato dalla Soprintendenza, un intervento urgente di messa in sicurezza
fonte Wikimapia.org
Abbandonata da decenni e al centro di improbabili progetti di recupero, l’imponente struttura della Colonia Varese di Milano Marittima – che si affaccia su un’area di 4500 mq da una parte su via Matteotti e dall’altra sul mare – è ridotta ad uno scheletro pericolante, che ieri ha dato altri segnali di decadimento con un crollo parziale di una parte dell’edificio. L’ex colonia è di proprietà della Regione Emilia-Romagna e vincolata dalla Soprintenzenza ai beni culturali e ambientali.
Al centro il crollo parziale della struttura della Colonia Varese
Dopo il crollo, in giornata si è recato sul sito Paolo Calvano, assessore al Patrimonio dell’amministrazione regionale, accompagnato l’assessore comunale Enrico Mazzolani. Verificata la situazione e a seguito del sopralluogo è stato concordato con la Regione un intervento immediato di messa in sicurezza dell’area da parte di una squadra speciale, per rafforzare le recinzioni e impedire l’accesso dall’esterno alla struttura.
Si sta valutando, oltre l’emergenza, come intervenire più a lungo termine per risolvere la cronica situazione di degrado, tenendo conto che il bene immobiliare è patrimonio tutelato dalla Sovrintendenza.
Progettata dall’architetto Mario Loreti, nel 1937, per la Federazione dei Fasci della provincia di Varese come colonia estiva, costruita dalla Cmc di Ravenna e inaugurata nel 1939, poteva ospitare fino a mille bambini. È stata abbandonata negli anni ’50 e nonostante varie idee e progetti di riutilizzo non è mai tornata ad avere una funzione, restando un rudere. Che però è servito come inquietante location per due film: La ragazza di latta (regia di Marcello Aliprandi, 1970) e l’horror Zeder di Pupi Avati del 1983.
Si tratta di un 26enne italiano. Accusato di spaccio di stupefacenti è ora agli arresti domiciliari
I Carabinieri della Compagnia di Lugo hanno arrestato un uomo italiano di 26 anni per detenzione illegale di sostanze stupefacenti. Dopo una serie di verifiche e appostamenti i militari della stazione di Villanova di Bagnacallo hanno eseguito un controllo nell’abitazione del giovane che ha assunto un comportamento sospetto inducendo gli agenti ad approfondire l’ispezione. L’ulteriore perquisizione ha svelato un cospicuo quantitativo di eroina destinata allo spaccio sul mercato locale.
Dopo l’arresto l’uomo è stato giudicato per direttissima dall’Autorità Giudiziaria che lo ha destinato agli arresti domicialiari.
In regione i casi positivi sono 41, quasi la metà registrati nel bolognese e nel ravennate, ma fortunatamente nessun decesso
Nel territorio ravennate oggi si sono registrate 8 nuove positività: 5 pazienti sono asintomatici e 3 hanno sintomi; tutti sono in isolamento domiciliare, 6 dei quali lo erano già al momento della diagnosi; 5 sono femmine e 3 maschi. Quattro casi sono contatti famigliari di un caso già noto; 2 fanno riferimento a rientri da paesi per i quali erano già previsti quarantena e tamponi, e conseguentemente i pazienti erano già in isolamento al momento della diagnosi; 2 casi sono stati individuati a seguito di sintomi.
Si sono registrate 7 guarigioni complete mentre non si sono verificati decessi (quest’ultimo dato riguarda anche tutta la regione),
I casi complessivamente diagnosticati da inizio contagio nel Ravennate, aggiornato alla mattinata di oggi, sono quindi 1.197
In Emilia-Romagna i nuovi contagiati sono 41. Complessivamente, più di un terzo dei positivi al Covid 19(14 persone) sono collegati a vacanze o rientri dall’estero: la Regione ha previsto già da luglio due tamponi naso-faringei durante l’isolamento fiduciario se in arrivo da Paesi extra Schengen, e con una nuova ordinanza saranno introdotti i tamponi anche per i viaggiatori di rientro da paesi con criticità specifiche come Croazia, Spagna, Malta e Grecia. Quasi la metà dei contagi si concentrano in due province, Bologna (12 casi) e, per l’appunto a Ravenna (8).
Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati oltre 7.700 tamponi e più di 1.400 test sierologici. I positivi di rientro dall’estero sono 14. I casi attivi sono a quota 1.807 (+17), di cui circa il 95% con sintomi lievi in isolamento a casa.
Dopo un appostamento la Polizia lo ha fermato mentre andava ad innaffiare le piante sul fiume
La Polizia di Lugo lo ha beccato di mattina, mentre andava ad innaffiare le piante di marijuana di una coltivazione che curava sulle sponde del fiume Santerno, nei pressi dell’innesto del fiume nel Reno.
L’uomo, B. M. di 59 anni residente nel comprensorio lughese è stato così fermato e arrestato per il reato di produzione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Le tredici piante che si trovavano sull’argine del fiume sono state sequestrate, unitamente ad un kayak che B.M. utilizzava per raggiungere il luogo ove le piante si trovavano a dimora.
Gli investigatori del Commissariato lughese di via Emaldi hanno eseguito anche una perquisizione domiciliare in seguito alla quale hanno sequestrato 8,2 grammi di marijuana oltre a 20 grammi di semi della medesima pianta.
L’11 agosto il giudice unico, dopo la convalida dell’arresto, ha rinviato la discussione del processo al 25 novembre, rimettendo l’uomo accusato in libertà.
Sanzioni per mancato utilizzo della mascherina, assembramenti e somministrazione di alcolici a minori
I quad della Polizia Locale in pattugliamento sulla spiaggia
Al via dallo scorso week-end controlli a tappetto delle forze dell’ordine sulla riviera ravennate per garantire il rispetto delle norme anticovid negli stabilimenti balneari e nei locali dove si concentra la movida dei più giovani – ma c’è da scommettere che la vigilanza continuerà e si intensificherà in occasione del fine settimana di ferragosto.
Intanto, nella notte di San lorenzo la Polizia Locale, in collaborazione con i militari della Stazione Carabinieri di Marina Romea, ha sottoposto a controllo alcuni stabilimenti balneari delle località, rilevando, in due casi, violazioni alla normativa anti Covid e 19 e al regolamento di igiene del Comune di Ravenna per il mancato utilizzo, da parte del personale, della mascherina. In uno stabilimento balneare di Marina Romea è stata inoltre accertata la somministrazione di alcolici ad un minore di 15 anni, con conseguente denuncia all’Autorità Giudiziaria della persona addetta alla mescita e del titolare dell’attività.
Recentemente, sempre per la somministrazione di alcol ai minori è stato sanzionato e disposta la chiusura per 15 giorni del bagno Singita di Marina di Ravenna, mentre è stata multata e disposta la chiusura per 5 giorni della discoteca Matilda, per assembramento, vista la presenza di centinaia di persone ammassate nel locale.
In regione 19 nuovi positivi. Intanto un’ordinanza obbliga il tampone per chi rientra da Spagna, Grecia, Croazia e Malta
In provincia di Ravenna oggi non si è registrata nessuna nuove positività mentre si è verificato il decesso di una paziente di 94 anni residente a Faenza con gravi patologie pregresse. Si sono riscontrate, infine, 6 guarigioni complete e 6 guarigioni cliniche di pazienti che dovranno effettuare i tamponi di negativizzazione.
Complessivamente da inizio epidemia, le persone completamente guarite ammontano a 1.001 (17 delle quali nell’ultima settimana), mentre i pazienti ancora in malattia (casi attivi) sono 92 (4 in più rispetto al 3 agosto); di questi pazienti 7 sono ricoverati e 85 in isolamento domiciliare, di questi ultimi 64 asintomatici e 21 con sintomi compatibili con tale regime.
Sono, infine 432 le persone in quarantena e sorveglianza attiva in quanto contatti stretti con casi positivi o rientrate in Italia dall’estero.
Per quanto riguarda l’Emilia-Romagna sono 19 i nuovi positivi rilevati oggi, di cui 6 asintomatici da screening regionali e attività di contact tracing. Sono 7 i casi collegati a vacanze o rientri dall’estero.
A questo proposito dopo i vari casi di contagiati dopo il ritorno da vacanze all’estero, un’Ordinanza regionale che sarà firmata domani dal presidente Bonaccini rende obbligatorio il tampone per tutti i coloro che rientrano da Spagna, Grecia e Malta. Queste persone avranno l’obbligo di segnalarsi immediatamente ai Dipartimenti di Sanità Pubblica delle rispettive Ausl di residenza. Il tampone andrà fatto entro le 24 ore dal rientro; se l’esito sarà negativo, non scatteranno provvedimenti di quarantena.