In regione i nuovi casi accertati nelle ultime 24 ore sono invece 47
Un’altra giornata da zero contagi in provincia di Ravenna, dove negli ultimi tre giorni è stato registrato un solo nuovo caso. È quanto emerge dal bollettino sui dati dell’epidemia coronavirus aggiornati alle 12 di oggi, 5 agosto.
Il bollettino regionale. Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 29.897 casi di positività, 47 in più rispetto a ieri. Di questi, 34 gli asintomatici, individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali, e 13 i sintomatici.
Continua l’azione di prevenzione e controllo nei territori. Per quanto riguarda le province dove oggi si registrano più casi, a Piacenza, degli 8 nuovi (di cui 1 ricoverato e gli altri in isolamento domiciliare), 3 sono legati a focolai già individuati, 5 sporadici (di questi, due rilevati dallo screening). Nel riminese, gli 8 nuovi casi sono tutti collegati a focolai già noti.
In provincia di Bologna, dei 7 nuovi casi, 4 sono sintomatici: uno importato dall’estero (Croazia), un altro dalle Marche, un altro ancora diagnosticato in Veneto – ma poi rientrato nel bolognese dove risiede -; l’ultimo è un caso sporadico. Dei 3 asintomatici, invece, 2 fanno parte del focolaio “Interporto”, 1 di un focolaio familiare. Tutti e 7 sono in isolamento domiciliare.
I tamponi effettuati sono 8.523, per un totale di 694.508. A questi si aggiungono anche 1.157 test sierologici, per un totale di 202.497.
I guariti salgono a 23.997 (+19). I casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 1.609 (28 in più rispetto a ieri). Nessun decesso registrato.
Le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 1.532 (+34). Invariato rispetto a ieri il numero dei ricoveri in terapia intensiva (4); in calo (-6) i pazienti negli altri reparti Covid, che scendono a 73.
Le persone complessivamente guarite salgono dunque a 23.997 (+19 rispetto a ieri): 100 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 23.897 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.
Questi i nuovi casi di positività sul territorio, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.644 a Piacenza (+8), 3.786 a Parma (+4, di cui 1 sintomatico), 5.125 a Reggio Emilia (+5, di cui 3 sintomatici), 4.154 a Modena (+5, di cui 3 sintomatici), 5.323 a Bologna (+7, di cui 4 sintomatici); 433 a Imola (+1, sintomatico), 1.099 a Ferrara (+4, di cui 1 sintomatico); invariata la situazione a Ravenna (1.170) e a Forlì (995). 843 i casi di positività a Cesena (+5) e 2.327 a Rimini (+8).
Lo ha stabilito la Regione. A disposizione anche gli alberghi convenzionati per l’isolamento domiciliare obbligatorio
Sono 61mila solo in Emilia-Romagna, e svolgono un lavoro delicato e di grande impatto sociale, perché avviene direttamente a contatto con gli anziani.
Per questo la Regione, in particolare l’assessore alla Salute Raffaele Donini, ha deciso di affrontare con decisione il problema legato al contrasto al coronavirus per quanto riguarda le assistenti familiari, le badanti, che rientrano in Italia dall’estero.
Un passo necessario, spiegano dall’assessorato regionale alla Salute, dettato anche dalla consapevolezza che la percentuale dei positivi negli ultimi 30 giorni relativa ai rientri dall’estero è pari a circa l’11%, e che tra queste ci sono naturalmente anche le assistenti familiari.
Il percorso previsto dalla Regione Il piano messo a punto dalla Regione prevede che le assistenti familiari debbano dichiarare alle Aziende sanitarie di riferimento il loro ingresso in Italia. Fatta questa comunicazione, all’arrivo in Italia – sia negli aeroporti che nelle autostazioni – scatta il tampone naso-faringeo, che sarà praticato da personale sanitario.
Se l’arrivo in Italia avverrà con modalità diverse da queste, sarà cura della stessa assistente familiare o della famiglia presso cui presta servizio, comunicare all’Ausl l’arrivo e le relative modalità.
Se il tampone risulta positivo, scatta l’isolamento nelle strutture alberghiere messe a disposizione dalle Aziende Sanitarie locali o il ricovero ospedaliero, sulla base delle condizioni cliniche della persona.
Se il tampone sarà negativo, rimane l’obbligo di isolamento domiciliare per 14 giorni, ma con un rigoroso protocollo di sicurezza da verificare con controlli a campione.
Non solo. E’ previsto anche un secondo tampone di verifica, che sarà effettuato dopo 7-10 giorni dal primo, per avere conferma dell’esito.
Se il domicilio della persona accudita ha caratteristiche che garantiscano l’isolamento, l’assistente familiare può seguire questa strada. Naturalmente, rispettando tutte le regole legate al protocollo di sicurezza consegnato (distanziamento, mascherina, guanti, misurazione della temperatura, igiene della persona e sanificazione degli ambienti domestici ecc.) a cui saranno sottoposti tutti i componenti della famiglia presso cui alloggia.
Se queste condizioni non ci sono, l’assistente familiare si dovrà trascorrere il periodo di isolamento in un albergo convenzionato.
La lista Progetto Cervia esce dalla maggioranza (ma si spacca): pesano le critiche della Cna e la gestione della movida
Il candidato sindaco Massimo Medri in campagna elettorale con Michele Fiumi e gli esponenti della lista civica Progetto Cervia e Italia in Comune, con Federico Pizzarotti
Michele Fiumi si è dimesso da assessore (con deleghe ad Attività produttive e demanio, Cultura, Partecipazione del cittadino, Sviluppo tecnologico) della giunta del Comune di Cervia.
Candidato a sindaco per la lista civica Progetto Cervia nel 2014 e consigliere comunale di opposizione per cinque anni, Fiumi e la stessa lista Progetto Cervia l’anno scorso hanno aderito invece alla coalizione di centrosinistra, contribuendo (con il 4,4 percento dei voti, per una lista che poteva anche contare sulla presenza e il logo di Italia in Comune) alla vittoria dell’attuale sindaco Massimo Medri. Un risultato che ha quindi portato Fiumi in giunta.
Oggi, poco più di un anno dopo, l’annuncio delle sue dimissioni e dell’uscita di Progetto Cervia dalla maggioranza di centrosinistra (anche se il presidente Franco Belletti e Alberto Donati di Italia in Comune hanno già preso le distanze, confermando invece il loro sostegno all’attuale sindaco). Il motivo è legato in particolare alla polemica tra lo stesso Fiumi e la Cna cervese, che ne aveva chiesto le dimissioni esprimendo netta contrarietà all’ipotesi di riqualificazione dei mercatini a cui stava lavorando l’assessore. Assessore che non si è sentito difeso dal sindaco, tanto da arrivare a una frattura insanabile
«Dopo gli attacchi pretestuosi e ingiustificati all’assessore Michele Fiumi da parte della Cna diventata sempre più il braccio armato del Pd (coi suoi numerosi ex assessori trasformati miracolosamente in dirigenti associativi) e la mancata difesa pubblica del sindaco Medri, abbiamo capito che la situazione politica all’interno della maggioranza era arrivata a un punto di non ritorno», si legge nella nota di Progetto Cervia, che sostiene inoltre di aver assistito in questi mesi «a una progressiva perdita dell’autonomia e della forza del sindaco, schiacciate dall’indebolimento della sua rappresentanza consigliare. Il cambio di passo in negativo si è manifestato con il nuovo segretario del Pd (Mauro Conficconi, ndr), il quale prima ha causato l’uscita dell’ex capogruppo dal partito e poi ha bocciato il nuovo regolamento “Per la convivenza tra le funzioni residenziali e le attività di esercizio pubblico e svago nelle aree private, pubbliche e demaniali” preparato dall’assessore Fiumi e respinto in quanto, a suo dire, troppo restrittivo sul ballo in spiaggia, sulla movida e sul rumore, troppo rigoroso nel pretendere delle regole uguali per tutti».
«Col passare dei mesi – continua la nota della lista civica –, il Sindaco non ha più avuto la situazione sotto controllo, arrivando ad assumere atteggiamenti per noi incomprensibili: la scarsa attenzione al tema della sicurezza, con episodi reiterati di vandalismo a danno di beni pubblici e privati, spesso legati all’abuso di alcool; la decisione di approvare non solo la Settimana rosa, ma anche i fuochi di artificio in spiaggia per San Lorenzo, nonostante le indicazioni prudenziali che Oms e Comitato Tecnico Scientifico continuano a fornire; la bocciatura dell’idea di piano strategico per aiutare il commercio; il mancato coraggio nel perseguire un maggior equilibrio tra spiaggia e centri commerciali naturali, con sacrifici imposti ad alcuni e risparmiati ad altri; infine, proprio sul tema dei mercatini-eventi, la scelta di una posizione ambigua e fumosa, senza schierarsi invece a favore della qualità dell’offerta commerciale, che non è certo quella perseguita dalla Cna. Oramai lontano dal suo ruolo di garante, il sindaco si è spinto di fatto a commissariarci, come a sua volta egli è stato commissiariato dal Pd».
Non si è fatta aspettare la replica dello stesso sindaco, Massimo Medri, che si dice «molto dispiaciuto e sorpreso», oltre che rammaricato per una decisione che arriva «dopo un anno di emergenze e in piena crisi economica e sociale».
«Abbiamo prodotto uno sforzo straordinario ed eccezionale sia per gestire la fase più acuta dell’emergenza sia per sostenere il rilancio della nostra economia – continua Medri –. Non abbiamo, però, rinunciato a perseguire gli obbiettivi fondamentali del programma di legislatura, che non mi sembra siano stati disattesi; anzi, vorrei ricordare l’emendamento approvato per ottenere la concessione delle Saline per cinquant’anni, l’emissione del bando per il Parco Urbano a Milano Marittima, il finanziamento per il completamento del lungomare sempre a Milano Marittima, l’accordo per RavennaFestival; solo per citarne alcuni. Obbiettivi raggiunti grazie a tutta la maggioranza e in alcuni casi a tutte le forze presenti in Consiglio Comunale e altre».
«Il tema del contendere è forse, quindi, la sicurezza? Forse – prosegue Medri – non ci siamo resi conto che i fenomeni degenerativi che si stanno verificando in tutte le località italiane sono il sintomo di una grave emergenza sociale, che non può essere affrontata solo con la repressione e comunque tutte le misure adottate per contrastare questi, in parte, nuovi fenomeni, sono sempre stati approvati da tutta la Giunta Comunale. Lo stesso riequilibrio territoriale è un impegno preso sul quale si stava lavorando».
«Ho sempre sostenuto che le differenze in una coalizione, e più in generale in una comunità, rappresentano un valore – conclude il sindaco –, se si fondono in una sintesi dei vari contenuti espressi; sono viceversa un disvalore, se una vuole prevalere o soffocare l’altra. Questa sintesi è il mio modo di intendere il lavoro di squadra, soprattutto in un momento come questo, dove la coesione sociale è messa a dura prova dagli effetti devastanti della pandemia. Io continuerò a dialogare e a confrontarmi con tutti coloro che vorranno mantenere un rapporto non pregiudiziale con me e con la Giunta Comunale. In particolare, con coloro che– e li ringrazio – mi hanno confermato la fiducia, distinguendosi dal comunicato di Progetto Cervia, come Italia in Comune e gli altri ormai ex componenti di questa forza civica. È forse giusto che chi non si riconosce in questo metodo di confronto e vuole giocare la sua partita in solitudine lo faccia in piena autonomia, ma senza incolpare chi, invece, con lealtà si è sempre messo a disposizione della città, senza perseguire nessun tipo di interesse personale o di parte».
Medri infine rivela che nei prossimi giorni «comunicherò al Consiglio Comunale e alla città il nuovo assetto della Giunta Comunale e relative deleghe; nel frattempo tratterrò personalmente ad interim le deleghe assegnate a Fiumi».
E la lista civica propone un riutilizzo dell’area al momento abbandonata di Marina di Ravenna
L’area ex Xenos di Marina di Ravenna
«L’area “ex Xenos” nel pieno centro di Marina di Ravenna, che da anni giace in evidente stato di degrado, va messa subito in sicurezza». Lo dichiara la consigliera comunale di opposizione Veronica Verlicchi, capogruppo della lista civica La Pigna, che rivela anche di aver scritto all’amministratore unico della società proprietaria dell’area «affinché provveda al più presto alla rimozione della recinzione e alla sua sostituzione con tanto di cancelli d’ingresso e cartelli di divieto di accesso».
Si tratta della Comay Srl, attualmente in liquidazione.
Verlicchi dichiara di aver anche sollecitato i proprietari «perché provvedano alla manutenzione periodica dell’area in questione, con relativo sfalcio dell’erba e disinfestazione».
Oggi la recinzione dell’area è in stato di decadenza e presenta numerose aperture che consentono il passaggio all’interno, con conseguente pericolo soprattutto per bambini e animali. «Per non parlare del proliferare di insetti, topi e bisce, favorito dalla presenza di erbacce ed arbusti e creando pericoli per la salute di tutti», continua Verlicchi in una nota inviata anche ai giornali.
«L’area “ex Xenos” nella quale, stando alla pianificazione urbanistica del Comune di Ravenna, è prevista la realizzazione di un albergo di notevoli dimensioni, è destinata a rimanere desolata ancora per molti anni se si considera lo stato di crisi del settore turistico. Ripristinando il decoro nell’area – continua Verlicchi –, la stessa, vista la posizione centrale nella località turistica, può essere utilizzata per attività ed iniziative delle associazioni di Marina di Ravenna, in attesa che la proprietà decida cosa farne. Per questo mi rivolgo al sindaco Michele de Pascale e al liquidatore della società proprietaria dell’area, affinché venga definito un accordo per il suo utilizzo, previo coinvolgimento delle associazioni di Marina di Ravenna».
Lo ricordano i sindaci di Ravenna e Cervia, il presidente della Regione e l’ex vicesindaco Giannantonio Mingozzi
Zavoli mentre ritira il Premio Guidarello nel 2014 a Ravenna
«È con grande commozione che apprendo della morte di Sergio Zavoli, illustre concittadino e importante figura del giornalismo, della cultura e della politica del nostro Paese».
Sono le parole di Michele de Pascale, sindaco di Ravenna, città dove era nato nel 1923 Zavoli, «personalità di spicco – continua il sindaco –, che ha segnato la storia dell’informazione, raccontando l’Italia con attenzione e lucidità grazie ad uno stile pacato, mai sopra le righe, da fine intellettuale quale era».
«Pur vivendo da anni a Roma – prosegue De Pascale –, dove ha sviluppato gran parte della sua intensa e prolifica attività, era molto legato alla Romagna e a Ravenna dove per molti anni ha presieduto la giuria del Premio Guidarello e dove è stato presidente del comitato di promozione per Capitale della Cultura 2019. Le mie più sincere condoglianze alla sua famiglia e ai suoi cari, ma anche al mondo culturale e politico che perde uno dei suoi migliori interpreti».
«Ci lascia un grande giornalista, un maestro della televisione, uno straordinario narratore e osservatore del proprio tempo, che fu anche uomo delle Istituzioni. Una figura di straordinario spessore, umanità, intelligenza e cultura, che ha messo la propria vita a disposizione del servizio pubblico». Sono invece le parole del presidente della Giunta regionale dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.
«Zavoli era nato a Ravenna – aggiunge Bonaccini -, cresciuto a Rimini, di cui era cittadino onorario, aveva radici forti e un solido legame con questa terra, di cui resterà una delle espressioni più alte. Alla nostra Regione, lo voglio ricordare, ha fatto un dono grandissimo. Dal 2004 al 2017 ha presieduto la Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati: strumento di sostegno vero, sia morale che economico, per chi ha subito e sofferto reati particolarmente efferati. E anche in questo ruolo ha messo tutto sé stesso, e il suo forte senso della giustizia e della verità. Ai familiari – aggiunge il presidente- va l’affettuoso pensiero e il commosso abbraccio dell’intera comunità regionale».
«La scomparsa di Sergio Zavoli lascia un vuoto incolmabile nella cultura italiana – è invece la dichiarazione del sindaco di Cervia, Massimo Medri –. Giornalista, scrittore e politico di eccellenza, che appartiene alla storia più luminosa del nostro Paese e ne ha saputo raccontare la Storia con inchieste da grande maestro dell’informazione. Ma anche un uomo di alte doti intellettuali e profonde qualità umane, che ha vissuto nella sobrietà e nella rettitudine. Immensa la sua produzione bibliografica soprattutto di saggi storici, che più volte ha presentato anche a Cervia, onorandoci della sua presenza. Tutta l’Italia deve essergli grata».
A ricordarlo con commozione, anche l’ex vicesindaco di Ravenna, attuale presidente di Tcr, Giannantonio Mingozzi: «L’ho conosciuto, in qualità di pubblico amministratore, grazie alla comune amicizia con Domenico Berardi ed alle sue frequenti presenze sia a Russi che a Ravenna, dove lascia un segno di qualità e di impegno indelebile, a partire dal Premio Guidarello, dal sostegno a Ravenna candidata in Europa per la cultura ed alle tante iniziative che lo hanno visto protagonista e come ravennate eccellente sempre disponibile».
«Ci ha insegnato – sottolinea Mingozzi – il grande valore dell’informazione per un contesto civile democratico e rispettoso delle idee altrui, ma inflessibile nel considerare il dovere etico indispensabile per chi assume impegni pubblici. In Parlamento era una delle voci più ascoltate e rispettate, dobbiamo ringraziarlo per avere onorato Ravenna, Russi e tutta la popolazione romagnola alla quale ha dedicato molta parte del suo lavoro, giornalistico, editoriale, televisivo e radiofonico».
A ricordare Zavoli anche Valentina Palli, sindaca di Russi, di cui il grande giornalista era cittadino onorario dal 27 maggio 2007. «Di Zavoli avremmo molto da scrivere, a partire dal rapporto di intimo affetto, immensa stima e sincera gratitudine che legava la nostra città a lui. Ci piace ricordalo con alcune delle parole che pronunció in seno al Consiglio Comunale di Russi, all’atto del conferimento della cittadinanza onoraria: “Stiamo attraversando una specie di sindrome autodistruttiva, è diventato improvvisamente una specie di gioco, un gioco drammatico, serio, un gioco che ha delle fondamenta anche non tutte confessabili. Il gioco di cui parlo è quello del racconto di ciò che accade, come se non potesse più accadere ciò che accade. Come se non vi fosse più nulla da fare, da difendere, da esigere, come se la storia avesse preso per mano il nostro destino E decidesse di portarlo là dove vuole, lontano da noi e persino, in qualche caso, contro di noi. Ecco io credo che a questo ci dobbiamo ribellare, tutti insieme. Non c’è mai bisogno di politica come quando la politica in qualche modo ci autorizza a voltarle le spalle (…). È caduta sul nostro Paese una specie di disaffezione, di disincanto, di sentimento di resa, come se una sorta di fatalità per l’appunto guidasse il nostro agire. Noi dobbiamo riprendere in mano le nostre questioni e presentarle al Paese decidendo, essendo solleciti, chiari, chiedendo risposte e la popolazione farebbe bene a non rifugiarsi nella scontentezza, nella disaffezione, nel migliore dei casi nella nostalgia. Sarebbe bene continuare a fare domande, perché badate bene molto spesso le risposte non vengono perché non erano state fatte le domande, io questo l’ho imparato nel mio mestiere…”.».
«Grazie di tutto, Sergio – termina il messaggio della sindaca di Russi –. La nostra città si unisce al cordoglio della tua famiglia e a quello di tutti coloro che ti hanno voluto bene».
Da alcuni anni abita nella capitale libanese. «Sto bene, ora sono impegnato a produrre altre immagini»
Una delle foto di Lorenzo Tugnoli pubblicate sul Washington Post
Il fotografo lughese Lorenzo Tugnoli, premio Pulitzer nel 2019, ha immortalato la tragedia di Beirut in alcuni scatti pubblicati a questo link dal Washington Post.
Tugnoli, che abita da alcuni anni proprio a Beirut, sui social dice di stare bene e ringrazia «le tante persone che mi hanno contattato su Whatsapp, Instagram e Facebook per chiedermi della mia salute dopo l’esplosione».
«Ieri (4 agosto, ndr) è stata una lunga giornata e ora sono impegnato a produrre altre immagini delle conseguenze», assicura Tugnoli su Facebook.
Nella sua città natale fu presidente della giuria del Premio Guidarello e anche alla guida del comitato promotore della candidatura a Capitale Europea della Cultura 2019
È morto la sera del 4 agosto a Roma Sergio Zavoli, maestro del giornalismo televisivo. Aveva 96 anni. Padre di programmi storici come La notte della Repubblica, è stato radiocronista, condirettore del telegiornale, direttore del Gr, presidente della Rai dal 1980 al 1986, autore di inchieste che hanno segnato la storia.
Nato a Ravenna nel 1923 (e cresciuto a Rimini), Zavoli era entrato alla Rai nel 1947 come giornalista radiofonico.
Senatore dal 2001 al 2018, nel 2009 è stato eletto presidente della commissione parlamentare per la vigilanza sulla Rai.
Per quanto riguarda il legame con la sua città natale, Zavoli è stato presidente del comitato promotore per Ravenna Capitale Europea della Cultura 2019 (titolo poi vinto come noto da Matera) e fece discutere nel 2006 il passaggio di consegne (quando a prendere il posto di Zavoli fu Bruno Vespa) alla guida della giuria del Premio Guidarello per il giornalismo d’autore. Premio che poi lo stesso Zavoli ricevette, alla carriera, nel 2014.
La raccomandazione dell’azienda per chi deve andare a trovare degenti o per chi deve effettuare prestazioni nelle strutture
Nelle scorse settimane un’ordinanza della Regione Emilia Romagna, finalizzata al massimo contenimento della diffusione del coronavirus, prevedeva per le visite ai degenti in ospedale (o agli ospiti di strutture residenziali per anziani e disabili) la presentazione di un’autodichiarazione che attesti di non essere sottoposti al regime della quarantena o dell’isolamento fiduciario, né di essere rientrati da meno di 14 giorni da alcuni Paesi esteri.
Ora la Direzione Sanitaria dell’Ausl Romagna ha dato nuove disposizioni a tutti i reparti degli ospedali, che inoltre hanno facoltà di modulare orari e modalità di visita secondo i criteri ritenuti più congrui. Per facilitare l’autocertificazione, sono stati predisposti due moduli: uno per chi, appunto, va a trovare un conoscente, e uno per coloro che devono recarsi ad effettuare prestazioni presso la struttura. Entrambi questi moduli si trovano a questo link.
La raccomandazione dell’Azienda è quella di “arrivare alla struttura con tali moduli già compilati, al fine di limitare le attese, scaricandoli e compilandoli a casa”.
Restano ovviamente immutate le altre misure di sicurezza previste come ad esempio distanziamento, misurazione della temperatura all’ingresso da parte degli steward, igienizzazione delle mani, e l’Ausl torna a raccomandare alla cittadinanza «la massima collaborazione al fine di limitare il più possibile le situazioni a rischio».
Dal 15 agosto il Cinemacity di Ravenna (anche pizzeria e bruschetteria); dal 19 il Cinedream di Faenza
Riaprono anche in provincia di Ravenna le multisale cinematografiche.
Il Cinedream di Faenza ha finora annunciato esclusivamente la data di ripartenza, il 19 agosto.
Il Cinemacity di Ravenna, invece, ha già fornito le indicazioni con le varie novità che verranno introdotte dalla riapertura, fissata in questo caso il 15 agosto.
La direzione innanzitutto invita ad acquistare i biglietti on line (non sarà più possibile solo prenotarli), con la possibilità di scegliere la poltrona (il sistema è predisposto per mantenere un posto libero tra un cliente e l’altro ma nel caso di congiunti è possibile acquistare biglietti con posti adiacenti). Saranno comunque allestite postazioni per poter comprare i biglietti direttamente nella struttura.
Il Cinemacity annuncia anche una programmazione ridotta per poter sanificare tutti gli ambienti. Sarà in funzione la climatizzazione in tutti gli ambienti e sarà anche possible consumare cibi e bibite, ma solo se esclusivamente acquistate al bar, in sala e solamente dopo essersi seduti al proprio posto. La direzione ricorda poi la necessità di rispettare le linee guida di sicurezza: «utilizzare il gel igienizzante disponibile in vari punti; obbligatorio l’utilizzo della mascherina; mantenere sempre la distanza di almeno un metro dalle altre persone; seguire scrupolosamente la segnaletica e le indicazioni fornite dal nostro personale; al termine della proiezione uscire dall’uscita al piano superiore».
Riaprono anche alcuni ristoranti del centro “The City” come la bruschetteria Pan de Ajo e CinePizza (entrambi dal 19 agosto), mentre è già aperto Sushi-One.
Un artista raffinato, capace di far conoscere in tutto il mondo la tradizione musicale africana contaminandola con influenze jazz e blues. A Spiagge Soul domani (6 agosto) arriva Baba Sissoko, polistrumentista fra i maggiori esponenti della scena etnica e jazz che partendo dalle suggestioni tramandate dai suonatori erranti della sua famiglia, griot cantastorie da generazioni, propone uno spettacolo che unisce sonorità antiche e moderne (all’Oasi Beach di Marina di Ravenna alle 22, info: 340 0097763).
Ma la giornata del festival inizia già alle 10, al Capitello della Madonna del Silenzio nella pineta di Marina di Ravenna, con i ritmi caraibici e rhythm’n’blues dei Baobab (ingresso gratuito).
Prosegue così il festival diffuso organizzato dall’associazione “Blues Eye” con la compartecipazione del Comune di Ravenna e il sostegno della Regione Emilia-Romagna, oltre che col contributo fondamentale degli operatori privati.
Travolto da un’auto mentre era in bici, ha perso la vita Stefano Magalotti, 34 anni. Indagata per omicidio stradale una 22enne
Stefano Magalotti (a sinistra) con il suo collega Matteo Farinelli durante la consegna del premio “Due gocce” nel 2015
La vittima dell’incidente sulla via Emilia di lunedì notte era un apicoltore faentino che avrebbe compiuto 35 anni a settembre. Si chiamava Stefano Magalotti e dal 2013 gestiva insieme a Matteo Farinelli la società agricola Granfavo di Brisighella.
I due erano finiti anche sui giornali per aver vinto nel 2015 con il loro miele il premio “Due gocce” del prestigioso concorso Grandi Mieli d’Italia.
«Piango la morte di un amico e collega – ha scritto su Facebook il collega Matteo –. Non è giusto morire a 35 anni, e non è giusto che siano i genitori a seppellire i propri figli. Addio Stefano».
Magalotti è morto sul colpo dopo essere stato travolto da un’auto attorno all’1 della notte tra lunedì e martedì mentre stava tornando a casa in bici sulla via Emilia, tra Faenza e Castel Bolognese, insieme a un amico con cui aveva trascorso la serata in alcuni locali della zona.
A travolgerlo una ragazza di 22 anni alla guida di una Opel, indagata per omicidio stradale. Rientrava da una cena con amici e gli esami a cui è stata sottoposta in ospedale dovranno confermare o meno il tasso alcolemico fuorilegge (tra 1,3 e 1,4 g/l) che aveva fatto segnare – secondo quanto riportato sul Carlino Ravenna in edicola oggi, 5 agosto – al primo tentativo del test con l’etilometro eseguito dopo l’incidente. Il secondo, necessario per legge, non è stata in grado di sostenerlo in quanto, in stato di shock, non avrebbe immesso la quantità sufficiente di aria nell’apparecchio.