giovedì
28 Agosto 2025

Parrucchieri, il salone riapre con 180 prenotazioni: «Lavoreremo 7 giorni su 7»

La testimonianza di due giovani imprenditrice che erano state costrette a sospendere l’attività pochi mesi dopo l’inaugurazione

Moonlab 2«Abbiamo già 180 persone in lista d’attesa: con i ritmi che saranno possibili pensiamo a una media di 15-18 servizi al giorno, 7 giorni su 7 quindi abbiamo il locale prenotato per almeno tre settimane». La testimonianza di Vanessa Ghirardini e Carlotta Capone, titolari del salone Moonlab Parrucchieri di Ravenna, è solo un esempio di quello che si troveranno ad affrontare i parrucchieri dal 18 maggio quando torneranno ad aprire i battenti.

Le due imprenditrici sono pronte a partire di slancio per recuperare il tempo perduto: l’inaugurazione era stata il 2 luglio dello scorso anno, pochi mesi prima che arrivasse il lockdown. Durante la chiusura il contatto con i clienti è proseguito via social: «Abbiamo vivacizzato le nostre pagine con storie, consigli a casa, informazioni sui prodotti e abbiamo organizzato una lista d’attesa, dicendo che alla vigilia della riapertura avremmo avvisato i clienti in ordine di prenotazione».

GettyImages 1147811403 1588860776665.jpg I ritmi di lavoro saranno diversi da prima del Covid-19. Sia perché le norme obbligano a sanificare gli ambienti dopo ogni servizio, e quindi una parte della giornata andrà spesa in queste operazioni; sia perché almeno per il prossimo mese sarà possibile tenere aperto tutti i giorni, anche a orario continuato. «Apriamo di lunedì, che di solito sarebbe il giorno di chiusura. E, dandoci i turni, lavoreremo senza sosta, anche alla domenica. Faticheremo, ma dopo due mesi di chiusura ne vale la pena. Siamo giovani, ancora senza figli, e abbiamo voglia di lavorare: sappiamo di molte colleghe che faranno molta più fatica a gestire il lavoro con la famiglia».

Mausoleo Teodorico, 44mila euro dal ministero per migliorare il percorso di visita

Resterà l’attuale accesso accanto alla guardiola con il servizio di accoglienza, uscita sul retro direttamente alla Palazzina dove si trovano bookshop, bagni e punto di informazione turistica

Il ministero per i Beni e le attività culturali ha disposto l’assegnazione di un finanziamento per il sito “I monumenti paleocristiani di Ravenna” che prevede il sostegno per la predisposizione di servizi di assistenza culturale e di ospitalità per il pubblico e per azioni di miglioramento della sicurezza. Il Comune di Ravenna ha presentato un progetto, frutto del lavoro condiviso con la Direzione Musei Emilia-Romagna e la Soprintendenza di Ravenna, mirato alla valorizzazione del percorso di visita al Mausoleo di Teodorico a cui è stato assegnato un finanziamento di euro 44mila euro, circa un sesto del totale messo a disposizione per i 55 siti italiani.

Il progetto è costituito da una serie di interventi volti alla riqualificazione della fruizione del Mausoleo di Teodorico, mettendo a punto uno spazio ordinato a servizio dei visitatori. Interventi di risistemazione di alcune strutture e potenziamento degli apparati informativi mirano a migliorare l’accessibilità al monumento e a facilitare la fruibilità dei servizi aggiuntivi offerti dal complesso di biglietteria e bookshop. L’obiettivo è quello di sviluppare un percorso di visita coerente e di piacevole svolgimento che preveda il mantenimento dell’attuale accesso accanto alla guardiola con il servizio di accoglienza, l’avvicinamento al monumento dalla rampa principale davanti all’ingresso e l’uscita sul retro utilizzando un vecchio accesso che conduce direttamente alla Palazzina dove si trovano appunto i servizi: book shop, bagni e punto di informazione turistica, nonché l’accesso al parco pubblico retrostante

È prevista una schermatura e un orientamento attraverso piantumazione di essenze che consentano una migliore lettura del sito e il ripristino di elementi funzionali al percorso, per esempio il rifacimento del sottofondo e dei cordoli e la posa dello stesso basolato in pietra con eventuali integrazioni non solo per il decoro, ma soprattutto per la sicurezza dei visitatori. Una parte importante del progetto è anche l’ampliamento dell’accessibilità con specifica attenzione alle domande generate da chi ha bisogni speciali, a partire dalla segnalazione di ausili e scelte alternative di percorso; gli interventi di messa in sicurezza e di ottimizzazione degli accessi infatti costituiscono un ampliamento dell’accessibilità.

«Si tratta di un segno di attenzione importante del ministero rispetto ad un progetto che si pone in continuità con il percorso fatto – afferma Elsa Signorino, assessora alla Cultura – e scaturisce da un lavoro condiviso dai diversi soggetti che si occupano del sito Unesco di Ravenna: Direzione musei, Soprintendenza, Arcidiocesi e Comune, e guarda all’accessibilità, alla sicurezza e alla corretta lettura del nostro patrimonio monumentale».

Riparte il cantiere per ampliare il centro commerciale accanto al Pala De Andrè

Investimento da 30 milioni di euro sostenuto da Sva e Arco. Quest’ultima sta eseguendo i lavori: completamento previsto per febbraio 2021

È ripartito il cantiere per il  nuovo parco commerciale Teodorico, tra viale Europa e via Canale Molinetto. Si tratta dell’estensione dell’attuale centro commerciale Teodora: su un’area di circa 63 mila metri quadrati, sono previsti edifici commerciali per circa 16mila metri quadrati. Il parco commerciale – il cui investimento è del valore complessivo di circa 30 milioni – sarà realizzato da una società costituita dal gruppo Sva e dal consorzio Arco Lavori.

Nelle previsioni originarie, i lavori si sarebbero dovuti concludere entro la fine del 2020. «Con la sosta obbligata dovuta al lockdown ci sarà un po’ di ritardo – conferma il direttore generale di Arco, Emiliano Battistini – ma contiamo comunque di chiudere entro febbraio del prossimo anno».

Il mercato coperto riapre: capienza massima di 60 persone e si può ordinare via web

Dopo due mesi di chiusura, dal 20 maggio di nuovo operativa la struttura che aveva inaugurato a dicembre. Operativo anche il ristorante. Ingresso e uscita separati. Il sabato disponibile solo la Coop

Il MercatoDopo una chiusura durata oltre due mesi in corrispondenza della fase più acuta dell’emergenza coronavirus, il mercato coperto di Ravenna riapre al pubblico dal 20 maggio con un limite massimo di presenze contemporanee fissato a 60 persone. A riaprire saranno macelleria e gastronomia, salumeria, piadineria, forno, pescheria, bottega della pasta fresca, griglieria, il supermercato Coop, e prevedibilmente il ristorante “Legno”. Entro qualche giorno riaprirà anche il Bar Pascucci mentre, per ora, resteranno ancora chiusi al pubblico gli altri ristoranti e lo spazio eventi al primo piano con la piccola libreria.

Le nuove disposizioni per la sicurezza hanno modificato l’organizzazione della struttura di piazza Costa, inaugurata a dicembre dopo un restauro durato diversi anni. L’ingresso sarà solo da piazza Costa, mentre il varco di via Ponte Marino servirà da uscita. Ogni giorno è prevista l’igienizzazione costante dei locali, le superfici, i macchinari e anche le condotte di aerazione e condizionamento. Si potrà accedere al Mercato solo protetti da una mascherina, mentre all’ingresso e all’interno sarà disponibile gel disinfettante per le mani e i carrellini. Cartelli e segnaletica calpestabile a terra indicheranno le regole di permanenza, gli spazi e le distanze per sostare in sicurezza davanti alle botteghe e i percorsi interni, presidiati anche dal personale di vigilanza.

Si potrà fare anche la spesa online nelle botteghe, ordinando dal 15 maggio sul sito www.mercatocopertoravenna.it oppure al telefono, e riceverla direttamente a domicilio. Oppure si potranno ritirare di persona gli ordini effettuati online. Al supermercato Coop si potrà andare a fare la spesa su appuntamento, utilizzando dal 20 maggio il servizio di prenotazione online o al telefono.

Anche al Mercato Coperto si potrà pranzare e cenare seduti secondo le linee guida stabilite. È operativo un servizio di asporto o consegne a domicilio in bicicletta in tutto il centro storico della città.

Nasce infine il nuovo servizio gratuito della personal food shopper, che consiglierà e accompagnerà i clienti nella loro esperienza di acquisto, alla ricerca di ingredienti, preparazioni e piatti per ogni occasione. Il servizio è disponibile anche al telefono.

Le botteghe di Molino Spadoni saranno dal lunedì al venerdì e la domenica dalle 9 alle 23; il supermercato Coop, fino al 31 maggio, sarà aperto dal lunedì al sabato dalle 8 alle 20.30 domenica dalle 9 alle 13.30 e dalle 16 alle 20.30.

Furti di offerte all’obitorio, Azimut si difende: «Non spetta a noi la vigilanza»

L’azienda pubblica che gestisce la camera mortuaria risponde a Lpr che aveva segnalato un episodio

Schermata 2019 12 18 Alle 15.54.13«Le cassette per la raccolta di offerte nelle camere ardenti sono una prassi fornita dalle imprese di pompe funebri alle famiglie dei defunti, non è prevista la custodia da parte del gestore dell’obitorio come informano i cartelli in ogni camerino». È la difesa di Azimut, azienda a maggioranza pubblica che si occupa della camera mortuaria di Ravenna, dopo che Lista per Ravenna ha segnalato due casi di effrazione in una settimana. Azimut afferma che «non risultano anomalie passate al di fuori dei recenti eventi, risalendo qualche situazione vagamente similare soltanto a molti anni fa».

L’azienda però ritiene che in momenti così delicati «non possa essere considerata come priorità la vigilanza di tali cassette, né dovrebbe essere necessario». Per quanto riguarda i due episodi recenti, Azimut ha presentato denuncia alle autorità. L’area è coperta da diverse telecamere le cui immagini sono state rese disponibili agli inquirenti. «Non è stata data comunicazione pubblica degli eventi da parte di Azimut, doverosamente, in quanto erano in corso indagini».

Il prossimo passo sarà evidenziare la situazione a Comune di Ravenna e Ausl perché siano valutati eventuali provvedimenti che dispongano specifiche misure preventive: «Nell’immediato è stata disposta la chiusura di accesso laterale, come misura momentanea, connessa anche allo sviluppo delle indagini in corso».

Date le circostanze, come segno simbolico di vicinanza, Azimut disporrà una donazione ad una associazione benefica o altra similare destinazione, sulla base dei desideri espressi dai familiari dei defunti che hanno subito i furti «esprimendo la nostra vicinanza e solidarietà».

Lpr poi lamentava lo stato di degrado di alcuni locali dell’obitorio. «Vi è consapevolezza della necessità di interventi di manutenzione straordinaria in capo al proprietario Ausl Romagna – replica Azimut –. Piccola manutenzione è stata fatta, con l’impegno a mantenere monitorato il livello manutentivo e le condizioni generali, così come la manutenzione dell’area verde immediatamente esterna alle camere ardenti».

 

Cervia lancia 56mila coccinelle per salvare i pini dalla cocciniglia asiatica

Dal 2015 il parassita ha distrutto 500 alberi, il Comune ha misurato risultati soddisfacenti grazie all’utilizzo del predatore

CoccinellaCervia arruola un esercito di 56mila coccinelle per combattere la cocciniglia del pino. Nei giorni scorsi sono stati ultimati i lanci dell’insetto in diversi punti del comune per una superficie totale di 56 ettari con l’impegno della biofabbrica Bioplanet di Cesena, in funzione dell’andamento climatico e delle osservazioni sullo sviluppo primaverile della sua preda.

Il nuovo lancio di coccinelle ha riguardato le medesime aree già interessate nel 2019: buona parte di Milano Marittima, una vasta area della pineta di Cervia e del Parco Naturale, oltre al centro di Cervia e ad una parte della Pineta di Pinarella. Nel 2019 i risultati ottenuti erano stati considerati molto soddisfacenti.

La cocciniglia è un insetto di origine asiatica, descritto in letteratura per la prima volta da uno studioso giapponese. In Europa venne segnalato per la prima volta nel 2006, a Monaco, su un esemplare di pino marittimo situato nel giardino giapponese cittadino, per poi apparire in modo conclamato, nel 2015 a Cervia anno in cui l’insetto, nutrendosi e sviluppandosi sugli aghi in accrescimento delle conifere, ha causato il disseccamento e la morte di  di oltre 500 pini.

Metanodotto Mare-Terra sarà spostato a ovest della città: nuovo tracciato da 26 km

Il collegamento attuale è di 16 km ma attraversa la zona industriale/portuale: la nuova posa sarà in terreni agricoli e saranno dismessi 40 km di rete esistente

 B2 4458 1500pxIl metanodotto di 16 km che collega i nodi di “Ravenna mare” e “Ravenna terra”, a sud e nord della città, verrà sostituito con un nuovo tracciato di circa 26 chilometri, in aree non urbanizzate a ovest dell’abitato di Ravenna; per consentire la dismissione di 40 chilometri di rete esistente.

Nella seduta del 12 maggio il consiglio comunale, riunitosi in videoconferenza, ha approvato la delibera specifica. L’assessora all’Urbanistica Federica Del Conte ha fatto presente che il metanodotto esistente «garantisce il travaso dei quantitativi di gas prodotti dalle produzioni di gas naturale presenti al largo della costa adriatica verso il mercato del basso Veneto e verso il nodo e lo stoccaggio di Minerbio; questa importante connessione risulta necessaria per garantire flessibilità e sicurezza al servizio di trasporto verso gli utilizzatori del sistema del centro Italia. Il rifacimento dell’opera  si rende necessario per delocalizzare in area non urbanizzata il gasdotto esistente e ubicato all’interno della zona industriale/portuale ad est di Ravenna, caratterizzata da intensa antropizzazione».

L’assessora Del Conte ha fatto presente di non ritenere opportuno accogliere la richiesta di rinvio della delibera per chiarimenti avanzata da alcuni consiglieri di opposizione in quanto l’opera è strategica e pone la città in condizioni di maggiore sicurezza «poiché il nuovo metanodotto non attraversa le zone abitate». Dal punto di vista paesaggistico ha già avuto il parere favorevole della Soprintendenza (Sabap), mentre le osservazioni dei proprietari dei terreni interessati non possono essere rivolte al Comune essendo di competenza ministeriale. La richiesta di sospensione è stata respinta con 20 voti contrari (gruppi di maggioranza), 6 voti favorevoli (Lista per Ravenna, gruppo Misto, Ravenna in Comune), 4 astenuti (gruppo Alberghini, Forza Italia, Lega nord).

Questa la sintesi degli interventi in consiglio comunale. Forza Italia si è detta favorevole dal punto di vista ideologico, evidenziando tuttavia le proteste di un’azienda agricola di Madonna dell’Albero preoccupata per la sua produzione biologica. Il gruppo Misto ha espresso perplessità per il passaggio di una condotta su suolo agricolo e per l’impatto che avrà su quest’ultimo chiedendo il rinvio della delibera per chiarimenti e approfondimenti. Lista per Ravenna ha affermato di concordare in linea generale sull’opera ma di non essere sicura che il tracciato rispetti l’ambiente, associandosi alla richiesta di mettere ai voti la sospensione della delibera. Il gruppo Ravenna in Comune ha rappresentato che il caso specifico legato all’azienda è emerso dopo lo svolgimento della commissione anche se il tema delle colture a rischio era già stato sollevato. Il Pd ha evidenziato che si tratta di un’opera di miglioramento strategica ed essenziale rispetto all’attuale anche perché non percorre aree antropizzate né aree naturali e paesaggistiche; ha già affrontato ogni iter necessario. Il gruppo Ama Ravenna ha constatato con soddisfazione che c’è quasi unanimità di vedute e che si tratta di un’opera troppo importante per la città per essere rinviata.

Virus e tech: Itway disponibile per test su app Immuni. Farina: «Il futuro è il 5G»

Il fondatore e amministratore delegato della società di cyber sicurezza non nasconde i suoi dubbi sulla applicazione per il tracciamento dei contatti: «Dove saranno conservati i dati? Poi c’è la Cina tra gli investitori. Noi non accettiamo capitali cinesi»

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Andrea Farina, Ceo Itway

Potrebbe passare da Ravenna il collaudo di Immuni, l’app per telefonino scelta dal governo Conte come strumento per il tracciamento dei contatti in aiuto al contenimento dei contagi da coronavirus. Il fondatore e amministratore delegato della Itway, azienda di riferimento nel mondo della cyber sicurezza, si dice disponibile per sottoporre l’applicazione ai test sulla sicurezza. Andrea Farina, leader della multinazionale, non nasconde le sue perplessità sullo strumento. Ma Immuni è solo uno dei temi toccati da Farina nell’intervista a R&D tra tecnologia e virus: c’è stato spazio per ragionare di 5G, digital divide, telemedicina e ingerenze cinesi.

Farina, cominciamo dal tema caldo a proposito di tecnologia e coronavirus: l’app Immuni. Siamo già in fase 2 ma ancora non è disponibile e tante sono le perplessità. Lei come la vede?
«A mio parere, che è lo stesso anche di altri esperti, la caratteristica più preoccupante è che non è stata verificata sui parametri di sicurezza informatica. In gergo si chiama Wapt, web application penetration testing: si tratta di verificare le falle di nuove applicazioni che rappresentano possibili rischi per l’utilizzatore. Come Itway lo facciamo di lavoro e di solito ai primi test si trovano una trentina di punti critici. Su questo aspetto di Immuni non è stato detto niente ed è facile pensare che se avesse superato le prove verrebbe sbandierato con orgoglio. Noi siamo ancora disponibili a farlo per dare un prodotto più sicuro ai cittadini».

È sviluppata dalla Bending Spoons che ha chiuso il 2018 con ricavi per 32 milioni di euro e tre di utile. Conosce la società?
«Ha la sede in corso Como a Milano, nella Milano da bere. Ma avrei preferito che venisse scelta la proposta di una società solamente italiana».

Una quota è controllata dal fondo Nuo Capital che investe capitali cinesi. La preoccupa la Cina?
«Itway ad esempio non accetta investimenti di provenienza cinese. La Cina non è un paese democratico, fa i suoi interessi e io non lo dimentico. Quando si vanno a toccare certe questioni di sicurezza nazionale sarebbe il caso che lo avessero in mente tutti invece sento soprattutto grandi ringraziamenti per le tonnellate di aiuti che ci hanno inviato».

Access Adult Blur 261628Vale lo stesso discorso per la Russia?
«Non mi preoccupa al pari della Cina. Non sono certo filorusso e anzi a volte per scherzo dico che sarebbe bello se l’Italia diventasse la 51esima stella della bandiera americana. La Russia è un Paese più amico del nostro rispetto alla Cina. Però è noto che fanno attività di hacking anche contro di noi e contro l’Europa per questo quando c’è da valutare fra alternative in una scelta tecnologica il ventaglio è solo all’interno del mondo occidentale».

Ma sul lato pratico, pensa che Immuni funzionerà?
«Temo che farà poco perché è a scaricamento volontario. Alle condizioni attuali, io non la scaricherei: devono ancora dirci chi prenderà in carico i dati e dove saranno archiviati i dati. Torno al discorso di prima: li metteremo in server sul territorio italiano o andremo all’estero? Non è secondario per la sicurezza. In Italia abbiamo il super computer di Eni: è un’azienda pubblica, perché non usarla?».

Nel settore più globalizzato che si possa immaginare ha ancora senso parlare di confini nazionali?
«Siccome non viviamo nel mondo immaginato da John Lennon con Imagine, la questione territoriale è molto importante: perché l’America, che ci sia Obama o Trump, non riduce gli investimenti in cybersecurity?».

Tra le trecento proposte tra cui è stata scelta Immuni c’era anche quella targata Itway. Qual era la vostra idea?
«Abbiamo proposto un’app che avrebbe fatto la stessa cosa con il vantaggio aggiuntivo di potersi appoggiare a un sistema già funzionante e operativo da noi sviluppato in collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler per la Provincia di Trento. Il nome commerciale è Smartys: consente di fare telemedicina, soprattutto assistenza per anziani e categorie fragili. Ci è sembrato un’ottima base su cui appoggiare l’app per il tracciamento. Secondo noi era utile aggiungere il Gps ma il Governo lo ha impedito come condizione. Lo sviluppo di Smartys è partito nel 2015, l’abbiamo collaudata in collaborazione con due Ausl del Veneto ed è cofinanziata dal ministero per la Ricerca con fondi europei, quindi già lo Stato sta coprendo quelle spese. Poteva essere estesa con facilità».

Da questa pandemia usciremo puntando con slancio sulla telemedicina?
«Il futuro è quello. La nostra Smartys è già una applicazione completa con tutta la sensoristica possibile. Magari sarebbe un settore in cui investire una parte di quei 36 miliardi del Mes, nel caso decidessimo di andarli a prendere. È tempo di ammodernare la parte digitale, la sanità non può trovarsi in crisi e contare sulle donazioni dei privati che sono ammirevoli ma pagano già le tasse».

Difficile puntare alla telemedicina quando ci siamo appena resi conto che molte famiglie non avevano connessioni sufficienti per le lezioni online dei figli…
«Garantire l’accesso di tutti alla banda larga o ultra larga (rispettivamente oltre i 100 megabit e oltre il gigabit, ndr) è ormai una condizioni imprescindibile per la qualità della cittadinanza. Il paragone è con la viabilità: su statali e superstrade si viaggia e non si paga il pedaggio ma le paghi con le tasse, e così dovrebbe essere per le connessioni, con i 6 megabit di velocità garantiti a tutti i cittadini a carico dello Stato, soprattutto dove le aziende non vogliono andare perché non c’è mercato sufficiente. Spero che l’attenzione focalizzata su questioni sanitarie non tolga dalle priorità la questione del digital divide. Altrimenti ci ritroveremo con altri casi Inps».

Non è stato un attacco hacker?
«Non ci sono informazioni precise ma non c’è nemmeno la denuncia ufficiale al nucleo speciale della guardia di finanza come vorrebbe il Gdpr. Viene più da pensare a un sovraccarico del sistema».

Ridurre il digital divide e migliorare le infrastrutture vuol dire anche 5G. Come la pensa?
«Deve essere l’obiettivo da raggiungere, ancora una volta con attenzione alla sicurezza. Non è un caso che per questa partita la Nato abbia messo nella lista nera da anni la cinese Huawei. Secondo il mio punto di vista è una partita troppo grande per scegliere una tecnologia unica, anche se fosse l’americana Cisco non è detto che sarebbe la soluzione migliore. Ci vorrebbe un consorzio opensource di dimensione europea: codici sorgenti aperti come il noto modello Linux».

Alla Classense ora c’è un box per restituire libri e cd 24 ore su 24 senza entrare

Le altre 7 biblioteche del territorio prossimamente riceveranno anch’esse il box. Per il ritiro è possibile la versione self-service su prenotazione

Classense Box 2La restituzioni di libri, cd e dvd presi in prestito dalla biblioteca Classense di Ravenna è possibile 24 ore su 24. Dal 13 maggio è in funzione un box installato accanto all’ingresso di via Baccarini.

La Classense, sede centrale del Sistema Urbano delle biblioteche cittadine, è solo la prima a mettere a disposizione il servizio. Le altre 7 biblioteche del territorio prossimamente riceveranno anch’esse il box che renderà possibile la restituzione dei prestiti in completa autonomia e in qualunque momento ritenuto più comodo per l’utenza. Ciò va incontro alle esigenze di riduzione di contatto personale e di distanziamento, aumentando ulteriormente la sicurezza dei servizi che la biblioteca ha ricominciato a erogare. Tutti i volumi rientrati dal prestito verranno sanificati e posti in quarantena, secondo un protocollo elaborato insieme alle autorità regionali e nazionali; in seguito potranno essere fruiti in sicurezza.

In biblioteca è possibile il prestito su prenotazione, già attivo da lunedì 4 maggio, che consente alle persone di prenotare libri e documenti e di andarli a ritirare in biblioteca ad un orario concordato, evitando così ogni contatto personale o la creazione di file d’attesa.

Polo chimico: 700mila euro per manutenzione straordinaria in via Canale Magni

Un tratto di 2,5 km tra la rotonda degli Ormeggiatori e la rotonda degli Spedizionieri

Manutenzione StradeLa giunta comunale di Ravenna ha approvato un progetto di manutenzione straordinaria per via Canale Magni, dalla rotonda degli Ormeggiatori alla rotonda degli Spedizionieri. Siamo nell’area industriale sulla sponda sinistra del porto: si tratta del collegamento principale tra il polo chimico di Ravenna, la zona artigianale delle Bassette e le principali arterie esterne. L’intervento è del valore di 700mila euro.

Il primo tratto, che va dalla rotonda degli Ormeggiatori alla rotonda degli Scaricatori, ha una larghezza complessiva di 9 metri con una corsia per senso di marcia e una lunghezza pari a 1600 metri; il secondo tratto va dalla rotonda degli Scaricatori alla rotonda degli Spedizionieri, presenta due corsie per senso di marcia di larghezza complessiva di 9,75 metri mentre il tratto è lungo circa 750 metri.

Gli interventi prevedono bonifiche profonde, fresature e uso di bitume modificato con polimeri in grado di rendere l’asfalto meno suscettibile all’ invecchiamento. I manti stradali risulteranno quindi più performanti e in grado di resistere meglio e più a lungo alla pressione degli pneumatici, ai carichi pesanti e agli eventi atmosferici. È inoltre prevista l’esecuzione di interventi puntuali su via Baiona (tratto camionabile) e su via Bassette dove si procederà con bonifiche profonde, ricostruzione del pacchetto stradale, rifacimento degli strati di binder e del tappeto di usura.

È morto Federicomaria Muccioli, docente di Storia Greca a Ravenna per 15 anni

È morto il professore Federicomaria Muccioli che ha insegnato Storia Greca a Ravenna per oltre 15 anni nei corsi della Facoltà e poi del Dipartimento di Beni Culturali. Riceviamo e pubblichiamo il ricordo del docente e amico da parte dei colleghi del Dipartimento di Beni culturali dell’Università di Bologna con sede a Ravenna

Federicomaria Muccioli (002)Il professor Federicomaria Muccioli ha insegnato Storia Greca a Ravenna per oltre 15 anni nei corsi della Facoltà e poi del Dipartimento di Beni Culturali: generazioni di studenti hanno imparato da lui il metodo critico, il controllo rigoroso delle fonti, la ricerca dell’autentico rispetto al falso, il confronto delle ipotesi. Esercizio tanto più difficile per la storia antica proprio perché i documenti sono pochi e incerti; da quelle lezioni non dovevano nascere solo nuovi storici o nuovi archeologi, ma cittadini in grado di capire e leggere il presente e la contemporaneità anche in ragione di quello sforzo critico cui li spingeva il loro professore, mai temuto ma piuttosto rispettato.

Lo ricorderanno sempre i colleghi ravennati, ma la sua mancanza sarà avvertita anche nei bar e nelle trattorie dove si fermava a prendere un caffè o consumare un pranzo veloce nelle pause delle lezioni, a chiacchierare di futuro e di Plutarco, il suo scrittore più amato. Era impossibile non notarlo, non ricordarsi di lui e della sua borsa di cuoio piena di libri e del computer che teneva sempre con sé (è stato uno tra i pochi a non cedere alla comodità dello zainetto), della simpatia romagnola che sprigionava come un’aura irresistibile e attrattiva. Federico Muccioli mancherà a Ravenna, all’Università di Bologna, agli studenti e alla comunità di studiosi del mondo antico: Federico mancherà soprattutto alla sua famiglia, la moglie Manuela (il suo faro di Alessandria in questi anni come ha scritto nel dedicarle uno dei suoi ultimi libri, Storia dell’Ellenismo, Bologna 2019) e le due figlie Bianca e Ilaria.

Ci resteranno i suoi libri che continueremo a leggere, e in particolare La storia attraverso gli esempi (Milano-Venezia 2012) in cui hanno trovato sintesi le sue passioni: la storia e il racconto esemplare. E’ un titolo da cui traspare l’infinita passione per i classici e l’autore che più di tutti li ha tramandati verso la contemporaneità: Plutarco letto dagli umanisti, dai giacobini francesi e gli intellettuali italiani del Risorgimento. Federico era costantemente affascinato dal rapporto tra le storie individuali, a volte sofferte e incomprese, le biografie dei singoli rispetto ai grandi eventi e le vicende della storia. Le esplorava negli antichi e nella contemporaneità, come quando ha studiato la vita, e la morte, del ciclista Marco Pantani (e lui stesso era ciclista: tutti lo ricordano a Delfi quando seguiva e spesso precedeva in bicicletta i colleghi convegnisti che si spostavano con un pullman). Se la storia, particolare o universale, si conosce e comprende attraverso gli esempi, il prof. Federicomaria Muccioli è stato un esempio importante per tutti i colleghi, gli amici, i collaboratori, gli studenti che lo hanno conosciuto e incontrato.  Come una delle Vite di Plutarco ci sarà tempo e modo, in futuro, per raccontarla e conservarne la memoria preziosa: pur nel dolore della perdita, la sua famiglia ne sia orgogliosa.

Un appartamento trasformato per coltivare canapa indiana, 52enne arrestato

Sequestrate otto piante e 230 grammi già pronti per lo spaccio

Aveva organizzato il suo appartamento come un centro di produzione con sistemi di irradiamento e irrigazione: faceva crescere le piante di marijuana in una stanza mentre in un’altra le faceva essiccare. I carabinieri della compagnia di Ravenna, nella serata del 13 maggio, hanno arrestato un 52enne ravennate per coltivazione e spaccio di sostanza stupefacente. In totale sono state sequestrate otto piante e più di 230 grammi di stupefacenti già pronti per lo spaccio.

I militari della stazione di via Alberoni si sarebbero insospettiti dall’insolito afflusso di persone all’interno di un edificio da cui avrebbero sentito provenire l’inconfondibile odore delle piante di cannabis in essicazione. A seguito del processo per direttissima tenutosi nella mattinata odierna, l’Autorità Giudiziaria ha convalidato l’arresto e ha comminato al soggetto l’obbligo di dimora nel comune di Ravenna con permanenza notturna.

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