martedì
09 Settembre 2025

Coronavirus: in provincia due persone positive in più (a Cervia) ma nessun morto

I nuovi ammalati sono una minorenne che si è contagiata da un familiare e una 71enne che ha contratto il virus fuori provincia. Il numero dei guariti sale a 590

Coronavirus LaboratorioLa provincia di Ravenna registra due nuovi casi di positività al coronavirus (nel comune di Cervia) ma nessun nuovo morto. È l’aggiornamento di oggi, 10 maggio: il totale è 997, di cui 590 già guariti completamente. I decessi sono 77. Il resto sono i casi attualmente attivi: alcuni ricoverati e la maggior parte in isolamento domiciliare perché positivi o con sintomi compatibili. Ci sono poi altre circa 170 persone che non hanno sintomi ma restano in quarantena e sorveglianza attiva in quanto contatti stretti con casi positivi o rientrate in Italia dall’estero.

I due nuovi ammalati sono una minorenne che avrebbe contratto il virus per contatto famigliare con un caso già noto e una donna di 71 anni che avrebbe invece contratto il virus fuori provincia.

In Emilia-Romagna, dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus si sono registrati 26.796 casi di positività, 77 in più rispetto a ieri: fra gli aumenti giornalieri più bassi mai registrati finora. I test effettuati hanno raggiunto quota 231.637 (+4.271). Le nuove guarigioni oggi sono 269 (15.760 in totale), mentre continuano a calare i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi a oggi: -210, passando dai 7.401 registrati ieri agli odierni 7.191. Per un differenziale fra guariti complessivi e malati effettivi di 8.569, fra i più alti nel Paese.

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 4.803, -160 rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 150 (-5). Diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-42).

Si registrano 18 nuovi decessi: 5 uomini e 13 donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna sono arrivati a 3.845. I nuovi decessi riguardano 5 residenti nella provincia di Piacenza, 1 in quella di Parma, 4 in quella di Reggio Emilia, 2 in quella di Modena, 4 in quella di Bologna (nessuno nell’imolese), nessuno in quella di Ravenna, 1 a Ferrara, 1 in quella di Forlì-Cesena (nel forlivese), nessuno in quella di Rimini. Nessun nuovo decesso da fuori regione.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.361 a Piacenza (15 in più rispetto a ieri), 3.298 a Parma (13 in più), 4.846 a Reggio Emilia (11 in più), 3.800 a Modena (8 in più), 4.384 a Bologna (21 in più), 389 le positività registrate a Imola (1 in più), 975 a Ferrara (3 in più). In Romagna sono complessivamente 4.743 (5 in più), di cui 997 a Ravenna (2 in più), 928 a Forlì (2 in più), 749 a Cesena (nessuno in più), 2.069 a Rimini (1 in più).

La Orion Engineered Carbons dona 6.400 euro alla Pubblica Assistenza

Metà donati dai dipendenti e metà dalla società. I ringraziamenti dell’associazione: «Li useremo per acquistare dispositivi di protezione»

Foto OrionL’azienda Orion Engineered Carbons, presente nel polo petrolchimico di Ravenna, ha donato 6.400 euro alla Pubblica Assistenza cittadina come aiuto per fronteggiare il difficile periodo di emergenza sanitaria: 3.200 da parte dei dipendenti e altrettanti da parte della società.

«In questo difficile momento – si legge nella lettera firmata dal managing director Luis Fernando Molinari per comunicare il versamento – che il nostro Paese sta attraversando a causa della pandemia da Covid-19, la nostra società ha deciso, grazie ad un’iniziativa proposta dalla Rsu, di effettuare una raccolta fondi tra tutti i dipendenti per sostenere chi sta operando in prima linea per affrontare questa pesante emergenza. Dopo un’attenta valutazione delle diverse realtà del territorio, abbiamo deciso di devolvere quanto raccolto alla vostra associazione, che in questo momento necessita ancor più di un sostegno economico per poter far fronte alle maggiori spese dovute all’approvvigionamento dei materiali e delle attrezzature necessarie per lo svolgimento del proprio servizio di volontariato».

Pronta e toccante la risposta di Angela Gulminelli, presidente della Pa: «Mi hanno fatto piacere le belle parole che sono state riservate alla nostra associazione e il riconoscimento dell’attività rivolta alla collettività. Desidero ringraziare a nome mio, del consiglio direttivo e di tutti i volontari, i dipendenti Orion che hanno contribuito con parte del loro stipendio a comporre questa importante somma, così come la vostra società per aver raddoppiato la somma. Destineremo questa somma principalmente all’acquisto di dispositivi di protezione individuale. Proteggere il personale è stato il nostro primo impegno considerato che, da metà marzo e ancora oggi, siamo impegnati nel trasporto di pazienti Covid-19 positivi».

Parcheggio, Legacoop: «Azimut garantisce l’impiego di uno solo dei dieci disabili»

L’associazione delle cooperative si schiera al fianco della San Vitale, sfrattata dal Comune per affidare la gestione dei trecento posti di sosta alla società a controllo pubblico. Anche dall’opposizione si alzano critiche verso il sindaco

Parcheggio Giustiniano«È fondamentale che il sindaco di Ravenna assicuri che tutti i dieci disabili della coop sociale San Vitale impiegati nella gestione della biglietteria del parcheggio in largo Giustiniano conserveranno un posto di lavoro con la nuova organizzazione». Legacoop Romagna interviene nella vicenda dell’area di sosta da oltre trecento posti in centro città, a ridosso della basilica San Vitale. Tra il Comune e la cooperativa sociale si è innescato uno botta e risposta con l’amministrazione pubblica che ha accusato la società di strumentalizzare i fatti a tutela dell’azienda.

Legacoop afferma che «negli innumerevoli incontri tenuti negli ultimi due anni e fino all’altro ieri, Azimut garantiva al massimo un posto di sorvegliante dal lunedì al sabato, per un massimo di sei ore giornaliere nello stesso parcheggio. Eventuali altre opzioni lavorative non sono mai state definite». Azimut è la società a controllo pubblico (60 percento del Comune) a cui Palazzo Merlato ha scelto di affidare il parcheggio con un progetto di complessiva riqualificazione.

La Lega delle cooperative propone un incontro per trovare una soluzione: «Se si ritiene di non esercitare l’opzione che consente di affidare ad Azimut la gestione del parcheggio si proceda pure con un bando pubblico, che contenga ovviamente la clausola sociale a tutela dei lavoratori e una valutazione della qualità del progetto di gestione come elemento principale di attribuzione dei punteggi per l’assegnazione del servizio».

Tra pochi giorni scadrà il termine concesso dal Comune alla San Vitale per lasciare gli spazi e procedere con l’avvicendamento: «I disabili impegnati da anni nel parcheggio Giustiniano perderanno o cambieranno occupazione – si legge ancora nel comunicato della Lega delle Cooperative –. L’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate non è mai un fatto burocratico, ma necessita della presa in carico individuale di ogni persona e di progetti specifici da attuare in collaborazione con le famiglie e con la comunità circostante».

La presa di posizione di Legacoop è ferma: «Assisteremo in ogni passaggio la San Vitale per trovare la miglior soluzione. Accusare la presidente Romina Maresi e la cooperativa di avere falsificato la realtà o peggio di volere perseguire gli interessi della cooperativa, quasi che la cooperativa fosse altro rispetto ai bisogni dei propri soci e dei propri utenti, è un’insinuazione sbagliata e strumentale, smentita dalla storia e dall’esperienza della cooperativa, ben conosciute dai ravennati».

La vicenda sta attirando anche l’attenzione della politica. Alvaro Ancisi, consigliere comunale di Lpr, chiede al sindaco di fermare lo sgombero del parcheggio, prorogare la concessione alla San Vitale fino alla dichiarazione di superamento dell’emergenza coronavirus e tornare a ragionare con la stessa cooperativa di una riqualificazione in project financing: «Se è stato possibile per la piscina, potrà esserlo anche per un parcheggio, trattandosi peraltro di un progetto complesso». Ma soprattutto «non si lascino mai a spasso i dieci ragazzi».

Critiche dalla lista civica La Pigna: «Il sindaco ha deciso di affidare la gestione del parcheggio ad Azimut, una società che mira a fare profitti a discapito di una cooperativa che mira a dare dignità a ragazzi diversamente abili. Un nuovo assist a favore del poltronificio ravennate. De Pascale faccia un passo indietro o si trovi una collocazione per i dieci disabili».

Nuovo cda Hera: Manfredi confermato in quota Ravenna, terzo mandato per l’avvocato

Il legale è entrato nella governance della multiutility per la prima volta nel 2014. Esce l’altra ravennate, Giorgia Gagliardi di Fusignano, che rappresentava Cesena. Polemiche per le retribuzioni dei manager ai vertici: l’Ad Venier raddoppia in un anno e arriva a un milione di euro

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Danilo Manfredi

Sarà ancora l’avvocato Danilo Manfredi il componente in quota ravennate nel consiglio di amministrazione di Hera. L’assemblea dei soci della multiutility si è riunita a Bologna il 29 aprile scorso e ha nominato il cda per il prossimo triennio. Il 51enne Manfredi, ex segretario comunale del Pd a Ravenna, è uno dei sei confermati su quindici e si appresta così a svolgere il suo terzo mandato nella governance dove è entrato la prima volta nel 2014, indicato dall’allora sindaco Fabrizio Matteucci.

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Giorgia Gagliardi

In quell’anno anche un’altra ravennate entrò nel cda: la 38enne Giorgia Gagliardi, vicesindaco di Fusignano nei cinque anni precedenti, rappresentava però il territorio di Cesena. Per la fusignanese, entrata nel 2007 alla Cmc di Ravenna al servizio assistenza contrattuale per l’estero e ora in graduatoria per un posto da istruttore direttivo amministrativo contabile in Comune a Ravenna, arriva al capolinea l’esperienza ai vertici del colosso Hera: fino al 2023 per Cesena ci sarà Monica Mondardini. La 60enne cesenate è tra i top manager italiani: amministratrice delegata di Compagnie industriali riunite (Cir), di recente si è dimessa dal cda di Gedi Editoriale (di cui era stata anche Ad) dopo il passaggio del gruppo alla Exor.

Monica Mondardini
Monica Mondardini

«Ringrazio Giorgia Gagliardi per l’impegno e la professionalità dimostrati in questi anni – ha commentato il sindaco di Cesena, Enzo Lattuca – e auguro un buon lavoro a Monica Mondardini. Sono onorato che abbia accettato questo incarico e sono convinto che per Cesena possa rappresentare un’ulteriore possibilità di sviluppo di progetti insieme al Gruppo Hera». Gagliardi nel 2014 venne indicata da Paolo Lucchi, predecessore di Lattuca, e prese il posto di Roberto Sacchetti, attuale presidente di Start Romagna. Da Ravenna non sono giunti commenti in merito alla conferma di Manfredi.

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Tomaso Tommasi di Vignano e Stefano Venier, presidente e Ceo di Hera

Il cda (qui la composizione completa) ha poi provveduto alla nomina di presidente, vicepresidente e amministratore delegato. Alla presidenza riconfermato il bresciano Tomaso Tommasi di Vignano che guida il gruppo sin dalla nascita nel 2002. Vicepresidente (non esecutivo) l’ingegnere modenese Gabriele Giacobazzi, professore a contratto all’Università di Modena e Reggio Emilia. Come Ad è stato riconfermato Stefano Venier, in Hera dal 2004. Attorno a Tommasi di Vignano e Venier sta montando in questi giorni una polemica per l’aumento delle loro retribuzioni. Nel 2018 il presidente aveva incassato 558mila euro, nel 2019 sono stati 562mila. Ma ancora più consistente il compenso per il Ceo: dai 578mila euro del 2018 a 952mila. Nel caso di Venier a incidere è l’aumento alla voce “bonus e altri incentivi”, passata da 170mila a 540mila. Le retribuzioni di Gagliardi e Manfredi sono di 60mila euro annui, senza variazioni.

L’assemblea dei soci ha approvato la proposta del cda di distribuire un dividendo di 10 centesimi di euro per azione, in linea con quanto già annunciato nel piano industriale. Lo stacco della cedola avverrà il 6 luglio. «Complessivamente – si legge in una nota di Hera – gli azionisti hanno quindi beneficiato nel 2019 di un ritorno del 50 percento, frutto del rendimento annuo del dividendo approvato e dell’aumento del titolo Hera nel corso del 2019 sostenuto dai risultati sopra le attese e dell’ingresso nell’indice Ftse Mib». Lo stesso Piano industriale prevede una politica dei dividendi trasparente e in crescita, per arrivare fino a 12 centesimi nel 2023.

Il bilancio di sostenibilità 2019 di era parla di oltre due miliardi di euro distribuiti agli stakeholder del territorio, di cui 154 milioni nella provincia di Ravenna (9 in più rispetto al 2018): «Oltre 95 milioni ai fornitori locali – fa sapere l’azienda –, creando un indotto occupazionale di circa 800 posti di lavoro». Nella provincia di Ravenna i dipendenti sono 675 e i nuovi assunti lo scorso anno sono stati 27.

Hera è un gruppo industriale che conta circa novemila dipendenti e serve 4,3 milioni di cittadini di 330 comuni sparsi tra Emilia-Romagna, Marche, Friuli Venezia-Giulia, Veneto, Toscana. Nel 2002 la nascita, nel 2003 la quotazione in Borsa: il fatturato 2019 è stato 7,4 miliardi di euro.

L’hotel ai tempi del Covid: check-in online, doppi turni a tavola, servizi in camera

Monica Ciarapica, albergatrice da trent’anni a Cervia e presidente provinciale di Confesercenti, prova a immaginare come cambierà l’accoglienza: «Forse tutti daranno un servizio più esclusivo, finora riservato ad hotel e ristoranti di lusso»

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Monica Ciarapica, albergatrice di Cervia: da marzo 2017 è presidente provinciale di Confesercenti a Ravenna

Monica Ciarapica è albergatrice dal 1987. Oggi gestisce l’Hotel Commodore sul lungomare di Cervia, di sua proprietà. Un hotel stagionale di categoria 3 stelle che punta alle 4 stelle dopo una ristrutturazione e impiega 12 persone tra camerieri di sala, cameriere ai piani, brigata di cucina e receptionist. Ciarapica è anche presidente provinciale di Confesercenti dal 2017.

Il turismo dopo il Covid? Intanto mi piace iniziare a parlare del dopo, della ripartenza… un po’ di ottimismo responsabile! Probabilmente niente sarà come prima, non sarà affatto facile ma è assolutamente necessario prepararci a nuove abitudini, ad un nuovo metodo di lavoro che comporterà limiti, restrizioni per molti ma forse anche l’opportunità per altri di rivedere il nostro modello turistico, ma temo più costi per tutti.

La categoria a cui appartengo, ma anche tante altre categorie che rappresento, hanno una caratteristica, fornire servizi di qualità. In questo momento, più che mai, questo aspetto ci dovrà contraddistinguere come destinazione già riconosciuta a livello nazionale e internazionale. Dovremo gestire clienti e ospiti in modo differente, ma questo non mi spaventa! La preoccupazione maggiore è rappresentata dalla consapevolezza che i numeri in termini di presenze saranno evidentemente diversi da come eravamo abituati e le settimane su cui contare saranno molto meno rispetto a quelle di un’estate normale.

Sono pronta (come credo anche la maggior parte dei miei colleghi) ad adottare un atteggiamento responsabile per affrontare i mesi a venire; quindi formazione scrupolosa dei nostri collaboratori sulla base di linee guida che auspico saranno concordate tra i rappresentanti delle categorie interessate e gli enti competenti, e recepite quanto prima per garantire la protezione e la salute di ospiti, clienti e dipendenti. Chi come me gestisce hotel, ha già dovuto adottare da tempo le procedure necessarie per la prevenzione della legionellosi. Certo non è paragonabile a questa nuova infezione, ma l’approccio mentale è molto simile.

Adult Bath Towels Bed 1437861(1)È scontato che il distanziamento sociale che stiamo osservando in questi giorni dovrà essere garantito ancora per molto tempo, quindi tavoli, ombrelloni, lettini, dovranno essere allontanati, gli accessi alle spa contingentati, le hall degli hotel disposte diversamente. Faremo i check-in online, utilizzeremo un numero maggiore di chiavi elettroniche.

Come negli hotel anche nelle spiagge potrebbero nascere “postazioni suites” con l’ombrellone e i lettini protetti e isolati! Anche i buffet, il servizio ai tavoli e gli orari subiranno modifiche significative. Potremmo dover prevedere un doppio turno per il servizio del pranzo e della cena. Forse ci sarà un servizio più esclusivo, finora riservato ad hotel e ristoranti di lusso che prevedono l’uso di attrezzature di ristorazione che consentono di mantenere una distanza adeguata tra clienti e camerieri, servizio in camera per la colazione, collaborazioni tra categorie per offrire pasti… Il caffe al bar non sarà più consumato nella modalità che abbiamo sempre conosciuto, forse la tecnologia ci servirà per prendere le ordinazioni in modo diverso.

Auspico un’attenzione maggiore anche nella pulizia e nella sanificazione dei territori da parte delle amministrazioni locali, sarebbe un messaggio molto utile nella comunicazione. Anche l’efficienza delle strutture sanitarie è un tema da considerare.

Immagino un’estate in cui i comportamenti di tutti, turisti e operatori, saranno profondamente mutati rispetto al passato, ma comunque immagino e auspico una ripresa, se pur lenta, in tempi ragionevoli. Il nostro territorio è caratterizzato da ampi spazi, pensiamo alle molte spiagge, alle pinete, alle saline… tutti elementi su cui puntare per garantire a chi ci sceglierà una buona qualità della vita durante la vacanza. Ogni operatore, dal più piccolo al più grande dovrà trovare una nuova identità.

Lavori alla diga: chiusa al pubblico fino al 12 giugno e di nuovo da metà settembre

Modificata la tempistica della manutenzione che prevedeva una chiusura ininterrotta fino ad agosto

45267247 594253934326927 4625355563595726848 NAccogliendo la richiesta del Comune di Ravenna, che aveva rilanciato la posizione espressa in primis dalla pro loco e dal comitato cittadino di Marina di Ravenna, l’Autorità portuale ha deciso di rimodulare le tempistiche per i lavori di manutenzione alla diga foranea in modo da ridurre il periodo di chiusura inizialmente previsto fino alla fine di agosto. Con la nuova proposta concordata il 7 maggio, i lavori saranno divisi in due fasi: fino al 12 di giugno per arrivare al 70 percento dell’intervento e il resto da metà settembre.

In casa Uil nasce il coordinamento delle professioni infermieristiche dell’Ausl

«Da troppo tempo siamo oggetto di pericolose e inconcludenti strumentalizzazioni»

Infermieri 2Nasce tra le fila del sindacato Uil a Ravenna, per la precisione sotto l’ombrello della sigla di categoria Fpl, un coordinamento delle professioni infermieristiche nel contesto dell’Ausl. «Da troppo tempo – si legge in un comunicato inviato alla stampa – le professioni infermieristiche sono oggetto di pericolose e inconcludenti strumentalizzazioni da parte di chi, autoproclamandosi unico ed indiscusso paladino, non ha garantito nessuna risposta alle aspettative di migliaia di professionisti a servizio della persona e della collettività».

Alcuni infermieri che esercitano la professione in diversi servizi del territorio provinciale hanno dato vita all’iniziativa che la segreteria Uil ritiene utile «per accrescere lo spirito di gruppo utile alla valorizzazione delle singole professioni». Al momento il coordinamento è composto da otto membri e sarà allargato a coloro che vorranno contribuire con la propria disponibilità.

«L’obiettivo – si legge ancora nel comunicato – è di discutere ed elaborare, attraverso il costante confronto con i colleghi e attraverso specifici momenti e gruppi di lavoro, proposte finalizzate al raggiungimento di essenziali obiettivi: valorizzazione, sviluppo e autonomia professionale; miglioramento delle condizioni di lavoro; pieno riconoscimento del ruolo nei singoli contesti organizzativi. Nelle prossime settimane daremo il via ad ulteriori coordinamenti al fine di coniugare al meglio le varie anime che caratterizzano il lavoro di equipe nei servizi sanitari della nostra provincia».

Lista per Ravenna aiuta chi vuole fare ricorso contro le multe per regole anti-Covid

La forza politica di opposizione ha elaborato una bozza gratuita a disposizione principalmente degli ortisti che stavano andando nei propri spazi coltivati per autoconsumo

Healthy Dirty Agriculture Harvest 1268101Lista per Ravenna, forza politica di opposizione rappresentata in consiglio comunale a Ravenna da Alvaro Ancisi, ha predisposto una bozza di ricorso contro le multe subite da chi stava raggiungendo il suo orto coltivato per autoconsumo dopo il 26 marzo. Il ricorso, secondo il decano dell’opposizione, è fondato «su una serie di ragioni ineccepibili che potrebbero servire anche per altre specie di ricorsi attinenti alla normativa anti-virus, in particolare sugli spostamenti da casa ammessi dalla legge a determinate condizioni, tuttavia sanzionati». L’iniziativa è nata da un confronto con alcuni legali e non prevede costi per chi chiederà l’aiuto di Lpr: «Per informazioni rivolgersi nelle ore di ufficio al 0544-482225 o a grulistara@comune.ra.it».

Lista per Ravenna ha elaborato un vademecum avvalendosi, fino all’ultima definitiva stesura, della collaborazione, a titolo tecnico, del comando di polizia locale del Comune di Ravenna.

«La multa va da 400 a 3.000 euro, aumentata fino ad un terzo se si è utilizzato un veicolo, bicicletta compresa. Va pagata entro 60 giorni dalla data del verbale di contestazione. Ordinariamente, viene applicato sempre il minimo. La multa è scontata del 30 percento se pagata entro 30 giorni, scendendo dunque a 280 euro camminando a piedi o a 373,33 stando su un veicolo. È ammesso, anche senza l’assistenza di un avvocato, presentare ricorso al prefetto, se si è violata una norma disposta a livello nazionale (decreto o ordinanza governativa), oppure al presidente della Regione per un’ordinanza regionale o al sindaco per una sua ordinanza».

I termini delle scadenze sono stati dilazionati dal decreto legge 18 del 17 marzo 2020, il quale sospende i termini dei procedimenti amministrativi, inclusi quelli sulle multe anti-virus. Il periodo di sospensione decorre dal 23 febbraio 2020 e termina il 15 maggio 2020 (al netto di ulteriori disposizioni).

Il termine reale per il pagamento pieno di queste multe (60 giorni) decorre dal 16 maggio: significa che c’è tempo per pagare la multa piena (ad esempio quella da 400 euro) fino 14 luglio.

Il pagamento scontato del 30 percento si applica alle infrazioni contestate o notificate a partire dal 16 febbraio 2020, con scadenza il 31 maggio 2020: il termine ultimo per pagare la multa scontata del 30 percento è dunque e comunque il 31 maggio.

Per le multe fatte tra il 26 marzo e il 15 maggio (dopo tornerebbero a valere i termini ordinari), il termine dilazionato per la presentazione dei ricorsi, decorrente dal 16 maggio, scadrà il 14 giugno.

Se il ricorso non è accolto, non è previsto il raddoppio della somma, come per il codice della strada. Solitamente si applica la misura minima ordinaria (cioè non ridotta di un terzo): 400 euro se a piedi, 533,33 su un veicolo. Il ricorso non viene però preso in considerazione se la multa viene pagata prima. «Se si ritiene di avere solide ragioni per vedere accolto il proprio ricorso, pur senza averne la certezza, conviene non pagare la multa entro 30 giorni purché si accetti, in caso di esito negativo, di pagare – secondo la prassi finora invalsa – la multa intera, non scontata (400 euro anziché 280 se a piedi, oppure 533,33 anziché 373,33 stando su un veicolo)».

«Escluse dalle task force, le donne non si sono mai fermate»

La crisi vista dalla prospettiva di una femminista atipica, Luana Vacchi: «Le donne hanno creato alternative in una prospettiva giornaliera prima, durante e dopo la quarantena, nell’organizzare, curare, amministrare e trovare nuove parole»

53753633 10218453903489923 9146072164649140224 NLuana Vacchi, 49 anni, di professione insegnante, ama definirsi “femminista atipica”, è tra le socie attiviste alla Casa delle donne di Ravenna e dal 2015 nel coordinamento nazionale dell’Udi, Unione donne italiane. Le abbiamo chiesto di aiutarci a leggere questo periodo dal punto di vista femminile e femminista.

A fine aprile, nell’anno del Sars-Cov-2, il quadro della condizione femminile in Italia e nel mondo ha profili ben delineati. Quello che colpisce negli articoli di politica di genere è la somiglianza della vita delle donne ad ogni latitudine. Senza presunzione scientifica né di completezza, attraversando dati invisibili o che lanciano segnali di allarme e affidandoci ad una narrazione libera, proviamo a spaziare nel mondo, passando da un emisfero all’altro. «Le donne che già hanno vita difficile senza la pandemia, durante la pandemia hanno vita ancora più difficile» (Ilaria Capua, scienziata, direttrice di One Health).

Il governo britannico registra che nelle coppie eterosessuali è ancora possibile che sia la donna a guadagnare meno. Nei paesi occidentali, laddove si è cercato di quantificare i turni di lavoro fuori e dentro casa, risulta che le donne si sobbarcano gran parte della mole dei lavori domestici, dai più semplici ai più pesanti, anche se occupate in altre professioni. Lo stesso primato delle donne torna se si scorrono i lavori legati alla cura, all’assistenza, dalla sanità all’istruzione ai servizi. Questi settori sono tra l’altro gli ingranaggi funzionanti a pieno ritmo per mandare avanti la società dentro la teca di cristallo del tempo presente.

Sempre in maggioranza femminile è il lavoro smart: molte donne hanno scelto di diventare freelance per assecondare le proprie predisposizioni, ma anche per la necessità di avere un lavoro retribuito e la flessibilità di occuparsi della famiglia. Entrambe le categorie, oggi, vivono la difficoltà del lavoro da casa allargato a tutto il nucleo familiare, ma anche la contraddittorietà dei lavori agili, che in realtà significano temporanei, intermittenti e precari. Lo sanno bene le giovani generazioni, spesso altamente qualificate, che si trovano al termine di contratti oggi esauriti, non rinnovati, né rinnovabili.

Usciamo dalla dimensione occidentale e guardiamo ad altre recenti pandemie nei paesi africani e di che cosa ha significato per la parità di genere. «L’epidemia di ebola nell’Africa occidentale (2014) ha avuto un impatto sui redditi di tutti, ma il reddito degli uomini è tornato ai livelli precedenti all’epidemia più rapidamente di quanto non sia successo alle donne» (Julia Smith, Simon Fraser University). La storia economica delle donne, dunque, si ripete in loop nel tempo anche se si incrociano le geografie. Fa sempre bene ricordare l’appello di Simone De Beauvoir: «Non dimenticate mai che sarà sufficiente una crisi politica, economica o religiosa perché i diritti della donne siano rimessi in discussione.Questi diritti non sono mai acquisiti. Dovrete restare vigili durante tutto il corso della vostra vita».

Questa crisi sanitaria poi ha svestito i corpi, rivelando fragilità sconosciute. L’infezione da Covid-19 produce effetti diversi negli uomini e nelle donne. Queste ultime sono meno colpite degli uomini nelle fasce di età 0-20 e 60-80 anni. I dati della Cina sia sulla percentuale dei contagi, sia sul tasso di letalità sono confermati in tutti i paesi. La medicina di genere, così ancora poco indagata, dunque, si rivela quanto mai necessaria per comprendere l’evoluzione della specie umana.

Per contro il problema sanitario per le donne rimbalza tra le pareti domestiche, quando la casa non è nido, né porto sicuro. Di nuovo il dato è globale e stonato, dopo mesi di vita blindata, il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres si è appellato ai governi perché intervengano per contrastare il drammatico aumento delle violenze domestiche durante la pandemia. I report degli operatori e delle oratrici dei centri antiviolenza superano i confini nazionali, le diverse culture, tradizioni e credi religiosi. Sono diminuiti i reati (furti, omicidi, ecc.) su base annua, mentre si registrano incrementi nei casi segnalati di comportamenti violenti e potenzialmente rischiosi. Il dato allarma se si considera quanto distanziamento sociale e autoisolamento rappresentino strumenti di coercizione e di controllo da parte degli aggressori su una vittima priva di spazio fisico e mentale per chiedere sostegno e aiuto.

In Italia, Giusi Fasano sul Corriere della Sera del 27 aprile, conta e racconta sette femminicidi a partire dal 21 febbraio 2020. La violenza sulle donne non si ferma, dunque, ma si corre il rischio di derubricarla a conseguenza della convivenza forzata. Sul corpo delle donne, inoltre, si gioca la partita impari di un sistema sanitario stravolto dall’emergenza epidemiologica che finisce per mettere in discussione, per esempio, i diritti alla contraccezione e all’interruzione volontaria di gravidanza. Ci sono luoghi poi dove l’assenza della copertura di base accentua la fragilità delle fasce più deboli della popolazione: negli Stati Uniti, per rimanere nei paesi ricchi, le donne afroamericane hanno più probabilità di complicazioni letali durante il parto rispetto alle donne bianche. «Conosco a memoria / occhi / che mi cancellano/ come un appuntamento indesiderato» (Audre Lorde, poeta, militante, afroamericana)

Il microcoscopio rende visibile all’occhio umano non solo il virus Rna a filamento positivo, simile a una corona, ma anche il meccanismo a spirale di una società costruita a immagine e somiglianza degli uomini, per “amor di semplificazione” (scrive Caroline Criado Perez, in “Invisibili Come il nostro mondo ignora le donne in ogni campo. Dati alla mano”) che in crisi si avvinghia su se stessa e ne stritola una parte.

In corsa verso fasi successive, quindi, più che mai ansiosi di voltare pagina, i gruppi di lavoro di esperti – team o task force che siano – brillano per l’assenza di nomi femminili o per contarne una minoranza della minoranza, mentre le donne non si sono mai fermate, operando sia dal basso sia dall’alto. Hanno creato alternative, in una prospettiva giornaliera prima, durante, dopo la quarantena, nell’organizzare, curare, amministrare, trovare nuove parole, per superare l’ineffabile ed uscire dall’abuso di metafore belliche. Ascoltate le narrazioni di madri, madri single, amiche, sorelle, mogli, amanti, vicine, conoscenti. La filosofa femminista Joan Tronto parla di “democrazia della cura”, che richiede linee di investimenti per proteggere una vita umana piena, che includono l’educazione, i servizi per l’infanzia, il contrasto alla violenza sulle donne, ma anche le tutele occupazionali, il reddito di base, la protezione ambientale.

Per concludere, senza sapere bene, però, di cosa voglia dire “per dopo”, mettiamo in pratica questa attitudine a costruire legami sociali e questa competenza del prendersi cura per ridefinire i compiti della collettività, fatta di corpi, interconnessioni, bisogni, differenze, consapevoli dei legami che ci uniscono, senza la frenesia di un ritorno monocromo al come prima.

Diffusione epidemia: 16esimo giorno consecutivo con meno di 10 casi ma altri 2 morti

I nuovi ammalati tra l’8 e il 9 maggio aumentano di due e il totale è 995 (metà già guariti)

Ospedale Di RavennaLa diffusione dell’epidemia di Covid-19 in provincia di Ravenna anche oggi, 9 maggio, si mantiene sui numeri incoraggianti visti nell’ultimo periodo: alle 12 i nuovi casi rispetto a 24 ore prima sono due e quindi è il sedicesimo giorno consecutivo in cui il dato quotidiano non tocca la doppia cifra (se prendiamo solo il mese di maggio sono stati diagnosticati 13 casi). Il totale dalla fine di febbraio arriva a 995 (metà già guariti, molti dei casi attivi stanno affrontando la malattia in casa).

Si registrano però ancora vittime. Sono due i residenti in provincia deceduti e così il totale delle persone connesse al territorio ravennate che hanno perso la vita per il coronavirus sono 77 (numero compreso nel totale appena citato, tranne una decina di decessi che non erano residenti in provincia ma erano stati diagnosticati qui perché pazienti in strutture sanitarie del territorio). I morti di oggi sono un uomo di 85 anni e una donna di 86.

Le guarigioni complete aumentano di 25 (584 in totale) e due guarigioni cliniche, persone che dovranno essere sottoposte ai tamponi di negativizzazione.

Sono circa 170, infine, le persone che restano in quarantena e sorveglianza attiva in quanto contatti stretti con casi positivi o rientrate in Italia dall’estero.

Numeri incoraggianti anche per quanto riguarda lo scenario regionale. In Emilia-Romagna dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus si sono registrati 26.719 casi di positività, 121 in più rispetto a ieri. I test effettuati hanno raggiunto quota 227.366(+5.500). Le nuove guarigioni oggi sono 420 (15.491 in totale), mentre continuano a calare i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi a oggi: -329, passando dai 7.730 registrati ieri agli odierni 7.401. Si registrano 30 nuovi decessi: 16 uomini e 14 donne.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.346 a Piacenza (12 in più rispetto a ieri), 3.285 a Parma (19 in più), 4.835 a Reggio Emilia (16 in più), 3.792 a Modena (13 in più), 4.363 a Bologna (31 in più), 388 le positività registrate a Imola ( nessuna variazione ), 972 a Ferrara (2 in più). In Romagna sono complessivamente 4.738 (28 in più), di cui 995 aRavenna (2 in più), 926 a Forlì (6 in più), 749 a Cesena (8 in più), 2.068 a Rimini (12 in più).

«Cambia il gestore del parcheggio ma l’impiego dei disabili non è a rischio»

Il Comune replica alla cooperativa sociale San Vitale a proposito dell’area che passa ad Azimut di cui la stessa coop è socia: «Si tutelano i lavoratori, non la singola azienda»

Parcheggio Giustiniano«Nell’affidamento della gestione del parcheggio di largo Giustiniano a Azimut, società a capitale misto pubblico privato aggiudicataria del servizio, il reimpiego del personale diversamente abile è sempre stato un pilastro delle richieste del Comune». Palazzo Merlato risponde alla cooperativa sociale San Vitale per respingere le accuse di una mancanza di sensibilità dell’amministrazione pubblica nei confronti dei lavoratori diversamente abili. Sono dieci le persone della coop impiegate all’ingresso dell’area di sosta adiacente alla caserma Gorizia, a ridosso della basilica di San Vitale.

Il Comune non ci sta a passare per chi non ha attenzione per persone che hanno affrontato un percorso di inserimento lavorativo: «L’assegnazione del parcheggio, il cui affidamento alla cooperativa San Vitale è scaduto, non può che passare attraverso una selezione pubblica, che può prevedere forme di tutela per i lavoratori impiegati nei servizi e non certo per la singola cooperativa come sembrerebbe pretendere la presidente». Ecco perché il Comune giudica le parole della coop «strumentali e contenenti elementi non corrispondenti al vero».

L’amministrazione fa sapere che «si era tuttora al lavoro, anche con la cooperativa San Vitale, per ottenere un pieno e totale reimpiego delle persone nel grande novero di servizi che essa gestisce per conto di Azimut di cui la stessa coop è socia o direttamente del Comune».

Nei piani del Comune c’è una riorganizzazione complessiva dei parcheggi della città «che prevede investimenti importanti per garantire un ampliamento dell’offerta complessiva di sosta e un aumento di funzionalità, sicurezza ed illuminazione».

Partono i lavori sulla provinciale Gardizza tra Conselice e Lugo, dureranno 10 mesi

Il cantiere sarà realizzato in due fasi per un totale di 3,5 km tra gli incroci con la Selice e la Bastia: allargamento della strada e rifacimento del ponte sul Fossatone Nuovo

CantiereDa lunedì 11 maggio prendono il via i lavori per la riqualificazione della strada provinciale 59 Gardizza, nei comuni di Conselice e Lugo. Gli interventi cominceranno a Conselice, nel tratto compreso tra l’incrocio con la Selice e lo stabilimento Unigrà.

Una volta conclusi questi primi interventi, il cantiere si sposterà nel tratto tra l’Unigrà e l’intersezione con la Bastia, nel territorio di Giovecca. In quest’ultimo caso gli interventi prevedono anche la demolizione e ricostruzione del ponte sul canale Fossatone Nuovo.

Il progetto della riqualificazione prevede l’allargamento della strada a 9,5 metri e la sistemazione dei servizi dall’intersezione con la provinciale 13 Bastia fino all’intersezione con la Selice per una lunghezza di 3,5 km. L’ultimazione di tutti i lavori è prevista per febbraio 2021. Per tutta la durata di questi lavori, di competenza provinciale anche nella gestione della viabilità, il traffico nel tratto interessato sarà deviato su percorsi alternativi.

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