venerdì
12 Settembre 2025

Nuova ordinanza: ora è ufficiale, si può andare a coltivare l’orto

Il provvedimento del presidente della Regione, valido anche negli appezzamenti comunali

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I vigili durante i controlli negli orti al parco Baronio di Ravenna

Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha firmato un’ordinanza che disciplina e integra alcune misure restrittive ora in vigore.

Fra le principali novità valide in tutto il territorio regionale, dal 23 aprile al 3 maggio saranno consentite alcune attività come la cura degli orti, ma senza spostarsi fuori dal comune di residenza, o il taglio della legna per autoconsumo – sempre all’interno del proprio comune -, o la vendita di prodotti florovivaistici (semi, piante, fiori).

Restano sospesi tutti i giorni tutti i mercati, fatta eccezione per quelli a merceologia esclusiva per la vendita di prodotti alimentari e i posteggi destinati e utilizzati per la vendita di prodotti alimentari che si svolgano all’interno di strutture coperte o in spazi pubblici recintati.

Cambiamenti anche nelle province di Piacenza e Rimini e il comune di Medicina, con la frazione di Ganzanigo, nel bolognese, dove su alcune misure finora più restrittive avviene un riallineamento rispetto al resto del territorio regionale. Dal 27 aprile, riapriranno infatti banche e uffici postali, mentre già dal 23 aprile le aziende, ora sospese, potranno far accedere ai propri locali i dipendenti o il personale esterno per attività di vigilanza, manutenzione, sanificazione o gestione dei pagamenti, oppure spedire merci giacenti in magazzino o ricevere beni e forniture, in ognuno di questi previa autorizzazione del Prefetto.

Queste, nel dettaglio, le misure previste.

Orti e vendita di fiori
In tutta l’Emilia-Romagna, dal 23 aprile al 3 maggio è consentita la coltivazione del terreno per uso agricolo e l’attività diretta alla produzione, per autoconsumo, anche all’interno degli orti urbani e comunali. Attività che potranno avvenire esclusivamente all’interno del proprio comune di residenza.
Inoltre, è consentita la vendita di prodotti florovivaistici (come semi, piante, fiori ornamentali, piante in vaso, fertilizzanti…) negli esercizi commerciali al dettaglio. Ed è consentito il taglio della legna, per autoconsumo, in situazione di necessità, limitando gli spostamenti dalla propria residenza e comunque entro il territorio comunale di residenza.

Imbarcazioni e cantieristica navale
Per quanto riguarda le imbarcazioni di diporto all’ormeggio, sono permesse le attività artigianali rese da terzi per interventi di manutenzione a bordo e sono consentite, nell’ambito delle attività di cantieristica navale, l’attività di “consegna di magazzino” nonché le attività propedeutiche allo spostamento dal cantiere all’ormeggio o le attività connesse comunque finalizzate alla consegna, previa comunicazione al Prefetto.

Mercati
Restano invece sospesi tutti i giorni i mercati ordinari e straordinari, a merceologia esclusiva, i mercatini e le fiere, compresi i mercati a merceologia esclusiva per la vendita di prodotti alimentari, e più in generale i posteggi destinati e utilizzati per la vendita di prodotti alimentari. Così come resta sospeso il commercio su aree pubbliche in forma itinerante.
Se invece si svolgono all’interno di strutture coperte o in spazi pubblici stabilmente recintati o comunque perimetrati con strutture idonee a non consentire l’accesso all’area se non dagli ingressi autorizzati e sempre nel rispetto delle norme già previste per gli esercizi commerciali (allegato 5 Dpcm 10 aprile 2020), sono permessi i soli mercati a merceologia esclusiva per la vendita di prodotti alimentari e i posteggi destinati e utilizzati per la vendita di prodotti alimentari.

I creditori approvano la proposta di concordato presentata dalla Cmc

I voti a favore sono stati il 78,15 percento. Il 20 maggio l’udienza di omologazione

L’assemblea dei creditori della procedura di concordato preventivo della Cmc ha approvato la proposta presentata dalla cooperativa. I voti a favore sono stati il 78,15 percento, quelli contrari l’1,74 percento. Lo fa sapere l’azienda di Ravenna con una nota. Per il prossimo 20 maggio è fissata l’udienza di omologazione, ultimo passaggio della procedura.

Cocaina in casa e soldi sotto terra: pusher denunciato, recuperati 20mila euro

Operazione della guardia di finanza. Lo spacciatore e un cliente sanzionati per essere usciti violando le regole del lockdown

FotoLa guardia di finanza di Cervia ha recuperato ventimila euro in contanti al termine di un’operazione antidroga che ha portato alla denuncia di un pusher. Il denaro, una parte del quale era nascosto in un barattolo sotto terra nel giardino dell’abitazione dello spacciatore, è ritenuto il frutto dell’attività illecita. Per l’uomo anche una sanzione per la violazione delle disposizioni che permettono la circolazione solo in casi di necessità: le Fiamme Gialle lo hanno trovato mentre cedeva una dose a un cliente.

È stato quell’episodio a portare all’epilogo dell’indagine. I Finanzieri tenevano d’occhio il pusher e hanno assistito a una consegna in strada: lo spacciatore in bici ha affiancato un’auto che procedeva a passo d’uomo nella zona cervese e fra i due c’è stata una stretta di mano.

L’uomo sul velocipede si dava alla fuga, mentre il soggetto a bordo dell’autovettura ammetteva di avere appena acquistato da quest’ultimo una dose di cocaina, che consegnava ai militari. A quel punto è stata individuata l’identità del pusher con la perquisizione della casa e il ritrovamento del denaro e di altre dosi.

Ai tempi del coronavirus la tesi di laurea si discute dalla cucina in ciabatte

Lezioni, esami, lauree: tutta l’attività degli atenei è spostata online con collegamenti da remoto. Ecco la testimonianza di uno studente fuorisede di Beni Culturali a Ravenna: «Meno tensione senza vedere i volti della commissione». Poi la gioia di essere proclamati con la maglia da calcio del Lecce

WhatsApp Image 2020 03 17 At 18.07.45 (3)Ai tempi del coronavirus succede che la tesi di laurea si discute al tavolo della cucina di casa con le ciabatte ai piedi. È quello che ha fatto Antonio Augenti, 27enne di Lecce che il 17 marzo si è laureato alla facoltà di Beni Culturali di Ravenna: «Le lezioni sono ferme da febbraio ma l’università ha dato la possibilità di fare la discussione e la proclamazione online».

E così quel pomeriggio Antonio si è messo un vestito blu elegante e la camicia bianca con le infradito per conservare quel tocco di comodità casalinga, si è sistemato davanti al suo portatile e si è collegato con i cinque professori della commissione. Laurea magistrale in Scienze del Libro e del Documento, 110 e lode. «Ho condiviso il mio schermo con i docenti perché vedessero le mie slide e loro vedevano me perché avevo la webcam accesa. Io invece non vedevo loro e questo devo dire che in un certo senso ha ridotto la tensione perché per quanto le aule dell’università le considerassi ormai come casa, non è mai come stare in cucina».

WhatsApp Image 2020 03 17 At 18.07.44 (2)Tutto si è svolto appoggiandosi sul programma Microsoft Teams, utilizzato anche per la didattica online dalle scuole. Antonio ha consegnato la tesi il 20 febbraio, appena tre giorni prima che in Emilia-Romagna arrivasse la prima ordinanza di restrizione a scuole e atenei. «In un primo momento si pensava che avremmo fatto discussione e proclamazione in aula ma a porte chiuse e quindi sono rimasto a Ravenna. Poi si è capito che non sarebbe stato stato possibile ma ho scelto di non tornare in Puglia, anche per seguire le indicazioni che invitavano a non spostarsi».

Il neolaureato spende parole positive per Unibo: «L’università è un’istituzione molto complessa ma posso dire che in questa situazione si è davvero dimostrata agile e disponibile. Ci hanno tenuto informati quotidianamen- te sugli sviluppi, ci arrivavano email anche in tarda serata o nel weekend con le cose che dovevamo sapere. Ci hanno davvero aiutato».

Via streaming non ha viaggiato solo la discussione ma anche il supporto di amici e parenti: «Il tavolo sembrava una cabina di regia della Rai. Avevo il computer per la tesi, un altro per collegarmi con la famiglia via Skype, il telefono con Whatsapp per gli amici». E tra i privilegi di laurearsi via internet c’è anche che al momento della proclamazione, avvenuta senza trasmissione video ma solo audio, Antonio si è tolto lo sfizio di sentirsi proclamare dottore vestito con la maglia giallorossa non del Ravenna ma del suo Lecce di cui è tifoso.

In un post su Instagram ha poi raccontato il dopo: «Invece di correre sui gradini del mio amato Palazzo Corradini, mi sono messo a urlare alla finestra improvvisando un flashmob al limite della denuncia». Tanta la gioia, difficile condividerla a pieno con gli affetti più cari: «Con i miei coinquilini ci siamo concessi un brindisi senza avvicinarci troppo e la sera abbiamo preso la pizza a domicilio. Con i parenti abbiamo brindato in videochiamata e poi si festeggerà davvero quando tutto sarà finito». Anche l’Università ha già in mente di fare lo stesso: a tutti è stato comunicato che non appena sarà possibile verrà organizzata una cerimonia di festeggiamenti.

UNIVERSITA
La biblioteca di Palazzo Corradini

La tesi di Augenti è in letteratura teatrale: «Non è una delle materie caratterizzanti del corso ma è da sempre una mia passione. Quando i teatri erano ancora aperti – ricorda Antonio con un sorriso – andavo una volta a settimana a Ravenna». Come spendere ora sul mercato del lavoro la laurea appena conseguita? «La mia magistrale è molto settoriale, con i suoi pro e i suoi contro: esci con una formazione in archivistica e biblioteconomia e su queste materie sei preparato quindi gli sbocchi possibili sono le biblioteche, gli archivi. Di contro però è evidente che gli sbocchi sono molto ridotti in Italia».

Antonio ha trascorso sei anni a Ravenna perché prima della magistrale ha conseguito anche la triennale. «All’inizio ho vissuto l’impatto difficile che vive chiunque arrivi in questa città da fuori. Mi sono preso una settimana di cielo grigio e pensavo non fosse possibile sopravvivere. Gli orari di negozi e locali molto diversi dalle mie abitudini. Insomma, ci è voluto un po’. Poi si cominciano ad apprezzare le cose di questa città e le amicizie aiutano». Anche se il pugliese riconosce che la maggior parte dei rapporti li ha stretti con colleghi fuori sede come lui. E adesso? «Mi piacerebbe fare esperienze di lavoro da altre parti ma Ravenna potrebbe essere una città in cui tornare a vivere e lavorare».

Ordigni bellici nella duna sulla spiaggia di Lido Adriano, in corso la bonifica

Vietato da un’ordinanza l’accesso, già comunque regolato dalle norme anti coronavirus

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Foto di repertorio

Il tratto di spiaggia di Lido Adriano compreso tra gli stabilimenti balneari Giada Beach e Bagno Azzurra è oggetto in questi giorni di un’operazione di bonifica bellica, in quanto nella duna a protezione dell’abitato sono stati ritrovati diversi ordigni e loro frammenti, avvolti da consistenti incrostazioni marine.

Fermo restando che comunque sono in vigore le misure di contenimento e contrasto della diffusione del Coronavirus, che consentono spostamenti solo per ragioni di lavoro, salute e necessità, un’ordinanza comunale vieta a chiunque di accedere al tratto di spiaggia compreso tra i due stabilimenti balneari, tranne al personale della ditta incaricata delle operazioni di bonifica bellica, al personale delle forze dell’ordine e militari, al personale dipendente del Comune di Ravenna per l’accesso al cantiere.

Al personale impegnato in lavorazioni all’interno degli stabilimenti balneari è consentito l’accesso allo stabilimento e alle pertinenze, resta precluso l’accesso alla spiaggia.

Coronavirus, “solo” 4 nuovi casi a Ravenna. Ma c’è anche un altro morto (di 72 anni)

 

In Emilia-Romagna sono 23.434 i casi di positività al Coronavirus, 342 in più rispetto a ieri. Le nuove guarigioni sono 445 (7.146 in totale). I test effettuati hanno raggiunto quota 140.874, 5.996 in più rispetto a ieri. Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi (22 aprile) sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

In calo i casi positivi attivi: -160 rispetto a ieri (13.084 contro 13.244).

Calano anche le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi: complessivamente arrivano a 8.903, 116 in meno rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 282, stabili rispetto ieri. E diminuiscono quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-81).

Le persone complessivamente guarite salgono a 7.146 (+445): 2.337 “clinicamente guarite, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 4.809 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Si registrano 57 nuovi decessi: 22 uomini e 35 donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna sono arrivati a 3.204. I nuovi riguardano 10 residenti nella provincia di Piacenza, 6 in quella di Parma, 11 in quella di Reggio Emilia, 9 in quella di Modena,10 in quella di Bologna (1 nell’imolese), 1 in quella di Ferrara, 1 in provincia di Ravenna (un uomo di 72 anni), 2 nella provincia di Forlì-Cesena, tutti nel territorio forlivese), 5 nella provincia di Rimini; 2 decessi di fuori regione.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 3.533 a Piacenza (73 in più rispetto a ieri), 2.973 a Parma (64 in più), 4.437 a Reggio Emilia (68 in più), 3.472 a Modena (23 in più), 3.558 a Bologna (51 in più),359 le positività registrate a Imola (1 in più), 833 a Ferrara (28 in più). In Romagna sono complessivamente 4.269 (34 in più), di cui 941 a Ravenna (4 in più), 833 a Forlì (4 in più), 621 a Cesena (4 in più), 1.874 a Rimini (22 in più).

In maggio «attività fisica all’aperto, da soli». 150 euro a famiglia per lo sport

L’annuncio del sottosegretario alla presidenza della giunta dell’Emilia-Romagna

Photo Of Woman Wearing Pink Sports Shoes Walking 1556710«Ci avviciniamo a una fase diversa, i numeri stanno migliorando e ci stiamo abituando tutti a tenere nuovi comportamenti. Credo che con il regime che si aprirà dopo il 3 maggio sarà possibile per tutti gli sportivi recuperare una fase della propria attività fisica, quella individuale in particolare, quindi sempre da soli e distanti dagli altri. Stanno maturando le condizioni per fare questo». Lo ha spiegato il sottosegretario alla presidenza della giunta dell’Emilia-Romagna, Davide Baruffi, rispondendo in diretta Facebook alle domande dei cittadini sulla possibilità di riprendere l’attività fisica all’aperto.

Rimanendo in tema di sport, Baruffi ha parlato anche delle difficoltà delle piccole società sportive rimaste senza sponsor e quote di tesseramento. «La Regione ha fatto un primo stanziamento di 3 milioni e mezzo di euro e ha concordato come utilizzare questi soldi con il Coni e i Comuni. A settembre ci sarà un contributo, un voucher mediamente di 150 euro per le famiglie, in modo da consentire a tutti di svolgere attività sportiva».  (Ansa.it)

Confesercenti ai sindaci: «Suolo pubblico gratis, eventi in grande stile in inverno»

La presidente provinciale Confesercenti, Monica Ciarapica, ha inviato ai sindaci della provincia di Ravenna la lettera che di seguito riportiamo integralmente.

Cameriere Foto Presa Da LavoroinpenisolaLe aziende del commercio, turismo e servizi, senza protestare, hanno accettato una chiusura gravosa, ma necessaria, nella convinzione che la salute pubblica sia la priorità assoluta. Sono trascorsi circa due mesi da quando gran parte delle imprese sono chiuse. Senza clienti, senza incassi, ma con dipendenti, contributi, tasse, affitti, bollette, mutui ed impegni pregressi, per non parlare della merce e delle scorte. La situazione può diventare esplosiva, con risvolti non solo economici, ma anche sociali e umani pesantissimi. È ormai chiaro a tutti che, almeno per qualche tempo, dovremo convivere con il Coronavirus. Per questo è importante avviare velocemente la riapertura delle attività, dotandosi di idonee misure di sicurezza. Confesercenti nazionale ha inviato al Governo un documento preciso e puntuale, con modalità operative per tutti i settori che ci riguardano. La stima delle perdite di fatturato previste nel 2020 è pesantissima: 29% per bar e ristoranti; 31 % per alberghi; 18% per commercio al dettaglio non alimentare (valore che sale al 26% per l’abbigliamento). Si tratta di valori medi nazionali, che diventano ancora più pesanti per le località che hanno componenti importanti di turismo stagionale. Davanti a un quadro di questo tipo servono interventi straordinari, che di seguito sintetizziamo.

1-Certezze su date di apertura delle varie categorie e linee guida su aspetti sicurezza/sanitari: l’operatore deve avere tempo per organizzare e pianificare l’apertura conoscendo il contesto in cui dovrà muoversi (distanze, mascherine, ecc.). Indicazioni chiare, precise e realizzabili in tempi rapidi e senza esosi investimenti;

2-ottenere gratuitamente suolo pubblico (o aumento di quello eventualmente già occupato) per i pubblici esercizi. La logica è di recuperare i posti che si perdono per effetto delle presumibili distanze che si renderanno necessarie ai fini della sicurezza. Ombrelloni o gazebo potrebbero permettere di ottenere buoni risultati in questo senso. Meteo permettendo, sarebbe una soluzione utile anche fino all’inizio della fase autunnale. L’operazione è semplice ed immediata e deve seguire una corsia emergenziale e non ordinaria: non va “burocratizzata”, con passaggi fra più uffici e rimpalli di responsabilità. Per pubblici esercizi e chioschi, seguendo idonee misure di sicurezza, riteniamo vada autorizzata da subito la vendita da asporto;

3-la cancellazione totale di una serie di imposte e tributi, da definire in tavoli di concertazione nazionale e locali. È illusorio ritenere che le imprese siano in grado di fare fronte a determinati costi con un semplice posticipo di pochi mesi rispetto alla naturale scadenza. In ambito locale, riteniamo si possa azzerare la tassa di occupazione del suolo pubblico per il 2020 e depennare TARI e IMU almeno per il periodo di chiusura delle attività. In riferimento alla TARI, occorre tenere presente che la diminuzione della capienza dei locali comporterà una diminuzione di produzione di rifiuti pertanto è necessario rivedere, abbassandola, la tariffa nel suo insieme per tutta la durata dell’anno e di vigenza del distanziamento sociale. Chiediamo anche la riduzione degli affitti di immobili di proprietà pubblica, proporzionale al periodo di inoperosità;

4-il posticipo al 31 dicembre di tutte le scadenze fiscali e tributarie, nazionali e locali che non dovessero essere cancellate. In questo caso il tributo dovrà essere dilazionato nelle successive due annualità;

5-l’estensione delle agevolazioni per i canoni di locazione, sia riguardo al numero dei mesi sia riguardo alle categorie catastali, e la possibilità di posticipare di un anno la scadenza del contratto;

6-finanziamenti a lunga scadenza a tasso zero per liquidità immediata alle piccole e medie imprese. I primi riscontri avuti dal Decreto del Governo su questo tema appaiono lenti e macchinosi, più paragonabili a una “normale” richiesta di finanziamento che alla straordinarietà di questa fase;

7-in previsione di una graduale ripresa dei consumi e con la volontà di tornare ad impegnare tutto il personale nelle aziende, andrebbe previsto uno sgravio contributivo per il primo anno di attività dopo la riapertura;

8-attivare, anche in sede locale, un tavolo operativo fra Istituti di credito, Amministrazioni Comunali e Associazioni di categoria per monitorare regolarmente le azioni intraprese ai fini di veicolare liquidità alle imprese;

9-Cantieri pubblici: chiedere deroga a Governo per semplificare e velocizzare appalti, che possono costituire un boccata d’ossigeno per l’economia locale;

10-ragionare pensando al domani ed al ritorno ad un territorio “vivo”. Servono risorse, quindi, per organizzare la ripartenza. Presumibilmente, per l’estate, sarà necessario puntare su piccoli eventi diffusi e non manifestazioni di massa. Per l’inverno andrebbero programmate iniziative in grande stile, di richiamo ed impatto.

Restauro in corso, Tomba di Dante rivestita da un telo con l’immagine del sepolcro

Il cantiere è operativo: progetto da 300mila euro che riguarda anche il Quadrarco di Braccioforte. Completamento previsto per fine agosto

Entra nel vivo il cantiere per la ristrutturazione della Tomba di Dante, in vista delle celebrazioni per il settimo centenario della morte del poeta che sono previste da settembre, e il monumento in centro a Ravenna è stato rivestito da un telo che copre le impalcature. Dall’esterno è visibile la riproduzione grafica del sepolcro.

L’intervento costerà al Comune circa trecentomila euro e coinvolgerà anche il Quadrarco di Braccioforte, l’antico chiostro adiacente, oggi chiuso da una cancellata in ferro battuto. Per quanto riguarda la tomba, l’ultimo intervento di restauro del bene monumentale risale al 2006.

Il progetto prevede esternamente una disinfestazione e la rimozione di muschi e licheni e di “depositi superficiali”, oltre a nuove stuccature al posto di quelle ritenute incoerenti e a una risistemazione degli intonaci. All’interno si procederà con una pulizia generale e interventi di stuccatura dove necessario. Sia fuori che dentro (a eccezione delle parti lapidee) la Tomba sarà applicato un prodotto protettivo idrorepellente.

«Turismo, Ravenna potrebbe avere dei vantaggi. La cucina? Sarà più etica»

 

Abbiamo chiesto un intervento sul “dopo” coronavirus anche a Gilles Donzellini, titolare del ristorante La Campaza di Fosso Ghiaia, fondato nel 1982, e oggi uno dei locali per ristorazione più grandi d’Italia, con circa 1.200 coperti. Da qualche mese Donzellini è inoltre presidente del consorzio Ravenna incoming che riunisce operatori privati e collabora con gli enti pubblici per la promozione del territorio.

Gilles DonzelliniVorrei innanzitutto aprire con un ringraziamento a tutti coloro che stanno lavorando quotidianamente per affrontare l’emergenza sanitaria e con un messaggio di vicinanza all’intero sistema turistico che, in modo particolare, è colpito duramente da questa terribile epidemia.

Come presidente di Ravenna Incoming, credo che in questa fase sia importante – per tutte le componenti del sistema – capire innanzitutto quali possano essere le prime misure che verranno applicate nelle prossime settimane, e avere chiarezza sui tempi e i modi previsti per tornare alla normalità. Occorre comprendere queste dinamiche per definire corrette politiche di transizione fra la fine dell’emergenza e il vero e proprio ritorno alla normalità (che, a mio parere, ci potrà essere completamente solo quando verrà diffuso il vaccino al virus).

Se nella fase intermedia, pur con ridotte regole di aggregazione, la convivialità verrà tenuta in considerazione come una possibile modalità di spostamento, dovremo cambiare il nostro modo di fare impresa, ma potremo comunque lentamente ripartire.

Potremo contare così su un maggior turismo endogeno: gli italiani che decideranno di viaggiare, dopo una quarantena di settimane, punteranno a visitare località meno conosciute rispetto alle mete classiche, invogliati dalla riscoperta di un’Italia che ha moltissimo da offrire e da scoprire. Ravenna è a buon diritto una di queste: e può giocarsi sin d’ora, fra i molti asset, il richiamo di Dante 2021, magari costruendo collaborazioni con altre città d’arte delle stesse dimensioni, dando origine a tour esperienziali tutti made in italy.

Se invece il cittadino non potrà spostarsi da Comune a Comune o da regione a regione, questo influirà pesantemente sui flussi, e quindi sulla ripresa del nostro turismo.

Dal punto di vista della ristorazione, il ristorante La Campaza, che gestisco insieme alla mia famiglia, risente come molti altri di questo stop forzato, che non riguarda la sola attività di pubblico esercizio, bensì anche tutti i settori Mice, eventi, catering e cerimonie facenti parte anche essi della nostra attività.

In questo quadro, che ci vede spettatori di una situazione socialmente ed economicamente difficile, abbiamo deciso di mantenere i contatti con la nostra clientela attraverso i nostri canali social.

Tutto il nostro personale ci invia consigli e videoricette per chi è a casa, e noi li pubblichiamo sulle nostre pagine, registrando numerosi apprezzamenti.

Immagino un futuro dell’offerta ristorativa diverso da quella attuale.

Ci sarà un ritorno all’autenticità, attraverso una cucina più etica e responsabile, fatta di piatti più semplici e più in linea con la nostra identità. Il nostro ruolo come ristoratori non si ferma alla somministrazione, e più che mai in questo periodo ne ho certezza: infatti c’è un aspetto che in questa fase mi ha toccato molto, facendomi riflettere sul ruolo di grande responsabilità sociale che ha chi fa il nostro mestiere. Molti clienti, soprattutto anziani – abituati a frequentarci per il pranzo domenicale, che rappresenta per loro l’unico momento di svago settimanale – ora sono soli… Ci telefonano, anche solo per sentire la nostra voce, per ristabilire in qualche modo quel contatto che li faceva sentire considerati e coccolati. Abbiamo ricevuto diverse chiamate, alcune davvero commoventi. Dico loro di resistere: appena si potrà riaprire, non vediamo l’ora di accoglierli. Sarà una gioia nuova anche per noi.

Gilles Donzellini

I rifugiati accolti nelle case dei ravennati: «Alla sera giochiamo a Monopoli…»

Avviata la terza convivenza sul territorio da parte del gruppo locale di Refugees Welcome. Le testimonianze

Nonostante l’emergenza sanitaria, Lo scorso 7 marzo il gruppo locale di Refugees Welcome Italia (RWI), in collaborazione con il Comune di Ravenna, ha avviato la terza convivenza sul territorio all’interno del progetto “Dalle esperienze al modello: l’accoglienza in famiglia come percorso di integrazione”.

A seguito dell’iter di incontri, profilazione e valutazioni previsto dalla metodologia di Refugees Welcome, la famiglia di Margherita De Punzio, Michele Muscillo e Francesco (10 anni) ha aperto le porte della propria casa a Mamadou Sow, 21 anni, originario della Guinea Conakry.

Il patto di convivenza stipulato prevede un’accoglienza semestrale, come da prassi dell’associazione, eventualmente rinnovabile per un periodo di ulteriori sei mesi, e mira a sostenere la persona ospitata nel proprio percorso verso il raggiungimento dell’autonomia. «L’accoglienza in famiglia – si legge in una nota dell’associazione – permette infatti al rifugiato di entrare a far parte di una comunità e conoscere più velocemente il contesto sociale e culturale del Paese ospitante, creare una rete di rapporti locali, migliorare la conoscenza della lingua, riattivare risorse umane e lavorative: riprendere a studiare, trovare un impiego, frequentare un corso di formazione professionale. Chi accoglie ha l’opportunità di conoscere una nuova cultura, aiutare una persona a costruire un proprio progetto di vita, diventare un cittadino più consapevole e attivo, creare nuovi legami».

I promotori sottolineano come non sia previsto nessun tipo di contributo economico a sostegno della famiglia ospitante; «qualora se ne presentasse necessità, però, i volontari del gruppo territoriale potrebbero intervenire a supporto tanto di chi ospita quanto della persona accolta, tramite l’organizzazione di raccolte fondi o campagne di crowdfunding mirate al raggiungimento di un obiettivo specifico».

«Ho deciso di aderire al progetto dopo aver letto un’intervista di un’esperienza simile – racconta Margherita De Punzio –. Ho agito istintivamente, come sempre, anche se era da un po’ che volevo muovermi con qualcosa di più concreto. Quando ho comunicato la scelta a Michele, il mio compagno, e Francesco, nostro figlio, hanno approvato con entusiasmo. So già che ci saranno critiche rispetto alla scelta, ma davvero non mi importa, anzi non faranno che confermarla. Non cambierò certe idee, sarebbe un traguardo fantastico certo, ma sapere che un mio amico pochi giorni dopo ha avviato lo stesso percorso è stata una grande soddisfazione, per questo è importante raccontare certe esperienze; la conoscenza, quella vera, è sempre la via giusta. Certo i dubbi sono stati tanti, questo periodo surreale poi ne ha aggiunto altri, ma posso confermare che ad oggi, nonostante il periodo duro per tutti, le perplessità si sono rivelate inutili e sono certa che tutto questo potrà solo arricchirci».

Durante il percorso di prima accoglienza all’interno di un Cas, Mamadou ha sempre dimostrato di essere un ragazzo attivo e volenteroso, intraprendendo esperienze lavorative sia come aiuto-cuoco che come carpentiere. «Mi piacerebbe seguire un corso di informatica o metalmeccanica, mi piace montare e assemblare le cose – racconta a una volontaria di RWI durante una lunga telefonata. Rispetto alle limitazioni imposte dall’emergenza Covid-19, Mamadou ammette: «Mi manca andare a correre. Con Francesco però giochiamo a basket a casa. Quando lui fa i compiti io chatto con i miei amici o leggo un libro. La sera guardiamo un film tutti assieme o giochiamo a Monopoli».

Aly Pier CarloDue giorni dopo, il 9 marzo si è rinnovavata invece la convivenza tra Aly Doukoure (22 anni), guineano, e Pier Carlo Ghiselli, direttore amministrativo in pensione, che lo scorso autunno erano stati protagonisti della seconda accoglienza in famiglia avviata all’interno del progetto ravennate. L’imminente scoppio dell’emergenza sanitaria ha travolto anche la loro realtà, compromettendo l’intento di Pier Carlo di sostenere Aly nella ricerca di un percorso formativo che arricchisse la sua esperienza lavorativa; nonostante il momento di particolare difficoltà Pier Carlo afferma che «anche con il Coronavirus si può – organizzandosi bene – fare accoglienza». Fin dal primo momento Aly ha rispettato tutte le misure restrittive in maniera più che rigorosa, anche e soprattutto per tutelare la salute dei genitori molto anziani di Pier Carlo. Ad una domanda riguardo alla situazione sanitaria nella zona in cui vive attualmente la sua famiglia, in Liberia, Aly risponde «Al momento, ringraziamo Dio, stanno tutti bene. Mi chiamano tutti i giorni, soprattutto mia madre. Veramente, è un momento difficile. Insieme ce la faremo… facciamoci forza Italia!».

Fiorenza Gallo«Avere Gallo qui con me la considero una fortuna, fossi stata sola sarei affondata nella depressione. Per cercare di tenere impegnato lui, ci teniamo occupati con le pulizie, in cucina e prepariamo torte, piadina, pane… Mi aiuta sempre con la cena. È lui che aiuta me e non il contrario». Queste invece le parole di Fiorenza Campidelli che, sempre a discapito del contesto emergenziale, in data 25 marzo ha formalizzato (digitalmente, nel rispetto delle restrizioni ministeriali) la propria disponibilità a prolungare la convivenza con Gallo Ba, 21 anni, senegalese, per un periodo di altri sei mesi oltre a quelli già trascorsi. Gallo, che nel 2019 aveva lavorato principalmente in agricoltura, con l’anno nuovo aveva invece intrapreso un percorso di tirocinio semestrale in ambito ristorativo, successivamente interrotto a causa dell’avanzata della pandemia. «Ho anche perso il lavoro, Fiorenza mi ha aiutato tanto con questa emergenza. Sono molto felice che abbiamo rinnovato la convivenza. Stamattina abbiamo pulito la cucina. Almeno qualcosa da fare! Se dobbiamo stare a casa senza fare nulla, il tempo non passa» scrive all’attivista di Refugees Welcome con cui nei mesi ha mantenuto i contatti più stretti, raccontandole di come sfrutta il tempo libero studiando per l’esame teorico della patente di guida, oltre che guardando film e telegiornali con Fiorenza o preparando da mangiare, «sempre insieme».

Per offrire o chiedere ospitalità, diventare attivista o saperne di più sul progetto di Refugees Welcome Italia è possibile iscriversi al sito https://refugees-welcome.it/. Il gruppo territoriale di Ravenna è contattabile all’indirizzo email ravenna@refugees-welcome.it o tramite la pagina Facebook https://www.facebook.com/RefugeesWelcomeRavenna.

La regista a Hong Kong, dove il lockdown non esiste: «Bastano mascherine e distanza»

La ravennate Nicole Garbellini ha una compagnia teatrale nella città cinese da 7,5 milioni di abitanti dove secondo i numeri ufficiali il coronavirus finora ha fatto solo 4 morti. Scuole chiuse, al ristorante al in 4 e distanziati: «La pandemia ha fermato le proteste contro la governatrice Carrie Lam ma riprenderanno»

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Le strade di Hong Kong

Con i suoi 6.500 abitanti per kmq, Hong Kong è al quarto posto nel mondo per densità di popolazione e al 20 aprile è arrivata a 1.030 casi di coronavirus (erano 149 un mese prima) e solo quattro morti, senza mai introdurre una serrata totale prolungata come quella che stiamo vivendo in Italia. Un paragone con la Lombardia: 422 residenti per kmq con 12mila decessi e 68mila positività. Per avere una testimonianza dalla regione amministrativa speciale della Cina, distante 900 km da Wuhan dove tutto cominciò, abbiamo raggiunto al telefono una ravennate che vive là da 15 anni. (a fine gennaio avevamo parlato con un altro ravennate nella stessa città).

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Nicole Garbellini

La 39enne Nicole Garbellini è un’attrice e regista teatrale, che ha fondato la compagnia Aurora Theatre nella città asiatica, e ci descrive così la quotidianità hongkonghese: «Tutti hanno la mascherina e l’avevano per abitudine già da prima del coronavirus, quando stanno poco bene restano a casa, spesso si lavano le mani o usano i gel disinfettanti, al ristorante sono permesse al massimo 4 persone per tavolo e distanziate, all’ingresso di molti luoghi pubblici viene misurata la temperatura corporea, a tutti viene consigliato di lavorare da casa più possibile e mantenere le distanze». Questo è bastato per contenere il contagio: «Personalmente non conosco nessuno che si sia ammalato». Il distanziamento sociale è richiesto fino all’inizio di maggio.

I media internazionali descrivono così come si è organizzata Hk. I medici possono ordinare tamponi per i pazienti sospetti basandosi esclusivamente sulle proprie valutazioni cliniche e la campagna di test è stata massiccia. I positivi sono ricoverati indipendentemente dalla gravità dei sintomi per evitare contagi familiari. I contatti ravvicinati degli infetti devono restare in quarantena domiciliare per due settimane e devono indossare un braccialetto elettronico collegato allo smartphone che fornisce informazioni sui propri movimenti. Lavorare da casa più possibile.

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Seduta al centro Nicole Garbellini: dal 2005 l’attrice e regista ravennate vive a Hong Kong dove ha fondato la compagnia teatrale Aurora Theatre. Nella foto con il cast di “Mussolini’s Mistresses”

Gli unici spazi chiusi sono le scuole che non hanno riaperto dopo il capodanno cinese e i centri sportivi che sono di proprietà dello Stato. «Un lockdown completo non c’è mai stato e penso che non ci sarà. Qualche attività ha chiuso comunque perché circolano meno persone. Adesso qualcuno sta avendo paura perché c’è stato un incremento di casi recente dovuto probabilmente a persone arrivate da fuori». E si è acceso qualche risentimento verso gli occidentali: «Sono quelli che mettono meno la mascherina perché non è nella nostra cultura e vengono visti male».

Finora Nicole non ha modificato la sua attività sul palcoscenico: «A inizio marzo avevamo uno spettacolo in programma e siamo riusciti a farlo perché era in un periodo in cui avevano allentato ogni restrizione». È stato invece necessario rivedere l’altra attività parallela fatta di lezioni di teatro e workshop con le scuole e con gli adulti: «Non c’è stato altro da fare che passare alle lezioni via computer. È stato stimolante dal punto di vista professionale perché non avrei mai immaginato che il teatro si potesse fare anche tramite uno schermo e invece ci riusciamo. Certo, abbiamo dovuto fare degli aggiustamenti ma usando una app come Zoom riusciamo a fare molte cose. Privilegiamo i monologhi ma anche i dialoghi si riescono a fare».

Unnamed
Lo skyline di Hong Kong

Gli echi delle notizie dall’Italia e dall’Europa hanno portato l’artista a modificare la sua routine: «Sono a Hong Kong e la vivo alla hongkonghese: protezioni, Amuchina, mascherina, distanza. Però nel weekend sono andata al ristorante».

Il Sars-Cov-2 ha avuto la forza di bloccare il clima di contestazioni popolari contro l’esecutivo di Carrie Lam: «La gente non è più in piazza perché c’è la paura del virus ma credo che le protesta siano solo sospese e non cancellate. Di recente la governatrice ha anche ricevuto un aumento di remunerazione da Pechino che in un altro momento avrebbe certamente scatenato violente manifestazioni. Io credo che appena passerà la tensione per la Covid i manifestanti torneranno in strada».

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