venerdì
12 Settembre 2025

Finti appalti e lavoro nero: i sindacati chiedono un tavolo in prefettura

Cgil, Cisl e Uil lamentano la frequenza di casi di somministrazione irregolare di manodopera e evasione contributiva

Edil6I sindacati Cgil, Cisl e Uil chiedono al prefetto di Ravenna la convocazione del Tavolo provinciale sul mercato del lavoro e il rispetto delle regole. La richiesta arriva dopo l’ultima caso di controlli in una casa famiglia di Savio in cui sono risultati impiegate in nero persone che percepivano il reddito di cittadinanza.

«È l’ennesima dimostrazione della presenza sul nostro territorio di fenomeni distorsivi del mercato del lavoro che vanno rigettati con decisione dall’intero sistema produttivo e dalle istituzioni – scrivono i sindacati –. Quanto emerso dalle importanti attività d’indagine dimostra il progressivo espandersi del fenomeno a nuovi settori d’attività e quindi la necessità di riprendere urgentemente il tema, con la regia della prefettura e con una consapevole e convinta partecipazione di tutte le istituzioni e dell’insieme delle associazioni di categoria».

Le organizzazioni sindacali denunciano la presenza diffusa di lavoro nero, di situazioni riconducibili al caporalato, di un uso spregiudicato degli appalti e delle terziarizzazioni finalizzati a ridurre il costo del lavoro applicando “contratti pirata”, lucrando sulla perdita delle condizioni di miglior favore per i lavoratori a fronte di continui cambi d’appalto, con omessi versamenti contributivi e d’imposta. «Pratiche incompatibili con un tessuto economico improntato alla legalità, al rispetto delle regole, alla leale concorrenza e che danneggiano l’intera collettività».

Nel caso di Savio sarebbe emersa la fornitura di personale da parte di una società di servizi, tramite un contratto d’appalto fittizio finalizzato alla somministrazione irregolare di manodopera ed all’evasione contributiva. «Si tratta di un fenomeno estremamente preoccupante, già registrato nel nostro territorio, anche se con implicazioni di minore gravità, e sviluppatosi soprattutto nell’ambito dei pubblici esercizi e del turismo, tanto che è stato oggetto di uno specifico protocollo sottoscritto nel 2019 in prefettura fra i sindacati, le associazioni d’impresa e i sindaci di Ravenna e Cervia». Quella firma è stata l’occasione per una prima riunione in Prefettura, con l’obiettivo di definire tavoli tecnici e di approfondimento con le parti sociali, le istituzioni, tutte le autorità competenti e gli organismi ispettivi per prevenire il diffondersi di questi fenomeni: «Dobbiamo registrare che quegli impegni ad oggi non hanno avuto seguito e che non tutte le rappresentanze del mondo produttivo hanno riconosciuto le criticità evidenziate con la medesima convinzione».

Settima domenica ecologica: ecco chi può circolare e chi no nel centro abitato

Per il 2 febbraio a Ravenna in vigore le stesse limitazioni abitualmente previste dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 18.30

Pexels Photo 543605Il 2 febbraio è in programma la settima delle dieci “domeniche ecologiche” istituite nell’ambito delle misure di regolazione della circolazione stradale previste dal Piano aria integrato regionale (Pair 2020) contro l’inquinamento atmosferico (le prossime saranno il 16 febbraio, l’1 marzo e il 15 marzo). Saranno quindi validi i medesimi provvedimenti in vigore dal lunedì al venerdì (eccetto festività) dalle 8.30 alle 18.30 (le limitazioni alla circolazione sono quindi sospese al sabato, nelle domeniche non ecologiche e nei festivi).

All’interno del centro abitato (area delimitata da apposita segnaletica) divieto di transito per i veicoli:
– a benzina precedenti l’Euro 2
– diesel precedenti l’Euro 4
– ciclomotori e motocicli precedenti l’Euro 1

Potranno invece circolare liberamente i veicoli:
– a benzina dall’ Euro 2 in poi
– diesel dall’ Euro 4 in poi
– ciclomotori e motocicli dall’ Euro 1 in poi
– alimentati a gas metano o gpl
– con almeno 3 persone a bordo (car pooling) se omologati a 4 o più posti e con 2 persone se omologati a 2 posti
– elettrici e ibridi
– ciclomotori e motocicli elettrici
– per trasporti specifici e per uso speciale, attrezzati per lavorazioni particolari, così come definiti dall’articolo 54 del codice della strada (elenco dettagliato nell’ ordinanza allegata).

Sono poi previste ulteriori deroghe tra le quali, a titolo esemplificativo e non esaustivo, quelle per i mezzi guidati da turnisti e operatori in servizio di reperibilità; per i veicoli a servizio di persone invalide provvisti di contrassegno H; per i veicoli adibiti al trasporto di prodotti deperibili (ad esempio “camion frigo”); per chi ha Isee inferiore a 14 mila euro; per chi soggiorna in strutture di tipo alberghiero, per arrivare/partire dalla struttura; per i mezzi al servizio di manifestazioni regolarmente autorizzate e guidati da operatori economici che accedono o escono dai posteggi dei mercati o delle fiere autorizzate dal Comune.

Troppi incidenti a Osteria, incrocio pericoloso: un esposto chiede una rotonda

Lungo l’elenco di sinistri tra via Dismano e via Lunga, l’ultimo il 29 gennaio. Ora un cittadino diffida Comune e Provincia per adottare interventi risolutivi

DSC 7980Una rotatoria al posto dell’incrocio tra via Dismano e via Lunga nella frazione di Osteria. È la richiesta contenuta nell’esposto-diffida che un cittadino ha inviato al Comune e alla Provincia di Ravenna, il primo competente perché in ambito urbano e la seconda perché proprietaria delle strade. La richiesta arriva a ridosso di un altro incidente stradale in quel momento, solo l’ultimo di un lungo elenco, avvenuto il 29 gennaio con tre feriti. A rendere nota l’esistenza dell’esposto è Alvaro Ancisi, consigliere comunale di Lista per Ravenna, che ha ricevuto l’esposto «per consuetudine di rapporto». Il decano dell’opposizione, nel rendere nota la circostanza alla stampa, poi sottolinea che «l’esposto è strutturato giuridicamente come diffida a provvedere, dimodoché, in caso di nuovi analoghi sinistri stradali nel punto viario in questione senza che niente di risolutivo sia stato effettuato, Comune e Provincia potrebbero essere chiamati a risponderne in sede giudiziaria».

DSC 7934La pericolosità di questo incrocio a raso è già nota: «Nel tentativo di ridurla – scrive Ancisi – sono stati effettuati nel tempo, anche a seguito dei solleciti compiuti dal locale comitato cittadino, alcuni interventi, quali il rafforzamento della segnaletica verticale, l’installazione di segnaletica luminosa, la collocazione di dissuasori di sosta nell’area di intersezione, il posizionamento di uno specchio convesso e l’installazione di un box autovelox. Consistendo unicamente in operazioni sulla sicurezza passiva, non sono stati però risolutivi».

Incrocio Vie Dismano Lunga Foto Scattata OggiAlla luce dell’esposto, Ancisi presenta un question time a Michele de Pascale, sindaco del Comune e presidente della Provincia: «Avendo  ricevuto copia dell’esposto per conoscenza, intende attivarsi presso i rispettivi uffici delle Infrastrutture civili e della Viabilità perché venga dato riscontro positivo all’esposto in oggetto?».

Shoah, Finzi agli studenti: «A molti non hanno insegnato ad apprezzare la diversità»

Espulso da scuola nel 1938 perché ebreo, trovò rifugio a Ravenna e poi divenne cardiologo: il medico ha incontrato oltre seicento alunni al teatro Alighieri in occasione della cerimonia

«Il motivo di vivere, di continuare a vivere è quello di incontrare i giovani e di far sapere loro quello che è stato perché non rifacciano gli stessi errori». Cesare Moisè Finzi si è rivolto alle giovani generazioni dal palco del teatro Alighieri stamani, 31 gennaio, in occasione della cerimonia per la sua cittadinanza onoraria di Ravenna. Finzi era solo un bambino quando il 3 settembre 1938 andò a comprare il giornale per il padre e il titolo riportato in copertina – “Insegnanti e studenti ebrei esclusi dalle scuole governative e pareggiate” – cambiò radicalmente la sua vita. Fu espulso da scuola perché ebreo e trovò rifugio a Ravenna per sfuggire alle deportazioni naziste.

È un ricordo fulgido quello di Cesare Moisè Finzi, nonostante siano passati quasi 82 anni da quel giorno, un ricordo che Finzi continua a far affiorare molto spesso, raccontando a platee di giovani studenti cosa successe in quegli anni. Di come bambino riuscì a fuggire con i suoi genitori da Ferrara verso sud, passando per Ravenna, dove ebbero l’aiuto fraterno della famiglia Muratori, riconosciuta poi tra i “Giusti fra le nazioni”. Non smise mai di studiare nonostante il divieto di frequentare la scuola; dopo la guerra si laureò in Medicina, specializzandosi in Cardiologia.

A Finzi è stata conferita la cittadinanza onoraria di Ravenna oggi, nell’ambito delle iniziative legate al Giorno della Memoria, in un teatro Alighieri colmo di studenti, oltre seicento, durante una seduta straordinaria del consiglio comunale, che qualche giorno fa ha approvato all’unanimità la proposta, del sindaco Michele de Pascale; erano tra gli altri presenti componenti della famiglia Muratori, del rabbino di Ferrara, del prefetto, del questore, di autorità civili e militari, del sindaco di Faenza.

Finzi prosegue instancabilmente i periodici incontri nelle scuole, quasi a voler anche tenere vivo in sé quel bambino che si vide escluso e confuso dagli accadimenti: «Pensate a quel ragazzino che durante la guerra doveva sperare che l’Italia perdesse, ma lui era italiano: come poteva sperare che l’Italia perdesse la guerra!?». Accanto al ricordo dello sconcerto per la discriminazione anche quello per la leggerezza con cui sentì parlare di morti per risolvere il conflitto. Uno sconcerto e un dolore che non hanno però minato la sua visione della vita: ancora, alla soglia dei 90 anni, positiva e aperta al futuro, alla diversità e preoccupata da un solo nemico, l’ignoranza: «Il ricordo è importante perché da esso parte la conoscenza e non ci può essere ricordo senza il sapere cosa è successo. Molte persone non sanno nulla, ignorano, perché non è stato insegnato loro a conoscere e apprezzare la diversità di ognuno di noi, che è ricchezza. Nessuno di noi è uguale all’altro, nemmeno tra gemelli».

Questa la motivazione del conferimento della cittadinanza onoraria: “Il Comune di Ravenna conferisce a Cesare Moisè Finzi la cittadinanza onoraria quale riconoscimento del prezioso lavoro di diffusione di memoria e per l’alto valore civile, sociale e culturale della sua testimonianza di sopravvissuto alla tragedia della Shoah; per il suo impegno nel trasmettere alle giovani generazioni valori di pace, solidarietà, uguaglianza, difesa dei diritti umani, che sono alla base della Costituzione italiana; per il profondo legame con Ravenna, nella quale, al tempo, trovò rifugio e accoglienza presso la famiglia Muratori e dove, da decenni, incontra ragazzi e ragazze delle scuole, trasferendo loro la conoscenza dei drammatici effetti delle leggi razziali, aiutandoli a combattere i pregiudizi, ispirandosi ai principi di libertà, democrazia e di rispetto delle persone”.

Veronica Pivetti al mercato coperto con il suo romanzo

L’1 febbraio alle 18 l’attrice e conduttrice presenta “Per sole donne”

Veronica Pivetti
Veronica Pivetti (foto di Assunta Servello)

Attrice, doppiatrice, conduttrice televisiva e radiofonica, scrittrice. Veronica Pivetti è una delle personalità femminili più eclettiche degli ultimi anni e sarà al Mercato Coperto di Ravenna domani, sabato 1 febbraio alle 18, per presentare il suo ultimo romanzo: “Per sole donne” (Mondadori).

È il primo di una serie di incontri con gli autori in programma al primo piano del ristrutturato spazio in piazza Andrea Costa, riaperto il 5 dicembre scorso come spazio innovativo dove fare la spesa quotidiana, mangiare, scoprire le eccellenze del territorio, incontrarsi e assistere ad eventi culturali. L’incontro, in collaborazione con librerie.coop, sarà introdotto dal giornalista e scrittore Marco Viroli e si concluderà con la firma delle copie del libro da parte dell’autrice.

Il romanzo di Veronica Pivetti mette in scena cinque donne diversissime tra loro ma accomunate da due cose: una visione ormai disincantata della vita e, al tempo stesso, una gran voglia di viverla a pieno. Anche a dispetto dell’età che avanza. Si ride molto, alle loro spalle e a quelle dei loro partner, talmente goffi da suscitare tenerezza. Mentre loro si confidano, tra cene piene di confessioni erotiche e battute al vetriolo, tra incontri fugaci nei posti più impensabili e whatsapp infuocati, ai lettori è concesso di ridere, ridere tanto. Ma anche di riflettere sull’eterna conflittualità dei rapporti tra i sessi e sull’inossidabile valore dell’amicizia. Un’avvertenza: astenersi puritani e persone sensibili. Tenere lontano dalla portata dei bambini.

Veronica Pivetti, classe 1965, è attrice, doppiatrice, conduttrice televisiva e radiofonica. È conosciuta dal grande pubblico per il film di Verdone Viaggi di nozze, la conduzione insieme a Raimondo Vianello ed Eva Herzigova del Festival di Sanremo e molte fiction di successo, fra cui “Commesse”, “Il maresciallo Rocca”, “Provaci ancora Prof!” e “La ladra”. Da gennaio, per il quarto anno, conduce la trasmissione “Amore Criminale” su Rai Tre. Con Mondadori ha pubblicato “Ho smesso di piangere” (2012).

Il ravennate che vende salse a Hong Kong: «Con la mascherina la gente non assaggia»

Un 37enne di Russi produce condimenti e paste italiani per i supermercati nella città asiatica ma le vendite rallentano perché i clienti non accettano le degustazioni per mantenere la protezione contro l’epidemia

Filippo Sintoni in una foto scattata a Hong Kong

Se vendi condimenti per paste in vasetti, ma i clienti al supermercato si rifiutano di assaggiare il prodotto perché non vogliono abbassare la mascherina contro il coronavirus, gli affari rallentano. Ne sa qualosa Filippo Sintoni, 37enne di Russi che vive e lavora a Hong Kong da sei anni: «Da quando sono stati trovati i primi casi è scattata la paura, tutti indossano le mascherine e non vogliono toglierle quando offriamo una degustazione nei punti vendita. In tempi normali in un’ora facciamo anche una cinquantina di assaggi, ora siamo arrivati a due o tre».

Il ravennate ha un laboratorio di produzione di salse italiane e pasta fresca con la compagna originaria della città sulla costa meridionale della Cina: dal pesto alla genovese al tartufo, dagli spaghetti ai cappelletti. I vasetti sono in vendita online ma anche sugli scaffali di otto supermercati e la promozione incide molto sul volume di vendite: «Se la gente prova la salsa poi spesso acquista. In questa ultima settimana hanno comprato molto meno».

Con la paura di un’epidemia in espansione non è tempo per prelibatezze culinarie del Belpaese: molti, racconta Sintoni, sono già orientati alle scorte come se dovesse fronteggiare l’apocalisse. «Comprano prodotti surgelati che possono essere conservati a lungo, cibo pronto come i noodles istantenei, fanno spesa temendo il peggio. Forse anche perché tanti ricordano la Sars e hanno paura. Nel mio caso mi sento tranquillo: in casa ho il magazzino per l’attività e con un sacco di farina di 25 kg penso di poter fare strozzapreti per sopravvivere a lungo».

Quello che è andato a ruba sono anche le mascherine. Bruciate appena si è saputo del primo caso diagnosticato in città: «I prezzi sono triplicati e in mezza giornata non si trovavano più da nessuna parte. Io ne ho qualcuna di scorta ma non si sa quando arriveranno altre forniture. Per il momento si può sperare nell’effetto gregge che: se tutti la indossano e tu sei l’unicao senza magari sei protetto lo stesso».

A parte i disguidi finora descritti, per Filippo il resto della vita procede con il solito ritmo: «Chiusi biblioteche e luoghi per l’attività sportiva ma non mi pare di vedere meno gente per le strade. Il confine con la Cina è stato chiuso ma non avevo spostamenti in programma e in Italia sono stato a novembre. Molti immaginano Hong Kong come se fosse Cina e in effetti lo è ma al tempo stesso siamo distanti dalla provincia di Hobei dove è partito il contagio».

Cento giorni alla partenza del Giro: Cervia illumina di rosa la Torre San Michele

Il monumento resterà acceso fino al 22 maggio quando la partenza della tappa con arrivo a Monselice sarà dalla Città del Sale che ha ospitato la corsa già tre volte

Torre Rosa3A cento giorni dalla partenza del Giro d’Italia, le città che ospiteranno le partenze e gli arrivi delle 21 tappe della 103esima edizione della corsa hanno illuminato di rosa i simboli che le rappresentano: in provincia di Ravenna l’unica città interessata dall’iniziativa è Cervia che ha illuminato la Torre di San Michele. L’accensione ufficiale è avvenuta il 30 gennaio: erano presenti il sindaco Massimo Medri, l’assessore allo sport Michela Brunelli e il delegato al Giro d’Italia Giovanni Lucchi. Lo storico monumento sarà illuminato di rosa fino al giorno della tappa che sarà il 22 maggio.

Quella del 22 maggio, Cervia-Monselice, sarà una tappa lunga 190 km. Dopo quasi 160 km di pianura, per raggiungere la cittadina euganea si affrontano due impegnative salite dei Colli Euganei. I ciclisti lasceranno Cervia e si dirigeranno a nord lungo la statale Adriatica, toccando Savio, Classe, Ravenna, Mezzano, Alfonsine, Lavezzola e poi entrando in provincia di Ferrara.

Cervia ha ospitato il Giro d’Italia già tre volte in passato. La prima volta risale al 38esimo Giro d’Italia, il 28 maggio 1955 con la tappa Ancona-Cervia vinta da Giuseppe Minardi. Il 29 maggio si è svolta la partenza da via Martiri Fantini per la tappa a cronometro Cervia-Ospedaletto-Ravenna vinta da Pasquale Fornara. Al secondo posto Fausto Coppi. La seconda è stata per il 68esimo Giro, il 22 maggio 1985 con arrivo sul Lungomare D’Annunzio: la tappa Vittorio Veneto-Cervia, vinta da Franck Hoste. Il 23 maggio ci fu la partenza da Piazza Garibaldi per il tratto Cervia-Iesi. La terza e la più recente si è tenuta per l’80esimo Giro d’Italia il 18 maggio 1997. Si tratta della tappa Mestre-Cervia con circuito cittadino e arrivo sul Lungomare D’Annunzio vinta da Mario Cipollini.

Cervia abbassa i prezzi fino al 40 percento per chi vuole acquistare case Peep

Differenza di quotazione tra edificio realizzati primo o dopo il 1983, anno delle norme sismiche: ora si va da 150 a 375 euro al mq

l consiglio comunale di Cervia ha abbassato dal 25 al 40 percento i valori di acquisto delle superfici su cui sono costruiti alloggi del piano di edilizia economica e popolare (Peep). Coloro che sono locatari per diritto e vorranno acquistare dal Comune tali aree già concesse in diritto di superficie, ora potranno farlo ad un prezzo inferiore.

I nuovi valori prevedono una riduzione del 40 percento per le aree in cui gli edifici sono stati costruiti fino al 1983 (prima delle norme antisismiche), ed una riduzione del 25 percento per quelle degli edifici costruiti dal 1994. In specifico ora i nuovi valori sono a Pinarella 300,60 euro/mq (fino al 1983) e 375,75 (dal 1984) invece dei precedenti euro 501 per entrambe le situazioni. Nel forese 149,04 euro al mq (fino al 1983) e 186,30 (dal 1984) invece dei precedenti euro 248,40.

La cessione del terreno e la sostituzione delle convenzioni sono subordinate al pagamento, da parte dei proprietari degli alloggi, di un corrispettivo determinato dal Comune, con le modalità previste dalla legge.

L’assessore Enrico Mazzolani ha dichiarato: «La nuova strategia urbanistica, proprio perché tende a una diminuzione di consumo di suolo,  ha tra i suoi obbiettivi incentivarne il riuso e il recupero e anche questo provvedimento si inserisce in tale ottica. I valori di riscatto precedenti erano stati stabiliti con una delibera del 2008, in pieno boom edilizio. Le mutate condizioni del mercato immobiliare, nonché la perdurante straordinarietà del momento economico, hanno imposto una riflessione rispetto a quei valori individuati. La riduzione dei costi di acquisto delle superfici dovrebbe incentivare i proprietari ad effettuare interventi di miglioramento degli edifici, in particolare sotto l’aspetto energetico-ambientale e della sicurezza antisismica».

Elezioni regionali, solo 9 consiglieri su 50 per la Romagna: «Legge da cambiare»

E si spera in un riequilibrio in giunta, con Corsini verso la riconferma ma con più deleghe o più pesanti

Corsini Bonaccini
Corsini con Bonaccini: il ravennate potrebbe essere confermato nella giunta della Regione

Appena nove consiglieri su cinquanta per oltre un milione di persone, cioé un terzo della popolazione rappresentata dall’Assemblea regionale. Il tema è sollevato per primo da Nevio Salimbeni, coordinatore della lista +Europa, ma condiviso pressoché da tutti (in queste ore è stato depositato anche un ordine del giorno in consiglio comunale a Ravenna, da parte di Daniele Perini di Ama Ravenna). Perché il milione di bolognesi è rappresentato da 13 consiglieri e il milione di romagnoli solo da nove?

Si tratta dell’effetto di una legge elettorale basata su collegi provinciali, dove quelli con meno abitanti finiscono per essere penalizzati rispetto a bacini più popolosi soprattutto in presenza di più liste. E Ravenna (che avrà solo tre consiglieri regionali), a ben guardare sembra addirittura più penalizzata delle altre province romagnole.

Un tema non nuovo. Il sindaco Michele De Pascale per esempio sostiene che «andrebbe cambiata la legge facendo un unico collegio romagnolo, che garantirebbe alla Romagna molti più eletti».

«Si tratta sicuramente di un tema da porre – conferma il segretario provinciale del Pd Alessandro Barattoni – sapendo peraltro che interessa molto più noi che gli emiliani, ma è importante perché ha a che fare con la rappresentanza. Come è possibile che noi eleggiamo due consiglieri Pd come Ferrara dove il Pd ha perso?».

Di certo la sensazione è che questo sarà uno degli argomenti sul tavolo per chiedere e auspicabilmente ottenere un maggior peso in giunta. In nome del contributo offerto da Ravenna alla vittoria (è stata la quarta città, dopo Bologna, Modena e Reggio Emilia, per numeri di voti di vantaggio) e dalla sottorappresentazione in Assemblea, è lecito sperare che alla città dei mosaici tocchi qualcosa di più del semplice (e ormai tradizionale) assessorato al Turismo e che dunque vi sia in giunta una presenza anche politica importante dal territorio.

Secondo gli accordi preelettorali, Bonaccini dovrebbe riconfermare Andrea Corsini in giunta. Ed era parso di capire che la speranza dell’ex assessore fosse quella di occparsi di temi che hanno visto la Romagna soffrire un ritardo rispetto all’Emilia, primo su tutti quello delle infrastrutture. Certo, ai tempi di quegli accordi si pensava forse che Corsini sarebbe stato il primo in termini di preferenze e ora il sorpasso forse un po’ inaspettato di Manuela Rontini (in termini di voti personali) potrebbe rendere meno scontata la scelta. A questo si aggiunga che gli assessori sono di nomina del Presidente sulla base di rappresentanze politiche e di competenze e non devono necessariamente passare dal voto né tanto meno devono essere valutate sulla base delle preferenze (cinque anni fa Corsini, non era infatti candidato).

Barattoni si dice tranquillo: «Bonaccini ha sempre coinvolto tutti nelle decisioni e siamo certi lo farà anche questa volta» e lascia anche intendere che ormai, grazie proprio al lavoro di Corsini, il turismo non è più solo faccenda della costa e che quindi, insomma, le carte potrebbero essere ridistribuite in modo diverso da quello a cui siamo abituati. Oppure, potrebbero essere aumentate. C’è infatti chi auspica che Corsini venga riconfermato in giunta con la delega al turismo, visti anche i buoni risultati raggiunti, accoppiata a quella, importantissima, dell’agricoltura, altro settore di cui si è occupato in passato e strettamente collegato alle politiche europee.

In ogni caso, non ci sarà molto da aspettare, Bonaccini infatti ha fatto sapere di essere già al lavoro e che la nuova giunta che lo affiancherà fino al 2025 arriverà nei giro di un paio di settimane.

Dal 10 febbraio cambia la differenziata per 371 utenze a Massa Lombarda e Conselice

Nelle zone artigianali-industriali arriva il ritiro porta a porta per tutti i tipi di rifiuti: coinvolte 193 attività e 178 famiglie. Operatori Hera stanno informando i cittadini

Bidoncini PAP (002)Ai blocchi di partenza i servizi per aumentare la raccolta differenziata nei comuni di Massa Lombarda e Conselice. La riorganizzazione del sistema di raccolta partirà dalle zone artigianali-industriali dove dal 10 febbraio sarà introdotto il porta a porta integrale con il ritiro a domicilio di tutti i tipi di rifiuti. La modifica delle modalità di raccolta richiedono una maggiore attenzione ai cittadini per i conferimenti dei rifiuti differenziati.

Le amministrazioni comunali e Hera hanno recapitato una lettera rivolta alle 371 utenze coinvolte (193 attività e 178 famiglie) per informarle sugli obiettivi da conseguire e sulle novità di servizio introdotte. Per la consegna del materiale informativo e del kit per il porta a porta, tutor incaricati e formati da Hera si stanno recando in questi giorni da tutte le utenze (abitazioni e attività): gli operatori sono dotati di un tesserino nominativo e non chiederanno mai né di entrare in casa né denaro. Per essere certi che si tratti di un incaricato Hera è possibile chiamare il Servizio Clienti Hera al numero verde gratuito 800.862.328 (attivo dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 22 e il sabato dalle 8 alle 18). Alle attività saranno consegnati i contenitori definiti durante il sopralluogo di censimento, in cui gli operatori di Hera hanno definito con i titolari i contenitori più idonei alla raccolta, in base alle caratteristiche di ogni singola azienda.

Nel caso in cui non sia stato possibile fare la consegna a domicilio, si può ritirare il kit con il coupon di mancata consegna alle stazioni ecologiche (centro di raccolta) di via Rabin a Massa Lombarda (aperta il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 11.30 alle 17.30, il martedì e giovedì dalle 8.30 alle 14.30 e il sabato dalle 8.30 alle 12 e dalle 15 alle 17.30), di via Amendola a Conselice (aperta il lunedì-mercoledì-venerdì dalle 12.30 alle 17.30, il martedì e giovedì dalle 8.30 alle 13.30 e il sabato dalle 8.30 alle 17.30) e di via Bastia 359 a Lavezzola (aperta il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 8.30 alle 13.30, il martedì e giovedì dalle 12.30 alle 17.30 e il sabato dalle 8.30 alle 17.30).

Blocchi del traffico antismog: in tre mesi 500 veicoli controllati e 26 sanzioni

I dati dell’attività svolta dalla polizia locale a Ravenna. Difficile accertare le infrazioni ai divieti per camini o ai limiti per le temperature in casa. Il comandante Giacomini: «Sono anche norme informative»

Smog
Tra i primi fattori dell’inquinamento dell’aria c’è il traffico veicolare

Dall’1 ottobre scorso quando, come ogni anno, sono entrate in vigore le limitazioni alla circolazione stradale per questioni ambientali, la polizia locale di Ravenna ha fatto 26 verbali. In tre mesi e mezzo sono stati controllati 506 veicoli con 78 posti di controllo ai varchi di accesso e nell’area interna al perimetro dove valgono le disposizioni per tenere lontani i motori più inquinanti. Ogni sanzione è da168 euro (scontata del 30 percento se pagata entro 5 giorni).

Impossibile invece riuscire a fare controlli per il rispetto delle altre disposizioni, soprattutto quelle che fissano i limiti per le temperature degli ambienti domestici o il divieto di accensione dei camini. «Gli artigiani che fanno installazioni e manutenzioni devono chiedere alle famiglie l’inserimento in un registro apposito per le certificazioni dei nuovi impianti – spiega il comandante della polizia locale Andrea Giacomini – e per chi non lo fa c’è una segnalazione. Ma è evidente che c’è tutto un mondo che resta sommerso ed è quello degli impianti più obsoleti. Per questi purtroppo i controlli non sono facili perché le segnalazioni non sono frequenti e non è come in strada: presentarsi per un controllo domiciliare è molto complesso». Il comandante si augura che le disposizioni siano viste con lo spirito giusto: «Sono anche norme informative, magari qualcuno può pensare che il camino a legna in quanto qualcosa di naturale sia sempre più pulito e invece non è così».

Discriminazione davanti a scuola: «Niente figurine dei calciatori, sei femmina»

La denuncia di una bambina e della sua insegnante: «Mi hanno detto che hanno indicazioni di regalare l’album solo ai maschi»

Generico 2018 727029.610x431«Niente album di figurine dei calciatori, sei una femmina». Si è sentita rispondere qualcosa del genere una bambina della scuola elementare Gulli di Faenza, ieri mattina, da una delle addette alla distribuzione gratuita dell’album Panini, come avviene negli ultimi anni fuori dalle scuole di tutta la provincia.

La bambina si sarebbe lamentata con un’insegnante che, scandalizzata, è andata di persona a richiedere l’album per l’alunna. Anche lei senza riuscirci. Al Carlino infatti l’insegnante racconta che l’addetta le avrebbe detto che ha avuto indicazioni di non distribuire l’album dei calciatori alle femmine, in quanto poi difficilmente queste proseguono la raccolta (comprando i pacchetti in edicola).

«Un messaggio ingiusto, discriminatorio e maschilista», dichiara la maestra sulle pagine del quotidiano in edicola oggi, 31 gennaio.

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