venerdì
18 Luglio 2025

Ravenna Viva approda sui banchi del consiglio comunale a Palazzo Merlato

Sotto le insegne del partito renziano il nuovo gruppo politico formato da Michele Casadio e Raoul Minzoni, con l’assessore Roberto Fagnani

Italia Viva Ravenna
Da sinistra: Marco Di Maio, Ettore Rosato, Roberto Fagnani, Michele Casadio, Raoul Minzoni

Anche nel “parlamentino” ravennate di Palazzo Merlato – come è accaduto in origine a Roma appena un mese fa – si insedia ufficialmente il nuovo partito di Italia Viva, con un gruppo politico composto da Michele Casadio e Raoul Minzoni, già consiglieri del Pd, e dall’assessore ai lavori pubblici Roberto Fagnani, renziano della prima ora. È proprio Fagnani a presentarlo pubblicamente in città, alla stampa locale e a una cinquantina di simpatizzanti e curiosi, con la “benedizione” degli onorevoli Marco Di Maio ed Ettore Rosato, quest’ultimo coordinatore nazionale di Italia Viva, entrambi a fianco di Matteo Renzi nella fondazione del partito nato dalla scissione dal Pd.

«Questo battesimo di un gruppo consigliare di Italia Viva a Ravenna, così come in altre città della Romagna e in tutto il Paese – ha sottolineato Fagnani – rappresenta l’avvio del radicamento del nostro partito nelle istituzioni locali per portare avanti le sue battaglie politiche riformiste e liberali in sintonia con le necessità di sviluppo del territorio. Presto consolideremo altre rappresentanze a livello provinciale, a Lugo, Faenza, Conselice e Massa Lombarda…».
«È una sfida nuova e importante, che ci vedra leali nei confronti del sindaco De Pascale – aggiunge il consigliere Michele Casadio – ma impegnati a portare avanti nel dibattito politico ravennate istanze “scioccanti” per dare risposte al nuovo palinsesto economico, per uscire da schemi e logiche del passato. Vogliamo trovarci pronti fra un anno e mezzo per affrontare con le nostre idee la campagna elettorale per le amministrative a Ravenna e immaginare la città del futuro».

Anche il deputato forlivese Marco Di Maio parla di una espansione territoriale del partito renziano che deve essere capace di una visione politica omogenea in Romagna. Riferendosi a temi ambientali e a questioni strategiche e controverse legate al territorio, come le estrazioni off-shore e la plastic tax, afferma che «bisogna trovare soluzioni ragionevoli per accompagnare una fase industriale di transizione che possa tutelare le aziende e l’occupazione».
Rosato conclude l’incontro sciogliendo il benchè minimo dubbio sulle intenzioni di Italia Viva nella sfida elettorale regionale del prossimo 26 gennaio, dove non si presenterà con il suo simbolo: «Daremo un grande e importante appoggio al presidente Bonaccini, che è stato un ottimo governatore. Faremo campagna elettorale per la sua rielezione e saremo presenti con nostri rappresentanti nella lista civica “Bonaccini Presidente”, con persone protagoniste della società civile emiliano romagnola».

Grillini in corsa alle Regionali, Bonaccini (Pd): «Ok al dialogo ma sui programmi»

Il candidato di centrosinistra e presidente uscente apre le porte all’M5s sui temi «ma non credo ad accordi per battere gli avversari, sono prese in giro ai cittadini»

IMG 3558«La competizione alle elezioni regionali in Emilia-Romagna sarà tra Bonaccini e Borgonzoni. Il Movimento 5 stelle faccia una riflessione se vuole prendersi delle responsabilità di governo visto che non governa in nessuna regione italiana». Stefano Bonaccini, presidente uscente dell’Emilia-Romagna e candidato per il secondo mandato al voto del 26 gennaio, ha commentato così l’esito della consultazione online tra i grillini iscritti alla piattaforma Rousseau a favore della partecipazione alle Regionali. Le parole di Bonaccini sono arrivate a Ravenna stamani, 22 novembre, a margine della conferenza per la presentazione del nuovo progetto per i fondali del porto.

A chi gli chiede se il voto emerso ieri sia una buona o una cattiva notizia per la sua corsa risponde che non si è mai permesso di dire a Cinque stelle cosa dovessero fare: «Ho grande rispetto per le scelte che fa e che farà il Movimento 5 Stelle, da parte mia le porte sono aperte al dialogo sui programmi ma non credo ad accordi per battere gli avversari che sono prese in giro ai cittadini».

Fondali, bando da 235 mln: 8 anni per scavare un volume pari a 50 Pala De Andrè

Offerte entro febbraio: maxi progetto per arrivare a 12,5 metri di profondità. Un quarto dei 4,7 milioni di mc di fanghi da dragare andrà in mare aperto, il resto per rialzare 150 ettari da destinare alla logistica

IMG 3560È ufficialmente aperto il bando di gara per assegnare i lavori di dragaggio al porto di Ravenna: il 14 febbraio 2020 scade il termine per presentare le offerte per il maxi appalto con base d’asta da 235 milioni di euro che dovrà portare i fondali a una profondità di 12,5 metri rimuovendo in totale 4,7 milioni di metri cubi di materiale. Per immaginarsi la mole di fanghi si può dire che è il volume equivalente a circa 50 volte quello occupato dal Pala De Andrè. L’Autorità portuale concede 3.100 giorni (8 anni e mezzo): chi si impegnerà a farlo in tempi minori avrà un punteggio migliore per la graduatoria. Il tempo concesso si ridurrà a 2.500 giorni (poco meno di 7 anni) in caso che Ap, in corso d’opera, riesca a mettere a disposizione del contraente generale una ulteriore cassa di colmata oltre alla Nadep da 900mila mc.

Il dragaggio dovrà rimuovere 1,3 milioni di metri cubi in avamporto e 3,4 lungo l’asta del Candiano per arrivare a queste profondità: 10 al terminal crociere, 12,5 nel canale e 13,5 dall’imboccatura a uscire. Il materiale rimosso dall’avamporto verrà ripartito tra ripascimento della scogliera del poligono di tiro a Foce Reno e il fondale di un’area marina a 13 miglia nautiche dalla costa. Il resto sarà usato per rialzare 150 ettari (le note aree denominate L1, L2 e S3 che si trovano a ridosso di Porto Fuori e alle Bassette) da destinare alla logistica. Una parte anche alla penisola Trattaroli per il futuro terminal container.

IMG 3563Sulla sponda destra dovrà essere realizzato un chilometro di nuove banchine alla penisola Trattaroli, sulla sponda sinistra saranno rifatte quelle esistenti per un tratto di circa 2,5 km. La programmazione è stata fatta in modo da non interrompere mai l’attività di nessun terminalista.

Snodo cruciale del progetto è la cassa di colmata Nadep, adiacente a via Trieste. Ha una capacità di 900mila mc e oggi è piena per 834mila: materiale derivante da precedenti dragaggi e oggi da gestire come se fossero rifiuti. Una volta svuotata verrà poi più volte riempita e svuotata: il materiale dragato necessità di un periodo di deposito per asciugarsi e poi essere avviato alla collocazione finale.

La valutazione delle domande avrà un punteggio massimo di cento punti così suddivisi: 70 per l’offerta tecnica, 20 per l’offerta dei tempi, 10 per l’offerta economica. Si è già accennato ai tempi previsti. A oggi l’ipotesi di Ap è di vedere al lavoro le prime draghe a fine del prossimo anno: una volta scaduti i termini per l’offerta si punta ad aggiudicare i lavori in quattro mesi, altri due per la contrattualizzazione e il passaggio da progetto definitivo a progetto esecutivo (a carico del contraente).

IMG 3561Il processo di stesura del bando è stato particolarmente complesso per una ragione specifica: si è scelta la strada di individuare un general contractor (che a sua volta affiderà poi le singole operazioni) ma questa modalità con il nuovo codice degli appalti non è ancora stata adottata per opere così vaste. Non esisteva un benchmark, ha fatto presente il presidente dell’Autorità portuale Daniele Rossi. Il modello di riferimento potrebbe quindi diventare Ravenna.

Il presidente della Regione Stefano Bonaccini, candidato per il secondo mandato alle elezioni del 26 gennaio, ha partecipato alla presentazione stamani, 22 novembre. Bonaccini stima che questo intervento possa avere una ricaduta capace di generare «migliaia di posti di lavoro in più». Orgoglioso il presidente in carica di aver portato a compimento un progetto che nel 2014, quandò si insedio, sembrava bloccato.

Una performance e una panchina rossa per le donne vittime di violenza

Nella mattina del 24 novembre in via Port’Aurea due eventi della rassegna “Una società per relazioni” promossa dal comune di Ravenna

Panchina Rossa
Il Giardino del Labirinto in via Port’Aurea ospiterà la panchina rossa simbolo della violenza sulle donne

Domenica 24 novembre alle 9 alla Casa Circondariale di Ravenna in via Port’Aurea si terrà la rappresentazione di “Parole in transito”, uno spettacolo dedicato al tema della violenza sulle donne organizzato dai soci del Lions Club “Ravenna Dante Alighieri”, Leo Club, Associazione Asja Lacis e 8 Marzo Donne di Porto Fuori, in collaborazione con Linea Rosa. L’evento, che fa parte della rassegna “Una società per relazioni”, è una narrazione alternata a movimenti di gruppo che ha lo scopo di sensibilizzare al tema alla violenza di genere in ogni sua forma, suscitando emozioni e riflessioni.
La performance vedrà la partecipazione della cantante Daniela Peroni con un coro di voci e sarà replicata alle 11 in piazza del Popolo e alle 17.30 al centro commerciale Esp.

Alle 10.30 nel giardino antistante la Casa Circondariale – che ha accolto di recente l’opera di mosaico pavimentale realizzata dall’associazione Dis-Ordine – sarà invece presentata al pubblico l’installazione di una panchina rossa quale simbolo tangibile della crudeltà nei confronti delle donne.

In scena “Alice, svegliati!”: le donne hanno la forza di salvarsi da sole

Lo spettacolo, rappresentato il 23 novembre al Rasi di Ravenna, fa parte della rassegna “Una società per relazioni” che contrasta la violenza di genere

SpettacolodonneIl mondo non è un paese delle meraviglie. Ma quante donne sono dovute morire prima che ce ne rendessimo conto? È un tentativo di disillusione quello che andrà in scena sabato 23 novembre alle 21 al Teatro Rasi. Alice, svegliati!, a cura di Bolero Danzarte a.s.d., rivolge un urgente e disperato imperativo a tutte quelle donne vittime di violenza intrappolate in una visione distorta della realtà. Lo spettacolo è il terzo di una trilogia iniziata nel 2017 è inserita nel cartellone della rassegna ravennate “Una società per relazioni”. In Io no. Il potere della scelta si analizzavano i sentimenti e le emozioni della donne, infondendo nel finale un segnale di speranza. L’anno scorso, con Oltre, la compagnia aveva affrontato il tema dei condizionamenti sociali, ambientali e psicologici che impediscono alla vittima di liberarsi dagli schemi mentali per trovare la propria identità. «Quest’anno, Alice, svegliati! punta invece alla definizione “dell’oltre”, che non è altro che la capacità di guardare la realtà per quella che è: non verrà nessun principe a svegliarci – racconta la regista Patrizia De Palma – le donne, tutte le donne, hanno in sé la forza per svegliarsi e salvarsi da sole».

Oggetto della rappresentazione saranno tre storie realmente accadute mostrate da un duplice punto di vista, quello parziale di Alice e quello più crudo dell’oggettività. Inoltre, si rifiuta l’automatismo per cui, quando una donna muore, i riflettori sono orientati verso il carnefice: «È un processo sbagliato, che finisce per sminuire la gravità di quanto accaduto – aggiunge De Palma – Alice, svegliati! riporta la vittima al centro della scena, consegnandole quella capacità di espressione che troppo spesso le è stata negata».

Lo spettacolo vedrà la partecipazione della cantante Sonia Davis, del maestro Mario Accardo e dei ragazzi di Bolero Danzarte, che con le loro idee e opinioni hanno offerto un contributo sostanziale alla realizzazione dell’intera trilogia.

In pullman da Ravenna a Roma per contrastare la violenza di genere

Più di cento donne partiranno il 23 novembre per prendere parte alla manifestazione nazionale “Non una di meno”

Violenzadonne

L’associazione Casa Delle Donne di Ravenna e il sindacato Cgil, in collaborazione con Udi e Linea Rosa, hanno organizzato pullman in partenza da Ravenna per chi volesse partecipare alla manifestazione nazionale in programma a Roma il 23 novembre contro la violenza maschile sulle donne. Il corteo partirà da Piazza della Repubblica alle 14.

«Saranno 118 le donne che si recheranno alla manifestazione – dichiara Maura Masotti, segretaria di organizzazione della Cgil Ravenna –. Purtroppo non si è riusciti a fare fronte a tutte le richieste di prenotazione per un posto sui pullman, per cui tante altre raggiungeranno la capitale con mezzi propri. Domani a Roma saremo tantissime per contrastare la violenza di genere dentro e fuori dalla famiglia, una violenza che passa anche attraverso le molestie sul lavoro e le differenze salariali tuttora presenti nella nostra società».

Riqualificazione ex caserma, appalto da 2 milioni: 44 offerte, la migliore da Gaeta

Graduatoria provvisoria per il cantiere di via Bixio che trasformerà l’area una volta militare in un parco-giardino-orto: si tratta prevalentemente di opere di demolizione

Sono 44 le offerte presentate al Comune di Ravenna per aggiudicarsi l’appalto dei lavori da due milioni di euro per la riqualificazione dell’ex caserma Alighieri in via Bixio con destinazione a parco-giardino-orto pubblico (qui i dettagli). Nella graduatoria provvisoria, pubblicata online dalla pubblica amministrazione, al momento risulta prima l’azienda Appalti e Servizi srl di Gaeta che ha presentato un ribasso del 28,021 percento (28,011 il ribasso del secondo in classifica). Ora parte la fase di verifica dei requisiti dell’operatore economico in vetta alla graduatoria.

L’intervento urbanistico prevede la desigillatura dell’area con pulizia generale e bonifica, sistemazione del muro di confine, demolizione della maggior parte dei fabbricati, messa in sicurezza degli edifici non demoliti, rimozione dell’asfalto, asportazione di sottoservizi abbandonati, risistemazione del terreno, realizzazione degli impianti tecnologici e illuminazione di tutta l’area.

Quattro le macro aree individuate per essere fruibili: una verde adiacente l’istituto Olivetti che potrà essere utilizzata per l’attività didattica dell’istituto e con la possibilità in futuro di utilizzare anche gli spazi a laboratorio; un’altra aera verde da destinare a orti con la possibilità di utilizzare l’edificio adiacente a deposito attrezzi e vendita dei prodotti; una sistemata a prato con l’installazione di una grande struttura in legno per bambini; un’altra da destinare ad orto botanico in angolo tra l’Olivetti e l’ex collegio dei Nobili.

Polizia locale senza comandante, il sindaco: «Gestiremo la cosa tra 2020 e 2021»

Al vertice da cinque anni c’è il vice facente funzioni, Medri assicura che verrà affrontato il caso nel prossimo biennio quando verrà riorganizzata la pianta organica per fronteggiare alcuni pensionamenti. Il primo cittadino vuole controlli anche sul degrado che rovina l’immagine della località

MedrimDa quasi cinque anni la polizia locale di Cervia non ha un comandante ma è guidata dal vice Sergio Rusticali facente funzioni di comandante (il dirigente competente è il segretario generale del Comune Alfonso Pisacane). Una situazione che in tempi recenti ha portato la Lega anche a presentare un’interrogazione per chiedere un concorso che individui un comandante dedicato.

A dare maggiore evidenza alla situazione sono arrivate le parole pronunciate da uno dei vigili ascoltato in tribunale mercoledì 20 novembre in una deposizione nel processo che vede imputato un ex agente della pm per diffamazione verso i superiori. «Più che di organizzazione dei servizi bisogna parlare di disorganizzazione. Più che ufficio servizi, noi lo chiamiamo ufficio disservizi», sono le parole riportate dai quotidiani locali.

A proposito dell’organizzazione ai veritici, con il vice investito dell’incarico, il sindaco Massimo medri dice: «Viene da una scelta della precedente amministrazione – spiega il primo cittadino, titolare della delega Sicurezza che include l’attività della Pm –. Rusticali sta svolgendo il ruolo con risultati soddisfacenti e ha tutta la nostra fiducia».

Tra il 2020 e il 2021 andranno in pensione alcuni dirigenti della struttura comunale: «In quel momento dovremo affrontare l’uscita di figure importanti in diverse aree dell’organico e in un piano di complessiva riorganizzazione degli incarichi la giunta deciderà anche come gestire la posizione del comandante».

Il corpo cervese conta circa una sessantina di agenti, compresi quelli a tempo determinato, e nel periodo estivo per fronteggiare l’afflusso turistico arriva a un centinaio di operatori con le assunzioni stagionali. Le linee guida della polizia locale sono state un tema anche al centro della campagna elettorale della scorsa primavera. E ora Medri ribadisce la sua impostazione: «L’amministrazione è nelle sue fasi iniziali e stiamo discutendo le priorità del programma approvato. Il presidio del territorio sarà uno dei temi principali: vogliamo privilegiare la presenza sul territorio per favorire la prevenzione». Il primo cittadino vuole una polizia locale che continui a gestire le questioni che tutti immaginano di competenza del corpo – come il traffico – ma anche qualcosa di più specifico per la località: «Abbiamo la necessità di un controllo su alcune situazioni critiche che generano degrado e provocano problemi di immagine».

Elezioni in Emilia-Romagna: ci sarà anche l’M5s, così decidono gli iscritti online

Il simbolo dei grillini sulla scheda del 26 maggio dopo l’esito della consultazione sulla piattaforma Rousseau. Di Maio: prossima settimana il nome del candidato

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Luigi Di Maio durante un incontro istituzionale

Sulla scheda delle elezioni regionali in Emilia-Romagna del prossimo 26 gennaio ci sarà anche il simbolo del Movimento 5 Stelle. Questa la decisione uscita dalla consultazione online tra gli iscritti sulla nota piattaforma Rousseau. I vertici dell’M5s avevano lasciato trapelare l’intenzione di non presentarsi alle urne ma hanno voluto che fosse la base a decidere se correre o meno nella sfida che vede già in campo Stefano Bonaccini (centrosinistra) e Lucia Borgonzoni (centrodestra). Luigi Di Maio, capo politico dei grillini e ministro degli Esteri del governo Conte bis fa sapere che l’M5s si presenterà da solo e la prossima settimana verrà individuato il candidato presidente.

Il quesito rivolto agli iscritti a Rousseau riguardava la conferma o meno a una pausa dalle competizioni elettorali di tre mesi, intervallo in cui sono previsti i voti in Emilia-Romagna ma anche in Calabria. Tra i 125.018 aventi diritto, hanno partecipato alle votazioni online 27.273 attivisti: 19.248 sono stati i No alla pausa (70,6 percento), 8.025 i Sì.

Una scintilla si riaccende sui mosaici della centrale elettrica di Porto Corsini

La vicende di due opere di Mario Deluigi che decoravano l’impianto progettato da Ignazio Gardella, “salvate” durante una ristrutturazione. Se ne parla al Mar sabato 23 novembre

Centrale Elettrica Porto Corsini
La Centrale termoelettrica Sade – oggi Enel “Teodora”–, Porto Corsini, 1959 (Archivio Storico Gardella)

Si intitola “Scintilla e Combustione” il convegno dedicato ai due “mosaici” di Mario Deluigi strappati dalla Centrale termoelettrica di Porto Corsini e all’architetto Ignazio Gardella che la progettò. L’incontro – a cura di Paola Babini, Alberto Giorgio Cassani e dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna – è in programma al Mar il 23 novembre (dalle 11 alle 13) e prevede gli interventi di Giovanni Bianchi (Università di Padova), Angelo Lorenzi (Politecnico di Milano) e Francesco Peron (restauratore delle opere).

Mosaico Deluigi
Uno dei mosaici di Deluigi “Scintilla e Combustione”

In una delle sequenze iniziali del capolavoro di Michelangelo Antonioni, Il deserto rosso, del 1964, girata all’interno della Centrale termoelettrica della Sade (Società Adriatica di Elettricità) di Porto Corsini – oggi Centrale Teodora dell’Enel – compaiono, per pochi secondi, quelli che sembrano due mosaici “moderni” a piastrelle industriali bianche, gialle e nere, opera dell’artista trevisano Mario Deluigi, figura di spicco del movimento dello Spazialismo e inventore della tecnica del “grattage”, tecnica che consiste in “graffiature” effettuate su dense stesure di colore.
Amico carissimo del celebre architetto Carlo Scarpa e dell’altrettanto famoso scultore Alberto Viani, fu chiamato dalla Sade, negli anni Cinquanta, a realizzare alcuni mosaici (a tessere tradizionali) nelle centrali termoelettriche di Soverzene (BL), Samplago (UD) e Fedaia (BL). Negli anni Venti, Deluigi aveva realizzato, con Carlo Scarpa, il mosaico Il bagno (1929), alcuni vasi in tessere vitree opache e, cinque lustri più tardi, il suo mosaico più celebre, il grande pannello per la Stazione ferroviaria di Santa Lucia a Venezia (1955-1956, con Giulio Ambrosini); aveva inoltre contribuito, tra il 1961 e il 1963, a tre opere scarpiane: con un fregio “bizantino” di tessere murrine di 7,4 centimetri di lato in tre colori-non colori, madreperla, nero e oro, a decorare il muro “brutalista” in cemento armato del giardino della Fondazione Querini Stampalia; con una serie di mosaici parietali per la mostra “Il senso del colore e il dominio delle acque” per il Padiglione Italia 61, a Torino; con un mosaico policromo in tessere vitree per il negozio Gavina a Bologna.

In un suo blocco di appunti, databile al 1959-1960, dunque contemporaneo a questi interventi, Deluigi aveva scritto: «Bisogna assolutamente capire, ovvero vivere lo spazio ambientale dell’architettura moderna, prima di poter affrontare il problema del mosaico, o meglio della coloritura musiva della scultura architettonica dell’edilizia moderna»; e ancora: «Le forme astratte non vivono il loro oggettivismo. Diventano soggettive nella funzione parietale e architettonica». Qualche anno prima, nelle annotazioni per la conferenza Morfologia musiva, tenuta all’Ateneo Veneto nel 1955, aveva appuntato: «Mosaico: sgravare sempre la superficie (= parete) del suo peso. Aria = trasparenza». Il fregio per la Querini, effettivamente, segna una sorta di luccicante linea dell’orizzonte che buca il muro scarpiano.

Nel 1959 Deluigi, impegnato nel progetto di Scintilla e Combustione, forse anche per questo motivo, fece parte, col suo mosaico “solare”, di quel gruppo di artisti contemporanei invitati da Giuseppe Bovini per la Mostra di Mosaici Moderni, allestita nel refettorio di San Vitale, le cui opere sono ora esposte al pianterreno del chiostro del Museo d’Arte della Città. Un recente convegno ne ha ripercorso la vicenda. A Ravenna, nella centrale inaugurata proprio nello stesso anno, Deluigi scelse un tipo diverso di mosaico, se di mosaico possiamo parlare. Utilizzò, infatti, delle piastrelle di formato rettangolare, su cui, come si è potuto scoprire vedendo da vicino l’opera, l’artista dipinse delle forme astratte coi colori giallo e nero, a ricordare l’energia sprigionata dalla fabbrica. Il tutto fu poi messo nella fornace per la bicottura. Dunque, più che un mosaico, un dipinto.

La centrale in cui Deluigi inserì le sue due grandi opere (6 x 3 metri circa) non era un fabbricato qualunque, ma l’opera di uno dei più importanti architetti italiani del secondo dopoguerra: il milanese Ignazio Gardella. A ciò va aggiunto che non fu un caso che i due “mosaici-pitture” e la stessa Centrale finissero nel film di Antonioni. Il regista ferrarese, infatti, è sempre stato un ammiratore (e conoscitore) dell’arte contemporanea, a sua volta stimato da uno dei massimi artisti del secondo Novecento, Mark Rothko, che arrivò a proporgli in dono un suo quadro. In Il deserto rosso, infatti, appare un quadro di Gianni Dova, artista romano legato, come Deluigi, alla celebre Galleria veneziana del Cavallino di Carlo Cardazzo e appartenente alla collezione dell’artista ravennate Roberto Pagnani. Il quadro, acquistato dal nonno di Pagnani, fu visto da Antonioni che lo chiese in prestito per la sequenza dell’appartamento di Monica Vitti/Giuliana e del figlio.

Il convegno parlerà di tutto questo, chiudendo un progetto che viene da lontano, da quando per primo, quasi vent’anni fa, l’allora direttore dell’Accademia Vittorio D’Augusta, assieme a chi scrive, sollevò il problema di una ricollocazione in città dei due mosaici strappati. Da allora, le due opere hanno dormito un lungo sonno protette dall’imbragatura in tessuto, legno e acciaio su un terreno di proprietà dell’Enel. Da qualche anno, grazie all’impegno di Paola Babini, coordinatrice didattica dell’Accademia di Ravenna, e della grande disponibilità di Enel, si è tornati a ragionare su una sistemazione definitiva dell’opera.
Al momento, però, nulla ancora di certo appare all’orizzonte. Sarebbe bello che i due grandi totem in ceramica trovassero una sistemazione nei pressi del Grande ferro R di Alberto Burri, sì da creare, colà, una sorta di cittadella dell’arte contemporanea. Ma è, naturalmente, solo un auspicio.
Di certo occorre non perdere ancora tempo. Deluigi e Antonioni non se lo meritano.

Stradello pubblico al buio, residenti pronti alla colletta per le luci anti-spaccio

Da dieci anni il vicolo non illuminato è diventato territorio di spaccio, il Comune fa sapere che servono 4.500 euro per tre lampioncini

Stradello Che Fiancheggia La Scuola Camerani Mancante Dei Lampioni Per La NotteDa ormai dieci anni i residenti di alcune vie del Borgo San Biagio a Ravenna attendono l’installazione di tre lampioncini della pubblica illuminazione per uno stradello pedonale che è territorio di spaccio e ora, vista la cifra piuttosto contenuta di 4.500 euro, si sta pensando di fare una colletta per intervenire dove il Comune non ha fatto nulla. Il consigliere comunale di opposizione Alvaro Ancisi (Lpr) chiede al sindaco se intende attivarsi perché interventa Palazzo Merlato con acquisto e installazione o se autorizzare i cittadini a farlo a proprie spese.

Il primo allarme fu lanciato da Lista per Ravenna nell’agosto scorso: «Bande di ladri e di spacciatori tenevano sotto scacco i residenti nelle vie Bargigia, Felisatti, Fabbri, Lovatelli, Morelli e Vallona, tra loro collegate». Ci fu poi la vicenda, definita da Ancisi tragicomica, di dieci famiglie multate dalla polizia municipale perché avevano posto del filo spinato sulle recinzioni che dividono i rispettivi giardini.

Un gruppo di residenti della zona a settembre era stato ascoltato dal prefetto: «I rappresentanti dell’amministrazione ci hanno detto che sono consapevoli della situazione difficile che stiamo vivendo e intendono trovare insieme a noi una soluzione».

Lo stradello pedonale e ciclabile è a servizio della scuola Camerani, tra le vie Bargigia e Fabbri. Asfalto rifatto nell’estate 2010, provvisto di cavidotti e pozzetti per accogliere i cavi elettrici ed i pali dell’illuminazione pubblica: il Comune non ha mai installato i tre lampioni mancanti.

Ancisi ha interpellato il Comune: «Ho ricevuto infine risposta scritta che occorrerebbe una lunga procedura di elaborazioni e valutazioni prima di potervi dare corso, quasi che il problema non sia mai esistito. Ho dunque tagliato la testa al toro, chiedendo ufficialmente di conoscere dall’ ufficio comunale Illuminazione pubblica quanto costi installare quei tre lampioni, in attesa da dieci anni.  Dall’ assessorato ai Lavori pubblici ho ricevuto questa risposta, seguita ad un sopralluogo: “Sono presenti 3 predisposizioni per altrettanti punti luce per lampioncini alti 4 metri. Il costo complessivo presunto per rendere l’impianto funzionante è di 4.500 euro Iva esclusa”. Non serve perciò neanche un progetto».

Rapporto immobiliare: nel capoluogo il mercato tira meno che negli altri comuni

Presentati dati 2019 elaborati da Fimaa e Confcommercio: scambi di abitazioni in crescita del 9,7 percento in città e 13,3 nel resto della provincia. L’aumento dei prezzi è quasi nullo

Nei primi sei mesi del 2019 il numero di scambi di abitazioni è aumentato del 9,7 percento nel comune di Ravenna e del 13,3 percento negli altri comuni della provincia rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. È un mercato immobilare in crescita quello che emerge dal rapporto annuale elaborato da Fimaa e Confcommercio e presentato stamani, 21 novembre.

Indice Delle Compravendite
Ravenna – Numero indice degli scambi di abitazioni (base 2011=100)

A livello provinciale, le macroare più appetibili sono risultate essere, oltre al comune capoluogo – in cui si registra il 47,3% degli scambi dell’intera provincia – la città di Cervia e l’Alta Pianura del Lamone, mentre a Ravenna, considerando le zone più significative dal punto di vista del numero di scambi (quota percentuale superiore al 5% di scambi del Comune) quelle con la maggior dinamicità immobilare sono Borgo San Rocco, San Biagio, San Vittore, Stadio Ospedale, Tribunale, Via Vicoli, la Cintura alla zona centrale e Lido Adriano-Lido di Dante, seguite da Lido di Savio e Lido di Classe, il Centro Storico, Ponte Nuovo e Madonna dell’Albero.

Se le percentuali di crescita sopra riportate dovessero manifestarsi anche nella seconda parte dell’anno, gli scambi 2019 in città non sfonderebbero soglia 2.300, record del 2011 (contro i 2.125 dello scorso anno), mentre nei comuni minori si arriverebbe quasi a 2.700 compravendite, ben 300 in più di quelle disposte dall’Agenzia delle Entrate per il 2018: l’indice degli scambi rispetto al 2011, base dell’analisi, risulterebbe finalmente raggiungere e superare il 100 iniziale rispettivamente del 4,8% per la città e del +7,7% nei comuni non capoluogo.

Indice Dei Prezzi
Ravenna – Numeri indice dei prezzi medi delle abitazioni (valori %; base 2004=100)

Dati tutto sommato positivi anche sul fronte dei prezzi di compravendita, in cui si registra per il 2019 un lievissimo incremento dello 0,3% a Ravenna e dell’appena 0,1% nei comuni minori della provincia rispetto all’anno scorso: in tal modo, i prezzi del 2019 risultano superiori a quelli registrati nel 2004 di quasi il 7% in città e dell’1,5% nei comuni minori della provincia e rispettivamente del -10,2% e del -10,7% rispetto al 2011, anno del picco massimo rilevato.

«La casa è per i ravennati sicuramente il bene rifugio per eccellenza ed è l’investimento che nel lungo periodo ha dato i rendimenti maggiori»– ha commentato Ivano Venturini, Presidente Fimaa Confcommercio provincia di Ravenna –. «Nella nostra provincia si registra una crescita delle vendite dovuta ai prezzi, che hanno avuto in questi anni ribassi fino al 30% ma tendenti alla stabilizzazione, ai mutui, che vengono erogati soprattutto per la prima casa a tassi mai così bassi (anche sotto 1%), agli incentivi per la casa, prorogati per il prossimo anno 2020, e all’incertezza che continua a serpeggiare nel nostro sistema bancario; non ultimo, la notizia che qualche istituto primario applicherà tassi negativi a deposito oltre certe soglie.
Anche il mercato della locazione è in crescita. Ravenna è caratterizzata da un’altissima richiesta a fronte di un’offerta insufficiente sia per numero di posti letto che di immobili di qualità. Le tipologie richieste vanno dalla camera per studenti, al bilocale ammobiliato, fino all’appartamento di lusso, con affitti che vanno dai 250 euro ai 2.000 euro al mese. Sicuramente questo settore ha una forte potenzialità di sviluppo e di redditività, ma ancora, nel nostro territorio, questa opportunità non è ritenuta interessante o remunerativa dai possibili investitori».

I dati provinciali si inseriscono all’interno di un quadro nazionale di compravendita in lenta ma costante crescita: a fronte di una riduzione della costruzione – e conseguentemente delle vendita– di nuove costruzioni pari al -20% rispetto al 2010, la ripresa dei valori di compravendita (+6, 1% nei primi due trimestri del 2019 insieme) è dovuta essenzialmente alla componente dell’usato. Sul fronte dei prezzi di compravendita, invece,  le statistiche ufficiali testimoniano ancora una mancata ripresa: considerando i soli secondi trimestri, tra il 2010 e il 2019 i prezzi delle abitazioni sono diminuiti in media italiana del 16%: ciò è la risultante di due variazioni contrapposte, ossia la forte debacle dei prezzi delle abitazioni esistenti (pari al -22,6%) ed il modesto incremento (in termini nominali, al lordo, cioè dell’inflazione) dei prezzi delle abitazioni nuove (+1,4%).

 

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