Rapporto immobiliare: nel capoluogo il mercato tira meno che negli altri comuni

Presentati dati 2019 elaborati da Fimaa e Confcommercio: scambi di abitazioni in crescita del 9,7 percento in città e 13,3 nel resto della provincia. L’aumento dei prezzi è quasi nullo

Nei primi sei mesi del 2019 il numero di scambi di abitazioni è aumentato del 9,7 percento nel comune di Ravenna e del 13,3 percento negli altri comuni della provincia rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. È un mercato immobilare in crescita quello che emerge dal rapporto annuale elaborato da Fimaa e Confcommercio e presentato stamani, 21 novembre.

Indice Delle Compravendite

Ravenna – Numero indice degli scambi di abitazioni (base 2011=100)

A livello provinciale, le macroare più appetibili sono risultate essere, oltre al comune capoluogo – in cui si registra il 47,3% degli scambi dell’intera provincia – la città di Cervia e l’Alta Pianura del Lamone, mentre a Ravenna, considerando le zone più significative dal punto di vista del numero di scambi (quota percentuale superiore al 5% di scambi del Comune) quelle con la maggior dinamicità immobilare sono Borgo San Rocco, San Biagio, San Vittore, Stadio Ospedale, Tribunale, Via Vicoli, la Cintura alla zona centrale e Lido Adriano-Lido di Dante, seguite da Lido di Savio e Lido di Classe, il Centro Storico, Ponte Nuovo e Madonna dell’Albero.

Se le percentuali di crescita sopra riportate dovessero manifestarsi anche nella seconda parte dell’anno, gli scambi 2019 in città non sfonderebbero soglia 2.300, record del 2011 (contro i 2.125 dello scorso anno), mentre nei comuni minori si arriverebbe quasi a 2.700 compravendite, ben 300 in più di quelle disposte dall’Agenzia delle Entrate per il 2018: l’indice degli scambi rispetto al 2011, base dell’analisi, risulterebbe finalmente raggiungere e superare il 100 iniziale rispettivamente del 4,8% per la città e del +7,7% nei comuni non capoluogo.

Indice Dei Prezzi

Ravenna – Numeri indice dei prezzi medi delle abitazioni (valori %; base 2004=100)

Dati tutto sommato positivi anche sul fronte dei prezzi di compravendita, in cui si registra per il 2019 un lievissimo incremento dello 0,3% a Ravenna e dell’appena 0,1% nei comuni minori della provincia rispetto all’anno scorso: in tal modo, i prezzi del 2019 risultano superiori a quelli registrati nel 2004 di quasi il 7% in città e dell’1,5% nei comuni minori della provincia e rispettivamente del -10,2% e del -10,7% rispetto al 2011, anno del picco massimo rilevato.

«La casa è per i ravennati sicuramente il bene rifugio per eccellenza ed è l’investimento che nel lungo periodo ha dato i rendimenti maggiori»– ha commentato Ivano Venturini, Presidente Fimaa Confcommercio provincia di Ravenna –. «Nella nostra provincia si registra una crescita delle vendite dovuta ai prezzi, che hanno avuto in questi anni ribassi fino al 30% ma tendenti alla stabilizzazione, ai mutui, che vengono erogati soprattutto per la prima casa a tassi mai così bassi (anche sotto 1%), agli incentivi per la casa, prorogati per il prossimo anno 2020, e all’incertezza che continua a serpeggiare nel nostro sistema bancario; non ultimo, la notizia che qualche istituto primario applicherà tassi negativi a deposito oltre certe soglie.
Anche il mercato della locazione è in crescita. Ravenna è caratterizzata da un’altissima richiesta a fronte di un’offerta insufficiente sia per numero di posti letto che di immobili di qualità. Le tipologie richieste vanno dalla camera per studenti, al bilocale ammobiliato, fino all’appartamento di lusso, con affitti che vanno dai 250 euro ai 2.000 euro al mese. Sicuramente questo settore ha una forte potenzialità di sviluppo e di redditività, ma ancora, nel nostro territorio, questa opportunità non è ritenuta interessante o remunerativa dai possibili investitori».

I dati provinciali si inseriscono all’interno di un quadro nazionale di compravendita in lenta ma costante crescita: a fronte di una riduzione della costruzione – e conseguentemente delle vendita– di nuove costruzioni pari al -20% rispetto al 2010, la ripresa dei valori di compravendita (+6, 1% nei primi due trimestri del 2019 insieme) è dovuta essenzialmente alla componente dell’usato. Sul fronte dei prezzi di compravendita, invece,  le statistiche ufficiali testimoniano ancora una mancata ripresa: considerando i soli secondi trimestri, tra il 2010 e il 2019 i prezzi delle abitazioni sono diminuiti in media italiana del 16%: ciò è la risultante di due variazioni contrapposte, ossia la forte debacle dei prezzi delle abitazioni esistenti (pari al -22,6%) ed il modesto incremento (in termini nominali, al lordo, cioè dell’inflazione) dei prezzi delle abitazioni nuove (+1,4%).

 

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