I dati dell’attività svolta dalla polizia locale a Ravenna. Difficile accertare le infrazioni ai divieti per camini o ai limiti per le temperature in casa. Il comandante Giacomini: «Sono anche norme informative»
Tra i primi fattori dell’inquinamento dell’aria c’è il traffico veicolare
Dall’1 ottobre scorso quando, come ogni anno, sono entrate in vigore le limitazioni alla circolazione stradale per questioni ambientali, la polizia locale di Ravenna ha fatto 26 verbali. In tre mesi e mezzo sono stati controllati 506 veicoli con 78 posti di controllo ai varchi di accesso e nell’area interna al perimetro dove valgono le disposizioni per tenere lontani i motori più inquinanti. Ogni sanzione è da168 euro (scontata del 30 percento se pagata entro 5 giorni).
Impossibile invece riuscire a fare controlli per il rispetto delle altre disposizioni, soprattutto quelle che fissano i limiti per le temperature degli ambienti domestici o il divieto di accensione dei camini. «Gli artigiani che fanno installazioni e manutenzioni devono chiedere alle famiglie l’inserimento in un registro apposito per le certificazioni dei nuovi impianti – spiega il comandante della polizia locale Andrea Giacomini – e per chi non lo fa c’è una segnalazione. Ma è evidente che c’è tutto un mondo che resta sommerso ed è quello degli impianti più obsoleti. Per questi purtroppo i controlli non sono facili perché le segnalazioni non sono frequenti e non è come in strada: presentarsi per un controllo domiciliare è molto complesso». Il comandante si augura che le disposizioni siano viste con lo spirito giusto: «Sono anche norme informative, magari qualcuno può pensare che il camino a legna in quanto qualcosa di naturale sia sempre più pulito e invece non è così».
La denuncia di una bambina e della sua insegnante: «Mi hanno detto che hanno indicazioni di regalare l’album solo ai maschi»
«Niente album di figurine dei calciatori, sei una femmina». Si è sentita rispondere qualcosa del genere una bambina della scuola elementare Gulli di Faenza, ieri mattina, da una delle addette alla distribuzione gratuita dell’album Panini, come avviene negli ultimi anni fuori dalle scuole di tutta la provincia.
La bambina si sarebbe lamentata con un’insegnante che, scandalizzata, è andata di persona a richiedere l’album per l’alunna. Anche lei senza riuscirci. Al Carlino infatti l’insegnante racconta che l’addetta le avrebbe detto che ha avuto indicazioni di non distribuire l’album dei calciatori alle femmine, in quanto poi difficilmente queste proseguono la raccolta (comprando i pacchetti in edicola).
«Un messaggio ingiusto, discriminatorio e maschilista», dichiara la maestra sulle pagine del quotidiano in edicola oggi, 31 gennaio.
La basilica resta il monumento statale più visitato in Emilia-Romagna. Cresce anche il Mausoleo di Teodorico, in calo il Battistero degli Ariani
Sant’Apollinare in Classe
La basilica di Sant’Apollinare in Classe resta saldamente in testa alla classifica dei monumenti statali più visitati in Emilia Romagna. Nel 2019 sono stati 194.853 i visitatori, in crescita del 7,5 percento rispetto a quelli del 2018.
Il dato è stato reso noto dal ministro Dario Franceschini nel presentare i nuovi bandi di selezione internazionale per i direttori dei musei. Lo staff del ministro sottolinea come in cinque anni, «grazie alla riforma Franceschini», siano cresciuti complessivamente del 24 percento i visitatori dei musei e siti archeologici statali della regione.
«L’autonomia concessa ai musei – ha dichiarato il ministro Franceschini – insieme alla promozione condotta anche attraverso l’ingresso gratuito nella prima domenica del mese, ora reintrodotto in maniera permanente, si sono rivelate un mix vincente».
Dopo Sant’Apollinare in Classe nella speciale classifica del 2019 troviamo il Complesso Monumentale della Pilotta a Parma con 141.206 visitatori, +5,8% rispetto all’anno precedente, e in terza e quarta posizione altri due monumenti ravennati, il Battistero degli Ariani con 99.580 biglietti staccati (questi, invece, oltre 6mila in meno) e il Mausoleo di Teodorico con 86.265 visitatori, il 5,2% in più rispetto al 2018.
È un cielo dal “dolce color d’oriental zaffiro” (Purgatorio, I, 13) quello che splende sulla XXXI edizione di Ravenna Festival, un firmamento nel quale brillano, anche quest’anno, le opportunità offerte ad abbonati e titolari di carnet: da oggi, giovedì 30 gennaio, è attiva la prelazione per gli abbonati 2019 (stesso posto, fino al 27 febbraio) ma anche la sottoscrizione di nuovi abbonamenti nei posti liberi; a partire dalla stessa data abbonati e titolari di carnet 2019 potranno inoltre accedere ai Carnet Open 2020.
L’abbonamento comprende sei appuntamenti al Pala De André, a partire dal concerto inaugurale dedicato a Koyaanisqatsi di Philip Glass e inclusa la grande sinfonica con Riccardo Muti, Ivan Fischer e Valery Gergiev.
I rinnovi si possono effettuare anche telefonicamente e via e-mail, mentre i nuovi abbonamenti possono essere sottoscritti anche online o presso gli uffici IAT. Agli abbonati è inoltre riservata la possibilità di acquistare in prelazione i biglietti di Carmina Burana della Fura dels Baus con riduzione del 10%.
Si conferma inoltre la formula dei Carnet Open, che consentono l’acquisto di 4, 6 o 8 spettacoli a scelta con riduzione rispettivamente del 10, 15 o 20% sul prezzo dei biglietti e in qualsiasi settore, anche diverso per diversi spettacoli.
A partire da giovedì 5 marzo, data di apertura delle prevendite per tutti gli spettacoli, sarà possibile sottoscrivere i nuovi carnet.
Abbonamenti da 95 euro (ridotto 85 Euro) a 460 euro (ridotto 425).
Il 31 gennaio e il 2 febbraio in scena “Suor Angelica” e “Gianni Schicchi”. L’1 febbraio la conversazione con Guido Barbieri
Gianni Schicchi
Musica capace di librarsi sul Novecento europeo, inconfondibilmente italiana ma ibridata da Debussy e Stravinskij: la Stagione d’Opera del Teatro Alighieri di Ravenna continua fra le mura di un monastero senese e nella dimora di un mercante fiorentino, con una doppia serata pucciniana il 31 gennaio e il 2 febbraio. Suor Angelica e Gianni Schicchi – che, con Il tabarro, compongono il trittico che Giacomo Puccini presentò a New York nel 1918 – sono a Ravenna con coproduzioni che hanno coinvolto, oltre all’Alighieri, il Teatro del Giglio di Lucca, il Lirico di Cagliari e il Maggio Fiorentino.
Alla guida dell’Orchestra della Toscana Marco Guidarini, mentre firma regia, scene, costumi e luci Denis Krief. Poliedrico e poliglotta, musicista e uomo di teatro, Krief ha immaginato una messa in scena limpida e lineare che lascia ampio spazio ai personaggi e al diverso registro delle due opere – struggente per Suor Angelica e comico per Gianni Schicchi.
Ha debuttato con successo nel ruolo di Suor Angelica Alida Berti, mentre l’arcigna Zia-Principessa è Isabel De Paoli; Gianni Schicchi può contare sul talento istrionico del baritono Marcello Rosiello, mentre alla Lauretta di Francesca Longari è affidata l’emozionante e da sempre amata aria “O mio babbino caro”.
«La via italiana verso la complessità novecentesca del melodramma si trova qui, nel cameo bifronte di Suor Angelica e Gianni Schicchi, figli di un dio romantico, ma assetato di modernità», sottolinea Marco Guidarini, la cui carriera – dal Metropolitan al Bolshoi, dall’Opera di Sidney alla Scala – è iniziata come direttore assistente di John Eliot Gardiner.
Suor Angelica
Il raffinato tessuto musicale del trittico appartiene di diritto al Novecento musicale europeo. In particolare Suor Angelica e Gianni Schicchi, entrambi su libretto di Giovacchino Forzano, sembrano declinare le tendenze post-romantiche, l’una nelle influenze francesi, l’altra testimoniando, oltre a una filiazione diretta con il Falstaff verdiano, l’assimilazione della poliritmia straviinskiana. I due titoli «possono quindi agevolmente condividere lo stesso palcoscenico – spiega invece il regista Denis Krief – dato che sono opere di teatro da camera che condividono anche un certo tipo di linguaggio: scene brevi, frasi spezzate e frammentarie, un canto di conversazione».
Puccini colloca Suor Angelica, storia di un’aristocratica costretta al velo per via di un bambino nato fuori dal matrimonio, in un monastero senese del XVII secolo, attingendo però dalla propria diretta conoscenza della vita monastica; la sorella Iginia era infatti madre superiora del convento di monache agostiniane di Vicopelago, nei pressi di Lucca. Qui il compositore, secondo la tradizione, presentò storia e melodie, suscitando una profonda commozione tra le monache. La regia di Krief fa del convento uno spazio austero e senza tempo, nel quale il carrello con le piante officinali spicca come l’unico, sottile legame con il mondo. Le piante rappresentano il solo oggetto d’amore cui Angelica può dedicarsi; salvo divenire, al termine della vicenda, lo strumento con cui la protagonista si dà la morte, avvelenandosi all’annuncio della morte del figlio portatole dalla Zia Principessa. Nella produzione sono coinvolti anche il Coro Ars Lyrica diretto da Elena Pierini e il Coro di voci bianche Ludus Vocalis guidato da Elisabetta Agostini.
Alla recitazione misurata – ma mai asettica e anzi improntata a un crescendo drammatico – di Suor Angelica si contrappone il ritmo frizzante e vorticoso di Gianni Schicchi, un gioiello di elaborazione colta che coniuga nell’atto unico tracce dell’opera buffa settecentesca e maschere da Commedia dell’arte. Lo spazio in questo caso si apre all’esterno con una veduta in bianco e nero di Ponte Vecchio, un richiamo a Firenze che si accompagna a costumi moderni, capaci di conferire alla messa in scena un’atmosfera da cinema italiano del Dopoguerra. Qui il protagonista – che Dante menziona nel canto XXX dell’Inferno – gabba gli avidi e litigiosi familiari dell’abbiente Buoso Donati, assumendo i panni del defunto per dettare un nuovo testamento al notaio… testamento del quale Schicchi stesso è principale beneficiario.
Il nuovo appuntamento con l’opera è anche l’occasione per il secondo incontro de Il canto delle sirene, il ciclo di conversazioni – sempre a ingresso gratuito – curato da Guido Barbieri: sabato 1 febbraio, alle 10.30 alla Biblioteca Classense, Barbieri approfondirà Canto, virtuosismo e retorica degli affetti nella letteratura per musica tra Sei e Settecento, attraverso autori come Carissimi, Stradella, Pergolesi e Händel.
La Stagione Opera continua con Lucrezia Borgia di Donizetti (6 e 8 marzo), nuovissima produzione firmata da Andrea Bernard alla regia e con Riccardo Frizza alla guida dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini.
Biglietti da 14 a 50 Euro, ridotti da 14 a 44 Euro. Info e prevendite: tel. 0544 249244 – www.teatroalighieri.org
Si tratta della scultura a forma di testa rimossa vent’anni fa e custodita dalla Soprintendenza. Si può firmare all’hotel Diana
L’associazione Dis-ordine lancia una raccolta firme per chiedere che la piccola scultura a forma di testa della Mariola possa tornare nella base della torre civica di Ravenna, vicino al bassorilievo del cavaliere.
Una richiesta che arriva a vent’anni dalla sua rimozione, rivolta in particolare alla Soprintendenza, che la custodisce al momento nei suoi magazzini.
I moduli per firmare sono disponibili 24 ore su 24 al vicino hotel Diana (via Girolamo Rossi 47) e a breve anche on line.
La posizione dei due curiosi frammenti di pietra incastonati in due nicchie adiacenti alla base della torre (il cavaliere e, appunto, una testa, forse di imperatore romano) ha portato anche alla nascita di un detto popolare “Cercar Mariola per Ravenna”, citato da storiche fonti letterarie fin dal 1300.
“Tante sono le leggende che si diramano sull’onda di questa misteriosa storia che fin dal primo Trecento supera i confini della città – si legge in una nota inviata alla stampa dall’associazione – tanto che compare in un verso nel Codice de L’ Acerba di Cecco d’Ascoli: “Maria si va cercando per Ravenna/chi in donna crede che sia intelletto” e persino Cervantes, alcuni secoli dopo, nel Don Chisciotte, paragona il “buscar a Marica por Ravena” col “buscar al bachiller en Salamanca” riferendosi alla ricerca di qualcosa di talmente ovvio che a volte non si trova anche se evidente. Tutte leggende raccolte nel libro “Cercar Maria per Ravenna-Zarchè Mariola par Ravèna” del 2004 scritto da Franco Gabici. Ed.Danilo Montanari Editore”.
L’antica leggenda fa sì che a Ravenna, sul finire dell’Ottocento, compaia una maschera carnevalesca, di cui si ha testimonianza in una fotografia ritoccata ad acquerello, datata 1870, appartenente all’Album di Gaetano Savini in Memorie illustrate di Ravenna, custodito alla Biblioteca Classense: “la Maschera della Mariola – si legge nella nota di Dis-ordine –. Una veste rossa profilata in bianco nascosta da un ampio mantello di colore blu, come la veste mariana, stranamente allacciata al maschile».
Sequestrato nel Ravennate dai vigili che hanno anche denunciato il legale rappresentante
Un impianto industriale di confezionamento di carbone vegetale nella frazione di San Michele è stato sequestrato dalla polizia locale di Ravenna dopo alcuni controlli svolti nei giorni scorsi con i tecnici di Arpae.
Il legale rappresentante, accusato di aver realizzato scarichi abusivi nei fossi di confine e di emissione non autorizzata di polveri provenienti dal deposito a cielo aperto, è stato denunciato. Sono in corso indagini ulteriori.
Il sito sequestrato è la filiale avviata circa un anno fa da un’azienda con sede a Russi. L’attività consiste nel confezionamento di carbone per rifornire la rete di vendita.
Il punto a Bologna: «Nel nostro paese non c’è nessun caso, già adottate comunque misure precauzionali»
Nessun caso di Coronavirus in Emilia-Romagna, così come nel resto d’Italia. Lo ha sottolineato questa mattina, durante l’incontro con la stampa che si è svolto in viale Aldo Moro, a Bologna, la direttrice generale Cura della persona, Salute e Welfare della Regione, Kyriakoula Petropulacos, subito dopo la prima riunione del gruppo di coordinamento attivato dall’assessorato alle Politiche per la salute per garantire un collegamento costante tra Regione e Aziende sanitarie dell’Emilia-Romagna.
«Voglio dare, innanzitutto, un messaggio totalmente rassicurante- ha detto la direttrice -. Nel nostro Paese, a oggi, non c’è nessun caso di Coronavirus; tuttavia, come previsto in situazioni di questo tipo, sono già state messe in campo misure tutelanti. La nostra Regione si è immediatamente attivata, in stretto contatto con il Ministero e l’Istituto superiore di sanità, e abbiamo già fornito indicazioni precise a tutte le Aziende Usl del territorio. Ma, ripeto, non solo non c’è nessun allarme, ma neppure nessun elemento di preoccupazione».
In Italia, in accordo con le indicazioni a livello internazionale, sono già state adottate misure precauzionali per gli arrivi aerei; c’è una task force del ministero della Salute, ed è già funzionante 24 ore su 24 il numero verde 1500. A livello regionale, ha spiegato Petropulacos, «c’è un collegamento tra numero verde nazionale e linee regionali: nel caso si valuti la necessità di un approfondimento specifico sul territorio, la chiamata viene appunto dirottata in Regione. Il numero messo a disposizione dal Ministero è importante soprattutto per i cittadini che arrivano da aree a rischio e che ricevono già indicazioni in aeroporto. Peraltro – giusto ricordarlo – negli aeroporti regionali non arrivano voli diretti dalla Cina, quindi chi giunge sul territorio proviene da precedenti scali ed è già stato sottoposto a controlli».
Negli scali italiani, infatti, ai passeggeri che provengono da zone a rischio viene immediatamente effettuato un primo screening (tramite apposito scanner), che rileva l’eventuale presenza di febbre; poi viene loro consegnato un foglio che spiega come, in caso di insorgenza febbrile, debbano rivolgersi al proprio medico di base o chiamare il numero verde. Ciò consente di allertare immediatamente i Dipartimenti di salute pubblica delle Ausl e di mettere in campo, a seconda della gravità della situazione, le misure necessarie. In Emilia-Romagna per le analisi è già attivo, come laboratorio di riferimento, il Crrem del Policlinico Sant’Orsola, che nei giorni scorsi ha analizzato quattro campioni respiratori, risultati tutti negativi.
Nel corso della conferenza stampa è stato infine ricordato che, in base alle indicazioni internazionali e nazionali, le persone prive di sintomi che rientrano dalle aree in cui c’è il Coronavirus non vanno messe in quarantena, e non costituiscono fattore di rischio per la trasmissione. In caso di diagnosi di influenza da Coronavirus il paziente sarà sottoposto a isolamento nelle stanze predisposte all’interno dei Reparti di Malattie Infettive e gli verranno somministrate le terapie appropriate.
«Lo ribadiamo con chiarezza – hanno sottolineato tutti i partecipanti all’incontro stampa-: siamo attenti, come è giusto che sia, ma non allarmati. Il sistema regionale è organizzato in via precauzionale per rispondere prontamente a eventuali necessità, ma non c’è, al momento, alcun motivo di preoccupazione».
Sabato 8 febbraio l’inaugurazione negli Orti di Mare di via del Marchesato
Inaugura sabato 8 febbraio a Marina di Ravenna un “muro della gentilezza”. Il primo fece la sua apparizione in Iran nel 2015. Da quel momento l’esperienza è stata replicata in diverse città in tutto il mondo.
Lo spirito del progetto resta fedele al messaggio lasciato sul primo muro: “se non ne hai bisogno lascialo, se ti serve prendilo”.
A Marina di Ravenna è stata l’Associazione Nazionale Marinai d’Italia a raccogliere l’idea e, in collaborazione con l’artista Anika Bargossi, con le associazioni Auser, Ada e Anteas e con il patrocinio del Comune di Ravenna, è stato realizzato un primo muro.
La risposta dei cittadini non si è fatta attendere. Già nella fase sperimentale del progetto sono arrivati abiti, libri, oggetti vari che sono resi disponibili per quelli che sono i nuovi poveri della città.
Ora il muro troverà la sua sede definitiva presso “Orti di Mare”, in Via del Marchesato.
Sabato 8 febbraio l’inaugurazione: alle 10 i saluti e la presentazione del progetto, alle 10.15 il taglio del nastro e a seguire aperitivo.
Per il Pm10 il 2020 è iniziato con numeri peggiori dei due precedenti. Le centraline Arpae hanno registrato picchi fino al doppio della soglia consentita di 50 microgrammi/mc. Già raggiunta la metà di sforamenti giornalieri ammessi in un anno intero. E le misure di emergenza sono scattate più volte
Per 17 dei primi 29 giorni del 2020 la centralina dell’agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpae) installata in via Zalamella a Ravenna per misurare i livelli di polveri sottili nell’aria (chiamate scientificamente Pm10) ha registrato una media superiore a 50 microgrammi per metro cubo, la soglia di inquinamento atmosferico ritenuta accettabile dalla legge. Più di un giorno su due. I picchi nelle giornate del 15 e 16 gennaio quando il numero sul display ha raggiunto il doppio del consentito. Dati in peggioramento rispetto agli ultimi due anni: 11 sforamenti nei primi 22 giorni del 2019 e 9 sforamenti nei primi 28 del 2018.
È andata un po’ meglio nelle altre centraline presenti provincia per la rete Arpae (in tutto 47 in regione): nel periodo 1-21 gennaio ci sono stati 11 sforamenti in via Caorle a Ravenna, 8 a Cervia, 5 a Faenza (la stazione di Alfonsine non rileva le Pm10). E poi ci sono le cosiddette stazioni locali: gestite secondo le procedure del sistema Arpae ma collocate sul territorio con l’obiettivo di valutare eventuali impatti sulla qualità dell’aria prodotti, nelle aree circostanti, da specifiche fonti di emissione come impianti industriali e altre infrastrutture. I dati rilevati sono quindi indicativi della sola realtà locale monitorata, a differenza di quelli rilevati dalle stazioni della rete regionale di monitoraggio, collocate in modo tale da rappresentare l’intero territorio provinciale. In zona Rocca Brancaleone 12 sforamenti e 13 al porto.
Numeri di cui si percepisce ancora di più il peso se si tiene conto che il protocollo aria integrato regionale (Pair 2020, vedi box in pagina) fissa a 35 il massimo di giornate di sforamento in un anno. Nel 2019 Ravenna ha superato abbondantemente il limite totalizzando complessivamente 51 sforamenti alla centralina di via Zalamella. Erano stati 22 nel 2018 ma 53 nel 2017 (elaborazioni Legambiente).
E così siamo nel 2020 da meno di un mese e sono già scattate due volte le cosiddette misure emergenziali nei comuni dell’Emilia-Romagna con più di trentamila abitanti. I bollettini emessi ogni lunedì e giovedì entro le 11 (consultabili sul sito web dell’Arpae) indicano se devono essere attivate le misure emergenziali (bollino rosso) a partire dal giorno successivo fino al giorno di controllo seguente compreso e vengono attivate in tutti i comuni Pair della provincia nella quale si sono verificati i superamenti. Le misure emergenziali si attivano quando viene superato il limite di Pm10 nei tre giorni precedenti a quello di controllo (considerando il valore peggiore registrato tra le stazioni di un territorio provinciale) e le previsioni per il giorno di controllo e per quello successivo confermano il superamento della soglia di legge (previsione basata sulla valutazione degli operatori Arpae, che si avvalgono di diversi strumenti modellistici e previsionali). Le misure emergenziali sono limitazioni più stringenti delle solite: divieto di circolazione esteso anche ai motori diesel euro 4, temperatura negli ambienti domestici da 19 a 17 gradi e limiti all’uso di stufe e camini. Il 21 gennaio sono state revocate le misure emergenziali che hanno riguardato tutte le province emiliano-romagnole tranne Forlì-Cesena.
All’Auditorium Corelli si parte con Cristiano Godano, tra live e presentazione del suo libro
Godano e Muratti
Tre appuntamenti con la musica all’Auditorium Corelli di Fusignano (vicolo Belletti 2). Fino alla fine di febbraio sono infatti in programma tre concerti con artisti di fama nazionale.
Si comincia venerdì 31 gennaio con il concerto e incontro di Cristiano Godano. Il cantante e chitarrista dei Marlene Kuntz proporrà alcuni brani del folto repertorio della band. Nel corso della serata il musicista dialogherà con l’amico e collaboratore Lory Muratti e parlerà del suo ultimo libro Nuotando nell’aria (La Nave di Teseo). Nel libro Godano racconta per la prima volta in un libro la genesi della band, gli incontri che ne hanno determinato la crescita e il percorso.
Venerdì 7 febbraio arrivano Andy (dei Bluvertigo) e Live Band con il concerto “The David Bowie Show”. Lo spettacolo nasce e si sviluppa con l’idea di cogliere alcuni dei momenti salienti della carriera e del percorso artistico di un grande artista come David Bowie.
Infine, venerdì 21 febbraio la musica torna all’Auditorium Corelli con un evento che alle note unisce la letteratura. Saranno protagonisti Paolo Benvegnù e Nicholas Ciuferri e I Racconti delle Nebbie.
Benvegnù (fondatore degli indimenticati Scisma) e Ciuferri si sono incontrati per una serie di fortuite circostanze: il primo è un musicista letterario, il secondo un narratore con passioni musicali. Iniziano a lavorare a un romanzo sul tempo (che uscirà nel 2020), e poi un giorno, tra fogli stampati e chitarre si accorgono che molte canzoni di Paolo e molti racconti di Nicholas parlano delle stesse cose, con linguaggi a volte distanti e a volte incredibilmente simili e vicini. Il palco è l’immediata conseguenza, forse un esperimento estemporaneo, ma poi le date si accumulano, la penisola viene percorsa in lungo e in largo, nasce un lunghissimo tour che li porta anche in Usa e Canada, viene registrato un album. Nascono così “I Racconti delle Nebbie”, di cui fanno parte anche Riccardo Tesio e Leonardo Giacomelli, patron di Black Candy, l’etichetta che ha in forze I Racconti delle Nebbie.
L’ingresso costa 12 euro. Tutti i concerti si svolgono alle 21. Per informazioni e prenotazioni contattare l’Urp ai numeri 0545 955653 o 0545 955668, oppure scrivere alla mail urp@comune.fusignano.ra.it.
L’iniziativa della società di calcio, grazie alla collaborazione in particolare di Deco
Si è conclusa l’iniziativa promossa dal Ravenna Football Club “Un sorriso per Giovanni”, la raccolta fondi a fine benefico effettuata attraverso la vendita di panettoni.
Una iniziativa che ha visto in prima fila Filippo Lora, calciatore del Ravenna Fc che, oltre a portare all’attenzione la storia di Giovanni, ha coordinato l’attività e si è impegnato in prima fila con i compagni per la vendita dei panettoni. Un piccolo gesto di solidarietà che ha visto la massiccia adesione della comunità ravennate e non, i panettoni infatti sono andati letteralmente a ruba, un successo che ha permesso di raccogliere ben 5.180 euro da devolvere a favore delle cure che il piccolo Giovanni dovrà continuare ad effettuare per riuscire a camminare normalmente.
«Un successo reso possibile della collaborazione di numerosi partner in città cui va un sentito ringraziamento – si legge in una nota del Ravenna –. Una menzione particolare a Orasi Basket Ravenna, che ha immediatamente condiviso e promosso l’iniziativa e grazie anche al supporto dei Leoni Bizantini, gruppo organizzato del tifo, ed ha reso disponibili i panettoni anche al Pala de Andrè».
«Impossibile non menzionare la grande sensibilità di Deco Industrie – continua la nota inviata alla stampa – che tramite il Direttore Commerciale Paolo Geminiani ha fornito gratuitamente i panettoni del marchio Pineta. «Per Deco è stato importante contribuire a questa iniziativa promossa dal Ravenna Fc e da Filippo Lora – scrive Geminiani –. Come azienda siamo vicini a tante attività di carattere non solo sportivo, ma anche culturali o sociali e reputando anche questa iniziativa assolutamente meritevole abbiamo aderito con entusiasmo. Vedere il successo riscontrato ci rende ancora più orgogliosi del contributo dato».