giovedì
17 Luglio 2025

Arriva davvero il bando per i fondali: l’annuncio da Autorità portuale e Bonaccini

Nel pieno della campagna elettorale per il voto del 26 gennaio, convocata la stampa per un incontro con il presidente della Regione e il presidente di Ap: in ballo la gara da 235 milioni di euro

Veduta aerea della penisola Trattaroli (foto Meetup A rivedere le stelle)

Pare che sia arrivata la fine dei rinvii e sia davvero la volta buona per l’annuncio della pubblicazione del bando di gara da 235 milioni di euro per l’escavo dei fondali del porto di Ravenna. L’Autorità di Sistema portuale dell’Adriatico centro-settentrionale, l’ente che governa lo scalo bizantino, ha convocato la stampa per il 22 novembre: ordine del giorno “il progetto port hub” e nella convocazione dall’ufficio comunicazione di via Antico Squero si sottolinea che «vista l’importanza del tema, è gradita la presenza dei giornalisti». L’ipotesi di un annuncio imminente è resa ancora più consistente dalla presenza tra i relatori del presidente della Regione Stefano Bonaccini e dell’assessore ai Trasporto Raffaele Donini: i due sono impegnati in campagna elettorale per il voto del 26 gennaio.

I due amministratori regionali tornano a Ravenna a parlare del progetto per i fondali a distanza di due anni: il 15 settembre del 2017 nel palazzo della Provincia erano accanto al sindaco Michele de Pascale e al presidente di Ap Daniele Rossi, come si ripeterà il 22 novembre, quando venne annunciata la consegna a Roma della massiccia documentazione per l’avvio dell’iter autorizzativo.

Un ulteriore dettaglio che alimenta l’ottimismo verso la presentazione del bando è quanto accaduto stamani, 18 novembre, in uno studio notarile della città: l’amministratore delegato di Sapir Mauro Pepoli e il presidente dell’Ap hanno sottoscritto il contratto con il quale il terminalista a maggioranza pubblica cede gratuitamente all’Ap un’area di sua proprietà, nella penisola Trattaroli, di 29mila mq di ampiezza.

«La stipula di questo contratto – ha dichiarato il presidente Rossi – rappresenta un passaggio importante in vista dell’imminente pubblicazione del bando di gara. Il progetto infatti, oltre all’approfondimento dei fondali, all’adeguamento delle banchine esistenti ed alla realizzazione di aree per la logistica, prevede la costruzione di una nuova banchina della lunghezza di oltre mille metri proprio in penisola Trattaroli lato canale. L’area oggi ceduta da Sapir gratuitamente è un altro tassello del complesso iter tecnico-autorizzativo che ci consente di avvicinarci alla pubblicazione del bando di gara e testimonia quanto la comunità portuale sia consapevole dell’impossibilità di uno sviluppo futuro del nostro scalo ed una crescita dei traffici che non passi attraverso la realizzazione del progetto».

Omicidio colposo e omissione di soccorso: arrestato un uomo di 41 anni

I fatti risalgono al 2010 e accaddero in Romania. Resterà tre anni in carcere in Italia, la polizia ha eseguito ieri l’ordinanza

PoliziaLa polizia ha arrestato un 41enne per omicidio colposo e omissione di soccorso. L’uomo finito in manette è un cittadino romeno residente a Ravenna. I fatti risalgono al maggio del 2010, in Romania. L’autorità giudiziaria romena lo ha riconosciuto colpevole, dei reati di omicidio colposo e omissione di soccorso, condannandolo alla pena di tre anni di reclusione.

Poiché l’uomo, dopo l’episodio, si è trasferito in Italia, le autorità della Romania hanno emesso nei suoi confronti il mandato d’arresto europeo, che venne eseguito nel maggio del 2012 quando l’uomo fu rintracciato nei dintorni di Ravenna. L’arrestato, all’esito della procedura di estradizione verso la Romania, ha chiesto di poter scontare la condanna in Italia.

Conclusosi, con esito sfavorevole, l’iter per l’affidamento in prova ai servizi sociali, quale misura alternativa alla detenzione trattandosi di una pena a tre anni, la procura generale presso la corte d’appello di Bologna ha emesso l’ordine di carcerazione.  Ieri mattina, gli investigatori della squadra mobile della Questura hanno dato esecuzione al provvedimento restrittivo e, dopo le formalità di legge, hanno condotto  il 41enne alla casa circondariale di Ravenna dove dovrà restare per i prossimi tre anni.

Qualità della vita, Ancisi (Lista per Ravenna) «Ravenna meridione del centro nord»

Il capogruppo della lista civica: «La ricerca è spietata con la nostra provincia. Tragiche condizioni nella sicurezza»

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Alvaro Ancisi

La graduatoria sulla qualità della vita nel 2019 pubblicata dal quotidiano nazionale Italia Oggi con l’ apporto scientifico de La Sapienza «è spietata con Ravenna, classificata al 57° posto: quindi nella parte bassa, affollata dalle province del sud, quasi al confine oltre cui l’indagine ha dichiarato inaccettabile vivere e lontano da quello della buona qualità» Lo dice in una nota Alvaro Ancisi che riassume: «In sostanza, siamo il Meridione del centro nord d’ Italia. Lo dimostra anche che siamo classificati al penultimo posto nella nostra stessa regione, appena meglio di Rimini. Nell’ anno in cui si registra in Italia una qualità della vita mediamente aumentata rispetto agli anni passati, non è così per Ravenna, che solo apparentemente ha guadagnato tre posizioni rispetto al 2018, essendosi ridotte le province da 110 a 107».

Se le posizioni su cui la città tiene (Affari e Lavoro e nel Tempo libero e turismo) sono dovute per il capogruppo «al sistema delle imprese riesce a reggere le difficoltà, sostenuto dalle storiche dotazioni industriali, commerciali e turistiche e dalla vasta diffusione dell’associazionismo» e la salute tiene conto «delle risorse tecnologiche e strutturali della sanità convenzionata e privata»,  Ancisi sottolinea le «condizioni tragiche» riguardo ai reati, agli infortuni sul lavoro. Preoccupa Ancisi poi il fatto che «siamo precipitati dal 33esimo al 71esimo posto per l’Ambiente», con i tragici dati sulla differenziata – in particolare ma non solo – a pesare. «Essendo presidente della commissione Ambiente, Sanità Pubblica e Qualità della vita nel Comune di Ravenna, che determina la bassa posizione della provincia nella graduatoria del buon vivere in Italia, non posso che esprimere l’ ammonimento a cambiar rotta proprio sui temi di cui sopra che più affliggono la cittadinanza semplice, quella che non ha santi nel paradiso della buona amministrazione».

Ikea fornisce il nuovo arredamento al dormitorio: donazione da 16mila euro

La struttura Re di Girenti ha ricevuto letti, scaffali e tavoli

Cameliani Re Di Girenti
L’assessore allo sviluppo economico Cameliani in visita alla struttura

È stato inaugurato stamani, 18 novembre, il nuovo arredamento donato da Ikea al dormitorio Re dei Girgenti di Ravenna. La struttura di via Mangagnina 61, gestita dal Comitato cittadino antidroga in convenzione con il Comune per l’accoglienza delle persone in  difficoltà, ha ricevuto una donazione del valore di 16mila euro che ha riguardato tutto l’arredamento della struttura: 16 letti a castello per le due stanze grandi, 8 letti a castello per le due più piccole, completate con armadi e comodini; piani di appoggio e scaffalature per il guardaroba; pensili, ripiani e carrello portavivande per la cucina; due tavoli allungabili e 30 sedie per il refettorio; per la stanza adibita a dispensa scaffali e piani di lavoro per la conservazione delle derrate alimentari, la loro preparazione e distribuzione dei pacchi per le famiglie indigenti.

Letti Re Di Girenti

«Siamo felici di aver lavorato a questo progetto – ha così commentato Ikea – che permetterà di dare uno spazio di vita sereno e confortevole a chi si trova in una situazione di grave disagio. Per Ikea la casa è il luogo dove ognuno può sentirsi al sicuro ed esprimere se stesso. Ringraziamo le istituzioni locali per aver lavorato con noi a questo importante progetto sociale».

Il Mar s’illumina di viola per la lotta al tumore al pancreas

L’iniziativa in occasione della giornata mondiale dedicata al tema il 21 novembre

Mar RavennaNella serata di giovedì 21 novembre, giornata mondiale per la lotta al tumore al pancreas, anche Ravenna, insieme ad altre città italiane, illuminerà di viola uno dei suoi monumenti più rappresentativi e simbolici: la facciata del Mar resterà illuminata fino al 25 novembre per sensibilizzare alla coinoscenza di una patologia che in Italia ogni anno colpisce oltre 13mila persone e la cui diagnosi precoce è resa difficile da sintomi che normalmente appaiono solo in stato avanzato.

La campagna “Facciamo Luce sul Tumore al Pancreas”, che a livello mondiale coinvolge luoghi celebri come le cascate del Niagara e la Opera House di Sidney, è sbarcata in Italia nel 2015 grazie all’impegno dell’Associazione Nastro Viola Onlus e riscuote ogni anno un successo sempre crescente: nel 2018 sono stati infatti oltre 100 gli edifici illuminati di viola nella Giornata Mondiale contro il Tumore al Pancreas.

Anche quest’anno l’intero mese di novembre sarà dedicato alla sensibilizzazione sul tumore al pancreas e in diverse località italiane sono previsti eventi ed iniziative finalizzati alla divulgazione di informazioni su questa patologia.

Per maggiori informazioni sulla Associazione Nastro Viola Onlus: www.nastroviola.org.

Ancora maltempo: preoccupano Reno e affluenti, allerta rossa in Bassa Romagna

Attualmente le piene stanno defluendo in modo regolare e non si evidenziano situazioni di criticità ma sono attese nuove piogge

 071736 Meteo Nord EstAllerta rossa per criticità idraulica nella Bassa Romagna per la giornata di domani, mentre nel resto della provincia permane l’allerta gialla. A causa di altre precipitazioni tra lunedì 18 e martedì 19, si potrebbero ingrossare i fiumi. Da qui la criticità idraulica con il passaggio della piena del Reno che desta particolare preoccupazione.

Attualmente le piene stanno defluendo in modo regolare e non si evidenziano situazioni di criticità degli affluenti del Reno che attraversano il territorio della Bassa. I Centri Operativi Comunali (COC) resteranno attivi fino a domani e resta alta l’attenzione, anche in vista del nuovo peggioramento del tempo. Eventuali aggiornamenti saranno pubblicati tempestivamente nei siti istituzionali dei Comuni e dell’Unione e sulle relative pagine Facebook. Per emergenze è attivo il numero verde 800 072525.

Nuovo comandante alla Capitaneria di Porto di Ravenna, il 22 novembre la cerimonia

Giuseppe Sciarrone prende il posto di Pietro Ruberto

Giuseppe SciarroneÈ Giuseppe Sciarrone, 55 anni, siciliano, il nuovo comandante della Capitaneria di Porto di Ravenna.

Il Capitano di Vascello Sciarrone arriva dal comando generale del Corpo delle Capitanerie di Roma, dove era approdato dopo essere stato per tre anni capo del compartimento marittimo e comandante del porto di Siracusa. A Ravenna prende il posto del comandante cedente Pietro Ruberto, che lascia il servizio per raggiunti limiti di età, recentemente promosso Contrammiraglio.

La cerimonia ufficiale di insediamento è in programma venerdì 22 novembre, alle 10.30, nella sede della direzione marittima dell’Emilia-Romagna di via Antico Squero 5, a Ravenna.

Nuovo mercato coperto, i dettagli. Sarà aperto tutti i giorni dalle 8 a mezzanotte

Coop Alleanza 3.0: «Noi ci saremo in punta di piedi, con un piccolo negozio». Leonardo Spadoni: «Sarà vario e mai noioso». Una dozzina di punti vendita, dalla pizza alla griglia, dal pesce alla birra appena fatta. Investimento da 13 milioni di euro

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Un rendering del mercato coperto

Inaugura alle 10.30 del 5 dicembre il nuovo mercato coperto di Ravenna, in piazza Costa, che resterà aperto tutti i giorni dalle 8 a mezzanotte.

Non un nuovo supermercato, ha cercato di spiegare in tutti i modi Coop Alleanza 3.0 durante la presentazione alla stampa –, ma «una nuova piazza» per la città, da vivere a qualsiasi ora del giorno e della sera e dove Coop – hanno assicurato gli stessi dirigenti della cooperativa – entrerà «in punta di piedi», con «un piccolo negozio».

La parte del leone, come ormai noto, la farà invece il gruppo Molino Spadoni che nel nuovo mercato coperto metterà in mostra tutte le sue eccellenze (tra cui spicca la Mora romagnola allevata in collina), in una dozzina di punti vendita/ristoro diversi, dove si potrà acquistare per portare a casa oppure consumare sul posto. Si va dalla macelleria con grande griglia alla pescheria, dalla birra fresca («che arriverà ogni giorno appena fatta dal nostro birrificio», ha spiegato lo stesso Leonardo Spadoni) alla piadina, dal banco salumi ai formaggi, dalla pizza alla pala al ristorante più classico, dallo spazio “succhi, estratti e centrifughe” alla pasticceria e alla pasta fresca.

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Il cantiere del mercato coperto

Accanto a tutto questo, appunto, 230 metri quadrati a disposizione di Coop, con ortofrutta biologica, salumi, latticini, surgelati e poi prodotti non alimentari come telefonia, lampadine, complementi per la cucina, la casa e cancelleria. E a completare l’offerta, anche l’inserimento del rinomato marchio Caffè Pascucci, che gestirà il bar-caffetteria-gelateria.

Saranno presenti, al piano superiore, anche un angolo libreria (gestito ovviamente da librerie.coop), temporary shop e uno spazio per eventi e spettacoli, che Ravenna Festival ha già promesso di sfruttare durante la prossima edizione della prestigiosa rassegna.

Negozio1Il nuovo mercato è stato presentato alla stampa in municipio, dove si è fatto riferimento ai ritardi estenuanti («è stato un cantiere affascinante e molto complicato – ha sorriso Elio Gasperoni, in rappresentanza sempre di Coop –, con un’infinità di piccoli problemi, ritrovamenti archeologici e vicissitudini che hanno coinvolto anche le aziende che ci hanno lavorato») che il sindaco Michele de Pascale si è però buttato alle spalle. «L’importante è che sia stato fatto un investimento così importante in un periodo così complicato, da due eccellenze del territorio», ha dichiarato De Pascale. L’investimento è stato infatti importante e più oneroso del previsto, con oltre 10 milioni di euro investiti in particolare nella ristrutturazione da Coop Alleanza 3.0, che si era aggiudicata il bando del Comune in project financing e la gestione per 35 anni, a cui vanno aggiunti i 2,7 milioni di Molino Spadoni per l’allestimento degli spazi e la gestione del nuovo mercato, che occuperà circa 40 persone, quasi tutte a “carico” appunto di Spadoni.

Negozio2«Sarà prima di tutto un luogo all’insegna della varietà – ha dichiarato ancora Leonardo Spadoni – che cambierà con il passare delle stagioni, per non far mai dire a nessuno di “averlo già visto”, un posto che nei nostri obiettivi per prima cosa non deve essere noioso». E per renderlo ancora più originale, Spadoni ha scelto per arredarlo («non avendo potuto attaccare un chiodo, essendo una struttura vincolata dalla Soprintendenza») pezzi unici di antiquariato e modernariato allo scopo di rendere l’ambiente caldo, «con mobili veri», dice, e anche una grande voliera in ferro battuto del secolo scorso trasformata in lampadario.

Negozio3Il nuovo piano rialzato sarà accessibile grazie a una scala pedonale aperta, due scale di sicurezza, una scala mobile e un ascensore centrale. All’ingresso è tornata a casa la coppia di delfini, o pistrici, il grande gruppo scultoreo di pietra simbolo di fortuna e ricchezza che da sempre rappresenta il Mercato e la Casa Matha, l’antica corporazione medievale dei pescatori.

Il negozio Coop fino al 6 gennaio resterà aperto dalle 8 alle 21.

Una ravennate sul tetto del mondo a Miami: «Che ricordi con Williams agli Us Open»

Giulia Casoni, in passato anche 83esima nel ranking Wta, protagonista nell’Italia che ha vinto i Mondiali Over 40: «Emozionante tornare in campo, vincere una sorpresa. Consigli ai giovani? Oltre al talento servono risorse economiche…»

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Giulia Casoni (la seconda da sinistra) in festa con il tricolore dopo la vittoria

Sventola nel cielo degli Stati Uniti, anche per merito di una bizantina “d’adozione”, la bandiera tricolore. In un periodo molto positivo per il tennis italiano, una splendida vittoria è stata centrata dalle azzurre ai campionati iridati Senior Itf disputati a Miami, in Florida. Nella categoria Over 40 femminile il quartetto azzurro ha infatti conquistato l’importante ma poco celebrato trofeo. Tra le protagoniste dell’impresa c’è Giulia Casoni, che assieme ad Alice Canepa, Valeria Madaro ed Elena Pioppo ha portato l’Italia sul tetto del mondo.

Nata a Ferrara nel ’78, la ex allieva di Urbinati abita a Ravenna da più di dieci anni, dove vive con il marito Paolo e i figli Diego e Anita e dove insegna a giocare a tennis. Casoni può vantare un curriculum di tutto rispetto, in quanto nel 2001 ha raggiunto la 83esima posizione nel ranking Wta del singolo e nello stesso anno la 51esima in quella del doppio, vincendo anche tre tornei.
«È stato bello – inizia a raccontare – tornare in campo per una competizione agonistica. Non lo facevo da tempo ed è cominciato tutto quasi per scherzo, da una telefonata di Alice Canepa, che conosco fin dagli anni della Juniores. È la capitana della nazionale veterani e mi ha chiesto se volevo far parte della squadra. Non ho saputo dire di no…».

Come è stata l’esperienza ai Mondiali Over 40?
«Faticosa, in quanto non ero molto allenata. Ho iniziato giocando solo nel doppio, poi però sono stata schierata anche nel singolo. Il livello del torneo era buono, in particolare quando siamo entrate nel tabellone principale. Nei quarti abbiamo sconfitto 3-0 la Gran Bretagna, in semifinale 2-1 la Spagna, ma è nella finale con la Francia che abbiamo realizzato il nostro piccolo capolavoro. Nel singolo ho battuto Jalade, ma Canepa ha perso, facendosi male. Nel doppio decisivo sono stata quindi affiancata da Pioppo e si è rivelata una battaglia, dove l’abbiamo spuntata 6-4 nel terzo set».

È stato emozionante sentire di nuovo il brivido della vittoria?
«Sì, anche perché è stata una cosa inaspettata. È stata una gioia doppia, in quanto a Miami eravamo accompagnati dai nostri familiari, che hanno fatto un grande tifo. È stato stupendo abbracciare i miei figli a fine partita».

E l’adrenalina della competizione agonistica?
«Quella è venuta fuori in modo naturale, appena scesa in campo. Era da tanto che non giocavo e mi ero allenata davvero poco, ma la grinta di un tempo è emersa subito».

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Giulia Casoni in azione a Miami

Quando aveva smesso di giocare?
«A livello Wta nel 2004, ma ho comunque continuato disputando il campionato di Serie A nelle fila del Circolo della Stampa – Sporting di Torino. Sono ancora tesserata, ma è da un paio d’anni che ho appeso la racchetta in modo definitivo».

Cosa fa adesso?
«La mamma a tempo pieno e la maestra di tennis, facendo lezioni private al Circolo Mattei di Ravenna, dove ho una decina di allievi. In più nel weekend insegno anche al Circolo Estense di Ferrara. Nel frattempo mi sono laureata in Scienze Politiche, ramo relazioni internazionali. Ho quindi poco tempo per allenarmi, ma la voglia di giocare resta sempre».

Da dove nasce la scelta di vivere a Ravenna?
«Dal fatto che a Marina di Ravenna ho conosciuto mio marito Paolo, giocando a beach tennis. Da lì è iniziata la mia nuova vita».

È intenzionata a difendere il titolo appena vinto a Miami?
«Se ci sarà la possibilità, certo che lo farò. Sarebbe davvero molto bello».

Come giudica il tennis di adesso rispetto a quello di venti anni fa?
«Oggi è tutto più veloce e fisico, mentre una volta avevano un peso maggiore la tecnica e il “tocco”. Quando mi capita guardo volentieri le partite, ma non seguo il tennis come una volta».

Quali sono state le sue soddisfazioni più grandi in carriera?
«Oltre a vincere tre titoli nel doppio, di sicuro affrontare Serena Williams al terzo turno degli Us Open, sul campo centrale, riuscendole a strapparle anche sei game. Sono arrivata anche ai sedicesimi del Roland Garros, a Parigi, ai quarti degli Internazionali d’Italia a Roma, e ho partecipato a Wimbledon e agli Australian Open. Più di tutto è però stato stupendo vestire la maglia azzurra nella Federation Cup, contro la Croazia. Una emozione indescrivibile».

Cosa consiglia ai giovani che oggi si avvicinano al tennis?
«All’inizio si tratta di uno sport aperto a tutti. Se però si vuole fare il salto di qualità, soprattutto nei primi tempi quando si cerca di intraprendere la carriera professionistica, è necessario avere delle buone risorse economiche. Quando cominciai a girare il mondo, i miei genitori dovettero fare tanti sacrifici. È una vita dura, in particolare quando si prova a uscire dal limbo dei Challenge per entrare nel giro dei tornei migliori, ma che può dare anche enormi soddisfazioni».

Ravenna, lunghe code domenica pomeriggio per vedere i Lego al museo

Al Mar grande successo per il Brick Festival. L’ingresso era gratuito anhe per la mostra di Riccardo Zangelmi

Fila LegoGrande successo, come da previsioni, per il Brick Festival di Ravenna, la rassegna dedicata a tutti gli appassionati del mondo Lego che si è svolta nel weekend al Mar-Museo d’Arte della città, in via di Roma.

Il clou nel pomeriggio di ieri, domenica 17 novembre, con una lunga coda che dall’ingresso del museo arrivava fino alla strada. Almeno un’ora e mezza, secondo le testimonianze raccolte, l’attesa per entrare.

La rassegna, organizzata dal gruppo Romagna Lug, vedeva appassionati della zona, e non solo, esporre le proprie opere in mattoncini, alcune davvero sbalorditive, come la basilica di San Vitale.

Per l’occasione era in via eccezionale a ingresso libero anche la mostra allestita nell’ambito della Biennale del mosaico di Ravenna di Riccardo Zangelmi, unico artista certificato da Lego in Italia.

Qualità della vita, Ravenna è 57esima in Italia, penultima in Emilia-Romagna

Nella tradizionale classifica di Italia Oggi. Guadagnate tre posizioni rispetto all’anno scorso

Ospedale Di RavennaRavenna guadagna tre posizioni ma resta nella seconda metà della tradizionale classifica annuale della qualità della vita redatta da ItaliaOggi e Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con Cattolica Assicurazioni, giunta alla sua ventunesima edizione.

Ravenna si piazza infatti al 57esimo posto (contro il 60esimo di un anno fa), penultimo capoluogo dei nove dell’Emilia-Romagna, davanti solo a Rimini (60esimo).

A vincere è ancora una volta Trento, davanti a Pordenone e, a chiudere il podio, Sondrio.

Dal Kosovo agli schiavi dei pomodori: «La mia esperienza con Nazioni Unite e Msf…»

Andrea Accardi, direttore del settore hospitality delle Terme di Punta Marina, per dieci anni tra profughi e rifugiati: «Si utilizzano gli sbarchi per ottenere consenso, ma non si pensa ai 2 milioni di giovani qualificati che lasciano l’Italia…»

Andrea Accardi
Andrea Accardi in una foto durante la sua esperienza da cooperante

Direttore del settore hospitality delle Terme di Punta Marina, Andrea Accardi ha lavorato per dieci anni nell’ambito della cooperazione internazionale, con ruoli di primo piano in Medici Senza Frontiere. «Ho una passione direi innata per le minoranze – ci racconta al telefono – che ho coltivato negli anni dell’università, avendo anche la possibilità grazie a una borsa di studio di trascorrere un periodo negli Stati Uniti, dove ho potuto affrontare il tema della autodeterminazione delle Nazioni Indiane».

Con un master (alla prestigiosa London School of Economics and Political Science) in Studi Europei e una tesi sulla guerra in Bosnia, l’esperienza sul campo di Accardi parte con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) a fine anni novanta proprio nei Balcani, dove si occupa dell’integrazione dei rifugiati bosniaci in Slovenia e dei profughi della guerra in corso in Kosovo.
In Medici Senza Frontiere affronta principalmente il tema delle migrazioni, in missioni in Malesia, Libia e anche nel sud dell’Italia (quando già erano frequenti gli sbarchi ma ancora non era d’attualità il tema del salvataggio in mare), dove si è occupato dei lavoratori stagionali in agricoltura, del loro sfruttamento e del fenomeno del caporalato diffuso. Fenomeno ancora tristemente attuale.

«Erano passati 12-13 anni dalla morte di Jerry Masslo (il rifugiato sudafricano assassinato nel 1989 mentre veniva di fatto schiavizzato per la raccolta dei pomodori in Campania, ndr) ma non era cambiato praticamente nulla, nel nostro rapporto fotografammo le condizioni di vita e le ripercussioni sulla salute dei migranti, fu un’esperienza incredibile. Purtroppo è un problema che non viene risolto per scelta politica: detta come va detta, i migranti irregolari raccolgono i pomodori che mangiamo tutti i giorni e lo fanno a bassissimo costo e senza contratti di lavoro. Invece di attivarsi per regolarizzarli oggi, lo Stato va incontro tra l’altro a un enorme costo sociale in futuro, con persone sane che vivendo in condizioni di sfruttamento e grandi difficoltà si ammaleranno tra 10-20-30 anni. I problemi complessi, però – continua Accardi – pare sia meglio evitare di affrontarli: ecco perché la politica preferisce usare come grimaldello per il consenso lo sbarco di alcune decine di migliaia di persone all’anno, in cerca di protezione, mentre 2 milioni di giovani lavoratori qualificati negli ultimi 15 anni hanno lasciato il Sud Italia, quasi tutti per andare all’estero, e noi facciamo fatica a trovare dottori da assumere…».

Tra le storie che hanno toccato di più Accardi nel corso dei suoi anni con l’agenzia delle Nazioni Unite e Msf, quella di «una ragazza bosniaca di 16 anni che viveva da 6-7 anni in un campo profughi, senza uno status vero e proprio, con la disperazione della ragazza che era evidente – continua il direttore delle Terme – e poi in particolare quelle – ancor più di chi era stato segnato da lutti, persecuzioni o torture – di chi mi mostrava, in Libia o nei campi in Italia, le foto dei loro figli, dei loro cari, chiedendomi se li avrebbe mai più rivisti. E tu rispondevi sì, ma sapevi che quasi certamente non sarebbe stato possibile, vista la loro condizione».

«In generale – conclude Accardi –, quando hai modo di incontrare queste persone, capisci che non sono solo numeri di cui si parla al telegiornale. Credo che siano inaccettabili le politiche inumane messe in atto anche dai nostri governi, esistono convenzioni e leggi internazionali che dovrebbero essere applicate e che regolarmente non lo sono. Alcune immagini, come quella del bambino siriano morto sulla spiaggia, riescono per un attimo a creare una sorta di sollevazione popolare ma non basta, le politiche dell’Unione Europea restano spesso inadeguate, con una gestione emergenziale di un fenomeno che è lì da diversi anni e che invece ha scaricato sulle organizzazioni non governative, piuttosto che gestirne l’aspetto strutturale. Organizzazioni spesso bistrattate ma che hanno un valore importante, che bisognerebbe sempre sottolineare».

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