L’assessore Cameliani: «Abbiamo manifestato la nostra contrarietà alla chiusura, danneggia la popolazione». A gennaio un incontro chiarificatore
Il Comune di Ravenna conferma che c’è l’intenzione delle Poste di chiudere l’ufficio postale di Porto Corsini. Ma non si rassegna questa iniziativa unilaterale.
A dirlo in consiglio comunale è l’assessore alle Attività produttive Massimo Cameliani, rispondendo ad un question time di Alvaro Ancisi (LpRa) che chiedeva conferma della notizia trapelata nei giorni scorsi. Il 16 ottobre scorso la chiusura era stata ipotizzata – ha spiegato Cameliani – poi il management di Poste Italiane ha confermato la decisione. Decisione contro cui, secondo quanto promette l’assessore, il Comune è pronto a battersi. A gennaio ci sarà un incontro sul tema con le Poste.
«Porto Corsini – fa notare Cameliani – non è una località balneare abitata solo in estate ma ha molti abitanti, tutto l’anno. Ci sono due scuole e numerose attività imprenditoriali, oltre al terminal crociere. Per questo il Comune ha manifestato al responsabile di zona di Poste Italiane, da subito, la sua contrarietà. In questo caso il piano di razionalizzazione dei costi delle Poste finisce per pesare sulla popolazione. Il sindaco siede nel cda della Cassa Depositi e Prestiti e utilizzerà anche questo ruolo per far cambiare idea all’azienda».
Se la chiusura dovesse essere confermata, per gli abitanti di Porto Corsini resterebbe come ufficio postale di riferimento quello di Marina di Ravenna (al di là del canale) o quello di Casal Borsetti.
Concessione in uso gratuito degli spazi in cambio di lavori di adeguamento ed efficientamento energetico
La sede ravennate di Scienze Giuridiche dell’Unibo al Seminario Arcivescovile
Lavori di adeguamento e nuovi spazi per la sede di Scienze Giuridiche dell’Università di Bologna a Ravenna, grazie a un accordo di valorizzazione dell’attuale sede nel Seminario Arcivescovile. L’accordo raggiunto nei giorni scorsi tra la Diocesi e Università di Bologna, prevede che la porzione di Seminario – fra via Oberdan e piazza Duomo – che ospita la sede dei corsi di studio del Dipartimento di Scienze Giuridiche sia ceduta in uso gratuito all’Ateneo per 15 anni, durante i quali Unibo si impegna a realizzare una serie di lavori di manutenzione straordinaria che si attendevano da tempo.
In particolare, l’edificio verrà adeguato dal punto di vista della normativa antincendio, si lavorerà sull’efficientamento energetico, con il rinnovo degli impianti e degli infissi e l’adeguamento dell’aula dell’Ex Cappella del primo piano per la didattica.
Non rientra nell’accordo ma è ugualmente in progetto l’idea di creare la seconda uscita per il parcheggio del Seminario su via Oberdan.
«Da una parte c’era un bisogno dell’Università di avere spazi per le aule – ha commentato l’arcivescovo di Ravenna-Cervia monsignor Lorenzo Ghizzoni – e dall’altra una disponibilità di spazi che non stavamo utilizzando. E così abbiamo deciso di darli sia in affitto, prima, e ora in uso con questa nuova formula. Siamo contenti di poter contribuire allo sviluppo dell’Università che così può trovare spazi adeguati. Una buona soluzione per lo sviluppo della città, per il servizio ai ragazzi che vogliono studiare e in generale a una crescita della cultura nei giovani: una delle cose più importanti per dar loro una garanzia per il futuro».
«Si tratta per noi di un accordo virtuoso – ha sottolineato il professor Riccardo Gulli, delegato all’Edilizia e alla Sostenibilità Ambientale dell’Alma Mater –, con la Curia abbiamo trovato una grande disponibilità e una convergenza di obiettivi. L’Università di Bologna si sta orientando verso una politica di riduzione delle locazioni passive. Anche nel Campus di Ravenna l’obiettivo è quello di acquisire gli immobili nei quali svolgiamo la nostra attività didattica oppure stipulare accordi di questo genere che, crediamo, portino vantaggi concreti per tutti».
Il candidato presidente sarà Stefano Benini, imprenditore di Forlì scelto online con 335 preferenze: «Saremo le sentinelle utili dei cittadini». Ora si attende l’ufficializzazione degli altri candidati
Stefano Benini con Beppe Grillo
Per i grillini la campagna elettorale per le Regionali dell’Emilia-Romagna rischia di essere quella più sofferta e più breve allo stesso tempo. Dopo mesi infatti in cui non si capiva se avrebbero partecipato o meno e, nel caso avessero partecipato, se si fossero o meno alleati con il Pd, compagni di un governo quanto mai travagliato, a poco più di un mese dalle elezioni si sa che ci saranno ma non si conoscono ancora i candidati.
Tutto (o quasi) è passato tramite la loro piattaforma di consultazione online Rousseau, prima il voto per partecipare alle elezioni, poi la scelta del candidato presidente che correrà da solo. Si tratta di Simone Benini risultato il più votato online con 335 preferenze.
Benini ha 49 anni, è nato e vive a Forlì. Secondo la biografia diffusa dal Movimento Cinque Stelle, è un piccolo imprenditore, sistemista programmatore senior, esperto di sistemi informatici. «Saremo le sentinelle utili dei cittadini. Solo la nostra presenza permette di affrontare le sfide del futuro».
Ora si attende l’ufficializzazione dei candidati delle varie circoscrizioni, compresa naturalmente quella di Ravenna. Dalle consultazioni online questi i risultati dei candidati consiglieri per la circoscrizione di Ravenna: Giancarlo Schiano 56 voti; Cinzia Pasi 45; Vincenzo Barnabè 45; Igor Gallonetto 41; Monica Mondini 33; Mauro Salerno 29; Giuseppe Olmeti 28; Alessio Lombardi 26; Fausto Geminiani 23; Stefano Cantagalli 22; Mariarosa Capirossi 13.
Ma, come si diceva, manca l’ufficializzazione (anche perché come noto in caso di 4 candidati serve la parità di genere). A quel punto potrà iniziare la vera campagna elettorale che, complici anche i giorni di festa, rischia di essere davvero brevissima. Nonostante questo, la presenza dei 5 Stelle rappresenta una variabile cruciale che potrebbe determinare le sorti delle elezioni, non tanto perché, stando ai sondaggi, Benini possa arrivare più che terzo, ma per i voti che potrebbe drenare in particolare dal centrosinistra appoggiato anche da forze ambientaliste.
La partecipata dalle amministrazioni locali che possiede le fonti idropotabili, il prossimo anno, spenderà 80 milioni per la Terza Direttrice che riguarderà anche la Standiana
L’assemblea dei soci di Romagna Acque, la società per azioni proprietaria di tutte le fonti idropotabili per usi civili della Romagna controllata da 49 amministrazioni pubbliche (Ravenna Holding con il 29 percento è l’azionista con la quota più alta), ha approvato all’unanimità il preconsuntivo di bilancio 2019 e il budget previsionale 2020.
Il preconsuntivo 2019 quantifica un valore della produzione di 60 milioni di euro, con un incremento di 0,4 rispetto al budget. Il risultato prima delle imposte è di 8.081.781 euro, superiore di oltre un milione di euro rispetto al budget, e pari a circa il 13,4 percento del valore della produzione. Il budget 2020 individua un valore della produzione di euro 58.691.155, con un utile di esercizio previsto in 6.220.126 euro.
È stata avviata la procedura di gara per l’affidamento della progettazione di fattibilità tecnica ed economica della “Terza Direttrice: condotta impianto Standiana-Forlimpopoli-Casone e condotta Casone-Torre Pedrera”, per un importo di 568mila euro.
In merito alla “Terza Direttrice” si ricorda che questa rappresenta l’opera principale del Piano sia dal punto di vista strategico che di valore; il progetto di fattibilità-tecnica ed economica di prima fase prevede un quadro di spesa di 80 milioni.
Così facendo si attende maggiore affidabilità della rete di adduzione, che con la nuova configurazione vede incrementare da tre a cinque il numero di maglie chiuse in grado di garantire la continuità delle erogazioni anche in caso di emergenze particolarmente critiche; la possibilità di intervenire sulla rete in caso di rottura, senza provocare disservizi all’utenza; una maggiore uniformità nella qualità della risorsa distribuita a seguito delle possibilità di miscelazione offerte dal nuovo collegamento verso il basso costiero e minori consumi energetici di sollevamento rispetto all’originaria soluzione prevista che prevedeva maggiori volumi trasferiti alle vasche di Monte Casale.
Tra gli interventi nel Ravennate sono previsti anche il raddoppio della condotta Russi-derivazione Cotignola, (9,4 milioni di euro) che consentirà di incrementare le portate erogabili dall’impianto della Standiana e di aumentare la sicurezza di approvvigionamento dell’entroterra lughese e faentino. A Ravenna, la realizzazione del secondo tratto del Canale Carrarino-collegamento alla Canaletta Anic (3,4 milioni) che aumenterà l’affidabilità di approvvigionamento del potabilizzatore Bassette. L’intervento sul potabilizzatore delle Bassette in concomitanza con il progetto di automazione dell’impianto stesso è in fase di valutazione la possibilità di anticipare l’intervento di riqualificazione energetica dei rilanci finali, i quali rappresentano oltre il 50% dei consumi del Nip1.
A Palazzo Rasponi la nuova edizione di “Libri mai mai visti” e per la prima volta a Ravenna l’esposizione delle opere dedicate a Rabelais
La nuova edizione della mostra Libri mai mai visti – un concorso che premia la realizzazione di oggetti ibridi fra opere d’arte e libri – da quest’anno ha cambiato sede: dal
centro di Russi dove l’iniziativa è partita anni fa e da sempre ospitata, l’edizione 2019 – progettata e realizzata come sempre dalla storica associazione Vari Cervelli Associati – ha trovato approdo a Palazzo Rasponi a Ravenna. In questi tempi di ristrettezze di mezzi che sta comportando l’interruzione di alcune delle rassegne artistiche più radicate nel territorio provinciale, l’assessora alla cultura di Ravenna e il direttore della Classense sono intervenuti a sostegno di questa iniziativa e di una seconda mostra ispirata alle pagine di Rabelais, considerandole giustamente in linea con l’obiettivo di incentivare la lettura, soprattutto fra i giovani.
Libri mai visti ha aumentato nel tempo il proprio pubblico composto non solo dai partecipanti al concorso provenienti da vari paesi – scenografi, fumettisti, artisti, illustratori così come creativi non professionisti – ma anche dal grande numero di visitatori, incantati dalla fantasia di oggetti che nascono dai libri oppure creano nuovi racconti, presentandosi come oggetti d’arte che stimolano a loro volta la lettura e la creatività.
L’opera vincitrice
L’edizione attuale – la XXII – nasce ad invito: sono stati infatti selezionati a partecipare i vincitori di tutte le edizioni precedenti che come sempre hanno avuto ampia libertà di scelta di mezzi, tecniche, dimensioni e materiali. Sono più di 60 gli autori selezionati che hanno interpretato la dimensione creativa dell’oggetto-libro utilizzando
vari registri dell’arte contemporanea, dalla chiave pop al realismo, dall’oggetto surrealista alla scrittura autobiografica, dal disegno espressionista alle varie tecniche in- cisorie. Il primo premio è andato a due artisti giovani – Lucia Bubilda Nanni e Matteo Marchesini – che hanno collaborato alla realizzazione di Tumulto, un arazzo a tecnica mista che espone il racconto di alcune delle fasi politiche più calde dell’Italia fino all’epoca contemporanea. Più intimo è invece il lavoro di Wuon-Gean Ho, un’artista sino-britannica che tramite una raffinata tecnica calcografica ibrida il corpo umano con elementi floreali e immagini di grande bellezza. Il terzo premio è andato al doloroso atlante di Raniero Bittante che indaga la decadenza fisica del corpo in immagini che oggettivizzano la forte drammaticità provocata. Seguono premi e segnalazioni che dovrebbero essere tantissimi data la grande qualità delle opere presentate: segnaliamo “Lungamente alla luna” di Maria Pina Bentivenga, uno dei rari libri-oggetto che non si possono toccare per via della loro delicatezza materiale: frutto di una ricerca antropologica e artistica sugli ex voto, le immagini di grande effetto estetico ricostruiscono una storia sociale evocandone anche la relativa dimensione ambientale. L’illustratore inglese William Davey presenta per questa occasione uno sketch a pochi colori espressivi di un interno di un pub, individuato con grande ironia, mentre Stefano Ricci e Michelangelo Setola, un fumettista e un illustratore di fama ormai internazionale, giocano fra parole e immagini evocando un universo emozionale. Scavalcano ampiamente le fattezze abituali del libro le opere di Giuseppe Tolo – un enorme coda di capidoglio creata tra-
mite le pagine a stampa di Moby Dick di Melville – e di Antonio Barbadoro, che in Mare nostrum si ispira all’immagine ormai famosa della barca stipata di migranti.
Identica finalità raggiungono il Don Chisciotte multimediale creato da Alessandro Barisani e Mario Mazzotti, un’opera dalla forte dimensione ludica, così come le Memorie di un borseggiatore di Massimo Voghera e il Cavalluccio di Maria Pia Gambino. Più legato all’illustrazione e al divertissement letterario è il libro illustrato di Bicio Fabbri mentre le belle opere di Paul Dewis, Paola Sapori, Fabio Pera e Alessio Caruso rimangono più aderenti ai generi dell’illustrazione, del fumetto e dell’arte incisoria.
Le rammonneur d’astrologie di Gianni Zauli
La seconda mostra ospitata nelle stanze del Palazzo è ormai storica, in quanto presenta per la prima volta a Ravenna un’edizione particolare organizzata da Vaca. nel 2003 per celebrare in Francia i 500 anni dalla morte di François Rabelais, il grande scrittore del ‘500 che creò i personaggi di Gargantua e Pantagruèle. Ispirata ad alcune pagine in cui lo scrittore si prendeva gioco del sapere accademico, inventando di sana pianta una bibliografia irriverente e fantastica, la mostra è nata dalla realizzazione di libri-oggetto che si
ispirano ai titoli inventati dal grande letterato. A ogni artista è stato commissionata la realizzazione piena mente libera di uno dei titoli che hanno in pratica dato
sostanza all’immaginato. Ogni libro-oggetto è stupendo: da Le rammonneur d’astrologie di Gianni Zauli al Fichino delle donzelle di Ada Failoni, dal Decreto dell’Università di Parigi contro il lusso degli abiti delle donne di piacere di Paola Sapori alla Maniera di invocare i diavoli di Massimo Voghera, fino al preziosissimo Trattato sulle Chimere creato da Mauro Monaldini, la mostra è veramente il proseguimento dell’universo fantastico di Rabelais, magistralmente interpretato da i devoti eredi della nostra epoca. Libri mai mai visti e La biblioteca immagina-ria di Rabelais; fino al 19 gennaio; Ravenna, Palazzo Rasponi delle Teste, Piazza Kennedy 14; orari: Ma-Vv 15-18, Sa-Do e festivi 11-18; chiuso il 25/12 e 1/1/2019 (ingresso libero).
Il Museo Internazionale delle Ceramiche sta per aprire il nuovo allestimento della sezione dedicata all’Oriente
Il Mic di Faenza chiude l’anno con una grande mostra in corso, quella dedicata a Picasso, e si prepara a un 2020 con altri importanti appuntamenti. Intanto, un consuntivo del 2019 parla di un totale di circa 42mila visitatori circa, con la previsione di averne altri 2mila entro la fine dell’anno, grazie anche a eventi espositivi quale quello dedicato a Mi-
quel Barcelò (i biglietti alle mostre e al museo coincidono) e allo stesso Picasso, che nel primo mese (la mostra sarà aperta fino ad aprile) ha attirato 6.500 visitatori. Tra gli eventi
clou dell’anno che si chiude anche la riapertura della Biblioteca dopo interventi di restauro, con i suoi 68mila volumi. Ma dalla direzione arriva l’assicurazione che anche il
2020 sarà foriero di «mostre importanti, orgogliosamente prodotte dal museo e costruite con l’obiettivo di nobilitare la ceramica a linguaggio dell’arte contemporanea, a cui si
sommano i progetti europei e regionali per valorizzare e incentivare l’artigianato ceramico». Nel dettaglio il nuovo anno si apre il 18 gennaio (ore 17) con l’inaugurazione della
nuova sezione dedicata al “Vicino Oriente ed Egitto antichi del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza”, completamente riallestita. L’ultimo allestimento risaliva al
1999. Oltre a rinnovati supporti espositivi e apparati didattici, la sezione propone un notevole incremento delle collezioni esposte con il recupero di un tassello importante della
sfaccettata storia ceramica dell’Oriente prossimo. L’8 febbraio si inaugura nella Project Room la mostra delle opere donate da Giorgio Levi. Si tratta di 35 pezzi, per lo più servizi da tavola, decorati ad aerografo di manifattura italiana degli anni ’30. Dopo la mostra “Ceramics Now” che nel 2018 ha trasformato il Concorso Internazionale della Ceramica d’Arte Contemporanea in un evento speciale (una collettiva ad invito, curata dai critici d’arte internazionali per celebrare la 60esima edizione del Premio Faenza), la 61esima edizione dello storico concorso torna alla normalità. Il 19 giugno verranno premiati gli artisti più significativi e fino al 1° novembre sarà allestita la mostra delle opere
selezionate. Argillà Italia, la mostra mercato della ceramica artistica “gemellata” con Aubagne in Francia e con Argentona in Spagna, torna dal 4 al 6 settembre. A fine settembre, in corrispondenza delle due più importanti fiere dedicate alla ceramica in Italia: il Cersaie a Bologna e Tecnargilla a Rimini, il Mic ripropone, come ogni due anni, “Superfici d’autore”. Il Museo mette in mostra i lavori applicati alla piastrella di designer all’avanguardia che hanno progettato per marchi noti dell’industria ceramica.
In ottobre, per celebrare la sedicesima Giornata del Contemporaneo indetta da Amaci, il MIC ospita il lavoro “Modellare l’acqua” di Mario Airò, vincitore del bando Italian
Council 2019, promosso dalla Fondazione Malvina Menegaz. “Modellare l’acqua” nasce guardando la ceramica di Castelli. La mostra dedicata ad Alfonso Leoni (13 dicembre
2020 – 5 aprile 2021) chiude il ricco programma espositivo del Mic per il 2020. Un calendario sterminato di un museo che, come si legge nella nuova edizione della Guida dell’Emilia Romagna della Lonely Planet appena uscita, “lascia a bocca aperta per la varietà della proposta”.
Per quanto riguarda le risorse del Museo, Il Comune di Faenza finanzia il Mic con un contributo di 550mila euro all’anno (provvedendo anche a fornire il personale). Dal
2017 al 2019 il museo ha potuto contare anche su un contributo statale triennale da 450mila euro mentre sponsor privati possono muovere risorse anche per alcune centinaia di migliaia di euro in occasione degli eventi espositivi. A questi vanno aggiunti, eventuali finanziamenti ad hoc per i singoli progetti.
Il Pc di Rizzo sarà presente in altre province. Il Fsi ce l’ha fatta nel Ravennate, ma non in un numero sufficiente di territori
I banchetti per la raccolta firme di Pap, che ha raggiunto l’obiettivo e si presenterà alle elezioni anche con una propria candidata alla presidenza
Qualche tempo fa avevamo raccontato l’impresa di chi stava raccogliendo le firme in provincia di Ravenna per presentare il simbolo alle elezioni del 26 gennaio, un atto necessario solo per coloro che non avevano già un gruppo consiliare o un consigliere nell’Assemblea. I requisiti per comparire sulla scheda sono almeno cinque provincie e, per la provincia di Ravenna, almeno 500 firme. Ce l’hanno fatta senza grosse difficoltà Pap, Potere al Popolo, e 3V, la lista antivaccinista e ce l’hanno fatta naturalmente le liste in appoggio dei candidati principali. Per Bonaccini in particolare +Europa con Psi e Pri, che parla di 750 firme raccolte in appena una settimana per un successo oltre ogni aspettativa (ma l’edera chiaramente a Ravenna ha un richiamo notevole), Volt e Verdi, per la coalizione di centrodestra con la Borgonzoni il Popolo della Famiglia. Fuori completamente restano invece i sovranisti di Fsi (Fronte Sovranista Italiano), che hanno sì raggiunto il risultato nella provincia di Ravenna, ma non in un numero sufficiente degli altri territori dove hanno avuto problemi di autenticazione. Esattamente l’opposto di quanto accaduto ai comunisti di PC, che saranno sulla scheda di altre provincie, ma non in quella di Ravenna dove l’obiettivo non è stato raggiunto.
L’associazione si occupa di bambini dai bisogni speciali. La somma raccolta durante la festa di Natale del 15 dicembre
Durante la prima festa di Natale organizzata dai commercianti di via della Lirica, lo scorso 15 dicembre, è stata raccolta una somma di denaro che è stata consegnata all’associazione “La ruota magica”, una realtà ravennate che si occupa di bambini con bisogni speciali che hanno bisogno di particolari cure mediche e sostegno di varia natura. Nella foto Valentina Piergallni della parafarmacia Naturalmente, tra le promotrici della festa di via della Lirica, e Giuliana, una mamma dell’associazione durante la consegna dei fondi.
Ai genitori dei piccoli è stato donato un biglietto di auguri realizzato dagli agenti delle Volanti
In occasione del Natale, lunedì 23 dicembre una rappresentanza degli agenti della Polizia di Stato della Sezione Volanti dell’Ufficio Prevenzione Generale Soccorso Pubblico della Questura di Ravenna ha incontrato i bambini ricoverati nel reparto di Pediatria dell’Ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna e quelli presenti all’interno del Pronto Soccorso Pediatrico. I poliziotti delle Volanti hanno raccolto donazioni, da parte di tutto il personale della Polizia di Stato presente nella provincia di Ravenna, per acquistare giochi e doni che sono stati poi consegnati ai bambini che sono ricoverati nel reparto di Pediatria dell’ospedale ravennate e a tutti quelli presenti per accertamenti diagnostici al Pronto Soccorso Pediatrico.
Ai genitori dei bambini ricoverati nel reparto è stato invece consegnato un biglietto augurale totalmente realizzato dagli agenti delle Volanti della Questura di Ravenna.
Resi noti i quattro nomi che correranno nella circoscrizione di Ravenna tra conferme e novità
Samantha Gardin con Matteo Salvini e Jacopo Morrone
Ufficializzati i quattro nomi in corsa per la Lega alle regionali del 26 gennaio per la circoscrizione ravennate. Naturalmente c’è l’attesa riconferma del faentino Andrea Liverani, già consigliere uscente, che sarà affiancato, come anticipato, dalla segretaria provinciale Samantha Gardin, di Bagnacavallo, oggi capogruppo della Lega a Palazzo Merlato. Qui una sua recente intervista.
Accanto a loro altri due nomi: quello del consigliere comunale, sempre a Palazzo Merlato, Gianfilippo Rolando, classe 1979, residente a Marina di Ravenna. Sulla sua pagina Facebook scrive: “Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno rinnovato la fiducia in me, dandomi questa ennesima meravigliosa opportunità. Ora ci aspetterà un mese di fuoco, la missione è vincere dando poi una bella spallata al govern
Andrea Liverani mentre firma l’accettazione della candidatura
o nazionale e se ne avanza, portare questo ravennate salviniano in Regione”. Il suo nome è stato evidentemente preferito a quello di Stefano Morettini, responsabile comunale della Lega. Infine, a chiudere il quartetto, una vera “pasionaria” storica del Carroccio: la russiana Maria Marabini.
Come noto ogni elettore può esprimere sulla scheda fino a due preferenze, purché di genere diverso.
Il cordoglio dell’amministrazione comunale e provinciale per l’ex consigliera e assessora di piazza Caduti
Foto di repertorio sui gruppi di difesa della donna
L’amministrazione comunale di Ravenna e quella provinciale esprimono il proprio cordoglio per la morte di Francesca Borghi.
Nata a Conselice il 9 gennaio1922, Francesca Borghi ha partecipato ai primi gruppi di difesa della donna costituitisi durante la Resistenza a supporto dei partigiani, insieme a Santina Zaccagnini e Olga Prati; da tali gruppi nasceranno poi il Cif (Centro italiano femminile) e l’Udi (Unione donne in Italia). E’ stata consigliera provinciale, eletta nelle liste della Dc, dal 1960 al 1964; e dal 1964 al 1968 anche assessora provinciale con deleghe alla sanità e ai servizi sociali. Dal 17 novembre 1968 al 13 settembre 1972 è stata consigliera comunale, eletta nelle liste della Dc. Domani, martedì 24 dicembre, alle 10 sarà celebrata la messa nella chiesa di Santa Teresa. Si proseguirà poi per il cimitero di Ravenna.
Nonostante le 50mila presenze in entrambi i siti, il capogruppo di LpRa punta il dito sui bilanci: “quelle risorse potrebbero essere impiegate molto meglio”
Puntuale come sempre, arriva il commento di Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna sui dati relativi ai musei ravennati, in particolare Mar e Classis. E si tratta, come sempre, di un commento non particolarmente lusinghiero, nonostante entrambi i musei abbiano contato oltre 50mila presenze e un incasso che, le rispettive direzioni, definiscono positivo. “L’anno nuovo non ancora è arrivato, ma sono già filtrate esaltanti autocelebrazioni dei grandi successi ottenuti nel 2019 dai due musei comunali di Ravenna, d’arte (MAR) e di archeologia (Classis), quest’ultimo nel primo anno di vita. Nei mesi scorsi, pagine e pagine delle cronache cittadine ci hanno raccontato i successi di tappa. Il consiglio comunale non ne sa ancora niente, non avendo ricevuto da alcuno nemmeno i preconsuntivi dei bilanci in corso – attacca Ancisi, facendo riferimento a notizie di stampa che si possono leggere qui e qui. “Apprendiamo dunque informalmente che è stato trionfale il numero dei visitatori, 52.000 per il Classis e 50.000 per il MAR. Dagli incassi risulta tuttavia umiliante il pagamento medio per persona, rispettivamente pari a 3,76 e a 3,40 euro. Vuol dire che, pur di esibire fantastiche capacità di attrazione, i biglietti sono stati venduti a prezzi bassi o scontatissimi, oppure regalati a man bassa (per il Classis il 40%, per il Mar forsanche di più). Difficile misurare il successo, esso pure magnificato, delle somme incassate dagli ingressi: circa 160 mila euro per il Classis e 170 mila per il MAR. Bisognerà valutarle nel complesso delle entrate, i cui bilanci di previsione comprendono però sostanziosi versamenti di soldi pubblici, in massima parte del Comune: 1 milione e 392 mila euro per il museo archeologico, 600 mila per il museo d’arte. Questi sono i numeri. Altra cosa le opinioni, in base a cui ognuno è libero di esaltarsi per la qualità delle offerte museali e per i valori culturali, sociali, partecipativi, ecc. che promuovono. Oppure di credere che questi considerevoli patrimoni e questi volumi di denaro pubblico cash potrebbero essere impiegati meglio, anche di molto. È democrazia”.