sabato
19 Luglio 2025

Al teatro Alighieri le prove per la Trilogia d’Autunno del Ravenna Festival

Presentata la nuova produzione “Norma”, che debuttera l’1 novembre

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Uno scatto dalle prove di Norma

Da settimane il Teatro Alighieri è in fermento: il processo creativo della Trilogia d’Autunno, ultimo appuntamento della XXX edizione di Ravenna Festival, è già entrato nel vivo e, lunedì 23 settembre, le porte dell’Alighieri si sono aperte per regalare uno sguardo in anteprima sulla nuova produzione di Norma, con la presentazione del cast e la possibilità di assistere alle prove.

Norma è il primo dei titoli e la prima delle tre grandi figure femminili che segnano il percorso “Dal belcanto agli albori del Verismo”, trittico che si completa con Aida e Carmen e sarà in scena dall’1 al 10 novembre.

Il format della Trilogia, ormai pienamente collaudato e applaudito dal pubblico cittadino quanto da quello straniero, prevede il susseguirsi delle tre opere una sera dopo l’altra sullo stesso palcoscenico, grazie a una macchina teatrale che, con l’utilizzo di moderne tecnologie, scompone e ricompone la scena, dando vita per ognuno dei titoli a impianti visivi diversi e completamente nuovi.

Nel caso dell’opera composta da Vincenzo Bellini su libretto di Felice Romani per il Teatro alla Scala nel 1831, il dramma, affidato alla regia di Cristina Mazzavillani Muti, sarà immerso in una dimensione “naturale”: le fronde di un bosco, il fitto intreccio di radici, la pietra di cavità sotterranee, poi l’acqua e la bruma di paludi che riportano le “Gallie” a scenari e paesaggi nostrani. Insomma, il progetto scenico e visuale – pensato da Ezio Antonelli, elaborato dal video programmer Davide Broccoli, illuminato da Vincent Longuemare e completato dai costumi di Alessandro Lai – raccoglie gli elementi di una natura misteriosa e li fonde in un impianto emozionale, concentrandosi sulla potenza evocatrice della materia. E sulla presenza di simboli metaforici, come il libro che si apre al centro della scena (realizzato dall’Accademia di Belle Arti) e al tempo stesso parola, credo, codice; come il teschio-totem della divinità pagana Irminsul; come la luna che inevitabilmente domina la scena. Tutto pervaso nell’aura mitica che innerva quest’opera, essa stessa mito: del belcanto, della perfezione formale, dell’idea stessa di opera.

A dirigere la partitura belliniana sul podio dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini è chiamato Alessandro Benigni, già lo scorso anno impegnato per Nabucco, mentre maestro del coro sarà Antonio Greco a capo del Coro Lirico Marchigiano Vincenzo Bellini unito al Coro Luigi Cherubini. Per quanto riguarda le voci della vicenda ambientata nella Gallia romana, Norma, figlia del capo dei druidi e sacerdotessa che ha violato i voti per amore di un romano, è il soprano coreano Vittoria Yeo, che il pubblico ravennate ha già potuto apprezzare lo scorso anno come Lady Macbeth e che in questo caso veste per la prima volta i panni della protagonista belliniana. Al debutto nel ruolo anche il resto del giovane cast: l’amato Pollione, proconsole romano, è il tenore Giuseppe Tommaso, mentre il basso Antonio Di Matteo è Oroveso, padre di Norma, e il soprano turco Asude Karayavuz sperimenta i panni di Adalgisa, rivale in amore di Norma. Completano la compagnia di canto Erica Cortese, la fida Clotilde, e Riccardo Rados, l’amico di Pollione Flavio. In scena anche i DanzActori Trilogia d’Autunno.

Accanto a Norma (in scena 1, 5 e 8 novembre), debuttano le nuove produzioni di Aida (2, 6 e 9 novembre), sempre per la regia di Cristina Muti e diretta da Nicola Paszkowski, e Carmen (3, 7 e 10 novembre), regia di Luca Micheletti e direzione di Vladimir Ovodok.

Info: 0544 249244 www.ravennafestival.org

Biglietti: da 20 a 77 Euro (70 ridotto). Carnet: da 51 a 192 Euro (165 ridotto)

Discoteche: dopo le polemiche, il Kojak dice basta. «Addio, è stato bello»

L’annuncio dello staff del locale di Porto Fuori su Facebook

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Una foto della serata di chiusura dello scorso aprile

Al centro negli ultimi anni di polemiche e ordinanze, finito spesso nel mirino di residenti e forze politiche, a Porto Fuori il Kojak al momento non riapre.

Lo comunica lo staff della discoteca in un post pubblicato su Facebook. «Si chiama Kojak, ma per molti di voi è stato più di un nome, di un locale, di una serata. Ha ospitato generazioni di ragazzi che sono cresciuti, lasciando in loro molti ricordi, belli o brutti che siano, momenti importanti, amicizie e bevute», si legge sul social network. «Kojak è un pezzo di storia di ognuno di noi. Oggi a malincuore dobbiamo dirgli addio».

E sul web la comunicazione è già diventata virale tra i ravennati, orfani di un’altra discoteca, almeno per il momento, in attesa di ulteriori sviluppi. Non è da escludere infatti che il locale possa riaprire con un nome nuovo e una formula rinnovata.

Sofia Collinelli nella “top ten” della cronometro su strada ai Mondiali Juniores

Ciclismo / Brillante ottava posizione per la ravennate figlia d’arte nella competizione della rassegna iridata in svolgimento nello Yorkshire. Venerdì si torna in sella per la prova in linea. «Ho dato tutto, ma sono ancora molto carica»

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Sofia Collinelli in azione nella cronometro su strada al Mondiale Juniores (foto FCI)

Nuova prestazione di alto livello in campo internazionale per Sofia Collinelli, che ha iniziato l’avventura iridata in maglia azzurra al Mondiale su strada nello Yorkshire, in Inghilterra, con un piazzamento nella top ten della prova a cronometro Donne Juniores. La ravennate figlia d’arte (papà Andrea è stato infatti oro olimpico ad Atlanta 1996 nell’Inseguimento individuale) si è messa in evidenza ad Harrogate, chiudendo all’ottavo posto, confermandosi così tra le migliori interpreti ai massimi livelli di categoria dopo la sesta posizione nell’analoga prova all’Europeo. «Ho dato tutto – ha sottolineato a fine gara – pedalando a testa bassa. Era una prova molto dura, che prevedeva di fatto quattro arrivi al suo interno a causa dei tanti strappi. Era la prima volta che correvo in Gran Bretagna e c’è un asfalto molto duro. La gamba c’è e ora mi preparo per la prova in linea di venerdì: sono molto carica».

Sofia ha tagliato il traguardo dopo i 13 chilometri e 700 metri previsti ricchi di saliscendi e anche di insidie (asfalto bagnato misto ad alcuni tratti che si erano già asciugati e foglie sul percorso), fermando il cronometro sul tempo di 22’51”61, alla media di quasi 36 chilometri orari. Per la ciclista della società piacentina  VO2 Team Pink si tratta di una prestazione importante, facendo registrare il miglior tempo sia all’intermedio (10’26”88), sia al traguardo, rispetto alle atlete partite prima di lei. Nel complesso il suo riscontro cronometrico totale è stato il quarto migliore all’intermedio, mentre nella seconda parte ha avuto il decimo tempo.

Il suo divario dalla medaglia d’oro è stato di 35”38′, primo posto conquistato dalla russa Aigul Gareeva nonostante un clamoroso errore di percorso alla curva a destra che immetteva sul rettilineo finale in salita. L’argento, invece, è andato all’olandese Shirin van Anrooij, campionessa europea in carica e distanziata di 3”61, mentre a completare il podio c’era la beniamina di casa Elynor Backstedt, arrivata a quasi 11” dalla Gareeva. Ai piedi del podio si è piazzata l’altra azzurra in gara, la veneta Camilla Alessio, che ha così bissato il risultato dello scorso Europeo.

Venerdì, infine, la Collinelli tornerà in sella per la prova su strada Donne Juniores, dove sarà al via insieme alla stessa Camilla Alessio e alle altre azzurre Matilde Vitillo e Alessia Patuelli, con 86 chilometri da percorrere.

Queste le prime posizioni della Cronometro Donne Juniores: 1. Aigul Gareeva (Russia) 13 chilometri 700 metri in 22’16”23, media 36,910 chilometri orari; 2. Shirin van Anrooij (Olanda) a 3”61; 3. Elynor Backstedt (Gran Bretagna) a 10”93; 4. Camilla Alessio (Italia) a 14”63; 5. Wilma Olausson (Svezia) a 16”96; 6. Leonie Bos (Olanda) a 21”27; 7. Zoe Ta-Perez (Stati Uniti) a 25”91; 8. Sofia Collinelli (Italia) a 35”38; 9. Megan Jastrab (Stati Uniti) a 44”45; 10. Ella Wyllie (Nuova Zelanda) a 51”30.

Il cortometraggio su Banksy della regista faentina che sta conquistando l’America

Il lavoro firmato da Samantha Casella premiato al Los Angeles Independent Film Festival Award e alle selezioni per gli Oscar

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Samantha Casella

“I Am Banksy”, il nuovo cortometraggio firmato dalla regista di origine faentina Samantha Casella, dedicato all’artista cult, massimo esponente della street-art e simbolo di una generazione (la cui identità rimane ancora oggi misteriosa), continua il suo percorso ricco di soddisfazioni a livello internazionale.

L’opera ha infatti vinto nella categoria Miglior Cortometraggio Straniero al Los Angeles Independent Film Festival Award.

In precedenza ha trionfato nella categoria Best Mystery Short all’Olympus Film Festival, svoltosi presso il Laemmle NoHo 7 a Los Angeles.

Altri premi sono stati: il Best International Short al Golden State Film Festival di Los Angeles, quello per la Miglior Regia al Gulf of Naples Film Festival e il Miglior Suono al Silicon Beach Film Festival, svoltosi sempre nella “città degli angeli”.

“I Am Banksy” sarà anche in concorso al “Los Angeles Theatrical Release Competition & Awards”, organizzato a Malibù dall’11 al 17 ottobre.

Il cortometragggio pare aver conquistato gli americani, tanto che in luglio ha avuto una distribuzione nelle sale di Los Angeles e parteciperà persino alle selezioni per gli Oscar 2020.

E tra i mesi di agosto e settembre il corto ha partecipato al Social World Film Festival, al Nettuno Film Festival, Los Angeles Independent Film Festival e Silver State Film Festival.

Protagonista di “I Am Banksy” è Marco Iannitello, nei panni di un giornalista spregiudicato e arrivista, disposto a tutto pur di scoprire l’identita di Banksy. Saranno un ex componente della prima “banda di strada” di Banksy, un professore che sostiene di aver avuto come allievo il leggendario artista, un improponibile “socio” che ha pagato sulla sua pelle l’avventurosa esperienza e un gallerista sornione ad avvicinarlo alla soluzione dell’enigma.

Nel cast anche Caterina Silva, Diego Verdegiglio, Roberto Rizzoni, Mirko Ciociari e Matteo Fiori.

«Il mistero che avvolge l’identità di Banksy ha contribuito a ricoprirne di fascino la figura. Le sue opere denunciano le assurdità della società occidentale, la manipolazione mediatica, l’omologazione degli individui, l’atrocità della guerra, la falsità della politica, l’inquinamento, lo sfruttamento minorile, la brutalità della repressione poliziesca, il feticismo che avvolge il collezionismo. Per veicolare questi messaggi, Banksy utilizza principalmente soggetti quali poliziotti, bambini, umili lavoratori, scimmie e ratti» – spiega Samantha Casella nelle note di regia – «Eppure, per quanto onorevoli siano questi presupposti, non appare così fuori luogo pensare a Banksy come a una mano disposta a veicolare determinati messaggi imposti da una “mente” decisa, se non a combattere, a puntare il dito contro il “sistema” votato al consumismo più sfrenato, ma forse più cinico, solo all’apparenza».

Elezioni regionali in Emilia-Romagna, si vota il 26 gennaio

«In questo modo verrà approvata la legge di bilancio, evitando l’esercizio provvisorio»

Bonaccini Colonna 2Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha incontrato il presidente della Corte d’Appello di Bologna, Giuseppe Colonna, al quale ha proposto di tenere le prossime elezioni regionali domenica 26 gennaio 2020.

Il presidente Colonna ha convenuto sulla proposta che, «nel rispetto dei tempi fissati dalle leggi – si legge in una nota –, muove dalla necessità di consentire alla Regione di predisporre e approvare la legge di bilancio 2020-2022, assicurando in tal modo la piena funzionalità dell’Ente ed evitando l’esercizio provvisorio che, al contrario, ne limiterebbe l’operatività, anche rispetto alle misure rivolte alla società regionale».

Il decreto per la convocazione dei comizi elettorali sarà emanato successivamente, così come previsto dalle norme.

Festa di San Michele al via giovedì con un viaggio musicale nel mondo di Walt Disney

Da giovedì a domenica quattro appuntamenti in piazza della Libertà, cuore musicale della festa. Chiude domenica sera Eugenio Finardi

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Una delle tappe fondamentali del viaggio della Festa di San Michele 2019 a Bagnacavallo sarà in piazza della Libertà, che ospiterà i momenti musicali principali. La serata inaugurale, giovedì 26 settembre alle 21.15, sarà affidata all’orchestra dell’associazione Doremi, formata da quaranta elementi, che proporrà I sogni son desideri… Viaggio nel magico mondo di Walt Disney, con brani dal repertorio dei classici di animazione della Disney.

Le tre serate successive saranno invece un viaggio nel viaggio, sui ritmi della proposta musicale pensata da Comune e Festival Strade Blu per la Festa di San Michele. «Suoni di incontro, come sempre nella tradizione del Festival Strade Blu, ma che per la Festa di San Michele – spiegano i curatori del Festival Strade Blu – saranno declinati in un gioco di specchi, fra il territorio e il mondo, in un’idea di folklore allargato, di movimenti sonori in più direzioni, di migrazioni senza passaporti, di apertura e di ricettività ai suoni globali, un’accoglienza che diventa apertura e scambio. Gli artisti scelti sono romagnoli che in questi anni hanno tenuto aperte finestre sul suono del mondo, collaborando con artisti internazionali, importando ed esportando un’idea di musica che nasce “di genere” ma che non perde il treno dell’evoluzione.»

Venerdì 27 settembre, alle 21.15, si partirà con Marco Zanotti e i Cucòma in versione Gran Combo, ospite il percussionista africano Sourakhata Dioubate. Sarà un concerto tutto da ballare per la band che prende il nome dalla caffettiera in ebollizione: le qualità di caffè, provenienti soprattutto da America Latina e Africa, rappresentano le diverse esperienze sonore e artistiche che il polistrumentista e compositore Zanotti ha “macinato” nei suoi vent’anni di carriera.

Sabato 28 settembre, alle 21.15, la serata dal titolo Mediterraneo Contemporaneo sarà aperta dall’omonimo duo formato dal musicista di origini albanesi Redi Hasa al violoncello e da Rocco Nigro alla fisarmonica, uno dei più noti artisti della scena musicale salentina. Presenteranno un repertorio di brani inediti e melodie inusuali, dalle radici musicali che congiungono due sponde del Mediterraneo, evocando sonorità ancestrali che attingono dalla tradizione dei Balcani e del Sud Italia e la portano verso esiti molto vicini alla migliore musica contemporanea. Lo spazio scenico sarà arricchito dal gesto danzato dell’Emporio del Sale. Il concerto si chiuderà con un ritorno al folk e alle tradizioni del Sud Italia, raccontate dal trio Valzano-Presicce-Liverani.

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Eugenio Finardi

La Festa di San Michele 2019 si chiuderà domenica 29 settembre alle 20.30 con un ospite d’eccezione, Eugenio Finardi, che affiancherà Vince Vallicelli nello spettacolo La fevra, il viaggio: blues sotto l’ultima luna. Assieme porteranno sul palco di Bagnacavallo un’idea allargata di blues, in costante rimbalzo fra due sponde dell’oceano e dei mari nostri, interpretata da un organico ampio che comprende e incorpora la “lezione americana”, ma anche le suggestioni del sud Mediterraneo, dei profumi di Asia e Africa. Il concerto prenderà spunto dalla tradizione afroamericana, con un cittadino di due mondi come Eugenio Finardi a guidare il viaggio, e riporterà poi tutti a casa, in un viaggio condotto da Vince Vallicelli e dal suono della sua La Fevra all’esatto crocevia fra Romagna, Africa e Mississippi. Ad accompagnarli sarà la chitarra di Don Antonio e il suo viaggio in un Sud dell’anima, che racconta molte geografie senza farsi folklore di nessuna di esse.

 

L’umanesimo del futuro e la memoria del possibile: Mens-a alla biblioteca Classense

L’evento sul pensiero ospitale e cosmopolitismo: sabato in Classense l’ultima tappa della rassegna regionale, tra Dante e Lessing

L’aula magna della biblioteca Classense

Si rinnova la collaborazione del Comune al progetto regionale Mens-a, la rassegna sul pensiero ospitale e cosmopolitismo: l’appuntamento ravennate è fissato per sabato alle 17.05 in biblioteca Classense. L’evento, che verrà declinato sul tema dantesco e sull’umanesimo al futuro, fa parte infatti del ricco calendario di Viva Dante che dopo l’apertura ufficiale dell’annuale è entrato nel vivo della programmazione.

Tema di quest’anno di Mens – a è “la memoria e il possibile”: solo attraverso la memoria è possibile la forma umana del soggetto, l’identità personale e collettiva e il superamento dell’unilateralità per un progetto comune. Questo nella fiducia e consapevolezza della funzione storica della cultura, quale unico strumento che consente comunicazione e dialogo fra gli uomini e le società. Sono settanta gli studiosi internazionali che hanno partecipato a questa edizione del progetto Mens – a che ha già toccato le città di Bologna, Modena, Parma e Vignola e si concluderà con l’incontro di Ravenna.

«Siamo molto contenti e onorati di rinnovare la collaborazione con Mens-a – afferma l’assessora alla Cultura Elsa Signorino – che da anni realizza eventi di grande interesse e prestigio. L’appuntamento ravennate della rassegna Mens-a è quest’anno incentrato sul tema della memoria e del possibile, un tema che tocca molto da vicino questa città e si inscrive idealmente nel solco dantesco. Saranno infatti dei relatori di rilievo a guidare la riflessione su questi concetti universali per un appuntamento che rientra nel ricco calendario di Viva Dante».

L’evento di sabato affronterà con lezioni e performance attoriali il tema della memoria a partire da Dante fino ad autori contemporanei e vedrà la presenza di Paolo Fabbri (direttore del Centro internazionale di Scienze semiotiche, Università di Urbino) con Chiave di senso per li segni bui (Dante, Paradiso, canto II); Roberto Celada Ballanti (docente di Filosofia del dialogo interreligioso Università di Genova) con Eredità letterarie e spirituali, al futuro. Attraverso Dante, Nathan il saggio di G.E. Lessing; Stefano Pesce (attore) con il testo di Nathan il saggio, di G.E. Lessing. Introdurrà e modererà l’incontro Maurizio Tarantino, direttore dell’Istituzione biblioteca Classense e del MAR.

Nathan il saggio è il dramma scritto da Lessing (pubblicato nel 1799), ambientato a Gerusalemme durante la terza crociata, descrive in che modo il saggio mercante ebreo Nathan, l’illuminato sultano Saladino e un inizialmente anonimo templare riescono a colmare il loro divario tra Ebraismo, Islam e Cristianesimo. La rappresentazione di quest’opera fu proibita dalla Chiesa durante la vita di Lessing e insieme ad un’altra sua opera, Gli ebrei (Die Juden), fu bandita anche sotto il regime nazista.

Mens-a è il primo evento di “cultura diffusa” nella regione Emilia-Romagna, tra scienze umane, filosofia e storia. Si svolge a Bologna, Modena, Parma, Vignola e Ravenna. Rilascia i crediti formativi agli studenti dell’Università di Bologna e dell’Università di Modena e Reggio Emilia, oltre ai docenti delle scuole medie inferiori e superiori, essendo un progetto MIUR.

L’appuntamento è inserito nel programma “700 Viva Dante Ravenna 1321 – 2021”. La direzione scientifica è di Beatrice Balsamo, Associazione psicologia umanistica e delle narrazioni; una compartecipazione tra l’assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, Università di Bologna, Università di Modena e Reggio Emilia, Università di Parma, Comune di Bologna, Comune di Modena, Comune di Parma, Comune di Vignola e Comune di Ravenna

In arrivo la Festa di Godo: si parte con la 24 ore di baseball nel weekend

Il 5 e il 6 ottobre entra nel vivo l’iniziativa che partirà con la processione per le vie del paese. Si festeggia la Madonna del Rosario

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Due giornate di Festa a Godo il 5 e il 6 ottobre. La frazione di Russi festeggerà la Madonna del Rosario: in programma due giornate di festa con spettacoli d’intrattenimento, il tradizionale Palio del Godo e l’immancabile gastronomia locale, precedute dalla due giorni di baseball che si terrà sabato 28 e domenica 29 settembre al diamante Casadio.

Si parte quindi il prossimo weekend con la 24 ore di Baseball nel diamante di via Rivalona. Appuntamento il 28 settembre dalle ore 15, fino alla stessa ora del 29. Scrive la società: «Aspettiamo tanta gente, con tanta voglia di stare insieme, di divertirci e tante saranno le sorprese, la musica e ovviamente tantissimo baseball».

Il 5 ottobre i ragazzi della scuola di musica del paese saranno in concerto alle 16 e alle 20 si terrà la processione  per le vie del paese: la Chiesa Cattolica celebra la festa della Madonna del Rosario. Alle 20.45  Jerry Lee Rock’n’Roll Band. Domenica 6 ottobre dal   palco centrale partenza per la passeggiata organizzata dal gruppo “Russi Cammina” della Casa della Salute. Alle 15 è previsto il palio di godo e alle 15.30 tombola di beneficenza organizzata dallo Ior  presso il palco centrale. Alle 16.30   Ary e Alisson Brasilfitness Show seguito, alle 20.30, dalla “La febbre degli anni ’70” concerto Per tutta la durata della festa stand gastronomico del baseball e mercatino.

All’ospedale appesi 11 “Lunêri di Smembar” per aiutare i pazienti più anziani

L’Ausl Romagna: «Un piccolo passo che fa parte di un più ampio progetto nell’ottica dell’umanizzazione delle cure»

IMG 20190918 WA0005 Anche il dialetto romagnolo può essere terapeutico. Ne sono convinti al reparto di Geriatria dell’ospedale di Faenza dove la dirigente, dottoressa Anna Laura Spinelli, ha deciso di dotare le 11 stanze di degenza di bacheche a cui affiggere un calendario, allo scopo di fornire un riferimento temporale. E a questo punto, cosa meglio di scegliere un “prodotto” della tradizione in cui l’anziano possa riconoscersi di più. Per questo si è deciso di utilizzare il “Lunêri di Smembar”, un lunario-calendario molto diffuso in Romagna. Il “Luneri” viene pubblicato a Faenza ininterrottamente dal 1845, composto da un unico grande foglio da appendere. Il calendario è tradizionalmente corredato da una lunga e ironica filastrocca, con temi più o meno d’attualità, in romagnolo.

L’ospedalizzazione dell’anziano – fa notare l’Ausl in una nota –  può comportare un declino in termini di funzionalità – autonomia e stati confusionali. «In particolare studi epidemiologici dimostrano che oltre un terzo degli anziani ospedalizzati va incontro a disorientamento, confusione, agitazione psicomotoria, allucinazioni, perdita di memoria e perdita del contatto con la realtà. L’approccio più efficace per prevenire tutto ciò è quello di combattere i fattori di rischio in grado di scatenarlo: alcuni piccoli interventi mirati come l’aiuto al paziente ad orientarsi nello spazio e nel tempo può fare la differenza»

I calendari appesi sono stati donati dal “Ristorante Trattoria Marianaza” di Faenza, che ha contribuito alla realizzazione di questo piccolo passo volto all’umanizzazione delle cure. All’ospedale di Faenza è in corso un progetto più organico e complessivo sempre nell’ottica di “andare incontro” al paziente, migliorando il suo soggiorno in ospedale e contestualmente, come ormai provato scientificamente, l’efficacia delle cure stesse. L’affissione è stata, infine, occasione per una piccola cerimonia cui hanno preso parte anche il direttore medico della struttura dottor Davide Tellarini e la dottoressa Anna Lusa della Direzione infermieristica e tecnica.

Alberi veneti nella centrale di Russi, Legambiente: «Deroga prima ancora di partire»

Le biomasse sarebbero dovute essere trovate entro 70 chilometri ma un accordo prevede lo smaltimento di 350mila tonnellate di legna abbattute lo scorso anno. L’associazione: «Traffico ed emissioni appesantite»

Centrale biomasse russi povwercropLa centrale a biomasse di Russi smaltirà 350mila tonnellate di legna delle foreste venete che, lo scorso anno, sono state abbattute dal ciclone Vaia. La notizia per Lagambiente non è positiva. In particolare il presidente del circolo A. Cederna, Yuri Rambelli, sottolinea come «ancora prima dell’avvio effettivo delle attività di prevede una deroga alle prescrizioni contenute nella valutazione di impatto ambientale».

L’associazione ha sempre avuto un giudizio critico sulla realizzazione di questa centrale: già nel 2014 infatti sosteneva che la grande taglia dell’impianto avrebbe richiesto di drenare materiale da un territorio molto ampio, con un’incidenza significativa del trasporto, in termini di emissioni e consumi di combustibile, chiedendosi se nei 70 chilometri di raggio previsti esistesse realmente una quantità di biomassa sufficiente ad alimentare l’impianto.

Ora, ancora prima dell’avvio ufficiale, «si prevede una deroga di tre anni (rinnovabili) con l’obiettivo di accelerare la rimozione degli alberi abbattuti al fine di evitare l’insorgenza di problematiche fitosanitarie e favorire nel più breve tempo possibile il ripristino delle normali condizioni ambientali, compresa la salvaguardia degli habitat degli animali selvatici. Siamo perplessi da queste deroghe – afferma Rambelli – in primo luogo perché se è stato previsto che il materiale dovesse essere reperito entro un raggio di 70 chilometri dalla centrale abbiamo forti dubbi sulla sostenibilità ambientale di una fornitura che arriva invece da oltre 200 chilometri, con il conseguente traffico di mezzi pesanti e il relativo inquinamento. Inoltre non capiamo come si possa conciliare una misura per la rimozione degli alberi abbattuti nel più breve tempo possibile con una deroga di 3 anni, ulteriormente rinnovabile».

Desta inoltre perplessità «l’affermazione della Regione secondo cui l’impianto potrà utilizzare il materiale legnoso proveniente dal Veneto fino al 40% del totale annuo, ma al tempo stesso è stata posta come condizione il rispetto dei contratti di fornitura con i produttori locali: allo stato attuale dunque la sola biomassa presente nei 70 chilometri di raggio è sufficiente ad alimentare l’impianto oppure no? A cosa servono le prescrizioni contenute nella valutazione di impatto ambientale se, in nome dell’energia pulita e di un accordo di solidarietà, queste vengono derogate ancora prima dell’entrata in funzione dell’impianto?».

La Cff compie 60 anni e si regala una nuova sede: 3,5 milioni di euro per 14mila mq

Taglio del nastro in via Galilei con il sindaco. La Cooperativa Facchini (Consorzio Astra) impiega 150 persone con un fatturato di 9 milioni. Il presidente Leonardi: «Non esiste più il facchino generico, abbiamo attuato un ampliamento delle mansioni»

Taglio 2Per i suoi sessant’anni di attività la Cooperativa Facchini Faenza (Cff) si è regalata una nuova sede. Un investimento di 3,5 milioni di euro in via Galilei per 14mila mq di cui 3.500 coperti. Il taglio del nastro è avvenuto il 21 settembre con i vertici della società, esponenti di Legacoop a cui è associata e il sindaco Giovanni Malpezzi.

L’azienda con 9 milioni di fatturato e 150 persone impiegate, tra dipendenti e soci, cominciò l’attività nell’agosto del 1959 prestando servizi di facchinaggio alla stazione ferroviaria faentina. La movimentazione merci è nel dna della Cff che oggi fornisce una vasta gamma di servizi legati alla logistica: trasporti conto terzi, traslochi, gestione scalo merci, manovre servizi ferroviari e la presa in consegna di carri merci. L’appartenenza al Consorzio Astra permette a Cff di svolgere anche servizi ambientali come raccolta e trasporto di rifiuti speciali e urbani e raccolte differenziate. Cff vanta esperienza in due settori particolarmente specifici: montaggio e smontaggio dei box nel Mondiale di Formula Uno, allestimento di mostre e trasferimento di opere d’arte.

Sede Nuova CFFaenza«Ormai non esiste più la figura del facchino generico – spiega il presidente Luca Leonardi – pertanto si è cercato di attuare anche un ampliamento delle mansioni, dando spazio a nuovi soci e dipendenti dotati di una preparazione specifica, quali ad esempio falegnami, montatori, meccanici, carrellisti, magazzinieri, manovratori ferroviari, operatori in quota, autisti. Tale evoluzione ha consentito di operare con personale sempre più qualificato e adatto a rispondere alle crescenti richieste di una clientela attenta ed esigente, permettendo alla Cooperativa Facchini Faenza di diventare un punto di riferimento».

Il sindaco Michele de Pascale vuole portare le Olimpiadi a Ravenna

Lettera ai colleghi di Firenze e Bologna che stanno studiando il progetto: «La nostra provincia è l’unica sul mare che confina con entrambe e presto avrà un nuovo Palazzetto e una piscina olimpionica»

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Portare le Olimpiadi a Firenze e Bologna nel 2032 e aggiungere Ravenna, unica provincia che confina con entrambe, per gli sport in spiaggia e non solo. Questa è la suggestione riassumibile dalla lettera che il sindaco Michele de Pascale ha inviato a Virginio Merola e Dario Nardella, colleghi rispettivamente di Bologna e di Firenze. La proposta delle Olimpiadi a cavallo dell’Appennino trova «sinceramente entusiasta» de Pascale che la ritiene «un’opportunità imperdibile di grande visibilità e prestigio per i territori stessi».

La provincia di Ravenna «è il territorio naturalmente vocato per completare la vostra proposta, l’unico affacciato sul mare che confina con le città metropolitane di Firenze e Bologna (quindi, oltre alle affinità culturali, ci sono collegamenti stradali e ferroviari già tracciati, eventualmente solo da implementare), dotato delle strutture adeguate per ospitare tutte le discipline olimpiche legate all’acqua e alla spiaggia».

De Pascale ricorda la «lunga esperienza velica, testimoniata da importanti Circoli; in quest’ambito c’è grande competenza organizzativa, campioni in varie discipline, importanti presenze nel mondo della Coppa America. Abbiamo una tradizione nel beach volley, cresciuta sulla scia della storia della pallavolo ravennate, una spiaggia molto ampia e spazi a terra per ospitare veri e propri stadi (come è accaduto nel 2011 con lo Stadio del mare in occasione dei campionati mondiali di beach soccer). Inoltre questo territorio dispone di un bacino per il canottaggio, quello della Standiana in cui si svolgono già ora eventi di carattere internazionale».

De Pascale ricorda che nel 2021 sarà pronto «il nuovo palasport che che ospiterà 6.000 posti a sedere, in grado dunque di accogliere eventi sportivi di ogni tipo. Il palazzetto completerà un’area unica nel suo genere a livello nazionale, su 105.000 mq di superficie, dove è già presente un’altra struttura vocata agli eventi, il Pala De Andrè; l’insieme darà vita ad una vera e propria Città delle Arti e dello Sport, uno spazio polivalente, ove sia possibile l’organizzazione di eventi di grande rilevanza utilizzando le due strutture in sinergia». Inoltre «stiamo per realizzare una nuova piscina olimpionica, accanto all’attuale vasca (già di carattere olimpionico) che verrà riqualificata così come l’intero impianto. Bisogna credere nell’obiettivo con tutte le forze e con il coinvolgimento di un territorio ampio e integrato. La provincia di Ravenna è pronta a raccogliere la sfida delle Olimpiadi del 2032». De Pascale chiede quindi un confronto per «riflettere insieme su come valorizzare al meglio queste e altre potenzialità che potrebbero rendere la candidatura ancora più attrattiva».

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