sabato
28 Giugno 2025

Ravenna Fc, depositata la documentazione per l’iscrizione al prossimo campionato

Calcio C / Il materiale è stato consegnato ieri, lunedì 24 giugno, agli uffici competenti della Lega. Zignani: «Come tutti avremo riscontro ufficiale dopo il 5 luglio, ma non dovrebbero esserci sorprese»

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Il presidente del Ravenna Fc Alessandro Brunelli

Il Ravenna Fc ieri, lunedì 24 giugno, ha correttamente depositato negli uffici competenti della Lega Italiana Calcio Professionistico la documentazione relativa all’iscrizione al campionato di Serie C stagione sportiva 2019/20 congiuntamente a tutti gli adempimenti richiesti dal sistema delle licenze nazionali. «Abbiamo consegnato tutta la documentazione richiesta – spiega il direttore generale Claudia Zignani -. Rispetto allo scorso anno la scadenza è stata anticipata, pertanto ci siamo tenuti fino all’ultimo giorno per controllare ancora più attentamente ogni dettaglio. Come tutti avremo riscontro ufficiale dopo il 5 luglio, ma non dovrebbero esserci sorprese. Per quanto riguarda lo stadio “Benelli”, il comune di Ravenna si è attivato in anticipo per determinare i lavori relativi agli adeguamenti strutturali richiesti dalla sistema delle licenze nazionali. Lavori che partiranno appena terminato un evento prestigioso per la nostra città come le finali dei campionati nazionali giovanili organizzati dalla FIGC. Ci auspichiamo che tutto sia a posto per l’inizio del campionato».

Nel 2020 i lavori per un grande parco al posto dell’ex caserma Alighieri di Ravenna

Si tratta di un’area di 15mila metri quadri oggi completamente edificata che verrà resa verde e sarà per la prima volta resa fruibile alla cittadinanza. Bando entro l’anno

ExCaserma04Oltre al proseguimento del grande parco Baronio e l’avvio dei lavori del Cesarea c’è un altro progetto del Comune di Ravenna, seguito invece dall’Urbanistica, per cui è in preparazione il bando che deve essere presentato entro l’anno. Si tratta forse dell’intervento più impattante (per una volta in termini positivi) per il centro città in termini di verde.

Un grande parco sorgerà infatti dove oggi c’è l’ex Caserma Alighieri. La spesa complessiva di tre milioni di euro sarà coperta per metà dal Comune e per metà dalla Regione (grazie a un bando sulla rigenerazione urbana).

Su richiesta della Sovrintendenza rimarrà la facciata degli edifici storici su via Nino Bixio che è della Cassa Depositi e Prestiti che dovrebbe farne una struttura ricettiva di pregio, ma il resto dell’area, acquistata dal Comune, sarà completamente demolita e trasformata appunto in un terreno verde.

«Proprio in questi giorni stiamo perfezionando il progetto esecutivo» ci spiega l’assessora Federica Del Conte. «Si tratta di un’area di 15mila metri quadri oggi completamente edificata che verrà resa verde e sarà per la prima volta resa fruibile alla cittadinanza, ed è anche una risposta in termini ambientali anche per quanto riguarda la mitigazione climatica anche perché sorge in una zona della città dove è tutto molto costruito».

Il progetto infatti prevede la completa demolizione dei fabbricati (con relativa bonifica dall’eternit) e la “desigillazione” dell’area con la rimozione dell’asfalto del parcheggio e la realizzazione di un prato verde “permeabile” con strutture di arredo leggere e amovibili per permettere la ricerca archeologica preventiva, senza scavo. Si tratta infatti di un’area dalle alte potenzialità archeologiche in cui però non si è mai scavato. E il parco, almeno in parte, potrebbe in futuro diventare parco archeologico. Per questo, in prima battuta, per esempio, non saranno piantati alberi ad alto fusto.

E al cittadino comune corre il dubbio: non diventerà una spianata al sole a pochi passi dalla spianata di piazza Kennedy? «Innanzitutto, qui ci sarà prato e comunque pensiamo a pergolature, strutture a ombreggio leggere. Soprattutto recupereremo l’antica vocazione dell’area a orto botanico al servizio degli edifici circostanti, ci sarà un’area dedicata ad attività sportive e pensata anche per la didattica all’aria aperta al servizio del vicino Liceo Classico (la succursale di via Nino Bixio, ndr). Agli alberi penseremo quando sapremo quali eventuali reperti ci sono nel sottosuolo».

In piedi resteranno solo pochi edifici di servizio, a memoria di quel che c’era prima ma anche per ospitare inizialmente una zona per gli attrezzi e lasciare la possibilità di aprire un bar in un secondo tempo. Ci saranno anche i sempre tanto reclamati servizi igienici, naturalmente.

Per quanto riguarda i tempi, il Comune uscirà con il bando entro l’anno, i lavori inizieranno nel 2020 e potrebbero durare un anno, secondo le previsione di Del Conte: «È vero che non c’è nulla da costruire, ma ci sarà comunque moltissimo materiale da smaltire».

Un progetto di cui è a conoscenza anche Cassa Depositi e Prestiti e che potrebbe rappresentare un incentivo a realizzare quanto prima il progetto della struttura ricettiva. Anche perché, come spiega Del Conte, «oltre che per i cittadini, può avere un valore per il turista perché da qui inizia il giro sulle mura che passando per la polveriera arriva di fatto alla Rocca Brancaleone».

Anziani maltrattati nella casa famiglia, arrestati anche gestore e un’altra badante

Seconda ordinanza di custodia cautelare per rischio di inquinamento delle prove e reiterazione del reato, in precedenza era stata arrestata un’altra operatrice accusata di aver fatto ingerire feci a uno degli ospiti

Salgono a tre gli arresti nell’ambito dell’indagine di polizia locale e carabinieri per presunti maltrattamenti nella casa famiglia Villa Cesarea di Ravenna: a finire in carcere, per una seconda ordinanza di custodia cautelare, sono il gestore e una badante dopo che già un’altra operatrice in servizio nella struttura di via Cesarea era stata arrestata il 15 giugno scorso. In quel caso il gip aveva accordato il provvedimento per il pericolo di fuga visto che la donna, una 47enne romena, aveva preparato già le valigie. In questa seconda operazione invece le esigenze cautelari ravvisate dal giudice sono per il rischio di inquinamento probatorio e reiterazione del reato. Come noto la struttura che ospitava sei anziani era stata chiusa con un provvedimento amministrativo del Comune dopo il primo intervento dei vigili urbani entrati in azione dopo la denuncia di una lavoratrice che si era licenziata dopo aver avisto una delle due arrestate costringere un anziano a ingerire parte delle sue feci come punizione per la sua scarsa propensione all’igiene personale

La Cgil: «Così le imprese della logistica aggirano i contratti per risparmiare»

Il sindacato lancia l’allarme sul dilagare di alcuni fenomeni ormai in uso in vari settori: dalle pulizie al porto passando per i trasporti. La richiesta: «Più vigilanza da parte di tutti»

LogisticaUna lunga analisi dei fenomeni distorsivi del mercato del lavoro nei settori dei trasporti e della logistica. La Filt Cgil lancia l’allarme sul settore, dove ormai da un decennio si assiste ad una serie di violazioni contrattuali sul fronte dei subappalti. Un fenomeno che «rischia di minare alle radici il nostro sistema produttivo». Così il sindacato chiede più vigilanza e una collaborazione da parte di tutto il sistema. Le tariffe minime esistono: ad esempio nel facchinaggio non si dovrebbe scendere sotto i 20,25 euro l’ora. Tuttavia ci sono casi in cui gli importi scendono sotto i 16 euro.  Ora il sindacato annuncia la “tolleranza zero” per tali fenomeni che «che saranno oggetto di vertenze individuali e collettive, proposte nei confronti di aziende appaltatrici e committenti, ciascuna per il proprio titolo, a tutela dei diritti dei lavoratori».

Il sistema dei subappalti

Molti committenti chiedono alle imprese subappaltatrici tariffe al di sotto  dei parametri fissati dalla contrattazione di settore. «Una pratica che rende  di fatto impossibile il pieno rispetto della normativa previdenziale, assistenziale e fiscale, e più in generale, la corretta applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro».

Per soddisfare le richieste dei committenti ed ottenere il contratto, continua il sindacato, «le aziende appaltatrici sono costrette ad individuare modalità sempre nuove per conseguire i risparmi necessari e non esitano a sottrarre salario e tutele ai lavoratori addetti all’appalto, sui quali ricadono, in definitiva, gli effetti pregiudizievoli di tale meccanismo».  Un fenomeno che dilaga nei trasporti ma non si limita ad esso: «Caratterizza  tutti i settori produttivi dell’attuale mercato del lavoro dove gli appalti ed i fenomeni di esternalizzazione sono diventati sempre più diffusi e purtroppo sempre meno rispettosi delle normative».

Secondo la Cgil dall’inizio della crisi economica – anno 2008 – si sono diffusi i segnali «di questo utilizzo sempre meno lecito del contratto di appalto». Intere fasi della produzione – come facchinaggio e pulizie industriali – vengono esternalizzate, affidandole a società in appalto «secondo modalità non sempre corrette, che talora giungono sino alla vera e propria intermediazione illecita di manodopera». In questo contesto, «si è assistito al proliferare di società e cooperative, coinvolte nelle varie fasi della produzione industriale, spesso più di una per ciascun committente ed in concorrenza tra loro, disposte ad escogitare sempre nuovi escamotage per abbassare il costo del lavoro ed accordare sconti e tariffe orarie incompatibili con un mercato che sia al tempo stesso libero ma anche rispettoso delle leggi e dei contratti».

Come vengono aggirate le norme

Il contratto del settore dei trasporti merci e logistica prevede però che solo alcune attività possano essere esternalizzate «attraverso l’utilizzo di appalti e che ciò possa avvenire solo ed esclusivamente in favore di società che applicano quello stesso specifico contratto collettivo». Tra i fenomeni che sparirebbero per la Filt nel caso questa normativa fosse applicata ci sono la  la contrattazione al ribasso e  il dumping contrattuale.

I committenti – portuali e non – affidano i propri appalti «senza richiedere l’applicazione del contratto di settore o senza effettuare la dovuta vigilanza». Il ricorso al contratto “multiservizi” – che presenta tariffe e tutele assai inferiori rispetto a quello Merci e Logistica – è uno degli esempi.  «Si riscontrano, però, anche a veri e propri illeciti, quali il mancato versamento delle ritenute fiscali e dei contributi sulle somme indicate in busta paga, tramite artifici ed imputazioni fittizie». Una delle più frequenti è la retribuzione  corrisposta sotto forma di un rimborso forfettario, esente da imposte e contributi, delle finte spese di trasferta di lavoratori che in trasferta non vanno. C’è l’indicazione solo parziale delle ore lavorate, straordinari e indennità pagati “fuori busta” (cioè in contanti) o addirittura «con buoni benzina o buoni pasto in violazione della normativa in vigore».

Questo fenomeno «è particolarmente grave nel settore dei trasporti su gomma dove sempre più frequentemente si fa ricorso alla paga globale, cioè ad una paga mensile prefissata e forfetaria, che non tiene conto del numero di ore effettivamente prestate e degli istituti contrattuali quali tredicesima o ferie e permessi, ed a cui spesso non corrispondono trattenute fiscali e contributive corrette; in questo modo le aziende possono ancora una volta proporsi ai committenti offrendo viaggi ad un costo inferiore».

Fenomeni ancora più complessi, ed in evidente aumento, «sono quelli del distacco transnazionale e del ricorso a contratti stranieri, che consentono di utilizzare le normative più favorevoli di altri paesi, soprattutto comunitari, alla ricerca di una consistente riduzione dei costi.
Tali meccanismi, nei casi più gravi si spingono sino ad aziende che scientemente non versano Iva, altre imposte, oppure contributi previdenziali, per importi assai ingenti e che ciclicamente chiudono e riaprono con nuovi nomi e sedi, lasciando dietro di sé debiti enormi nei confronti dei lavoratori, dei clienti, dello Stato».

Concorrenza sleale e sicurezza

Il tutto ha «effetti devastanti» sulle aziende che invece intendono rispettare le regole e che subiscono la concorrenza sleale che « rischia di tagliarle fuori dal mercato, in una continua ricerca del massimo ribasso che poco concede a chi rispetta le regole e cerca la qualità del servizio e del prodotto». Fenomeni di questo tipo «richiedono una vigilanza strenua da parte delle parti sociali, delle organizzazioni imprenditoriali e degli enti pubblici, nel tentativo di arginare il fenomeno ed intervenire sanzionandone i responsabili, ripulendo il mercato dalle distorsioni e dalle illegalità». A questo proposito il sindacato ricorda che esista un tavolo tematico sul tema istituito all’ispettorato del lavoro che definisce tra le altre cose la tariffa minima di facchinaggio nella provincia di Ravenna.

Per l’anno 2019 il costo del lavoro complessivo per ogni lavoratore è di 20,25 euro per ogni ora lavorata. «Nella realtà però, si assiste quotidianamente a committenti che propongono contratti commerciali con importi orari compresi tra i 16 euro ed i 17,50 euro, o addirittura inferiori, In ultimo, va sottolineato un aspetto da non sottovalutare, ovvero che storicamente una delle prime voci di costo ad essere eliminata è da sempre quella relativa alla sicurezza sul lavoro, a scapito della incolumità e della salute dei lavoratori che ancora una volta pagano il prezzo di questo meccanismo assai poco virtuoso, sotto forma di infortuni e malattia professionali».

 

Internet veloce arriva a Casal Borsetti, Savio e San Pietro in Vincoli

La banda ultra larga sarà estesa sul litorale e nel forese. Primo incontro il 27 giugno con la popolazione della località balneare

Banda UltralargaLa banda ultra larga arriva anche Casal Borsetti, Savio e San Pietro in Vincoli, sono previsti tre incontri nelle località per presentare ai cittadini la nuova tecnologia che consentirà una connessione alla rete con maggior velocità e qualità, migliorando notevolmente la fruizione di tutti i servizi a essa connessi.

Il primo incontro è fissato per giovedì 27 giugno alle 20:30, nella sede dell’Auser in piazza Marradi 4, Casal Borsetti. A presentare la banda ultra larga saranno Massimo Cameliani, assessore con delega a Ravenna digitale, Elia Spadoni titolare della società Spadhausen s.r.l. e Roberta Mingozzi presidente del consiglio territoriale area 10 del mare.

“Sono molto contento – ha affermato Cameliani – di continuare questo percorso, quello di estendere a tutto il territorio ravennate la copertura della banda ultra larga, obiettivo previsto dall’Agenda digitale europea entro il 2020. Alle località già raggiunte recentemente, si aggiungono anche Casal Borsetti. Savio e San Pietro in Vincoli che godranno di un servizio indispensabile per esercitare i propri diritti di cittadini e fruire di servizi di ogni genere, una copertura di rete che è molto importante per le numerose imprese locali”.

A fornire i servizi di connessione è ancora una volta l’azienda Spadhausen, azienda ravennate che opera nel campo delle telecomunicazioni, che già da diversi anni collabora alle iniziative che il Comune porta avanti per superare il problema del divario digitale in un territorio comunale tra i più vasti d’Italia. Collaborazione nata in virtù di una selezione tramite avviso pubblico con il quale l’azienda ha la possibilità di attivare contratti per l’erogazione di servizi di banda larga sfruttando i quattro ponti radio di Mezzano, Roncalceci, San Zaccaria e Fosso Ghiaia, finanziati e realizzati da Comune e Lepida spa e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.

Il Rione Nero ha vinto il Palio del Niballo dopo undici anni

Matteo Tabanelli ha riportato il titolo a Porta Ravegnana conquistando sette scudi. Doppia soddisfazione per i neri: la miglior figura femminile è la loro Elena Dal Monte

Elena Dal MonteMatteo Tabanelli ha portato al Rione Nero la vittoria del sessantatreesimo Palio del Niballo di Faenza. In sella a Kelly in Black, cavalla purosangue di quattro anni, è riuscito a vincere la giostra che vale il sedicesimo titolo di Porta Ravegnana. Da undici anni il Nero non vinceva il Niballo, ci è riuscito conquiestanto sette scudi e staccando il Giallo, secondo con quattro.  Al Rione Nero va anche il trofeo Gorini per la miglior scuderia sulla base degli scudi conquistati tra Bigorda e giostra del Niballo 2019. Tutto esaurito il Bruno Neri: di fronte a cinquemila spettatori Tabanelli ha ribaltato il pronostico che non lo dava per favorito.

Sempre del Rione Nero la migliore figura femminile del corteo storico: è la ventenne Elena Dal Monte. Il premio è assegnato alla dama a seguito dalla valutazione dell’acconciatura e dall’armonia del viso, in particolare per l’«insieme della nobile figura e della perfetta corrispondenza tra la bellezza del volto e l’appropriata acconciatura»

In gran parte positivo il bilancio del settore giovanile del Tennis Club Faenza

Tennis / L’analisi del direttore sportivo Sabbatani: «Investire e lavorare sui giovani: la nostra priorità. E la rinnovata sfida passa attraverso l’organizzazione»

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I campi di gioco del Circolo Tennis Faenza

Il settore giovanile del Tennis Club Faenza include oltre duecento fra bambini e ragazzi, maschi e femmine, divisi fra Sat (la scuola di avviamento al tennis), pre-agonistica e agonistica. Un “esercito” che la dirigenza del circolo manfredo considera un prezioso patrimonio sul quale continuare a investire, per mantenere le proprie importanti tradizioni. «Nell’estate del 2018 – analizza il direttore sportivo Giancarlo Sabbatani – siamo partiti con un rinnovato progetto di sviluppo del settore femminile, che ha dato buoni frutti su un gruppo di circa 25 bambine e ragazze fino ai 14 anni grazie all’ottimo lavoro svolto da Raffaella Reggi, che avevamo indicato anche per un ruolo di supervisione generale di tutte le nostre attività giovanili. Nei giorni scorsi Raffaella ha deciso di non proseguire la collaborazione con il nostro circolo. Ci auguriamo che in futuro possa esserci nuovamente la possibilità di riprendere a collaborare. Per lei, le porte del nostro circolo restano sempre aperte».

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Il direttore sportivo Giancarlo Sabbatani

Sabbatani prosegue dicendo che «il nostro obiettivo principale è quello di investire nei giovani. Per l’annata 2019-20 progettiamo uno sviluppo delle attività di pre-agonistica e agonistica, in particolare nella fascia dall’Under 10 all’Under 14. La maestra Flora Perfetti assumerà maggiori responsabilità, avvalendosi fra le sue collaboratrici di Alessia Ercolino, un “prodotto” del nostro vivaio inserito nella squadra della Serie A1 femminile, che in luglio si laureerà in scienze motorie. Ricordo che oltre ad Alessia, sono già presenti nei vari settori i collaboratori Roberto Zanchini, Edoardo Pompei e Alessandro Bussi, che rappresentano il senso del nostro investimento nei confronti dei ragazzi che sono cresciuti nel nostro Circolo come atleti e come potenziali futuri maestri. A tal proposito, all’interno della nuova impostazione organizzativa i maestri Mirko Sangiorgi, Enrico Casadei e Marco Poggi coordineranno le attività suddivise, assumendo nuove responsabilità. Ribadiamo quindi il nostro impegno a mantenere il progetto di sviluppo del nostro vivaio, fiduciosi che il percorso avviato l’anno scorso possa essere fruttuoso».

Le baby ravennati Balducci e Masotti scendono in campo al Trofeo delle Regioni

Volley giovanile / Da oggi, lunedì 24 giugno, le due ragazze classe 2004 della Teodora Mib Service vestono la maglia della rappresentativa emiliano-romagnola nella competizione in programma a Lignano Sabbiadoro

Foto Bald Mas
Le baby classe 2004 della Teodora Mib Service Alessia Masotti e Vittoria Balducci

Vittoria Balducci e Alessia Masotti, comprese nella selezione regionale femminile dell’Emilia Romagna, da questa mattina, lunedì 24 giugno, sono impegnate al “Trofeo delle Regioni-Kinderiadi 2019”, l’importante kermesse dedicata alla pallavolo giovanile che quest’anno si svolge a Lignano Sabbiadoro, in provincia di Udine. Per le due atlete di Teodora Mib Service, entrambe classe 2004 e di ruolo “posto 4” con buona propensione ai fondamentali di seconda linea, una soddisfazione che arriva al termine del percorso di selezione iniziato ad ottobre, dove tra le oltre sessanta ragazze coinvolte dai tecnici Marcello Galli e Giacomo Gentili, hanno potuto mettersi in luce anche Elena Ballardini, Anna Casotti, Anna Foschini, Jessica Maioli, Dezi Nika e Lucia Toppetti – tutte appartenenti alla società ravennate – con Casotti e Foschini che, pur come “riserve” hanno partecipato anche al collegiale conclusivo svoltosi a Rimini dal 12 al 19 giugno.

Alessia e Vittoria, che in questa stagione hanno disputato i campionati di Eerie D e Under 16 Eccellenza (accarezzando fino all’ultimo la possibilità di centrare la Final Four regionale), condividono la loro crescita sportiva comprese nella stessa squadra da quattro anni, sotto la guida del direttore tecnico Mariagrazia Montevecchi. I risultati più importanti che insieme hanno raggiunto sono due titoli regionali Under 13, l’argento regionale e il settimo posto alle finali nazionali in Under 14, nonché due vittorie al Trofeo delle Province con la selezione di Ravenna.

La rappresentativa emiliano-romagnola, nella quale Balducci e Masotti sono le uniche due ravennati e dove a farla da padrona è la provincia di Modena (Sassuolo con ben sei ragazze e Anderlini con una) è compresa nel girone con Veneto e Puglia. Fino a mercoledì 26 giugno si giocheranno le partite di qualificazione, mentre giovedi 27 giugno sono in programma tutte le gare di finale, tranne la finalissima che si disputerà nella mattinata di venerdì 28 giugno. Programma, risultati in tempo reale ed ogni altra informazione sulla manifestazione si possono trovare su www.kinderiadivolley.it

In migliaia in spiaggia per le Frecce Tricolori: le foto

Spettacolo nel cielo sopra Punta Marina per la manifestazione dedicata alle Forze Armate

In migliaia (200mila secondo la Rai), tra Punta Marina, Lido Adriano e Marina di Ravenna, hanno ammirato le evoluzioni delle Frecce Tricolori e degli altri mezzi delle forze armate che hanno dato spettacolo nel cielo nel tardo pomeriggio di domenica, 23 giugno.

Qui sotto una gallery dell’evento, Valore Tricolore, organizzato da Aeroclub Baracca di Lugo.

Lunghe file, come da prassi, fino alle 22 dalla città verso il mare, complici anche le modifiche alla viabilità che hanno di fatto chiuso al traffico il lungomare di Punta Marina.

In scena il Purgatorio delle Albe, tutte le sere si (ri)parte dalla Tomba di Dante

Due anni dopo l’Inferno, il nuovo spettacolo partecipato, che ha già debuttato a Matera Capitale della Cultura

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Il Purgatorio a Matera, foto di Marco Caselli Nirmal

Ecco l’atteso debutto a Ravenna del Purgatorio di Marco Martinelli ed Ermanna Montanari, a due anni da quell’Inferno che incantò letteralmente la città.

Secondo step di un progetto che si concluderà nel 2021 con il Paradiso, dopo la prima a Matera (capitale della cultura 2019), ora il Purgatorio va in scena nella città di Dante, dove lo spettacolo è na- to. Ancora una volta coinvolgendo la cittadinanza in un percorso corale che prenderà l’avvio dalla Tomba del poeta e condurrà ancora una volta fino al Rasi, questa volta nel giardino dove ci eravamo appunto lasciati al termine dell’Inferno.

Prova Inferno©Zani Casadio 6390 CopiaQuesta è la cantica di mezzo, definita da Marco Martinelli, «la cantica del ricominciare». Come scrive Iacopo Gardelli sul Ravenna Festival Magazine (lo spettacolo è infatti ancora una volta prodotto dal Festival) «la posta in gioco per Martinelli e Montanari si alza considerevolmente. L’Inferno, oltre ad essere molto più conosciuto al largo pubblico rispetto alle altre due cantiche, parla al nostro Duemila con un logica antica, dunque contemporanea. Nella “fossa” i peccati rispondono ad una giustizia ferrea, regolata dal contrappasso, che soddisfano la nostra forma mentale. I dannati si ergono scultorei, in una perversa nobiltà che è già modernissima. Il male, insomma, è fotogenico, e attira i nostri occhi post-totalitari come una calamita. Ma il Purgatorio non è così. Questa magnifica invenzione, tutta dante- sca, è un luogo chiaroscurale, acquatico, dolce, nel quale risuonano canti, e non grida. Un luogo le cui “cornici” sono ordinate non dalla giustizia, ma dall’amore, secondo l’ordine dei sette peccati capitali. Un luogo di mutazione e di ordalie, dei passaggi oltre il fuoco e dei battesimi sott’acqua. Qui la ragione capisce che deve abdicare alla sua superbia per giungere al suo superamento. Per citare un verso caro alle Albe, “dove c’è pericolo cresce anche ciò che salva”: tanto più difficile si fa la rappresentazione, tanto più cresce il coraggio e l’inventiva del gruppo ravennate».

Lo spettacolo è in scena dalle ore 20 dal 25 giugno al 14 luglio, tutti i giorni (tranne il lunedì).

Le Albe si sono avvalse di maestranze interne (accanto agli storici Luigi Dadina, Roberto Magnani, Alessandro Argnani, Laura Redaelli, Alessandro Renda, le “nuove” leve Massimiliano Rassu, Matteo Gatta, Marco Montanari, Mirella Mastronardi e naturalmente Gianni Plazzi) e di tecnici esterni, come Luigi Ceccarelli e Simone Marzocchi per le musiche; Edoardo Sanchi e Paola Giorgi per scene e costumi; Fabio Sajiz e Marco Olivieri, per disegno luci e regìa del suono.

Grandine, Coldiretti fa la conta dei danni: nel Ravennate colpite pesche e susine

E il forte vento in Romagna ha allettato campi di grano pronto alla mietitura

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Pesche danneggiate dalla grandine

Danni ingenti a vigneti, grano e frutteti. Il giorno dopo la tempesta di grandine, pioggia e vento che si è abbattuta anche sulla provincia di Ravenna (oltre che, in particolare, Bologna e Modena) nelle prime ore del pomeriggio di sabato 22 giugno,  le aziende agricole della regione iniziano la conta dei danni.

Nel Ravennate – rivela in una nota Coldiretti regionale – le più colpite sono state le pesche di varietà Royal glory, colpite dalla grandine e staccate dalle piante dalle fortissime raffiche di vento, così come le susine. Anche in Romagna il forte vento ha allettato campi di grano pronto alla mietitura.

Secondo un’analisi di Coldiretti, quest’anno in Italia sono state rilevate fino ad ora 124 grandinate violente pari a quasi il doppio di quelle registrate nello stesso periodo dello scorso anno (+88%). Sono gli effetti di una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di eventi estremi, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali e bombe d’acqua i cui effetti si fanno sempre più devastanti.

Il figlio arrestato, le sordomute, lo specchietto: ecco le truffe più diffuse

Se qualcuno si presenta con un danno all’auto, occhio ai finti segni sulla carrozzeria: sono con il gesso. Non esiste l’avvocato che chiede soldi al telefono per aiutare un parente in manette: non serve denaro con le divise. I carabinieri hanno realizzato una brochure con le pillole per evitare inganni. La polizia municipale raccoglie anche i casi segnalati dalle chat dei gruppo Whatsapp

4357274 0820 TruffaspecchiettoNel vasto sottobosco delle truffe gli episodi più frequenti sono quelli in cui il malvivente si finge qualcuno autorizzato a entrare nelle case per riuscire a rubare una volta dentro. «In questi casi la truffa iniziale è solo un mezzo per arrivare al furto – spiega Andrea Giacomini, comandante della polizia locale di Ravenna –. Lo scopo del truffatore è convincere la vittima ad accoglierlo nell’abitazione: dal tecnico del gas alla lettura dei contatori anche finte forze dell’ordine».

Chi si muove in questo contesto non punta a vendere prodotti tarocchi o contratti ingannevoli ma attende il momento della distrazione per impossessarsi di valori: «Soldi, gioielli, quello che il truffatore riesce a capire che c’è a disposizione in quella casa. Sono reati davvero odiosi perché fanno leva soprattutto su persone in difficoltà». In questi casi l’antidoto è quello di fare verifiche preventive prima di lasciare entrare chiunque, magari con una telefonata a un parente o ai numeri di emergenza.

Se lasciamo le mura domestiche e scendiamo in strada non mancano i rischi. Anche al volante: «Continua a essere gettonatissima la cosiddetta truffa dello specchietto», continua Giacomini. Che illustra le tecniche: «La vittima sta viaggiando in auto e incrocia la vettura dei truffatori che ha già lo specchietto rotto sul lato sinistro. I truffatori lanciano un piccolo oggetto contro l’altra auto per non fare danni ma al solo scopo di far sentire un rumore alla vittima e poi la inseguono e la fanno fermare sostenendo che c’è stato un urto e per riparare il danno chiedono una somma in contanti, 50 o 100 euro senza coinvolgere l’assicurazione per evitare l’aumento del premio. Per essere convincenti spesso il truffatore del caso ha in mano un gessetto per fare un segno sull’auto della vittima che a quel punto può davvero cadere nel tranello». Il consiglio per evitare problemi è semplice: se qualcuno chiede soldi per uno specchietto rotto meglio una telefonata alle forze dell’ordine. «Di solito questo basta per far allontanare i malintenzionati».

Restando sulle strade, non mancano i casi di persone che si sono ritrovate le gomme forate e hanno ricevuto l’assistenza di un buon samaritano di passaggio per poi accorgersi che era stata ripulita la vettura: «Di solito queste sono azioni coordinate che puntano a vittime in possesso di attrezzature di valore, magari fotografi. Mentre uno distrae il proprietario, un complice afferra gli strumenti».

Ma è un settore in continua evoluzione. «Stiamo assistendo al ripetersi di una nuova situazione: sordomute che chiedono soldi in strada per associazioni di assistenza. Ma non sono sordomute e le associazioni non esistono». È già accaduto due o tre volte in città: «Persone diverse che fornivano sempre lo stesso materiale informativo, a dimostrazione che c’è una rete che sta organizzando la cosa. Il consiglio che posso dare è di non scegliere la strada come luogo per la beneficenza perché ci sono altri metodi più garantiti sulla destinazione del denaro».

Tra i nuovi casi accaduti di recente c’è una situazione particolarmente complessa che parte dal mondo online. Qui la vittima è qualcuno che ha messo in vendita un bene tramite qualche vetrina virtuale regolare e pulita. Ma usata per fini illeciti dal truffatore che si dice interessato all’acquisto e si accorda per fare un pagamento con accredito sul conto corrente ma tramite sportello bancomat: il truffatore convince il venditore ad andare al bancomat per fargli avere i soldi e invece chiede una cauzione che incassa subito e poi sparisce. «Qui ci avviciniamo alle frodi telematiche, sono situazioni diverse dove gli autori sono persone con capacità tecniche e informatiche non indifferenti». Un fronte che però pare in declino: «Le banche hanno molte risorse da investire per la protezione e questo sta innalzando i livelli di sicurezza per i clienti». Il cosiddetto phishing: «Una email mandata a una raffica di indirizzi in cui ci si spaccia per una banca e si chiede di andare a controllare il proprio conto, in realtà si stanno dando le credenziali di accesso a criminali. È una tecnica a strascico, si getta la rete e si vede quandi ci cascano. Oggi sono sempre meno».

Tra gli strumenti di contrasto sta dando buoni risultati Sicura, la rete nata dall’esperienza dei gruppi di vicinato su Whatsapp che mette in collegamento la centrale operativa della polizia municipale con un gruppo di referenti per ogni chat di quartiere: «Appena compare in una via il classico “tecnico del gas” subito parte il tam tam, la gente si mette in allerta e il passaggio di una pattuglia in zona fa allontanare il soggetto».

Il contrasto alle truffe è un tema cui anche i carabinieri hanno dedicato attenzione, cercando non solo di intervenire con la repressione ma anche sulla prevenzione con iniziative divulgative. La principale è stata la realizzazione di un pieghevole con alcuni consigli in pillole che sono stati distribuiti a più riprese in occasione di incontri pubblici o momenti di aggregazione. Sono stati spesso i comandanti di stazione a presentarsi in prima persona all’uscita dalla chiesa dopo la messa per divulgare le brochure. Gli incontri sono stati organizzati da associazioni e comitati o anche semplici cittadini che hanno richiesto aiuto.

Il riscontro sembra esserci, come dimostrano i casi in cui veri militari in borghese non sono riusciti a entrare in casa di persone da cui dovevano raccogliere informazioni per indagini rendendo necessario l’intervento di colleghi in divisa (tra le indicazioni della brochure c’è proprio quella di aprire solo a personale in divisa).

Ma il lavoro di sensibilizzazione ha coinvolto anche il mondo bancario per creare una rete di antenne attorno alle potenziali vittime. Una delle classiche truffe telefoniche consiste nello spacciarsi per un fantomatico avvocato che chiede all’anziano di preparare una grossa somma di denaro in contati da consegnare a un incaricato che passerà a ritirarla per aiutare il figlio in stato di arresto. Ovviamente nulla è vero. Ma la vittima va nel panico e si presenta in banca. Ecco perché i carabinieri hanno invitato il personale degli istituti di credito ad avvisare in caso di anomale operazioni. È successo anche a marzo alla Credem di Ravenna con un esito rocambolesco: i carabinieri erano nella filiale per scongiurare una truffa e si sono ritrovati a sventare una rapina casualmente in concomitanza.

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