Offerte entro febbraio: maxi progetto per arrivare a 12,5 metri di profondità. Un quarto dei 4,7 milioni di mc di fanghi da dragare andrà in mare aperto, il resto per rialzare 150 ettari da destinare alla logistica
È ufficialmente aperto il bando di gara per assegnare i lavori di dragaggio al porto di Ravenna: il 14 febbraio 2020 scade il termine per presentare le offerte per il maxi appalto con base d’asta da 235 milioni di euro che dovrà portare i fondali a una profondità di 12,5 metri rimuovendo in totale 4,7 milioni di metri cubi di materiale. Per immaginarsi la mole di fanghi si può dire che è il volume equivalente a circa 50 volte quello occupato dal Pala De Andrè. L’Autorità portuale concede 3.100 giorni (8 anni e mezzo): chi si impegnerà a farlo in tempi minori avrà un punteggio migliore per la graduatoria. Il tempo concesso si ridurrà a 2.500 giorni (poco meno di 7 anni) in caso che Ap, in corso d’opera, riesca a mettere a disposizione del contraente generale una ulteriore cassa di colmata oltre alla Nadep da 900mila mc.
Il dragaggio dovrà rimuovere 1,3 milioni di metri cubi in avamporto e 3,4 lungo l’asta del Candiano per arrivare a queste profondità: 10 al terminal crociere, 12,5 nel canale e 13,5 dall’imboccatura a uscire. Il materiale rimosso dall’avamporto verrà ripartito tra ripascimento della scogliera del poligono di tiro a Foce Reno e il fondale di un’area marina a 13 miglia nautiche dalla costa. Il resto sarà usato per rialzare 150 ettari (le note aree denominate L1, L2 e S3 che si trovano a ridosso di Porto Fuori e alle Bassette) da destinare alla logistica. Una parte anche alla penisola Trattaroli per il futuro terminal container.
Sulla sponda destra dovrà essere realizzato un chilometro di nuove banchine alla penisola Trattaroli, sulla sponda sinistra saranno rifatte quelle esistenti per un tratto di circa 2,5 km. La programmazione è stata fatta in modo da non interrompere mai l’attività di nessun terminalista.
Snodo cruciale del progetto è la cassa di colmata Nadep, adiacente a via Trieste. Ha una capacità di 900mila mc e oggi è piena per 834mila: materiale derivante da precedenti dragaggi e oggi da gestire come se fossero rifiuti. Una volta svuotata verrà poi più volte riempita e svuotata: il materiale dragato necessità di un periodo di deposito per asciugarsi e poi essere avviato alla collocazione finale.
La valutazione delle domande avrà un punteggio massimo di cento punti così suddivisi: 70 per l’offerta tecnica, 20 per l’offerta dei tempi, 10 per l’offerta economica. Si è già accennato ai tempi previsti. A oggi l’ipotesi di Ap è di vedere al lavoro le prime draghe a fine del prossimo anno: una volta scaduti i termini per l’offerta si punta ad aggiudicare i lavori in quattro mesi, altri due per la contrattualizzazione e il passaggio da progetto definitivo a progetto esecutivo (a carico del contraente).
Il processo di stesura del bando è stato particolarmente complesso per una ragione specifica: si è scelta la strada di individuare un general contractor (che a sua volta affiderà poi le singole operazioni) ma questa modalità con il nuovo codice degli appalti non è ancora stata adottata per opere così vaste. Non esisteva un benchmark, ha fatto presente il presidente dell’Autorità portuale Daniele Rossi. Il modello di riferimento potrebbe quindi diventare Ravenna.
Il presidente della Regione Stefano Bonaccini, candidato per il secondo mandato alle elezioni del 26 gennaio, ha partecipato alla presentazione stamani, 22 novembre. Bonaccini stima che questo intervento possa avere una ricaduta capace di generare «migliaia di posti di lavoro in più». Orgoglioso il presidente in carica di aver portato a compimento un progetto che nel 2014, quandò si insedio, sembrava bloccato.

Il mondo non è un paese delle meraviglie. Ma quante donne sono dovute morire prima che ce ne rendessimo conto? È un tentativo di disillusione quello che andrà in scena sabato 23 novembre alle 21 al Teatro Rasi. Alice, svegliati!, a cura di Bolero Danzarte a.s.d., rivolge un urgente e disperato imperativo a tutte quelle donne vittime di violenza intrappolate in una visione distorta della realtà. Lo spettacolo è il terzo di una trilogia iniziata nel 2017 è inserita nel cartellone della rassegna ravennate “Una società per relazioni”. In Io no. Il potere della scelta si analizzavano i sentimenti e le emozioni della donne, infondendo nel finale un segnale di speranza. L’anno scorso, con Oltre, la compagnia aveva affrontato il tema dei condizionamenti sociali, ambientali e psicologici che impediscono alla vittima di liberarsi dagli schemi mentali per trovare la propria identità. «Quest’anno, Alice, svegliati! punta invece alla definizione “dell’oltre”, che non è altro che la capacità di guardare la realtà per quella che è: non verrà nessun principe a svegliarci – racconta la regista Patrizia De Palma – le donne, tutte le donne, hanno in sé la forza per svegliarsi e salvarsi da sole».





Da quasi cinque anni la polizia locale di Cervia non ha un comandante ma è guidata dal vice Sergio Rusticali facente funzioni di comandante (il dirigente competente è il segretario generale del Comune Alfonso Pisacane). Una situazione che in tempi recenti ha portato la Lega anche a presentare un’interrogazione per chiedere un concorso che individui un comandante dedicato.










Da ormai dieci anni i residenti di alcune vie del Borgo San Biagio a Ravenna attendono l’installazione di tre lampioncini della pubblica illuminazione per uno stradello pedonale che è territorio di spaccio e ora, vista la cifra piuttosto contenuta di 4.500 euro, si sta pensando di fare una colletta per intervenire dove il Comune non ha fatto nulla. Il consigliere comunale di opposizione Alvaro Ancisi (Lpr) chiede al sindaco se intende attivarsi perché interventa Palazzo Merlato con acquisto e installazione o se autorizzare i cittadini a farlo a proprie spese.

«La giunta comunale di Brisighella ostacola l’attività dei consiglieri di minoranza». Lo afferma Angela Esposito, capogruppo della lista di centrosinistra Insieme per Brisighella, che fa alcuni esempi: mozioni e ordini del giorno che pur presentati con largo anticipo non vengono discussi, interpellanze che non sono messe all’ordine del giorno, proposte di delibera che non sono rese note ai consiglieri nei tempi dovuti. «Per il prossimo consiglio comunale del 25 novembre – afferma Esposito – avevamo presentato tre mozioni ma nella convocazione del consiglio nell’ordine del giorno non c’era traccia».