martedì
12 Agosto 2025

Spaccio itinerante: uno al volante e l’altro consegna la cocaina dal finestrino

Arrestati due giovani pedinati mentre cedevano droga a un cliente che attendeva in strada

112 CarabinieriNel giro dello spaccio si era fatto un nome come pusher perché era lui a spostarsi per consegnare la droga al cliente e la consegnava ovunque. Del resto lo spaccio è un mercato e tra la concorrenza vince chi offre un servizio in più. Ma ieri, 18 aprile, una consegna è costata cara perché era pedinato dai carabinieri: un 33enne tunisino è stato arrestato insieme a un connazionele 20enne che era al volante dell’auto mentre l’altro cedeva le dosi dal finestrino al cliente che attendeva  in strada.

I carabinieri della compagnia di Ravenna della stazione di via Alberoni hanno monitorato hanno agganciato la coppia in zona stadio. Erano a bordo di una utilitaria e si sono accorti che giravano in tondo senza un motivo. Poi si sono accorti che si sono fermati vicino a un soggetto in attesa ed il passeggero aveva con questo un repentino scambio di qualcosa. Il passante aveva appena acquistato cinque dosi di cocaina.

Immediatamente i carabinieri fermano l’autovettura degli stranieri e a seguito di perquisizione al loro domicilio, situato proprio in zona, rinvenivano altre dosi di stupefacente e la somma in contante di circa seimila euro, frutto di pregressa attività di illecita.

La cocaina ed il denaro è stato sequestrato mentre i due uomini sono stati arrestati con l’accusa di spaccio. Stamani al termine del processo direttissimo, con la convalida, il giudice ha imposto al più giovane il divieto di ritorno nella provincia di Ravenna mentre per il 33enne la custodia cautelare in carcere.

Primavera in centro: torna Ravenna in Fiore, in piazza anche la cannabis terapeutica

Piazza Kennedy si colora con la mostra mercato di fiori e arredi per la casa e l’esterno. Anche a Lugo appuntamento per chi ha il pollice verde

IMG 6324 Arriva la primavera nei centri storici. Sabato 21 e domenica 22 aprile il mondo del giardinaggio sarà protagonista a Lugo e Ravenna con mostre mercato dedicate al verde, tra arredi complementi. A Lugo sotto il Pavaglione la terza edizione del Garden Festival organizzata dal consorzio AnimaLugo: dalle 9 al tramonto esposizione e vendita di piante e fiori da interno, da giardino e per l’orto, arredi e complementi, artigianato in fiore e piante officinali. A Ravenna in piazza Kennedy la seconda edizione di Ravenna in Fiore organizzata da Sgp Eventi, con il patrocinio del Comune di Ravenna per ammirare le proposte direttamente da floricoltori provenienti da tutta Italia. Novità assoluta di quest’anno: le piantine di cannabis certificate dal ministero della Sanità, per i vari usi terapeutici e medici.

IMG 6384A Ravenna le regine della mostra mercato saranno le rose, presenti in tantissime varietà, da giardino e rampicanti, rare e antiche come la Variegata di Bologna risalente al 1900, con accese striature porpora su un fondo bianco crema, o la profumatissima rosa inglese Gertrude Jekyll, e ancora quelle di nuova produzione come “Anna Molinari” dedicata alla stilista di Blumarine o la “New Immagine”, dalle sfumature violette che ricordano l’ultra violet, eletto colore dell’anno da Pantone. Altra novità di quest’anno è il Delphinium, pianta erbacea ramificata, originaria dell’Asia, con più rami e fiori dal raro colore blu elettrico.

Sarà possibile acquistare gigli, fresie, tulipani e primule, solo per citarne alcune, ma anche piante da interni, da giardino e da frutto e alcune rarità da non perdere. Dalla Sicilia arriveranno le piante di limone e arancio, dalla Toscana azalee e rododendri, e, ancora, i bonsai  e le bouganville. Contro gli insetti fastidiosi potrete acquistare le particolari piante carnivore. Troverete anche la surfinea night sky, l’ibrido di petunia dal colore unico che ricorda un cielo stellato, l’ aloe vera,  gerani e petunie e le amatissime orchidee.

Una delle caratteristiche che contraddistingue la manifestazione è l’attenzione alle tendenze green style; a chi ama coltivare erbe aromatiche in casa, da utilizzare in cucina per preparare gustose pietanze sarà soddisfatto, potrà trovare profumatissime erbe: dal rosmarino al basilico, dal timo al coriandolo, passando per la salvia, la santoreggia e le tantissime varietà di menta, oltre che a tanti tipi di peperoncini piccanti,  le fragole e piccoli frutti come ribes, more e lamponi.

IMG 6325Tutti i floricoltori presenti sono produttori, pertanto sarà possibile acquistare direttamente da loro, senza ulteriori passaggi che comporterebbero costi aggiuntivi. Inoltre forniranno consigli su come coltivare al meglio le piante da loro prodotte.

Ampio spazio sarà dedicato inoltre all’artigianato di qualità, all’hobbistica e all’alimentare: sarà possibile trovare prodotti tipici di tutta Italia come salumi piemontesi, formaggi sardi, miele biologico, frutta secca, focaccia e pesto genovese. Inoltre anche artigianato a tema con bijoux, stand vintage, attrezzature per il giardinaggio e per l’esterno casa.

Crac Cmr, chiesti vent’anni per 5 ravennati. La coop costruì Marinara e Porto Reno

Buco da 40 milioni della cooperativa di Filo di Argenta: tra gli imputati l’ex dg Caravita e l’ex presidente del Ravenna Fabbri

Pier Bruno Caravita

In tribunale a Ferrara al processo per il crac della Cmr – la cooperativa edile di Filo di Argenta che nel territorio ravennate realizzò interventi significativi come Marinara, Porto Reno e l’ex Holiday Inn – la pubblica accusa ha chiesto condanne per sette degli otto imputati: tra loro figurano cinque noti imprenditori e dirigenti ravennati per cui il pm ha chiesto un totale di vent’anni e cinque mesi di reclusione. La sentenza di fallimento è arrivata nel 2011 con un buco di 40 milioni di euro, il processo è iniziato due anni fa.

Queste le richieste per i ravennati: sei anni per l’ingegnere Bruno Caravita, ex dg della coop; quattro anni e tre mesi per Paolo Conforti del Gruppo Nettuno; tre anni e tre mesi per la compagna Maria Giulia Scozzoli, compagna di scozzoli; tre anni e nove mesi per Gianni Fabbri della Ecis ed ex presidente del Ravenna Calcio; tre anni e due mesi per Romolo Rago (Edilglobo). Chiesta invece l’assoluzione per un altro ravennate, Carlo Fossati. A completare il quadro degli otto imputati ci sono Sabato Nocerino (Vega Coop) e Natalina Perri (Nuova Edil): per loro il pm Isabella Cavallari ha chiesto un anno e un mese.

Difesa consumatori, l’avvocato che spaventò la Rai: «La class action va migliorata»

Nel 2013 il ricorso di Maestri al Tar del Lazio per 123 ravennati che avevano problemi di ricezione con il passaggio al digitale terrestre: «A quel tempo le azioni di classe erano in una fase pionieristica, abbiamo perso ma sono stati fissati dei paletti»

Maestri«Le azioni di classe potrebbero essere strumenti di vera democrazia giuridica ma per come sono regolate in Italia risultano armi spuntate, andrebbe rivista la normativa di riferimento». L’avvocato Andrea Maestri conosce bene in prima persona l’istituto di quella che, con terminologia inglese, viene chiamata anche class action: nel 2013 rappresentò 123 ravennati in una causa contro la Rai per i problemi di ricezione televisiva nel momento del passaggio dall’analogico al digitale terrestre.

Il Tar del Lazio respinse le richieste affermando in buona sostanza che vista l’esigua percentuale di chi aveva problemi di visione dei canali della tv di Stato, doveva trattarsi di un errore di posizionamento delle antenne private sui tetti: «Ma per dare questa valutazione il giudice si basò su quello che affermava la Rai senza disporre una perizia tecnica come avevamo richiesto». Circostanza che lasciò più di una perplessità. Ma dopo la sconfitta in primo grado si decise di non presentare appello perché erano diminuito il numero degli intenzionati a continuare nella battaglia, anche se la suddivisione delle spese avrebbe restituito un conto di qualche decina di euro a testa.

Quel caso però fece giurisprudenza: «A quei tempi le azioni di classe erano ancora in una situazione pionieristica. E alcune prese di posizione del Tar per il nostro caso, a partire dall’ammissibilità del nostro ricorso contrariamente a quanto sosteneva la Rai con il pool dei suoi avvocati, hanno fissato dei paletti poi divenuti consolidati».

Le azioni di classe possono essere promosse sia contro pubbliche amministrazione che contro privati, partendo dal requisito necessario che il diritto leso sia lo stesso per tutti gli aderenti. Se la parte chiamata in causa è pubblica o privata sono previste alcune differenza nella procedura ma sostanzialmente lo schema è lo stesso. Maestri resta convinto del potere di queste iniziative perché da considerare come le uniche opportunità per il consumatore di fronte a certi danni: «Il principio di fondo è che l’unione di più soggetti deboli fa la forza. Un soggetto singolo non potrebbe mai affrontare una battaglia in cui per il consolidato principio di soccombenza poi in caso di sconfitta si vede accollare le spese legali della controparte. Spartendo fra tutti invece è sostenibile». Per questo secondo l’ex deputato di Possibile andrebbero apportate delle modifiche che rendano più accessibile la class action: «La sensazione è che all’epoca il legislatore abbia strizzato l’occhio al consumatore dando l’illusione di aver irrobustito le possibilità di difesa. Ma nei fatti le cose sono diverse. Prima di tutto andrebbe avvicinato il cittadino alla sede della causa: oggi i riferimenti sono il Tar di Roma o i Tar dei capoluoghi regionali. Per un consumatore ravennate vuol dire che c’è una certa distanza con le spese di trasferta. Anche se in certi casi un tribunale distante dalla piazza a cui si fa riferimento può essere anche meglio…». C’è poi la questione spese: «Va semplificata la procedura e dovrebbe essere qualcosa di tendenzialmente gratuito: le questioni vanno trattate con rigore per scoraggiare il proliferare di cause inutili dovute alla gratuità ma il rischio di dover pagare spese ingenti oggi è un grande limite all’esercizio della giustizia. Almeno bisognerebbe iniziare a pensare di calcolare le spese sul reddito del singolo».

Parco acquatico abbandonato da anni, ordinanza del sindaco per la messa in sicurezza

I proprietari dell’ex Acquasirius risiedono all’estero e hanno già ignorato una iniziativa analoga quattro anni fa. Erbacce, piscina con acqua stagnante, scivolo pericolante: cittadini preoccupati e infuriati. Il primo cittadino: «Vogliamo risolvere il problema anche procedendo d’ufficio e addebitando le spese»

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Ex Acquasirius a Lido Adriano (foto Daniele Pompignoli)

Dopo anni di abbandono ciò che rimane delle attrezzature come il grande scivolo è pericolante, la piccola struttura un tempo destinata a bar presenta infissi divelti e la piscina raccoglie acqua stagnante senza protezioni anti-caduta, ovunque crescono arbusti ed erba spontanea: il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, ha firmato un’ordinanza per la messa in sicurezza dell’ex parco acquatico Acquasirius in via Cellini a Lido Adriano. La vicenda si annuncia quanto mai complessa: i proprietari dell’area risiedono all’estero e finora sono rimasti del tutto indifferenti ad altri provvedimenti simili.

L’ordinanza concede alla proprietà trenta giorni per ripristinare l’integrità della recinzione, rimuovere l’acquascivolo degradato e pericolante, rimuovere l’acqua stagnante all’interno della vasca e installare idonee protezioni anti-caduta, chiudere tutti gli accessi al vecchio bar, sfalciare l’erba e la vegetazione cresciuta spontaneamente e rimuovere e smaltire i rifiuti presenti. Al termine dei lavori il tecnico incaricato dovrà attestare la corretta esecuzione dei lavori e l’assenza delle condizioni di pericolo o pregiudizio per l’incolumità.

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Ex Acquasirius a Lido Adriano (foto Daniele Pompignoli)

L’intervento firmato da De Pascale è arrivato a seguito di numerosi sopralluoghi effettuati dai tecnici del servizio Edilizia del Comune di Ravenna. Nel 2014 il complesso era già stato oggetto di ordinanza da parte del Comune di Ravenna per problemi igienico-sanitari ma non venne mai ottemperata.

«Da tempo abbiamo raccolto la preoccupazione e la rabbia dei cittadini rispetto questa situazione incresciosa e pericolosa – ha commentato il primo cittadino – ma fino ad oggi a nulla sono valsi i precedenti tentativi al fine di arrivare a una bonifica dell’area. Siamo entrati a questo punto in una fase due, sfruttando tutti i poteri che la legge mette a disposizione dei sindaci affinché il degrado venga completamente superato e l’area sia messa in sicurezza e venga restituita al decoro. Purtroppo non sarà un intervento semplice e immediato, poiché i proprietari risiedono all’estero, ma è nostra ferma volontà arrivare alla risoluzione del problema, anche procedendo d’ufficio, a termini di legge, nel caso in cui la proprietà non provveda, facendo realizzare quanto ordinato e addebitando le spese».

La storica band inglese Clock Dva a Ravenna per il festival Loose

L’annuncio dello staff di Club Adriatico. L’appuntamento l’11 maggio all’Almagià

ClockdvaAnnunciato il primo nome del cartellone del festival di musica elettronica Loose, in programma in maggio a Ravenna con l’organizzazione dello staff di Club Adriatico. Si tratta dei Clock Dva, nati in Inghilterra 40 anni fa e dagli anni ‘80 protagonisti dell’influente scena di Sheffield, con Cabaret Voltaire e Human League.

Adi Newton, il polistrumentista fondatore del gruppo, ha plasmato suono e immaginario della band contestualizzando in forme sempre differenti una visione personale e ante litteram del cyberpunk. Attraverso arrangiamenti industrial, new wave o EBM, la sua ricerca ha indagato con eterogeneità e coerenza l’alienazione tecnologica e il rapporto tra uomo e macchina.

Dopo dieci anni di assenza dalla musica in favore della pittura e altre discipline artistiche, Adi Newton ha attivato nuovamente il progetto per proporre live l’incarnazione attuale dei Clock Dva.

Si esibiranno venerdì 11 maggio all’Almagià.

Torna al centro profughi dove aveva alloggiato e tira pietre agli ospiti: arrestato

Picchiato e minacciato un mediatore culturale. Motivo un presunto torto subìto. In manette un 28enne che ha avuto il permesso di soggiorno. Il giudice convalida l’arresto e lo rimette in libertà con il divieto di tornare in provincia

Carabinieri CerviaPietre lanciate contro i profughi in un centro accoglienza gestito dall’Asp a Faenza, danni alle attrezzature della struttura, minacce e percosse a uno dei mediatori culturali: un 28enne camerunese è stato arrestato dai carabinieri nella mattinata del 16 aprile per lesioni personali aggravate e detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio ed è stato denunciato per minacce, danneggiamento aggravato e porto illegale di coltello. Il giovane ora è in possesso di permesso di soggiorno e risulta domiciliato a Forlì ma in passato era stato ospite del centro dove – secondo la ricostruzione dei carabinieri – sarebbe tornato con l’intento di vendicarsi per alcuni torti subiti in passato.

Il lancio di pietre contro gli ospiti è cominciato quando questi hanno cercato di impedire al 28enne di entrare. Ad avere la peggio è stato uno dei mediatori che è stato prima colpito con un pugno al volto e poi ferito a un braccio con una pietra. L’intervento dei militari ha riportato la calma: accompagnato in caserma, in tasca al 28enne sono stati trovati 7 grammi di marijuana.

I carabinieri hanno ricostruito il passato dell’arrestato. Nei mesi in cui aveva alloggiato in quel centro di accoglienza aveva avuto rapporti difficili con gli altri ospiti e con i responsabili: comportamenti poco inclini ad adeguarsi alle disposizioni come il rifiuto di aderire ad alcune iniziative per l’integrazione. Viveva fuori città dopo aver ottenuto il permesso di soggiorno ma continuava a farsi vedere nei pressi del centro profughi: di recente aveva consegnato una dose di droga ad uno dei profughi che poi era stato colto da malore e ricoverato in ospedale.

Al processo per direttissima di ieri mattina, il giudice ha dato atto dell’indole violenta dell’uomo e per questo ha disposto la misura cautelare del divieto di ritorno nella provincia di Ravenna. Il camerunese è stato rimesso in libertà.

Lo sceneggiatore di Inarritu (e Leone d’Oro) Guillermo Arriaga a Ravenna

Annunciato il primo ospite di Scrittura Festival. Il messicano atteso il 7 maggio al pala congressi

ArriagaIl 7 maggio sarà a Ravenna Guillermo Arriaga, sceneggiatore del regista Premio Oscar Alejandro Inarritu (nella trilogia composta da Amores perros, 21 grammi e Babel).

Arriaga ha vinto il leone d’Oro come regista per The Burning Plain con Charlize Theron e Kim Basinger e la palma d’oro al Festival di Cannes come miglior sceneggiatore.

L’appuntamento è inserito nell’ambito di Scrittura Festival: Arriaga parlerà (dalle 18 al palazzo dei congressi) del suo romanzo “Il selvaggio” (Bompiani).

Le iscrizioni degli agenti di commercio calate del 10 percento in quattro anni

I dati forniti dal sindacato Fnaarc-Confcommercio. Il presidente Righini: «La riduzione non è detto che sia solo negativi»

Camera Di CommercioGli agenti di commercio iscritti alla Camera di Commercio di Ravenna, requisito necessario per esercitare la professione, erano 1.377 nel 2017 e 1.527 nel 2013: un calo di 150 in quattro anni. I numeri sono resi noti dal presidente provinciale del sindacato Fnaarc-Confcommercio, Ottavio Righini, che li considera uno specchio della crisi vissuta nell’ultimo periodo.

«Visto il calo dei consumi e l’avvento sempre più minaccioso dell’e-commerce, la riduzione degli iscritti può essere valutato in modo non del tutto negativo. Quello dell’agente di commercio è un’attività che esercitata con la giusta, e oggi quanto mai necessaria, professionalità può dare soddisfazione, sia dal punto di vista lavorativo che economico. È un lavoro che va affrontato con la giusta formazione e non regala nulla all’improvvisazione, sono finiti i tempi dell’imbonitore che vendeva e faceva comprare impulsivamente. Richiede un investimento iniziale piuttosto basso, ma si deve essere pronti a guadagni limitati all’inizio che cresceranno anno per anno se si lavora con continuità e attenzione. Certamente adatto a chi vuol mettersi in gioco e sa che i risultati finali dipendono prevalentemente da quanto si è dato per professionalità, dedizione e capacità. Il compenso è dato dalle provvigioni che sono proporzionali al fatturato procurato dalle vendite. Mentre certe sono le spese di produzione e la tassazione che colpisce le provvigioni al cento per cento».

Gli agenti di commercio alla fine della loro attività lavorativa godono di due forme pensionistiche. Una gestita dall’Inps che tiene conto dei versamenti annuali fatti dall’interessato in base ai redditi aggiunti, l’altra (unico caso in Europa) gestita dall’Enasarco i cui contributi vengono versati annualmente paritariamente dall’agente e dalle case mandanti. Enasarco eroga anche benefici assistenziali: proprio in questi giorni si è aggiunto il contributo supplementare in caso di malattia prolungata.

Federconsumatori: «La conciliazione extragiudiziale è la via più efficace»

Marcello Santarelli, ex segretario Cgil Ravenna, ora è il presidente dell’associazione che tutela gli utenti e i consumatori e siede nel neonato comitato regionale

MarcelloTra chi siede, a rappresentare i consumatori, nel nuovo comitato regionale c’è il ravennate Marcello Santarelli, responsabile regionale di Federconsumatori, incarico cui è approdato dopo aver ricoperto per qualche anno il ruolo di segretario provinciale della Cgil di Ravenna. La sua associazione, 15.500 iscritti (la più numerosa in regione) e 100 sportelli sul territorio, è stata tra i promotori della nuova legge varata nel 2017. Ed è sicuramente tra quelle che continuerà a corrispondere a criteri sempre più stringenti richiesti alle associazioni in futuro per continuare a farne parte.

Perché serviva la nuova legge?
«Perché quella in vigore risaliva al 1992 ed era stata superata da quella nazionale, a riprova che un tempo la nostra regione era davvero un luogo di innovazione. C’era dunque bisogno di un nuovo strumento, che prevedesse anche il comitato appena costituito».

Questo comitato per cosa sarà particolarmente importante dal vostro punto di vista?
«Beh, innanzitutto perché finalmente esiste un luogo in cui incontrarsi per discutere che riconosce un ruolo e una dignità alle associazioni di consumatori e utenti. E poi perché la legge prevede l’obbligo di consultarlo quando si fanno leggi che riguardano i servizi ai cittadini e deve chiedere un parere rispetto a contratti che riguardano i servizi».

Il vostro parere non sarà però vincolante, c’è il rischio che sia solo un’operazione di facciata?
«Effettivamente il nostro parere non sarà vincolante e se e quanto sarà davvero efficace avremo modo di verificarlo nei prossimi mesi».

Quali sono oggi gli ambiti in cui viene richiesto più spesso il vostro intervento?
«Sicuramente quelli che riguardano l’energia in senso lato, gas, luce e e acqua, la telefonia e il settore bancario».

Chi assistete e come vi muovete quando un cittadino si rivolge a voi?
«Ascoltiamo il caso e offriamo un primo parere, gratuito. Poi al consumatore o all’utente che vuole essere rappresentato da noi chiediamo di associarsi, la quota annua è di 40 euro con convenzioni che riducono il costo per gli iscritti Cgil».

Come vi finanziate?
«Con le quote associative, in primis. E poi con finanziamenti pubblici che però non vengono erogati per il semplice fatto che esistiamo ma a fronte di progetti ben precisi che elaboriamo e presentiamo su vari fronti, per esempio lavoriamo molto sul piano della formazione e informazione dei consumatori, con moltissimi interventi nelle scuole».

Gli studenti e i bambini sono già consumatori?
«Certo, e cerchiamo di educarli a un consumo consapevole, quindi facciamo laboratori didattici dedicati al cibo, risparmio energetico e uso corretto di internet e dei social. Si tratta di un dispositivo molto efficace perché poi i bambini trasmettono in casa quanto appreso a scuola e quindi l’effetto è moltiplicato».

Invece al consumatore che si sente truffato, cosa consigliate di fare?
«Privilegiamo sempre la via extragiudiziale perché è più efficace, più rapida e meno costosa. Per questo cerchiamo sempre di risolvere le questioni, che nella stragrande maggioranza dei casi riguardano poche centinaia di euro, ossia una cifra importante per una famiglia, ma spesso inferiori ai costi per una causa legale, e ci presentiamo negli organi di conciliazione che sono previsti per legge. Ce ne sono diversi, in base al settore. Oppure andiamo direttamente al confronto con l’azienda».

E che risultati ottenete?
«Abbiamo una percentuale attorno al 70/80 percento dei casi che risolviamo positivamente. Per il restante trenta offriamo naturalmente assistenza legale, collaboriamo con avvocati ed esperti convenzionati, ma per l’utente i costi aumentano, per questo andare davanti al giudice per noi resta l’extrema ratio».

Mai intentata una class action?
«No, in Italia è un’operazione difficilissima per i vincoli molti stretti imposti dalla legge. Per questo chiediamo da tempo una revisione della normativa».

Il boicottaggio è uno strumento in mano a un’associazione dei consumatori?
«Il boicottaggio vero e proprio non lo abbiamo mai praticato, ma non è un’ipotesi da non considerare. Mi piace pensarlo in positivo: ogni volta che magari da consumatore scelgo un prodotto invece di un altro perché tengo conto che nella filiera di lavorazione non c’è stato sfruttamento dei lavoratori, in fondo, cosa sto facendo?».

Dal difendere i diritti dei lavoratori a quelli dei consumatori, non rischia di esserci appunto una contraddizione?
«Proprio per questo trovo invece questo ruolo così interessante. Perché credo che la sfida di questo tempo sia ricomporre questo conflitto che è vero, c’è stato e c’è ancora, tra lavoratore e consumatore. Tra l’esternalizzazione che fa perdere posti di lavoro al territorio ma rende un bene meno costoso, per esempio. Per questo trovo particolarmente interessante e stimolante questa esperienza».

Servidei tira pugni da trent’anni: «Oggi sul ring è tutto più soft»

Forgiato da Meo Gordini nell’Edera, il ravennate ha toccato l’apice della carriera nel 2007 con il titolo europeo pesi piuma: da professionista 34 incontri e un solo ko. Ora allena nella società Ravenna Boxe con il padre e la compagna: «Nel 2019 possiamo arrivare a cento tesserati». Rimpianti in carriera? «Forse se fossi andato all’estero da giovane…»

Servidei2Passato, presente e futuro, con la boxe al centro della propria vita. Alberto Servidei, nato a Massa Lombarda ma da sempre residente a Ravenna, è senza dubbio il massimo rappresentante del pugilato bizantino dagli anni Novanta in poi. Ieri atleta pluri-medagliato: in bacheca titoli italiano, intercontinentale ed europeo nella categoria pesi piuma a testimonianza di una carriera ricca di soddisfazioni. Oggi allenatore affermato, coinvolto in una società da lui stesso fondata che sta riscuotendo successi e ottimi risultati: primo tra tutti l’aver fatto tornare in tanti giovani l’amore per la cosiddetta noble art. «La Ravenna Boxe è nata nel 2010, nel corso degli ultimi anni della mia carriera. Una volta terminata l’attività sul ring ho preso il patentino da tecnico e mi sono dedicato anima e corpo a questa nuova avventura».

Un’esperienza “in famiglia”, giusto?
«Sì, perché il presidente della società è mio padre Nerio, mentre in palestra ad allenare c’è anche Mara La Neve, la mia compagna».

Dove svolgete la vostra attività?
«Siamo al PalaCosta da quando avevamo due atleti in tutto. Per me questa struttura rappresenta la casa della boxe a Ravenna ed è un motivo di orgoglio lavorare qui. In tutto questo periodo l’amministrazione comunale ci ha dato una mano, mostrandosi molto disponibile».

Quanti sono i ragazzi tesserati adesso?
«Quest’anno abbiamo raggiunto quota ottanta, tra cui una ventina di agonisti. Nel 2017 erano circa settanta, ma nel prossimo anno vogliamo arrivare a cento. È un traguardo che si può tagliare».

Questo significa che il pugilato a Ravenna ha buone prospettive?
«Sì, lavoriamo molto anche fuori dalla nostra palestra, ampliando il progetto andando nelle scuole elementari. Abbiamo un settore dedicato ai bambini fino a undici anni e nel 2019 ci sono ottime possibilità di aumentare il numero di iscritti».

Altri progetti futuri?
«Vogliamo organizzare nei prossimi mesi una grande manifestazione giovanile al PalaCosta. È possibile che l’evento venga esteso anche ai pugili professionisti, ma per il momento non dico altro… E poi c’è l’intenzione di far crescere in modo ulteriore la società, facendola diventare sempre più un punto di riferimento a livello nazionale».

Servidei1A livello di risultati, come sta andando?
«La Ravenna Boxe è la prima società in provincia e la decima in regione. L’anno scorso abbiamo vinto due titoli regionali, uno con Cristian Cicala, nella categoria élite, che si è anche piazzato terzo ai campionati italiani universitari. In più alcuni dei nostri giovani fanno parte della selezione dell’Emilia-Romagna».

Come è cambiato negli anni il modo di fare pugilato a Ravenna?
«I tempi sono diversi e attorno a questo sport girano molto meno soldi rispetto al passato. Le palestre oggi però sono piene, ma mentre una volta si andava sul ring per fare agonismo, oggi l’approccio è più soft, amatoriale, dove il contatto fisico è limitato al massimo. Tutto ciò ha favorito soprattutto l’interesse da parte delle ragazze, che vedono nel pugilato uno sport utile sia per l’auto-difesa, sia per migliorare il proprio fisico. Non dimentichiamo che comunque si tratta di una disciplina olimpica, con un certo appeal, e quindi capita che qualche giovane voglia provare anche a “combattere”».

Lei si rivede in questi ragazzi?
«Il pugilato fa parte della mia vita, fin da quando ho iniziato a dodici anni nell’Edera Ravenna, allenato da Meo Gordini. Da lì è cominciata la mia carriera da dilettante, con 112 incontri e un titolo italiano vinto nel ’97 che mi ha cambiato la vita».

Cosa successe dopo?
«Quella vittoria ha rappresentato il mio trampolino di lancio e da quel momento sono cresciuto tantissimo, iniziando a far parte della nazionale, cosa che mi ha aperto tante porte».

E poi ha compiuto il grande passo nei professionisti, giusto?
«Sì, ma l’Edera nel frattempo si era sfasciata e mi sono dovuto appoggiare alla Conti Cavini Boxe di Grosseto, sempre però allenandomi a Ravenna per conto mio. Ho vinto il titolo italiano, quello intercontinentale e infine l’europeo: quest’ultimo successo ha rappresentato la più grande gioia della mia carriera. Vincere in casa, al Pala De André, contro un avversario fortissimo come l’ucraino Voronin, è stata la mia consacrazione».

Qualche rimpianto?
«Forse avrei potuto osare qualcosa di più nei primi anni da prof, andando all’estero, per raggiungere l’apice prima dei trent’anni. Comunque, in definitiva, sono contento e orgoglioso di quello che ho fatto in carriera».

Biografia
Nato a Massa Lombarda il 23 giugno 1975, Alberto Servidei è cresciuto e vive a Ravenna, dove a dodici anni comincia a praticare la boxe nella storica Edera, allenato da Meo Gordini. 57 chilogrammi, categoria pesi piuma, da dilettante disputa 112 incontri, diventando campione italiano nel ’97. Entrato nel giro della nazionale, nel ’98 partecipa agli Europei di Minsk, perdendo ai quarti di finale. Passa al professionismo nel ’99 e nel 2002 conquista per la prima volta il tricolore, titolo che mantiene fino al 2006. Nel 2004 si aggiudica la cintura Intercontinentale, difendendola con profitto per i successivi due anni. Il 25 maggio del 2007 conquista il titolo europeo di categoria al Pala De André, battendo l’ucraino Voronin, mentre nel 2009 è di nuovo campione Intercontinentale, regolando ai punti il venezuelano Hisava (sempre nel palazzetto ravennate). Nel 2010 torna a vestire il tricolore al Palasport di Cesena e l’anno successivo termina la carriera agonistica con la sconfitta, l’unica della carriera (in tutto 34 match, di cui 31 vinti e due pareggiati), nel campionato mondiale, a Sydney contro l’australiano Dib. Nel frattempo fonda la società sportiva dilettantistica Ravenna Boxe, con sede al PalaCosta, che gestisce assieme al padre Nerio Servidei e alla compagna Mara La Neve, ex campionessa iridata di kick boxe.

Panizza (Misto): «Serve il wi-fi pubblico all’interno dell’ospedale di Ravenna»

Il consigliere comunale uscito da Cambierà: «Sarebbe un servizio molto utile a chi è ricoverato o in attesa per una visita»

Il consigliere del gruppo misto Emanuele Panizza chiede che il wi-fi sia esteso anche al Santa Maria delle Croci. In un’interrogazione in consiglio comunale Panizza fa notare che, sebbene il wi-fi sia esteso in diverse zone della città, l’ospedale è scoperto. Il consigliere del Misto  sostiene che «sia doveroso attivare il servizio nella struttura», pensando a chi deve aspettare diverse ore o – se ricoverato – addirittura dei giorni. Panizza vorrebbe che il Comune si attivasse presso l’Ausl per promuovere questo servizio.

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