Dal 9 aprile il cantiere che costerà 400mila euro. Il sindaco: «Miglioreranno la viabilità e la vivibilità»
Costeranno 400mila euro e dureranno otto mesi i lavori cominciati oggi, 9 aprile, per la ristrutturazione di via Circondario Ponente a Lugo: riorganizzazione dei parcheggi con la realizzazione di posti regolari, adeguamento dei sottoservizi con la stesura della fibra ottica, sostituzione dei lampioni esistenti sul lato ovest con lampade a led, aggiunta delle protezioni anti calpestio per gli alberi con un anello in ghisa. Particolare attenzione verrà rivolta all’abbattimento delle barriere architettoniche, in particolare negli incroci e in corrispondenza degli attraversamenti pedonali.
Gli interventi si sono resi necessari a causa delle condizioni di degrado in cui si trova via Circondario Ponente, in particolare per quanto riguarda il lato adiacente ai fabbricati del centro storico, privo di illuminazione pubblica. Durante il cantiere gli operatori cercheranno di contenere il più possibile i disagi per i residenti, limitando il passaggio e la sosta delle auto solo nei tempi strettamente necessari ai lavori da compiere e non ostacolare, altrimenti, la qualità e la buona esecuzione delle opere previste.
«I lavori permetteranno di migliorare la viabilità e la vivibilità di una parte importante di Lugo – ha dichiarato il sindaco Davide Ranalli –. Gli interventi permetteranno, tra gli altri, di riorganizzare i parcheggi su questa via in modo da non sottrarre posti auto alle attività commerciali e ai residenti. La riorganizzazione dei parcheggi, inoltre, permette di regolamentare questi spazi e dotare il Comune di un numero superiori di posti auto».
Contenuta la diffusione dell’infezione, dal 16 aprile la struttura torna verso la normalità anche per il cantiere che dovrà migliorare l’impianto
È programmata per lunedì 16 aprilea una parziale riapertura al pubblico del canile municipale di Ravenna, se saranno confermati i risultati finora emersi per evitare il diffondersi della parvovirosi da alcuni cuccioli infetti. Si tratterà di una riapertura parziale per garantire, oltre alla normalizzazione sanitaria, anche la sicurezza del cantiere, per lavori di miglioramento della struttura già programmati, che si concentrerà nella prima fase sulla zona cuccioli per poi spostarsi all’esterno.
Il Comune fa sapere che prosegue la tendenza al miglioramento della situazione: «Ad oggi nessuno dei cani ospitati presenta sintomi riconducibili a nuovi casi o ricadute dell’infezione, ed è terminato il trattamento di disinfezione delle aree coinvolte». Dopo le analisi su un primo lotto di campioni biologici che avevano rilevato la presenza di Parvovirus e Coronavirus, si è proceduto a un secondo campionamento: nei prossimi giorni l’Ausl invierà i risultati degli esami su questo secondo campionamento, che dovrebbero confermare la soluzione del problema.
Sono sei i cuccioli partoriti da Nuvola. Questi, a differenza degli altri quattro, vengono allattati dalla mamma
Dopo la nascita di Shiba e Conan alla fine della stagione 2017, sono nati altre due tigri al parco Safari di Ravenna. Si chiamano Rey e Ethan, sempre figli di Nuvola. I tigrotti hanno due mesi Diverse però questa volta le dinamiche legate all’accudimento dei due cuccioli da parte della mamma. Già nel 2013 con Sandra e Thor e pochi mesi fa con Conan e Shiba, il team di Keeper e veterinari del Parco, sono dovuti intervenire in modo tempestivo per provvedere all’accudimento e alla crescita dei due cuccioli “rifiutati” dalla loro mamma che gli aveva abbandonati mostrando atteggiamenti di non curanza, trascurandoli e non allattandoli. Questa volta i cuccioli sono con mamma Nuvola e pur non mostrando una particolare attenzione e premura, non si sottrae all’allattamento dei cuccioli che crescono in modo ottimale.
«In questo momento – si legge in una nota del Parco – , il nostro team di veterinari è impegnato ad osservare e confrontare le varie dinamiche accadute rispetto alle precedenti nascite. Possiamo affermare agevolmente che l’atteggiamento della mamma è influenzato anche da fattori stagionali: le nascite avvenute durante i mesi più caldi portano ad una maggiore disattenzione da parte della mamma che, unitamente al gruppo, trascorre molte ore all’aperto e non si dedica ai cuccioli. Nei mesi più freddi, durante i quali si trascorrono più ore negli appositi ricoveri riscaldati, il comportamento è differente e pur non essendo particolarmente “materna” non si sottrae alle richieste di allattamento da parte dei due tigrotti». La differenza di allattamento influisce anche sulla crescita degli animali: «Rey e Eathan, ad un mese dalla nascita, hanno dimensioni paragonabili a quelli di Conan e Shiba a circa 3 mesi. Anche nel caso dei felini dunque, come per gli umani del resto, il latte materno resta di certo l’alimento più completo e indicato.» conclude.
Il parco sottolinea «quanto la nascita di tigri sia considerato un successo che va nella direzione della tutela di specie in via di estinzione, particolarmente vero nel caso di questi esemplari. Questi infatti scompaiono giorno dopo giorno e nel XX secolo si sono del tutto estinte tigre del Caspio, la tigre di Giava e la tigre di Bali. Nel 2010 da un primo censimento svolto in India, Russia, Nepal, Bangladesh and Bhutan risultavano esserci soltanto 3.200 tigri in natura, oltre il 97% in meno rispetto alla fine del secolo scorso. Nel 2016 si è però registrato un dato incoraggiante: il numero globale di tigri, che non registrava un incremento da oltre cento anni, è cresciuto arrivando a 3890, proprio grazie a politiche volte alla conservazione e attuate in giardini zoologici o in contesti di cattività».
I dati diffusi in occasione della vincita di un premio architettonico in cui si sottolinea l’attenzione alla sostenibilità energetica
Il centro commerciale Esp di Ravenna è stato premiato con il “Cncc Design Award” per la categoria “Refurbishment” nel corso del Convegno che si è tenuto a Milano in data 5 aprile dal titolo “Deep Renovation”. Obiettivo del riconoscimento: premiare, fra gli associati al Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali (Cncc) le nuove realizzazioni e ristrutturazioni che si sono contraddistinte per il valore architettonico, tecnico e della sostenibilità. Nello specifico la giuria ha analizzato criteri quali architettura, tecnica (relativa agli impianti meccanici, elettrici, di trasporto, illuminotecnici, sonori) e sostenibilità economica, energetica e sociale.
Due i capisaldi del progetto riconosciuti dalla giuria del premio. Si legge in una nota che a convincere è stato in particolare «il linguaggio architettonico utilizzato e l’attenzione alla sostenibilità». Secondo la nota inviata da Igd, a dieci mesi dall’apertura, il nuovo Esp «ha visto crescere il numero dei propri visitatori di oltre il 30% e registrato ottime performance in termini di efficienza energetica».
Questo il commento di Roberto Zoia, direttore Patrimonio e Sviluppo dell’azienda: «Negli ultimi anni abbiamo seguito un impegnativo programma di lavori per aggiornare il nostro patrimonio di Centri Commerciali e renderli sempre più attraenti per i visitatori, con attività di restyling, refurbishment, ed ampliamenti. Oltre ai buoni risultati commerciali che stiamo ottenendo, fa piacere ricevere riconoscimenti come questo».
Maiolini e Panizza se ne vanno dalla lista nata nel 2016 dopo la mancata concessione del simbolo pentastellato alle elezioni comunali. Resta solo Tardi che ha già abbandonato l’M5s
Da sinistra Emanuele Panizza, Marco Maiolini, Samantha Tardi
L’anima grillina abbandona il movimento civico Cambierà in consiglio comunale a Ravenna: due dei tre rappresentanti della lista – che nacque nella campagna elettorale per le comunali del 2016 dopo la mancata concessione del simbolo pentastellato e candidò Michela Guerra a sindaco – annunciano il passaggio al gruppo misto. Ad andarsene sono Marco Maiolini e Emanuele Panizza (quest’ultimo entrato a gennaio dopo le dimissioni di Guerra), rimane solo Samantha Tardi che di recente ha annunciato il suo addio al Movimento 5 Stelle.
Queste le motivazioni, secondo una breve nota inviata alla stampa dai due fuoriusciti: «Recenti confronti sui programmi futuri all’interno di Cambierà, hanno evidenziato una divergenza di opinioni e intenti, che non ci permettono più di portare avanti quei principi e quelle idee ispirate al M5s, per le quali siamo stati votati e sediamo in consiglio comunale. Per rispetto della nostra integrità e dei nostri elettori, che riteniamo essere per la stragrande maggioranza pentastellati, ci vediamo costretti ad uscire da Cambierà ed entrare nel gruppo misto».
Maiolini e Panizza hanno ben chiaro l’obiettivo su cui lavorare: «Questo nuovo gruppo si metterà da subito a disposizione delle associazioni e dei singoli cittadini presenti nel territorio che vogliono attivarsi e lavorare per riportare il simbolo del Movimento Cinque Stelle nella nostra città. Per quanto concerne il nostro lavoro in seno al consiglio comunale continuerà con rinnovate energie e impegno, nel pieno rispetto dei cittadini di Ravenna che rappresentiamo».
La startup asiatica è sbarcata con centinaia di velocipedi tra Ravenna e Cervia: «Nei primi giorni in media una corsa per ognuna». Ma nessun dettaglio sulla dimensione dell’azienda. Sul futuro: «Siamo in fase sperimentale, non possiamo sapere se reggerà il business»
Con il telefonino cerchi sulla mappa la bicicletta disponibile più vicina, sblocchi il lucchetto inquadrando con la fotocamera il codice a barre sul telaio, pedali per quanto ti serve e quando arrivi a destinazione chiudi il lucchetto per lasciare la bici ovunque a disposizione degli altri. Funziona così Obike, il servizio di condivisione bici operativo a Ravenna e Cervia dalla fine di marzo. In tutto circa seicento velocipedi grigi e gialli sparsi nei due comuni. Caratteristica peculiare è proprio l’assenza di stazioni dove collocare le bici nel periodo in cui non si utilizza: può essere lasciata ovunque, nel rispetto del codice della strada e della buona educazione. Obike è una startup nata a Singapore all’inizio del 2017 e si sta ampliando. Entra nelle città stringendo rapporti commerciali con aziende locali che conoscono il territorio. Il responsabile del ramo Italia è il 40enne milanese Andrea Crociani che nel 2012 partecipò allo sbarco italiano di Airb&b.
Crociani, che numeri sta facendo Obike? Quanti siete?
«È una startup ancora piccola ancora ma già con un approccio globale, siamo in oltre venti Paesi in tutto il mondo. La parte italiana è nata a luglio 2017 e io sono entrato a ottobre. Posso dire che i tassi di crescita sono molto elevati ma non posso dare numeri su fatturati, giro d’affari, dipendenti. La linea aziendale su questi temi è molto rigida».
Come è cominciata l’avventura ravennate?
«Nei primi tre giorni c’è stata una media di un corsa per ogni bicicletta distribuita sul territorio. Siamo soddisfatti dell’inizio».
Che rapporti avete con l’amministrazione comunale?
«Abbiamo avuto incontri con il sindaco e gli assessori per presentare il nostro progetto e abbiamo trovato grande incoraggiamento a portare avanti il progetto. Siamo una realtà privata, avviamo la nostra attività con una normale Scia e il rischio è tutto nostro. Ai Comuni chiediamo di sposare la mentalità dietro al bike sharing, magari promuovendo un uso consapevole della bici e del riposizionamento».
E magari qualche ciclabile in più…
«Ho un altro modo di vedere le cose: non devono aumentare gli spazi riservati alle bici, vorrei che diminuissero quelli in cui è permesso l’accesso alle auto»
Chi usa la bici paga 50 centesimi ogni 30 minuti con varie formule di abbonamento. Il business regge solo sul pagamento delle corse?
«C’è anche la vendita di spazi pubblicitari sulle bici e a Ravenna abbiamo già un contratto di sponsor. Poi anche tramite l’app sul telefonino possono essere veicolati messaggi promozionali di terzi. Ma tutti i dati restano solo a Obike».
Il modello reggerà?
«Siamo ancora in fase sperimentale, non possiamo sapere se reggerà all’infinito. Dobbiamo arrivare almeno all’anno prossimo per capire come vanno le cose».
Vi sarete posti anche il problema di furti e vandalismo. Poche settimane fa un vostro competitor cinese, la Gobee, ha annunciato di abbandonare l’europa proprio per troppi danni subiti.
«Per scongiurarli si parte dalla scarsa appetibilità delle bici: pesano volutamente tanto, 22 kg, e anche i pezzi sono specifici in modo che non siano utilizzabili altrove. Bisogna mettere in conto comunque che una parte verranno rubate. Se i furti restano sotto al 10 percento della flotta diciamo che ci sono i margine per resistere».
Circolano lamentele di chi critica lentezza e pesantezza delle bici. Le abbiamo provate e in effetti il mezzo è stabile e silenzioso ma è richiesta una bella gamba per mandarlo avanti…
«Sono bici pesanti con gomme piene per ridurre la manutenzione, renderle meno appetibili per i ladri ed evitare che gli utenti sfreccino per le strade aumentando i rischi a loro carico».
Prima di entrare in una nuova città cosa si valuta?
«Si valuta la popolazione e il potenziale. In Romagna non c’è solo il residente ma anche il turista. E ovviamente si guarda quanto è pianeggiante il territorio, proprio per il discorso appena fatto sulla pesantezza dei mezzi. Bisognerebbe guardare anche la qualità delle strade ma ad esempio a Roma ci sono strade disastrose ma non essendoci altri sistemi di viabilità leggera, agli utenti Obike piace».
C’è anche una mentalità proiettata in ottica più green o è solo business?
«Vengo da Airb&b e dal mondo sharing, credo moltissimo nel lato non tanto ambientale ma in un cambio culturale degli usi e lo dico mentre rispondo al telefono da un’auto ibrida. Non ho problema a dire che Milano dove vivo e non c’è Obike utilizzo il bike sharing dei nostri concorrenti. Nei giorni in cui sono stato a Ravenna per il lancio di Obike, ad esempio, ho parcheggiato in albergo e non ho più spostato l’auto».
Accanto a lei una tigre e sullo sfondo la Rocca sforzesca, con il loggiato e il mastio che rappresentano i due elementi architettonici del castello legati al suo intervento
Domenica 8 aprile è stato inaugurato a Bagnara di Romagna il nuovo murale intitolato “Caterina: tigre di Romagna”, collocato su un’ampia parete visibile sul circondario per chi arriva da via Garibaldi, nei pressi della Porta di Bagnara. Il partecipatissimo brindisi inaugurale è arrivato appena cinque gironi dopo l’inizio dell’opera, realizzata del giovane artista argentino Guido Palmadessa che ha ringraziato la comunità bagnarese per l’apprezzamento nei suoi confronti e l’accoglienza calorosa di questi giorni.
Il murale rappresenta Caterina Sforza, che fu Signora di Bagnara, con una spada in mano. Accanto a lei una tigre e sullo sfondo la Rocca sforzesca, con il loggiato e il mastio che rappresentano i due elementi architettonici del castello legati al suo intervento. La tigre ricorda il soprannome che le venne assegnato già nelle cronache rinascimentali, cui solo più tardi si aggiungerà quello di “leonessa”, entrambi segno di un carattere forte e coraggioso che le ha permesso di lasciare un segno importante nella storia.
“Questo splendida opera è per Bagnara un elemento che valorizza la nostra storia e la nostra cultura – ha dichiarato il sindaco Riccardo Francone -, attraverso la rappresentazione del personaggio più celebre legato al nostro borgo e della nostra Rocca, proprio nel decennale dell’inaugurazione del Museo del castello; rappresenta inoltre un formidabile strumento di promozione turistica dal forte impatto emotivo”. Il progetto è stato reso possibile dalla disponibilità dei proprietari della parete, i fratelli Platti, e dal supporto economico dell’Immobiliare Roma Srl e dello studio medico Arniani.
Le Fiamme gialle stanno valutando le cause del distacco della valanga e la valutazione dello stato del rischio
Continuano le indagini della Guardia di Finanza di Entreves, in Val d’Aosta, sulla valanga che nella giornata di sabato ha ucciso il 28enne faentino Roberto Bucci e il 51enne imolese Carlo Dall’Osso. I due scialpinisti erano in un gruppo di ventidue quando si è verificato l’incidente . Secondo quanto riporta la stampa locale, le Fiamme Gialle stanno valutando le cause del distacco della valanga. In particolare sarà da capire se il fatto sia stato provocato da cause naturali o dal passaggio del gruppo di scialpinisti. Si valuterà inoltre la valutazione del rischio e le condizioni del manto nevoso. Tutti i partecipanti all’uscita avevano già seguito una formazione di primo livello.
Calcio C / Altra prestazione di grande sostanza e intensità dei giallorossi che si arrendono però ai forti emiliani, a segno con Bastrini e Altinier. Record stagionale di presenze e incasso in casa
Ravenna-Reggiana 1-2
RAVENNA (3-5-2): Venturi; Venturini, Lelj, Rossi; Magrini (43’ st E. Ballardini), Papa, Palermo, Selleri (28’ st Ronchi), Barzaghi (1’ st Broso); Marzeglia (39’ st Maistrello), De Sena. A disp.: Gallinetta, Costantini, A. Ballardini, Ierardi, Sabba, Piccoli, Maleh. All.: Antonioli.
REGGIANA (5-4-1): Facchin; Ghiringhelli (43’ st Lombardo), Crocchianti, Bastrini, Panizzi, Manfrin (19’ st Genevier); Cattaneo (43’ st Vignali), Bovo, Carlini, Riverola (25’ st Bobb), Altinier (25’ st Cianci). A disp.: Viola, Narduzzo, Rozzio, Rosso, Rocco, Napoli. All.: Eberini.
ARBITRO: Miele di Torino.
RETI: 31’ pt Bastrini, 3’ st Broso, 9’ st Altinier.
NOTE: Ammoniti: De Sena, Crocchianti, Cianci. Spettatori 1936 circa per un incasso di 14.036 euro. Angoli: 9-2. Recupero: 2’ e 5’.
Il saluto finale dei giallorossi ai tifosi della “Mero”
Gli applausi scroscianti, lunghi e sinceri dei propri tifosi a fine gara la dicono più lunga di tutto il resto. Al cospetto di una forte e tosta Reggiana il Ravenna si arrende per 2-1 in un Benelli che fa segnare il record stagionale di presenze (1.936) e di incasso (oltre 14.000 euro), dopo aver disputato una partita di grande intensità e di carattere. E la perla di Broso, una rete di rara spettacolarità ed efficacia tecnica, è un ulteriore suggello ad un match che i giallorossi hanno ben interpretato, ben giocato e non avrebbero meritato di perdere. La classifica continua a sorridere (alla matematica salvezza manca poco, mentre si allontanano i playoff, ora distanti due lunghezze) e lo stato di salute della squadra fa presagire un bel finale di campionato, in cui provare a togliersi più di una soddisfazione.
Primo tempo Ci si attendeva alla vigilia un derby regionale interessante e dagli alti contenuti e così è. Fin dal primo minuto Ravenna e Reggiana mostrano il loro lato migliore, giocano e fanno giocare: i padroni di casa vogliono sublimare il loro grande momento (5 vittorie nelle ultime sei partite), gli ospiti fiutano aria di svolta, dopo i ko di Padova e Samb. Prima mezz’ora di equilibrio, con qualche incursione in più per i giallorossi poi al 31’ Bastrini insacca di testa una punizione di Riverola, svettando nel mucchio e di fatto facendo decollare il match. De Sena reclama un rigore al 34’, Carlini fallisce a tu per tu con Venturi la ghiotta opportunità per il raddoppio.
L’esultanza dei giocatori del Ravenna dopo il gol del momentaneo pareggio di Broso
Secondo tempo Il Ravenna rientra dagli spogliatoi con Broso al posto di Barzaghi, infortunatosi, e con l’attacco a tre. Una mossa che paga subito: da Magrini a Selleri, cross col contagiri per Broso che si coordina e al volo di destro fulmina Facchin. Il Ravenna alza i giri del suo motore, ma al 9’ Altinier si avventa su un cross di Panizzi da sinistra e all’altezza del primo palo infila il 2-1 e il suo 12° gol. Venturi evita il tris reggiano volando a deviare in angolo la capocciata di Altinier, poi al 32’ Papa manda fuori di centimetri aprendo l’arrembaggio finale alla porta della Reggiana, salvata da Facchin, miracoloso su De Sena in pieno recupero dopo che Maistrello aveva mandato alto di poco un preciso cross di Rossi.
Le dichiarazioni del dopo-gara
Mauro Antonioli (allenatore Ravenna FC): «Dispiace per i ragazzi perchè hanno fatto una grande partita e credo che avrebbero meritato almeno il pareggio. Questa sconfitta non ha un sapore amaro, perché i ragazzi sono stati bravi, hanno spinto fino all’ultimo, hanno messo sotto una squadra forte come la Reggiana. Onore e merito ai miei giocatori, a cui posso rimproverare pochissimo, forse qualche episodio nei due gol subiti, ma la loro prestazione mi ha lasciato molto soddisfatto».
Volley A2 femminile / Sarebbe bastato un punto alle ravennati per accedere ai playoff, ma dopo aver vinto il primo set Bacchi e compagne non sono riuscite a contrastare il grande ritorno delle lombarde
Il tecnico Simone Angelini e la sue giocatrici durante un time out
E’ arrivata a un set dall’impresa, la Conad, che per un soffio non è riuscita a compiere il miracolo che sarebbe valso l’accesso ai playoff. Quella che alla vigilia sembrava una missione impossibile all’improvviso è diventata più semplice per via del “sucidio” sportivo del Collegno, battuto 3-0 a Marsala da una squadra già retrocessa (alla fine il nono posto lo conquista il Club Italia, autore di un salto triplo grazie al 3-0 di Montecchio Maggiore). A quel punto alle ravennati sarebbe bastato aggiudicarsi due frazioni per superare le piemontesi in virtù di un miglior quoziente set, ma a Montichiari, sul campo della corazzata Brescia (a cui serviva almeno un successo al tiebreak per conservare il primo posto), si sono fermate sul più bello, sull’1-0 che lascia tanto amaro in bocca. Nei tre parziali successivi, infatti, la Millenium Savallese non ha regalato nulla, confermando il suo maggior valore, anche se nel secondo periodo le biancorosse sono andate vicinissime al 2-0. Termina così una stagione che va ricordata soprattutto per il bel ritorno di una formazione bizantina in Serie A2, capace di chiudere la sua avventura con un bilancio in gran parte positivo, anche se è mancata la classica “ciliegina” finale sulla torta.
Sestetti titolari Per le padrone di casa della Savallese Millenium il tecnico Mazzola sceglie Dailey, Decortes e Villani in attacco, Veglia e Gioli centrali, Prandi al palleggio con Parlangeli libero. Dal canto suo il coach Angelini conferma lo starting six formato da capitan Bacchi e D’Odorico di banda, Kajalina opposto, Scacchetti al palleggio, Washington e Menghi centrali e Paris libero.
Primo set Nelle prime battute regna sovrano l’equilibrio con un po’ di errori da una parte e dall’altra. Washington realizza un paio di punti con un attacco e un muro vincente, poi è un fendente di Bacchi a ristabilire la parità sul 6-6. Brescia allunga e tenta la fuga, portandosi a +5 (13-8). Ravenna si ricompatta e con grande freddezza riesce ad agganciare le padrone di casa, effettuando il sorpasso (16-17) e costringendo la panchina bresciana a chiedere la sospensione del gioco. Ci si avvia verso un finale di frazione vibrante con Ravenna che non abbassa la guardia e alimenta il vantaggio. Il set si conclude 22 a 25 per le romagnole che sfruttano un errore in attacco delle bresciane.
Secondo set Parte avanti Ravenna nel secondo set (1-3). Un po’ di confusione in campo, con un time out fantasma che le romagnole credevano avessero chiamato le padrone di casa, e si torna in parità (4-4). Questa volta è Ravenna a chiamare una sospensione vera. Quando si torna a giocare le romagnole si dimostrano molto concentrate e ordinate nei vari reparti ed è ancora parità (7-7). Con un break di 6 a 1 le bresciane provano a prendere il volo (13-8). È capitan Bacchi a conquistare un punto importante per continuare a lottare in questo set. Sofia D’Odorico mette a segno un attacco e un muro vincenti che accorciano il gap a +4 per le padrone di casa (17-13). Nel finale di set le ragazze di Angelini tornano a fiatare sul collo delle padrone di casa (19-17). D’Odorico mette a terra la palla del 22 a 20, poi una pipe di Bacchi e Ravenna è a -1. Un errore in attacco di Brescia e si va sul 22 pari. Finale al cardiopalmo con le due squadre che procedono punto a punto fino a che Brescia non riesce a spuntarla 28-26, grazie a una invasione fischiata a Ravenna e a un attacco vincente di Gioli.
Terzo set Si parte all’insegna dell’equilibrio in campo (5-5), poi è Brescia a dimostrarsi più concreta, staccando Ravenna sul 10 a 7. Nella fase centrale del set le due squadre si rendono protagoniste di un lungo scambio molto applaudito che si conclude a favore di Brescia (17-14). Ravenna non perde contatto e, con Washington che mette a terra un attacco, insegue a -2 (18-16). Quando la centrale americana realizza il suo quindicesimo punto, Mazzola chiede il time out. Errori in battuta da una parte e dall’altra e ci si avvia al finale del terzo set. Un errore in attacco di Ravenna e Brescia allunga sul 22 a 19, costringendo coach Angelini a chiamare la sospensione. Alla ripresa del gioco un ace delle lombarde e un attacco vincente di Villani portano le padrone di casa a usufruire di sei set ball. È sufficiente il primo per mettere Villani in condizione di murare l’attacco ravennate e concludere 25-19.
Quarto set Come nelle frazioni precedenti si parte in equilibrio, poi Ravenna va all’arrembaggio e riesce a prendere il largo (5-8). La panchina bresciana chiama allora la sospensione del gioco. Alla ripresa le padrone di casa appaiono rinfrancate e si rifanno sotto (8-9). Questa volta è Angelini a chiamare il time out. Si torna a giocare e un muro di Gioli riporta il parziale in parità (9-9). Nelle fasi centrali del set le due squadre procedono con grande attenzione, cercando di non perdere contatto l’una dall’altra (15-15). Brescia si porta in vantaggio e Ravenna rincorre (19-19). Villani da una parte e Washington dall’altra e si continua in parità. Ancora Villani, vera protagonista del quarto set, mette a terra la palla del 23 a 21. Il tecnico biancorosso chiama la sospensione per giocarsi le ultime carte, ma alla ripresa del gioco è ancora Villani a concludere con un pallonetto imprendibile. Tre match ball per Brescia. Il primo viene neutralizzato da Ravenna grazie a un attacco di Bacchi. Al secondo tentativo è di nuovo Villani a mettere a terra una palla che scotta e a chiudere le ostilità sul 25-22.
Risultati (ultima giornata): Sorelle Ramonda Ipa Montecchio-Club Italia Crai 0-3, Fenera Chieri-Volley Soverato 3-0, Ubi Banca San Bernardo Cuneo-Golem Olbia 3-0, Battistelli San Giovanni in Marignano-Golden Tulip Volalto Caserta 3-0, Sigel Marsala-Barricalla Collegno 3-0, Savallese Millenium Brescia-Conad Olimpia Teodora Ravenna 3-1, Zambelli Orvieto-LPM Bam Mondovì 3-1, P2P Givova Baronissi-Bartoccini Gioiellerie Perugia 3-0. Riposo: Delta Informatica Trentino.
Classifica finale: Brescia 75 punti (promossa in A1); Cuneo* 74; Mondovì* 68; San Giovanni Marignano* 65; Chieri* 64; Trento* 62; Soverato* 58; Orvieto* 54; Club Italia* e Collegno 51; Ravenna 50; Baronissi 37; Olbia 26; Montecchio 25; Perugia e Marsala° 24; Caserta° 8 (*ai playoff; °retrocessa in B1).
Coinvolti Comacchio, Cesenatico, Cervia, Castrocaro, Cesena, Russi e Faenza. A Ravenna il coordinamento tecnico del progetto
Da Comacchio a Cesenatico, passando per Ravenna e Cervia senza mai scendere dalla bici e, soprattutto, senza mai uscire da una pista ciclabile. O da Russi a Cesena, da Faenza a Castrocaro. Un sogno? Al momento sì, ma potrebbe diventare realtà. Sono infatti questi gli otto comuni che per primi, a breve, firmeranno un Protocollo d’intesa per lo Sviluppo di una Rete di percorribilità ciclistica intercomunale. I primi incontri tecnici e politici ci sono già stati e il progetto che inizialmente doveva coinvolgere due o tre realtà è andato ampliandosi nei mesi. «Ringrazio tutti coloro che ci stanno lavorando – dice l’assessore alla Mobilità del Comune di Ravenna Roberto Fagnani dove di fatto avrà luogo il coordinamento tecnico del progetto – si tratta di un’azione di prospettiva, i cui benefici si vedranno a medio e lungo termine, che può rappresentare anche un elemento di attrattività turistica importante (vedi anche p. 14). Non solo, il fatto di lavorare e progettare insieme può darci maggior forza quando si tratta di partecipare a bandi europei o regionali per lo sviluppo di una viabilità sostenibile». Per il momento non esistono finanziamenti ad hoc, ma la Regione Emilia-Romagna, per esempio, con la Legge Regionale del 5 giugno 2017 per “Interventi per la promozione e lo sviluppo del sistema regionale della ciclabilità” si sta già muovendo per promuovere la realizzazione di una Rete delle ciclovie regionali integrata con le infrastrutture ed i servizi per la mobilità. Quella della Romagna potrebbe dunque essere un inizio in questa direzione con un progetto aperto a nuovi soggetti che vorranno aggregarsi in futuro.
Fino al 25 aprile a Palazzo Rasponi delle Teste, l’omaggio al pittore a dieci anni dalla morte
A Palazzo Rasponi è aperta al pubblico la retrospettiva dedicata a Francesco Verlicchi a cura di Orlando Piraccini e Paolo Trioschi: dopo la mostra di Giulio Ruffini del 2017 si tratta del secondo appuntamento del progetto dell’Istituto per i Beni Culturali dell’Emilia Romagna e Provincia di Ravenna sulla pittura romagnola del Novecento. Promossa come la precedente dall’Assessorato alla Cultura del Comune, l’attuale mostra dedicata a Verlicchi – scomparso nel 2008 – presenta una cinquantina di opere che documentano l’intera attività attraverso ritratti, nature morte e paesaggi.
Avviato all’arte dal padre, Verlicchi entra giovanissimo nella scuola di Arti e Mestieri di Fusignano dove ha come insegnante Giulio Avveduti. La formazione di Verlicchi va fin dalle prime opere nella direzione di un naturalismo ancora ottocentesco condiviso da tutta una generazione di pittori locali ed evidente in alcuni ritratti dei primi anni ’30 in mostra a Ravenna (Flipen e Mia sorella Laura). I primi risultati sono lusinghieri e si comprende la predilezione verso Verlicchi da parte di Avveduti che alleva i migliori fra i suoi allievi educandoli al mestiere, alla musica lirica e sinfonica, e all’arte. È probabilmente in questo momento che nasce la passione per queste discipline che l’artista coltiva negli anni acquistando cataloghi d’arte e dischi donati nel 2006 dall’artista alla Biblioteca Piancastelli di Fusignano. Sarebbe importante esplorare la collezione comparandola alla produzione pittorica di Verlicchi, che sembra nutrirsi di esempi artistici moderni studiati direttamente sui libri. Il sospetto più che lecito di un omaggio a Egon Schiele è evidente ad esempio in due autoritratti della metà degli anni ’30: nel primo, conservato a Fusignano, si può rintracciare il modello nell’autoritratto disegnato da Schiele nel 1910. Nel secondo autoritratto proveniente da Cervia la maggiore resa naturalistica viene assoggettata allo studio di una forte espressività fisiognomica indicando nell’espressionismo austriaco il riferimento principale. Verlicchi non abbandona la pittura cupa e vibrante appresa e l’ormeggio alla visione reale, ma molti dei suoi ritratti mantengono una vena sotterranea espressionista che insieme allo studio della realtà – allenato grazie a una quantità impressionante di schizzi e disegni dal vero – ha favorito l’inclinazione alla caratterizzazione dei personaggi e alla produzione caricaturale. Come per altri artisti la pausa della guerra e la ricostruzione postbellica riconduce Verlicchi al realismo: la serie degli acquerelli dedicati alle rovine di Fusignano dopo i bombardamenti rappresentano l’adesione a un linguaggio che non può mediare col lirismo e il colorismo solitamente impiegati. Solo qualche anno dopo al ’45 Verlicchi abbandona il descrittivismo per un linguaggio di sintesi, basato quasi interamente sul colore: a questo periodo appartiene la Bambina dal grembiule rosa – immagine guida della mostra ravennate – che incarna bene l’ideale di armonia basato non solo sul colore, spazio, struttura e padronanza dei mezzi tecnici ma anche sulla capacità di toccare l’anima. L’operazione può dirsi riuscita grazie a una pittura capace di dialogare intimamente col soggetto e con la tradizione artistica che qui deve molto al Realismo magico degli anni ’30 e alle tonalità calibrate e sospese di Casorati. L’esperienza parigina di pochi mesi nel ’57 rinfocola nell’artista l’interesse verso le produzioni contemporanee: difficile individuare una resa di conti con le Avanguardie quanto è facile vedere la conferma di un sintetismo basato sul colore come nel caso dell’astrattismo.
Senza mancare mai alla fedeltà al vero, alcuni paesaggi e nature morte di Verlicchi si sintonizzano sull’opera di Morlotti con la quale si condivide la sensibilità ai colori, definiti a campiture più ferme e statiche, talvolta quasi bidimensionali. Nella seconda metà degli anni ’60 la sperimentalità della Pop e di Arte Povera non toccano Verlicchi che apre comunque ad una radicalità di toni nuovi (Natura morta con canestro, 1967). Le nature morte del periodo successivo ritornano ai maestri con cui l’artista condivide un naturalismo lirico costante: rintracciabili i dialoghi silenziosi con Morlotti e Casorati, ancora con Giorgio Morandi, maestri lontani nello spazio e nel tempo ma vicini allo zenit dell’arte di Verlicchi. Francesco Verlicchi; Ravenna, Palazzo Rasponi; fino al 25 aprile; orari: LU-VE 15-18, sabato e festivi 11-18