Diminuzione di mezzo punto rispetto al 2017. Buona performance dell’agroalimentare, in flessione i materiali da costruzione. Contenitori: – 1,7%
Il traffico del porto di Ravenna è in linea con lo scorso anno (che però non è stato uno dei più entusiasmanti). La movimentazione dei primi due mesi del 2018, diffusa da Autorità portuale, è in calo di mezzo punto percentuale rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In totale, 4,065 milioni di tonnellate. Le merci secche segnano un aumento dello 0,6% (quasi 18 mila tonnellate in più), le rinfuse liquide segnano un calo pari allo 0,4%, mentre le merci in container risultano in aumento dello 0,9%, mentre quelle su rotabili segnano un -13,2%.
In particolare – fa sapere Autorità portuale – , «un risultato positivo si è registrato per il comparto agroalimentare (derrate alimentari solide e prodotti agricoli), con quasi 676 mila tonnellate di merce e un incremento del 46,9% rispetto a gennaio-febbraio dello scorso anno. In aumento i prodotti agricoli, in particolare frumento proveniente dall’Ucraina, dalla Lettonia e dagli USA e granoturco importato dall’Ucraina, ma anche le derrate alimentari, soprattutto semi oleosi provenienti da Ucraina, Romania e Canada»
I materiali da costruzione, con 664.880 tonnellate movimentate, hanno registrato un calo del 6,5%, dovuto alla diminuzione, pari al 7,8%, delle materie prime per la produzione di ceramiche del distretto di Sassuolo, che sono state 565.865 tonnellate. I prodotti metallurgici, con 971.991 tonnellate, risultano in calo del 3,2%; le provenienze sono per il 26,2% Taranto, per il 15,4% Turchia e per il 12,2% Germania. In calo i concimi, pari a 344.487 (-23,2%), provenienti in buona parte da Egitto, Grecia e Finlandia.
Per quanto riguarda le rinfuse liquide, si è registrata una crescita per le derrate alimentari liquide (+34,3%), in particolare per gli oli vegetali, provenienti da Indonesia, mentre risultano in calo le altre rinfuse liquide, ovvero i prodotti petroliferi (-13,4%) e i prodotti chimici (-7,9%).
Per i container il risultato è stato di 33.124 teus, 576 in meno rispetto allo scorso anno (-1,7%), in calo del 2,9% i pieni e del 17,8% i vuoti.
Ottantaduenne travolto da un’auto mentre attraversa l’incrocio. Autostrada ferma un’ora e mezza per un tamponamento
Ancora incidenti sulle strade ravennati. Nella prima mattinata di oggi un uomo di 82 anni, C.M., è stato investito all’incrocio tra le vie Fusconi e Mangagnina. L’uomo è stato travolto da un’auto mentre attraversava l’incrocio, attorno alle otto, ed è stato portato al Bufalini di Cesena in codice di massima gravità. Per la dinamica indaga la polizia municipale.
Nel pomeriggio, in autostrada, un incidente tra un’auto e un furgone ha causato lunghe file. Il tratto di autostrada è rimasto bloccato per quasi un’ora e mezza a causa del tamponamento. La donna alla guida dell’auto è rimasta incastrata ed è stata portata a Cesena.
L’assessore alla Cultura replica alle critiche de La Pigna. «Sono delegata del sindaco da febbraio del 2017. I contributi? Commisurati all’attività della fondazione»
L’assessore alla Cultura Elsa Signorino replica a La Pigna che aveva criticato a largo raggio il rapporto tra RavennAntinca e il Comune. «Siedo nel cda come delegata del sindaco, con atto in data 14 febbraio 2017, nella mia qualità di assessora alla Cultura, esattamente come tutti i miei predecessori prima di me». In precedenza «avevo ricoperto la carica di presidente e consigliere della Fondazione, dalla quale mi sono dimessa in data 30 giugno 2016, all’atto della mia nomina ad assessora comunale».
Lo stato della Fondazione – aggiunge Signorino -«prevede che siedano nel Consiglio di amministrazione i legali rappresentanti degli enti fondatori: il sindaco, il presidente della Provincia, il presidente della Fondazione Cassa di risparmio, l’arcivescovo, il rettore dell’Università di Bologna o loro delegati. Esattamente come accade in altre fondazioni (Ravenna Manifestazioni) nelle quali lo statuto prevede il sindaco nel ruolo di presidente».
Secondo l’assessore alla Cultura, «non esiste alcun conflitto di interessi, bensì il rispetto di una norma statutaria che vuole i ruoli istituzionali rappresentati nel Consiglio di amministrazione. Un consigliere comunale dovrebbe conoscere ciò di cui parla. Per quanto riguarda il contributo erogato alla Fondazione RavennAntica, esso è commisurato, come ribadito ripetutamente, alla mole delle attività sviluppate, di cui i cittadini di Ravenna hanno modo di valutare e apprezzare quotidianamente i risultati».
Signorino ricorda «i cinque siti restituiti alla fruizione pubblica con un circuito annuo di 150.000 visitatori. La Domus dei Tappeti di Pietra e l’Antico porto sono fra i siti archeologici più visitati della Regione. Introiti da biglietteria e bookshop pari al 30% del bilancio . Ed ora le nuove sfide: l’attuazione dell’accordo di valorizzazione con il Mibact che contempla la gestione in un’ottica integrata dei servizi per l’accesso ai monumenti statali e comunali e a breve l’inaugurazione del Museo di Classe».
Il Comune commissionò un’ipotesi di riqualificazione poi cestinata. Così si è poi deciso per la demolizione e la ricostruzione
Il ponte di via Grattacoppa sul fiume Lamone tra Savarna e Torri
Dietro il nuovo progetto del ponte Grattacoppa, da 2,8 milioni di euro, che dovrebbe sorgere sul fiume Lamone c’è una lunga storia di ritardi e divieti. La ricorda Alvaro Ancisi (LpRa): «Parliamo del peggior ponte tra i 48 a rischio di collasso, che, stando all’indagine commissionata nel 2011 dal Comune alla società 4Emme di Bolzano, avrebbero dovuto essere chiusi tra il 15 marzo 2016 e il 15 marzo 2018. Tutti sono tuttora in funzione grazie all’astuta imposizione ovunque di divieti di transito per i mezzi pesanti, che nessuno rispetta e nessuno controlla. Se succede qualcosa il Comune non ha colpa».
Sul ponte in questione era stato il divieto per i mezzi over 20 tonnellate. Nella relazione si parlava di «Grave degrado delle selle Gerber con armatura e staffe corrose/distaccate con riduzione di sezione resistente sulle travi del I, III e V campata da sinistra e su tutti i traversi in corrispondenza delle selle». Oltretutto, si tratta di una viadotto di importanza strategica per la mobilità della vasta area che comprende le frazioni di Savarna, Grattacoppa, Torri e Conventello. La giunta comunale commissionò un progetto preliminare di ristrutturazione da 1,7 milioni di euro e che – rispettandone il cronoprogramma – avrebbe fatto nascere il ponte il 15 febbraio del 2017. «Il 6 settembre 2016 fu affidata ad una società di Ancona la redazione del progetto definitivo ed esecutivo, dopodiché si sarebbe fatta la gara d’appalto dei lavori».
Solo allora – dice Ancisi – ci si accorse che, non essendo “possibile reperire il progetto originale del Ponte”, mancavano le informazioni necessarie per eseguire, non solo un intervento “di miglioramento” della struttura, ma anche l’indispensabile, per legge, “adeguamento sismico”. «In parole povere, non si poteva sapere cosa c’era sotto l’ impalcato. Cestinato tutto si è ricominciato da capo con un nuovo progetto di demolizione e ricostruzione del ponte, che l’assessore ai Lavori Pubblici ha strombettato come “opera che consente di raggiungere obiettivi più ambiziosi”. Costo 2,8 milioni. “Durata due anni”. Ma potrei scommettere che la giunta De Pascale non riuscirà a tagliarne il nastro pur scadendo nel 2021».
Lista per Ravenna sostiene che il Comune dovrebbe «raccontare agli abitanti del forese nord di Ravenna come si girerà in quei luoghi nel tempo non breve che intercorrerà tra la demolizione del ponte vecchio e l’apertura del nuovo. Nonché a rivelare come si possa perdere il progetto di un’importante opera pubblica del Comune che non risale all’impero romano».
«Si stanno impossessando della nostra identità: ogni foto, ogni video pubblicato sulla rete non ci appartiene più»
Gli adolescenti di Radioimmaginaria lasciano i social. I 300 ragazzi dagli 11 ai 17 anni, tutti speaker del network di Radioimmaginaria (nata nel 2012 a Castel Guelfo – Bologna), l’unica radio creata e gestita da teenager con 42 redazioni in Italia (tra cui una a Ravenna, in Darsena Pop Up, dove il 31 marzo hanno festeggiato i primi 6 anni di attività) e in Europa, hanno deciso di abbandonare tutti i canali per puntare solo sul loro nuovo portale: radioimmaginaria.it.
«Facebook, Instagram, Snapchat, What’s app e YouTube – scrivono i ragazzi – si stanno impossessando della nostra identità. Ogni foto scattata, ogni video girato una volta pubblicati sulla rete non ci appartiene più. Ecco perché abbiamo deciso di smettere di utilizzare i canali social per raccontare le nostre iniziative. Vogliamo tornare a essere titolari dei nostri prodotti ed è una decisione maturata prima dello scandalo Cambridge Analytica». (Ansa.it)
Sulla base dell’intercettazioni audio e video fatte dai Carabinieri a partire dal 14 marzo, il Gip di Ravenna nella sua ordinanza ha delineato per il 63enne, gestore di fatto della struttura, diverse violenze fisiche come strattonamenti, ceffoni e calci. Mentre per la 49enne, badante e addetta alle pulizie, le contestate vessazioni sono perlopiù verbali con umilianti, reiterai insulti agli anziani.
Il ragazzino ha subito ferite ma non è in pericolo di vita. L’investimento questa mattina, 2 aprile, sul lungomare davanti al Bagno Ventaglio
Intorno alle 10 della mattina di Pasquetta, sul lungomare di Punta Marina Terme, all’altezza dello stabilimento balneare il Ventaglio, un bambino di undici anni, che stava attraversando la strada sulle strisce pedonali è stato travolto da una Opel Corsa guidata da un settantenne residente nel ravennate. A quanto pare l’uomo, proveniente da Lido Adriano, percorreva via della Fontana e giunto nei pressi dell’attraversamento pedonale, non avrebbe visto il ragazzo e lo ha investito. Caduto a terra, l’undicenne veniva soccorso dal 118 e ancora cosciente trasferito all’Ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna, e successivamente, per controlli precauzionali, con elimedica è stato trasportato al Bufalini di Cesena. La dinamica è ancora al vaglio dell’ufficio Infortunistica Stradale del comando Polizia Municipale di Ravenna.
L’incidente poco prima dell’alba di oggi, 2 aprile. Ferite ma in modo lieve anche altre tre persone a bordo dei veicoli
A poco più di ventiquattrore dall’incidente stradale di Camerlona che ha registrato il tragico bilancio di un morto e due feriti gravi, si segnala un’altro schianto fra auto lungo la viabilità secondaria del forese.
Poco prima dell’alba del 2 aprile, in via Babini a Roncalceci, si sono scontrate due vetture, una berlina e un’utilitaria. Pesante il bilancio per le persone dei veicoli coinvolti: due i feriti gravi, trasportati d’urgenza a Cesena e tre feriti, fortunamente più lievi, che sono stati ricoverati all’ospedale di Ravenna.
Sul posto sono intervenuti sei mezzi di soccorso del 118, i Vigili del Fuoco e la Polizia Stradale per far luce sulla dinamica dell’incidente.
Volley Superlega / Nell’andata dei quarti playoff per il quinto posto perso in quattro set contro la Kioene sono scesi in campo tutti i giocatori a disposizione, compreso l’esordiente Maretti. Il ritorno è in programma sabato prossimo al Pala De André
Diamantini e Buchegger provano a fermare l’ex Polo
A Padova una Bunge in formato sperimentale cede in quattro set alla Kioene in gara1 dei quarti dei playoff per il quinto posto. In vista dell’andata della finalissima di Challenge Cup, in programma mercoledì al Pala De André contro i greci dell’Olympiacos Pireo, il tecnico Soli infatti dosa le energie dell’organico utilizzando tutti i giocatori a sua disposizione, compreso il giovane Maretti, all’esordio in Superlega. Con il sestetto titolare in campo fino a metà della terza frazione la squadra ravennate è rimasta in partita, aggiudicandosi tra l’altro il parziale più equilibrato (il secondo), per poi venire piegata dai motivati padroni di casa veneti. Gara2 è in calendario sabato prossimo al Pala De André (ore 18), con la Bunge che se vorrà superare il turno dovrà prima vincere 3-0 o 3-1 e poi aggiudicarsi il golden set.
Sestetti iniziali Il coach Baldovin disegna la sua Kioene con Travica in regia, Premovic opposto, Cirovic e Randazzo in posto 4, l’ex Polo e Volpato al centro, Balaso libero. La formazione iniziale schierata dal tecnico Soli è composta invece dal palleggiatore Orduna in diagonale con Buchegger, dalle bande Marechal e Poglajen, da Diamantini e Georgiev al centro e da Goi in seconda linea. In panchina c’è il giovanissimo martello Lorenzo Maretti.
Primo set Polo e Cirovic scavano subito un primo solco di quattro punti (7-3), con Soli che ferma il match, con Travica che porta a +5 la Kioene: 12-7. Due ace di fila di Cirovic e un contrattacco di Randazzo fanno scappare in modo definitivo i padroni di casa (17-8), che gestiscono senza grossi problemi l’ampio vantaggio e con altri due servizi vincenti di Nelli (23-12) e il primo tempo di Polo al secondo set ball chiudono con autorità la frazione: 25-14.
Secondo set Cambia la musica nel periodo successivo, con la Bunge che trascinata da Marechal, Buchegger e Poglajen realizza un break di 6-0 che la spedisce sul 5-11: Baldovin si “gioca” già i suoi due time out. Buchegger mette a terra la palla dell’8-14, ma a questo punto si registra la grande reazione della Kioene, che sul turno in battuta di Polo (ben tre ace) realizza un parziale di 7-0, effettuando il sorpasso sul 15-14. Georgiev e Buchegger suonano la carica, firmando il contro-sorpasso (16-19), ma Randazzo e Cirovic, anche lui al servizio, pareggiano il conto: 22-22. Buchegger annulla il primo set ball (25-25), poi lo stesso austriaco colpisce ancora e Poglajen alla seconda occasione riporta in equilibrio il numero dei set: 26-28 e 1-1.
Terzo set In campo, al posto di Poglajen, c’è Raffaelli, che assieme a Buchegger e Georgiev spinge la Bunge sull’1-5. Randazzo riduce il gap (4-5) e Travica dalla linea dei nove metri firma il sorpasso: 9-8. Randazzo manda a +3 i veneti (12-9), Soli inserisce anche Vitelli, Gutierrez e Pistolesi per Diamantini, Buchegger e Orduna, dando fiato a questi ultimi tre. I padroni di casa approfittano di qualche errore di troppo dei giallorossi allungando sul 21-17, per poi scappare sul 24-19 grazie all’ace di Premovic e tornare in vantaggio con Randazzo, che sfrutta la seconda occasione: 25-20.
Quarto set Gutierrez resta in campo ma in posto 4, assieme a Raffaelli, e al palleggio c’è Pistolesi in diagonale con Buchegger (libero Marchini). La Kioene tenta la fuga con i muri di Polo (7-5) e Randazzo (9-6), ma un pasticcio del centrale ex Cmc regala il 9-8. Vitelli non sbaglia la rigiocata del pareggio (10-10) e un servizio vincente di Raffaelli vale il sorpasso: 10-11 e time out Baldovin. I padovani mettono a loro volta la freccia con Cirovic: 15-13. Randazzo porta a +3 il vantaggio (18-15), Maretti entra al posto di Buchegger e un’invasione aumenta il gap in campo: 20-16. Ancora Randazzo è decisivo, questa volta a muro (22-17), Maretti si toglie la soddisfazione di realizzare un ace (23-20), imitato da Gutierrez sul secondo match ball: 24-22. Al terzo, però, Padova chiude il conto grazie al servizio in rete dello stesso cubano: 25-22.
Le dichiarazioni del dopo gara
Luigi Randazzo (Kioene Padova): «E’ stata una gara altalenante ma siamo stati bravi a mantenere il nostro livello di attenzione fino alla fine. Non era semplice perché da quasi un mese non giocavamo una sfida ufficiale, ma questo 3-1 è importante. Sappiamo che sabato sarà tutt’altro tipo di sfida a Ravenna, però faremo del nostro meglio per ottenere un’altra vittoria che ci consenta di proseguire». Fabio Soli (coach Bunge Ravenna): «Nel primo set abbiamo giocato male, lenti e impacciati, ma dal secondo in poi siamo andati al massimo con tutti coloro che hanno preso parte al match ed è quello che avevo chiesto ai ragazzi, giocando alla pari contro un avversario motivato come Padova. Vogliamo arrivare all’11 aprile senza rimpianti. Spero con tutto il cuore di farlo e per questo metteremo in campo tutte le nostre forze per poter dare a Ravenna e al pubblico l’ennesimo miracolo di questa bellissima stagione».
Il dirigente Giorgio Cozzolino e il funzionario Massimo Sericola parlano del loro ruolo e dei rapporti con le amministrazioni locali
Scavi archeologici in piazza Kennedy con i resti della chiesa di Sant’Agnese
C’è ancora aria di passaggio di consegne negli uffici della Soprintendenza di Ravenna che, nell’ambito della riorganizzazione del ministero dei Beni e delle attività culturali, dall’estate del 2016 ha acquisito competenze anche in materia archeologica, precedentemente in capo a una sola soprintendenza su base regionale. Oggi quella di Ravenna – diretta dall’architetto Giorgio Cozzolino – è responsabile di tutta la Romagna e dal dicembre 2017 a occuparsi del ramo archeologico è Massimo Sericola, insieme ad altri due funzionari.
«Prima del suo arrivo – dice Cozzolino – siamo andati avanti esclusivamente grazie allo spirito di sacrificio, con funzionari che da Bologna si occupavano della Romagna praticamente a spese proprie, non essendoci fondi. E le difficoltà della riorganizzazione non sono ancora risolte, basti pensare all’archivio che è ancora tutto a Bologna, in attesa di trovare fondi e spazi a Ravenna. E potrà immaginare le difficoltà per un lavoro come il nostro, senza un archivio a portata di mano…».
Qual è il compito di una Soprintendenza Archeologica?
«Innanzitutto c’è un lavoro di tipo amministrativo, legato alla tutela. Poi riceviamo richieste dall’esterno: autorizzazioni, pareri, tutto ciò che concerne l’attività di verifica. E infine c’è tutta la parte autorizzativa: espressioni di pareri su interventi che vengono svolti sul territorio. Il tutto finalizzato alla salvaguardia del patrimonio archeologico, anche e soprattutto dal punto di vista della cosiddetta “archeologia preventiva”, una serie di strumenti che aiutano a comprendere qual è il potenziale della stratificazione archeologica, del patrimonio che ci si può aspettare che emerga in un determinato intervento, cercando quindi di intervenire prima e non durante l’opera».
Praticamente, la Carta delle potenzialità archeologiche…
«È uno strumento fondamentale e ne auspichiamo una veloce approvazione, perché molti Comuni anche limitrofi ce l’hanno. La collaborazione con quello di Ravenna era partita con una serie di incontri, poi evidentemente l’Amministrazione ha deciso di rallentare perché non siamo più stati coinvolti, ma crediamo che ora la macchina si sia rimessa in moto (ne parliamo nella pagina a fianco, ndr)».
Perché questa carta è così importante?
«L’attività di prevenzione è fondamentale per assicurare da un lato la speditezza dei lavori, e quindi di investimenti senza intoppi e perdite, dall’altro per avere la garanzia che eventuali reperti siano conservati, senza bisogno di scavare. Il nodo riguarda l’attività dei privati, perché non esiste una normativa specifica, se non quella classica sull’obbligo di comunicare rinvenimenti fortuiti, e in quel caso interveniamo in cantiere. La carta delle potenzialità archeologiche invece viene recepita all’interno della pianificazione urbanistica che quindi impone per qualsiasi intervento norme che chiunque deve rispettare (a seconda del potenziale archeologico, che può avere diversi livelli) e l’obbligo di comunicazione degli elaborati progettuali con un certo grado di anticipo alla Soprintendenza che poi dovrà decidere. Diversamente, se gli interventi come succede oggi vengono autorizzati dall’ente locale, la Soprintendenza potrebbe non venirne neppure a conoscenza (vedi il caso dell’ex concessionaria Francia, ndr), con tutto quello che ne consegue in caso di ritrovamenti fortuiti, ossia cantieri bloccati, ritardi, costi aggiuntivi…».
Venendo ad alcuni temi d’attualità, fino a poco tempo fa a Ravenna erano diventati tutti archeologi grazie ai ritrovamenti di piazza Kennedy…
«Abbiamo ricevuto da poco la relazione di scavo conclusive e troveremo il modo di divulgare e valorizzare da un punto di vista storico-scientifico ciò che è stato scoperto».
Il dirigente della Soprintendenza di Ravenna, Giorgio Cozzolino (a sinistra) e il funzionario Massimo Sericola
Ma in ogni caso non è diventata una piazza archeologica, come aveva auspicato invece anche il sindaco ai tempi, Fabrizio Matteucci…
«Se fossimo nel Texas, o in un posto con scarsità di reperti, di testimonianze della storia, l’avremmo capito. Ma l’Italia è piena di vetrine appannate e cartelli sbiaditi. La valorizzazione auspicata da tanti necessitava di una progettazione economica chiara a medio termine. La valorizzazione è legata alla conservazione, e nel momento in cui non ci sono i soldi nemmeno per la manutenzione, conviene ricoprire e valorizzare i dati ottenuti. In piazza Kennedy eravamo in presenza di una chiesa di cui si conosceva praticamente tutto. Si poteva scavare oltre, forse, ma non era necessario perché quella era la riqualificazione di una piazza, non uno scavo archeologico».
Chi ha pagato i costi in più?
«Il committente era il Comune e l’attività archeologica è stata finanziata dal Comune di Ravenna. I costi fanno parte dell’opera (complessivamente l’investimento è stato di oltre mezzo milione di euro in più del previsto a carico del Comune, il resto è stato finanziato dalla Fondazione del Monte, ndr)».
Siete voi i “colpevoli” dei ritardi del progetto del nuovo mercato coperto?
«Non crediamo proprio, anche perché lì l’indagine archeologica era prevista e quindi doveva essere tenuta in conto nelle tempistiche. Non è poi emerso nulla di così meritevole da essere lasciato a vista e lo scavo si è limitato giusto a quanto necessario per nuove fondazioni».
Arriviamo al museo di Classe, cosa ne pensate dell’accordo sui reperti della Soprintendenza da cedere alla fondazione Ravennantica per l’allestimento?
«È deciso che il ministero contribuirà in parte alla costruzione dell’allestimento: l’accordo è stato fatto a livello altissimo, non ci hanno consultato. Ne prendiamo atto e lo rispetteremo. Di per sé è un progetto importantissimo e ha la fortuna di nascere con spazi, attrezzature, logistica che tanti direttori di museo invidieranno. Il timore è che questi anni di ritardo possano aver portato a difficoltà nella sua realizzazione».
Ma non rischia di “svalutare” il museo Nazionale?
«Sarà necessario, e non abbiamo dubbi, un gioco di squadra, di rimando: il visitatore che va a Classe dovrà essere incuriosito ad approfondire con una visita al Nazionale, ci auguriamo che nasca una nuova rete in grado di far bene a tutti…».
Calcio C / I giallorossi si fermano dopo quattro vittorie di fila nonostante una bella prestazione: passati in vantaggio, alla fine si inchinano ai forti marchigiani
Sambenedettese-Ravenna 2-1 SAMBENEDETTESE (3-4-1-2): Perina; Conson, Miceli, Mattia; Rapisarda (41’ st Patti), Marchi, Gelonese, Tomi; Bellomo (25’ st Bove); Valente (16’ st Esposito); Stanco (25’ st Miracoli). A disp.: Raccichini, Aridità, Di Massimo, Di Pasquale, Demofonti, Candellori, Bacinovic. All.: Capuano.
RAVENNA (3-5-2): Venturi; Venturini, Lelj, Ronchi (31’ st Barzaghi); Magrini, Papa, Palermo, Selleri, Rossi (35’ st Maistrello); Marzeglia (31’ st Broso), De Sena. A disp.: Gallinetta, E. Ballardini, Costantini, A. Ballardini, Sabba, Cenci, Piccoli, Capitanio, Maleh. All.: Antonioli.
ARBITRO: Provesi di Treviglio.
RETI: 4’ pt De Sena, 22’ pt Stanco, 6’ st Bellomo.
NOTE: Ammoniti: Bellomo, Gelonese, Esposito, Barzaghi, Perina. Spettatori 3298 per un incasso di 15449 euro. Angoli: 5-6. Recupero: 1’ e 5’.
Da un calcio d’angolo di Alfonso Selleri è nato il vantaggio di De SenaDopo quattro vittorie consecutive si ferma la corsa del Ravenna. Opposti alla Sambenedettese, seconda forza del campionato, Lelj e compagni giocano una grande partita, col giusto approccio, il giusto atteggiamento, e una bella personalità, ed escono a testa altissima dal confronto, rammaricandosi per alcuni episodi determinanti che hanno spostato la direzione del match dalla parte degli uomini di Capuano. La classifica resta comunque sotto controllo, anche se nelle zone calde c’è stato qualche movimento importante, e la squadra ha dato un altro segnale di vitalità e di crescita, che fa ben sperare già per il recupero di mercoledì a Salò e per le ultime cinque giornate di campionato: sei partite alle quali affidare l’acquisizione dei punti che mancano per festeggiare la meritata salvezza.
Primo tempo Il Ravenna fa male al primo affondo: con un gran tiro che impegna Perina nella deviazione, Selleri si guadagna e batte un calcio d’angolo. Sul secondo palo è appostato De Sena che di testa infila il suo decimo gol in campionato, il quinto nelle ultime 4 partite. I padroni di casa reagiscono subito e al 7’ Venturi ha lo straordinario riflesso per sventare in angolo la conclusione velenosa di Mattia. De Sena ci riprova al 20’, questa volta dalla distanza ma il tiro è impreciso. Poi al 22’ Rapisarda sfonda a destra e centra basso per Stanco che prende il tempo a tutti e trafigge Venturi. Stanco in fotocopia, sul versante opposto, al 33’ su cross basso di Tomi: pallone fuori di poco. E al 36’ sempre De Sena al tiro su lancio in profondità di Selleri: conclusione ribattuta in angolo.
Secondo tempo L’equilibrio iniziale della ripresa è spezzato da un errore difensivo dei giallorossi, che lascia campo all’avanzata di Bellomo. Destro dai 25 metri deviato da Lelj a spiazzare Venturi per il sorpasso della Samb che anche nel match d’andata siglò il 2-1 su autogol. Il Ravenna non si abbatte, anzi prende le redini del match in mano e inizia una lunga pressione sulla difesa avversaria, che però regge l’urto. Al 33’ Tomi trova in area Miracoli: gran colpo di testa e pallone fuori di un niente. Antonioli cambia: dentro Maistrello (in precedenza erano entrati Broso e Barzaghi) e attacco a tre. Nell’arrembaggio finale dei giallorossi sale in cattedra Perina che prima blocca la rovesciata di De Sena, attivato dal felpato suggerimento di Palermo e poi trova la deviazione decisiva sul gran colpo di testa ravvicinato di Broso, dopo caparbia iniziativa di Magrini, blindando il successo dei padroni di casa.
Le dichiarazioni del dopo-gara
Mauro Antonioli (allenatore Ravenna FC): «Onestamente ai miei ragazzi posso rimproverare poco, perché hanno fatto una grandissima partita e meritavano ampiamente il pareggio. Purtroppo gli episodi ci sono stati negativi, abbiamo avuto anche le occasioni per pareggiare ma non le abbiamo sfruttate, per merito anche del loro portiere. Torniamo a casa con zero punti e per noi era importante dare continuità alla serie di vittorie ottenute. Non ci siamo riusciti, ma anche oggi abbiamo avuto la conferma che siamo veramente cresciuti tanto e che siano una squadra che può giocarsela con tutti. Ci rimbocchiamo le maniche e torniamo subito a allenarci perché mercoledì ci aspetta una partita altrettanto tosta a Salò».
All’incrocio con via Bagarina, la vittima è stata sbalzata dall’abitacolo dopo un primo impatto poi investita da un’altra vettura. Necessario chiudere la statale in entrambi i sensi
Un morto e cinque feriti, di cui due gravi, è il tragico bilancio di un incidente stradale avvenuto sulla statale 16 tra Ravenna e la frazione di Camerlona, poco dopo la mezzanotte tra il 30 marzo e l’1 aprile, in cui sono state coinvolte tre autovetture. La vittima è una 22enne residente a Ravenna, Carmela Iorlano. Per i soccorsi e il recupero dei mezzi è stato necessario chiudere la strada in entrambe le direzioni. Sul posto le pattuglie della polizia stradale di Ravenna.
Secondo le prime sommarie informazioni al momento disponibili, la donna deceduta era sul sedile passeggero di un’auto che usciva da via Bagarina per immettersi sulla Reale all’altezza dello stabilimento Italfrutta. La donna è stata sbalzata fuori dall’abitacolo dopo l’impatto con una vettura che viaggiava in direzione di Ferrara ed è stata colpita da una seconda auto che procedeva nella stessa direzione. Il personale del 118 ha potuto solo constatare il decesso.
La conducente dell’auto in uscita da via Bagarina (una 21enne) è stata trasportata a Cesena in gravi condizioni mentre l’altro ferito grave è ricoverato a Ravenna (il 27enne al volante della prima vettura che percorreva la Reale). Per le altre tre persone solo ferite lievi. Sul posto anche i vigili del fuoco per la messa in sicurezza.