Il cantiere prevede anche percorsi pensati per ipovedenti. Sarà effettuata anche una manutenzione straordinaria delle pensiline. Led ad alta efficienza energetica come luce
Al via martedì 6 febbraio, nella stazione di Faenza, i lavori di innalzamento del secondo e del terzo marciapiede a servizio, rispettivamente, dei binari 2/3 e 4/5. Al termine dell’attività, previsto mercoledì 25 aprile, entrambe le banchine saranno alte 55 cm, secondo lo standard dei servizi ferroviari metropolitani che consente ai viaggiatori un più agevole accesso ai treni. Inoltre, saranno realizzati percorsi tattili a terra per le persone ipovedenti.
Contestualmente sarà effettuata la manutenzione straordinaria delle pensiline, che saranno dotate di un nuovo e più efficace impianto di illuminazione a led, ad alta efficienza energetica. Durante l’attività del cantiere saranno possibili modifiche del binario di partenza e arrivo dei treni e allungamenti dei tempi di viaggio fino a 5 minuti.
Fino a martedì sarà attiva nel territorio un nuovo stato di attenzione “giallo”. Tutti gli aggiornamenti sul sito della protezione civile
Dalla mezzanotte di oggi, lunedì 5 febbraio, alla mezzanotte di domani, martedì 6, sarà attiva nel territorio del comune di Ravenna l’allerta meteo numero 13, per criticità idrogeologica, emessa dall’Agenzia regionale di protezione civile e da Arpae Emilia Romagna. L’allerta è gialla.
L’allerta completa si può consultare sul portale Allerta meteo Emilia Romagna e anche attraverso twitter; sul portale sono presenti anche molti altri materiali di approfondimento, tra i quali le indicazioni su cosa fare prima, durante e dopo le allerta meteo, nella sezione “Informati e preparati”.
Il Comune si raccomanda di mettere in atto le opportune misure di autoprotezione, fra le quali, in questo caso, prestare particolare attenzione allo stato dei corsi d’acqua, alle strade allagate e ai sottopassi e non accedere a questi ultimi nel caso li si trovi allagati.
Ad un convegno organizzato da “Altra Repubblica”, Sciacca ha criticato l’approccio ravennate: «Gli altri crescono, la nostra città cala, soprattutto nei container»
L’ex direttore di Sapir Engineering Leonello Sciacca è piuttosto freddo sui progetti di Autorità Portuale. Sciacca ha parlato durante un incontro organizzato dall’Altra Repubblica, neonata associazione che vede Paolo Gambi e Luisa Babini (esponenti della minoranza del Pri) tra i promotori.
Secondo Sciacca «il nostro porto non è mai stato coordinato in modo organico alla città, nonostante migliaia di persone vi lavorino». L’ex direttore ha puntato il dito contro le carenze strutturali e sul tema dell’escavo». L’ex direttore Sapir critica anche la mancanza di un’azione di sensibilizzazione che faccia capire alla città che «sabbia e argilla, proveniente dai fondali, non è materiale inquinato».
Un pregiudizio che, insieme a complicanze burocratiche, ha portato all’impasse attuale. «Se ci fossero stati pronti gli appalti tutte le ditte di Ravenna avrebbero potuto lavorare e non ci sarebbero stati fallimenti e perdite di posti di lavoro. La politica non si è posta questo problema nel momento in cui elaborava norme che complicavano l’iter burocratico e oggi siamo ancora qui in attesa dell’inizio dei lavori».
Così oggi il porto di Ravenna non ha agganciato a pieno la ripresa: «Gli altri crescono, ma Ravenna, a cominciare dai container cala», dice Sciacca. Il dato ufficiale del 2017 rileva una crescita globale dello 0,1 per cento. «Pare che si sia più interessati a fare qualcosa piuttosto che fare ciò che serve davvero. L’Autorità Portuale spenderà 235 milioni di denaro pubblico per banchine e fare gli escavi. Speriamo che sia fatto quello che serve davvero perché quando si spende denaro pubblico lo si deve fare usandolo al meglio».
Sciacca ha parlato venerdì, durante il convegno sullo sviluppo di Ravenna organizzato dall’Altra Repubblica, il cui presidente è Fabio Bocchini. «La crisi – ha detto il presidente – non è solo economica, ma ci consegna una società dove la politica ha fallito ed il dato più evidente è che crescono le persone che non si fidano più delle classi dirigenti e si rifugiano nell’astensionismo». Ha parlato anche Riberto Neri, segretario generale della Uil di Ravenna, che non condivide i dati ottimistici sulla ripresa, ricordando disuguaglianze, tensioni sociali e precarizzazione del lavoro. «Ravenna ha reagito male: la disoccupazione è al 9% contro la media regionale del 6%».
L’incontro è stato concluso da Paolo Gambi, capolista del Pri nel plurinominale della Romagna e candidato nel collegio uninominale di Ravenna alla Camera dei Deputati. «I problemi sono complessi, ma se dobbiamo giudicare quale sia lo sforzo che sta facendo la politica per rispondere ai problemi, dobbiamo dire che la nostra risposta è : nessuno, perché la politica non studia i problemi a fondo, perché prevale la necessita di dare un’immagine, ma non una soluzione e, dunque, la politica, anche quella locale, per lo più non è preparata. Ravenna è rimasta indietro»,
Occasione «per puntare l’attenzione sulla necessità di rilanciare l’alternativa alle automobili, in particolare il trasporto ferroviario»
Un flashmob per promuovere la mobilità sostenibile è in programma venerdì prossimo, 9 febbraio, Legambiente e Bellalfonsine. Iniziativa alle 20.45 a Palazzo Marini ad Alfonsine sui piani energetici e le comunità solari. L’obiettivo è sensibilizzare i Comuni della Bassa Romagna che hanno varato «il piano energetico e i piani d’azione per l’energia sostenibile».
Il flash mob serve a fare il punto sulla situazione e a discuterne insieme a Leonardo Setti dei risultati ottenuti in questi anni e delle prospettive per i cittadini. Si tratta anche di un’occasione «per puntare l’attenzione sulla necessità di rilanciare la mobilità sostenibile, ed in particolare il trasporto ferroviario, vista anche l’emergenza smog sempre più cronica in Italia: aria irrespirabile nelle grandi città con un 2017 da “codice rosso” a causa delle elevate concentrazioni delle polveri sottili e dell’ozono».
Sabato mattina registrato su Rai 1 il 14 percento di share
La puntata di sabato mattina di “Linea Verde va in Città”, dedicata a Ravenna, è stata vista (dati Auditel) da 2.221.000 spettatori, con il 14% di share.
Per chi se la fosse persa, è possibile rivedere il video a questo link:
Il noto autore modenese alla Classense: “Si può scrivere un grande romanzo su Dio senza fidarsi di lui, senza credere alla sua esistenza?”.
Walter Siti presenta “Bruciare Tutto” (Rizzoli) a Ravenna, dialogando con Matteo Cavezzali e Stefano Bon giovedì 8 febbraio alle 18 alla biblioteca Classense per la rassegna Il Tempo Ritrovato.
In questo suo ultimo romanzo Siti per la prima volta non partecipa come personaggio alla storia: “si può scrivere un grande romanzo su Dio senza fidarsi di lui, senza credere alla sua esistenza, e allo stesso tempo dare vita al religioso più vero e credibile dal Prete bello di Parise? Al lettore la risposta”, si legge nella cartella stampa.
Originario di Modena, Siti vive a Milano; ha insegnato nelle università di Pisa, Cosenza e L’Aquila. È il curatore delle opere complete di Pier Paolo Pasolini e, dal 2013, il direttore di “Granta Italia”. Tra i suoi libri, Il canto del diavolo e Resistere non serve a niente (Premio Strega 2013). Recentemente é uscito al cinema “Il contagio” con Vincenzo Salemme e Vinicio Marchioni tratto dal omonimo romanzo di Siti.
Volley Superlega / Importante successo contro la quotata Calzedonia per i ravennati, capaci di aggiudicarsi ai vantaggi la prima e la terza frazione e di dominare il set decisivo
L’esultanza dei giocatori della Bunge al termine del match vinto con Verona
Bellissima vittoria di cuore e di orgoglio della Bunge, che piega al tiebreak la quotata Calzedonia al termine di una battaglia durata più due ore e mezza di gioco. In un Pala De André caldissimo e pronto subito a infiammarsi, i ravennati riescono ad aggiudicarsi la prima e la terza frazione ai vantaggi, spuntandola contro i mani domi veronesi, e dopo essere stati raggiunti due volte tirano fuori le forze residue per spuntarla al tiebreak, dominato in lungo in largo. Sugli scudi tutti i giocatori, dell’mvp Buchegger fino al giovane Marchini, che nel finale ha sostituito Goi, passando dal sempre lucido Orduna. Grazie a questi due punti la squadra di Soli si avvicina in modo ulteriore all’ottavo posto di Padova, distante solo una lunghezza. Giovedì sera si torna in campo, in occasione della trasferta contro il Castellana Grotte.
Sestetti iniziali La formazione iniziale schierata dal tecnico Soli è composta dal palleggiatore Orduna in diagonale con Buchegger, Diamantini e Vitelli al centro, Marechal e Poglajen di banda, Goi in seconda linea. La Calzedonia del coach Grbic scende in campo con l’ex Spirito in regia, Stern opposto, Jaeschke e l’iraniano Manavinezhad schiacciatori, Pajenk e Birarelli centrali e Pesaresi libero. Indisponibile il ravennate doc ed ex Cmc Stefano Mengozzi.
Primo set Jaeschke e Pajenk a muro spingono subito la Calzedonia sull’1-5, ma l’errore di Stern avvicina i ravennati (4-5), che restano a contatto degli avversari con Buchegger: 7-8. Un break di 4-0 allontana ancora gli ospiti (7-12), gli ace di Poglajen e Orduna riducono il distacco prima sul 10-13 e poi sul 13-15, ma dalla linea di battuta risponde Jaeschke: 13-17. Poglajen e Diamantini a muro portano a -1 la Bunge (16-17), con Grbic che chiama time out. Al rientro in campo è lo stesso centrale a pareggiare i conti, mentre il sorpasso lo firma al servizio Marechal: 18-17. Il muro di Birarelli vale il contro-sorpasso (18-19), la schiacciata fuori di Manavinezhad riporta invece avanti la squadra di Soli: 21-10 e Grbic ferma ancora il match. Si prosegue punto a punto, i giallorossi annullano quattro set point, Vitelli realizza il muro del 28-27 e Buchegger sulla rigiocata successiva fa esplodere la gioia del Pala De André: 29-27.
Un muro dei giocatori della Bunge
Secondo set Jaeschke in battuta e Stern fanno scappare la Calzedonia (2-6), che incrementa il suo vantaggio a causa di un black out in casa ravennate: 7-14 e Soli chiama i suoi in panchina. Al rientro in campo i veronesi allungano il break fino all’8-0, andando sul 7-18, il tecnico di casa getta nella mischia Gutierrez, Raffaelli e Pistolesi, ma gli ospiti macinano gioco e al secondo set ball pareggiano il conto delle frazioni con Stern: 13-25.
Terzo set La Bunge di inizio terza frazione pare trasformata, con Buchegger (2-0) e Vitelli, al servizio, che infiammano i tifosi di casa: 5-1. L’errore di Stern regala il 7-2, ma l’opposto gialloblù si riscatta mettendo a terra la palla del 7-5, obbligando Soli al time out. Jaeschke pareggia il conto (7-7) con un ace, sull’8-8 si infortuna Manavinezhad (entra Maar), dalla linea dei nove metri colpisce anche Diamantini, mentre Buchegger spedisce sul +3 la squadra ravennate al termine di un lunghissimo scambio: 11-8. È ancora Jaeschke a rivelarsi decisivo, realizzando tre punti di fila per il sorpasso della Calzedonia: 12-14. Marechal suona la carica e, assieme Bucheger, fa mettere la freccia alla Bunge, che approfitta anche di un pasticcio dei gialloblù per andare sul 19-17. Diamantini piazza l’ace del 21-19, ma Verona non molla (21-21) e le squadre viaggiano a stretto contatto fino all’invasione di Marechal: 23-24. Il francese annulla il primo set ball, un’invasione inverte la tendenza (25-24), che però cambia di nuovo a causa del servizio vincente di Jaeschke: 26-27. È Marechal dalla linea dei nove metri a far esplodere di nuovo il Pala De André, che subito dopo va in orbita per il diagonale fuori di Pajenk, che mette la parola fine al set alla terza occasione: 29-27.
Un attacco dello schiacciatore francese Nicolas Marechal
Quarto set Sull’onda dell’entusiasmo la Bunge scatta sul 6-1 grazie al muro di Buchegger e al primo tempo di Diamantini, ma la risposta di Verona non si fa attendere: 7-5 e time out Soli. Il muro di Vitelli vale il 9-5, un’incomprensione sotto rete causa il 12-11, poi Jaeschke raggiunge i padroni di casa a quota 13. In battuta Pajenk realizza tre ace per il +5 della Calzedonia (14-19) ed entrano in campo Marchini e Raffaelli. Il muro di quest’ultimo riduce a tre le lunghezze di distanza (16-19), ma una fortunosa difesa di Stern allontana ancora i gialloblù: 16-22. Jaeschke mette a terra la palla del 18-24, Vitelli annulla il primo set ball e poi sul turno al servizio di Raffaelli gli errori di Birarelli e Jaeschke, uniti al muro di Orduna, spaventano Grbic, che chiama time out: 22-24. Al rientro, però, Jaeschke si riscatta pareggiando il conto delle frazioni: 22-25.
Tiebreak Marechal firma il 2-0, la schiacciata lunga di Stern causa il 4-1: Grbic chiama subito il time out. Poglajen mette a terra due punti di fila per il +5 ravennate (7-2), Buchegger incrementa il distacco: 8-2 e cambio di campo. Marechal tira fuori dal cilindro l’ace del 9-2, il tecnico ospite ferma ancora la partita. Il muro di Buchegger vale il 10-2, l’errore di Jaeschke l’11-2, poi Buchegger segna il 12-3 e il 13-5. L’errore di Stern causa il 14-5 e al quinto match point la battuta in rete di Maar fa esultare in modo definitivo il Pala De André: 15-9.
Dichiarazioni del dopo-gara
Fabio Soli (allenatore Bunge Ravenna): «Questa è la bella Ravenna che voglio vedere, quella che lotta, sta sul pezzo, con un po’ di sana ‘ignoranza’. In una partita molto simile a quella dell’andata abbiamo fatto vedere che quando riusciamo a incanalare l’energia nel modo giusto, senza innervosirci, siamo capaci di battere simili avversari. Abbiamo giocato due set straordinari, vincendoli ai vantaggi, mentre al tiebreak abbiamo dominato. È vero che Verona ci ha regalato qualcosa, ma in una stagione così dura e impegnativa ci può stare che anche gli avversari debbano tirare il fiato».
Risultati (settima giornata di ritorno): Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia-Revivre Milano 0-3, Biosì Indexa Sora-Cucine Lube Civitanova 0-3, Diatec Trentino-Sir Safety Conad Perugia 0-3, Bunge Ravenna-Calzedonia Verona 3-2, Azimut Modena-Taiwan Excellence Latina 3-0, Gi Group Monza-Kioene Padova 3-1, Wixo LPR Piacenza-BCC Castellana Grotte 3-0.
Classifica: Perugia 54 punti; Civitanova 50; Modena 48; Verona e Trentino 36; Piacenza e Milano 32; Padova 30; Ravenna 29; Monza e Latina 22; Vibo Valentia 12; Castellana Grotte 10; Sora 7.
Basket A2 / I giallorossi vengono regolati di una sola lunghezza dai padroni di casa dell’Andrea Costa
Imola-Ravenna 71-70 (13-19, 32-29, 51-45)
ANDREA COSTA IMOLA: Penna 14, Gasparin 7, Alviti 15, Wilson 11, Maggioli 6, Bell 10, Simioni 5, Toffali 3. All.: Cavina.
ORASI’ RAVENNA: Giachetti 10, Rice 18, Raschi 2, Masciadri 7, Grant 15, Montano 6, Chiumenti 6, Sgorbati, Esposito, Vitale 6. Ne: Cinti. All.: Martino.
ARBITRI: Vita, Cappello e Capurro.
NOTE – Imola: tiri da due 9/29, da tre 12/30, liberi 17/22, rimbalzi 34. Ravenna: tiri da due 21/42, da tre 5/15, liberi 13/23, rimbalzi 43.
Il giallorosso Rayvonte Rice
Sconfitta in volata dell’Orasì nel derby di Imola, che premia alla fine un’Andrea Costa più incisiva da tre e ai liberi, là dove Ravenna è stata invece discontinua. I padroni di casa hanno costruito il loro successo tra la fine del terzo e l’inizio del quarto, la rimonta dell’OraSì è stata tardiva e molto basata sui nervi.
Bell’inizio nel primo quarto dell’OraSì, che propone Raschi in quintetto e viene lanciata avanti da Grant e Rice (9-17). Dopo 8’ coach Martino ha avvicendato l’intero quintetto mentre dall’altra parte si vede Bell. Secondo parziale con i contatti che si moltiplicano senza troppi interventi arbitrali. Imola inizia a segnare con continuità da tre mentre Ravenna si incarta e con un break di 9-2 i padroni di casa vanno avanti (27-26) per chiudere a metà gara con un’altra tripla (Alviti) sulla sirena. Terzo quarto con quattro punti consecutivi di Montano per il sorpasso (35-36), poi Penna restituisce mentre l’atmosfera si fa molto elettrica dopo un tecnico a Cavina ma Martino toglie dalla giacca l’asso Vitale, che segna 5 punti per ribaltare ancora tutto. L’OraSì però non insiste perché spreca moltissimo dalla lunetta (1 su 5 per Rice) e Imola ne approfitta per allungare con un break di 9-2.
Ultima frazione con il break di Bell che in pratica decide la gara (57-45) anche se Rice e Grant provano la rimonta (61-57) a 4’ dalla fine. La bomba del meno 1 di Masciadri entra ed esce dal canestro, poi Rice fa il 61-59. Gasparin ricaccia indietro l’OraSì sul 64-59, liberi di Montano 64-61, gioco a due Rice-Grant con canestro più fallo ma il libero del pareggio non entra, poi Penna e Grant 66-65 all’ultimo minuto. Un libero su due di Wilson (67-65, a 36 secondi), Rice sbaglia e fallo su Gasparin che dalla lunetta fa 68-65. Rice per il 68-67 poi fallo su Bell che fa 2/2, Giachetti invece prende un colpo da Bell e fa 1 su 2 per il 70-68. Maggioli uno su due 71-68 a otto secondi, rimessa sbagliata da Imola ma poi una chiamata dubbia su Montano (piede sulla linea?) e finisce con la settima vittoria casalinga di Imola.
Risultati (19ª giornata): GSA Udine-Roseto Sharks 80-70, Assigeco Piacenza-Termoforgia Jesi 73-84, Agribertocchi Orzinuovi-Consultinvest Bologna 81-90, Unieuro Forlì-De’ Longhi Treviso 65-79, Andrea Costa Imola Basket-OraSì Ravenna 71-70, Tezenis Verona-XL Extralight Montegranaro 96-71, Alma Pallacanestro Trieste-Bergamo 85-76, Bondi Ferrara-Dinamica Generale Mantova 101-68.
Classifica: Trieste 30 punti; Bologna 28; Montegranaro 26; Ravenna, Udine e Verona 24; Treviso e Mantova 22; Imola 20; Ferrara e Jesi 18; Piacenza e Forlì 14; Orzinuovi 8; Bergamo e Roseto 6.
Le giocatrici della Conad sul campo del PalaEvangelisti di Perugia
Si interrompe dopo tre partite la serie di successi della Conad, che cade a Perugia contro la Bartoccini, che si aggiudica il match al tiebreak. Avanti 1-0 e 2-1, le ravennati vengono rimontate e superate dalle grintose padrone di casa umbre, che bissano così con lo stesso risultato la sfida dell’andata. Approfittando dello stop del Collegno e del ko del Club Italia, l’Olimpia Teodora aumenta di una lunghezza il vantaggio sulla nona posizione, portandolo a tre punti.
Al fischio d’inizio il tecnico Angelini conferma il classico starting six con capitan Bacchi in attacco affiancata da D’Odorico, Scacchetti al palleggio, Torcolacci e Menghi centrali, Kajalina opposto, Paris libero. Perugia schiera al palleggio l’ex del match Mazzini, con Lotti e Pascucci sulle bande, Zuleta e Repice centrali, Tomic opposto e Giampietri libero. Le prime battute del match sono in equilibrio, con le centrali in evidenza. Il punto del 4 pari viene da una fast di Menghi. Ravenna prova ad allungare (5-7) e Perugia reagisce con il nuovo acquisto Tomic. Con Scacchetti al servizio l’Olimpia Teodora aumenta il vantaggio (6-9). D’Odorico da posto 4 mette a terra due palle preziose per il morale (8-12). Perugia non ci sta a cedere il passo (10-12) ma poi è ancora D’Odorico a fare punto. Quando le umbre provano a rifarsi sotto, prima Menghi con una fast, poi una bella murata e un errore delle padrone di casa ristabiliscono il vantaggio per Ravenna (12-16). Bovari chiama il primo time out della serata. Si torna in campo e Kajalina e capitan Bacchi tirano la volata (13-18). Il punto del 16 a 20 viene da un pallonetto di Bacchi. Ci si avvia alle battute finali del set con un altro pallonetto questa volta di Kajalina (17-22). Diagonale e muro di D’Odorico fruttano altri due punti. Torcolacci serve il primo set point, ma Perugia lo annulla con Zuleta. Ravenna si permette un attimo di distrazione: un fallo per palla accompagnata da Menghi e un attacco di Zuleta (20-24) e Angelini chiama il suo primo time out. Alla ripresa del gioco il set si chiude con un fallo in attacco di Zuleta.
Nel secondo periodo Perugia reagisce e si porta avanti (3-1), mettendo in difficoltà le ragazze di coach Angelini. Aumenta il vantaggio di Perugia (8-4) e il tecnico ravennate chiama il time out. Con tre punti consecutivi di capitan Bacchi l’Olimpia Teodora prova a tornare in partita (10-8). Perugia chiama la sospensione. La parte centrale del secondo set vede Ravenna non riuscire a imporre il proprio gioco. Con una fast di Menghi e un ace di D’Odorico l’Olimpia Teodora si riavvicina alle padrone di casa (15-13). Il buon momento delle umbre però si concretizza in una serie di scambi a loro favorevoli (18-13) e coach Angelini chiama time out. Si torna in campo ma Perugia incrementa ulteriormente il vantaggio (22-15). Angelini chiama a riposare Bacchi e manda in campo Aluigi che realizza subito due punti, prima con una diagonale, poi con una bomba imprendibile (22-17). Una palla contesa e Perugia riconquista il servizio. Altre contestazioni da parte delle padrone di casa e Ravenna ci prova (24-19). Poi un muro su un attacco di D’odorico frutta alle umbre il set point (25-19).
L’avvio della terza frazione di gioco è equilibrata (4-4) poi, con Mina Tomic al servizio, Perugia si porta avanti (7-4). Dopo un mani fuori su colpo di Bacchi si torna in parità (8-8). Parte centrale del set combattuta con Perugia che riesce a distendersi in avanti, costringendo Ravenna all’errore (14-11). Il time out richiesto da coach Angelini serve a ricompattare le fila (15-14). Sale di nuovo in cattedra capitan Bacchi che guida le sue leonesse alla riscossa (17-17), costringendo coach Bovari al time out. Si torna in campo con un punto di Bacchi, una palla fuori in attacco di Perugia e un muro di Menghi (17-20). Time out Perugia. Con D’Odorico al servizio Ravenna è cinica e spietata e Perugia sembra impotente (17-24), riesce ad annullare il primo set point dell’Olimpia Teodora ma nulla può al secondo tentativo di Ravenna che chiude con freddezza (18-25).
Partenza favorevole alla Conad Ravenna nel quarto set (1-3) ma ben presto le padrone di casa si rianimano e passano avanti (4-3). Invasione di Zuleta su attacco di Kajalina ed è di nuovo parità (4-4). Un paio di errori in attacco di Ravenna fanno prendere fiato alle umbre (9-5) e coach Angelini chiama a sé le sue. Nelle battute centrali del set Perugia consolida il vantaggio di quattro lunghezze (15-11) e lo incrementa ulteriormente con un ace (18-12). Coach Angelini chiede la seconda sospensione. Alla ripresa del gioco Aluigi mette a terra un pallone pesante, poi Perugia commette un errore in attacco e Bacchi costringe il muro umbro a rete (18-15). Dopo il time out richiesto dalle padrone di casa il set si avvia a conclusione con Perugia che riprende vigore e si porta a un passo dalla chiusura (23-17). Ravenna accenna una reazione (23-19) ma le umbre non si scompongono e conquistano la possibilità di giocare il tie break (25-20).
Nel quinto parziale la prima palla la mette a terra Kajalina, ma è poi Perugia a portarsi pericolosamente avanti (4-1) e coach Angelini chiede la sospensione. Si riprende a giocare con Ravenna che soffre e prova a reagire con un muro di Kajalina (5-2). Anche il terzo e il quarto punto ravennati sono dell’opposto estone (7-4). Con Kajalina al servizio Bacchi va a punto. Il cambio campo vede Perugia avanti di 3 punti (8-5). Kajalina riconquista il servizio ma Perugia se lo riprende immediatamente (9-6). All’ace di Zuleta risponde Bacchi con un diagonale imprendibile (10-7). C’è tensione in campo, come è logico che sia quando in palio c’è la vittoria. Ravenna riesce a rifarsi sotto (12-10) e coach Bovari chiede il time out. Si torna a giocare con le umbre che vanno a punto e coach Angelini chiama l’ultima sospensione della serata. Muro su D’Odorico e Perugia ha 4 match ball a proprio favore. Al secondo tentativo le umbre in attacco trovano le mani del muro ravennate e conquistano il tie break (15-11).
Le dichiarazioni del dopo gara Simone Angelini (tecnico Conad Ravenna): «Oggi non siamo stati bravissimi a muro-difesa, con alti e bassi che non ci hanno permesso di mantenere il giusto grado di lucidità. Spesso ci siamo trovati a inseguire e questo ha alimentato un po’ di nervosismo. Detto ciò, il punto di oggi non è da buttare. Al di là di questo, nel quarto e quinto set siamo stati imprecisi e potevamo fare un po’ di più. Quello che è mancato è stata la lucidità e il gioco fatto nelle due partite precedenti in cui abbiamo fatto valere il nostro attacco. In ogni caso, qua a Perugia ce l’abbiamo messa tutta, cercando di non mollare da nessuna parte, ma la pallavolo è fatta così… si vince e si perde».
Volley B2 femminile / Preziosa affermazione esterna in quattro frazioni contro il Sarzana per la My Mech, che si porta a sei lunghezze di distanza dallazona calda
Un attacco del capitano gialloblù Alessandra Agostini
La My MechCervia inaugura il girone di ritorno con un successo che vale doppio. In terra ligure le ragazze di Braghiroli hanno infatti sconfitto in quattro set il Sarzana, allontanandosi dalla zona calda della classifica: ora la zona retrocessione dista sei lunghezze. Nel match contro le spezzine il tecnico delle cervesi è partito con Ginesi in regia, Magnani opposta, Agostini e Calisesi schiacciatrici, Mendola e Furi al centro, Marchi libero. L’impatto sul match è complicato, ma nel parziale d’apertura il pareggio arriva ben presto (9-9). Le ospiti piazzano il break che ‘apre’ la partita sul 15-17. In questo frangente è il libero Marchi a mettersi in particolare evidenza, portando la propria squadra al 20-25.
Nel secondo periodo Cervia sfrutta l’onda del precedente parziale con un buon gioco al centro di Furi e Mendola, ma qualche pasticcio agevola il recupero delle padrone di casa, che addirittura mettono la freccia (12-9). Il timeout di Braghiroli e l’ingresso in campo di Altini, non danno frutti (19-13). Sul 24-16, con ben nove palle set del Lunezia, Cervia effettua una bella rimonta, ma non basta per ribaltare la situazione (25-19).
Nella terza frazione Cervia parte forte (7-10). Le padrone di casa non mollano e rimontano fino al 13-13, poi la My Mech si stacca ancora (14-17), incassa due punti combattutissimi e argina il tentativo di Sarzana di rientrare in gioco (21-23) finché il parziale non termina su un pallonetto di Mendola (21-25).
Nel quarto periodo l’inerzia è ormai tutta nelle mani della My Mech che stringe i tempi (3-8), si mette a macinare gioco come una macchina perfetta, e diventa quasi imprendibile (8-15). Il resto è tutta accademia (12-22) fino al definitivo 18-25. Sabato prossimo, al centro sportivo ‘Le Roveri’ di Pisignano, le gialloblù ospiteranno il fanalino di coda Carrara.
Risultati (14ª giornata): Lunezia Volley Sarzana-My Mech Cervia 1-3, Caf Acli Stella Rimini-Bionatura Nottolini Capannori 0-3, Fanball Italia Carrara-Vemac Vignola 0-3, Texcart Mondial Carpi-Tirabassi e Vezzali Campagnola Emilia 2-3, Gramsci Pool Reggio Emilia-Volley Spezia Autorev 3-0, Libertas Volley Forlì-Idea Volley Castel Maggiore 3-0, Csi Clai Imola-V. Calerno Sant’Ilario (in programma domenica 4 febbraio).
Classifica: Capannori 41 punti; Forlì 33; Imola* e Vignola 28; Campagnola Emilia 25; Cervia 23; Carpi 22; Reggio Emilia 20; Rimini 19; Spezia e Castel Maggiore 17; Sarzana 15; Sant’Ilario d’Enza* 3; Carrara 0 (*una gara in meno).
La bocconiana Giulia Zanzi, manager di una multinazionale, è intervenuta al Forum svizzero annuale sui temi dell’agenda economica del mondo
Il World Economic Forum di Davos in Svizzera è un incontro annuale tra esponenti di primo piano della politica e dell’economia internazionale con intellettuali e giornalisti selezionati, per discutere delle questioni più urgenti che il mondo si trova ad affrontare. Tra le persone che sono intervenute quest’anno c’è anche la giovane manager ravennate Giulia Zanzi, che dopo aver studiato al liceo classico Alighieri ed essersi laureata alla Bocconi, lavora per una multinazionale con sede a Ginevra. Come è stato il Forum di Davos? Se lo immaginava così?
«È molto intenso, ci sono tantissimi eventi e si parla del futuro che verrà e di questa famosa “quarta rivoluzione industriale”. Per me era la seconda volta a Davos, ma la prima come speaker, quindi è stata un’esperienza ancora più speciale». C’erano tutti, dal primo ministro britannico Theresa May al re Abdullah II di Giordania. Ha visto qualche presidente o vip?
«In un certo senso sì. Siamo stati tra i primi al mondoa conoscere Rachel, la digital personal assistant con intelligenza artificiale prodotta da Soul Machines e Ibm Watson. È stato incredibile parlare con lei, rispetto ad altri simulatori ha una mimica facciale eccezionale e molto realistica. Peccato che abbia uno humour americano…». Si è accorta delle contestazioni a Trump?
«No, ho solo visto le contestazioni per il cambiamento climatico, con un “orso” bianco gigante che girava in bicicletta per le strade di Davos». Lei a nome di chi parlava? Di cosa si occupa la vostra associazione?
«Rappresentavo i Global Shapers di Ginevra, un’iniziativa del World Economic Forum con talenti di tutto il mondo da 20 a 33 anni. Ci occupiamo di progetti che possono aiutare la società in cui viviamo a livello locale. A Ginevra, tra gli altri progetti, stiamo lavorando a “Asili per la Carriera, Childcare for Career” che ha come obiettivo di migliorare la parità tra i sessi a livello dirigenziale nelle aziende». Ha dormito la notte prima di parlare?
«Sì, ma poco… i primi eventi a Davos iniziano alle 7 e le cene finiscono molto tardi, sono giorni molto intensi alle Montagne Magiche». Che taglio ha dato al suo intervento?
«Ho fatto due sessioni come speaker; nella prima ho parlato del futuro dell’healthcare, grazie all’utilizzo dei dati e dell’internet of things (internet delle cose, ndr). Nella seconda sessione, ho parlato di come poter velocizzare l’uguaglianza di genere e come poter raggiungere più in fretta la parità dei sessi». La situazione delle donne al lavoro sta migliorando o peggiorando?
«Purtroppo stiamo peggiorando, come dimostra il Global Gender Gap Report del World Economic Forum che è stato pubblicato qualche mese fa». Cosa si dovrebbe fare per migliorarla?
«È indispensabile che le donne e gli uomini abbiano le stesse possibilità sia al lavoro che in casa, e che ci sia parità di trattamento e di salario. Credo che uno degli elementi cruciali sia proprio l’assistenza della prima infanzia; in Svizzera soltanto il 15 percento delle mamme lavora a tempo pieno perché non c’è abbastanza assistenza alle famiglie. Ad esempio, solo un bimbo su 10 riesce ad avere un posto all’asilo nido a Ginevra». Ha lavorato sia in Italia che all’estero: ha notato delle differenze nel trattamento delle donne al lavoro?
«Ho sempre lavorato in aziende internazionali e internamente non ho mai notato differenze di genere. La situazione cambia esternamente all’azienda; ad esempio, quando ho gestito il lancio del brand Clearblue in Paesi emergenti: alcuni clienti in India ed in Russia stentavano a credere che fossi io il loro interlocutore principale, donna e per di più giovane». Cosa ne pensa di #MeToo, il movimento che denuncia gli abusi degli uomini contro donne lavorativamente sottoposte a loro? In Usa molti attorie registi, ma non solo, sono stati severamente pu- niti, mentre pare che in Europa questo movimento sia visto con un po’ di scetticismo, ed etichettato come “perbenista”. Che idea si è fatta?
«Da un lato, sono grata a tutte le donne che hanno avuto il coraggio di parlare e di denunciare le violenze subite. Ovviamente le denuncie dovrebbero arrivare anche in tribunale e non rimanere sui social media. Dall’altro lato, soprattutto in America, molti uomini si sono distaccati dalle donne dopo il movimento #MeToo per paura di essere accusati di comportamenti inappropriati negli ambienti lavorativi. E invece abbiamo bisogno anche degli uomini per raggiungere la parità dei sessi. È una battaglia che si può vincere soltanto insieme».
Il comandante Andrea Giacomini illustra il progetto sperimentale di collaborazione tra i vigili e le chat di quartiere: i referenti dei gruppi dovranno essere formati e fare da filtro per le segnalazioni
Andrea Giacomini, comandante della polizia municipale di Ravenna
«La richiesta che veniva dai gruppi di chat di quartiere era quella di essere ascoltati e ci siamo detti che vale la pena tentare una sperimentazione per capire se si può costruire una collaborazione organizzata, utile nell’interesse della città». Il comandante Andrea Giacomini, ex capitano dei carabinieri, porta la polizia municipale di Ravenna su Whatsapp.
Qual è la ragione di questa sperimentazione?
«Le chat di quartiere su Whatsapp sono nate spontaneamente nel tentativo di migliorare la sicurezza della città. Si può dire quindi che il loro obiettivo finale sia lo stesso che ha anche la polizia municipale».
Qualcuno teme una strumentalizzazione per fini politici…
«Per il mio ruolo mi farò garante di una imparzialità sotto questo aspetto. Questo non toglie che un amministratore locale possa essere soddisfatto che questa novità arrivi nell’epoca in cui è al governo della città».
I gruppi Whatsapp sono composti da cittadini comuni, raramente dotati di competenze specifiche inmateria di sicurezza e fenomeni di criminalità e comprensibilmente inclini ai condizionamenti emotivi. Non si corre il rischio di dare spazio alla pancia del popolo?
«Innanzitutto va detto che la maggiore attenzione verso i fenomeni di controllo del vicinato autorganizzato arriva direttamente dalle indicazioni del ministro degli Interni. Poi la difficoltà della sperimentazione sta proprio nell’inserire le cose in un quadro strutturato che non lasci spazio alla confusione».
Da qualche tempo avete aperto un canale di comunicazione con Sos chat.
«È stata una scelta dettata da una convenienza numerica in una fase iniziale: il nostro obiettivo è rapportarci con ogni gruppo e così sarà, ma abbiamo cominciato con Sos Chat perché già riunisce una quindicina di gruppi e per noi era più comodo. Da qualche tempo alcuni nostri operatori fanno parte del loro gruppo per rodare il meccanismo».
Il 5 febbraio ci sarà un incontro aperto al pubblico a casa Melandri alle 20.30 per illustrare il progetto. Ci spiega un po’ come sarà?
«Ogni gruppo che vorrà avviare una collaborazione conla Municipale dovrà scegliere al suo interno dei referenti, stiamo pensando che possano essere tre. Questi dovranno compilare un’autocertificazione e seguiranno alcune giornate di formazione: nulla di troppo complesso ma un percorso che consenta di comunicare alcuni concetti utili e permetta anche a noi di capire chi abbiamo di fronte. L’intenzione è che loro facciano da filtro capendo quali segnalazioni che viaggiano sui loro gruppi abbiano una consistenza interessante per essere trasmesse anche sul gruppo che coinvolge la Municipale. I consigli territoriali saranno gli sportelli dove potersi rivolgere per avere le informazioni».
Whatsapp resterà l’applicazione in uso?
«Per ora sì, ma andremo verso una piattaforma diversa più specifica che riduca il margine di discrezione del singolo introducendo campi da compilare, renda possibile una geolocalizzazione degli eventi per organizzare meglio i servizi di pattuglia e permetta di conservare uno storico per utilizzo futuro dei dati».
Ma è davvero utile alle forze dell’ordine ricevere segnalazioni di cittadini spaventati?
«Prima di tutto va chiarito che se si assiste a un episodio grave la regola è chiamare il 112 e non scrivere in chat. Questo deve essere chiaro a tutti. La chat deve servire per veicolare quelle segnalazioni che non richiedono un pronto intervento ma possono comunque essere utili per addrizzare le antenne. Le bande dei furti solitamente scelgono una zona e colpiscono a raffica una casa dietro l’altra in una notte intera e stessa cosa per le truffe agli anziani: se dopo la prima si sparge la voce magari si interrompe la striscia».
È cambiato il modo di agire di chi ruba nelle case?
«Una volta avevamo a che fare con bande che sceglievano un obiettivo studiando e preparavano l’azione sapendo cosa andavano a rubare. Oggi abbiamo bande che puntano una zona che offre comodità per agire, colpiscono più case possibile prendendo tutto quello che possono e poi fanno un bilancio di cosa hanno preso. Questo tipo di criminalità è rappresentata soprattutto da stranieri dell’Est Europa che concepiscono il furto come qualcosa non così grave, anche per via di un vecchio retaggio storico radicato in Paesi che hanno vissuto con il Comunismo dove la proprietà privata non esisteva e la redistribuzione delle ricchezze era prassi».
Le chat nascono perché ci sono tecnologie nuove. Quali altre hanno fornito maggiori strumenti ai corpi di polizia?
«Direi senza dubbio telecamere di videosorveglianza e varchi stradali con lettori di targhe».
Le telecamere però non hanno permesso di evitare la raffica di spaccate in pieno centro…
«Abbiamo 80 telecamere in città. La situazione ideale è quella in cui l’operatore di centrale vede sul monitor che qualcuno sta per sfondare una vetrina e fa intervenire la pattuglia. Ma questo non è così facile. Però non è corretto dire che le telecamere sono inutili perché è proprio grazie a quelle riprese, visionate durante le indagini, che è stato possibile risalire agli autori. Stiamo però pensando a installare telecamere intelligenti che si attivini a certi segnali».
L’ondata di spaccate ha allarmato molti. Così come altri episodi come la rissa fra due famiglie rivali in pronto soccorso o la donna morta dopo mesi di agonia per le conseguenze di una caduta dopo uno scippo a Lugo. C’è un allarme criminalità?
«Non c’è dubbio che nell’ultimo periodo abbiamo assistito a un numero crescente di fenomeni criminali e certamente la vicinanza temporale degli episodi e il fatto che siano accaduti in pieno centro ne ha aumentato il peso nella percezione. Però la valutazione corretta da fare non è quella sull’onda emotiva ma sulle statistiche che dicono che nel nostro territorio chi commette reati poi in una grande percentuale di casi viene individuato. Poi qualcuno può lamentare sulla mancanza della certezza della pena ma questo è un altro discorso».