L’ex dirigente di Sapir scettico sull’escavo: «Speriamo siano soldi spesi bene»

Ad un convegno organizzato da “Altra Repubblica”, Sciacca ha criticato l’approccio ravennate: «Gli altri crescono, la nostra città cala, soprattutto nei container»

AttachmentL’ex direttore di Sapir Engineering Leonello Sciacca è piuttosto freddo sui progetti di Autorità Portuale. Sciacca ha parlato durante un incontro organizzato dall’Altra Repubblica, neonata associazione che vede Paolo Gambi e Luisa Babini (esponenti della minoranza del Pri) tra i promotori.

Secondo Sciacca «il nostro porto non è mai stato coordinato in modo organico alla città, nonostante migliaia di persone vi lavorino». L’ex direttore ha puntato il dito contro le carenze strutturali e sul tema dell’escavo». L’ex direttore Sapir critica anche la mancanza di un’azione di sensibilizzazione che faccia capire alla città che «sabbia e argilla, proveniente dai fondali, non è materiale inquinato».

Un pregiudizio che, insieme a complicanze burocratiche, ha portato all’impasse attuale.  «Se ci fossero stati pronti gli appalti tutte le ditte di Ravenna avrebbero potuto lavorare e non ci sarebbero stati fallimenti e perdite di posti di lavoro. La politica non si è posta questo problema nel momento in cui elaborava norme che complicavano l’iter burocratico e oggi siamo ancora qui in attesa dell’inizio dei lavori».

Così oggi il porto di Ravenna non ha agganciato a pieno la ripresa: «Gli altri crescono, ma Ravenna, a cominciare dai container cala», dice Sciacca. Il dato ufficiale del 2017 rileva una crescita globale dello 0,1 per cento.  «Pare che si sia più interessati a fare qualcosa  piuttosto che  fare ciò che serve davvero. L’Autorità Portuale spenderà 235 milioni di denaro pubblico per banchine e fare gli escavi. Speriamo che sia fatto quello che serve davvero perché quando si spende denaro pubblico lo si deve fare usandolo al meglio».

Sciacca ha parlato venerdì, durante il convegno sullo sviluppo di Ravenna organizzato dall’Altra Repubblica, il cui  presidente è Fabio Bocchini. «La crisi – ha detto il presidente – non è solo economica, ma ci consegna una società dove la politica ha fallito ed il dato più evidente è che crescono le persone che non si fidano più delle classi dirigenti e si rifugiano nell’astensionismo». Ha parlato anche Riberto Neri, segretario generale della Uil di Ravenna, che non condivide i dati ottimistici sulla ripresa, ricordando disuguaglianze, tensioni sociali e precarizzazione del lavoro. «Ravenna ha reagito male: la  disoccupazione è al 9% contro la media regionale del 6%».

L’incontro è stato concluso da Paolo Gambi, capolista del Pri nel plurinominale della Romagna e candidato nel collegio uninominale di Ravenna alla Camera dei Deputati. «I problemi sono complessi, ma se dobbiamo giudicare quale sia lo sforzo che sta facendo la politica per rispondere ai problemi, dobbiamo dire che la nostra risposta è : nessuno, perché la politica non studia i problemi a fondo, perché prevale la necessita di dare un’immagine, ma non una soluzione e, dunque, la politica, anche quella locale, per lo più non è preparata. Ravenna è rimasta indietro»,

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