In tutta l’Emilia Romagna i progetti finanziati sono 119 per un totale di 15 milioni di euro. L’assessore: «Pronti a stanziare altre risorse»
Andrea Corsini
Quasi 2,7 milioni di euro a venti imprese ravennati. Questo il risultato delle risorse messe a disposizione dalla Regione in un bando che per la prima volta ha messo insieme turismo, commercio e cultura per rafforzare l’attrattività del territorio emiliano romagnolo, creando nuove opportunità in termini di sviluppo e occupazione. I soldi seviranno a realizzare progetti innovativi di riqualificazione turistica, commerciale e culturale In tutto sono 119 le imprese in tutta la Regione che accedono al fondo, per un totale di 15 milioni di euro. I contributi che arriveranno sul loro territorio vanno dai 10mila ai duecentomila euro.
Le risorse sono state messe a disposizione dal Por Fesr (Programma operativo del Fondo europeo di sviluppo regionale dell’Emilia-Romagna) 2014-2010 e serviranno a sostenere tre aree di sviluppo – turismo, commercio e cultura – con una stima di investimenti complessivi di oltre 140 milioni di euro. Tre le graduatorie approvate dalla Regione.
L’assessore regionale al Turismo e commercio, Andrea Corsini, esprime soddisfazione per le idee innovative presentate, infatti «con questo bando abbiamo messo in luce un’ampia capacità progettuale per incentivare l’attrattività del nostro territorio attraverso la riqualificazione delle strutture ricettive, che potranno così innalzare la qualità e gli standard dei loro servizi. Stiamo valutando di stanziare ulteriori risorse per finanziare, scorrendo le graduatorie, un numero maggiore di progetti».
Parteciperanno l’azienda promotrice, il Comune e l’Autorità Portuale. Sul sito l’avviso di consultazione pubblica
Un rendering del deposito per stoccaggio e distribuzione di Gnl al porto di Ravenna (foto da Ship2shore.it)
L’amministrazione comunale fa il punto con la cittadinanza di Marina di Ravenna riguardo al progetto di deposito costiero Gnl che la società Pir vuole costruire sul canale Baiona. L’appuntamento è lunedì 17 luglio alle 18.30 alla sala auditorium del centro civico di Marina di Ravenna. Parteciperanno all’incontro, organizzato insieme al consiglio territoriale del Mare, il sindaco Michele de Pascale, il direttore generale e amministratore delegato della Pir Guido Ottolenghi, il presidente dell’Autorità portuale Daniele Rossi.
Il Comune ricorda che l’intervento è soggetto a procedura di Autorizzazione ministeriale nonché a Valutazione d’impatto ambientale regionale, oltre che a nulla osta di fattibilità da parte del Comitato tecnico regionale (composto tra gli altri da Vigili del fuoco e Arpae Emilia Romagna) organismo che valuterà la sicurezza delle attività previste. Il permesso di costruire che dovrà essere rilasciato dal Comune nell’ambito della procedura di Via regionale richiede come pre requisito fondamentale l’ottenimento del nulla osta di fattibilità da parte del Comitato tecnico regionale. Il Comune ha pubblicato sul proprio sito web, oltre che sull’albo pretorio on line, l’avviso di consultazione pubblica e partecipazione al progetto decisionale.
Il contenzioso tra ministero e Novamusa lascia in stallo l’accoglienza visitatori. E l’ingresso di Ravennantica è ancora lontano
Veduta aerea della basilica di Sant’Apollinare in Classe
Dal 2 giugno nei tre siti culturali di proprietà dello Stato a Ravenna – basilica di Classe, mausoleo di Teodorico, museo nazionale – manca il servizio di accoglienza per il turista; non si possono effettuare i pagamenti con bancomat, carte di credito e sfruttare il bonus cultura; non vengono emessi i biglietti cumulativi, scontrini fiscali e fatture sul posto; non si possono acquistare le Romagna Visit Card. Da domenica 9 luglio i bookshop sono chiusi e i dipendenti licenziati. A fronte di questa situazione – figlia di un contenzioso tra il ministero e la società Novamusa che aveva in gestione i servizi ricordati – la Confcommercio di Ravenna ribadisce il suo auspicio perché venga data immediata attuazione all’accordo che prevede l’affidamento della gestione dei servizi al pubblico a Ravennantica. «Solo così è possibile superare il blackout dei servizi turistici in tre importanti siti culturali visitati da migliaia di turisti».
Un accordo firmato a febbraio prevede l’ingresso di Ravennantica a novembre, nel momento in cui arriverà a scadenza naturale la concessione alla società Novamusa. Ma dall’inizio di giugno è deflagrato il contenzioso che ha portato llo statto. «Il primo novembre è ancora lontano: e nel frattempo? – si chiede Confcommercio –. Mancano tre mesi e mezzo al subentro di Ravennantica a Novamusa nella gestione di tre importanti monumenti ravennati ma nubi sempre scure di addensano sulla vicenda che lascia perplessi e amareggiati. E lo saranno di certo i turisti che visitano tali monumenti in questi giorni e che si trovano davanti ad una situazione che nulla ha a che vedere con un servizio di accoglienza adeguato ad una città turistica come Ravenna. Per di più, come nel caso del Museo Nazionale, oltre alla mancanza di servizi essenziali e basilari, il turista deve fare i conti con la riduzione notevole dell’orario di apertura del complesso che prosegue già da due mesi. Se la situazione non si blocca rapidamente, rischiamo di arrivare a settembre, quindi a stagione estiva chiusa, senza la prospettiva di poter fornire ai turisti un servizio dignitoso».
Confcommercio ribadisce che è necessaria una soluzione rapida efficace su questa vicenda: Continuare così, ancora per tre mesi e mezzo, è inaccettabile, ne va dell’immagine turistica della città di garantire un servizio efficiente e soprattutto ne va della capacità della città di dare soluzioni ai problemi. Bookshop chiusi, custodi sostituiti da macchinette, dipendenti licenziati sono solo gli ultimi effetti di una situazione incresciosa, che si protrae dal 2 giugno e che all’orizzonte non lascia intravedere un definitivo e chiaro superamento della problematica che settimana dopo settimana sta diventando sempre più difficile».
Il direttore della biblioteca: «Progetto utile per avvicinare chi non legge per allargare la base dei lettori abituali»
Se il bagnante non va in biblioteca, la biblioteca va sotto l’ombrellone. La biblioteca Classense di Ravenna, nell’ambito delle attività di promozione della lettura in vari luoghi della città, ha ideato il progetto “Una spiaggia che legge è una bella storia” per portare direttamente negli stabilimenti balneari libri a disposizione delle persone che li frequentano. Oltre 800 libri di tutti i generi, dal thriller al romanzo sentimentale, passando per qualche classico italiano, sono approdati in undici stabilimenti balneari che hanno accolto positivamente la proposta.
La Classense ha curato scelta, consegna dei libri e campagna promozionale: dall’1 luglio i clienti dei bagni Ai Tamerici, Hana Bi, Paradiso, Singita, Sottomarino, Toto e Zanzibar di Marina di Ravenna ed Ettore, Nariz, Nautilus e Perla di Punta Marina possono prendere in prestito i libri della Classense e riconsegnarli dopo la lettura. Oltre ai libri, gli stabilimenti balneari hanno ricevuto il bollino di qualità “Una spiaggia che legge è una bella storia” a testimoniare che la lettura rappresenta una risorsa strategica su cui investire e un valore sociale da sostenere attraverso un’azione coordinata e congiunta tra i diversi protagonisti presenti sul territorio.
«Anche attraverso progetti come questo e sperimentando nuovi e sempre più numerosi approcci alla promozione della lettura, è possibile avvicinare chi non legge per allargare la base dei lettori abituali», dichiara Maurizio Tarantino, direttore della Classense.
I resti sono stati fatti cremare e portati via, tolta la lapide dove ogni anno il 24 agosto veniva commemorato tra le polemiche
Le spoglie di Ettore Muti non sono più tumulate al cimitero di Ravenna. E la sua tomba di fatto non è più tale. Secondo fonti attendibili i resti del gerarca fascista, nato a Ravenna nel 1902 e morto a Fregene nel 1943 in circostanze mai del tutto chiarite, sarebbero stati fatti cremare e portati via dalla famiglia. Per questo da qualche settimana non c’è più la lapide che lo commemorava sulla tomba dei Muti, un sepolcro nei pressi del quale ogni anno il 24 agosto si svolge una commemorazione organizzata dagli Arditi d’Italia in memoria dell’aviatore.
Da tempo queste cerimonie provocano lo sdegno di numerose forze antifasciste. Basti ricordare che lo scorso anno il sindaco Michele de Pascale aveva inviato una lettera al prefetto chiedendo che vietasse la manifestazione e solleciti in questo senso erano arrivati anche dai parlamentari Andrea Maestri (Possibile), Giovanni Paglia (Sinistra Italiana) e Alberto Pagani (Pd). Tutto invano, si era riusciti solo a evitare la presenza di vessilli inneggianti al fascismo. Cerimonie peraltro da cui la famiglia di Muti si era già dissociata più volte in passato. Nel 2008 infatti gli avvocati della figlia dichiaravano al Resto del Carlino: «Diana Muti non ha mai preso parte a questo evento che si configura inequivocabilmente come manifestazione politica. Al contrario parla di vera e propria profanazione della tomba del padre».
La tomba che ospitava i resti di Ettore Muti a Ravenna
Circa un mese fa Mirco Santarelli e Oldo Pasi dell’associazione nazionale Arditi d’Italia (Anai) hanno denunciato un atto di vandalismo alla tomba per la scomparsa della lapide. Era il 12 giugno quando i due dichiaravano: «Sfregiare la memoria di un combattente è l’atto più reprorevole che si possa commettere, indigna non solamente noi giovani depositari della storia che fu, ma soprattutto l’anima di chi, tra i combattenti della Repubblica Sociale, ancora oggi vive di quei alti ideali a difesa della Patria». Pochi giorni dopo, la stampa veniva inoltre informata che «un’altra comunità di destra, il gruppo Fortezza Identità Tradizione, insieme ad alcuni membri del gruppo umano che militivano, anni fa, nel Movimento Sociale Italiano ravennate, hanno deposto una corona sulla tomba di Ettore Muti e presto verrà riposta anche una nuova lapide. Nella corona è stato scritto: “La Luce degli Eroi splende sulla miseria dei Vili”». A questo punto, tuttavia, piuttosto che l’esito di un atto vandalico, la rimozione della lapide appare andare di pari passo con la cremazione e il trasferimento della salma. Oggi ciò che è certo è che al cimitero di Ravenna non vi è più alcun riferimento a Ettore Muti.
Così si presentava la tomba di Muti prima della rimozione delle spoglie
Resta da vedere cosa succederà il 24 agosto e cosa faranno a questo punto coloro che ogni anno si ritrovavano nel cimitero di Ravenna dove veniva celebrata una messa (nel 2016 fu don Lorenzo Lasagni di Pisignano, con un’omelia contro le unioni gay) e la deposizione di una corona sulla tomba del gerarca. Ora, senza più spoglie, c’è da chiedersi se un’eventuale cerimonia sia ancora possibile e non possa invece configurarsi come un raduno di carattere politico, che potrebbe rientrare nei comportamenti «incompatibili» con il luogo e sanzionati dal regolamento del cimitero. A questo divieto, peraltro, potrebbe aggiungersi una modifica dello Statuto a cui starebbe lavorando l’amministrazione comunale per vietare qualsiasi genere di manifestazione riconducibile alla simbologia e ideologia fascista su tutto il territorio comunale.
Ettore Muti (in origine Muty) nasce a Ravenna nel 1902 e morì a Fregene il 24 agosto 1943. Militare, aviatore e politico italiano, convinto fascista, ricoprì diversi incarichi tra cui quello di segretario del Partito Nazionale Fascista dall’ottobre 1939 fino al 28 ottobre 1940. Tra le imprese militari a lui riconducibili la partecipazione all’impresa di Fiume: Gabriele D’Annunzio coniò per lui l’appellativo di «Gim dagli occhi verdi». A Ettore Muti, personaggio entrato nell’immaginario collettivo e da sempre punto di riferimento per gli Arditi – nostalgici del regime di Mussolini – Arrigo Petacco ha dedicato il libro Ammazzate quel fascista! Vita intrepida di Ettore Muti (Mondadori, 2003). In Nero Ravenna (Edzioni Girasole, 2002), invece, i ravennati Saturno Carnoli e Paolo Cavassini ricostruiscono l’attentato in cui Muti fu coinvolto, nel 1927, in piazza del Popolo a Ravenna.
Tanti sul bagnasciuga e sotto gli ombrelloni hanno assistito alle evoluzioni della pattuglia acrobatica
FRECCE TRICOLORI A PUNTA MARINA
Erano in tanti oggi, 9 luglio, sul bagnasciuga della spiaggia ravennate con gli occhi al cielo e i telefonini in mano per gustarsi lo spettacolo delle Frecce Tricolori. La pattuglia acrobatica dell’aeronautica ha compiuto le evoluzioni sopra i bagnanti colorando l’azzurro con un enorme tricolore.
Dal cocktail bar al negozio di abbigliamento passando per l’outlet degli appassionati di corsa: i commercianti sono fiduciosi che sia arrivata la volta buona per il porto turistico, a dieci anni dalla sua nascita
I salti di gioia sono un’altra cosa, ma nel piazzale di Marinara (a dieci anni dalla sua nascita) tra i negozianti non ci sono più i volti tesi di qualche anno fa. Serpeggia ottimismo, quanto meno. A confermarlo è Paolo Davalle, titolare di Sailing.it. Fu uno dei primi negozi ad aprire, trasferendo il suo punto vendita dal paese al piazzale appena inaugurato. «Dopo il profondo rosso del 2009 abbiamo ricominciato a salire la china». Davalle giudica positiva la gestione di Davide Sinigaglia, amministratore unico di Seaser. «Stanno facendo i salti mortali, è uno sforzo apprezzabile». Sailing si è trasferito circa un mese fa dal vecchio negozio – che si trovava nel cuore della piazza – in uno spazio più grande, non lontano dalla Coop. «È stata una scelta necessaria: un negozio più grande è quello che richiede oggi il mercato».
Poco lontano si trova l’Aguardiente, il cocktail bar di Gianmaria Bertazzoli. Luci suffuse, un piccolo spazio interno e tavoli all’esterno, dove si gode la brezza del mare. L’Aguardiente, aperto lo scorso anno, ha riscosso subito successo e il titolare è molto soddisfatto: «Il locale è esattamente come lo volevo io. A partire dal posto fino al tipo di clientela. L’offerta è basata soprattutto sulla qualità del prodotto». A Bertazzoli Marinara piace «moltissimo». Tanto che, prima di aprire l’Aguardiente, qui teneva una scuola per barman: «In realtà lo spazio ce l’ho da sei anni e l’anno scorso ho deciso di aprire. È andata bene. All’inizio volevo chiudere a settembre, poi ho rimandato ad ottobre e alla fine ho tenuto aperto tutto l’anno».
MARINARA
In piazza Dora Markus per Luca Leoni l’investimento è stato doppio. Il suo MenoQuaranta, negozio specializzato in scarpe da corsa, ha tirato su la serranda nel 2013. «La situazione di Marinara è migliorata, sta diventando la parte commerciale del paese». Leoni, che prima era ambulante, propone alla clientela un prodotto tecnico, anche pensato su misura. Lo scorso anno ha deciso di raddoppiare l’attività aprendo un negozio dedicato ad una fascia di clienti meno specializzata, una sorta di outlet con una fascia di prezzo diversa: è stata quindi la prima attività ad avere due negozi nel porto turistico. Una scelta che al momento sembra pagare.
C’è chi, come Stefano Stagnaro, a Marinara non solo ha investito ma ci abita. Qui nel 2012 ha aperto il suo primo negozio di abbigliamento, Harbour Pilot: «A me Marinara piace ma c’è ancora da lavorare sull’attrattività e gli eventi, anche se quest’anno si muove qualcosa di più. Del giro d’affari siamo soddisfatti ma stiamo aspettando il grande flusso estivo». Stagnaro ritiene che si debba «avere fiducia: nei prossimi anni sono convinto che Marinara decollerà».
Il nostro viaggio a Marinara finisce alla Cambusa di Bacco, gestito da Claudio Fusconi. L’enoteca, inaugurata nel 2014, è aperta anche in inverno: «Siamo contenti di come sta andando, soprattutto quest’anno. Grazie agli eventi di pro loco e Marina Flower c’è stato un bel giro di persone. Le manifestazioni sono importanti ma forse andrebbero coinvolte maggiormente le attività presenti». Fusconi aprì la Cambusa a Marinara perché voleva un luogo in cui i diportisti facessero l’aperitivo una volta sbarcati. In questo senso, è rimasto un po’ deluso: «Siamo in costante crescita da tre anni ma dalla nautica mi aspettavo qualcosa di più e anche da Marina di Ravenna, ho pochi clienti del paese». Il prossimo passo per i negozianti di Marinara forse è proprio questo: fungere da collante tra località e porto turistico, superando una cesura lunga un decennio.
L’uomo è morto sul colpo. Arrestato un 23enne trovato positivo alla cannabis
INCIDENTE A CASTIGLIONE DI RAVENNA SULLA BAGNOLO SALARA
Un incidente stradale avvenuto verso le 21.30 di ieri, 8 luglio, a Castiglione di Ravenna ha causato la morte di un 48enne. Lo scontro tra una vettura e uno scooter di grossa cilindrata si è verificato sulla via Bagnolo Salara all’altezza del civico 69. L’impatto è stato frontale e per il motociclista non c’è stato nulla da fare: la vittima è Claudio Fanelli, originario di Forlì, ma residente a San Zaccaria. Al volante dell’auto un 23enne risultato positivo alla cannabis e per questo arrestato, come previsto dal codice della strada.
In manette un 29enne. Incidente a Belricetto. I due veicoli viaggiavano nella stessa direzione. Ferito anche un 43enne
Un 29enne di Fusignano è stato arrestato dai carabinieri con le accuse di omicidio stradale e lesioni gravi: secondo i carabinieri era al volante di una Fiat Punto che non si è fermata dopo un incidente stradale, avvenuto poco dopo le 18 dell’8 luglio nella frazione lughese di Belricetto, in cui è rimasto ferito un motociclista di 43 anni ed è morta una ragazza di 25 che sul sellino della moto.
Secondo quanto si legge sul sito dell’agenzia Ansa che riporta la notizia dell’arresto, i due veicoli stavano percorrendo la provinciale Maiano viaggiando nella stessa direzione quando è avvenuto l’urto che ha fatto finire a terra la moto. La ragazza è morta probabilmente nell’impatto contro un guardrail. Un automobilista in transito ha riferito che poco prima della collisione auto e moto procedevano quasi affiancati. Sempre secondo quanto riporta l’Ansa, tra le ipotesi al vaglio degli investigatori c’è anche quella di un possibile speronamento.
Seconda edizione della rassegna Valore Tricolore, organizzata dall’Aero Club Francesco Baracca di Lugo
Dal sito www.clubfreccetricolori.eu
È stato annunciato il programma completo della seconda edizione di Valore Tricolore, l’evento che porterà a Ravenna sabato 8 e domenica 9 luglio l’esibizione delle Frecce Tricolori, che stenderanno sul cielo – assicurano i promotori – «il Tricolore più grande al mondo».
Per la manifestazione, organizzata dall’Aero Club Francesco Baracca di Lugo, saranno due giorni dedicati a dimostrazioni, esercitazioni, attività sportive, esposizioni di mezzi militari e attrazioni con tante attività previste nel programma completo dell’evento.
L’appuntamento è sul lungomare di Punta Marina Terme. Sabato 8 luglio si inizia alle 12 con il briefing ai piloti partecipanti, tenuto dal direttore della manifestazione, Oreste Martini, poi, dalle 16 alle 18.30, la giornata sarà dedicata alle prove di volo con esercitazioni per il soccorso in mare, voli acrobatici, nonché le prove generali delle Frecce Tricolori.
Domenica 9 luglio si inizia invece alle 14.30 con l’arrivo delle autorità e la visita degli spazi espositivi. Il programma di volo è previsto dalle 16 alle 18.30 con, in apertura, le esercitazioni per il soccorso in mare. Nel calendario delle esibizioni c’è anche l’Aero Club Francesco Baracca di Lugo con la Scuola Nazionale Elicotteri, in volo alle 16.35. Alle 17 tocca alla scuola di volo ultraleggero dell’Aero Club, infine, alle 17.30, si alzerà in volo il Cessna 172 Rg.
Completano il programma il sorvolo della manifestazione di uno storico biplano da addestramento Stearman alle 16.45, mentre alle 17.15 c’è l’esibizione acrobatica di Extra 300. Segue alle 17.45 il dynamic display di un Eurofighter “Typhoon” del Reparto sperimentale di volo dell’Aeronautica militare italiana, velivolo multiruolo di quarta generazione sviluppato da una collaborazione multinazionale tra Italia, Regno Unito, Germania e Spagna. La giornata si conclude alle 18 con l’esibizione della Pattuglia Acrobatica Nazionale, che comporrà diverse figure in cielo, culminando con la stesura del Tricolore. Nei due giorni della manifestazione sarà presente anche la Scuderia Red Passion “The Owners Club”, che ospiterà a bordo delle proprie auto i piloti che prenderanno parte all’evento.
Le due giornate di “Valore Tricolore”, organizzate con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, della Provincia di Ravenna, del Comune di Ravenna, del Comune di Lugo, delle Unioni dei Comuni della Bassa Romagna e della Romagna Faentina, sono dedicate ai valori della Carta costituzionale per celebrare «l’identità nazionale, la democrazia, la libertà, la pace e il rispetto del prossimo, l’eccellenza italiana, l’educazione ai valori sociali racchiusi e citati dalla bandiera italiana e di cui le Forze armate sono i maggiori custodi».
L’evento è stato ideato per la prima volta nel 2016, per celebrare il 70° anniversario della nascita della Repubblica italiana, il 70° delle Forze armate italiane e il centenario del Cavallino rampante, simbolo dell’asso italiano dei cieli Francesco Baracca; quest’anno l’appuntamento celebra il decimo anniversario della morte del comandante Andrea Golfera, pilota lughese, istruttore sui Canadair in servizio alla Protezione civile, scomparso in un incidente aereo durante una missione antincendio nel Parco del Silente a L’Aquila.
Il primo punto vendita di Coop Alleanza 3.0 dedicato al mondo pet
INAUGURATO IL PET STORE COOP AMICI DI DASA
Il mondo cooperativo punta sul mercato degli animali domestici e lo fa partendo da Ravenna: al centro commerciale Esp, recentemente raddoppiato in estensione con un galleria di cento negozi, ha aperto oggi 8 luglio “Amici di casa Coop”, il primo punto vendita di Coop Alleanza 3.0 interamente dedicato a cani e gatti. L’inaugurazione fa parte di un piano di sviluppo che prevede nel triennio 2017-19 circa 60 aperture di negozi dedicati ai pet: a questa apertura ne faranno seguito altre 5 entro settembre tra cui quelle nei centri commerciali Le Mura di Ferrara e Lame di Bologna.
Una area vendita di 300 metri quadri, circa cinquemila articoli, con particolare attenzione agli alimenti per cuccioli e gattini, per cani di razze mini e alle diete indicate nel trattamento delle principali patologie di cani e gatti. A disposizione della clientela ci sono 5 addetti amanti degli animali e appositamente formati da veterinari della Associazione nazionale dei medici veterinari italiani.
Il momento inaugurale ha visto la partecipazione di Gianandrea Baroncini, assessore comunale per i Diritti degli animali, Massimo Ferrari, amministratore delegato alla Gestione di Coop Alleanza 3.0 e, in rappresentanza dei soci, Matteo Ghetti, presidente del Consiglio di zona.
Dopo che l’agenzia del territorio ha definito la rendita catastale nel 2015, si sono mossi gli uffici di Palazzo Merlato partendo dal 2010. Contenziosi in corso
Il Comune di Ravenna ha contestato il mancato pagamento dell’Ici per l’anno 2010 sui posti barca di Marina di Ravenna avviando le procedure per il recupero di circa 60mila euro in totale a cui andranno sommate le sanzioni ancora da calcolare. Da parte dell’assessorato al Bilancio si tratta solo del primo atto: i tecnici pubblici stanno infatti elaborando le richieste per gli anni successivi, con cifre annuali che non si discostano da quella già citata e arrivano a un totale di circa 300mila euro di arretrati.
A scanso di equivoci va precisato che le contestazioni di Palazzo Merlato riguardano svariate tipologie di soggetti: dal singolo cittadino con il proprio ormeggio utilizzato in prima persona fino alla società che affitta i posti ma anche la concessionaria del porto turistico Marinara. «Non c’è differenza in base a chi possiede il posto barca – spiega Valentina Morigi, assessore comunale al Bilancio –. L’unica valutazione da fare riguarda il versamento o meno. Siamo partiti dal 2010 perché la legge non consente di andare più indietro per il recupero».
L’azione del Comune ha preso le mosse a metà del 2015 dopo che l’agenzia del territorio ha definito la rendita catastale. I posti era stati accatastati nell’autunno del 2014 ponendo fine a una diatriba che si trascinava da tempo sulla necessità o meno della registrazione. Ma si dibatte in modo acceso sulla rendita. Proprio su questo si basano i tanti ricorsi fioccati da Marina dopo le lettere del Comune: «In poche parole – dice ancora Morigi – i proprietari si oppongono alla valutazione dell’agenzia delle entrate e di riflesso quindi si oppongono ai nostri avvisi di accertamento. Attendiamo il pronunciamento delle autorità competenti e nel frattempo andiamo avanti con le notifiche degli anni successivi perché siamo convinti di essere nel giusto».
Abbiamo chiesto a Seaser, società concessionaria del porto turistico, come sta gestendo la partita Ici-Imu per i posti barca di sua competenza (circa 500 sui 1.100 presenti in uno specchio d’acqua da circa 150mila mq): «La società paga 70mila euro all’anno a titolo di Imu sugli immobili e non vi è alcun contenzioso. Delle strutture in acqua sono accatastate solo le banchine in cemento in quanto individuabili tramite riferimenti catastali». Dal Comune confermano che relativamente agli anni 2015 e 2016 risultano i versamenti di Seaser ma proprio in virtù dei contenziosi sul passato verranno attentamente valutati i calcoli fatti tenendo conto che la concessionaria è tenuta al pagamento anche dell’Imu per gli immobili a terra.
Anni fa era sorta la questione accatastamento sì o accatastamento no. Era stata sollevata in occasione di uno dei tanti passaggi di proprietà delle quote di Seaser, per via di un ragionamento tanto banale quanto logico: posti accastati aumentano il valore del patrimonio in mano alla concessionaria e quindi il valore della società. Fino a pochi anni fa l’accatastamento non era stato fatto. Eppure la concessione del 1998 tra Seaser e l’Autorità portuale, che autorizzava la realizzazione della parte a mare, sembrava piuttosto esplicita: «Al termine dei lavori Seaser dovrà provvedere a propria cura e spese all’aggiornamento dei dati catastali». E se la parte a terra è stata inaugurata nel 2007, quella a mare era stata già completata in precedenza. Il tema era stato sollevato in quell’occasione da Luigi Vitali, l’ex socio che ha impugnato il bilancio del 2011 in una causa civile di fronte al tribunale delle imprese: «Esistono altri temi trattati nella mia denuncia che dovranno essere approfonditi, il primo fra tutti il mancato accatastamento dei posti barca che ha prodotto gravi danni alla cittadinanza che si è dovuta sobbarcare gli oneri per esempio dello smaltimento di rifiuti derivanti dalle barche, cioè il pensionato ravennate paga per i benestanti delle barche. Sulla necessità di accatastare no nci sono dubbi, ci sono anche sentenze della Cassazione che lo confermano».