venerdì
15 Agosto 2025

L’OraSì ci prende sempre più gusto: infiamma il PalaCattani e stende Verona

Basket Serie A2 playoff / Nella prima partita dei quarti playoff i ravennati sconfiggono i veronesi al termine di un match ben condotto in particolare nel secondo e nel terzo quarto. Prossimo appuntamento martedì sempre a Faenza

Ravenna-Verona 72-64
(17-17, 41-36, 56-46)
ORASI’ RAVENNA: Smith 14, Scaccabarozzi ne, Sgorbati 6, Chiumenti 8, Marks ne, Raschi 6, Masciadri 9, Tambone 21, Crusca 3, Seck ne, Sabatini 4. All.: Martino.
TEZENIS VERONA: Diliegro 4, Robinson 4, Amato 7, Portannese 6, Guglielmi ne, Boscagin 7, Pini ne, Frazier 15, Rovatti, Brkic 19, Totè 2. All.: Dalmonte.
ARBITRI: Brindisi di Torino, Terranova di Ferrara e Vita di Ancona.
NOTE – Uscito cinque falli: Diliegro. Ravenna: T2 22/41 (54%); T3 5/13 (38%); TL 13/22 (59%); rimbalzi 36 (9+27); assist 11. Verona: T2 14/30 (47%); 9/21 (43%); TL 9/13 (69%); rimbalzi 26 (3+23); assist 14.

Orasi Verona
Un’immagine del match vinto dall’OraSì contro i veronesi della Tezenis

È una grande OraSì quella che a Faenza batte Verona 72-64 in Gara 1 dei quarti di finale playoff, davanti a un PalaCattani gremito di tifosi giallorossi. I ragazzi di coach Martino sopperiscono ancora al meglio all’assenza di Marks, vincendo la battaglia a rimbalzo (36-26) e sfruttando il gap di energia con un’avversaria reduce dal supplementare di Biella di mercoledì. Mattatore della gara è Tambone che segna 21 punti, ma è la prova di tutta la squadra a permettere ai ravennati di portare a casa il match. Tra i padroni di casa Smith sfiora la doppia doppia con 14 punti e 9 rimbalzi e Sgorbati sorprende con un ottimo +19 di valutazione, mentre per Verona i migliori sono Brkic (19 punti) e Frazier (15). Appuntamento per Gara 2 per martedì sera alle 20.30 sempre in un PalaCattani di Faenza che in questo primo appuntamento della serie il pubblico ha reso al meglio la nuova casa della pallacanestro giallorossa.

Parte bene nel primo parziale Verona con Diliegro, ma sullo 0-4 per gli ospiti l’OraSì registra la difesa e con un parziale di 9-0 guidato dai 7 punti di Tambone si porta sul 9-4. Diliegro commette il secondo fallo, ma dalla panchina sale Brkic, che con 5 punti consecutivi impatta il match a quota 9. Ravenna torna avanti sul 13-9, ma ancora Brkic con un grande lavoro sotto canestro innesca il parziale del nuovo pareggio, firmato dalla tripla di Boscagin a poco più di 1’ dal primo intervallo sul 17-17. La partita resta in equilibrio anche in apertura di secondo quarto (21-21), poi la tripla di Frazier apre un parziale di 0-7 con cui gli ospiti trovano il massimo vantaggio sul 21-28. Ravenna torna sotto sul 27-28 e trovano il secondo fallo di Robinson, ma la tripla di Amato tiene a distanza i padroni di casa (27-31). Ancora Tambone con 5 punti apre un parziale di 8-0 chiuso dalla tripla di Crusca, che vale sorpasso e allungo sul 35-31. Il PalaCattani si scalda e l’OraSì chiude ancora bene il quarto portandosi a +5, con le squadre che tornano negli spogliatoi sul 41-36.

Ravenna rientra in campo con la concentrazione giusta e vola a +12 (50-38) in apertura di terzo quarto grazie alla tripla di Tambone e alla gran schiacciata in contropiede di Taylor Smith. Portannese si iscrive alla partita con la tripla che chiude il parziale di 9-2 con cui i giallorossi avevano cominciato il periodo (50-41), poi la difesa di Verona prende il controllo della partita nella seconda metà del quarto. Gli ospiti faticano però in attacco, accorciano -6 sul 50-44, ma vengono respinti a -10 quando Sgorbati firma il 56-46, con cui le squadre entrano negli ultimi 10’ di gioco. L’OraSì parte bene anche nel quarto periodo e con il canestro di Capitan Raschi trova il massimo vantaggio sul 62-48 (+14), ma Verona reagisce con un incredibile 0-11 di parziale che riapre la partita. Boscagin segna la tripla, Portannese con un canestro e fallo pesca il quarto di Tambone, poi la bomba di Frazier riporta gli ospiti a -3 sul 62-59. Sabatini con quattro punti consecutivi prova a tenere a distanza la Tezenis (66-59), ma ancora Frazier dalla lunga distanza riporta i suoi a -4 sul 68-64 a meno di 3’ dalla sirena finale. Ravenna soffre ma tiene, e a 1’30’’ dalla sirena il canestro e fallo a rimbalzo d’attacco di Chiumenti mette il sigillo sul match (71-64). Ancora la difesa dell’OraSì è sugli scudi nel finale e il libero di Tambone fissa il punteggio finale sul 72-64, davanti a un Pala Cattani in visibilio.

L’Olimpia Cmc alza il muro e Aprilia non passa: i playoff iniziano con una vittoria

Volley Serie B1 femminile playoff / Le ravennati iniziano nel modo migliore i playoff superando 3-0 la Giovolley nella gara1 dei quarti di finale. Ritorno mercoledì sera in terra laziale, con la squadra di Breviglieri che proverà a chiudere la serie

Olimpia Cmc Ravenna-Aprilia 3-0
(25-23, 25-21, 25-16)
OLIMPIA CMC RAVENNA: Rossini 8, Neriotti 6, Benazzi 13, Babbi 15, Assirelli 15, Lancellotti 3, Panetoni (L); Peretto 1, Bandini. Ne: Laghi, D’Aurea, Dametto. All.: Breviglieri.
GIOVOLLEY APRILIA: Gioia 8, Kranner 4, Guidozzi 4, Gatto 2, Liguori 13, Corvese 9, Lorenzini (L); Muzi, Borelli. All.: Federici.
ARBITRI: Marinelli e Albergamo.
NOTE – Olimpia Cmc: bs 9, bv 2, errori 11, muri 17; Aprilia: bs 3, bv 2, errori 11, muri 8. Durata set: 29’, 30’, 25’ (tot. 84’).

Esultanza Olimpia
Un’esultanza delle giocatrici dell’Olimpia Cmc

L’Olimpia Cmc parte con il piede giusto nell’avventura dei playoff, superando in tre set la Giovolley al termine di un match dominato in particolare a muro (ben 17, di cui dieci di Assirelli). Al PalaCosta nella prima gara dei quarti le ravennati riescono a spuntarla in volata nelle due frazioni iniziali, con Aprilia che vende cara la pelle, mentre nella terza dopo un piccolo black out iniziale non incontrano grandi difficoltà a chiudere il discorso. Si tratta dell’ottava vittoria di fila per la squadra di Breviglieri, con questa che si aggiunge alle sette dell’ultima parte della regular season. Il prossimo appuntamento è fissato per mercoledì sera, in casa delle laziali (inizio ore 20.30), mentre l’eventuale spareggio è previsto per sabato 20 maggio, sempre al PalaCosta.

Sestetti titolari L’Olimpia Cmc scende in campo con Lancellotti in regia, Benazzi opposto, Rossini e Babbi in posto 4, Assirelli e Neriotti centrali, Panetoni libero. Il coach della Giovolley Aprilia, Tonino Federici, schiera la diagonale formata da Gatto e Gioia, le bande Kranner e Liguori e al centro Corvese e Guidozzi, con Lorenzini in seconda linea.

Muro Assirelli Rossini
Un muro di Assirelli e Rossini nel corso del match vinto contro Aprilia

Primo set Dopo una breve fase di studio, con le squadre a stretto contatto, l’Olimpia Cmc prova ad accelerare con Neriotti (10-8) e Benazzi (12-9), ma Aprilia non ci sta e si avvicina con Corvese (12-11) ed effettua il sorpasso con Liguori: 13-14. Il muro di Assirelli vale il contro-sorpasso (15-14), subito vanificato da Corvese e da un errore di Rossini: 15-17 ed entra Peretto al posto della schiacciatrice. Neriotti a muro riporta l’equilibrio in campo (17-17), imitata da Lancellotti per il nuovo vantaggio ravennate: 18-17. Una schiacciata fuori di Gioia regala il 20-18, ma un attacco sull’asticella di Babbi riporta il match in parità: 20-20. Benazzi realizza il pallonetto del 23-22, Neriotti l’ace del 24-22, Liguori annulla la prima palla del set, ma nella seconda Babbi spedisce a terra: 25-23.

Secondo set Il primo tentativo di fuga della Giovolley porta la firma di Kranner (3-5) ed è subito rintuzzato da Rossini (6-6), il secondo è più convinto e passa dai muri di Guidozzi e Liguori: 7-10. Neriotti risponde con la stessa moneta (9-10), ma ci pensa Corvese a riportare a +3 la sua squadra: 15-18 e time out Breviglieri. Due punti di Benazzi rimettono in corsa l’Olimpia Cmc (17-18) e questa volta è il turno del tecnico Federici di fermare il match. Gioia firma il 17-20 delle laziali, Rossini però le stoppa con due punti di fila (21-21) e Lancellotti piazza il muro del 22-21. Il coach dell’Aprilia prova a riportare ordine alla sua squadra chiamando di nuovo il time out, ma Rossini non sbaglia la palla break del 23-21 e Assirelli è insuperabile a muro, realizzandone due consecutivi: 25-21.

Terzo set La frazione inizia con lo scatto della Giovolley sull’1-5, provocato dalla battuta vincente di Guidozzi e da qualche errore di troppo. Liguori regala il 4-6 alle ravennati e Assirelli diventa la grande protagonista del match, inanellando un muro dopo l’altro che valgono prima il pareggio (6-6) e poi la fuga dell’Olimpia Cmc, che grazie alla centrale, Babbi (ace) e Rossini realizza un break di 8-0: 15-7. Acquisito un tale vantaggio la formazione di Breviglieri non ha difficoltà ad aggiudicarsi set e partita, allontanandosi in modo ulteriore con Rossini (19-10 e 22-11) e chiudendo al secondo match point per via della schiacciata out di Gioia: 25-16.

Giardini in bicicletta, cestini floreali per abbellire la zona del mercato coperto

Piante officinali in corrispondenza dei cestini delle bici dipente dei 23 personaggi legati alla storia di Ravenna

Giardini in bicicletta

E’ stato inaugurato l’allestimento temporaneo Giardini in Bicicletta, bici floreali in via IV novembre. Il progetto è realizzato nell’ambito del progetto Street Art Video Bike realizzato lo scorso giugno dai giovani artisti dell’Associazione Dis-Ordine – in collaborazione con le attività commerciali che si affacciano in quel tratto di strada – per abbellire le pareti del cantiere del mercato coperto.

In corrispondenza dei cestini delle bici dipinte dei ventitrè personaggi legati alla storia di Ravenna diretti verso il centro cittadino sono stati installati contenitori con piante officinali fiorite in richiamo all’usanza diffusissima anche a Ravenna di decorare il cestino della bici con ornamenti floreali.

Moltissime le bici che ogni giorno stazionano a ridosso del pannello interagendo con il singolare trompe l’oeil e ora anche con le piante vere curate, per la durata dell’installazione, dagli esercenti frontisti. Tra quelle dei partecipanti alla manifestazione è stata premiata con una splendida ortensia color porpora la bici più fiorita, di Nicoletta Gobbi, anche per il suo valore etico, ornata con girasoli e azalee dell’iniziativa AIRC Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, in occasione della festa della mamma.

Maxisequestro in un negozio: circa 2.600 prodotti senza marchio obbligatorio

Denunciato il commerciante, un 39enne che ha l’attività nel centro della località, perché aveva due cinture contraffatte

Il materiale sequestrato
Il materiale sequestrato

Circa 2.600 articoli sequestrati dai carabinieri di Milano Marittima, all’interno di un negozio. Denunciato il commerciante, un 39enne di origine bengalese, che ha l’attività nel centro della località rivierasca. Nel corso di un controllo amministrativo  è stato trovato in  possesso di  articoli vari (soprattutto cover e pellicole proteggi vetro per smartphones, cuffiette e altri gadget elettrici, occhiali da sole, giocattoli, cannocchiali…) tutti privi dell’obbligatorio marchio “CE” e che sono stati pertanto sottoposti a sequestro amministrativo.

motivo per il quale è scattato anche la denuncia. Elevate sanzioni per migliaia di euro, da quantificare. Infatti, a seconda della categoria merceologica, le multe variano: per gli occhiali da sole da 2.582 a 15.493 euro , per i giocattoli da 1.500 a 10.000 euro, per il materiale elettrico da 20,66 a 123,95 euro.

«Museo di Classe, i tempi si sono allungati ma il progetto è complesso»

L’assessora alla Cultura Elsa Signorino spiega come mai si aprirà nel 2018, molto più tardi rispetto a quanto inizialmente preventivato

Elsa SignorinoIn occasione di un forum in redazione con l’assessora alla Cultura Elsa Signorino, ex presidente di Ravennantica, ha rappresentato anche l’occasione per fare il punto su uno dei progetti fondamentali di questo mandato: l’apertura del Museo di Classe,  annunciata nella primavera del 2018.

Ci conferma la data di apertura, ci saranno altri ritardi?
«Confermo entro il 2018».

Citando il libro del progettista originario, Marcello Vittorini, abbiamo anche noi più volte sottolineato i ritardi di una riqualificazione, quella dell’ex zuccherificio, attesa da 14 anni…
«Non è così. L’ho già detto altre volte ma lo ripeto. Il progetto del Parco archeologico di Classe parte all’inizio degli anni Duemila e con la nascita della fondazione Ravennantica cessa di essere incentrato solo sul museo per diventare un vero e proprio progetto di Parco. Nel corso degli anni Ravennantica ha restituito alla fruizione pubblica testimonianze del patrimonio altrimenti non disponibili – dalla Domus dei Tappeti di pietra a San Nicolò, dalla Cripta Rasponi al recentemente inaugurato Antico Porto – senza dimenticare l’attività di scavo, di studi, di restauro. In tutto questo si inserisce il progetto di Museo archeologico, con il primo finanziamento dello Stato (risalente al 1996 e che prevedeva 15 miliardi delle vecchie lire, ndr) che riguardava solo ed esclusivamente la realizzazione dei laboratori di restauro e dei depositi, ossia solo il recupero di una porzione dell’ex zuccherificio. Fu un cantiere, gestito inizialmente dalla Soprintendenza, complesso e sfortunato (con più ditte che si sono alternate negli appalti e che avrebbe dovuto essere completato originariamente nel 2004, ndr) come a volte accade, si è protratto oltre il tempo dovuto e a un certo punto abbiamo costruito un protocollo d’intesa grazie al quale il Comune ha preso in mano la direzione dei lavori portando a compimento la prima sezione del museo nel 2008, che è rappresentata appunto dai laboratori di restauro e dai depositi. Fu a quel punto che partì la ricerca dei finanziamenti necessari per realizzare una vasta area espositiva, finanziamenti rinvenuti grazie alla fondazione della Cassa di Risparmio in primis e grazie a una ricerca fatta di volta in volta, non semplice, di fondi europei, statali, comunali e regionali».

Resta il fatto che fino a poco tempo fa sul sito di Ravennantica si pubblicizzava ancora l’inaugurazione del Museo nel 2011…
«Ricordiamoci che non stiamo parlando solo di un museo, ma di un’intera area da recuperare. Una sistemazione di vastissima portata, per cui abbiamo sperimentato modalità inedite, mettendo insieme Comune, una Fondazione promossa dal Comune, Università, Fondazione Cassa, il Ministero, un comitato scientifico presieduto da Andrea Carandini, uno dei massimi archeologi italiani, attuale presidente nazionale del Fai. L’elaborazione di un progetto scientifico di questo tipo richiede un tempo molto impegnativo, così come molto tempo è stato necessario per ottenere dal Ministero le autorizzazioni al deposito dei reperti, che si sono concluse da poco».

Lei dice quindi che non ci sono stati ritardi, ma semplici tempi tecnici?
«Dico che abbiamo concepito un progetto di grande ambizione che questo progetto purtroppo non è partito fin dall’inizio con tutte le risorse necessarie, dico che si tratta di un progetto  strutturalmente complesso e che i tempi di costruzione sono stati più lunghi di quello che avremmo desiderato».

I 22 milioni di euro di investimento complessivo rappresentano una cifra superiore alle aspettative?
«Sono cifre importanti, ma un museo costa molto, basti pensare che il nuovo Museo della Città di Bologna è costato 44 milioni. La progettazione dell’area espositiva è stata costruita nel tempo e progettare in un modo piuttosto che in un altro incide sui costi, certo».

Nel nuovo museo ci sarà spazio anche per l’Accademia di Belle Arti, come dice qualcuno?
«Non so chi lo dica, ma allo stato attuale il progetto prevede la sede della fondazione, il parco antistante al Museo, i laboratori, i depositi, una vasta area espositiva e il laboratorio aperto di sperimentazione tecnologica. Tutti gli spazi recuperati hanno già una destinazione precisa».

Come si chiamerà definitivamente il museo e cosa ci sarà dentro l’area espositiva?
«Dal punto di vista scientifico il nome è Museo della Città e del Territorio, come voluto da Carandini. Si tratta di un museo che racconta la storia della città attraverso reperti ma con modalità che appartengono al contemporaneo, attraverso l’uso delle moderne tecnologie. L’idea che c’è dietro è quella dei musei europei, con al centro non la collezione o il reperto, ma il visitatore. Con possibilità di lettura diversificate».

Come si sosterrà dal punto di vista economico? Il sindaco ha già dichiarato che il Comune dovrà intervenire…
«La premessa che voglio fare è che noi non possiamo mai considerare un’istituzione culturale alla stregua di una azienda economica, sarebbe un errore clamoroso. Un’istituzione culturale ha come prima finalità l’arricchimento dell’identità di una comunità, del suo patrimonio culturale, deve garantire l’accesso più ampio possibile dei cittadini alla cultura. Non esiste istituzione culturale in grado di coprire i suoi costi con entrate da biglietteria e bookshop. La cultura non si paga da sé ma però può influire su un territorio, sul turismo, con collaborazioni con l’università, come sempre è stato con Ravennantica. A garantire la sostenibilità sono quindi anche e soprattutto le contribuzioni pubbliche o delle fondazioni bancarie che sono e restano fondamentali. Quando queste si riducono, e nel contempo si deve ampliare l’attività, si creano sofferenze di bilancio, è inevitabile. Ciò non toglie che un progetto culturale debba anche essere sostenibile: a suo tempo la Fondazione Ravennantica ha commissionato uno studio di sostenibilità (sui giornali locali nel tempo sono uscite cifre che sono passate da 100mila a 70-80mila visitatori stimati all’anno, ndr) che ora però credo dovrà essere ricalibrato sulla situazione dell’oggi. Nel corso del 2018, nel contesto dell’inaugurazione, verranno presentati alla città anche i dati sui vincoli di sostenibilità, nonché le ricadute economiche sul territorio. Una formula utile che potrà essere utilizzata anche per le altre istituzioni museali».

Dodici ore di pizza non stop: iniziativa per una giovane malata di leucemia

In Darsena Pop Up quattro pizzaioili di altrettante pizzerie sforneranno a getto continuo per aiutare una giovane mamma: Madalina Andreia Nistor

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Madalina Andreia Nistor

Dodici ore di pizza, sfornata una dietro l’altra, in Darsena Pop Up. L’ iniziativa ha uno scopo benefico: aiutare una ragazza e madre di 24 anni: si chiama Madalina Andreia Nistor, è malata di leucemia. La giovane è in cura al Santa Maria della Misericordia di Perugia.

Quattro pizzaioli della zona hanno così deciso di lanciare questa iniziativa benefica. Si tratta di Daniele Pretolani (titolare della pizzeria La Luna nel Pozzo di Mezzano) insieme ad altri tre pizzaioli della famiglia Grittani: i fratelli Christian e Pietro insieme al cugino, Pietro (i due sono omonimi). I tre lavorano in altrettante pizzerie di Ravenna: il primo è titolare di Frankpizz, il secondo lavora dal padre nella pizzeria Zio Frank e il terzo è dipendente della pizzeria La Mia Patria.

Saranno loro, aiutati dai rispettivi staff e in collaborazione con l’Ail, a lavorare dodici ore non stop in Darsena Pop Up e a sfornare pizze margherita. Il ricavato andrà totalmente devoluto ai genitori di Madalina, da sempre residenti a Mezzano, che hanno perso i rispettivi lavori per stare vicino alla figlia e al nipotino. L’evento si terrà il 31 maggio, dalle 12 alle 24. Oltre alla pizza ci saranno intrattenimenti in via di definizione.

Entrano in funzione in Darsena i bagni pubblici spostati da piazza Kennedy

La toilette dopo mesi di polemiche è operativa.  Gestita da Azimut si trova all’uscita del sottopasso tra la stazione e piazzale Aldo Moro

Bagni Darsena 2Sembra fatta apposta per stare lì. C’è persino, dall’altra parte, la scritta “bus”  vicino al parcheggio dei pullman turistici, in piazzale Aldo Moro. A rovinare il giochino, semmai, è la pensilina che era destinata ai passeggeri dei bus di linea e che ora dà sulla pista ciclabile, con involontario effetto comico ma chissà: magari un giorno di pioggia un ciclista senza ombrello potrebbe trovarla interessante. Fatto sta che l’ex toilette di piazza Kennedy ora spostata in Darsena, dopo mesi di polemiche, è entrata in funzione nel weekend.  A pagamento e gestita da Azimut, si trova all’uscita del sottopasso che collega piazzale Aldo Moro con viale Pallavicini.

In molti lo ricorderanno: in autunno nella piazza ancora da inaugurare sono arrivati i servizi igienici ma in città non c’era una sola voce in loro favore. Troppo ingombranti e così l’amministrazione ha fatto l’ennesima variazione al progetto. Solo che la struttura da qualche parte era da sistemare. L’occasione è arrivata con il progetto di riqualificazione del sottopasso che sta andando avanti in questi mesi. La vecchia toilette in cemento è stata abbattuta e i bagni pubblici parcheggiati in loco, a servizio del turista che arriva a Ravenna dopo qualche ora di bus.  Resta aperta la questione dei bagni in centro ma almeno l’estetica della piazza, dove tra l’altro si celebra la festa del cappelletto in questi giorni, si è salvata. Bagni Darsena

Per quanto riguarda la riqualificazione dell’area del sottopasso, sta andando avanti la costruzione dello snack bar sotto la pensilina dei bus turistici e, nel frattempo, l’associazione Naviga in Darsena sta portando a termine il progetto che prevede una riqualificazione del sottopasso. Nei giorni scorsi è stata migliorata l’illuminazione, sostituendo i vetri delle luci al neon ormai ingialliti.

Spadoni, l’ex direttore del Mar: «Mostre necessarie per un museo di provincia»

Per 13 anni alla guida del Museo d’arte che dopo di lui è andato in crisi. Ora dice la sua e rivendica il lavoro fatto insieme ai collaboratori

 

RAVENNA 16/02/2015. MAR, ALLESTIMENTO DELLA MOSTRA "IL BEL PAESE" LÕITALIA DAL RISORGIMENTO ALLA GRANDE GUERRA, DAI MACCHIAIOLI AI FUTURISTIClaudio Spadoni è stato per 13 anni direttore del Mar e poi curatore delle mostre che lo hanno caratterizzato negli ultimi anni, Il Museo è stato ultimamente al centro di numerose polemiche visto che si è trovato in primavera, per la prima volta dopo molti anni, privo di un evento espoitivo di rilievo.

Dottor Claudio Spadoni è da meno di un anno che si è chiusa l’ultima “grande” mostra al Mar (La seduzione dell’antico, ndr) da lei curata ed è avvenuta la sua dipartita come direttore artistico delle attività espositive del museo ma già qualcuno la rimpiange e qualcun altro la ritiene un’esperienza ormai superata… Non si sente coinvolto?
«E perché dovrei? Guardi che quello che ho fatto in una quindicina d’anni è abbondantemente documentato, sia sul piano del profilo  culturale che su quello della corretta gestione, sempre in attivo. Piaccia o no credo sia un bilancio positivo, soprattutto sul piano metodologico, progettuale, artistico».

Però avrà letto le polemiche sui giornali, sul fatto che il Museo è in crisi di identità. Era anche chiuso in alcune festività di primavera perché c’era poco o nulla da esporre, ed è in una fase di transizione che ancora non si sa bene verso dove si diriga. Non vorrà mica fare il convitato di pietra?
«E secondo lei dovrei dare dei consigli? Si figuri, da parte mia non ho mai indicato né un successore del mio lavoro né una linea artistico-culturale da seguire nel futuro… Se cambiano amministratori e dirigenti in Comune sugli affari culturali e la gestione del museo, è giusto che emergano e si mettano alla prova nuovi responsabili e nuovi indirizzi».

Non è che si sente un po’ disoccupato?
«Proprio per niente… Fra consulenze per la curatela di mostre, testi da preparare per libri e cataloghi d’arte, expertise su opere d’arte richieste da enti pubblici e privati, recensioni giornalistiche, sono molto occupato. La responsabilità della direzione artistica del Mar mi assorbiva molto, decisamente, ma oggi non sto certo con le mani in mano».

Dica la verità, però, un po’ il Mar le manca…
«Certo, mi mancano soprattutto il senso della collaborazione, il lavoro di gruppo fatto di diverse competenze che raggiungono assieme un importante risultato, una squadra di persone con cui mi sentivo molto affiatato che si è impegnata con passione per dare valore a un’istituzione, per conquistare una reputazione culturale».
Dato l’inevitabile “vuoto” che si sarebbe creato con la sua uscita di scena, nessuno di quelli che conta, o avrebbe contato di lì a poco, le ha chiesto qualche idea “tampone“? Che so, di porre le basi per una rassegna d’arte di transizione…
«Assolutamente no. In ogni caso, “grande”, “rilevante”, ”importante” o ”piccola” che sia non si può realizzare una mostra dignitosa in poco tempo, senza certe garanzie scientifiche, una progettualità non occasionale…».

Ma almeno l’hanno ringraziata per il lavoro svolto quando se ne è andato?
«Fortunatamente godo ancora di qualche estimatore  per le decine di mostre e di iniziative che ho curato e promosso alla guida del Mar in questo quindicennio. Forse ancor più fuori provincia che in città, magari per quello che già prima avevo fatto altrove. Ma è quanto basta. Sa, nell’epoca della “rottamazione” e del rituale bizantino della damnatio memoriae ci sta anche un certo deficit di riconoscimento».

Entriamo nel merito: l’autorevole assessore comunale alla cultura, Elsa Signorino, ha affermato in consiglio comunale che un museo come il Mar non può vivere solo di mostre temporanee, che deve valorizzare il suo patrimonio, le collezioni permanenti, e in particolare le opere musive. Si sente chiamato in causa, non è che in tutti questi anni si è occupato troppo delle sue “grandi” mostre e poco delle gallerie storiche del Mar?
«Ecco, in questo caso, senza polemica, credo si difetti di memoria anche rispetto a iniziative molto recenti e comunque tutte documentate. Che riguardano il patrimonio antico, moderno e contemporaneo della pinacoteca comunale, con la collaborazione della conservatrice Nadia Ceroni e di Alberta Fabbri. E che sono state declinate in varie forme di valorizzazione fra studi, convegni, promozione, divulgazione e laboratori didattici: da esposizioni riguardanti artisti  delle collezioni, alle ricerche e pubblicazioni documentarie, dai prestiti alle tante acquisizioni che a costo zero hanno notevolmente incrementato il patrimonio, an­che musivo. Inoltre, va sottolineata l’intensa attività svolta negli anni dal Centro di Documen­tazione del Mosaico, nato col Mar: un progetto di respiro internazionale affidato alla curatrice Linda Kniffitz».

Torniamo al tema delle rassegne d’arte, anche perché in prospettiva – si parla del 2018 – sindaco e assessore alla cultura sembra non vogliano rinunciare a “rilevanti” mo­stre temporanee da allestire al Mar…
«Mi fa piacere, credo sia giusto… Un museo di provincia, per quanto valorizzi il  proprio patrimonio non riesce a richiamare un certo flusso di visitatori, soprattutto in prospettiva di un qualificato turismo culturale, come si auspica a Ravenna. Anche istituzioni di ben altro richiamo, come gli Uffizi, per dire, propongono attività espositive per essere ancor più “appetibili”. Credo che la questione da affrontare sia un progetto  originale, se non esclusivo, possibilmente pluriennale, che però implica tempi di realizzazione – fra ideazione, verifica della disponibilità delle opere, richiesta di prestiti a musei e privati, cura del catalogo, e tutte le altre pratiche – di circa due anni per ogni rassegna. Una delle più impegnative mostre che ho curato, dedicata a Roberto Longhi, il più geniale storico del secolo scorso, molto apprezzata sia dal pubblico che dalla critica più qualificata, ha richiesto oltre tre anni di lavoro. Quindi il 2018, per quanto ri­guarda la mia esperienza, mi sembra una data molto vicina».

Teme forse che il Mar possa offrire al pubblico dei “pacchetti espositivi” preconfezionati sulla scorta del modello Goldin? Pezzi d’arte di grande richiamo “pret a porter”?
«Sinceramente non mi interessa valutare questa eventualità. È un modo di concepire la divulgazione dell’arte che non mi appartiene. Marco Goldin è un abilissimo imprenditore di mostre monstre, soprattutto degli impressionisti, espertissimo di marketing, attira molto pubblico, sa fare bene il suo lavoro, ma richiede cospicui investimenti. Poi bisognerebbe ponderare bene cosa lasciano in eredità i suoi eventi espositivi in quel museo e in quel territorio, in termini culturali, sociali e anche economici. Recentemente si sono affacciate in questo campo alcune organizzazioni in grado di fornire agevolmente rassegne di notevole attrazione, già confezionate in ogni dettaglio e che passano in diverse città. Tutte imprese rispettabili, ma dipende dall’obiettivo del committente pubblico. Il rischio secondo me è duplice: innanzitutto non è sempre garantita la qualità culturale e scientifica dell’esposizione, e non è sempre detto che ci sia una convenienza economica, nonostante, magari, il buon flusso dei visitatori…».

Un’ultima domanda: cosa ne pensa dell’accentramento delle decisioni politico-amministrative e di gestione delle istituzioni e attività culturali in un unico dirigente (si tratta di Maurizio Tarantino, nominato recentemente dopo una selezione tramite bando pubblico, ndr)?
«Non mi occupo di certa ingegneria politica e amministrativa. Penso, semplicemente, che ogni istituzione culturale che si rispetti  dovrebbe avere un responsabile specifico, di comprovata competenza  ed esperienza, e  possibilmente, animato da autentica passione. Il requisito che ho sempre considerato primario nei miei – un tempo giovanissimi – collaboratori».

Alla Conad SiComputer il primo round della finale playoff: Montella battuta 3-1

Serie B1 femminile playoff / Le giallorosse sconfiggono in quattro set le irpine e compiono così un passo in avanti verso la promozione in A2. Prossimo appuntamento domenica 21 maggio a Cassano Irpino

Teodora Ravenna-Montella 3-1
(25-23, 26-28, 25-17, 25-21)
CONAD SICOMPUTER TEODORA RAVENNA: Mazzini 2, Sestini 4, Aluigi 11, Nasari 26, Torcolacci 7, Rubini 10, Mastrilli (L); Lugli 12, Gardini, Raggi, Balducci, Bissoni (L). Ne: Bernabè. All.: Caliendo.
ACCA MONTELLA: Ventura 9, Boccia 10, Mauriello 22, Piscopo 8, Diomede 6, Saveriano 3, Giacomel (L); Devetag. Ne: Negro, Maffei, Granese, Zonta. All.: Guadalupi.
ARBITRI: Spinelli e Paolicelli.
NOTE – Ravenna: bs 12, bv 9, errori 19, muri 9; Montella: bs 3, bv 3, errori 26, muri 6. Durata set: 32′, 36′, 31′, 31′ (tot. 130′).

Esultanza Teodora
L’esultanza delle giallorosse dopo la vittoria in gara1 sull’Acca Montella

Nella prima gara della finale playoff di Serie B1 la Conad SiComputer batte l’Acca Montella e compie un importante passo in avanti verso la promozione in A2. Le ravennati regolano le avellinesi in quattro set, al termine di un match combattuto in particolare nelle prime due frazioni e per buona del quarto periodo. La squadra di Caliendo si aggiudica il primo parziale in volata (25-23), ma nel secondo subisce la reazione delle avversarie, che pareggiano il conto ai vantaggi (26-28). Nel terzo set le giallorosse conducono quasi senza affanni, passando sul 2-1 (25-17), e infine nel quarto dopo una prima fase di grande equilbrio (7-8 e 16-14) ingranano la marcia giusta e chiudono il conto con un perentorio 25-21.

Il coach Caliendo inizia la gara con Mazzini in regia e Nasari opposta, Aluigi e Rubini in posto 4, Sestini e Torcolacci in posto 3, Mastrilli libero. Le ospiti partono forte (6-10) sospinte anche da un’ottantina di supporters festanti al seguito, ma Ravenna recupera e impatta a 13, prosegue nella sua marcia, allungando fino a 22-18 – con Lugli che nel frattempo ha avvicendato Rubini – per poi resistere, nel finale, al ritorno del Montella (25-23).

Nel secondo set sono le padrone di casa a provare l’allungo (10-7), prima che le Irpine si scatenino (14-21), ma si vedano comunque raggiunte sul 24 pari (grazie al doppio cambio Gardini-Nasari e Rubini-Mazzini). La bella rimonta non serve a vincere la frazione, ma risulta determinate per il proseguo della gara, che vede la formazione giallorossa andare in crescendo – Rubini in campo per Aluigi da metà del terzo set fino al termine della gara – e aggiudicarsi il terzo e il quarto parziale, conducendoli di fatto dall’inizio alla fine. Degna di nota la prova di Federica Nasari con il 38% in attacco, 3 muri e 2 ace.

Il prossimo appuntamento è in programma domenica 21 maggio (ore 18) a Cassano Irpino: in caso di successo, la Conad SiComputer farà il salto in A2, in caso di sconfitta si andrà allo spareggio previsto sabato 27 maggio a Ravenna.

Broso fa volare il Ravenna: abbattuta la Fermana e turno successivo ipotecato

Calcio Serie D poule scudetto / Nella prima gara del triangolare i giallorossi espugnano il campo dei marchigiani con una rete nel finale dell’attaccante. Prossimo appuntamento mercoledì 24 maggio al “Benelli” contro il Gavorrano

Fermana-Ravenna 0-1
FERMANA (4-3-3): Valentini; Clemente, Comotto, Ferrante, Ispas; Misin (15’ st Molinari), Urbinati, Mane; Petrucci (7’ pt Valdes), Cremona, D’Angelo (35’ st Margarita). A disp.: Bottaluscio, Sene, Musumeci, Gadda, Forò, Fazzini. All.: Destro.
RAVENNA (4-3-1-2): Venturi; Ballardini, Mandorlini, Venturini, Rrapaj; Selleri, Lelj, Forte (26’ st Graziani); Pregnolato; Broso (41’ st Innocenti), Luzzi (36’ st Derjai). A disp.: Spurio, Giacomoni, Mingozzi, Larese, Ambrogetti, Sabba. All.: Antonioli.
ARBITRO: Perenzoni di Rovereto.
RETE: 36’ st Broso.
NOTE: Ammoniti: Misin, Comotto, Mandorlini, Venturini, Lelj, Urbinati. Spettatori circa 600. Angoli: 7-1. Recupero: 2’ e 4’.

Broso Esulta
Una esultanza dell’attaccante giallorosso Antonio Broso

Il Ravenna parte con il piede giusto nella poule scudetto, superando in trasferta la Fermana grazie a una rete nel finale di Broso. I giallorossi si confermano così lucidi e concreti nelle parti conclusive di un match, spezzando una situazione in campo che sembrava portare a un pareggio senza reti. A decidere è un gol dell’attaccante, che con la complicità del difensore avversario Comotto a otto minuti dal fischio finale è riuscito a trafiggere il portiere di casa Valentini. A questo punto il Ravenna, che grazie a questo successo ha ipotecato il passaggio del turno, tornerà in campo mercoledì 24 maggio al “Benelli” dove affronterà il Gavorrano. Nel frattempo i toscani domenica 21 maggio se la vedranno in casa contro la Fermana.

Nei primi minuti della gara la Fermana attacca di più, il Ravenna aspetta, difende bene e cerca di ripartire, ma il match fatica ad accendersi. Prova a metterci la miccia al 6’ Cremona con una percussione centrale, conclusa con un destro dal limite che si perde di poco lontano dal palo. Un minuto dopo lascia il campo Petrucci, uscito malconcio da un contrasto dopo 30 secondi: al suo posto Valdes. Al 17’ bella combinazione Cremona-D’Angelo-Cremona ma il passaggio di ritorno per l’attaccante è troppo forte e per Cremona è difficile trovare la giusta coordinazione. Cala la spinta dei padroni di casa, sale il Ravenna e al 30’ Selleri su punizione centralissima dai 25 metri cerca l’angolo basso alla sinistra di Valentini, che si allunga e devia in angolo. L’ultimo ricamo del primo tempo è di Valdes al 39’: l’esterno si produce in una bella iniziativa sullo stretto e poi cede a Cremona, la cui bordata è rintuzzata in angolo da Venturi.

Dagli spogliatoi esce un Ravenna più arrembante e aggressivo, che si rovescia nella metà campo marchigiana e ancora Selleri al 5’ su punizione mette paura a Valentini, ma il palo dice no al centrocampista giallorosso. Esaurita la sfuriata giallorossa, si rimette in moto la Fermana, nel frattempo passata ad un audace 4-2-4 con l’inserimento di Molinari. I padroni di casa si procurano 4 calci d’angolo ravvicinati, senza però trovare concretezza e precisione. Mister Antonioli non si spaventa, anzi si gioca la carta Graziani, come primo cambio del match, togliendo Forte e dando più forza e spessore all’attacco. I giallorossi riprendono quota e al 36’ la discesa di Ballardini si conclude con un cross deviato da un difensore, dalla parte opposta arriva Selleri che pesca in area Broso: controllo, girata e tiro in porta, che trova nella sua traiettoria il piede di Comotto per la deviazione finale che mette fuori causa Valentini. L’assalto finale della Fermana è disordinato e poco efficace. Venturi non corre rischi e il Ravenna porta a casa i primi tre punti sulla strada che porta allo scudetto della Serie D. Ora i giallorossi aspetteranno l’esito della seconda partita del girone tra Gavorrano e Fermana e torneranno in campo mercoledì 24 al Benelli per ospitare i toscani.

Il commento del tecnico Mauro Antonioli «E’ stata una partita sul filo dell’equilibrio, che solo un episodio poteva spezzare. Siamo stati bravi a trovarlo noi. Non credo si possa dire che la nostra vittoria non ci sta, perché le occasioni migliori le abbiamo avute noi e sostanzialmente abbiamo rischiato poco o nulla, ma altrettanto si poteva dire che il pareggio sarebbe stato comunque un risultato giusto. Vista dalla prospettiva degli allenatori, è stata una bella partita, che ha offerto segnali importanti; dal momento  che questa Poule si deve giocare, ho visto la giusta mentalità, la giusta tensione agonistica, il ritmo di un match di campionato».

Pesante tonfo casalingo del San Zaccaria: troppo forti le lombarde del Mozzanica

Calcio Serie A femminile / Nell’ultima giornata della stagione regolare le biancorosse vengono travolte a domicilio dal team bergamasco, che segna ben sette reti. Prossimo appuntamento sabato prossimo, ancora in casa, con il match contro il Como che vale la salvezza

San Zaccaria-Mozzanica 1-7
SAN ZACCARIA (3-4-1-2): Tampieri; Peare, Tucceri, Venturini; Diaz, Casadio, Pastore (32’ st Filippi), Santoro; Principi (1’ st Pondini); Baldini, Cimatti (1’ st Razzolini). A disp.: Cicci, Muratori, Quadrelli, Barbaresi. All.: Lorenzini.
MOZZANICA (4-4-2): Gritti; Motta, Alborghetti (1’ st Baldi), Locatelli, Tonani; Rizza, Scarpellini, Fusar Poli, Stracchi; Giacinti (16’ st Pellegrinelli), Pirone (22’ st Pernigoni). A disp.: Capelletti, Ledri, Rizzon. All.: Garavaglia.
ARBITRO: Simone Pistarelli di Fermo.
RETI: 8’ pt, 23’ pt, 29’ pt Pirone, 32’ pt (rig.) Alborghetti, 3’ st e 15’ st Giacinti, 11’ st Tucceri, 20’ st Pellegrinelli.
NOTE: amm. Casadio.

San Zaccaria 3
Il San Zaccaria sabato prossimo si giocherà la salvezza contro il Como

Tonfo del San Zaccaria che chiude la stagione incassando un 7-1 pesante da parte del Mozzanica in una sfida che comunque non compromette la disputa tra le mura amiche dei playout contro il Como di sabato prossimo. Troppo forte e determinato il team bergamasco di fronte a una squadra che comunque ha cercato di reggere e ribattere. Le biancorosse chiudono così la regular sesason all’ottavo posto in classifica, con due lunghezze di vantaggio sulle rivali comasche, che hanno fallito il sorpasso in extremis a causa del ko esterno con il Tavagnacco (5-2 il risultato).

Lorenzini schiera la squadra con un 3-4-1-2 dove Principi supporta con la sua fantasia le punte Baldini e Cimatti. A centrocampo Pastore e Casadio sono fiancheggiate da Santoro (sinistra) e Diaz (destra). La squadra avversaria risponde con un 4-4-2 dove Daniela Stracchi è libera di giostrare in avanti diventando un’autentica spina nel fianco della difesa biancorossa.

Il primo tempo mette in mostra un Mozzanica deciso a vender cara la pelle e per nulla arrendevole. Così la squadra lombarda parte forte e già nei primi 11’ costruisce azioni interessanti e passa in vantaggio. Al 6’ Giacinti approfitta di una incertezza difensiva, ma calcia fuori. All’8’ invece il Mozzanica passa con Pirone che in girata trafigge Tampieri. Nemmeno il tempo di riordinare le idee che il Mozzanica è di nuovo dalle parti di Tampieri con Pirone (para Tampieri). Al 15’ la squadra di Lorenzini viene fuori con una bella punizione di Tucceri che di sinistro impegna Gritti. Purtroppo è una fiammata che accende di nuovo il Mozzanica che al 23’ raddoppiano: Motta da destra crossa un bel pallone in area che di testa Pirone spedisce in rete. Al 27’ di nuovo San Zaccaria pericoloso con Tucceri che prova il tiro su calcio d’angolo, ma non inquadra la porta di un nulla. Chi si dimostra micidiale invece è la squadra di mister Garavaglia che al 29’ cala il tris ancora con Pirone in contropiede mentre al 31’ Alborghetti trasforma il rigore del 4-0. Frastornato il San Zaccaria prova comunque a reagire e prima della fine del primo tempo Baldini con tutta la sua rabbia sradica il pallone dai piedi a Locatelli, arriva in area e tira, ma Gritti para.

Al rientro in campo la gara continua ad essere stregata per il San Zaccaria. Bastano infatti solo 3’ al Mozzanica per segnare il quinto gol con Giacinti. Incassato il quinto gol la squadra di Lorenzini prova a spingersi in avanti con generosità. Al 6’ Razzolini fugge in contropiede e arriva di fronte a Gritti, ma il portiere non si lascia ingannare. All’11’ invece le biancorosse aggiustano la mira con un missile di Tucceri che si insacca nell’angolino. Accorciate le distanze, però, la squadra di Lorenzini subisce il ritorno del Mozzanica che dopo 4’ segna con Giacinti che finalizza un recupero di palla e supera Tampieri in uscita. Dopo un’occasione per Tucceri al 18’ il Mozzanica segna ancora con Pellegrinelli che porta sul definitivo 7-1 il punteggio in favore delle lombarde.

Se l’appetito vien mangiando, l’OraSì non vuol fermarsi contro l’ambiziosa Verona

Basket A2 playoff / Nella prima gara dei quarti playoff i giallorossi affrontano domani al PalaCattani di Faenza (inizio ore 18) una Tezenis carica per la rimonta nella serie con Biella. Coach Martino: «Non siamo ancora appagati»

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I giallorossi dell’Orasì vogliono fare un’altra grande prova di gruppo

Va in scena domani alle ore 18 al PalaCattani di Faenza (apertura biglietteria ore 16.30, apertura cancelli alle 17) il primo capitolo dei quarti di finale playoff di Serie A2 tra OraSì Ravenna e Tezenis Verona. I giallorossi sono approdati a questa serie grazie al 3-1 degli ottavi sulla Virtus Roma, mentre gli ospiti veneti hanno sovvertito ogni pronostico superando alla “bella” una delle grandi favorite, Biella, capolista finale del Girone Ovest. Nel corso della regular season il bilancio degli scontri diretti mostra un pareggio (vittorie interne per le due sfidanti), con i bizantini che hanno chiuso con solo quattro punti di vantaggio sui gialloblù, giunti in ottava posizione. «Senza il rischio di essere ripetitivo – inizia il coach Antimo Martino – potrei riproporre i pre partita delle precedenti sfide con Verona, dove ho sempre riconosciuto grandissimo valore al loro roster e, senza sbagliarmi, in entrambe le situazioni avevo immaginato che, al di là della classifica di quel periodo, si trattava di una squadra destinata a fare un percorso importante. Parliamo di una piazza storica e di un roster costruito con un budget notevole, che può contare su una rotazione ampissima e che addirittura, dopo gli acquisti in corsa di Brkic e Amato, ha in tribuna Basile. Si tratta di una squadra che è passata da un allenatore importante come Frates, a un altro coach di assoluto livello come Dalmonte, e quindi, onestamente, trovo più anomalo l’ottavo posto finale, piuttosto che la vittoria nella primo turno su Biella».

Squadra costruita con un roster profondo e ricco di talento, la Scaligera si è presentata a questo campionato con ambizioni importanti. Oltre ai due americani importanti come Frazier e Robinson, la squadra veronese ruota attorno al talento di Marco Portannese e alla forza sotto canestro dell’italo-americano DiLiegro (l’anno scorso doppia doppia di media a Siena). Il roster è lunghissimo e si completa, oltre che con l’esperienza di Capitan Boscagin e David Brkic, con un giocatore dal passato in Serie A1 come Pini e con due solidissimi giovani come Totè e Amato. I ragazzi dell’OraSì dovranno quindi offrire l’ennesima grande prestazione di questa memorabile stagione, davanti a un pubblico che saprà sicuramente rendere il PalaCattani la nuova ‘casa’ della pallacanestro giallorossa.

Votato da colleghi, capitani e presidenti di Serie A2 al secondo posto nella classifica di miglior allenatore della stagione, Martino prosegue dicendo che «sappiamo che ci aspetta una serie difficile e cercheremo di affrontarla come abbiamo fatto finora, con grande entusiasmo, con coraggio e con la forza di una squadra che sta vivendo una stagione fantastica, ma che ancora non si sente appagata. Arriviamo a questa partita ancora con delle riserve sull’utilizzo di Marks, sapendo di non poter contare sul nostro campo di gioco, ma con la convinzione che il popolo di Ravenna in qualche modo riuscirà a sostenerci. Al di là di questo però dobbiamo cercare di goderci questo momento, provando a fare di tutto per mettere in difficoltà Verona, puntando sulle qualità morali e sulla consapevolezza che questa squadra ha acquisito al termine di una regular season pazzesca, culminata nel primo turno playoff quando, senza il contributo della sua guardia americana, ha vinto la serie contro Roma».

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