sabato
06 Settembre 2025

«Entro un mese la sosta costerà meno, entro sei mesi via agli escavi del porto»

Alberghini, candidato sindaco del centrodestra, fissa i tempi di realizzazione di ogni proposta. E svela i nomi di quattro possibili assessori

Non basta fare solo promesse, vanno fissati anche i tempi entro cui ci si impegna a mantenerle. Con questo approccio stamani il 51enne commercialista Massimiliano Alberghini, candidato sindaco in corsa al ballottaggio a Ravenna con l’appoggio di una coalizione di centrodestra, davanti alla stampa locale ha firmato un cronoprogramma che stabilisce le scadenze per ognuna delle proposte contenute nel suo programma elettorale già da tempo reso pubblico e composto da iniziative che, se mai viste prima d’ora in città, assicura ricalcano modelli già applicati altrove con risultati misurati e ritenuti soddisfacenti.

Entro i primi trenta giorni di lavoro dovremo attenderci le ordinanze antidegrado e antiaccattonaggio nei parcheggi; la revisione del sistema di finanziamenti per turismo e cultura con una nuova commissione comunale composta dai rappresentanti degli operatori; il nuovo piano per la sicurezza del forese con più agenti di polizia municipale sul territorio; la revisione degli accessi alle Ztl e l’abbassamento delle tariffe per la sosta con coupon gratuiti per chi fa acquisti nei negozi convenzionati in centro. Entro novanta giorni la polizia municipale verrà dotata del supporto delle principali agenzie locali di sicurezza: «Steward disarmati, non guardie giurate – spiega Gianluca Pini, deputato della Lega – sulla base di quanto consente il decreto Maroni del 2009. Dove sono stati messi in campo, ad esempio a Padova, c’è stato un crollo dei microreati». Entro sei mesi il via ai lavori di dragaggio del porto: «Perché un progetto c’è già, serve solo la nomina di un nuovo presidente dell’Autorità portuale per avviare le cose. Questa spetterà al ministero con la Regione ma noi come Comune faremo la nostra parte per non perdere tempo. E per avere un uomo capace, non un trombato dalla politica». Sempre entro il primo semestre si punta a lanciare il progetto del marchio denominato “Ravenna Capitale” a favore di turismo e cultura. Entro un anno la sede principale dell’Accademia di Belle Arti verrà collocata nel palazzo che attualmente ospita la Provincia in piazza Caduti e il Comune uscirà dall’assetto societario di Hera e Romagna Acque. Entro cinque anni la verifica di fattibilità di un collegamento diretta via acqua tra Porto Corsini e la darsena di città ma anche l’autonomia dell’Università della Romagna.

Il cronopogramma è l’esito di un lavoro di analisi svolto nell’ultimo mese tra i rappresentanti politici e gli esperti della coalizione: un documento di cinque pagine che ne riassume uno più completo di sessanta (entrambi scaricabili in pdf dai link in fondo alla pagina) con cui «vengono previsti tempi minimi e massimi di realizzazione di ogni singola proposta – ha detto Alberghini – in maniera tale che tutti i cittadini ravennati possano, a futura memoria, controllare il rispetto dello stato di avanzamento della realizzazione dell’intero programma». Una scelta che Alberghini definisce quasi naturale per le sue abitudini professionali: «Sono abituato nel mio lavoro di amministratore a dire cosa fare e in quali tempi e quindi questo modo di lavorare e questo stile deve essere applicato anche alla pubblica amministrazione affinché il Comune sia più efficiente e produttivo». Un impegno vergato nero su bianco pur con due incognite all’orizzonte: «Cosa troveremo nei cassetti del Comune lo sapremo davvero solo quando entreremo a Palazzo Merlato e dobbiamo mettere in conto che proveranno in tutti i modi a metterci i bastoni fra le ruote».

Il countdown partirà dal giorno di insediamento della giunta Alberghini con la promessa che questo avverrà in tempi più brevi di quelli consentiti, ipotizzando quindi già una piena operatività all’inizio di luglio. E se il rivale Michele de Pascale non fa nomi della sua futura squadra di governo, Alberghini fa invece qualcuno di quelli che potrebbero essere nella sua: la segretaria del Carroccio Samantha Gardin al Bilancio, la campionessa di pugilato Terry Gordini allo Sport, Massimo Fico al Turismo, Claudio Angeli alla Legalità e trasparenza. In particolare gli ultimi tre, rappresentanti della società civile, già nel corso della campagna elettorale hanno dato contributi concreti alla realizzazione del programma potendo quindi ambire a un assessorato in una eventuale giunta. La divisione degli otto assessori sarà 5 civici e 3 politici, dice Pini, con i tre politici indicati dalle principali forze della coalizione (Lega, Lpr, Forza Italia). E Alberghini rivela che sono in corso contatti anche con chi finora ha collaborato con le altre tre liste presenti al primo turno «perché una buona idea non ha colore politico».

Spaccio, scontri fra bande: arrestato l’uomo che sparò 10 colpi all’ospedale

I fatti a maggio 2015 nel parcheggio del pronto soccorso poche ore dopo una rissa fra gruppi rivali: nessun ferito

L’aveva scambiato per uno dei rivali che poche ore prima avevano preso parte a una rissa tra bande che si contendono lo spaccio a Ravenna e sparò dieci colpi di pistola calibro 9 contro la sua Ford nel parcheggio del pronto soccorso: la notte dello scorso 10 giugno, a distanza di un anno dalla sparatoria in cui nessuno rimase ferito, è stato arrestato l’uomo che si ritiene abbia fatto fuoco. Si tratta di un 38enne tunisino, con precedenti per spaccio, raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita dai carabinieri del nucleo investigativo e dai poliziotti della squadra mobile. L’uomo sfuggito ai colpi esplosi il 16 maggio 2015 è un albanese che stava raggiungendo il pronto soccorso perché chiamato telefonicamente da un connazionale che si era presentato al personale medico per essere medicato dopo le ferite riportate nella zuffa accaduta poco prima in una un’altra parte della città.

De Pascale punta sulla discontinuità ma la futura giunta resta top secret

Il candidato del centrosinistra si rivolge agli elettori di Sutter: «Molti elementi comuni nel programma ma giusto lasciare libertà di coscienza»

Qualche affondo in più verso gli avversari, una sottolineatura più forte sulla discontinuità rispetto all’amministrazione precedente. Davanti a stampa e cittadini, rispondendo a una serie di domande Michele de Pascale ha fatto emergere questi due aspetti in vista della sfida finale del 19 giugno in cui, per diventare sindaco, al ballottaggio dovrà battere Massimiliano Alberghini sostenuto da quattro forze del centrodestra.

Resta deluso chi sperava che tra il primo e secondo turno, sulla base di competenza e rappresentatività (i criteri che lui stesso aveva indicato prima del primo turno), de Pascale indicasse la squadra di assessori o almeno i principali che lo potrebbero accompagnare: «La mia squadra, le persone che lavorano con me tutte le conoscete, ma la legge preveda che sia eletto io e io non voglio nascondermi, sceglierò persone competenti, che abbiano passione ma sarò comunque io a rispondere tra cinque anni. Del resto guardate cosa è a successo a Forlì dove il sindaco ha revocato tutte le deleghe a tutta la giunta…». E nemmeno incalzato, De Pascale cede di un passo. La sensazione, da esterni, è che in questa fase delicata sia troppo rischioso creare scontenti. Di certo è parso di capire comunque che non ci saranno figure esterne di rilievo, che gli uomini e le donne della giunta saranno scelte nell’entourage del candidato e che gli esiti delle urne avranno un peso.

E forse un po’ deluso sarà rimasto anche chi sperava in un’apertura concreta su qualche progetto a sinistra o del programma di Cambierà per attirare gli elettori, una richiesta che in questi giorni è stata formulata da qualcuno interno al partito e alla coalizione. De Pascale ha ribadito la vicinanza di contenuti soprattutto con il programma di Ravenna in Comune, ha detto che nel progetto sulla riqualificazione dell’area della stazione ci sono elementi di interesse sia nella visione proposta da Raffaella Sutter sia in quella proposta da Michela Guerra e potrebbero confluire in un nuovo progetto (per quanto i due progetti appaiono piuttosto diversi nel loro impianto, vedi correlati) e ha ribadito di essere convinto comunque che ci sarà dal giorno dopo le elezioni, se vincerà, una collaborazione fattiva sul campo per realizzare progetti, ade sempio sul tema dell’accoglienza. «Ravenna in Comune si colloca all’opposizione e lo sarà da subito e sempre, ora i suoi elettori devono scegliere quali interlocutori preferiscono nell’amministrazione, ma sono convinto che abbiano fatto benissimo, Sutter e Guerra a lasciare libertà di coscienza agli elettori, i voti sono dei cittadini…». Molta prudenza sulla proposta del reddito minimo che secondo de Pascale deve essere una misura almeno di carattere regionale, ma una serie di impegni molto concreti e pratici sul tema della lotta alla povertà.

E anche la promessa che tra cinque anni l’Asl avrà assicurato a Ravenna i 144 posti di accoglienza per anziani non autosufficienti che spetterebbero al territorio ma che ora non ci sono. E la richiesta a Regione e Governo di avere un nuovo presidente di Autorità Portuale entro luglio. Ha ribadito l’impegno di spostare il bitumificio dalla Darsena entro il 2017 «in un posto da individuare, sto studiando, ma sicuramente non a Porto Fuori, come invece hanno strumentalmente e falsamente detto alcuni nostri oppositori che mi chiedo, se usano questi mezzi, come possano poi pensare di governare davvero».

Obiettivi diversi per Hera che non dovrà più pensare al risparmio come ha fatto finora (e qui il giudizio sia verso l’attuale management sia verso i sindaci che non hanno fatto valere le proprie ragioni non sembra particolarmente lusinghiero, è uno dei temi in cui cerca di marcare più discontinuità pur senza indicare una ricetta precisa). Sul tema rifiuti invece la chiusura dell’inceneritore e la proposta di creare un polo di ricerca per il riciclo della plastica. E ancora, urbanistica, turismo, darsena, università, terminal crociere, chimica: un ripasso completo di un programma molto articolato con qualche stoccata in più del solito all’avversario, tra cui spicca questa: «Il problema non è lui, è chi scrive il copione, è chi c’è dietro». E anche il fatto che in consiglio comunale, se vincesse Alberghini, «si tornerebbe al dopoguerra come rapporto uomini/donne»: entrerebbero 17 uomini e tre donne in maggioranza per Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lpr ed entrebbero persone con pochissime preferenze. Nessuna spocchia però in De Pascale nei confronti dell’avversario che pure è arrivato al primo turno molto dietro di lui: la partita è serissima e nel suo comitato elettorale nessuno la sta sottovalutando.

«Si continua a passare su 21 ponti che hanno la transitabilità scaduta»

Ancisi (Lpr) torna sulla perizia tecnica del 2011 che richiedeva interventi di manutenzione a 48 manufatti in totale di competenza comunale

«Lungo le strade di competenza comunale a Ravenna ci sono ventuno ponti che necessitano di interventi e per cui una perizia tecnica del 2011 fissava una transitabilità temporanea fino al 15 marzo 2016. Non risultano compiuti lavori ma sulle strutture i veicoli continuano a transitare». Alvaro Ancisi, capogruppo uscente di Lpr e riconfermato in consiglio comunale nella coalizione che ha spinto il commercialista Massimiliano Alberghini fino al ballottaggio, torna su un tema che aveva già sollevato nei mesi scorsi partendo dall’annosa situazione dei Tre Ponti, «il simbolo di un disfacimento dell’amministrazione comunale che non si limita, anche solo parlando di ponti stradali, al caso specifico».

Il manufatto noto come Tre Ponti, nei pressi della rotonda tra via Sant’Alberto e via Romea, è chiuso in direzione forse da ottobre 2014 mentre si può transitare in direzione della città. Una previsione di cronoprogramma fatta da Ancisi prevede la possibilità di riaprire il tutto al traffico non prima di maggio 2017. Ma non è solo quella struttura a meritare l’attenzione del decano dell’opposizione appena uscito dalle urne con 811 preferenze: «L’indagine tecnica commissionata dal Comune nel 2011 all’impresa specializzata 4 Emme di Bolzano, evidenziò 48 ponti fuori norma con una dichiarazione ufficiale di transitabilità temporanea, con scadenza massima il 15 marzo 2018. Mentre su 21, addirittura, il transito avrebbe dovuto essere interrotto già il 15 marzo 2016. Tra questi i Tre Ponti. Il 29 marzo ho chiesto al Comune di conoscere se la 4 Emme avesse rivisto le sue dichiarazioni ma non ho ricevuto risposta».

Ecco allora l’elenco dei ponti scaduti: «Il ponte Assi di via Ravegnana, quelli sul canale Lama nelle vie Trieste, Destra Canale Molinetto e Nuova di Sullo e sullo scolo F.U. Sussidiario in via Canalazzo, sul Lamone in via Grattacoppa, sul Fosso Nuovo in via Bosco, sul Fiumicello in via Formella Inferiore, sul Finale in via Cardinala, sul Carpena in via Nadiani, sul Cupa in viale Romagna, sulla E45 in via Campolungo, sui Fiumi Uniti e sulle Acque Basse in viale Manzoni, i due ponti Magni in via Baiona, i due ponti Piomboni di Levante in via Piomboni. Quasi tutti sono a servizio del forese e del litorale».

Il 19 giugno ci sarà il ballottaggio che potrebbe portare Ancisi alla maggioranza a sostegno della giunta Alberghini: «Ci proponiamo, come coalizione che ha portato al ballottaggio Alberghini, di fare chiarezza, se il 19 giugno vinceremo, su questa preoccupante situazione, venuta alla luce per iniziativa del sottoscritto ma ancora largamente oscura, che grava pesantemente sulla mobilità stradale, a danno soprattutto di chi vive nel forese e dei pendolari. La sicurezza dei cittadini, che nel nostro programma è al primo posto, vuole dire anche questo».

«Si continua a passare su 21 ponti che hanno la transitabilità scaduta»

Ancisi (Lpr) torna sulla perizia tecnica del 2011 che richiedeva interventi di manutenzione a 48 manufatti in totale di competenza comunale

«Lungo le strade di competenza comunale a Ravenna ci sono ventuno ponti che necessitano di interventi e per cui una perizia tecnica del 2011 fissava una transitabilità temporanea fino al 15 marzo 2016. Non risultano compiuti lavori ma sulle strutture i veicoli continuano a transitare». Alvaro Ancisi, capogruppo uscente di Lpr e riconfermato in consiglio comunale nella coalizione che ha spinto il commercialista Massimiliano Alberghini fino al ballottaggio, torna su un tema che aveva già sollevato nei mesi scorsi partendo dall’annosa situazione dei Tre Ponti, «il simbolo di un disfacimento dell’amministrazione comunale che non si limita, anche solo parlando di ponti stradali, al caso specifico».

Il manufatto noto come Tre Ponti, nei pressi della rotonda tra via Sant’Alberto e via Romea, è chiuso in direzione forse da ottobre 2014 mentre si può transitare in direzione della città. Una previsione di cronoprogramma fatta da Ancisi prevede la possibilità di riaprire il tutto al traffico non prima di maggio 2017. Ma non è solo quella struttura a meritare l’attenzione del decano dell’opposizione appena uscito dalle urne con 811 preferenze: «L’indagine tecnica commissionata dal Comune nel 2011 all’impresa specializzata 4 Emme di Bolzano, evidenziò 48 ponti fuori norma con una dichiarazione ufficiale di transitabilità temporanea, con scadenza massima il 15 marzo 2018. Mentre su 21, addirittura, il transito avrebbe dovuto essere interrotto già il 15 marzo 2016. Tra questi i Tre Ponti. Il 29 marzo ho chiesto al Comune di conoscere se la 4 Emme avesse rivisto le sue dichiarazioni ma non ho ricevuto risposta».

Ecco allora l’elenco dei ponti scaduti: «Il ponte Assi di via Ravegnana, quelli sul canale Lama nelle vie Trieste, Destra Canale Molinetto e Nuova di Sullo e sullo scolo F.U. Sussidiario in via Canalazzo, sul Lamone in via Grattacoppa, sul Fosso Nuovo in via Bosco, sul Fiumicello in via Formella Inferiore, sul Finale in via Cardinala, sul Carpena in via Nadiani, sul Cupa in viale Romagna, sulla E45 in via Campolungo, sui Fiumi Uniti e sulle Acque Basse in viale Manzoni, i due ponti Magni in via Baiona, i due ponti Piomboni di Levante in via Piomboni. Quasi tutti sono a servizio del forese e del litorale».

Il 19 giugno ci sarà il ballottaggio che potrebbe portare Ancisi alla maggioranza a sostegno della giunta Alberghini: «Ci proponiamo, come coalizione che ha portato al ballottaggio Alberghini, di fare chiarezza, se il 19 giugno vinceremo, su questa preoccupante situazione, venuta alla luce per iniziativa del sottoscritto ma ancora largamente oscura, che grava pesantemente sulla mobilità stradale, a danno soprattutto di chi vive nel forese e dei pendolari. La sicurezza dei cittadini, che nel nostro programma è al primo posto, vuole dire anche questo».

La collaboratrice di Alberghini «Maschilista? No, ha 4 donne in studio»

Anche Terry Gordini a difesa del candidato di centrodestra attaccato da de Pascale sulle politiche di genere: «Mi ha scelto per meriti»

«Lo staff lavorativo di Massimiliano Alberghini è composto da quattro donne e se Max fosse stato maschilista avrebbe avuto non poche difficoltà a convivere con loro. Affermare il contraio è solamente una calunnia che forse evidenzia ancora una volta la mancata esperienza lavorativa del segretario del Pd». Con questo commento una collaboratrice dello studio del candidato sindaco del centrodestra, che come noto è un commercialista, replica alle accuse di maschilismo arrivate dall’altra parte della contesa in questo ballottaggio per l’elezione del sindaco. Era stato infatti Michele de Pascale, segretario Pd e candidato sindaco del centrosinistra, a parlare di maschilismo delle destre e di Alberghini in occasione di una sua nota stampa inviata alle redazioni per impegnarsi negli eventuali cinque anni di suoi mandato a ridurre le disparità numeriche e salariali tra uomini e donne coinvolte nella pubblica amministrazione (vedi tra i correlati).

Molto critica anche la segretaria della Lega Nord, Samantha Gardin, candidata nella lista del Carroccio e già certa di aver conquistato un posto in consiglio comunale: «Chi si rifugia nelle offese personali gratuite ha già perso, così come è un perdente nella vita chi pensa che le donne per guadagnarsi un ruolo debbano avere delle quote di protezione».

E proprio sul tema della meritocrazia da opporre al concetto di quota prestabilita è l’intervento di un’altra donna che entrerà nella giunta Alberghini in caso di vittoria: Terry Gordini, campionessa mondiale di pugilato. «Alberghini mi ha scelto come sua responsabile dello Sport non perché donna ma per quello che ho fatto nella vita: io che sono cresciuta in un ambiente di uomini, direi che Max è l’esatto opposto di un maschilista».

Tra le critiche ricevute dall’avversario sullo stesso tema, c’era anche l’assenza all’incontro che la Casa delle Donne aveva organizzato con i candidati prima del voto. A questa aveva già replicato Alberto Ancarani, capogruppo uscente di Forza Italia e già rieletto, che da tempo ha ingaggiato un’aspra polemica con il femminismo locale: «Che Massimiliano Alberghini non sia andato, peraltro per altri impegni di campagna elettorale e non per calcolo, a farsi dare gli ordini dalle malmostose protagoniste della cosiddetta Casa delle Donne di Ravenna, è un titolo di merito non certo un motivo di biasimo. Tanto che il vero problema della politicizzatissime esponenti del femminismo ravennate era la richiesta di ingrandire la loro sede, argomento che interessa solo alcune scalmanate che utilizzano il sacrosanto problema della necessità di rimuovere gli ostacoli, purtroppo esistenti, per una piena parità fra i sessi, come clava per dare patenti di legittimità politica ai rappresentanti dei cittadini. Tanto per essere chiari: l’ingrandimento della loro sede sarà l’ultima delle priorità della giunta Alberghini».

Le repliche di difesa del centrodestra hanno però solleticato qualcun altro nello schieramento opposto. Michele Distaso per Sinistra per Ravenna afferma: «Se Alberghini dovesse vincere le elezioni, la destra presenterebbe in consiglio comunale 17 uomini e 3 donne. Questa non è una novità per la destra Ravennate, che nell’ultimo mandato consigliare non ha eletto nemmeno una consigliera comunale. Stante il quadro emerso dalle urne domenica scorsa, ancora una volta sarebbe il centrosinistra a rispettare la rappresentanza di genere e ancora una volta sarebbero le donne del centrosinistra a farsi carico, con competenza e passione, della nostra comunità».

A queste ultime parole da sinistra replica Gianluca Pini, deputato leghista tra gli artefici della coalizione che ha portato il centrosinistra al ballottaggio: «Si segnala, per opportuna conoscenza e correttezza di informazione, che quanto affermato da un tal di Distasio si Sinistra per Ravenna che nel caso, altamente probabile, di vittoria di Massimiliano Alberghini solo nella lista della Lega Nord sarebbero almeno 5 le donne che entrerebbero in consiglio Comunale su 10 consiglieri. Cioè il 50 percento. E tutte per meriti, non per quote rosa che sanno di riserve indiane. Conosciamo bene come la menzogna, la disinformazione e la denigrazione dell’avversario siano le armi da sempre usate dalla sinistra per mantenere il potere clientelare a Ravenna, ma sarebbe cosa utile anche per certi poveretti conoscere la matematica e le leggi elettorali prima di far figure da fessi».

Terremerse, chiesta condanna per Errani Sentenza appello bis dopo i ballottaggi

Il ravennate ex governatore regionale accusato di falso ideologico nell’ambito dell’inchiesta per un finanzialmento pubblico da un milione

Al termine di circa un’ora di requisitoria il procuratore generale della Repubblica ha chiesto la condanna a un anno per Vasco Errani, il ravennate ex governatore dell’Emilia Romagna finito a processo per falso ideologico nell’ambito della vicenda che riguardò un finanziamento regionale a favore della cooperativa Terremerse presieduta dal fratello Giovanni per un investimento a Bagnacavallo. L’accusa ha quindi sostanzialmente chiesto la conferma della condanna inflitta al primo processo di appello che aveva ribaltato l’assoluzione in primo grado ma era poi stato annullato dalla Cassazione con rinvio in appello con differente collegio giudicante. La sentenza è prevista per il 21 giugno, quindi dopo i ballottaggi di Bologna e Ravenna.

Come accennato, il processo è tornato davanti alla corte di Appello di Bologna, terza sezione penale, dopo che il 17 giugno 2015 la Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza dei giudici di secondo grado dell’8 luglio 2014. Errani, condannato ad un anno per falso ideologico, lo stesso giorno diede le dimissioni dalla carica detenuta da quindici anni ai vertici di via Aldo Moro. Errani finì alla sbarra per via di una lettera allegata ad una relazione inviata alla procura a ottobre 2009, per attestare la correttezza dell’operato della Regione nel finanziamento da un milione di euro alla coop.

«In questa vicenda la golosità per la preda ha fatto dimenticare le regole della caccia», è la battuta dell’avvocato Alessandro Gamberini, difensore di Errani, riportata da diverse testate online. La difesa nella sua arringa ha chiesto il proscioglimento per l’ex presidente della Regione Emilia Romagna. Secondo Gamberini, Errani agì in «assoluta buona fede».

Terremerse, chiesta condanna per Errani Sentenza appello bis dopo i ballottaggi

Il ravennate ex governatore regionale accusato di falso ideologico nell’ambito dell’inchiesta per un finanzialmento pubblico da un milione

Al termine di circa un’ora di requisitoria il procuratore generale della Repubblica ha chiesto la condanna a un anno per Vasco Errani, il ravennate ex governatore dell’Emilia Romagna finito a processo per falso ideologico nell’ambito della vicenda che riguardò un finanziamento regionale a favore della cooperativa Terremerse presieduta dal fratello Giovanni per un investimento a Bagnacavallo. L’accusa ha quindi sostanzialmente chiesto la conferma della condanna inflitta al primo processo di appello che aveva ribaltato l’assoluzione in primo grado ma era poi stato annullato dalla Cassazione con rinvio in appello con differente collegio giudicante. La sentenza è prevista per il 21 giugno, quindi dopo i ballottaggi di Bologna e Ravenna.

Come accennato, il processo è tornato davanti alla corte di Appello di Bologna, terza sezione penale, dopo che il 17 giugno 2015 la Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza dei giudici di secondo grado dell’8 luglio 2014. Errani, condannato ad un anno per falso ideologico, lo stesso giorno diede le dimissioni dalla carica detenuta da quindici anni ai vertici di via Aldo Moro. Errani finì alla sbarra per via di una lettera allegata ad una relazione inviata alla procura a ottobre 2009, per attestare la correttezza dell’operato della Regione nel finanziamento da un milione di euro alla coop.

«In questa vicenda la golosità per la preda ha fatto dimenticare le regole della caccia», è la battuta dell’avvocato Alessandro Gamberini, difensore di Errani, riportata da diverse testate online. La difesa nella sua arringa ha chiesto il proscioglimento per l’ex presidente della Regione Emilia Romagna. Secondo Gamberini, Errani agì in «assoluta buona fede».

De Pascale sulla chimica: «Saremo al fianco dei lavoratori Versalis»

Il candidato del centrosinistra incontra i sindacati: «Amareggiato per l’esclusione da piazza del Popolo, un fatto che non dovrà ripetersi»

Impegnato nei “tempi supplementari” di questa campagna elettorale che lo vede in gara contro il candidato del centrodestra Massimiliano Alberghini, Michele de Pascale, candidato del centrosinistra, torna su uno dei temi cardine della sua campagna elettorale: la chimica e il lavoro. E lo fa nel suo comitato elettorale dove incontro i sindacati e alcuni lavoratori del Petrolchimico che avevano pubblicamente lamentato l’impossibilità di presenziare al comizio di Matteo Renzi in supporto di De Pascale, in piazza del Popolo lo scorso 3 giugno, e che in una nota stampa avevano anche protestato per non aver sentito impegni concreti da parte del premier nell’incontro a loro riservato. «Sono amareggiato per i fatti avvenuti venerdì scorso in Piazza del Popolo – ha dichiarato il candidato De Pascale – che hanno visto il blocco all’ingresso in Piazza dei lavoratori del polo chimico, che da sempre hanno dimostrato la loro serietà anche nelle manifestazione del dissenso. Esclusione che, scelta o equivoco che sia stato, non dovrà più ripetersi. Il polo chimico è una delle priorità assolute da affrontare per il futuro della nostra città, del nostro territorio e non solo. Voglio dirlo chiaramente: non si tratta di un tema da campagna elettorale, ma del futuro dello sviluppo economico del nostro territorio e della tenuta occupazionale che preoccupa migliaia di famiglie ravennati».

In merito alla situazione Versalis, il candidato sindaco ha ascoltato e raccolto istanze e aggiornamenti da parte dei sindacati. «Il numero di persone occupate, i volumi produttivi ed economici che uno stabilimento come Versalis e, più complessivamente, che tutte le aziende del polo chimico ravennate rappresentano, sono un valore inestimabile per il nostro territorio. Eni ha aperto una vertenza, dichiarando che cerca un partner in Versalis e annunciando di fatto un disimpegno nella chimica: è una scelta miope che vede me e l’amministrazione attuale contrari e perplessi.  Nel nostro comparto chimico, abbiamo anche altre aziende come la Yara, controllata dal fondo statale norvegese, a riprova del beneficio della presenza del pubblico all’interno di realtà industriali e a tutela dei posti di lavoro. L’idea di questo incontro è manifestarvi da subito la mia ferma volontà, in caso di mia elezione, di convocare immediatamente un tavolo con i sindacati per fare il punto formalmente sulla vertenza Versalis Ravenna. Saremo al fianco dei lavoratori per scongiurare l’uscita di Eni o, in subordine, per vigilare sull’eventuale ingresso di altri partner, evitando che entrino soggetti poco affidabili».

 In merito al futuro del comparto, il candidato sindaco ha inoltre dichiarato: «Mi è chiaro che la priorità assoluta è rappresentata dall’investimento, che attendiamo da troppo tempo, SBR Solution che ci farebbe diventare un’eccellenza nel settore delle gomme con una delle produzioni più avanzate in Europa. Si parla tanto di chimica verde, e concedetemelo, anch’io sono appassionato a questa definizione, che manda un messaggio di sostenibilità e che aiuta anche l’opinione pubblica ad abbassare le resistenze verso gli insediamenti produttivi. L’SBR Solution ha queste caratteristiche di sostenibilità e quindi di avvicinamento al percorso “verde” della chimica ravennate, che non deve rinnegare se stessa, ma deve migliorare le sue performance produttive unitamente a quelle di sostenibilità ambientale. La prossima amministrazione dovrà attivarsi inoltre per costruire una rete di relazioni con i più importanti gruppi industriali nazionali alla ricerca d’investitori solidi e affidabili. La chimica nel nostro territorio è un tema fondamentale anche nell’abito della formazione e nel futuro dei nostri giovani a Ravenna abbiamo già un ITIS (Istituto tecnico Industriale Statale) che si conferma eccellenza nella chimica di alta qualità e dobbiamo continuare a promuovere percorsi formativi che alzino il livello di professionalizzazione, anche in relazione con l’università, per garantire alle aziende che investono qualità delle risorse umane, e ai nostri ragazzi un futuro di lavoro qualificato sul territorio».

Ricattava 60enne sposato per coprire la relazione omosex: arrestato 22enne

I due si erano conosciuti in chat: in cinque mesi l’uomo ha pagato oltre 10mila euro. All’inizio regali spontanei poi una estorsione con minacce

In chat è nata una conoscenza che poi è diventata una relazione omosessuale, tra un 60enne italiano sposato con figli e un 22enne senegalese in Italia da tempo, ed è finita con l’arresto del giovane per estorsione: in cinque mesi di frequentazioni si è fatto consegnare in tutto oltre diecimila euro sotto la minaccia di svelare la loro storia alla famiglia mostrando alla vittima, come arma di ricatto, anche alcuni filmati dei loro rapporti clandestini che aveva sul telefonino. Le manette sono scattate ieri mattina, 9 giugno, dopo un incontro organizzato dal 60enne con la regia dei carabinieri a cui si era rivolto per mettere fine al suo incubo: il giovane aveva chiesto 7-800 euro e quando si è alzato dal tavolo di un bar nel forese ravennate con la busta del denaro è stato fermato dai militari che erano appostati in borghese ad ascoltare la conversazione appena avvenuta.

La conoscenza tra i due è nata lo scorso gennaio. Il più anziano si era iscritto su Badoo, sito internet di incontri, utilizzando la propria identità ma omettendo alcuni dettagli. Con il giovane è cominciata dapprima una frequentazione solo online. Quando la cosa si è trasferita nel mondo reale con incontri veri, il senegalese è regolare in Italia e si è presentato come disoccupato (in realtà lavora come operaio) e bisognoso di aiuto soprattutto per presunte visite mediche dei genitori rimasti in patria. L’amante in principio lo ha aiutato volontariamente con piccole somme di denaro finquando il tono delle richieste è cambiato, non più lasciate alla liberà generosità dell’altro ma vere e proprie estorsioni: cifre ben precise per non rivelare nulla ai familiari.

Questo infatti era l’argomento che il giovane aveva capito di poter utilizzare per fare presa sul compagno di quella relazione. Non minacce di violenze fisiche ma l’incubo della gogna pubblica. Un giorno il senegalese si è presentato sotto l’abitazione dell’uomo cominciando a urlare, un altro giorno ha mostrato di avere il numero di telefono del figlio, un’altra volta gli ha mostrato alcuni filmati dei loro rapporti. Insomma, una serie di circostanze per mostrare quanto facesse sul serio. Arrivando anche a parlare di una situazione di un suo amico simile alla loro in un’altra regione in cui alla fine la vittima dell’estorsione, talmente esasperata, era arrivata a suicidarsi. Al momento non è stato ancora possibile appurare se le parole facciano riferimento a una circostanza concreta.

Le indagini dei carabinieri stanno ora cercando di accertare se l’estorsione fosse premeditata dal giovane oppure sia nata nel corso dei mesi quando si è reso conto che poteva diventare uno strumento facile per un guadagno extra.

Rompe la mandibola a pugni al barista che voleva essere pagato

Denunciato un 21enne poi arrestato per essere entrato in un’auto in sosta dove voleva dormire

Nell’ultimo mese ha sfondato la vetrina di un negozio di abbigliamento, ha rotto la mandibola a un barista che voleva essere pagato per delle patatite, ha sfondato il finestrino di un’auto in sosta per utilizzarla come ricovero notturno. Dopo due denunce a piede libero, l’ultimo episodio è costato l’arresto per un 21enne albanese, Romario Tanku, residente a Massa Lombarda. L’arresto è scattato la notte scorsa quando una pattuglia dei carabinieri ha notato un’auto con un finestrino rotto e all’interno ha trovato il giovane.

Era stato denunciato a metà maggio. Le telecamere di videosorveglianza del Comune avevano consentito di individuarlo come l’autore dei danneggiamenti a una vetrina di un noto negozio di abbigliamento di Massa e degli atti vandalici in strada dove ha sradicato tre piante dalle fioriere che si trovavano li davanti e rovesciando le stesse sulla strada.

L’episodio più violento è accaduto il 28 maggio. In compagnia di amici il giovane è entrato in un bar di Fusignano. Dopo una bevuta pretendeva delle patatine senza volerle pagare e minacciando il gestore che se non gliele avesse date lo avrebbe picchiato. Alla risposta negativa del gestore ha mantenuto fede alla sua parola: ha scavalcato il bancone e ha colpito a pugni il barista fratturandogli la mandibola. Testimonianze e immagini delle telecamere di video sorveglianza hanno permesso di individuarlo.

Addio perforazioni, 600 addetti in meno Allarme della Cgil per la crisi del settore

«Si ferma anche l’ultimo impianto. Azzerate le attività sul territorio»
E le multinazionali di servizio dimezzano il personale

trivella ravennaNonostante l’annullamento del referendum sulle trivelle che ha consentito la tenuta del sistema infrastrutturale e produttivo facente capo a Ravenna, si consolida la crisi internazionale del comparto delle estrazioni con gravi conseguenza anche per il territorio locale. E nonostante il prezzo del greggio sia risalito negli ultimi tempi a quotazioni che avrebbero dovuto già stimolare le oil company a ripartire con gli investimenti  – si legge in un comunicato del sindacato Cgil di Ravenna – di fatto continua la completa stagnazione e la mancanza di commesse  che si ripercuote direttamente su tutte le aziende della filiera della perforazione.
«Le principali services company multinazionali – commenta Alessandro Mongiusti, della Filctem Cgil Ravenna e responsabile nazionale di categoria per il comparto perforazione – hanno avviato piani di ristrutturazione devastanti che vedono coinvolte anche le basi operative nel nostro paese e nella nostra città. Dimensionalmente le tre big, Halliburton, Baker Hughes e Schlumberger hanno già ridotto il personale di oltre il 50% e stanno proseguendo nel percorso di riduzione. Stiamo parlando di personale altamente specializzato, formato su standard operativi e di sicurezza internazionali. Basti pensare che il costo di investimento formativo base di un tecnico supera i 130.000 dollari. Poi ci sono le piccole aziende, quelle composte da 15/30 addetti, sempre attive in ambito operativo ma anche legate alla logistica o alle forniture: qualcuna è ancora sostenuta dagli ammortizzatori sociali ma tante, dal 2010 ad oggi, sono state o assorbite o hanno chiuso i battenti. Nell’ultimo anno si può stimare che siano usciti dall’area ravennate all’incirca 600 lavoratori, suddivisi tra personale tecnico, dirigente e di staff, di cui un terzo residente a Ravenna e il restante in transito semipermanente da anni, veri e propri generatori di ricchezza».
A quanto pare, a fine mese, si fermerà anche l’Atwood Beacon, l’ultimo impianto di perforazione attualmente operante in zona e si toccherà così una storica “attività zero”, mai accaduta prima.
«Altra certezza, purtroppo – continua Mongiusti – sono i futuri piani operativi comunicati da Eni per Ravenna. Stante l’attuale situazione di mercato non vi sono operazioni in programma per tutto il 2016 e credo sia inutile andare oltre e fare i veggenti per il 2017. Se le operazioni non ripartono a breve termine quanto rimasto della forza lavoro dell’intero comparto subirà nei prossimi mesi una decimazione irrecuperabile. Resta stupefacente la sottovalutazione complessiva degli effetti che questa crisi può provocare: non è pensabile che nella stanza dei bottoni operativi, non in quelli finanziari, non siano ben chiare le conseguenze negative anche in termini garanzia di sicurezza».
La Filctem Cgil evidenzia che se Ravenna ha uno dei più elevati standard di sicurezza nel settore a livello globale, lo si deve soprattutto alla continuità operativa e alla costante crescita e consapevolezza di tutti gli attori in campo: operai, tecnici, dirigenti, aziende, sindacati ed enti di controllo.

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