domenica
29 Giugno 2025

Via Molo Sanfilippo: studi su modifiche per migliorare il traffico dei crocieristi

Il 30 luglio il consiglio comunale approverà due proposte a sindaco e giunta per interventi immediati e a medio termine sulla località

CrocierePer la località di Porto Corsini, sulla costa del comune di Ravenna, sono in arrivo interventi per migliorare l’impatto del traffico dei veicoli in aumento per la crescita del terminal crociere. Un dato: nel periodo gennaio-maggio 2024 si sono registrati 19 scali di navi contro i 12 scali dello stesso periodo 2023, per un totale di 30mila passeggeri (+1,1 percento).

Sono fondamentalmente due i punti di intervento. Un progetto di fattibilità tecnico-economica di un nuovo tratto di strada a lato del canale Candiano, a partire dall’ingresso del paese, che sollevi parzialmente via Molo Sanfilippo dall’attuale doppio senso di marcia del suo intenso traffico veicolare. Poi interventi immediati di mitigazione della velocità: controlli costanti sul rispetto del limite di velocità disposto dei 30 km/h; potenziamento dei segnali di preavviso del limite di velocità e introduzione dei dispositivi ottici e/o sonori e trattamenti superficiali della strada.

L’8 luglio scorso, nella commissione consiliare 9 “Porto” del Comune di Ravenna, la maggioranza ha formalmente dichiarato di accogliere due delle tre richieste che l’ordine del giorno dell’opposizione propone di rivolgere al sindaco e alla giunta comunale. Il presidente della commissione, il consigliere Alvaro Ancisi (Lpr), rendo che di conseguenza il 30 luglio il consiglio comunale troverà il modo di  approvarli all’unanimità.

Giubileo: la diocesi lancia una formazione di 115 ore per guide turistiche

Il percorso si svilupperà da ottobre a gennaio per creare un gruppo di guide dedicate a pellegrini e fedeli

Ravenna sarà coinvolta nel Giubileo 2025 da ottobre 2024 partirà in città il primo percorso formativo pensato e finalizzato a dare la possibilità alle guide turistiche (iscritte all’albo) di essere inserite in un elenco di “Guide giubilari per percorsi di arte e fede a Ravenna per tutti”. L’iniziativa è promossa dall’arcidiocesi di Ravenna-Cervia e dall’Opera di Religione, in collaborazione con il dipartimento dei Beni Culturali della Chiesa della Pontificia Università Gregoriana e il Servizio nazionale per la Pastorale delle persone con disabilità della Cei.

Si tratta di un percorso di circa 115 ore, da ottobre 2024 a gennaio 2025, che si svilupperà in due parti: la prima, sugli aspetti storici, artistici e religiosi del Giubileo e sulla Ravenna antica, i suoi monumenti e sugli itinerari per i pellegrini, a cura della Pontificia Università Gregoriana. La seconda, sull’accessibilità universale al patrimonio artistico ravennate, a cura di esperti del settore e di enti e associazioni di persone con disabilità. Sono previsti anche laboratori per utilizzare i pannelli tattili multisensoriali installati nei monumenti diocesani Unesco.

L’obiettivo, spiegano i promotori, è «creare un gruppo di guide formate per guidare gruppi di pellegrini e fedeli nella visita alla nostra città e ai monumenti diocesani di Ravenna, in modo che essi siano accessibili a tutti. Quei pellegrini che dovranno essere resi partecipi delle realtà monumentali e storico artistiche, testimoni del cammino di fede della Chiesa Cattolica nel corso dei secoli. A nessuno deve essere impedito o limitato di aver accesso all’esperienza di fede attraverso i mosaici di Ravenna».

Il corso formativo è finanziato dall’Opera di Religione. Ai partecipanti viene chiesto un contributo alle spese di 50 euro per l’intero percorso. Iscrizioni aperte dal 22 luglio al 6 settembre 2024. Per informazioni e iscrizioni: Ufficio di Promozione e Valorizzazione dei Beni culturali diocesani, via Canneti 3, Tel. 0544 541689, promozione@ravennamosaici.it, www.ravennamosaici.it.

Castel Bolognese candidata a capitale italiana del libro, in palio 500mila euro

Il Comune di 9.500 abitanti in provincia di Ravenna è tra le 20 città italiane che hanno inviato la domanda al ministero. Nel 2023 ci provò Lugo ma vinse Genova

LibriCastel Bolognese è tra le venti città italiane che hanno inviato la propria candidatura al ministero della Cultura per concorrere al titolo di capitale italiana del libro 2025. Il bando si è chiuso l’8 luglio scorso, data in cui i Comuni hanno inviato le domande corredate da dossier completi alla direzione generale Biblioteche e Diritto d’autore del ministero.

A individuare la nuova capitale per il 2025 sarà una giuria composta da cinque esperti indipendenti nel settore della cultura e dell’editoria, individuati ogni anno dal ministero. La commissione, supportata dalla segreteria tecnica, individuerà fino a dieci progetti finalisti. I rappresentanti delle città saranno convocati per partecipare a un incontro per la presentazione pubblica e l’approfondimento del dossier.

Entro il 30 novembre del 2024, la giuria sottoporrà al ministro della Cultura il progetto della città proposta per diventare la capitale italiana del libro 2025. Il libro, la lettura, gli eventi culturali, saranno protagonisti durante tutto l’anno e sapranno potenziare così l’offerta culturale della comunità in una logica di crescita e inclusione sociale. Alla città vincitrice verrà assegnato un contributo di 500mila euro.

Ad aggiudicarsi il riconoscimento negli anni scorsi sono state: Chiari (2020), Vibo Valentia (2021), Ivrea (2022), Genova (2023) mentre la capitale del libro di quest’anno è Taurianova, in Calabria. Per il 2023 si candidò anche Lugo.

Queste le altre 19 candidature per il 2025: Benevento, Butera (CL), Casalnuovo di Napoli (Na), Chioggia (Ve), Cuneo, Gallipoli (LE), Grottaferrata (RM), Ischia (NA), Latina, Macchiagodena (IS), Mantova, Mercogliano (AV), Mistretta (ME), Palombara Sabina (RM), Sant’Andrea di Conza (AV), Sorrento (NA), Subiaco (RM), Terni e Velletri (RM).

Amarcord, bomber Schwoch non ha dubbi: «Il mio Ravenna 96/97 voleva la serie A»

L’attaccante di Bolzano fu il capocannoniere (8) della migliore stagione della storia giallorossa: ottavo posto in B 27 anni fa. I ricordi sono ancora vivi: «Un gruppo straordinario, Gadda era già un allenatore in campo»

Ra9596Se la nuova proprietà del Ravenna Football Club dovesse raggiungere l’obiettivo dichiarato della serie A nel minor tempo possibile, partendo dall’attuale serie D significa che almeno fino al 2026 il miglior risultato in 113 anni di storia giallorossa resterà quello della stagione 1996-97: ottavo posto in serie B da neopromossa.

Al centro dell’attacco c’era Stefan Schwoch alla seconda stagione a Ravenna (in totale 29 reti in 71 presenze tra C1 e B). Oggi Schwoch ha quasi 55 anni e vive a Vicenza dove ha chiuso la carriera da calciatore nel 2008: «A Ravenna sono stato benissimo. Se mi chiedessero di trovare un lato negativo non saprei cosa dire. Bella città a misura d’uomo, non caotica, con il mare vicino, dove si viveva bene e si mangiava bene. E sportivamente sono stati due anni meravigliosi: l’emozione di vincere per la prima volta un campionato di C1 segnando 21 gol (record giallorosso tra i professionisti, ndr) e poi l’emozione di giocare in serie B per la prima volta».

Il 22 settembre 1996 (terza giornata) il centravanti di Bolzano segnò al “Benelli”, nella partita pareggiata 1-1 contro l’Empoli (per i toscani, allenati da Luciano Spalletti, in rete Luca Toni), il primo dei 135 gol che ne fanno tutt’ora il miglior marcatore della cadetteria dove non gioca più da 16 anni. Un curriculum che nel 2018 ha portato Dazn a ingaggiarlo come voce tecnica delle telecronache di serie B.

«I miei ricordi della B a Ravenna però non sono legati solo ai risultati, ma più allo spogliatoio che avevamo: il più bello in cui sono stato insieme a quello di Venezia (una stagione e mezzo tra B e A dopo il periodo ravennate, ndr). C’erano giocatori di livello assoluto in campo come Giorgetti, Mero, Gadda, Zauli… E anche lo staff con gente come il mitico team manager Manzani. C’era un gruppo affiatato che aveva tutto: la voglia di lavorare e la voglia di divertirsi, la sincerità di dirsi le cose e litigare, ma anche la capacità di fare pace». Un gruppo che si autocurava: «Mi ricordo una volta che Gadda e Zauli litigarono e avevano smesso di parlarsi. Allora il resto della squadra cominciò a organizzare una cena dopo l’altra per convincerli a chiarirsi e alla fine ci siamo riusciti. Ma litigare fa bene, significa che sei vivo». Quel mitico Ravenna si ritrova ancora: «Abbiamo una chat di gruppo. Un annetto fa ci siamo trovati per giocare a padel e poi a cena».

Gadda era il capitano ed è stato l’allenatore delle ultime due stagioni (e anche del biennio 2002-2004): «Era già un allenatore in campo trent’anni fa – ricorda Schwoch –. Quando parlava lui, in campo e fuori, non era come se parlasse qualunque altro giocatore. E quante serate a fare tardi a casa sua: lui ci cacciava, ma io e Zauli restavamo e c’era sua moglie che aveva tanta pazienza, “santa” Marika».

Una delle voci che circola da allora è che a un certo punto si sia deciso che era meglio non andare in serie A per questioni di costi. Il bomber smentisce: « Il presidente Corvetta voleva andarci eccome. E io penso che la penalizzazione di tre punti ci abbia colpito nel morale, senza di quella sono convinto che saremmo arrivati nei primi quattro». Durante la partita Ravenna-Brescia dell’1 dicembre 1996 (12esima giornata) il lancio di un petardo dalla curva di casa costrinse il portiere ospite Giacomo Zunico alla sostituzione: sul campo finì 2-1, ma il giudice sportivo tolse il successo al Ravenna e inflisse tre punti di penalizzazione.

Schwoch

Il Ravenna rimase in B fino al fallimento del 2001. Ma Schwoch nell’estate 1997 passò a Venezia e poi nel gennaio 1999 a Napoli dove ottenne la promozione nel 1999-2000 con 22 gol in B. «Non sarei mai andato via da Ravenna, stavo troppo bene. E penso che Zamparini mi comprò perché Corvetta cominciava ad avere dei problemi economici. Altrimenti non penso mi avrebbe ceduto».

Schwoch in carriera ha conquistato tre promozioni in A: Venezia (97-98), Napoli (99-00) e Torino (00-01). «Forse la differenza più grande rispetto a Ravenna è la storia calcistica di quelle piazze o la popolarità mondiale di una città come Venezia. Senza dimenticare che a Napoli in casa c’erano 70mila persone e questo si sente per gli ospiti. Ma va anche detto che nessuno di noi a Ravenna aveva esperienze di altri campionati vinti». E com’era la B di Schwoch rispetto a oggi? «Una volta il livello era molto più alto. Oggi per gli attaccanti è più facile segnare perché una volta ti ammazzavano di botte e non c’erano telecamere. Palla in area, qualcuno restava a terra e non si sapeva chi era stato…». Tutt’altro mondo ora con telecamere e Var: «Era troppo esagerato allora, forse è troppo esagerato oggi in senso opposto. Il fuorigioco di un millimetro io non lo concepisco. L’attaccante che parte più avanti di una rotula, che vantaggio ha?».

Il nuovo direttore sportivo del Ravenna è Davide Mandorlini, classe 1983, figlio di Andrea che era il vice dell’allenatore Walter Novellino nel 1996-97: «Fa effetto pensare che oggi è il ds, mi ricordo di quando noi giocatori scherzavamo con lui da ragazzino al mare. Il primo pensiero che mi viene è che sto invecchiando. Ho avuto Andrea Mandorlini come allenatore a Vicenza in B e sfiorammo la promozione. Novellino e Mandorlini per me sono i migliori allenatori con cui ho lavorato». Nella nuova dirigenza giallorossa il vicepresidente è Ariedo Braida: «L’ho conosciuto ai tempi in cui lavorava alla Cremonese. È un conoscitore di calcio incredibile e ha una risonanza importante quando si siede alle scrivanie. Per il Ravenna è una scelta oculatissima».

Dopo una breve parentesi da dirigente del Vicenza, attorno al 2010, Schwoch ha chiuso con il calcio ed è diventato consulente finanziario. «Faccio il family banker per Mediolanum. Mi è sempre piaciuta la finanza, mi ha sempre interessato, e non avevo più voglia di stare neglistadi ogni weekend. Diciamo che dopo una carriera nel calcio per me non c’era l’urgenza di un lavoro, ma a casa poi ti annoi. Però volevo un lavoro in cui decido giorni e orari dei miei impegni e l’ho trovato».

Il dipartimento di Beni Culturali lancia un contest sul patrimonio della città

L’iniziativa nasce nell’ambito degli aperitivi scientifici dedicati alla valorizzazione delle ricchezze intellettuali ravennati, materiali e immateriali. È possibile inviare il proprio materiale entro il 30 settembre

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Il Dipartimento di Beni Culturali lancia un contest fotografico sul patrimonio culturale tra memoria e presente. A seguito di un aperitivo scientifico che ha coinvolto docenti e ricercatori del Dipartimento in un dialogo con la cittadinanza, per stimolare una riflessione condivisa su come il patrimonio culturale, sia legato sia al passato che alla contemporaneità, è stato annunciato il concorso aperto a tutta la cittadinanza di Ravenna, attraverso il quale si raccoglieranno immagini in grado di rappresentare elementi del patrimonio culturale – materiale e immateriale (come saperi e tradizioni) – sia nel passato che nel presente.

I materiali raccolti saranno selezionati da una giuria e le immagini ritenute più significative saranno esposte negli spazi del Darsenale per una mostra temporanea che inaugurerà il prossimo 3 ottobre, (ore 19.00).  Il 21 novembre (sempre alle ore 19) è previsto un nuovo incontro dove sarà rivelato e premiato il vincitore del contest fotografico e, a chiusura del ciclo di Aperitivi Scientifici, ci sarà un dibattito a più voci sul tema del patrimonio culturale come elemento di dialogo tra popoli e culture.

Per partecipare al contest è sufficiente compilare il modulo disponibile sul sito  entro il 30 settembre 2024.

L’iniziativa è organizzata nell’ambito dei progetti Restart – Resilienza e Sviluppo territoriale, Patrimonio a Rischio e Tutela (finanziato nell’ambito dell’iniziativa di Ateneo Alma CaReS – Cambiamenti climatici, Resilienza, Sostenibilità) e Sirius – Strategie per la gestione del patrimonio culturale a rischio.

Lavori al via per la realizzazione della Casa di Comunità in darsena

È stata posata la prima pietra del complesso che comprenderà anche il nuovo ospedale. Il progetto ha richiesto un investimento dal valore di 9 milioni di euro

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È stata posata la prima pietra della Casa della Comunità della darsena, la nuova costruzione che rappresenta spazio unitario, integrato e di facile accessibilità ai servizi che accoglierà anche l’ospedale di comunità “Darsena”, ora temporaneamente collocato, nell’ospedale privato accreditato “San Francesco”. I lavori (partiti in ritardo rispetto alle aspettative) termineranno nel dicembre 2025, per rispettare la scadenza del Pnrr,.

L’intervento è stato reso possibile dalla concessione gratuita del Comune di Ravenna di un ampio terreno, all’interno dell’area residenziale di Parco Cesareo, situata a sud-est, del centro storico. La zona è stata scelta strategicamente per creare un nuovo polo di riferimento territoriale complementare al Centro di  Medicina e Prevenzione a ridosso del Presidio Ospedaliero di Ravenna, consentendo prossimità e un’offerta più omogenea dei servizi territoriali, vicino al centro e di facile accessibilità attraverso i collegamenti pubblici urbani.

Il costo di realizzazione, al netto dello sconto di gara del 23 percento, è di circa 9 milioni di euro, per un quadro economico complessivo di 13.670.334,04 euro (8.313.406,26 euro per la casa della comunità e 5.356.927,78 euro per l’ospedale di comunità), comprensivo anche di una quota per arredi e attrezzature del valore di circa 600mila euro. Il progetto prevede la realizzazione di un fabbricato su tre livelli per una superficie complessiva di 5.500 metri. quadrati (1.700 destinati all’ospedale, che ospiterà 20 posti letto, e 3.800 mq per la casa della comunità). Considerato l’aumento dei prezzi delle materie prime e delle maestranze, circa 1.200 metri quadrati della Casa saranno lasciati grezzi, cioè privi di finiture, con l’obiettivo di recuperare i 2 milioni necessari al completamento al più presto.

Per quanto riguarda l’organizzazione degli spazi, il piano terra sarà caratterizzato da 4 ingressi separati e accoglierà un punto informativo e di accoglienza, il punto prelievi, un locale per la consegna del materiale biologico, gli sportelli del Cup, uno spazio ristoro aperto a tutti i cittadini per creare uno spazio di aggregazione. Sul lato Ovest, inoltre, saranno collocati gli spazi dedicati alla promozione della salute, fra cui una cucina didattica attrezzata e una grande sala polivalente. Alla struttura interna si ì integrano n gli spazi esterni dedicati al benessere e alla promozione dello stile di vita sano.

Al primo piano invece,  saranno presenti il Punto Unico di Accesso, gli ambulatori dei Medici di Medicina Generale con spazi per la rispettiva accoglienza, ambulatori specialistici, ambulatorio infermieristico per la cronicità e quello osservazionale prestazionale, il Servizio infermieristico domiciliare, studi per psicologi e per assistenti sociali e uno spazio per il volontariato.

Al secondo piano, infine, saranno accolti l’Ospedale di Comunità, gli ambulatori e gli spazi di medicina riabilitativa, palestra, sale prove ausili e sala ventiloterapia e gli spazi dedicati alla diagnostica per immagini e laboratori.

«Quella di oggi è una posa della prima pietra molto attesa, si tratta di uno dei progetti più importanti della città, nato come idea prima del Pnrr – dichiara il sindaco di Ravenna Michele de Pascale –Durante la riorganizzazione della rete di cure primarie e dei servizi territoriali avevamo riscontrato infatti che c’era una parte molto significativa della città, anche in forte crescita, che necessitava di un potenziamento dei servizi sanitari. Questa idea è diventata quindi un obiettivo strategico dell’amministrazione comunale e dell’azienda sanitaria e ci siamo messi al lavoro. Sarà un grande investimento anche sul fronte della promozione della salute. La Casa della Comunità della Darsena, in rete con la parte sociale e la medicina generale, sarà realizzata infatti a fianco del grande polmone verde, rappresentato dal nuovo parco Cesarea, scelta urbanistica che va in questa direzione, così come la realizzazione di spazi dedicati proprio alla prevenzione, uno dei concetti imprescindibili quando si parla di salute”.

Approvati gli interventi di manutenzione straordinaria a Villanova e Fosso Ghiaia

Il totale dell’investimento sarà di 423.500 euro, in parte finanziato dai fondi per il ripristino post alluvione

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Sono stati approvati nell’ultima seduta della giunta comunale due progetti esecutivi di manutenzione stradale straordinaria, nelle aree di Villanova e di Fosso Ghiaia, del valore complessivo di circa 423.500 euro. 

Il primo intervento riguarda la carraia della Canaletta, via Viazza di Sopra e via Cupa a Villanova ed è relativo al ripristino delle infrastrutture danneggiate a causa dell’alluvione (n questo caso in particolare a servizio delle attività agricole). Per questo, i 316.466,07 euro di investimento necessari al ripristino saranno finanziati dai fondi stanziati a seguito dell’ordinanza del commissario alla Ricostruzione Francesco Figliuolo.

La carraia della Canaletta è una strada a fondo chiuso che parte da via San Giuseppe e si estende per un tratto di circa 390 metri, che verrà riasfaltato. Anche per quanto riguarda via Viazza di Sopra si interverrà per l’intera lunghezza di 850 metri, partendo dal confine con il Comune di Russi fino all’innesto su via Villanova. La strada, che ora è in parte bianca e in parte asfaltata, sarà completamente asfaltata. Il ripristino di via Cupa, che è una strada bianca e sarà ripristinata sempre a strada bianca, interesserà il tratto dal ponte sullo scolo Cupa verso la strada provinciale 99 – via Viazza Di Sotto, prossima al canale, per una lunghezza di circa 1100 metri, e il tratto di 680 metri a partire dall’innesto con via Fosso Drittolo fino al termine della strada.

Il secondo intervento riguarda tratti di via Tre Lati, in località Standiana tra Savio e Fosso Ghiaia, e la sua realizzazione prevede un investimento di 107mila euro. L’operazione si estenderà per alcuni tratti, pari a una lunghezza di circa 900 metri. Negli altri segmenti è previsto un intervento successivo.

«Sono 19 – dichiara il sindaco Michele de Pascale – gli interventi di ripristino post alluvione dei quali ci stiamo direttamente occupando come Amministrazione comunale, oltre ai due in capo a Sogesid, società di ingegneria e assistenza tecnica specialistica interamente partecipata dallo Stato italiano, relativi ai ponti sullo scolo Lama in corrispondenza di via Stradone e via Romea sud. Otto, sono già stati approvati e si sta lavorando all’affidamento dei lavori; gli altri sono in corso di redazione per poi passare all’approvazione. Compatibilmente con i tempi tecnici necessari e con tutti gli altri interventi dei quali ci stiamo occupando, molti finanziati dal Pnrr e che quindi richiedono il rispetto di tempistiche stringenti, stiamo lavorando al massimo per realizzarli il più velocemente possibile e a regola d’arte. Lo stesso impegno viene messo anche nella realizzazione di altri interventi finalizzati a migliorare le condizioni delle strade del territorio comunale, come, in questo caso, quelle di via Tre Lati”.

Un lieto fine per la casetta di scambio libri rubata al giardino Bucci

Grazie all’affetto di un bambino ravennate e all’impegno di nonno e bisnonno il punto di bookcrossing è stato ripristinato

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Riceviamo e condividiamo la segnalazione di Matteo Cavezzali, scrittore ravennate e nostro collaboratore, che racconta la storia a lieto fine della casetta per lo scambio libri rubata al giardino Bucci, tanto amata dal figlio Leonardo.

«Leonardo è un bimbo di nove anni che ama molto scambiare libri con bambini che non conosce. Mette un libro che ha letto nella casetta dei libri al giardino Bucci in via Traversari e aspetta che qualche altro bambino o bambina li prenda e gliene lasci uno da leggere.

Quando la casetta è stata rubata qualche mese fa ci è rimasto molto male. Era andato lì, come faceva spesso, ma non c’era più. Vedendolo triste al suo bisnonno Vittorio è venuta un’idea: perché non la ricostruiamo noi! Così approfittando delle vacanze estive e dell’abilità del bisnonno, un moderno Geppetto, i due, aiutati dal cuginetto Cristian e dal nonno Lorenzo, hanno costruito una nuova casetta di legno e l’hanno pitturata di arancione e giallo, con un tetto rosso fiammante.

Ora è nata la nuova casetta dei libri per tutti i bambini e le bambine che vogliono scambiare tra loro le priore letture, grazie al piccolo Leonardo Cavezzali al bisnonno Vittorio Zaganelli. La fine di una bella storia, anzi l’inizio!»

Emilia-Romagna al voto per le Regionali il 17 e 18 novembre

La data è stata individuata mediando tra le esigenze degli uffici regionali e la necessità di accelerare al massimo le procedure

Elezioni

L’Emilia-Romagna si prepara per votare il proprio presidente regionale il 17 e 18 novembre 2024. La data è stata condivisa dalla presidente facente funzioni, Irene Priolo, e dal presidente della Corte d’Appello di Bologna, Oliviero Drigani.

La data è stata individuata accelerando al massimo le procedure previste ma tenendo anche conto delle esigenze tecniche e organizzative rappresentate dagli uffici regionali e da quelli della Corte d’Appello. La formalizzazione avverrà nei prossimi giorni, con l’intesa fra la presidente Priolo e il presidente Drigani, e successivamente, a settembre, Priolo emanerà il decreto di proclamazione delle elezioni, entro 60 giorni dalla data del voto, così come previsto dalla legge regionale.

«Ringrazio il presidente Drigani – afferma Priolo -, la data sulla quale abbiamo immediatamente trovato l’intesa permette, insieme, di conciliare l’organizzazione di un appuntamento così importante per l’intera comunità regionale, con l’obiettivo di fare presto e permettere alla nuova amministrazione regionale di partire entro la fine anno, assicurando la piena operatività dell’Ente, a beneficio di cittadini e comunità».

Tornano i fuochi d’artificio sul mare per festeggiare Sant’Appollinare

Lunedì 22 luglio (in occasione della vigilia del patrono) le coste ravennati si illumineranno con un grande spettacolo pirotecnico

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In occasione della vigilia della festa del patrono, lunedì 22 luglio a partire dalle ore 23.30, le spiagge di Ravenna si illumineranno con i Fuochi d’Artificio di Sant’Apollinare, per un grande spettacolo pirotecnico esteso su tutta la costa ravennate. I fuochi d’artificio saranno visibili da vari punti lungo la spiaggia, creando una grande coreografia multicolore da Marina Romea (Spiaggia libera tra la foce e lo stabilimento Boca Barranca) a Marina di Ravenna, (alla diga foranea Sud “Benigno Zaccagnini”), da Punta Marina Terme (nella spiaggia libera tra il Bagno 4 venti e il Bagno Pelo); a Lido Adriano (spiaggia libera tra il Bagno Cristallo e il Bagno Azzurra) e a Lido di Dante (Spiaggia libera a Nord) e Lido di Classe (Spiaggia libera adiacente alla foce del Savio).

Come ogni anno lo spettacolo è curato dall’assessorato al Turismo con il contributo di Cooperativa Spiagge Ravenna e Club del Sole Vacanze all’aria aperta: «Questo spettacolo rappresenta un evento consolidato sia per i residenti sia per i turisti – ha dichiarato l’assessore al Turismo Giacomo Costantini – ogni anno, attendiamo questa serata speciale, che non solo celebra il nostro Patrono, ma offre anche un’occasione di vivere un’esperienza autentica, che mette in luce le nostre radici e il calore dell’accoglienza locale, in un momento di gioia condivisa».

Il parcheggio al posto della caserma dei pompieri non si farà, Fdi chiede risposte

Il capogruppo Stefano Bertozzi interroga il vicesindaco Andrea Fabbri sull’improvviso dietrofront

Vigili Del Fuoco Faenza

È stato approvato negli scorsi il progetto di rifacimento della caserma dei vigili del fuoco a Faenza, con un intervento da 4,25 milioni di euro in una zona strategica della città. Terminato il trasferimento dei pompieri, nell’area dell’ex caserma era stata prevista l’installazione di un’area di parcheggio a più piani, a servizio del centro storico della città.

Secondo quanto riportato dal Resto del Carlino in edicola domenica 14 luglio però, il vicesindaco Andrea Fabbri e l’amministrazione comunale avrebbero fatto un passo indietro, abbandonando il progetto del parcheggio, definendola illogica: «Non avrebbe senso considerando che dopo la partenza dei vigili del fuoco si libereranno a livello stradale circa 50 posti auto. Ipotizzare un parcheggio con un ulteriore livello vorrebbe dire raddoppiarli: una struttura di quel tipo per aggiungere appena 50 posti non sarebbe logica». Al tempo stesso però, si è ipotizzato di spostare il progetto del parcheggio multipiano nella zona di Faenza 1 o di via Lapi.

A seguito di queste rivelazioni, Stefano Bertozzi (capogruppo di Fratelli d’Italia) interroga il sindaco sulle ragioni del dietrofront: «Prima di ogni altra considerazione occorre fare un passo indietro, il parcheggio nell’area che definiremo per semplicità ex-caserma, è stato previsto dal Piano Urbano della Mobilità Sostenibile del Comune adottato il 30 settembre 2021 con la delibera del Consiglio Comunale n. 65. – spiega il capogruppo – Votato nel suo complesso da tutta la maggioranza consiliare, quella scelta strategica, è stata presa accogliendo le indicazioni di una delle società a cui furono affidati gli studi preliminari di fattibilità del Pums  e soprattutto le osservazioni presentate da Ascom-Confcommercio e Confesercenti e dal comitato “No alla morte del Centro Storico”. Il percorso Pums era stata inserit0 (seppure non nominato direttamente) nel programma elettorale del Sindaco Isola com uno dei punti caratterizzanti la loro azione amministrativa. Oggi, in spregio ad una delibera ufficiale del Consiglio Comunale – massimo organo politico ed istituzionale della città – senza nemmeno un passaggio formale all’interno dello stesso, un esponente della giunta tra i più autorevoli sconfessa quella scelta (ripeto già adottata e lautamente pagata) definendola non logica». Anche la nuova ipotesi di un parcheggio multipiano leggermente delocalizzato necessita di delucidazioni per Fabbri: «Necessitiamo spiegazioni sull’idea di realizzare un parcheggio multipiano in via Lapi o in zona Faenza 1.  Quelle aree sono ancora da considerarsi allagabili?  La Regione Emilia Romagna e i Sindaci dell’Unione hanno urlato in ogni dove “nelle aree allagabili non si costruisce più”? Quello che viene vietato ai privati è forse consentito all’Amministrazione Comunale? O sono previste opere di riduzione del rischio che confermano che se si vuole ciò può essere fatto?».

Bilancio Start 2023, oltre 11 milioni di passeggeri trasportati in provincia

Sono 50.238.775 in Romagna. Nel futuro dell’azienda, una spinta maggiore sulle politiche green e la fusione con Tper e Seta

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Sacchetti e Bongiorno di Start Romagna

È stato approvato dall’Assemblea dei Soci di Start Romagna il bilancio d’esercizio relativo al 2023, riportando un utile di 61.946 euro (73.472 nel 2022) al netto delle imposte. Il valore della produzione è stato di 94,7 milioni (96,9 milioni nel 2022). Il leggero calo rispetto al 2022 va considerato tenendo conto che fino al termine dello scorso anno scolastico il servizio è stato potenziato con l’impiego di bis Covid, utili a contrastare il rischio di contagio.

Nell’ultimo anno, in provincia, sono stati offerti trasporti per 4.009.200 chilometri (a fronte dei 4.236.763 del 2022), e la percentuale di corse effettuate (sul totale delle programmate) risulta del 98,86 percento (contro il 99,32 percento dell’anno precedente). Il numero dei passeggeri trasportati risulta però in crescita, passando da 9.005.338 (2022) a 11.176.964 (2023).

A livello regionale, Start Romagna ha trasportato un totale di 50.238.775 passeggeri, oltre un milione in più rispetto al 2019, tornando al livello pre pandemico; ciò grazie anche agli incentivi all’utilizzo del trasporto pubblico locale offerti da Regione e Ministero. Una parte importante della produzione dell’azienda – 84,9 milioni – ricade sul territorio. Il 48 percento del valore distribuito è a beneficio dei dipendenti di Start e, se si considerano anche i fornitori locali, il valore distribuito a favore di soggetti del territorio, e di conseguenza dell’economia locale è pari al 64 percento del totale.

I 592 bus di Start Romagna hanno percorso 20,5 milioni di chilometri e sono state realizzate il 97,23 percento delle corse programmate (restando vicini al 97,53 percento del 2022). Scende ancora l’età media dei mezzi: 9,36 nel 2023, era 10,81 nel 2022.

Viene evidenziata una buona crescita dei bus a basso impatto ambientale (dal 66 percento  al 78 percento) così come la percentuale dei mezzi dotati di telecamere per la sicurezza e il monitoraggio del servizi ( dal 55 al 77 percento). Cresce anche la forza lavoro, passando dalle 967 di fine 2022 alle 965 del dicembre 2023.

Il piano investimenti bus per il periodo 2024-2027 prevede l’acquisto di 195 bus, per un investimento di 68,1 milioni, di cui 58,1 milioni da contributi e i restanti 10 milioni con autofinanziamento.

Gli investimenti in infrastrutture per il prossimo periodo prevedono: costruzione degli impianti dei distributori a metano liquido (Lng) di Forlì e Cesena, in grado di rifornire internamente ai depositi gli autobus a metano; introduzione nei depositi di Ravenna, Rimini, Forlì e Cesena di impianti per la ricarica dei bus elettrici, prevedendo un investimento totale di 3,5 milioni nel settore Itc. Per quanto riguarda l’immediato futuro di Start Romagna si aggiungono anche due temi che entrano recentemente in agenda. Il primo riguarda il progetto promosso dalla regione Emilia-Romagna che consiste nel realizzare un gruppo industriale del trasporto pubblico locale di dimensione regionale grazie alla fusione di Tper, Seta e Start. Il secondo tema riguarda l’avvio, da parte dell’Agenzia della Mobilità Romagna, delle procedure di gara per l’affidamento del servizio Tpl in Romagna.

Roberto Sacchetti, Presidente di Start Romagna commenta: «Crescono i costi, ma in proporzione non aumentano le risorse per la gestione. In questo scenario abbiamo concluso un altro esercizio, mantenendo Start Romagna in equilibrio economico e garantendo un servizio di trasporto pubblico locale che le indagini di customer satisfaction svolte dall’agenzia Amr indicano di soddisfazione per i clienti. Aggiungo la soddisfazione per il lavoro svolto dalla struttura, coi dipendenti coinvolti nel raggiungimento degli obiettivi del piano industriale. Le sfide lanciate dalle transizioni, ecologica e digitale, saranno ancor più impegnative nei prossimi anni, sia in termini tecnici che economici. Su quest’ultimo aspetto il Fondo Nazionale Trasporti non si sta dimostrando in grado di sostenere questi andamenti. I lavoratori, per il tramite delle organizzazioni sindacali, avanzano richieste economiche importanti in tema di rinnovi contrattuali, non senza motivo visto l’aumento del costo della vita. Viviamo un momento storico, quello delle transizioni, che hanno un orizzonte di progresso che per essere onorato chiede investimenti corposi, ma anche una strategia di Paese che davvero metta al centro il trasporto pubblico con scelte forti e lungimiranti».

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