giovedì
30 Ottobre 2025

Il Natale della Biblioteca Trisi con eventi diffusi sul territorio

Incontri di lettura per i più piccoli, spettacoli per ragazzi e tombole letterarie tra Voltana e Lugo

Biblioteca Trisi Biglietti
La biblioteca comunale Fabrizio Trisi di Lugo si prepara al Natale, con un ricco calendario di eventi e iniziative diffuse sul territorio e pensate per tutte le età in vista del periodo festivo.
Si parte sabato 14 dicembre, alle 10, con il laboratorio creativo di carta e stoffa alla biblioteca di Voltana, curato dalla bibliotecaria Cecilia e dall’associazione di donne creative Mondo rosa. L’attività inzierà con delle letture in tema con il clima di feste e proseguirà con la realizzazione di decorazioni natalizie da portare a casa e appendere all’albero. L’evento è a numero chiuso e su prenotazione. Sempre alla biblioteca di Voltana l’incontro con i volontari di “Nati per leggere”, che proporranno diverse letture per famiglie e bambini sopra i tre anni mercoledì 18 dicembre alle 17. Dopo aver toccato San Bernardino, Giovecca, San Lorenzo, San Potito e Bizzuno e Villa San Martino, i volontari arriveranno con le loro letture anche al centro civico di Santa Maria in Fabriago, venerdì 3 gennaio alle 17.
La biblioteca di Castel Maggiore ospiterà invece uno spettacolo per ragazzi dagli 11 ai 14 anni di Alfonso Cuccurullo, in programma venerdì 20 dicembre (alle 20.15). Infine, un doppio appuntamento alla biblioteca Trisi: la tombola letteraria nel pomeriggio di lunedì 30 dicembre e le letture musicali con lo spettacolo dell’orchestra La Corelli sabato 4 gennaio (per bambini da 7 anni e a partire dalle 9.45). Già tutto esaurito invece per la «notte in biblioteca» di venerdì 13 dicembre dedicata ai bambini: visto l’alto numero di adesioni e il grande interesse del pubblico, la biblioteca ha in programma di riproporre l’evento nel corso del 2025.
Durante il periodo natalizio la biblioteca sarà chiusa nei giorni festivi e nei pomeriggi di martedì 24 e 31 dicembre. Nelle altre giornate resterà aperta e il pubblico potrà visitare la mostra bibliografica dedicata al collezionista lughese Pietro Cavallini. Tutti gli eventi proposti sono gratuiti e la partecipazione è libera fino a esaurimento posti. Per maggiori informazioni, è possibile contattare il numero 0545 299556.

Richiesta e rinnovo passaporti, attivi 26 nuovi uffici postali a Ravenna e provincia

L’elenco completo delle sedi in cui è possibile effettuare la pratica

Poste Ravenna Passaporto

È da oggi disponibile a Ravenna il nuovo servizio di richiesta e rinnovo dei passaporti negli uffici postali. Sono 13 gli uffici attivati da Poste italiane per fornire questo servizio, frutto di un accordo con il Ministero degli interni. Residenti e domiciliati possono prenotare un appuntamento in ufficio postale e presentare la documentazione direttamente allo sportello. In parallelo prosegue l’estensione del servizio nei piccoli comuni, attivato in altri 13 uffici postali nelle città con meno di 15mila abitanti della provincia di Ravenna. La novità, partita nei mesi scorsi in provincia di Bologna, viene quindi estesa progressivamente a tutto il territorio nazionale e in particolare ai 363 uffici postali dell’Emilia-Romagna.

L’elenco completo degli uffici postali

Queste le sedi degli uffici postali nella città di Ravenna, dove sarà possibile richiedere e rinnovare il passaporto:

  • Ravenna centro (piazza Garibaldi 1)
  • Ravenna 1 (via Giuseppe Bovini 37)
  • Ravenna 3 (via Ravegnana 141)
  • Ravenna 4 (via Pola 22)
  • Ravenna 5 (via Lago di Como 13)
  • Ravenna 6 (via Romea sud 53)
  • Ravenna 7 (via Fiume Montone Abbandonato 88/B)
  • Campiano (via Pio La Torre 4)
  • Castiglione di Ravenna (via Domenico Turci 12)
  • Lido Adriano (viale Francesco Petrarca 436)
  • Mezzano (piazza della Repubblica 10)
  • Marina di Ravenna (viale delle Nazioni 76)
  • Sant’Alberto (via Bartolo Nigrisoli 65)

Queste, invece, le sedi nella provincia di Ravenna:

  • Alfonsine (piazzale Calderoni 2)
  • Bagnara di Romagna (via Don Frontali 13)
  • Casola Valsenio (via Paolo Volta 4)
  • Castel Bolognese (via Francesco Contoli 131)
  • Conselice (via Guido Buscaroli 4)
  • Cotignola (via Dante Alighieri 20)
  • Fusignano (via Teatro 5/A)
  • Massalombarda (via Giambattista Bassi 37)
  • Riolo Terme (via Antonio Gramsci 2)
  • Russi (via Don Minzoni 20)
  • Sant’Agata sul Santerno (piazza Garibaldi 1/A)
  • Solarolo (via Madonna della salute 4)

Come richiedere il passaporto in ufficio postale

Per effettuare la richiesta di passaporto, occorre consegnare all’operatore dell’ufficio postale del proprio Comune un documento di identità valido, il codice fiscale, due fotografie, pagare il bollettino di 42,50 euro e una marca da bollo da 73,50 euro. In caso di rinnovo bisognerà consegnare anche il vecchio passaporto o la copia della denuncia di smarrimento o furto del vecchio documento. L’operatore raccoglierà le informazioni e i dati biometrici del cittadino (impronte digitali e foto), per poi inviare la documentazione all’ufficio di polizia di riferimento. Il nuovo passaporto sarà consegnato da Poste italiane direttamente a casa del richiedente.

Malagola, inaugura la seconda mostra su Demetrio Stratos

L’esibizione, suddivisa in sette diversi ambienti tra cui una sala per l’ascolto immersivo, sarà aperta fino al 31 gennaio

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Inaugura sabato 14 dicembre a Palazzo Malagola di Ravenna (via di Roma 118) la mostra “Fino ai limiti dell’impossibile. La ricerca vocale di Demetrio Stratos 1970-1979. Secondo movimento“. L’esposizione, aperta fino al 22 dicembre e poi di nuovo dal 7 al 31 gennaio, presenta una selezione di materiali dell’Archivio Demetrio Stratos, acquisito alla fine del 2022 dal Comune di Ravenna con co-finanziamento della Regione Emilia-Romagna, direttamente dalla vedova del musicista. L’ingresso è gratuito.

La mostra, suddivisa in sette diversi ambienti, è curata da Ermanna Montanari (attrice, artista e co-fondatrice del Teatro delle Albe) ed Enrico Pitozzi (studioso e docente all’Università di Bologna), ideatori e direttori artistici del Centro internazionale di ricerca vocale e sonora Malagola. Marco Sciotto e Dario Taraborrelli sono curatori associati.

“Fino ai limiti dell’impossibile” è la seconda tappa del percorso di conservazione e valorizzazione del patrimonio documentale riguardante una delle figure più importanti nel campo delle arti performative del Novecento, che ha fatto della ricerca sulla vocalità il tratto distintivo del proprio percorso artistico. La mostra arriva infatti a un anno di distanza da “Amorevolmente progredire, amorevolmente regredendo” la prima esposizione di alcuni materiali sottoposti a un lavoro di riordino, catalogazione e digitalizzazione (quest’ultima a cura dell’Istituzione Biblioteca Classense di Ravenna), tenutasi a gennaio 2024.

Mentre il “primo movimento” presentava un nucleo di materiali riguardanti Demetrio Stratos e il suo rapporto con altri artisti, lo spirito di questo “secondo movimento” è l’apertura della ricerca vocale di Stratos alla dimensione extraeuropea, alle musiche dal mondo e alla loro relazione con la diplofonia e con il canto armonico che in “Fino ai limiti dell’impossibile” troverà il suo culmine in una delle stanze di Palazzo Malagola appositamente dedicata all’ascolto immersivo.

Alla documentazione appartenente all’archivio – tra cui materiali audiovisivi di performance, lezioni e concerti, appunti preparatori legati alla produzione artistica di Stratos, stampe di fotografi che ne hanno immortalato il lavoro nel corso degli anni, strumenti musicali, oggetti, cimeli, capi d’abbigliamento, libri, dischi in vinile, manifesti relativi tanto al suo lavoro da solista quanto a quello con I Ribelli e con gli Area, copie di tesi di laurea, studi e saggi dedicati alla sua ricerca, la rassegna stampa raccolta nel corso dei decenni – si aggiungono per questo “secondo movimento” alcuni documenti inediti sulle performance di Stratos, a partire da quelle che convocano Antonin Artaud e quelle relative a Le milleuna, lavoro in collaborazione con Nanni Balestrini e la coreografa Valeria Magli. E poi ancora materiali riguardanti la sua partecipazione al progetto/happening del 1978 Il treno di John Cage, il suo contributo come autore delle musiche del Satyricon diretto da Gabriele Salvatores nella stagione ’78-79 del Teatro dell’Elfo.

Il ristorante dove “paga solo chi può” conta una media di 140 coperti per ogni pasto

Compie un anno il progetto di Cervia Social Food pensato per i più bisognosi. Le materie prime utilizzate provengono da donazioni o da iniziative per evitare sprechi

cucina sorriso

Un anno di “Cucina Sorriso”, tra l’impegno di chef e volontari, solidarietà e lotta allo spreco. Il progetto di cucina popolare, nato nell’ambito di Cervia Social Food (realtà cervese dedita alla cura dei più fragili) festeggerà il suo primo anno di attività giovedì 16 gennaio, con uno spettacolo che vedrà protagonista il divulgatore Roberto Mercadini, e per il quale è attesa anche la presenza del presidente della Regione Michele de Pascale.

Lo scopo principale della cucina è fornire un pasto caldo e gratuito ai più bisognosi come nelle tradizionali “mense dei poveri”, ma la particolarità del progetto sta nelle sue modalità: le porte del ristorante in via Levico sono aperte a tutti, ma solo chi può permetterselo pagherà il conto, contribuendo così al sostentamento della realtà benefica. I pagamenti avvengono tramite una tessera anonima, in modo da rendere indistinguibili i clienti paganti da quelli fragili, evitando qualsiasi forma di ghettizzazione. Il servizio non è self-service, come spesso accade in realtà analoghe, ma è gestito dai ragazzi disabili del centro socio-occupazionale Ikebana (cooperativa San Vitale di Ravenna), acquisendo quindi un doppio valore sociale.

A tirare le somme del primo anno di attività è la coordinatrice Daniela Poggiali: «Questa partenza ci ha regalato grandi soddisfazioni. Crediamo di aver raggiunto ottimi risultati, ma vorrei che fossero i numeri a parlare: in 11 mesi abbiamo garantito 310 servizi diurni, cui si aggiungono le aperture del martedì sera e gli eventi speciali». Il servizio, infatti, resta aperto tutti i giorni (festivi compresi) tranne la domenica, con pranzo sul posto e cena da asporto. «La media per servizio diurno è di 140 coperti, di cui circa una ventina paganti – prosegue Poggiali -, un numero che si è alzato nel corso dei mesi, grazie al passaparola e alla qualità dell’offerta: tra i più fragili, sono molti quelli che si spostano in treno dalle città vicine, come Cesenatico, Bellaria o Ravenna, sprovviste di cucine popolari o dotate di servizi dall’approccio diverso: il solo fatto di essere serviti al tavolo infatti è motivo di grande benessere e ritrovata dignità per i fragili, ben disposti a spostarsi per l’esperienza. Il picco di richieste è stato raggiunto alla fine dell’estate, quando gli stagionali giunti al termine dell’esperienza lavorativa si sono ritrovati senza vitto e alloggio garantiti dal datore di lavoro. Anche tra i paganti il passaparola aiuta: ci sono cervesi che frequentano abitualmente il ristorante per un senso di appartenenza al progetto, altri curiosi di ritrovare lo chef del proprio ristorante preferito dietro i fornelli della cucina popolare e turisti che, dopo averne sentito parlare sotto l’ombrellone, vogliono capire in prima persona il funzionamento di questa realtà. Nella serata di apertura la media si ribalta: i paganti superano di gran lunga i fragili, che hanno comunque la precedenza sulle prenotazioni, a causa della mancanza di strutture di accoglienza nel cervese e alle limitazioni orarie imposte dai dormitori dei comuni vicini».

Nonostante la natura positiva e il notevole riscontro del progetto, non sono mancati momenti di tensione all’interno del ristorante, che hanno richiesto l’intervento delle forze dell’ordine: «Pochi casi isolati, da contarsi sulle dita di una mano. A causare di queste diatribe è spesso il nervosismo dei più fragili, stressati da situazioni al limite: a Cervia, ad esempio, non c’è una rete di servizi a bassa soglia adeguata, mancano docce, dormitori e centri di accoglienza notturna d’emergenza. Anche l’accesso ai medicinali è difficoltoso per gli stranieri, causando ulteriori disagi», spiega Poggiali.

L’aumentare costante delle richieste ha portato i volontari di Cervia Social Food a lanciare una campagna di raccolta dell’olio d’oliva, oltre che ad ampliare la già nutrita rete di collaborazioni e aiuti: «Per ora possiamo ancora vantarci di non comprare nulla di ciò che viene servito: tutto il cibo che viene lavorato nelle nostre cucine è frutto di azioni di recupero o donazioni spontanee. Siamo partiti collaborando con 15 alberghi, mentre ora ci appoggiamo a oltre 60 realtà locali, contando sempre sulla solidarietà dei cuochi che si mettono gratuitamente alla prova con l’elaborazione di materie prime di recupero, assicurando risultati sorprendenti: dagli chef dei più noti ristoranti della città – dal Sushina al Royal Beach passando per Aie e Saretina – alle “Mariette” di Forlimpopoli o all’Associazione provinciale dei cuochi».

Da gennaio 2024 sono stati recuperati in tutto circa sei quintali di frutta e verdura fresca dal mercato ortofrutticolo, un quintale di materiale fresco e un quintale di prodotti secchi (biscotti, fette biscottate, cibo in scatola) da supermercati, forni e alimentari e quasi mezzo quintale di prodotti surgelati. A questi dati si aggiunge una media di circa un quintale di prodotti di genere misto provenienti dal Banco Alimentare e le donazioni delle imprese alimentari del territorio come Orogel e Amadori.

«Escludendo le donazioni volontarie, la maggior parte del cibo utilizzato in cucina sarebbe diventato scarto e rifiuto – continua la coordinatrice -. La sostenibilità in questo caso va a braccetto con la solidarietà e vorremmo continuare ad autosostentarci nonostante la richiesta crescente. Con l’arrivo dell’autunno è stata lanciata anche una campagna tra le attività stagionali in chiusura per ricevere ciò che era avanzato dall’estate. Non mancano invece i volontari: per ogni servizio ne vengono impiegati circa dieci, ma la popolarità del progetto sta causando una reazione a catena: è passato il giusto messaggio, quello che vede “Cucina Sorriso” come un progetto di tutta la città, e in tanti vogliono sentirsene attivamente parte». La rete di contatti e connessioni stretta dal progetto ha permesso ai volontari di intervenire anche in occasioni al di fuori della sfera cittadina, come nel caso dell’emergenza alluvionale a Traversara, dove è stata organizzata una cucina da campo e sono stati donati beni alimentari per la cittadinanza colpita.

Tra le novità sviluppate nell’ultimo anno anche l’inaugurazione del forno di comunità, un forno a legna a disposizione della cittadinanza per cucinare (e condividere) ciò che si è preparato a casa. Grazie alla generosità di un ristoratore della zona, in occasione dell’inaugurazione del primo forno ne è stato donato anche un secondo, indicato per la cottura delle pizze, che viene ora utilizzato all’interno di Cucina Sorriso. «Per chiudere l’anno in bellezza – conclude Poggiali – sarà presto realtà la collaborazione con l’associazione ravennate “Amici di Enzo” e i ragazzi del Liceo Artistico Pier Luigi Nervi, che dipingeranno il grande pannello bianco che nasconde la raccolta rifiuti del ristorante, contribuendo a un’ambiente ancora più bello, accogliente e ospitale».

Il progetto:

Il progetto Cervia Social Food nasce su impulso di un avviso pubblico emanato dall’amministrazione comunale con l’obiettivo di costituire una rete per il contrasto agli sprechi alimentari e di altra tipologia (ad esempio farmaci, abiti, libri) e comprende anche una sartoria, un emporio e una libreria.

La rete è composta da 23 soggetti tra cooperative, imprenditori, associazioni di categoria, parrocchie e scuole che hanno individuato la cooperativa San Vitale come ente capofila.

È operativa anche una sartoria sociale che maneggia, ripara e trasforma abiti usati (o provenienti da stock donati) per regalarli ai bisognosi o rivenderli all’interno della bottega “Risvolto”, in piazza Garibaldi, o “L’emporio solidale” di via Levico (nello stesso stabile del ristorante) dove circa 120 famiglie possono acquistare gratuitamente o a prezzi calmierati beni di diversa natura, anche oggetti di uso comune che vengono riparati e messi in vendita come in un mercatino. In questo caso per l’accesso è necessario presentare Isee e residenza. C’è poi Libridine, libreria che raccoglie e cataloga libri e fumetti usati per rivenderli.

Furto in gelateria: distrutta una vetrata per rubare 600 euro di fondo cassa

La titolare di Papilla: «Il danno è ben più grave del bottino. Siamo stati rapinati cinque volte dall’apertura del primo punto vendita, la delusione è profonda».

1 Papi

L’allarme è scattato nella serata di ieri, lunedì 9 dicembre, quando intorno alle 23.15 è stata distrutta la vetrata della gelateria “Papilla Green” di via Canale Molinetto (tra via Tagliamento e via Brenta) per rubare l’incasso della giornata. È stata prelevata l’intera cassa, un macchinario automatico del tipo Cashmatic Selfapay che consente al cliente di pagare in autonomia e che conteneva al momento del furto un fondo cassa di circa 600 euro. «Il danno alle vetrate e il furto del macchinario ci hanno creato molto più disagio del valore della refurtiva – commenta Nicole Juliet, titolare dei cinque punti vendita “Papilla” di Ravenna – non so quale incasso sperassero di trovare in un lunedì piovoso di dicembre, quello che resta ora è lo sconforto».

Il punto vendita è dotato di telecamere e la polizia, intervenuta immediatamente sul posto insieme ai titolari dopo la segnalazione dell’allarme, è già all’opera per identificare i colpevoli. Il colpo sembra essere stato premeditato da tempo, visto il tempismo dell’effrazione, avvenuta solo pochi minuti dopo l’uscita della dipendente che si occupava della chiusura del negozio. «Da quando abbiamo aperto il primo punto vendita in città siamo stati rapinati cinque volte. Due rapine a mano armata, con pistola e coltello, e tre furti di cassa. Abbiamo scelto di utilizzare casse automatiche per garantire una migliore igiene, evitare errori nella restituzione dei resti e controllare le eventuali banconote false, ma ci siamo resi conto che questo tipo di apparecchio sembra fare gola ai criminali e la sostituzione è molto costosa – conclude Juliet -. Speriamo che i colpevoli vengono trovati presto, per evitare che questo accada ad altri commercianti. Da madre di tre figli posso solo esprimere la mia profonda delusione e la preoccupazione riguardo al mondo che stiamo lasciando alle nuove generazioni».

Centro di coordinamento in prefettura: situazione di fiumi e canali sotto controllo

Frane in collina. Per precauzione chiuse alcune strade nel Cervese ed evacuate abitazioni a Casemurate

Confluenza Marzeno Lamone
Una foto postata sui socila della confluenza del Marzeno nel Lamone, nel pomeriggio del 9 dicembre

A seguito dell’allerta arancione per piogge e criticità idraulica emanata dalla Protezione civile regionale, l’intera nottata tra il 9 e il 10 dicembre è trascorsa con i rappresentanti istituzionali che hanno monitorato costantemente i livelli dei corsi d’acqua, nonché la scorribilità dell’acqua nei canali di scolo.

Alle 6 di questa mattina si è nuovamente riunito il Centro di Coordinamento Soccorsi per la provincia di Ravenna e tutte le piccole criticità sono rientrate e sono sotto controllo.

Le maggiori criticità sono state registrate, dal punto di vista idrogeologico, nei territori di Brisighella e Casola Valsenio, dove si sono riattivate alcune frane che hanno portato alla chiusura di strade comunali e provinciali.

I livelli dell’acqua dei fiumi e torrenti sono in calo, «cosa che porta ad affrontare con maggiore tranquillità le piogge previste per oggi – commenta il sindaco di Faenza Massimo Isola – e che si prevedono continue fino a sera».

Nella serata di ieri (9 dicembre), a scopo precauzionale era stata disposta l’evacuazione di alcune case in via Dismano a Casemurate.

Il Comune di Cervia comunica invece che «per questioni di sicurezza sono chiusi alcuni ponti e alcune strade»: la viabilità verrà ripristinata di mano in mano che le condizioni lo consentiranno.

Luca Bono a Faenza con “L’illusionista”: «Cerco lo stupore, è cosa rara»

Il mago porterà al Masini il suo spettacolo in collaborazione con Arturo Brachetti «Mi ha fatto capire l’importanza della storia. E di continuare a migliorarsi»

Luca Bono (Foto Paolo Ranzani) Ok
Foto Paolo Ranzani

«Ho scoperto la magia quasi per caso, a 14 anni. Costretto a letto dopo un incidente sui go kart, mi lasciavo incantare dai giochi di prestigio che mio fratello organizzava per distrarmi. La tempistica è stata fortunata: ero abbastanza giovane da buttarmi in questo mondo a capofitto e con passione, e abbastanza maturo per non stancarmene subito». Luca Bono, piemontese classe 1992, è considerato uno degli illusionisti più interessanti della nuova generazione. Dopo il primo approccio alla magia e qualche mese da autodidatta, frequenta il circolo Amici della magia di Torino, perfezionando le sue tecniche sotto la guida dei grandi maestri, arrivando a vincere il Campionato Italiano di Magia a 17 anni e il Mandrake d’Or (importante riconoscimento del settore consegnato a Parigi) a 19. Durante il periodo in accademia nasce l’amicizia e la collaborazione con Arturo Brachetti che ha portato alla produzione di diversi spettacoli e del one-man show L’illusionista che, dal 2017, porta sui palchi di tutta Italia la storia di Bono e del suo incontro con la prestidigitazione, tra autobiografia e magia. Lo spettacolo, in scena sabato 14 dicembre al Teatro Masini di Faenza, è scritto e interpretato da Bono, con la direzione artistica e la regia di Brachetti. Al fianco del mago durante le performance l’assistente Sabrina Iannece, ginnasta e ballerina.

L’incontro con Arturo Brachetti, già nella primissima fase della sua carriera, ha in qualche modo influenzato il suo lavoro?

«Arturo ha un modo di pensare lo spettacolo che non è mai fine a se stesso. Le sue performance non sono solo un susseguirsi di giochi di magia o carrellate di costumi, ma raccontano una storia. Questo modo di ragionare è sicuramente la prima cosa che mi ha trasmesso, oltre alla voglia di continuare a migliorarsi e lavorare su se stessi. Dieci anni fa eravamo a Parigi, alle prese con un Comedy Magic show in scena per quattro mesi sei giorni su sette. Ogni sera, anche se tornavamo in hotel distrutti, Arturo si chiudeva in camera per allenarsi con la sabbia. Non gli importava di essere già Arturo Brachetti, al termine di uno spettacolo importante continuava ad allenarsi come il più dedito degli apprendisti».

La collaborazione con Brachetti mette due generazioni a confronto. Com’è cambiato il mondo dell’illusionismo negli anni?

«La base della performance è molto simile, a cambiare davvero sono le tempistiche. Me ne accorgo riguardando i video di quindici o vent’anni fa: oggi i ritmi sono serrati, sul palco deve succedere qualcosa ogni manciata secondi o si rischia di perdere l’attenzione del pubblico. Gli stimoli a cui siamo costantemente esposti obbligano lo spettacolo dal vivo a ricalcare le modalità dei reel sui social, dove se il gancio iniziale non fa presa si scorre subito a quello successivo. Anche la tecnologia con il passare degli anni ha acquisito un ruolo fondamentale all’interno degli spettacoli. Se prima facevo apparire la colomba da un cappello, ora la faccio apparire da uno schermo».

Utilizzare la tecnologia non è un po’ come barare?

«No, se si usa come integrazione. Ad esempio, c’è un classico della magia che vede il mago indovinare una parola specifica da un libro scelto e aperto casualmente dallo spettatore. Oggi il gioco resta invariato, ma la parola viene indovinata da una pagina Wikipedia. L’effetto è lo stesso, anzi, aggiunge realismo alla performance! Oggi è molto più comune tenere il cellulare in mano rispetto a un libro».

Come si scrive uno spettacolo di magia?

«Ogni caso è a sé, c’è chi preferisce partire dalla scelta dei giochi e legarli poi con una storia e chi preferisce fare il contrario.Scrivere L’illusionista è stato semplice, perché mi sono basato sulla mia storia e sulle mie esperienze. La parte più interessante è stata individuare i numeri in grado di aiutarmi a portare avanti la narrazione».

Cosa dobbiamo aspettarci?

«Di tutto. Dai close-up e micromagie come i giochi di carte, alle grandi illusioni con la sparizione di persone sul palco. La magia ha varie branche e nel mio spettacolo cerco di esplorarle al meglio. In questa indagine sono aiutato da Sabrina Iannece, mia assistente dal 2012, che nel corso dell’esibizione si prenderà qualche rivincita, anche fisica, nei confronti del mago… a nome di tutta la categoria!»

Cosa vuole lasciare al pubblico una volta finito lo spettacolo?

«Stupore. Un sentimento che non si prova tutti i giorni e che fa tornare un po’ bambini. Capita spesso di emozionarsi con opere o concerti, ma lo stupore al giorno d’oggi è cosa rara. Certo, sta anche al pubblico vivere lo spettacolo nel modo giusto: è ovvio che ci sono trucchi, che non siamo stregoni e le cose non compaiono o scompaiono nel nulla. Però ho qualche amico abituato a seguire le mie performance scervellandosi come se dovesse risolvere un rebus. Credo sia un approccio alla magia stressante e controproducente, come guardare un film pensando solo al green screen e alla post produzione, senza soffermarsi sugli attori e sullo scorrere della trama».

Quali caratteristiche servono per diventare un illusionista?

«C’è una frase che sembra accomunare tutti i maghi, da Copperfield a Dynamo, “una volta ero timido, e la magia mi ha aiutato a esprimermi”. Anche io mi ritrovo molto in questo concetto: non so se la timidezza sia un tratto necessario per diventare illusionista, però ci rende probabilmente un po’ più “nerd” e inclini a passare tante ore ad allenarci e sviluppare abilità nascoste. Altre due caratteristiche importanti sono la perseveranza e la creatività: imparare i giochi è solo il primo passo, a fare la differenza è la personalizzazione».

Nel corso della sua carriera alle esibizioni dal vivo si sono alternate anche diverse apparizioni televisive. Che differenza c’è tra le performance?

«In tv c’è molta più tensione. Non sempre mi sento a mio agio nella frenesia del contesto televisivo. Anche la scelta dei numeri da proporre è limitata, perché bisogna fare i conti con il fatto che il video può essere rivisto all’infinito e cercare quindi giochi “a prova di replay” tra i tanti pensati per la singola visione. Lo spettacolo dal vivo poi restituisce quello scambio con il pubblico che la cosa che più mi appassiona del mio lavoro: il riscontro diretto, l’interazione, l’ascolto delle reazioni dal vivo per me è qualcosa di impagabile».

Muore investita da un’auto mentre attraversa la strada a Massa Lombarda

La vittima è una 63enne residente in zona

Ambulanza

Una donna di 63 anni è morta investita da un’auto a pochi passi da casa. La tragedia si è consumata nella serata di ieri, 9 dicembre, a Massa Lombarda. La 63enne è stata investita mentre stava attraversando a piedi viale Zaganelli, attorno alle 19.30, a pochi metri dall’incrocio con via Mentana. Alla guida dell’auto un uomo di Sant’Agata sul Santerno.

A darne notizia il Resto del Carlino in edicola oggi.

Sul posto i sanitari del 118 hanno tentato invano di rianimare la donna, prima di constatarne il decesso. Intervenuti per i rilievi gli agenti della polizia locale.

Voleva buttarsi sotto un treno, 35enne salvato dai carabinieri

I militari si sono precipitati in stazione dopo essere stati avvisati dalla sorella

CC Faenza Stazione FFSS

Voleva farla finita e per fare questo aveva raggiunto lo scalo ferroviario di Faenza con l’intenzione di gettarsi sotto un treno. A chiedere aiuto ai carabinieri è stata la sorella del ragazzo che aveva capito le sue intenzioni.

I militari del Nucleo Radiomobile della compagnia di Faenza, dopo essere stati allertati, si sono precipitati in stazione dove, dopo essere riusciti ad individuare il ragazzo già seduto sulla banchina a ridosso dei binari, lo hanno bloccato e messo in sicurezza e questo solo pochi istanti prima che su quello stesso binario transitasse un regionale veloce.

Alla fine di quegli attimi concitati, il 35enne è stato affidato a personale del 118 che lo ha accompagnato all’ospedale cittadino.

Ambulanza contro furgone, tre persone al Bufalini

Lo schianto nel Cesenate, ma i feriti sono tutti della provincia di Ravenna

Vigili Del Fuoco Ambulanza Cesena

Drammatico incidente al confine tra le province di Ravenna e Forlì-Cesena, all’incrocio tra le vie Capannaguzzo e Melona, nel Cesenate, attorno alle 13 di oggi (9 dicembre).

Un’ambulanza del 118 (in quel momento senza nessun paziente a bordo) si è schiantata con un furgone. A bordo del mezzo sanitario (stando alle prime informazioni, di base a Cervia) due dipendenti dell’Ausl ravennati: l’autista, faentino, e un’infermiera cervese. Entrambi sono stati portati al Bufalini di Cesena con il codice di massima gravità, ma non sono in pericolo di vita.

Più gravi le condizioni dell’autista del furgone, un 47enne di Cervia, in prognosi riservata sempre all’ospedale cesenate.

Sul posto i vigili del fuoco per estrarre le persone coinvolte dalle lamiere.

Il nuovo prefetto Ricciardi si presenta: «Lavoro di squadra in un territorio vasto»

Il 59enne originario di Benevento arriva dalla prefettura di Gorizia dove ha affrontato spesso questioni legate all’immigrazione per la posizione sulla rotta balcanica. Nel primo giorno di insediamento subito una riunione del centro soccorsi per il maltempo. Il primo incarico fu a Forlì nel 1991 «e giocavo da portiere a pallamano a Faenza»

2«Non ci sono ricette valide ovunque, ogni territorio ha le sue caratteristiche. Ma sarà fondamentale lavorare insieme tra le parti coinvolte». Sono le prime parole di Raffaele Ricciardi al suo insediamento come prefetto a Ravenna. Nel primo giorno del nuovo incarico, il 9 dicembre, il 59enne ha voluto incontrare la stampa locale per presentarsi alla città e alla provincia.

Originario di Benevento, la carriera nella pubblica amministrazione ha portato Ricciardi in varie parti d’Italia: Padova, Alessandria, Treviso. L’ultimo incarico come prefetto a Gorizia. «Entrai nella pubblica amministrazione nel 1991 come funzionario alla prefettura di Forlì. Quando me ne andai mi regalarono una piccola caveja, simbolo della Romagna: da allora in ogni mio spostamento l’ho sempre avuta sulle mie scrivanie».

Sulla parete del suo ufficio, invece, presto sarà appeso il gagliardetto della Fortitudo Bologna: «Sono un grande appassionato di basket. Sono stato arbitro di pallamano che in gioventù ho giocato a Faenza come portiere. Lo sport di squadra ci insegna che non si vince da soli e lo stesso vale per la gestione di un territorio».

Già nel primo giorno di insediamento, Ricciardi si è trovato a presiedere una riunione del centro coordinamento soccorsi che si riunito per monitorare la situazione maltempo: «Conosco le gravi alluvioni che hanno colpito questi territori, anche mio figlio da Bologna è stato tra i giovani che hanno aiutato a spalare il fango. Sicuramente la cura dell’emergenza tramite la protezione civile sarà un tema cui dedicare grande attenzione».

Dall’esperienza goriziana Ricciardi potrà sicuramente attingere per trattare due temi di importanza per il territorio ravennate: i migranti e il porto. «Gorizia è città di confine sulla rotta balcanica dell’immigrazione, conosco la materia. E per quanto riguarda la portualità, Monfalcone è uno scalo significativo per l’Adriatico, l’importanza dei porti per il territorio è alta».

L’incontro con il presidente dell’Autorità portuale sarà presto in agenda, così come quelli con tutte le istituzioni locali dopo aver incontrato nella mattinata odierna i vertici di polizia, carabinieri e guardia di finanza: «Voglio incontrare gli stakeholders e conoscere un territorio così vasto e differente da Casola a Cervia. Sperando di non perdermi in qualche rotonda come diceva Giacobazzi».

Chiusura ex Farmografica, incentivi economici per chi non impugnerà il licenziamento

Tavolo in Regione per salvaguardare l’occupazione. Cinque posti disponibili nel gruppo Focaccia. Cassa Integrazione da gennaio a dicembre 2025

Firma Intesa Agr Packaging Colla

Un impegno per salvaguardare l’occupazione all’Agr Packaging (ex Farmografica) di Cervia, è stato al centro dell’incontro che si è tenuto oggi (9 dicembre) in Regione alla presenza dell’assessore allo Sviluppo economico Vincenzo Colla. Al tavolo il vice prefetto Arnaldo Agresta in videocollegamento, la presidente della Provincia di Ravenna Valentina Palli, il sindaco di Cervia Mattia Missiroli, per l’Azienda Agr Packaging  Riccardo Focaccia, per le organizzazioni sindacali Saverio Monno Cgil, Stefano Gregnanin Cisl e  Rayan Paganelli Uil. Presente l’Agenzia Regionale per il Lavoro con il direttore Paolo Iannini.

Al tavolo è stato firmato un accordo che, preso atto dell’impatto sociale derivante dalla chiusura dell’attività aziendale di Agr, impegna le parti a individuare soluzioni per ridurre al minimo i disagi economici per i lavoratori. Fondamentale poi garantire quanto più possibile la continuità di reddito, evitando trattamenti peggiorativi o dannosi rispetto alle precedenti intese e agli accordi sindacali che hanno fin qui caratterizzato una vertenza che prosegue da oltre 20 mesi coinvolgendo 80 persone.

«Oggi si apre uno scenario nuovo – ha affermato l’assessore Colla -, che dobbiamo governare con grande attenzione per trovare una soluzione adeguata a tutti i lavoratori. Va dato atto alle organizzazioni sindacali di essere riuscite con grande capacità e responsabilità ad evitare qualsiasi impatto sociale nel corso di questi 20 mesi di vertenza. Quella che si è determinata non è la soluzione che avremmo voluto, ma è l’unico percorso oggi possibile. Al tavolo regionale – prosegue Colla – si lavora sempre per la continuità industriale. Per questo, preso atto delle considerazioni che hanno portato il Gruppo Focaccia a rinunciare al progetto, questo tavolo resterà aperto affinché, una volta conclusa l’assemblea dei lavoratori prevista per domani, si apra immediatamente il percorso per trovare una soluzione nuova. Utilizziamo il tempo che ci garantiscono gli ammortizzatori sociali per vagliare qualsiasi soluzione industriale, che, come Regione, siamo disponibili ad accompagnare con tutti i mezzi a disposizione. Parallelamente lavoriamo per trovare soluzioni soggettive, certi che con l’impegno delle istituzioni locali e di tutto il territorio ravennate si potranno trovare le migliori alternative per tutti».

I punti dell’intesa

I punti salienti dell’intesa firmata oggi riguardano le prospettive occupazionali, la transizione con cassa integrazione straordinaria e gli aspetti economici dei passaggi. Per quanto riguarda le ultime mensilità e il trattamento di fine rapporto, saranno erogati fino al 31 dicembre 2024.

Sulle prospettive economiche e occupazionali, l’azienda, in collaborazione con la società Focaccia Group srl, offrirà ai lavoratori l’opportunità di candidarsi per cinque posizioni lavorative già disponibili. Per i lavoratori che non impugneranno il licenziamento, l’azienda e i sindacati hanno concordato un incentivo economico all’esodo da calcolare su anzianità contrattuale, inquadramento e retribuzione attuale.

Da gennaio a dicembre 2025 sarà attivata la Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (Cigs) per cessazione di attività, come misura per sostenere le lavoratrici e i lavoratori che riterranno di non accettare il licenziamento. L’azienda si impegna poi al riconoscimento di una somma a titolo di transazione generale novativa al personale che accetterà di essere collocato in cassa integrazione guadagni straordinaria

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