martedì
11 Novembre 2025

Torna il teatro comico a Massa Lombarda: cinque spettacoli dal 15 novembre

Attesi Vito, Mezzancella, Duo Idea, Maria Pia Timo e Dado

Contarini E Pasini

Al via la rassegna teatrale “Una Massa di Risate” che si svolgerà alla Sala del Carmine di Massa Lombarda, in via Rustici 2. La tradizionale rassegna di comicità, aprirà la stagione 2024/2025 venerdì 15 novembre con Vito e proseguirà con un appuntamento al mese fino a marzo.

Già da venerdì 18 ottobre sarà possibile rinnovare i propri abbonamenti per i cinque spettacoli in programma. Abbonamenti che l’anno scorso erano raddoppiati rispetto alla stagione precedente, come sottolinea Lucrezia Pasini, responsabile Area Servizi Culturali e Giovani di Massa Lombarda. «Il nostro programma è comico ma ammicca alla prosa e anche quest’anno è di caratura nazionale con nomi di spessore – spiega -. A Massa, nonostante sia un comune di 10mila abitanti, verranno artisti che solitamente calcano palchi di città ben più grandi della nostra. Dare la possibilità agli abitanti del nostro territorio di fruire di spettacoli di rilievo è per noi motivo di orgoglio».

A organizzare la rassegna Patrick Contarini di Spettacoli Pro.

Gli attori che saliranno sul palco – quasi tutti accomunati dalla partecipazione a Zelig – sono i seguenti: Vito (venerdì 15 novembre), Antonio Mezzancella (venerdì 13 dicembre), Duo Idea (venerdì 17 gennaio), Maria Pia Timo (venerdì 21 febbraio), Dado (venerdì 21 marzo).

RINNOVI ABBONAMENTI
Presso il Centro Culturale Venturini, viale Zaganelli, 2 venerdì 18 ottobre dalle 15:30 alle 18:30 sabato 19 ottobre dalle 9:30 alle 12:30 con eventuale possibilità di effettuare cambi posto
NUOVI ABBONAMENTI
Presso il Centro Culturale Venturini, viale Zaganelli, 2 venerdì 25 ottobre dalle 15:30 alle 18:30 sabato 26 ottobre dalle 9:30 alle 12:30 Telefonicamente fino a sabato 26 ottobre
PRENOTAZIONE BIGLIETTERIA
Da domenica 27 ottobre tel. 393 069 2223 Vendita biglietti su ciaotickets.com
Nelle giornate di spettacolo la biglietteria apre alle ore 19:30 presso la Sala del Carmine

Ravenna, un concerto del grande jazzista Gegè Telesforo offerto dai notai alla città

Il 19 ottobre all’Alighieri a ingresso gratuito. In apertura una band composta da notai. Nel corso della giornata anche un convegno

GEGE TELESFORO Live

Big Mama Legacy: questo il titolo del concerto in programma al Teatro Alighieri di Ravenna per sabato 19 ottobre alle ore 18. Protagonista dello spettacolo, a ingresso libero e gratuito (dunque senza possibilità di prenotazione), sarà la grande voce del jazz italiano Gegè Telesforo, accompagnato dalla sua band.

Jazz vocalist, musicista, produttore, compositore, ma anche giornalista, autore, personaggio radiofonico e televisivo e Ambasciatore Unicef, Telesforo ha attraversato 40 anni di storia della radio e Tv con garbo, leggerezza e coerente amore per la sua passione di sempre: il jazz. Insieme a lui, ad accompagnarlo sul palco ci sarà un quintetto d’eccezione, composto da Matteo Cutello (tromba), Giovanni Cutello (sax alto), Vittorio Solimene (tastiere, organo e voce), Christian Mascetta (chitarra e voce), Michele Santoleri (batteria).

Nel suo progetto musicale torna un amore che, per Telesforo, ha radici lontane: quello per la black music. Big Mama Legacy è dunque il suo tributo al blues in chiave contemporanea, che fonde gli ascolti di ieri con le intuizioni di oggi, l’esperienza maturata sui palchi di tutto il mondo con le informazioni accumulate in anni di instancabile ricerca. Brani intrisi di blues, groove, afro beat, con intensi momenti di improvvisazione.

Il concerto sarà introdotto dall’esibizione di un ensemble assai particolare, quello della Notar Jazz Band, gruppo i cui componenti – Enrica Petrillo (voce), Giovanni Iannella (sax tenore), Daniele Muritano (piano), Giovanni Aricò (chitarra elettrica), Alberto Carapelle (basso elettrico) e Lucio Longo (batteria, percussioni) – oltre all’amore per questo genere musicale sono accomunati da un’altra caratteristica, ovvero quella di svolgere tutti la professione di notaio.

La presenza della Notar Jazz Band non è certo casuale, ma si deve al fatto che la serata è offerta alla città proprio dall’Associazione dei notai “Aldo Dalla Rovere”, che in quella giornata festeggia la Festa dei Lustri, un’iniziativa che si tiene una volta all’anno, a rotazione, nei capoluoghi di provincia dell’Emilia-Romagna, e che in questa edizione, la 42esima, ha scelto Ravenna come città ospitante.

Il concerto è infatti realizzato in collaborazione con il Consiglio Notarile di Ravenna e la Fondazione Ravenna Manifestazioni e il patrocinio del Comune.

Il concerto rappresenterà dunque il culmine di un’intensa giornata, caratterizzata da un convegno cui parteciperanno notai e giuristi da tutta la regione e non solo, e che vedrà anche la consegna dei “Diplomi dei Lustri”, ovvero i riconoscimenti che celebrano i notai che siano in servizio da cinque anni e multipli di cinque.

«Abbiamo voluto offrire alla città uno spettacolo di grande livello artistico – sottolineano Giannantonio Pennino e Ciro De Lorenzo, presidenti rispettivamente dell’Associazione dei Notai ‘Aldo dalla Rovere’ e del Consiglio Notarile di Ravenna – per festeggiare un appuntamento annuale per noi molto importante, insieme ai cittadini e a fianco delle istituzioni ravennati. Non a caso, infatti, abbiamo adottato lo slogan ‘I notai con la città’, perché crediamo che ognuno di noi sia, prima di tutto, un cittadino che vive insieme agli altri la propria comunità, della quale apprezza le occasioni di incontro e scambio culturale, come quella fornita da questo concerto».

«Siamo felici e onorati che l’Associazione notai ‘Aldo Dalla Rovere’ abbia scelto quest’anno la città di Ravenna e il suo Teatro Alighieri per la Festa dei Lustri – dichiara Antonio De Rosa, Sovrintendente di Fondazione Ravenna Manifestazioni – così confermando quanto l’Alighieri, gioiello ottocentesco che oggi vanta un primato green fra i teatri d’Italia, grazie ai suoi pannelli solari, sia uno spazio in grado di coniugare una ricca programmazione di spettacolo dal vivo a una spiccata vocazione a essere parte integrante e dinamica della vita sociale ed economica della città e del territorio, vero snodo di relazioni e progetti. Ringraziamo inoltre l’Associazione, e in particolare Andrea Dello Russo, notaio a Ravenna e consigliere della Cassa Nazionale del Notariato per l’Emilia-Romagna, e Alessandro Mistri, non solo notaio e membro del Consiglio direttivo dell’Associazione ‘Aldo Dalla Rovere’ ma anche esperto di jazz, per il prezioso dono del concerto di un musicista di chiara fama come Gegè Telesforo».

Dopo l’alluvione, a Faenza nuovi giochi e percorsi ginnici nei parchi

Al parco Cola grazie a 52mila euro dal Rotary sono iniziati i lavori per installare sei strutture

A causa dell’alluvione del 2023 molte aree verdi e parchi pubblici di Faenza sono stati inondati da acqua e fango che hanno danneggiato moltissime attrezzature ludiche e i percorsi ginnici presenti nelle aree verdi pubbliche.

L’Amministrazione, dopo aver indirizzato finanziamenti arrivati dalla struttura commissariale per il ripristino delle aree verdi, ora ha messo a punto una serie di interventi per sistemare o introdurre nuove attrezzature ludiche e ginniche. L’ultimo riguarda il parco Cola, in via Calamelli. Qui, attraverso una donazione di oltre 52mila euro disposta dal Club Rotary di Faenza, sono iniziati gli interventi per installare sei strutture (vedi foto): una arrampicata di 4 metri, una torre scivolo, un dondolo, un percorso equilibrio un castelletto per i più piccoli e una casetta in legno.

«La presenza di queste attrezzature – si legge in una nota del Comune di Faenza – apportano indubbi benefici per la comunità quale mezzo attraverso il quale promuovere la salute e il benessere, offrendo, allo stesso tempo, l’opportunità di svolgere attività fisica all’aria aperta, favorendo uno stile di vita sano e prevenendo malattie legate alla sedentarietà. Indubbi anche i benefici per i più piccoli per l’aiuto che tali attrezzature danno nel loro sviluppo, senza dimenticare i benefici sociali e il miglioramento della qualità di vita, rendendo le città più vivibili e attraenti, aumentando, allo stesso tempo, il benessere psicologico di cittadini».

Inchiesta su tre fallimenti, condanne anche in appello per la famiglia Musca

La corte d’appello di Bologna conferma le sentenze di primo grado per il noto immobiliarista e la compagna, ribaltata l’assoluzione del figlio Nicola

Il 74enne noto imprenditore Giuseppe Musca, vicesindaco di Ravenna negli anni Ottanta e poi protagonista in importanti investimenti immobiliari sul territorio, è stato condannato a sei anni e mezzo dalla corte d’appello di Bologna nell’ambito dell’inchiesta avviata dodici anni fa sui fallimenti di tre società (Asa Holding, Romauto e Arca) con un passivo complessivo di circa 33 milioni di euro. I giudici hanno condannato anche la 55enne compagna Susi Ghiselli (cinque anni e otto mesi) e il figlio 45enne Nicola (tre anni). La notizia è riportata dai quotidiani locali, Il Resto del Carlino e Il Corriere Romagna.

La sentenza di ieri, 14 ottobre, era l’appello bis. In primo grado a Ravenna nel 2018 c’erano state l’assoluzione del figlio e le condanne dei coniugi (10 anni e mezzo per lui, 8 anni per lei). Nel primo appello dell’aprile 2021 la corte bolognese aveva annullato la prima sentenza dichiarando, per un errore formale come chiesto dalle difese, la nullità del decreto che aveva portato l’intera famiglia a giudizio immediato e successivamente alla condanna. La corte d’appello aveva ordinato la restituzione degli atti alla procura di Ravenna. Ma il ricorso di quest’ultima in Cassazione, aveva fatto retrocedere di nuovo tutto a un appello-bis, quello che si è concluso ieri.

L’ipotesi accusatoria (pm Lucrezia Ciriello e Monica Gargiulo, indagini condotte dalla guardia di finanza) è che i tre imputati abbiano creato un intreccio di società poi svuotate fino al fallimento. Fulcro dell’indagine, che portò all’arresto dei tre in custodia cautelare nel 2016, sarebbe stato il Grand Hotel Mattei (prima Holiday Inn), nel quartiere San Giuseppe di Ravenna, che tuttora è gestito da Nicola Musca.

Le richieste dell’accusa erano più alte rispetto alla sentenza: 11 anni per Musca senior, 9 per la moglie e 4 per Musca junior (richieste inferiori a quelle fatte in primo grado a Ravenna perché alcuni capi d’imputazione non erano stati più impugnati nel ricorso).

Nel 2014 su queste pagine raccontammo gli intrecci di capitali, quote, società e incarichi a monte dell’albergo al villaggio San Giuseppe, al tempo ancora sotto le insegne Holiday Inn prima di diventare Grand Hotel Mattei.

Deco Industrie si “allarga” e punta al mezzo miliardo di fatturato annuo

La cooperativa ha acquisito ramo d’azienda di Co.Ind. e il 20 percento del capitale di Fruttagel

Stanislao Giuseppe Fabbrino Presidente E Ad Fruttagel
Stanislao Fabbrino

La cooperativa Deco Industrie chiude il 2024 con l’acquisto, per 10 milioni di euro, del ramo dell’azienda cosmetica Co.Ind., un realtà cooperativa con sede a Castelmaggiore che sviluppa un giro d’affari di 100 milioni di euro. Nello specifico, l’operazione ha visto interessato lo stabilimento di Noale, nell’area veneziana, che impiega 75 persone, che si aggiunge quindi ora agli stabilimenti già nell’orbita di Deco Industrie a Ravenna, Forlì, Ferrara e Imola.

La divisione cosmetica della Co.Ind. appena rilevata, produce un giro di affari di 25 milioni, che si aggiungono ai 125 milioni che la divisione detergenza Deco Industrie già produce, oltre a altri 100 milioni che il reparto alimentare della cooperativa romagnola ha raggiunto come fatturato lo scorso anno.

Oltre all’importante acquisizione appena portata a termine, Deco Industrie prosegue la sua crescita anche nello stabilimento di Bagnacavallo con l’attivazione di una nuova linea di confezionamento con un investimento di 5 milioni di euro. Una linea di produzione ad elevata automazione in grado di produrre tutte le famiglie di prodotti per la detergenza domestica, sviluppando oltre 60 milioni di flaconi anno.
Inoltre la nuova linea apporterà ancora maggiore sicurezza per i lavoratori che vi opereranno e utilizza tecnologie innovative capaci di ridurre di oltre il 90% il peso dell’imballo finale, riducendo quindi la produzione di Co2 emessa.

A questi investimenti, finalizzati alla crescita, si aggiunge l’acquisto del 20% del capitale di Fruttagel, azienda di Alfonsine del largo consumo confezionato (bevande base frutta, bevande vegetali, passata e polpa di pomodoro e vegetali surgelati).

«Stiamo procedendo con il nostro piano di sviluppo – commenta l’Ad Stanislao Giuseppe Fabbrino – che si pone l’obiettivo entro il 2026 di costruire un gruppo a matrice cooperativa che possa raggiungere il mezzo miliardo di fatturato annuo (300 milioni nell’alimentare e 200 nella detergenza casa e persona). Le parole d’ordine sono: efficienza, innovazione e sostenibilità».

Repubblicani, Socialisti, Calenda e +Europa insieme (senza Renzi) per De Pascale

Presentata la lista dei “Riformisti – Emilia-Romagna futura”. Capolista a Ravenna il vicesindaco Fusignani

Fusignani Calenda
Il vicesindaco Fusignani con Calenda

È stata presentata a Bologna la lista Emilia-Romagna futura – Riformisti per de Pascale presidente, in sostegno al candidato di centrosinistra alla presidenza della Regione, il sindaco di Ravenna Michele de Pascale.

La compagine raggruppa quattro partiti: Azione, +Europa, Partito repubblicano e Psi.

Non ne fa parte Italia viva, dopo il veto del M5s alla presenza del simbolo del partito di Matteo Renzi nella coalizione. Tema su cui i presenti al lancio della lista non si dilungano: «È una questione che riguarda il partecipante a un’alleanza, il campo largo, di cui io non faccio parte», si smarca il leader di Azione Carlo Calenda. Il bolognese ventunenne Matteo Hallissey, segretario dei Radicali italiani, sarà capolista a Bologna. A Ravenna il capolista è il vicesindaco repubblicano Eugenio Fusignani.

Riformisti Emilia RomagnaAl lancio della lista anche Riccardo Magi per +Europa: «Siamo felici di aver promosso e di presentare una lista che sarà un punto di riferimento per l’elettorato liberalsocialista, europeista, laico e radicale, che in questa regione c’è sempre stato e ha una sua consistenza». Sugli screzi M5s-Iv «le polemiche ci interessano poco, per quanto ci riguarda abbiamo fatto una scelta coerente di alleanza politica elettorale col Partito democratico nel 2018 ribadita nel 2022. Se altri avessero fatto lo stesso probabilmente non avremmo questo governo ora».

Mentre il candidato De Pascale ribadisce il suo ottimismo: la quadra sugli alleati si troverà. «Abbiamo trovato anche delle modalità per cui tutti possono partecipare in maniera positiva anche concorrendo – assicura – perché poi la legge elettorale delle regionali è un po’ complicata, ma siamo molto ottimisti soprattutto per il lavoro che dobbiamo fare dopo aver presentato le liste e non solo prima». (fonte Ansa.it)

Fratelli d’Italia, ecco i candidati della provincia di Ravenna alle Regionali

La presentazione dei quattro esponenti del partito di Governo: oltre al coordinatore provinciale Ferrero anche Pittalis, Maja e Bertozzi

Candidati Fratelli d'Italia alle elezioni Regionali
Da sinistra Maja, Pittalis, Farolfi, Ferrero e Bertozzi

Fratelli d’Italia presenta a Ravenna i consiglieri candidati alle elezioni regionali al fianco del capolista Alberto Ferrero, capogruppo in consiglio comunale a Ravenna e coordinatore provinciale del partito. Si tratta di Desy Maja di Lugo, Annalisa Pittalis di Cervia e Stefano Bertozzi di Faenza. «Una rosa di nomi scelta per dare identità e valore a tutte le aree della provincia», spiega Marta Farolfi, senatrice di Fratelli d’Italia e vicesindaco di Brisighella, introducendo gli interventi dei quattro candidati in corsa a sostegno della presidenza di Elena Ugolini alle prossime elezioni regionali, e anticipando la linea di pensiero condivisa dal partito sugli interventi necessari in regione, incentrata sui temi della sanità, della messa in sicurezza idrogeologica del territorio e dell’ammodernamento delle infrastrutture «a contrasto della malagestione della sinistra perpetrata negli anni».

A prendere la parola per prima Desy Maja, studentessa di giurisprudenza 21enne, che ha scelto di candidarsi per rappresentare la Bassa Romagna ma soprattutto i giovani che la abitano: «Mi candido perché penso che la presenza dei giovani in politica sia fondamentale, e spero di portarne altri con me». Tra le priorità esposte da Maja, la necessità dei giovani di essere tenuti in considerazione, la riqualificazione del verde urbano e delle piazze e un intervento tempestivo sulla sicurezza pubblica, intesa non solo come prevenzione di crimini ma come percezione del cittadino nella quotidianità, passando per la pulizia e manutenzione di fiumi e argini. Infine, la necessità di aiuto e supporto alle giovani coppie, con l’intento di «cambiare il futuro nel presente» combattendo la denatalità.

Stefano Bertozzi, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale a Faenza, ha sottolineato come l’obiettivo sia quello di eleggere non uno ma due consiglieri in Regione, punzecchiando De Pascale per un suo recente intervento in cui definiva le strutture tecniche della Regione contro il dissesto idrogeologico «inadeguate». Inadeguatezza che secondo Bertozzi nasce da una cattiva gestione del settore prolungata negli anni e peggiorata con l’unione della protezione civile alla difesa del territorio: «Una mossa fatta per guadagnare voti che ha indebolito senza remore la struttura di sicurezza». Sotto la lente anche i Cau: «Un esperimento fallimentare, un’invenzione del Partito Democratico su cui gli stessi esponenti stanno già facendo marcia indietro».

Annalisa Pittalis, imprenditrice nel settore alberghiero, vicepresidente del Consiglio Comunale e capogruppo a Cervia, sottolinea invece la resilienza della cittadinanza emiliano-romagnola : «La nostra regione è un fiore all’occhiello a livello nazionale, e lo è anche grazie a chi la vive. Un popolo con la cultura del “fare”, che non si piange addosso ma è sempre pronto all’azione. Una regione che ha visto però i problemi intrinsechi del territorio venire alimentati e aggravati anno dopo anno da un susseguirsi di governi di sinistra». Sul tema della sanità, Pittalis ha portato l’esempio dell’”ospedale” cervese «Ridotto prima a pronto soccorso, e poi a semplice consultorio aperto 24 ore su 24, del tutto insufficiente per risponderei alle necessità di una cittadina di quasi 30mila abitanti che triplicano durante il periodo estivo». Sul tema del turismo, la condanna per una stagione «Assurda e caratterizzata da bande di giovani che hanno invaso strade e spiagge, senza una risposta tangibile da parte del Comune e del neoeletto sindaco del Pd Missiroli che, come il collega De Pascale sta facendo in regione, prende le distanze dall’operato dei suoi stessi predecessori e alleati di partito, promettendo un “nuovo passo” senza riuscire a darne dimostrazione nell’effettivo».

In conclusione il ravennate Alberto Ferrero, operatore finanziario 43enne, ha ricordato l’importanza di queste elezioni regionali che potrebbero segnare il destino anche delle prossime amministrative a Ravenna. «Bisogna partire da Ravenna perché l’idea che De Pascale governi la Regione come ha governato questa città fa tremare i polsi. Lui è convinto di essere destinato a essere il prossimo governatore, ma noi non crediamo sia così». Tra le mancanze imputate da Ferrero a De Pascale, al primo posto l’urbanistica, dai ritardi del Palazzetto dello Sport, alla piscina comunale, passando per il ponte di Savarna e il consumo di suolo pubblico. Nel mirino anche la sanità, «con Ravenna che è la Cenerentola dell’Ausl Romagna. Questo a causa di un sindaco che non ha mai spinto abbastanza per ottenere i dovuti finanziamenti». Ferrero sottolinea poi la necessità di implementare le infrastrutture al fine di renderle adeguate alla nuova portata dello scalo portuale ravennate, partendo dalla manutenzione della Reale e dal potenziamento della linea ferroviaria tra Russi e Castel Bolognese. Infine, la sollecitazione per la riqualificazione della Ravegnana e il bypass del Candiano, oltre che alla conclusione della tangenziale di Ravenna. Interventi di competenza anche nazionale ma che secondo Ferrero richiedono «l’intervento fondamentale di un presidente di Regione in grado di farsi parte attiva, altrimenti c’è il rischio che gli investimenti vengano dirottati altrove».

Il ministro cancella il Pitesai, M5s: «Strada spianata per le estrazioni in mare»

Il piano delle aree idonee aveva limitato molto l’attività di ricerca e coltivazione idrocarburi, ora il nuove decreto legge accorcia la distanza dalla costa entro cui è vietata

Il ministro dell’Ambiente ha scelto di abrogare il piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee, noto anche con l’acronomimo Pitesai, una sorta di piano regolatore delle estrazioni di metano e petrolio voluto dai Cinquestelle ai tempi del governo Conte I e entrato in vigore nell’autunno 2021 con il governo Draghi. La legge prevedeva la realizzazione di una mappatura delle aree idonee o meno all’estrazione di idrocarburi sul territorio e sui fondali del mare nazionali. Il Piano ha accumulato una serie di vincoli diversi che incrociati tra loro hanno reso la maggioranza del territorio italiano di fatto “non idonea”.

Una recente sentenza del Tar del Lazio aveva annullato la procedura del Pitesai ma non la legge stessa, offrendo al ministero l’opportunità di correggere il tiro. Anziché opporsi alla decisione del Tar con un ricorso al Consiglio di Stato, il ministero ha scelto di abrogare completamente il Pitesai.

«Con questo atto si spalancano le porte alle estrazioni di gas fino a 9 miglia dalla costa – dice il senatore Marco Croatti (M5s) – in un contesto in cui, ironicamente, i dati mostrano una riduzione della domanda e del fabbisogno di nuovi giacimenti. A nulla sono servite le “marchette” propagandistiche che tentano di mascherare il tutto come un intervento necessario per la sicurezza energetica del Paese: la verità è che l’abrogazione del Pitesai rappresenta una resa incondizionata agli interessi delle grandi compagnie del gas e petrolio, che ora non trovano più alcun ostacolo».

Secondo Croatti le conseguenze di questa scelta non si faranno attendere: «Non solo si apre la strada a nuove trivellazioni in aree marine precedentemente protette, ma si fa anche un passo indietro rispetto agli impegni climatici presi dall’Italia in sede europea e internazionale. La transizione ecologica, che il ministro stesso ha più volte ribadito essere una priorità, appare ora sempre più lontana, se non del tutto abbandonata. Il decreto legge appena approvato non dà alcuna garanzia che queste nuove estrazioni possano effettivamente portare benefici significativi, e sembra soltanto un pretesto per accontentare le lobby energetiche, mentre la riduzione della domanda di gas continua inesorabilmente».

Il decreto Ambiente firmato dal ministro Gilberto Pichetto Fratin (licenziato dal Governo e atteso al vaglio del Parlamento) riduce dalle attuali 12 miglia a 9 la distanza dalla costa entro cui non è possibile la ricerca e la coltivazione di gas in mare, a patto che si tratti di pratiche già sotto esame del ministero per lo Sviluppo economico e in cui siano state stimate riserve notevoli, superiori a 500 milioni di metri cubi. Si tratta, in sostanza, di una norma che intende incentivare le estrazioni in alto Adriatico, quasi al confine delle acque territoriali affacciate sui Balcani, l’unico luogo dove sono note tali quantità.

«Meglio tardi che mai – aveva esultato Giannantonio Minguzzi, esponente del Pri e da sempre fervente sostenitore dell’attività estrattiva –. L’intenzione di aumentare la produzione di gas nazionale è sacrosanta, come Repubblicani l’abbiamo sempre auspicata anche a fronte del rischio che i Paesi dell’altra sponda prosciughino le risorse italiane, pur non avendone diritto; il costo dell’energia minaccia di salire ancora, particolarmente in vista della stagione invernale, e questo per famiglie e imprese sarebbe un nuovo salasso».

La guida di Slow Food alle Osterie d’Italia: una sola Chiocciola in provincia

Premiata ancora una volta La Baita di Faenza

Baita Faenza Enoteca
La Baita di Faenza

È stata presentata a Milano la trentacinquesima edizione di Osterie d’Italia, in libreria dal 16 ottobre, guida gastronomica targata Slow Food che racconta, come ormai da tradizione, la ristorazione italiana più autentica attraverso le visite e le recensioni di più di 250 collaboratori sparsi in tutta Italia, una rete fitta e capillare di appassionati che visitano in anonimato tantissimi locali.

1.917 sono i locali segnalati nell’edizione 2025: accanto alle osterie, ai ristoranti, alle enoteche con cucina e agli agriturismi, c’è una novità. Quest’anno infatti si è voluta inaugurare una sezione chiamata Locali Quotidiani, che raggruppa tutte quelle tipologie ristorative alternative come pastifici, pub, enoteche e gastronomie le cui caratteristiche, in primis l’attenzione e l’aderenza al territorio, la selezione di materie prime e un particolare stile di accoglienza attento alla convivialità, rientrano a tutti gli effetti nell’idea di osteria così come raccontata da Osterie d’Italia. Questa nuova sezione, che si trova in fondo alla guida, ha largamente contribuito al numero di nuovi indirizzi inseriti nella guida poiché da soli i Locali Quotidiani sono 134, che andando a sommarsi a tutte le altre novità fa lievitare a 460 i nuovi ingressi, a testimonianza di un settore che continua a crescere e rinnovarsi.

Dei 1.917 locali segnalati nella guida, sono 324 i locali premiati con il massimo riconoscimento della Chiocciola, assegnato alle insegne che si contraddistinguono per l’eccellente proposta e per l’ambiente, la cucina e l’accoglienza in sintonia con i valori di Slow Food.

Guardando alle regioni, quelle con più osterie segnalate sono il Piemonte (178), e subito dietro Campania (172) e Toscana (164), con un trend abbastanza simile nel numero delle Chiocciole che vede la Campania con 39 locali chiocciolati, il Piemonte con 29 e la Toscana con 27.

L’unica Chiocciola in provincia di Ravenna è ancora una volta La Baita, a Faenza (qui una nostra intervista al titolare). In Romagna le altre due Chiocciole sono state assegnate (come l’anno scorso) alla Campanara di Galeata e all’Osteria dei Frati di Roncofreddo.

La sfida di Unitec dopo l’alluvione: «Serve una protezione per l’acqua»

Inondata la sede appena rinnovata. «Gli enti pubblici devono fare la propria parte: basta copiare da chi già lo fa»

1A PRIMA

Tra le aziende alluvionate il mese scorso c’è l’Unitec di Lugo. «In alcuni punti l’acqua è arrivata a un metro di altezza – spiega il presidente e amministratore delegato Angelo Benedetti –. Non abbiamo ancora una stima definitiva dei danni, perché dobbiamo capire quanti strumenti del nostro centro di lavorazioni meccaniche si potranno recuperare, ma sarà superiore a dieci milioni di euro».

Nata nel 1993 dalla fusione delle aziende Dalle Vacche e Tnt, oggi Unitec è una realtà in cui operano 885 persone (di cui circa 500 a Lugo) e un fatturato 2024 atteso in crescita rispetto ai duecento milioni di euro del 2023: si occupa di progettazione e realizzazione di macchinari innovativi per la lavorazione, calibratura, classificazione della qualità interna ed esterna e confezionamento di frutta e ortaggi.

La sede in via Provinciale Cotignola era stata di recente ampliata e ristrutturata creando anche un asilo aziendale e aule didattiche per ospitare il corso di laurea in Meccatronica dell’Università di Bologna. L’acqua che ha raggiunto la zona artigianale di Lugo est proveniva da una distanza in linea d’aria di circa 5 km, dalla rottura dell’argine sinistro del fiume Senio il 19 settembre a Cotignola, nei pressi di via Ponte Pietra, poco a valle della Chiusaccia.

Tre giorni di impegno a testa bassa dei dipendenti Unitec, affiancati da aziende specializzate, hanno permesso di ripulire la zona assemblaggio dove l’acqua si era fermata a mezzo metro: «Così abbiamo rispettato tutte le consegne programmate in agenda». Ma non è tutto risolto. «Per rimettere in moto l’area di produzione delle lavorazioni maccaniche non basteranno sei mesi. Riusciremo a cavarcela perché nel nostro territorio ci sono tante aziende artigiane che fanno questo tipo di lavoro e che da anni ci aiutano in questa attività». Tanti i danni anche nelle aree servizi: la mensa e la cucina, l’asilo appena inaugurato, gli uffici di ricerca e sviluppo, la foresteria. «Avevamo messo tanto amore e attenzione nel fare le cose anche curando l’estetica dell’ambiente e delle costruzioni e l’alluvione ha sfregiato tutto».

Oltre ai danni quantificabili economicamente, ci sono ferite a cui è difficile dare una cifra ma che pesano: «L’animo è in allerta. E adesso a ogni previsione meteo avversa sale la preoccupazione. È successo anche pochi giorni fa: tutti i dipendenti hanno spostato in alto il materiale, ma così non c’è più la serenità per lavorare. E poi manca la sicurezza per progettare il futuro». Andarsene da Lugo non è un’ipotesi che Benedetti prende in considerazione: «Un’azienda è fatta prima di tutto da persone e poi da tutta un’altra serie di cose fra cui ovviamente edifici e macchinari. Le persone non si possono spostare a centinaia di km. Però lo sconforto è tanto e in queste condizioni ci sono imprenditori che mollano, quella è la scontta più grande». Per restare, però, bisogna alzare le difese. «Siamo un’azienda che progetta soluzioni per altri e proveremo a fare lo stesso anche di fronte a un problema che a questo punto ci riguarda direttamente. L’acqua nelle nostre strutture aziendali non deve entrare, serve una protezione. Non potrà essere un argine di terra perché siamo in zona abitata. Abbiamo ragionato attorno a tre idee e una la realizzeremo». Unitec è pronta a fare la propria parte, ma Benedetti si aspetta che in parallelo ci sia altro: «Servono opere sul territorio perché bisogna prendere coscienza che gli argini che abbiamo oggi non possono più portare tutta l’acqua che piove in certi momenti. Servono casse di espansione e se sono in aree coltivate andranno pagati gli indennizzi ai coltivatori. E poi bonifica e corretta manutenzione dei fiumi. Non parliamo di opere che costano miliardi e non mancano gli esempi di altri territori, anche all’estero, da cui attingere: basta osservare dove le cose funzionano e copiarle». Il presidente si aspetta che gli enti agiscano, ma è pronto a dare il proprio contributo: «Vogliamo essere uno stimolo per chi ha incarichi pubblici e siamo disponibili a collaborare fattivamente. Per mia indole cerco sempre di non litigare con le persone, perché preferisco il dialogo costruttivo. Però se per il bene del territorio può servire farsi sentire con le istituzioni, non avrò problemi a mettere la firma su un documento che esorti gli enti pubblici a fare la loro parte».

Torna il festival Gialloluna Neronotte, per appassionati di giallo e noir

Cinque appuntamenti. Tra gli ospiti Riccardo Crosa, Davide Reviati, Eraldo Baldini, Marcello Simoni

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Riccardo Crosa

Giunge all’edizione numero XXII Gialloluna Neronotte, il Festival del giallo e del noir italiani organizzato a Ravenna dall’associazione Pa.Gi.Ne., curato da Nevio Galeati e sviluppato in collaborazione con diverse altre realtà culturali cittadine (dal Nightmare Film Festival al Centro Relazioni Culturali alla libreria Liberamente Libri).

Cinque gli appuntamenti in programma nell’arco di due diverse settimane, con protagonisti di primo piano della letteratura di genere italiana.

I primi tre sono in programma al Teatro Rasi, tutti alle 18 alla Sala Mandaye N’Daye.

Si parte giovedì il 17 ottobre con un omaggio a uno dei più popolari personaggi del fumetto di tutti i tempi. “Paperino compie 90 anni. Lo stato del fumetto”: incontro con Riccardo Crosa, Davide Reviati, Gianni Sedioli. In apertura sarà proiettato il cortometraggio “La gallinella saggia” di Wilfred Jackson, della serie “Sinfonie allegre” con la prima apparizione di Paperino. Venne proiettato la prima volta il 9 giugno 1934

Venerdì 18 ottobre, “Storia, memoria e misteri”, presentazione del libro “Le lunghe ombre fredde” (Rizzoli, 2024) di e con Eraldo Baldini.

Sabato 19 ottobre, “Declinazioni del dolore” con gli scrittori Stefano Mazzesi e Giuliano Pasini che presenteranno i loro romanzi “Come asfalto sui prati” (Clown Bianco Edizioni) e “L’estate dei morti” (Piemme).

Per i due appuntamenti successivi si passa invece alla prima settimana di novembre.

Giovedì 7 novembre “Sangue a Bologna”, presentazione del romanzo “Il morso del Varano” di William Bavone, alla Liberamente Libri di via Alberti, alle 17.30

Infine, venerdì 8 novembre alle 18, alla sala D’Attorre di Casa Melandri, “Thriller storici”, incontro con Marcello Simoni: che presenterà i romanzi “L’enigma del cabalista” e “Il teatro dei delitti” (Newton Compton Editori). A seguire premiazione del concorso per racconti inediti, con Franco Forte, editor del Giallo Mondadori.

Ancora un incidente in via S. Alberto: muore titolare della Taverna di S. Romualdo

Antonio Mazzetti, 58 anni, è finito con la propria moto contro un trattore

Ancora un incidente mortale nel Ravennate. Ancora in via Sant’Alberto, a distanza di poco più di 24 ore da quello di sabato 12 ottobre. Ancora un motociclista, come quello di Bagnacavallo di sabato sera.

Tutto è avvenuto poco dopo le 17, all’altezza dell’incrocio con via Carlina, tra Ca’ Bosco e San Romualdo. A perdere la vita un nome noto del panorama della ristorazione locale, Antonio Mazzetti, chef e titolare della vicina Taverna di San Romualdo. Fatale uno scontro con un trattore che stava procedendo verso Sant’Alberto e stava svoltando a sinistra in via Carlina. Mazzetti proveniva dalla direzione opposta, in sella a una motocicletta. Sull’asfalto ancora i segni della frenata, che non è stata sufficiente a evitare l’impatto, violentissimo.

Sul posto i sanitari del 118, che hanno tentato inutilmente di rianimare l’uomo, di 58 anni. La polizia locale di Ravenna ha chiuso temporaneamente la strada e sta cercando di ricostruire nei dettagli l’accaduto.

Antonio Mazzetti
La vittima Antonio Mazzetti

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