mercoledì
17 Settembre 2025

A teatro un’installazione “vivente” che è un omaggio a Shining

Tutti i giorni (tranne il lunedì) alla sala Corelli dell’Alighieri dalle 17 alle 20 con il gruppo nanou

Prosegue tutti i giorni (tranne il lunedì) fino al 26 maggio, dalle 17 alle 20, l’omaggio a Shining della compagnia ravennate di danza contemporanea gruppo nanou. Si tratta di redrum, installazione coreografica in prima assoluta al Ravenna Festival che trasfigura la sala Corelli del teatro Alighieri e vuole riscrivere le regole del rito teatrale.

Con le coreografie di Marco Valerio Amico e Rhuena Bracci e le musiche originali di Bruno Dorella, che le eseguirà live il 22 maggio, redrum invita il pubblico ad “abitare” lo spettacolo, dimenticando i confini tradizionali tra palco e platea.

L’appuntamento fa parte di progetto pluriennale dedicato al capolavoro di Stephen King e Stanley Kubrick, composto da episodi indipendenti e ciascuno abbinato all’evocazione di un colore.

Concepito per adattarsi e misurarsi con l’architettura che lo ospita, redrum ha la dimensione dell’installazione, priva di inizio e fine. Lo spettatore può rimanere per tutto il tempo oppure solo per un intervallo, attraversare la performance – pur con cautela e preservando lo spazio degli artisti in movimento – e scegliere il proprio punto di osservazione. Le luci (curate, come la scena, da Marco Valerio Amico) sono controllate a mano dai danzatori, che le manipolano per indicare al nostro sguardo cosa osservare. Così anche l’agire con le luci diventa parte della coreografia, determinando il peso dello spazio, delle ombre e dei corpi in azione, ma anche moltiplicando le reazioni e relazioni fra gli elementi in gioco.

Info e prevendite: 0544 249244. Biglietti: ingresso 5 euro.

 

Lavori di riasfaltatura in via Faentina, modifiche alla circolazione

Via Faentina

Nell’ambito degli interventi in corso su alcune strade del territorio comunale, da lunedì 20 maggio e fino al termine delle lavorazioni (non oltre venerdì 31 maggio, dicono dal Comune) via Faentina e rotonda dei Fornasari, alle porte di Ravenna saranno interessate da lavori di riasfaltatura, da eseguire in due fasi, che comporteranno modifiche alla circolazione in un tratto molto trafficato, quello – per intenderci – da Mediaworld alla concessionaria Opel di Fornace Zarattini.

La prima fase riguarderà la rotonda Dei Fornasari (quella appunto nei pressi di Mediaworld) i cui i lavori comporteranno l’istituzione del divieto di sorpasso, divieto di sosta permanente con zona rimozione per tutti i veicoli, restringimento della carreggiata e limite massimo di velocità di 30 km/h, dalle 9 alle 20 di ogni giornata lavorativa. La durata di questo intervento è prevista in due giornate.

Per quanto concerne la seconda fase, relativa alla via Faentina, nei tratti compresi fra rotonda Dei Fornasari e via Braille, di volta in volta interessati dai lavori, saranno istituiti il divieto di sorpasso, il senso unico alternato di circolazione, il divieto di sosta permanente con zona rimozione su ambo i lati per tutti i veicoli, il restringimento della carreggiata e il limite massimo di velocità di 30 km/h; ai veicoli provenienti da San Michele e diretti a Ravenna sarà consigliato di svoltare a sinistra per il raccordo autostradale prima dell’abitato di Fornace Zarattini.

Il trasporto pubblico non subirà modifiche di percorso, ma potranno verificarsi dei rallentamenti.

Alluvione, ancora 700 famiglie fuori casa. Solo poche centinaia di domande su Sfinge

Una famiglia su dieci in provincia ha avuto danni. La burocrazia sta frenando le richieste di indennizzi sulla piattaforma digitale

Tabella Alluvione Un Anno Dopo Provincia

In provincia di Ravenna ci sono quasi settecento famiglie (di cui due terzi nel comune di Faenza) che stanno vivendo il primo anniversario dell’alluvione di maggio 2023 ancora fuori dalle case in cui abitavano quando la Romagna andò sott’acqua. E altre seimila famiglie hanno dovuto trascorrere almeno un periodo di questi dodici mesi in un alloggio alternativo rispetto alla loro residenza. In totale 17mila famiglie (circa una su dieci nella provincia) hanno fatto domanda per il contributo di immediato sostegno (Cis) da 5mila euro riconosciuto dalla protezione civile per danni alle abitazioni. Ma sono solo poco più di 800 le domande al momento presentate allo Stato da famiglie e imprese per l’indennizzo totale dei danni.

È la fotografia a ravennate che emerge dai dati raccolti dai vari Comuni e dalla struttura commissariale, da inserire nella cornice romagnola tenendo conto dei risultati accertati dalla commissione di studio incaricata dalla Regione: il maltempo di maggio dell’anno scorso in Emilia-Romagna ha colpito in totale quasi 90mila soggetti (di cui 16mila imprese) con una stima di danni da 8,5 miliardi di euro, di cui 3,5 a privati. A oggi il Governo – dati forniti nei giorni scorsi dal commissario Figliuolo – ha stanziato per interventi pubblici circa 1,63 miliardi di euro.

Sfinge, cos’è
Da sei mesi è attivo un sito internet realizzato dalla Regione Emilia-Romagna per imprese e famiglie che vogliono richiedere allo Stato il rimborso dei danni subiti. Le domande presentate finora dalla provincia di Ravenna sono 876 (di cui 123 con esito positivo), su 2.045 potenziali percettori di beneficio che si sono iscritti e stanno tentando di completare la richiesta. Al momento non è stato definito un termine entro cui inviare le richieste. La piattaforma informatica si chiama “Sfinge alluvione 2023”, versione aggiornata di quella voluta e realizzata sempre dalla Regione nel 2012 per i danni dovuti al sisma in Emilia. Per accedere occorre avere l’accreditamento digitale (Spid, Carta di Identità Elettronica o Carta Nazionale Servizi) e possedere un indirizzo di posta elettronica certicata (Pec). È l’unica modalità per la presentazione della domanda per i rimborsi. La quantificazione del danno subìto e il nesso di causalità tra il danno e gli eventi calamitosi devono essere giustificati tramite una perizia asseverata redatta da un tecnico abilitato, iscritto a un Ordine o a un Collegio, privo di interessi comuni con il committente. Le domande vengono prima valutate dal Comune territorialmente competente e poi passano all’attenzione del governo. Il governo Meloni ha promesso i ristori del 100 percento dei danni.

Cis e Cas
Nelle prime settimane dopo l’alluvione, la protezione civile nazionale e regionale hanno messo in campo due aiuti economici diretti per la popolazione colpita. Si tratta del contributo di autonoma sistemazione (Cas) e il contributo di immediato sostegno (Cis, a volte indicato come Pac). Il Cis è una prima misura economica di immediato sostegno ai nuclei familiari la cui abitazione principale, abituale e continuativa sia stata danneggiata da eventi alluvionali o franosi che l’abbiano resa non utilizzabile. L’importo massimo era di cinquemila euro, erogati in due tranche: la domanda per l’acconto di tremila euro andava presentata entro il 31 agosto, il saldo va richiesto entro il prossimo 30 settembre. In totale in provincia sono state presentate quasi 17mila domande per il Cis (16.746).
Il Cas, invece, è destinato ai cittadini che hanno dovuto abbandonare le proprie case e che hanno trovato un alloggio alternativo (ad esempio da parenti o amici, oppure in roulotte e camper). Gli importi previsti al mese sono di 400 euro per nuclei famigliari composti da una sola persona, 500 euro per 2 persone, 700 per 3, 800 per 4 e 900 per nuclei di 5 o più persone. Contributo che viene aumentato di 200 euro per ogni componente del nucleo di età superiore a 65 anni, oppure sia una persona con disabilità o con invalidità non inferiore al 67 percento.

La Sfinge fa paura
Considerando 17mila famiglie che hanno richiesto il Cis, non può che apparire anomalo il dato delle poche domande sulla piattaforma Sfinge in sei mesi. Tecnici e addetti ai lavori lamentano la burocrazia del meccanismo. Le ordinanze del commissario non sempre sono risultate di immediata interpretazione e sono stati chiesti chiarimenti più volte, sebbene le comunicazioni con la struttura del generale Figliuolo non abbiano canali agevolati. La necessità della perizia asseverata richiede l’ingaggio di tecnici, gli stessi ancora alle prese con i carichi di lavoro generati dal Superbonus 110. E molti di loro preferiscono tenersi lontano da Sfinge. Che consente solo due errori: dopo il secondo, nel caricamento della documentazioni non si può più procedere oltre.

Fornace Zarattini (foto Marco Parollo)
Foto Marco Parollo

Un universo di emozioni e sentimenti nelle tavole di Possentini

Fino al 25 maggio una mostra da non perdere alla Classense

Nina

Prima che chiuda (il 25 maggio) è da vedere la mostra di Sonia Maria Luce Possentini, illustratrice reggiana nata nel 1965, di cui sono esposte alla Manica Lunga della biblioteca Classense una serie di immagini luminose tratte dai libri che ha pubblicato nel corso della carriera.

Laureata in Storia dell’arte e all’Accademia di Bologna, Possentini ha realizzato numerose tavole e libri illustrati dedicati all’infanzia, ottenendo riconoscimenti e premi fra cui l’Andersen per l’illustrazione nel 2017.

La mostra dal titolo La poesia delle immagini illustra il percorso dell’artista attraverso sezioni tematiche che affrontano opere edite ma anche inedite, queste ultime raccolte nell’ultima sezione In cerca di pagine. Una parte della mostra ospita un lavoro più legato alla tradizione di fiabe e leggende come Alice o la Bella addormentata, che vengono reinterpretate in chiave personale attraverso illustrazioni meno sperimentali (La regina delle nevi, 2018) o al contrario riadattate al contemporaneo (Dora e il gentilorco, 2016).

I banchi vuoti (2016) è una sezione che raccoglie invece le tavole ispirate a un testo scritto da don Luigi Ciotti che racconta una serie reale di vite di bambini e bambine spezzate dalla mafia. Fra le nove storie di giovani vittime quella di Simonetta Lamberti, morta a 11 anni in un agguato mentre accompagnava in auto il papà magistrato. Le storie vanno lette con calma mentre i disegni in tecnica mista su carta indagano il silenzio dei banchi vuoti e un poetico ritratto di Simonetta: non è presente nessuna concessione alla violenza in queste descrizioni ovattate e realistiche degli spazi e dei protagonisti. La violenza non scompare, è presente ma posta sullo sfondo delle immagini o intuita nella descrizione delle conseguenze come avviene nelle tavole della sezione Ovunque voi siate, dedicata a temi storici e sociali come l’Olocausto, l’assedio di Sarajevo, l’immigrazione o le morti sul lavoro. Proprio recentemente Possentini ha pubblicato per la casa editrice Orecchio acerbo la storia Per mille camicette al giorno, in collaborazione con la scrittrice Serena Ballista: qui si narra dell’incidente che coinvolse nel 1911 una fabbrica di abbigliamento di New York dove persero la vita 146 giovani operaie, di cui molte ebree e italiane. Nella narrazione l’autrice utilizza un disegno quasi realistico, delegando la violenza dell’incidente a una greve nuvola sullo sfondo in modo da tutelare la verità senza esporne la brutalità.

Se l’illustrazione generalmente è tradotta in un bianco e nero aderente al realismo, capita poi che prendano piede inserimenti fantastici, quasi pop, come nel caso della tavola tratta dalla Fioraia di Sarajevo (2021), in cui un enorme e colorata composizione floreale invade l’illustrazione.

Gli interventi a colore sono sempre misurati, giustificati e inseriti più per rispondere a motivi di ordine simbolico che per decorazione, in modo da far esaltare particolari significativi come le stelle gialle sugli abiti dei deportati ebrei.

L’autrice orchestra nelle tavole un universo leggero di emozioni anche quando si tratta di evocare tragedie: per questo il disegno mantiene una leggerezza diafana, immersa in una nebbia che permette comunque alle forme di delinearsi all’interno di un filtro emotivo che ripara. Anche quando le emozioni appartengono a un registro felice e armonioso, il disegno esatto rende possibile la condivisione ma basta una linea di un orizzonte vuoto per rimandare tutto in una lontananza di memorie dove l’impiego costante di un doppio registro – umano e sognante – è in grado di restituire la sensazione fisica dell’afa estiva o l’evanescenza del sogno a occhi aperti. È il caso della piccola Nina (Il tesoro di Nina, 2020), in cui viene registrata una serie di emozioni infantili che riecheggiano nei ricordi di tutti e che vengono riprese nella sezione Alfabeto dei sentimenti, in cui ogni tavola indaga un sentimento spiegato in versi secondo un andamento alfabetico (A-amore, B-batticuore…). L’educazione ai sentimenti e alle emozioni rimane l’indicatore costante nel periscopio della ricerca di Possentini, che indaga la trasformazione dei legami di amicizia fra ragazzini diventati poi adulti o i legami di affetto fra umani e animali.

La sezione intitolata La poesia delle immagini raccoglie una serie di libri che illustrano i versi di numerose grandi scrittrici, come Emily Dickinson e Marina Cvetaeva: in questo caso le immagini diventano più sofisticate, registrando via via i toni più vividi dei versi come l’eleganza della natura delle poesie di Akiko Yosano o il sentimento di libertà che da essa deriva, come nei versi di Antonia Pozzi. Le illustrazioni sono quindi diverse in questa sezione in modo da rispecchiare la differenza dei corpi poetici di ogni grande autrice del presente e del secolo scorso.

“La poesia delle immagini. Sonia Maria Luce Possentini, un percorso tra libri e illustrazioni”
Fino al 25 maggio – Ravenna, Biblioteca Classense, Manica Lunga
Oorari: ma-sa 15-18.30, sa 9-13. Ingresso gratuito.

La scuola va al mare: bambini sperimentano la barca a vela grazie alla Lega Navale

Bambini sperimentano la navigazione a Marina di Ravenna. Martedì 14 maggio gli alunni della scuola primaria Randi, della classe 1° A, si sono recati alla sede della Lega Navale per partecipare a una veleggiata.

La sezione ravennate della Lega Navale organizza infatti progetti legati al mare e all’esperienza in barca a vela per studenti delle scuole. Il segretario Antonio Botti ha messo a disposizione quattro barche di circa 12 metri e tre istruttori per guidare la classe in mare aperto. Dopo circa due ore di navigazione gli alunni sono tornati alla sede della Lega Navale che si trova sotto il faro, per pranzare tutti insieme.

Un altro weekend di “Romagna in Fiore” con i concerti di Nada e Benvegnù

Tra i protagonisti della rassegna anche l’attrice Elena Bucci. Appuntamenti tra Modigliana e Tredozio

Nada PH SimoneCecchetti (21 Di 31)

Sabato 18 maggio, alle 16 in località Olimpo di Monte Fregnanello, fra Brisighella e Modigliana, Nada Malanima – in duo acustico con Andrea Mucciarelli alla chitarra – apre il secondo fine settimana di “Romagna in fiore”, la rassegna a ingresso gratuito ideata da Ravenna Festival per e nei territori colpiti dall’alluvione nel 2023.

L’accesso al luogo del concerto di sabato è possibile dalle 11 del mattino e dalle 11.30 saranno attivi gli stand gastronomici della Pro Loco di Modigliana.

Nada ha generosamente e prontamente accettato l’invito del Festival a partecipare alla rassegna, sostituendo l’evento previsto con Giovanni Lindo Ferretti e Simone Beneventi. Inderogabili motivi famigliari hanno infatti costretto il primo a rinunciare all’appuntamento, pur esprimendo il proprio rammarico per l’assenza e ripromettendosi un “intervento riparatore” in una futura iniziativa.

La quindicenne Nada ottenne il primo successo sul palcoscenico di Sanremo 1969 con “Ma che freddo fa”, presentata in abbinamento con i Rokes, e due anni più tardi vinse il festival con “Il cuore è uno zingaro”. Queste due ballate di successo internazionale, dalla Spagna al Giappone, avrebbero potuto caratterizzare per sempre la sua carriera, ma oggi Nada vanta dischi coraggiosi che sono diventati un punto di riferimento anche per il mondo del rock alternativo.

Romagna in fiore continua domenica 19 maggio con il doppio appuntamento all’Agriturismo Pian di Stantino, a Tredozio: Elena Bucci propone un frammento dal suo Canto alle vite infinite con Christian Ravaglioli alla fisarmonica, mentre il concerto vero e proprio sarà a cura di Paolo Benvegnù con Tazio Aprile.

La rassegna è organizzata da Ravenna Festival, Provincia di Ravenna e Provincia di Forlì-Cesena, in collaborazione con i Comuni delle località interessate e grazie all’energia verde di Tozzi Green. Trail Romagna è partner organizzativo del progetto.

Info 0544 249244. Iscrizione obbligatoria fino a esaurimento capienza su www.ravennafestival.org

Capanni balneari, l’Ordine degli architetti chiede un vincolo di salvaguardia

In una lettera inviata al Comune di Ravenna, che intanto prepara un bando

Dav

L’Ordine degli Architetti della provincia chiede al Comune di Ravenna di introdurre un vincolo di salvaguardia per i 74 capanni balneari rimasti sulle spiagge – in maggior parte tra Marina Romea, Marina di Ravenna e Punta Marina – senza modificare la loro posizione attuale. Il sollecito per l’amministrazione comunale è di tutelare non solo pochi capanni, come se venissero messi in un museo, ma tutti quelli ancora esistenti per il loro «alto valore storico-testimoniale, identitario e paesaggistico».

La richiesta di tutela è contenuta in una lettera inviata il 9 maggio scorso. Gli Architetti hanno inviato alla pubblica amministrazione una relazione firmata da un’architetta e un ingegnere: «L’attuazione del Piano Regolatore della spiaggia di Marina nel 1930 prevedeva la costruzione e le modalità di edificazione di “capanne private”, al fine di “raggiungere la completa valorizzazione della spiaggia”». Manufatti simili erano già visibili in svariate località balneari del Paese e oggi per il litorale ravennate sono testimonianza di un turismo di prossimità, accessibile a tutti: «Erano un’alternativa leggera alla spiaggia attrezzata che è andata avanti con nuove costruzioni fino agli anni Settanta, frequentati soprattutto dai ceti meno abbienti che si spostavano in bicicletta e non potevano permettersi il costo dello stabilimento».

Il valore paesaggistico dei capanni è rimarcato dalla loro presenza nell’arte, come soggetti di opere pittoriche e fotografiche di artisti locali e nazionali: gli Architetti citano Giovanni Fattori, Carlo Carrà, Walter Lazzaro, Ottone Rosa e Luigi Ghirri.

L’iniziativa dell’Ordine professionale è conseguente all’ordinanza del Comune che impone l’abbattimento di tutte le strutture perché ritenute prive di un titolo autorizzativo che consenta la loro permanenza su un suolo di proprietà demaniale. Il 9 febbraio scorso il Comune ha inviato una lettera all’associazione che riunisce i 94 proprietari dei 74 capanni: chi ha documentazione che legittima l’occupazione del demanio marittimo lo dimostri, gli altri dovevano abbattere tutto entro il 30 aprile. Il termine è stato poi posticipato all’8 dicembre prossimo (ma le operazioni di demolizione non potranno iniziare prima del 23 settembre) dopo che la protesta dei capannisti ha portato il Comune a interpellare il Parco del Delta.

Le zone dove sorgono i piccoli chalet rientrano nei confini del Parco del Delta del Po (da non confondere con il Parco marittimo che è invece la denominazione del progetto urbanistico da 17 milioni di euro per la riqualificazione degli stradelli retrodunali sui nove lidi). La maggior parte sono in quella che viene chiamata area Rete Natura 2000: sono consentiti insediamenti e attività umane che non impattano sull’ambiente naturale. Una decina di capanni invece sono in quella che è nota come “Zona B”: vietato ogni accesso. È vero che i capanni sono lì da prima che qualcuno codificasse la zona B, quindi se fossero strutture fisse senza accesso potrebbero restare. Ma la frequentazione del capanno porta persone a calpestare le dune che invece vanno protette (le passerelle in legno sopraelevate sono state realizzate apposta).

A febbraio la giunta comunale ha incaricato il dirigente del servizio Tutela ambiente e territorio per eseguire una Valutazione di incidenza ambientale (Vinca) al fine di individuare le posizioni concessionabili nel rispetto delle direttive Ue e delle norme del Parco del Delta del Po. In buona sostanza gli uffici comunali passeranno in rassegna le attuali 74 posizioni e valuteranno quali di queste hanno impatto sulla natura circostante. Sarà poi predisposto un bando per l’individuazione di un soggetto giuridico senza fini di lucro, che mantenga viva la tradizione dei capanni balneari e si impegni in iniziative sociali e culturali. Il candidato principale è ovviamente l’Associazione Capannisti. Il bando dovrebbe uscire in estate e gli Architetti chiedono che questo preveda il vincolo di conservazione di tutte le postazioni.

Un incontro pubblico su Natalina Vacchi, simbolo della Resistenza e di emancipazione

Natalina Vacchi

La sezione “Natalina Vacchi” dell’Anpi di Ravenna organizza, lunedì 20 maggio, esattamente a 110 anni dalla nascita di Natalina Vacchi, un incontro pubblico a lei dedicato con interventi di Guido Ceroni, presidente dell’Istituto storico della resistenza e dell’età contemporanea di Ravenna, Lia Randi dell’Unione Donne d’Italia di Ravenna, con letture della scrittrice Ilaria Cerioli, coordinato da Mirna Saporetti, vicepresidente della sezione Anpi.

L’evento, dal titolo “Donne coraggiose, la figura di Natalina Vacchi”, è previsto per le ore 17,30 alla Sala Muratori della Biblioteca Classense di Ravenna, nell’ambito del Festival delle Culture.

Natalina Vacchi è oggi simbolo non solo di resistenza al nazi-fascismo, ma anche di emancipazione femminile: l’incontro sarà l’occasione per riscoprire assieme i valori che animarono la sua vita e la loro attualità.

Natalina Vacchi è Medaglia di bronzo al valor militare della Repubblica Italiana: fece parte delle formazioni partigiane della città di Ravenna, partecipò alla lotta armata contribuendo a portare a buon fine numerose azioni di disarmo di nuclei nazifascisti, di recuperi di armi e munizioni, di combattimenti.

«Fu arrestata dopo una azione partigiana a Ravenna – ricordano dall’Anpi – e sottoposta a continui interrogatori e torture senza che proferisse una sola parola che potesse nuocere ai compagni di lotta». All’alba del 25 agosto, insieme ad altri 11 martiri, fu impiccata sul Ponte degli Allocchi, nei pressi del luogo dove oggi sorge il monumento “Omaggio alla Resistenza” in memoria di quella strage.

In 2 ore e mezza è caduta quasi la pioggia di due mesi. «Dovremo abituarci…»

I dati del presidente dell’associazione Meteo Professionisti

Piazza Nuova Bagnacavallo

A fornire i dati del secondo giorno consecutivo di nubifragi e grandinate in provincia di Ravenna è ancora una volta il presidente Ampro (Associazione Meteo Professionisti), Pierluigi Randi.

Per rendere l’idea, il meteorologo prende in considerazione Bagnacavallo, tra le località più colpite di questa due giorni. Qui, il 15 maggio si sono registrati 47,8 mm di pioggia. Il giorno successivo 49, per un totale di 96,8 mm. A fronte di un valore climatologico trentennale delle precipitazioni cumulate in aprile-maggio di 114,2 mm.

«Quindi – commenta Randi -, in due eventi, è caduto l’85% della pioggia che normalmente cade in quei due mesi in quella località. Ma c’è di più: quei 96,8 mm sono caduti in circa 2 ore e mezza. Dunque: quasi la pioggia di due mesi in poco più di 2 ore».

«La distribuzione delle precipitazioni di oggi è eloquente – conclude il meteorologo -: valori molto alti ma assai localizzati; condizione molto, ma molto, diversa dallo scorso anno. Ma su questi eventi di precipitazione estrema e localizzata dovremo farci il callo, purtroppo. Possiamo sostituire Bagnacavallo con qualsiasi altra località provinciale, nulla cambia».

Frutteti “bombardati”: danni da grandine tra Lugo, Cotignola e Bagnacavallo

L’allarme di Coldiretti dopo due pomeriggi di fenomeni intensi

Danni Grandine Coldiretti (1)

Danni evidenti sui frutteti dell’Imolese e del Ravennate dopo i pomeriggi di pioggia e grandine di mercoledì e giovedì. Particolarmente grave la situazione in Romagna, con campi e strade completamente ricoperti dal ghiaccio tra Lugo, Cotignola e Bagnacavallo con danni importanti a frutteti (albicocche, ciliegie, kiwi e pesche) e vigneti, in particolare nelle zone di Barbiano, Villa Prati e Mezzano di Ravenna. Danneggiati anche sementiere, foraggi e cereali.

Danni Grandine Coldiretti (3)Questo un primo bilancio sommario da parte di Coldiretti Emilia Romagna degli esiti delle due violente e persistenti grandinate (circa 20 minuti l’una) che si sono abbattute sulla regione fra ieri e oggi (16 maggio).

«L’agricoltura – ha detto il Direttore di Coldiretti Emilia Romagna Marco Allaria Olivieri – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con i danni provocati dal maltempo che in Italia hanno superato nel 2023 i 6 miliardi di euro».

Il monitoraggio dei danni, già in corso – conclude Coldiretti Emilia Romagna – proseguirà nei prossimi giorni.

Ancora grandine e allagamenti nel Lughese

Le istituzioni raccomandano la massima prudenza

Cotignola Notizie
Dalla pagina Facebook “Cotignola Notizie”

Come anticipato nelle comunicazioni sull’allerta meteo numero 63 diramata dall’Agenzia regionale di protezione civile e da Arpae, sono in corso (ore 17.45 di giovedì 16 maggio) piogge intense e grandinate in bassa Romagna per il passaggio di una cella temporalesca. Previsti anche per la serata fenomeni temporaleschi localmente intensi per tutto il territorio ravennate.

In particolare, nella zona di Cotignola sono stati registrati allagamenti e danni nei campi agricoli.

Le istituzioni continuano a raccomandare la massima prudenza e in particolare: prestare attenzione alle strade eventualmente allagate e non accedere ai sottopassi nel caso li si trovi allagati; fissare gli oggetti sensibili agli effetti della pioggia, della grandine e del vento o suscettibili di essere danneggiati.

Cervia ricorda Grazia Deledda con letture, teatro, musica e convivialità

Il 18 e il 19 maggio Villa Caravella diventerà il palcoscenico di una rassegna di eventi dedicati alla premio Nobel per la letteratura

Villa Caravella Grazia DeleddaSabato 18 e domenica 19 maggio a Villa Caravella si terrà a Cervia la seconda edizione del festival dedicato a Grazia Deledda, due giornate con iniziative per ricordare la garnde scrittrice italiana con una maratona letteraria tra le opere dell’autrice, fra talk, letture, teatro, musica, momenti conviviali. Quanto c’è di Cervia nel Nobel per la letteratura conferito alla Deledda nel 1926? È una delle domande che rimbalzeranno nel giardino di Villa Caravella, la casa-vacanza, molto amata e appartenuta per tanti anni alla scrittrice sarda.

Sabato 18 si inizia allora alle 15, quando aprirà “Il Giardino di Grazia”, con mostre di quadri e laboratori di fiori in maglia, stoffa e carta a cura di Viva Vittoria Cervia. Per l’occasione ci saranno i saluti di Mauro Felicori (assessore alla Cultura Emilia-Romagna), Salvatore Picconi (assessore alla Cultura di Nuoro) e Grazia Elena Madesani Deledda, pronipote della scrittrice. Alle 15.30 ecco poi “Quando il maestrale incontra il garbino”: sui romanzi cervesi di Grazia Deledda, conversazione con lo scrittore Alessandro De Roma e le scrittrici Silvia Sanna e Sarah Savioli, coordinata da Elena Gagliardi, con le letture dell’autrice Lelia Serra e la fisarmonica di Nicole Fabbri. Alle 18.30 segue “Autobiografie di Ignote”, ritratti in musica di scrittrici che non hanno scritto (da Autobiografie di Ignoti, In canto e in veglia, Canto alle vite infinite), di e con Elena Bucci e le musiche dal vivo Christian Ravaglioli. Infine alle 19 verrà proposto un aperitivo sardo, in collaborazione con l’istituto alberghiero di Cervia “Tonino Guerra”.

Domenica 19 si inizia alle 9.30 con la fisarmonica di Nicole Fabbri, seguita alle 10 da “Con Grazia in punta di piedi”, serie di coreografie della scuola di danza Artemisia, con letture di Emma Benini. Alle 10.30, emergono le “Voci dal mare e dal vento. Una Nobel abita qui”, con Manuele Ricci, direttrice di Casa Museo Moretti di Cesenatico. Alle 11 ecco quindi “Il colpo di Grazia. Dalla Sardegna con furore (letterario): come Grazia Deledda ruppe i cliché femminili dell’Italietta del primo Novecento”, con la giornalista e scrittrice Lia Celi e le letture di Paola Contini. Alle 13 ci sarà l’aperitivo romagnolo, prima di rciominciare alle 14 con i danzatori sardi Duo Curreli, che alle14.30 lascieranno la scena a Elsa Morante, L’Incantatrice di Rossana Dedola è al centro di un incontro in cui la giornalista Letizia Magnani conversa con l’autrice del libro. La due giorni si chiude alle 16.30 con Trucolo, la camicia nera e i bulli, spettacolo di burattini di Vladimiro Strinati.

 

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