Dopo le sanzioni per rumori molesti nella zona del silenzio di Ravenna. «Riprendiamoci le piazze»
Nel pomeriggio di venerdì 5 aprile decine di giovani si sono dati appuntamento in centro a Ravenna per protestare contro «la repressione» e quelli che sono stati chiamati «abusi in divisa».
Il riferimento è al contestato episodio di piazza San Francesco, di due settimane fa, quando un agente della polizia locale è stato aggredito da uno dei ragazzi presenti in piazza, prima bloccato a terra e poi denunciato. Il gruppo di giovani era stato sanzionato per rumori molesti, in particolare per la musica ad alto volume, proprio in quella che viene definita la “zona del silenzio” del centro di Ravenna quella dantesca.
Un episodio che ha scatenato la reazione dei movimenti di estrema sinistra e dei centri sociali, che sono scesi in piazza oggi per chiedere ai giovani di «riprendersi le piazze» e per denunciare il comportamento a loro dire violento degli agenti.
«Ravenna non è per giovani: ogni giorno questa città si fa sempre più imborghesita – si legge nel volantino che annunciava la manifestazione – da locali inaccessibili da chi non è economicamente benestante e dalle leggi sul decoro fortemente volute dal vicesindaco Fusigani». Vicesindaco di cui Potere al Popolo chiede le dimissioni.
Con una sala panoramica con vista a 360 gradi, un auditorium e uno spazio espositivo. Investimento da 3-4 milioni di euro
Vedute panoramiche sulla Venezia Heritage Tower e sul porto commerciale. (c) Giorgio Boato
Nella zona portuale di Marghera, a un paio di ore di auto da Ravenna, c’è una torre di raffreddamento come le due dell’ex Sarom in via Trieste, ma invece di abbatterla è stata recuperata nell’ambito di un progetto di riqualificazione portato avanti da un consorzio di una quindicina di piccole e medie imprese private. All’interno del manufatto di forma iperboloide – con un investimento di circa 3-4 milioni di euro di cui un terzo coperto dall’Unione europea – sono stati costruiti tre piani che dal 2019 ospitano uno spazio espositivo dedicato alla cultura d’impresa del porto, un auditorium da duecento posti e una sala panoramica per eventi a 60 metri di altezza con vista a 360 gradi.
La torre ha 86 anni, fu costruita dalla società Siderocemento di Milano su progetto franco-olandese della società parigina Refrigerant Hyperbolique (i disegni originari sono dell’ingegnere Giuseppe Colombo). L’altezza massima è 58 metri, il diametro è 38 metri alla base e 28 nel restringimento. Lo spessore della parete di cemento armato passa da 36 cm alla base a 8-10 cm a circa 40 metri di altezza. Era una delle tre torri evaporative dello stabilimento della società “Vetrocoke Azotati” avviato dal gruppo industriale della famiglia Agnelli per la produzione di fertilizzanti per l’agricoltura, plexiglass e vitrosa grazie allo sfruttamento dei gas prodotti da altri due impianti adiacenti per la produzione di vetro in lastre. Una delle torri è stata bombardata durante la guerra mondiale, una è stata abbattuta in seguito e l’ultima è diventata la Venezia Heritage Tower (Vht) dal 2019, al termine di un percorso durato quasi vent’anni.
Alla fine degli anni ’90, infatti, lo stabilimento della Vetrocoke era ormai chiuso e l’area di circa 33 ettari era abbandonata con rischi ambientali connessi. L’imprenditore locale Gianni Sottana si fece pilota e regista di una collaborazione pubblico-privata con il Comune di Venezia che ha portato alla riqualificazione dell’area con un investimento complessivo di oltre cento milioni di euro. Nacque il Consorzio Multimodale Darsena che riuniva imprese della logistica: uno spazio a rischio ambientale divenne una piattaforma logistica che sottrasse traffico pesante dalle aree cittadine.
Che fare della torre? «La cosa più facile e cinica sarebbe stata abbatterla e costruire al suo posto un capannone da affittare, come fece qualcuno prima di noi con l’altra torre rimasta – spiega Christian Sottana, figlio di Gianni e attuale presidente del Consorzio –. Ma anche se siamo un raggruppamento di imprese medio-piccole, abbiamo cercato di sviluppare una visione che guardasse oltre a un orizzonte di qualche anno. Quell’opera è un immobile bellissimo, costruita nel 1938 e differente solo di pochi cm rispetto al modello di iperboloide ideale disegnato da un computer dei nostri tempi. La torre è il risultato di una capacità imprenditoriale del passato e ci siamo sentiti chiamati a dimostrarci all’altezza di una sfida per il futuro. La torre c’era prima di noi e vogliamo che ci sia anche dopo di noi, una rappresentazione iconica del sapere fare del Veneto ma anche dell’Italia».
La riqualificazione si è svolta in due tappe. Il primo intervento finanziato dal Consorzio si concluse nei primi anni Duemila: al centro della torre è stata realizzata una colonna che ospita scale (300 gradini) e ascensore e sorregge il tetto che copre la sala panoramica con finestre a 360 gradi, altri due piani sono accessibili al livello terreno con una parte di soffitto in vetro che consente di ammirare l’interno della torre. «Completammo i lavori, ma non avevamo ancora una visione precisa di cosa potesse diventare quello spazio», ricorda Sottana. Nel 2017 l’avvio della seconda parte dell’intervento anche grazie a fondi europei intercettati dalla Regione: «Vht è diventata una testimonianza della storia del territorio e un volano dello sviluppo futuro».
La gestione ora è affidata alla società guidata da Alessandra Previtali: «Vht ha una doppia anima. C’è quella educational e espositiva che si rivolge soprattutto alle scuole per trasmettere il valore delle imprese del territorio. Poi c’è quella imprenditoriale che rende la struttura sostenibile economicamente con l’affitto degli spazi per congressi, convegni aziendali, iniziative di team building, eventi di rappresentanza. Facciamo cultura senza sostegno pubblico. Senza dimenticare che è un osservatorio privilegiato per gli investitori interessati al territorio: a 60 metri di altezza c’è una visione che va dalle Dolomiti al campanile di San Marco e sotto i piedi ci sono i terminal di Porto Marghera». Principalmente quindi un luogo di incontro per il mondo business – di recente vi ha fatto visita una delegazione di Confindustria Germania –, ma è anche uno spazio a disposizioni della cittadinanza: «Basta un gruppo di almeno 25-30 persone a cui chiediamo un contributo di 8-10 euro a testa e si possono fissare visite guidate con aperitivo all’ultimo piano».
Domenica 7 aprile torna la solenne processione della Madonna Greca, patrona di Ravenna e dei lidi, alla quale parteciperanno anche le rappresentanze delle comunità ortodosse presenti in diocesi e delle due greco-cattoliche.
Alle 14.30 l’immagine sacra sarà trasferita al faro di Marina di Ravenna, da dove partirà in motonave per la benedizione “Maris Gentium Benedictio” impartita dall’arcivescovo Lorenzo Ghizzoni e la processione lungo il canale Candiano. Arriverà alla Darsena di città alle 16.30 e da lì, accompagnata dai fedeli in processione sarà portata fino al Santuario di Santa Maria in Porto, dove, a seguire (attorno alle 17,30), l’arcivescovo presiederà la messa.
Per consentire il passaggio, il Comune ha istituito per domenica 7 aprile dalle 15.45 alle 16.15 e dalle 16.30 e dalle 17 il divieto di transito per tutti i veicoli e pedoni sul ponte mobile.
Ad accompagnare la celebrazione sarà il Coro 1685 del Conservatorio Verdi di Ravenna diretto da Antonio Greco e accompagnato all’organo da Andrea Berardi.
Quest’anno sarà la parrocchia di Casal Borsetti a dare il via alla Festa della Madonna Greca. Venerdì 5 aprile l’immagine mariana sarà accolta nella locale chiesa alle 20.30, seguirà la recita del Rosario. Le celebrazioni per la patrona proseguiranno poi prossima settimana.
Per seguire la processione a bordo della motonave è necessario prenotarsi alla parrocchia di Santa Maria in Porto (tel. 0544 212055). Domenica 7 aprile alle 14 sarà disponibile un servizio di autobus da Santa Maria in Porto a Marina di Ravenna. Sia la processione che il pellegrinaggio a piedi si svolgeranno anche in caso di maltempo.
Ma solo nei weekend, dal 15 giugno al 1° settembre
Il Navetto
Ora è ufficiale: dal 15 giugno al 1° settembre quest’anno viale delle Nazioni a Marina di Ravenna sarà a senso unico per le auto – nel tratta da via Ciro Menotti alla rotonda di via Trieste – in direzione sud, quindi verso Punta Marina. Ma solo nelle giornate festive e prefestive.
Lo annunciano gli assessori al Turismo e alla Mobilità del Comune di Ravenna, rispettivamente Giacomo Costantini e Gianandrea Baroncini, dopo una serie di confronti con operatori, associazioni di categoria e consiglio territoriale.
Sarà presente quindi una corsia preferenziale per bus, taxi, mezzi di soccorso, ciclomotori e motocicli lungo viale delle Nazioni, in direzione opposta, verso il paese. Questa sperimentazione – spiegano gli assessori – «permette una maggiore sicurezza sul viale stesso per gli utenti deboli, alleggerendo il traffico sul lato dove si trovano gli stradelli di accesso e uscita alla spiaggia. La corsia nord-sud in uscita da Marina di Ravenna rimane percorribile da tutti i mezzi, favorendo così la possibilità di ricercare parcheggio, utilizzare in maggior sicurezza i posti auto orizzontali (lato “campeggi”) e favorendo un esodo più fluido dalla località. Con altre ipotesi, come la corsia preferenziale in uscita da Marina di Ravenna e non in ingresso, ci si troverebbe a fine giornata, quando il traffico è più concentrato, per l’importante flusso di veicoli verso Marina di Ravenna e, in particolare, sul lungomare per godere dell’offerta serale della località, a canalizzare tutta la viabilità ordinaria in uscita dalla località su via Ciro Menotti e via Trieste e a non risolvere l’elemento che più comporta il rallentamento del Navetto Mare (negli orari serali di punta tra le 17.30 e le 20)».
La decisione di effettuare la sperimentazione solo nei festivi e prefestivi è stata presa «raccogliendo le preoccupazioni che alcuni interlocutori ci hanno segnalato e valutando che problemi di traffico intenso si verificano ovviamente nel weekend».
Gli assessori ne approfittano infine per dirsi soddisfatti del nuovo Parco Marittimo di Marina e Punta: «Dove prima c’erano polvere, buche, pozze d’acqua che permanevano, un numero importante di auto in movimento e zone scarsamente illuminate, che scoraggiavano di fatto a percorrere gli stradelli, ora abbiamo un percorso illuminato, accessibile, con presenza residuale di automobili. Abbiamo già notato, in queste prime giornate di sole, come il Parco marittimo è diventato un elemento che sta già cambiando le modalità di frequentazione di cittadini e visitatori».
Nuovo sbarco di migranti a Ravenna, per la nave Ong “Life Support” di Emergency, che ha recuperato in queste ore nel Mediterraneo 198 persone (di cui 10 minori accompagnati e 17 donne). La nave si trova a 40 miglia nautiche da Zuara, in Libia, ed è attesa a Ravenna tra mercoledì e giovedì.
Sabato alle 12.30 il prefetto di Ravenna Castrese De Rosa ha convocato una prima riunione di coordinamento dove si deciderà il luogo di sbarco (la banchina del terminal di Porto Corsini non potrà essere utilizzata per la presenza di navi da crociera) e la struttura dove saranno effettuate le visite sanitarie e gli adempimenti di polizia.
Secondo le disposizioni ministeriali, le persone a bordo resteranno tutte in Emilia-Romagna, di cui 17 a Ravenna. Gli altri migranti saranno suddivisi tra Bologna (45), Ferrara (15), Forlì-Cesena (20), Modena (31), Parma (19), Piacenza (12), Reggio Emilia (24) e Rimini (15).
I migranti provengono da Bangladesh, Siria, Pakistan, Eritrea, Egitto e Ghana.
Morgan sarà protagonista insieme a Megahertz questa sera (venerdì 5 aprile) a Cervia, in Darsena del Sale.
Dalle 22, un’intervista a cura di Red Ronnie darà il via a un live di scoperta e ritrovamento tra musica, letteratura e arte, ripercorrendo i brani più conosciuti di Morgan e dei Bluvertigo e senza tralasciare i tributi ai mostri sacri della musica internazionale che hanno accompagnato il duo durante la loro crescita artistica: David Bowie, Depeche Mode, Duran Duran, Kraftwerk – ed il cantautorato italiano di grande livello – Bindi, Tenco, Modugno, De Andrè tra i tanti.
Presentata l’11esima edizione della rassegna curata da Matteo Cavezzali. Ecco tutti i protagonisti, di fama nazionale e internazionale
Un momento della passata edizione di Scrittura Festival
ScrittuRa Festival, la festa dei libri e dei lettori curata da Matteo Cavezzali, torna per la sua 11esima edizione, che si svolgerà in dieci comuni della provincia di Ravenna dal 15 aprile al 28 maggio con scrittori di fama nazionale e internazionale coinvolti in incontri con il pubblico e spettacoli, tutti ad ingresso gratuito (fino ad esaurimento posti).
Gli appuntamenti attraverseranno diversi percorsi tematici, dalla letteratura alla saggistica, per esplorare aspetti del nostro presente dal cambiamento climatico all’intelligenza artificiale, dalla fascinazione per il male alla “bellezza come salvezza del mondo”, come scriveva Dostoevskij.
Ad aprire il festival sarà il 15 aprile alle 18 al teatro Goldoni di Bagnacavallo uno degli autori più letti e amati d’Italia: Antonio Manzini, il papà del vicequestore Rocco Schiavone.
Al centro di ScrittuRa come sempre la grande letteratura con la premio Strega Helena Janeczek, Ben Lerner, Francesca Giannone, il cui romanzo La portalettere è stato il libro più letto in Italia quest’anno, e ancora Romana Petri, Daniele Mencarelli, Claudia Durastanti, Ilaria Gaspari, Eraldo Baldini, e molti altri.
Nei giorni del festival sarà consegnato a Jon Fosse, Premio Nobel per la Letteratura 2023, l’Alloro di Dante di Rinascimento Poetico e del Centro Dantesco.
Si parlerà di classici come Kafka raccontato da Mauro Covacich e Baudelaire da Antonio Castronuovo, delle figure femminili dell’Iliade con Marilù Oliva e di miti greci con Matteo Nucci.
Sarà al centro anche la storia moderna e contemporanea con i criminali nazisti raccontati da Antonio Iovane, la resistenza e Iris Versari narrati da Nicoletta Verna, il Messico di Pancho Villa con Pino Cacucci e la trafila garibaldina con Roberto Balzani.
In questa edizione, a un anno dalla alluvione, saranno al centro anche i temi ambientali con Vincenzo Levizzani, direttore dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr, che parlerà di come funzionano le piogge e di cambiamento climatico. Massimo Polidoro invece porterà a conoscere le meraviglie dell’universo e della natura dell’ultima lezione di Piero Angela.
Ci saranno inoltre incontri sull’editoria con Giorgio Zanchini di Quante Storie di Rai3 e con “Operazione Bestseller, dietro le quinte di un successo editoriale” con Valentina Notarberardino.
Si parlerà anche di temi contemporanei come le “parole” con Vera Gheno, il femminismo con Jennifer Guerra, gli Usa alla vigilia delle elezioni con Francesco Costa, dall’Inghilterra arriverà Nello Cristianini, uno dei massimi esperti al mondo di Intelligenza Artificiale.
Ci sarà spazio anche per l’ironia con la satira di Luca Bottura e Luca Restivo di Radio2. Di arte moderna si parlerà con Jacopo Veneziani, Elena Loewenthal racconterà invece la storia avventurosa dell’ebraico, Giuseppe Plazzi e Alessandro Paolucci parleranno di neurologia, sogno e psichedelia, mentre la filosofa Lucrezia Ercoli terrà un incontro sulla fascinazione del male e del crimine e Luca Sommi sulla bellezza.
A ScrittuRa debutterà l’anteprima di “Pop Artusi” uno spettacolo sulla cultura gastronomica italiana con Niccolò Califano, reduce dall’ultima edizione di Masterchef, e Matteo Cavezzali.
Infine ci saranno incontri pensati per i ragazzi con grandi autori per giovani e giovanissimi con Gianumberto Accinelli sulla natura, Davide Morosinotto, Lidia Traversi, Alessia Canducci e Veronica Truttero.
Per i container la riduzione è del 10,2 percento nel primo bimestre
I traffici del porto di Ravenna nei primi due mesi del 2024 sono calati del 9 percento rispetto allo stesso periodo del 2023. Dalle prime stime per il mese di marzo appena concluso, il primo trimestre 2024 dovrebbe chiudersi con una movimentazione complessiva in calo di circa il 6 percento rispetto al 2023. Sono dati forniti dall’Autorità portuale.
Nei primi due mesi del 2024 movimentate complessivamente 3,8 milioni di tonnellate: gli sbarchi sono stati pari a 3.295.005 tonnellate e gli imbarchi pari a 518.165 tonnellate (rispettivamente, -10,6 percento e +2,4 in confronto ai primi due mesi del 2023). Il solo mese di febbraio 2024 ha registrato una movimentazione complessiva di 2.049.990 tonnellate, in crescita del 2,1 percento (quasi 43 mila tonnellate in più) rispetto allo stesso mese del 2023. A marzo una movimentazione complessiva di poco superiore ai 2,3 milioni di tonnellate, in lieve diminuzione (-1%) rispetto allo stesso mese dello scorso anno.
Nel primo bimestre del 2024 i container, con 28.142 Teus, sono diminuiti del 12 percento rispetto al 2023, con un calo che ha riguardato sia i pieni e sia vuoti. La merce trasportata in container, pari a 312.161 tonnellate, è calata del 10,2 percento, mentre il numero di toccate delle navi portacontainer, pari a 72, è in linea rispetto al 2023(1 toccata in più).
Nel mese di febbraio al terminal crociere di Ravenna si sono registrati tre scali di navi da crociera, per un totale di 140 passeggeri in “transito”. Complessivamente nel primo bimestre del 2024 si sono registrati 5 scali di navi da crociera (mentre nei primi due mesi del 2023 non ce n’era stato nessuno) per un totale di 226 passeggeri.
Il volatile fa parte della nota colonia presente nella località da anni e già al centro di polemiche
Nei pressi di via del Remo a Punta Marina è stata ritrovata la carcassa di un pavone, uno dei volatili che compone la colonia nella località costiera, e ora la polizia provinciale indaga per accertare se l’animale sia stato ucciso con un’arma, ipotizzando l’uso di un fucile ad aria compressa. La notizia è riportata dal quotidiano Il Resto del Carlino in edicola oggi, 5 aprile. A dare elementi utili all’indagine potrà essere l’istituto zooprofilattico a cui i resti del pavone sono stati consegnati dagli agenti della polizia provinciale intervenuti. Gli inquirenti hanno ascoltato vari residenti in zona. Ci sarebbe chi racconta di aver udito dei colpi verso le 11.30 di ieri.
Appuntamento promosso dalla Fondazione Ravennantica per il 6 aprile con due ospiti per parlare di valorizzazione del patrimonio industriale per il turismo
Mentre Eni demolisce le torri Hamon che rappresentano il passato industriale di Ravenna, il museo Classis a Ponte Nuovo propone un incontro pubblico intitolato “Il patrimonio industriale e lo sviluppo turistico: dal recupero museale alla cultura d’impresa”. L’appuntamento è per il 6 aprile alle 11 con l’intervento di due esperti di tutela e promozione della cultura industriale.
«Negli ultimi anni – afferma la Fondazione Ravennantica che promuove l’iniziativa – il patrimonio industriale è diventato un tema d’interesse anche per il turismo: sono nati ovunque percorsi locali e regionali, reti di musei e veri e propri sistemi di promozione del territorio. Il nostro Paese è in prima linea nella valorizzazione di questa grande risorsa che comprende sia l’archeologia industriale sia la cosiddetta cultura d’impresa».
Gli ospiti saranno Jacopo Ibello e Laura Gramantieri: esplorano ed approfondiscono lo stretto legame tra l’archeologia industriale – fabbriche dismesse, musealizzate o riconvertite a nuove funzioni – e l’attrazione turistica di questi luoghi.
Jacopo Ibello è laureato in Geografia presso l’Università di Bologna e diplomato al Master in Patrimonio Industriale dell’Università di Padova. È fondatore di Save Industrial Heritage, associazione impegnata nella promozione della cultura industriale, e membro del direttivo dell’AIPAI – Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale. Autore della prima Guida al turismo industriale d’Italia, dal 2022 si occupa per la Camera di Commercio di Como del progetto Make Como.
Laura Gramantieri è laureata in Scienze Storiche e Politiche all’Università di Firenze. Dal 2002 è guida turistica e co-fondatrice e presidente dell’associazione OrienteOccidente nata per promuovere e valorizzare il patrimonio storico e artistico che la città di Ravenna conserva.
Per informazioni: tel. 0544 473717; www.ravennantica.it.
Il sindaco ha reso noto l’intervento all’opinione pubblica due giorni prima della partenza dei lavori. La multinazionale fissa la costruzione dei manufatti tra il 1958 e il 1963. L’area di 44 ettari verrà acquistata da Ap per fare un campo fotovoltaico. La prima bonifica del comparto finita nel 2021, un altro intervento nel 2027
Nell’area ex Sarom a Ravenna, dove dal 1985 sono cessate le attività di raffineria, nel 2021 si è conclusa la bonifica dei suoli e nel 2027 si completerà la bonifica del sistema di messa in sicurezza delle acque sotterranee. Il Comune di Ravenna è informato da mesi che le due torri Hamon costruite e collaudate tra il 1958 e il 1963 sarebbero state demolite (abbattimento cominciato il 29 marzo scorso) nell’ambito della procedura di cessione del lotto da Eni all’Autorità portuale che realizzerà un campo fotovoltaico nell’area destinata a un utilizzo di tipo industriale/commerciale dove non risultano vincoli di tutela in accordo alla normativa vigente. Sono informazioni apprese da Eni il 3 aprile mentre tra via Trieste e il canale Candiano la gru è al lavoro per cancellare i manufatti di cemento armato di 55 metri di altezza.
L’ufficio stampa di Eni ha fornito alcune risposte alle domande di Ravenna&Dintorni. «Nel 2021 l’Autorità portuale ha manifestato interesse ad acquisire l’area per la realizzazione di un impianto di produzione di energia elettrica rinnovabile, ed è stato firmato un protocollo d’intesa per la finalizzazione dell’operazione, che ha consentito all’Autorità portuale di concorrere per i fondi del Pnrr. L’operazione è stata definita a fine 2023, il rogito per la compravendita e il passaggio di proprietà verrà stipulato al completamento delle attività in corso, già previste e comunicate nei mesi scorsi sia al Comune che a Ap».
Ap ha individuato in quel comparto a ridosso del Candiano l’area giusta per un progetto che insegue da tempo: una distesa di 25 ettari di pannelli fotovoltaici che producano energia al servizio del porto, in primis per il nuovo terminal crociere di imminente costruzione a Porto Corsini in modo da consentire alle navi attraccate di spegnere i motori alimentandosi a energia elettrica e ridurre così inquinamento acustico e dell’aria. L’investimento da circa 25 milioni di euro in totale beneficerà di un contributo di 10 milioni dal Pnrr.
L’ex raffineria, avviata all’inizio degli anni ‘50 dal gruppo industriale di Attilio Monti, occupava un’area di 55 ettari lungo la banchina destra: erano quattro le torri di raffreddamento a convezione naturale dette Hamon. Secondo Eni sono state costruite e collaudate negli anni 1958-1963. Circa dieci ettari sono già stati ceduti a terzi, ora Ap ne acquisirà 44.
L’ingegnere Roberto Rimondi, incaricato da Ap, ha stimato un valore di 6,4 milioni di euro (Iva esclusa) per l’area ex Sarom e il 5 dicembre scorso Eni ha accettato l’offerta di pari valore di Ap. Il 15 dicembre Ap ha versato 640mila euro come garanzia per l’acquisto. La compravendita non è stata ancora conclusa (del rogito se ne occuperà lo studio notarile Bugani con una parcella da 20mila euro) e questo fa sì che formalmente le torri siano ancora di proprietà privata (per quanto Eni sia di fatto un’emanazione statale).
Tra il 2006 e il 2008 è stato effettuato lo smantellamento e demolizione di tutti gli impianti e serbatoi dell’area e a seguire è stata effettuata la rimozione delle strutture interrate. È stata quindi avviata la bonifica delle matrici ambientali nelle aree della raffineria, ex Gpl e nell’area serbatoi.
Altre domande rivolte da R&D a Eni sono rimaste senza risposta. Cosa dice l’ultima perizia sullo stato di conservazione delle torri che ha determinato l’abbattimento? Quanto costa l’intervento di demolizione? Esiste una stima di quanto sarebbe servito per la messa in sicurezza conservativa? La demolizione è una condizione espressamente inserita tra le clausole richieste dall’Autorità portuale?