domenica
03 Agosto 2025

Tra i 21 convocati dall’Italia per il Mondiale in Argentina ci sono tre ravennati

Il ct Nunziata ha chiamato Casadei, Prati e Giovane che è il capitano. Prima partita il 21 maggio contro il Brasile

Tra i 21 calciatori convocati nella Nazionale under 20 per disputare il mondiale di categoria in Argentina ci sono tre ravennati. Giocano tutti in serie B: Cesare Casadei con il Reading in Inghilterra, Samuel Giovane nell’Ascoli e Matteo Prati per la Spal. Giovane è il capitano dell’Italia allenata da Carmine Nunziata. Debutto domenica 21 maggio contro il Brasile (nel girone anche Nigeria e Repubblica Dominicana). Curiosità: i tre hanno giocato insieme nella stessa formazione giovanile del Cesena.

Casadei è considerato una delle stelle della squadra: il centrocampista classe 2003 è in prestito alla Football League Championship dal Chelsea che lo comprò dall’Inter nell’estate 2022 per 15 milioni di euro. Insieme a Giovane ha già annusato l’aria anche della Nazionale di Roberto Mancini: lo scorso dicembre erano tra i 69 giovani convocati per uno stage di tre giorni a Coverciano. In quell’occasione c’era anche un altro ravennate: Antonio Raimondo (2004) che ha già collezionato due presenze in serie A con il Bologna. La curiosità in quella occasione fu che i tre ravennati di origini non hanno mai giocato nel Ravenna.

Nelle giovanili giallorosse invece è cresciuto Prati che due mesi fa ha realizzato il suo primo gol tra i professionisti in una vittoria casalinga della Spal contro il Cittadella. In questo articolo raccontammo la sua storia di talento e di addetti ai lavori “distratti”.

Sulla lista di convocazioni ha influito anche la disponibilità dei club di appartenenza. Il Mondiale U20 infatti, come ricostruisce un articolo della Gazzetta dello Sport, non si svolge nelle finestre internazionali della Fifa e le società non sono tenute a liberare i propri tesserati. Del gruppo non fanno parte giocatori già stabilmente in Serie A o titolari in Serie B. L’Ascoli ha deciso di lasciar andare Giovane ma partirà solo dopo l’ultima partita di campionato in programma a Reggio Calabria il 19 maggio.

A Castel Bolognese torna la sagra di Pentecoste per la 392esima edizione

Dal 25 maggio cinque giorni all’insegna di cibo, musica e intrattenimento. Gran finale in piazza con tombola e concerto di Anna Tatangelo

Ultimi preparativi da ultimare e poi a Castel Bolognese sarà, ancora una volta, tempo di sagra di Pentecoste. Dal 25 al 29 maggio nel cuore del paese la celebre festa arriverà al traguardo delle 392 edizioni. L’ospite sul palco per la serata di chiusura è Anna Tatangelo che fa tappa in provincia con il suo tour.

L’evento ha le sue origini (1631 d.C.) nel voto della popolazione castellana alla Madonna della Concezione per la protezione dal flagello della peste. Da oltre mezzo secolo l’organizzazione è della Pro Loco con il patrocinio del Comune. Il cartellone degli appuntamenti propone dalla cultura al folclore passando per la gastronomia, con l’omaggio al tessuto produttivo locale, la parentesi sportiva e gli spettacoli gratuiti dal vivo. Senza dimenticare quella genesi religiosa che rimanda al profondo senso delle celebrazioni. Cinque imperdibili giornate da vivere nella cornice di piazza Bernardi e nell’area del centro storico della cittadina.

Il programma della sagra di Pentecoste 2023 a Castel Bolognese

Partenza in agenda il 25 maggio (ore 19) con l’apertura del rinomato stand gastronomico. Dalle 20.45 galà di danza e ginnastica ritmica. Al termine: Musica per caso a cura di G.O. Giovani Operativi.

Il giorno dopo, 26 maggio, sfilata dei carri delle Parrocchie e degli antichi mestieri: un corteo accompagnato dalla ‘Banda del Passatore’, dalle ‘Fruste di Romagna’ e dal gruppo bandistico ‘Come eravamo Valle Senio’.

Il pomeriggio del 27 maggio (ore 16) caccia al tesoro a cura dell’Associazione Genitori, prima del mercatino del riuso e del riciclo e della mostra macchine Agricole’ in via Piancastelli, zona Torrione Ospedale (ore 17) e dell’apertura dello stand gastronomico (ore 18). ‘Good bay’, cover band dei Pooh (ore 21).

Domenica 28 maggio mercatino del riuso e del riciclo alle 9 e la Messa del voto risalente al 1631 celebrata in piazza (ore 10). Nel pomeriggio gara ciclistica organizzata da Usc Castel Bolognese. Poco più tardi l’intrattenimento musicale con ‘Four4chette’ (ore 17). Stand gastronomico in funzione e, dalle 21.30, la musica dei ‘Qluedo’.

Il 29 maggio alle 18 apertura dello stand gastronomico e, alle 21, occhi puntati in direzione del balcone della sala consigliare del municipio per l’estrazione della tradizionale tombola. Ricco montepremi da 4mila euro e animazione di Andrea Vasumi. Al termine della chiamata dei numeri vincenti sul palco di piazza Bernardi (ore 22,15 circa) uno dei più noti nomi della musica italiana: Anna Tatangelo in concerto.

Tutte le sere luna park. Disponibile il parcheggio gratuito alla discoteca Le Cupole. Tutte le manifestazioni e gli spettacoli sono gratuiti.

Opportunità di lavoro: 60 ragazzi e 185 colloqui all’iniziativa Impresa diretta

A palazzo Rasponi presenti 24 realtà economiche del territorio ravennate nel settore industriale e della produzione per il progetto Impresa diretta

Palazzo Rasponi

Seconda giornata di Impresa diretta – Scopri le tue opportunità per il futuro a palazzo Rasponi, dedicata alle opportunità lavorative nel settore industriale e della produzione: presenti 60 ragazzi tra i 18 e i 35 anni, che hanno partecipato a oltre 185 colloqui di lavoro offerti da 24 realtà economiche del territorio ravennate.

Prima dei colloqui, i giovani hanno ascoltato le storie lavorative della F.lli Righini Srl e della Bucci Composites Spa, i cui rappresentanti hanno dialogato con il sindaco Michele de Pascale e l’assessore alle Politiche giovanili Fabio Sbaraglia.

Oltre ai colloqui è stato possibile partecipare ad una serie di iniziative collaterali come workshop e laboratori. In particolare quello sui lavori del futuro intitolato Professioni del domani: svela il tuo potenziale a cura di Marco D’Angelo di Art-Er e gli incontri formativi a cura del Centro per l’impiego di Ravenna su come creare un curriculum vitae efficace, come affrontare nel modo migliore un colloquio di lavoro e come utilizzare il portale Lavoroperte e la sua app per la ricerca lavoro.

«Il lavoro – ha affermato il sindaco di Ravenna Michele De Pascale –, quello rispettoso delle persone, è lo strumento per costruire e realizzare il proprio futuro, che consente di realizzare noi stessi e di contribuire alla crescita della nostra società».

Impresa diretta è un progetto realizzato nell’ambito del protocollo “Giovani, competenze e lavoro”, sottoscritto tra Comune di Ravenna, Regione Emilia-Romagna, Agenzia regionale per il lavoro e la Camera di Commercio di Ravenna, con il coinvolgimento del tavolo provinciale delle associazioni imprenditoriali di Ravenna e che oggi ha visto anche la presenza delle realtà sindacali del territorio.

Per informazioni consultare il sito www.informagiovaniravenna.it/impresa-diretta/.

A Ravenna un convegno medico dedicato al trattamento del dolore

Venerdì 12 maggio al Grand Hotel Mattei il congresso regionale della Società Italiana Cure Palliative

Telemedicina

Venerdì 12 maggio  si svolge a Ravenna, al Grand Hotel Mattei, il Congresso regionale della Società Italiana Cure Palliative (Sicp). Parteciperanno circa 200 persone provenienti da tutte le province della regione. Il titolo del congresso è “Il Dolore Totale“. La disciplina Cure Palliative si pone l’ obbiettivo di rispondere ai bisogni del paziente, adulto o bambino, con malattia cronica evolutiva inguaribile cercando di affrontare non solo dolore fisico, ma anche quello psicologico, spirituale, sociale, esistenziale. I principi che motivano e animano questa modalità di approccio sono quelli insegnati da Cicely Saunders, fondatrice delle Cure Palliative.

L’obbiettivo dell’ evento è di sollecitare i professionisti a migliorare e ampliare le proprie conoscenze e competenze in questa tematica, e far riflettere le istituzioni sulla necessità di nuovi progetti e investimenti per far sì che i cittadini della nostra regione possano accedere con fluidità e uniformità ai servizi di cure palliative.

Il congresso è stato organizzato del consiglio direttivo della Sicp. Tra i relatori e moderatori, molti professionisti medici e infermieri della Ausl della Romagna: Marco Maltoni (direttore di Cure Palliative Forlì-Cesena), Elena Amaducci (responsabile Cure Palliative Cesena), Chiara Nardini (Pediatria di Ravenna), Paolo Perna (Terapia antalgica Romagna), Carmelo Gabriele (Pediatria Rimini) e Lucia Marangio (Pediatria Forlì).

Saranno presenti l’arcivescovo di Ravenna Lorenzo Ghizzoni, il sindaco Michele De Pascale, il presidente della Sicp Gino Gobber, il presidente della Fondazione Gigi Ghirotti Mario Santarelli, la direzione generale della Ausl Romagna con Umberto Carioli.

È l’occasione anche per ricordare che la città di Ravenna ha ottenuto il titolo di “Città del Sollievo 2023” per essersi distinta nella attuazione di progetti dedicati alla cura del dolore cronico e delle problematiche complesse di pazienti con malattia inguaribile e le relative famiglie.

Al negozio Falconeri la mostra personale della mosaicista Ylenia Roma

Dall’11 al 21 maggio l’esposizione “Frammenti”, dedicata alla figura femminile, allestita in via Cavour 10

Dall’11 al 21 maggio il negozio di Ravenna del brand Falconeri ospita una mostra personale della mosaicista ravennate Ylenia Roma. Le opere scelte per l’esposizione “Frammenti”, allestita in via Cavour 10, sono dedicate alla figura femminile.

La collaborazione tra Falconeri e Ylenia Roma è nata da una corrispondenza tra i valori del marchio, come semplicità, unicità e bellezza senza tempo, e le opere dell’artista.

La visita alla mostra è anche l’occasione per entrare in una location storica: il negozio ha sede in quella che un tempo era la sagrestia della chiesa di San Domenico.

Venerdì 12 maggio alle 18 aperitivo per inaugurare la mostra.

Il Comune rinnova la convenzione per funerali agevolati: si parte da 1.900 euro

I nuovi prezzi validi fino al 31 dicembre 2025, le imprese interessate possono aderire su base volontaria. L’iniziativa si ripete dal 2017 per dare la possibilità di servizi funerari a prezzi predeterminati

FuneraliApprovato dal Comune di Sant’Agata sul Santerno il nuovo schema di convenzione rivolto alle imprese funebri, per continuare a fornire funerali a prezzi convenzionati dedicati ai residenti. Resterà in vigore fino al 31 dicembre 2025, le imprese interessate possono aderire su base volontaria.

I nuovi prezzi convenzionati sono di 1.900 euro per inumazione, 2.600 euro per tumulazione e 2.100 euro per cremazione. Non si applica l’Iva in quanto esente. I prezzi sono comprensivi di fornitura del cofano, servizio di vestizione, allestimento addobbo funebre, fiori e manifesti, disbrigo delle pratiche amministrative e trasporto al luogo di culto e di sepoltura.

L’elenco delle imprese aderenti, con i rispettivi recapiti, sarà pubblicato sul sito del Comune e continuamente aggiornato.

Il Comune di Sant’Agata sul Santerno fin dal 2017 ha adottato questa convenzione per cercare di dare ai residenti la possibilità di usufruire di alcuni servizi funerari a prezzi predeterminati.

In tre anni la Regione ha investito 1,9 milioni di euro per 15 cantieri sul Lamone

Il riepilogo degli interventi: tre cantieri in esecuzione, cinque già aggiudicati e sei in progettazione

Tracimazione LamoneLa Regione Emilia-Romagna fa il punto sugli investimenti dedicati alla messa in sicurezza del fiume Lamone prima delle esondazioni e delle rotture degli argini che hanno causato le alluvioni di Faenza e Bagnacavallo tra il 2 e il 3 maggio 2023. Il riepilogo parte da inizio mandato, quindi dopo le elezioni di gennaio 2020.

Sono 15 i cantieri già chiusi per un totale di 1,9 milioni di euro. Riguardano la manutenzione dei tratti arginati e di briglie, ripristini di difese spondali franate o erose, opere di risezionamento dell’alveo, di rimozione della vegetazione e di materiale flottante.

Tre sono i cantieri in esecuzione per circa 630mila euro per la sistemazione della rete idrografica del bacino fluviale e il ripristino di frane golenali. Altri 5 sono già stati aggiudicati, per 880mila euro: si tratta di opere di manutenzione ordinaria e straordinaria del bacino.

In progettazione 6 interventi urgenti nel bacino del Lamone per oltre 1,65 milioni di euro: il più consistente, da 1,2 milioni circa, riguarda la messa in sicurezza delle località Mezzano, Villanova, Traversara. Altri tre, per un totale di 280mila euro, opere urgenti nei comuni di Faenza, Bagnacavallo, Russi, Ravenna e Cotignola. Due cantieri da 176mila euro complessivi permetteranno il ripristino delle erosioni delle sponde nei lati nord e sud della foce del fiume Lamone, a Ravenna, nel tratto a valle del ponte di viale Italia.

Si aggiungono infine 1,2 milioni per 6 interventi programmati tra 2023 e 2025 di manutenzione ordinaria sulle aste fluviali, tutti in progettazione, che riguardano vari territori lungo i bacini di questi fiumi: Lamone, Montone, Fiumi Uniti, Ronco, Savio e Bevano.

Per altri 7 interventi dal valore complessivo di 1,7 milioni di euro la progettazione è già ultimata. Sei sono finanziati dalla nuova programmazione Fsc (Fondi strutturali) per 1,6 milioni: riguardano le aste fluviali di più corsi d’acqua, tra cui il Lamone, oltre che Savio, Bevano, Montone, Ronco e Fiumi Uniti.

Tre le opere finanziate dal Pnrr per 2,7 milioni su Lamone, Savio e Bevano. Un milione per il miglioramento dell’assetto idraulico dei tratti arginati di seconda categoria dei corsi d’acqua dei fiumi Lamone, Savio e Bevano tra Bagnacavallo, Cervia, Cotignola, Faenza, Ravenna, Russi; 700mila euro per il miglioramento dell’officiosità idraulica dei rii minori ricadenti nei bacini dei torrenti Senio e Santerno e fiume Lamone a Casalfiumanese, Imola, Brisighella; un milione per il miglioramento dell’assetto idraulico dei tratti collinari del fiume Lamone e dei torrenti Senio e Santerno nei comuni di Brisighella, Casola Valsenio, Faenza, Riolo Terme.

A Boncellino l’argine del Lamone riparato con 40mila mc di terra e massi ciclopici

Sopralluogo della vicepresidente regionale Irene Priolo. La Regione afferma che è stato eseguito in cinque giorni un intervento che in condizioni normali richiede due mesi di tempo. Intanto il presidente Bonaccini incontra la premier Meloni e chiede un decreto legge per l’emergenza. Il ministro Musumeci (Protezione civile) in visita sui luoghi colpiti

Ci sono voluti più più di 30mila metri cubi di terra e 10mila mc di massi ciclopici per ricostruire e mettere in sicurezza 60 metri di argine del fiume Lamone a Boncellino dove si era aperta una breccia che ha inondato Bagnacavallo. I dati vengono diffusi dalla Regione che ha coordinato l’esecuzione delle opere e sottolinea i tempi: lavorando 24 ore su 24 per cinque giorni (da giovedì 4 a lunedì 8 maggio) è stato realizzato un intervento che, in condizioni normali, richiede circa due mesi. Analogamente, è stato ripristinato l’argine interessato da un sormonto per una lunghezza di circa 600 metri.

La rottura è cominciata mercoledì 3 maggio poco dopo le 9.30. Una nota scritta della Regione parla di «rottura da sormonto della quota arginale, con asportazione progressiva di terra dell’argine stesso fino alla distruzione completa». Il giorno stesso, nel tardo pomeriggio, i tecnici della protezione civile hanno avviato le prime operazioni di pronto intervento.

Come è stato ricostruito l’argine del Lamone a Boncellino

Mentre veniva ricostruita la golena interna con massi ciclopici (da 3 tonnellate l’uno), sono stati rifatti circa 50 metri di strada provinciale (spazzata via dall’evento), per poter garantire il trasporto di tutto materiale necessario contemporaneamente da due direzioni. Un primo baluardo ha permesso, già da giovedì 4 maggio, di far sì che il fiume rientrasse nel suo percorso originale. Tenuto conto dell’allerta rossa emanata ieri per oggi, 11 maggio, si è deciso di ritardare tutti i lavori che si potevano fare anche sotto la pioggia, dando priorità a quelli che necessitano di “clima secco”; in ultimo, è già stato tutto coperto da teloni e rinforzato con sacchi. Oggi sono in corso le pulizie degli argini; nel frattempo i tecnici stanno pianificando i prossimi interventi, che vedranno le opere di consolidamento. L’auspicio è di poterli avviare da lunedì prossimo.

Irene Priolo, vicepresidente della Regione con delega alla Protezione civile, oggi 11 maggio ha effettuato un sopralluogo sul posto con l’assessora all’Ambiente del Comune di Bagnacavallo, Caterina Corzani: «Finito il momento dell’emergenza l’argine verrà ulteriormente rinforzato. Voglio dire il mio grazie a proprietari e amministratori delle aziende locali: c’è stato un momento in cui hanno addirittura sostituito gli operai alla guida degli scavatori e dei camion, per consentire loro di riprendere fiato».

Maltempo in Emilia-Romagna: Bonaccini incontra Meloni e chiede decreto legge

Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha incontrato oggi a Roma la presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, per illustrare la situazione di emergenza generata dal maltempo dall’1 al 3 maggio nelle province di Reggio-Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì-Cesena. La prima stima dei danni è di circa un miliardo di euro. «Abbiamo bisogno di strumenti speciali per rispondere a una situazione drammaticamente straordinaria. È necessario un decreto legge speciale per l’emergenza maltempo, un provvedimento del governo analogo a quello adottato nei mesi scorsi per altre Regioni». Bonaccini è stato nominato commissario delegato per la gestione dell’emergenza.

Per l’Emilia-Romagna si tratta della quarta dichiarazione di stato d’emergenza nazionale nell’arco di un anno. Quest’ultima si aggiunge a quelle sulla siccità, prorogata fino al 31 dicembre, a quella per temporali, venti forti e grandinate (downburst) dello scorso agosto nel parmense e nel ferrarese, oltre che alle mareggiate di novembre.

Il ministro Musumeci in visita nelle zone colpite dall’alluvione in Emilia-Romagna

Bonaccini accompagnerà il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, venerdì 12 maggio in una visita in alcune delle aree colpite dal maltempo. Con loro il viceministro delle Infrastrutture e Trasporti, Galeazzo Bignami, il Capo Dipartimento della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio, la vicepresidente della Regione con delega alla Protezione civile, Irene Priolo, il sottosegretario alla Presidenza della Giunta, Davide Baruffi, e la direttrice dell’Agenzia regionale di Protezione civile, Rita Nicolini.

Prima tappa sarà il centro operativo della Valle del Santerno, a Borgo Tossignano, in provincia di Bologna, alle 8.45. Alle 11 a Predappio e alle 12.30 in municipio a Faenza dove è previsto l’incontro con i volontari.

Il bizzarro e iconosclasta sax di Daniele Sepe a Ravenna Jazz

Al teatro Sociale il 12 maggio, concerto del poliedrico musicista partenopeo, in omaggio a Totò, con il suo quartetto

Daniele Sepe

L’iconoclasta sassofonista Daniele Sepe apre uno scrigno delle meraviglie jazzistiche: le colonne sonore dei film di Totò a cavallo tra anni Cinquanta e Sessanta. Sono queste lo spunto alla base del suo progetto “Sepè le Mokò” che eseguirà dal vivo venerdì 12 maggio al teatro Socjale di Piangipane per il festival Ravenna Jazz (inizio alle ore 21.30). Con Sepe, saranno sul palco Paolo Zamuner (pianoforte e tastiere), Davide Costagliola (contrabbasso e basso elettrico), Massimo Del Pezzo (batteria) e Antonello Iannotta (percussioni).

Daniele Sepe con il suo sax dà voce a un messaggio musicale libertario e anarchico. Nato a Napoli nel 1960, Sepe è una sorta di Frank Zappa della musica partenopea: jazz, world music, rock, reggae si mescolano in una policroma fusione di stili. Musica dai contenuti spesso ‘impegnati’ eppure sempre capace di penetrare l’animo popolare. Sepe ha fatto della resistenza uno stile di vita: resistenza intellettuale, politica e soprattutto artistica. Dall’esordio precoce (a sedici anni con i Zezi, gruppo operaio di Pomigliano d’Arco), alla intensa gavetta come turnista e accompagnatore (durante gli anni Ottanta non c’è disco prodotto a Napoli in cui non si senta il suo sassofono: da Nino D’Angelo a Gino Paoli, Eduardo De Crescenzo, Nino Buonocore…), alla faticosa emersione come solista.
Per sua fortuna il disco Vite perdite (1993) fa breccia nel pubblico e diventa un successo internazionale. Da allora è un turbinio di progetti musicali: nulla può contenere l’urgenza espressiva di Sepe. Lo ha dimostrato anche la recente esperienza dei lockdown. Impossibilitato a suonare in giro, ha sfornato dischi a ritmi vertiginosi: Lockdown #1 (tra colonne sonore e Sonny Rollins), Lockdown #2 (con i brani del Canzoniere Terrestre), Direction Zappa (un live d’archivio) e poi ancora Truffe & Other Sturiellett’ Vol. 4 (in)cumplete classical und chamber miusik (con materiali d’archivio).

In questa bulimia produttiva molto zappiana, le idee si accendono l’una con l’altra: a coronamento di questa staffetta discografica è arrivato quindi Sepè le Mokò, omaggio alle colonne sonore dei film di Totò. Sepe aveva già omaggiato il principe della risata nel 1999 con Totò Sketches: un progetto con musiche originali che ha avuto vita lunghissima dal vivo (con tanto di proiezioni dei film di Totò). Ma Sepè le Mokò va oltre: attinge direttamente dalle colonne sonore dei film usciti tra il 1957 e il 1962, firmate da compositori come Piero Piccioni, Armando Trovajoli, Lelio Luttazzi, Carlo Rustichelli, Alessandro Cicognini, Piero Umiliani. Musiche la cui alta caratura jazzistica non è mai stata adeguatamente valorizzata.

Biglietti: intero 15 euro; ridotto 13.

La rassegna musicale della Mariani chiude con l’Orchestra Leonore

Appuntamento il 12 maggio al teatro Alighieri con solista la giovane star del pianoforte Mao Fujita

Orchestra Leonore

Si preannuncia di grande richiamo il concerto conclusivo della stagione “Ravenna Musica 2023” dell’associazione Mariani, in programma venerdì 12 maggio al teatro Alighieri (inizio ore 21). Sul palco saliranno i componenti di una fra le migliori orchestre italiane nate di recente, l’Orchestra Leonore, fondata nel 2014 dal suo direttore musicale Daniele Giorgi.

Voluta e promossa dalla Fondazione Pistoiese Promusica, l’Orchestra Leonore, che opera all’interno dell’Associazione Teatrale Pistoiese, si avvale della brillante personalità musicale di Giorgi, che catalizza a Pistoia da tutta Europa musicisti eccellenti attivi in prestigiosi ambiti cameristici e con esperienze in importanti orchestre internazionali. Si tratta di un gruppo di musicisti scelti non solo per le loro qualità strumentali ma anche per la loro attitudine alla condivisione e all’ascolto reciproco.
Sul podio prenderà posto lo stesso Daniele Giorgi, direttore d’orchestra, compositore e violinista. Nominato a ventotto anni violino di spalla dell’ORT – Orchestra della Toscana –, nel 2003 inizia a dedicarsi alla direzione sotto la guida di Piero Bellugi e Isaac Karabtchevsky. Nel 2004 è pluripremiato al Concorso Internazionale per Direttori d’Orchestra “Antonio Pedrotti” di Trento, dove oltre al secondo premio assoluto si aggiudica anche il premio speciale del pubblico e il premio per la migliore esecuzione del brano di musica contemporanea.

Mao FujitaIl programma della serata si apre con un omaggio a Sergej Rachmaninov in occasione dei 150 anni della nascita. Verrà eseguito il Concerto per pianoforte e orchestra n. 3 op. in re minore op. 30 scritto nel 1909 dal celebre musicista russo, considerato uno dei più grandi compositori e pianisti della sua epoca.
A sostenere l’impegnativa parte solistica sarà il pianista ventitreenne Mao Fujita. Nato a Tokyo, Fujita ha iniziato a studiare pianoforte all’età di tre anni e stava ancora studiando al Collegio Musicale della sua città, quando, nel 2017, vince il Primo Premio al prestigioso Concours International de Piano Clara Haskil in Svizzera, ottenendo contemporaneamente anche il Premio del Pubblico, il Prix Modern Times e il Prix Coup de Coeur.

La seconda parte del concerto prevede l’esecuzione della Sinfonia n. 3 in Mi bemolle maggiore op. 97 “Renana” di Robert Schumann, scritta a Dusseldorf nel 1850.

Info: www.angelomariani.org; www.teatroalighieri.org – 0544 3983.

Valori regolari di diossina nell’aria nelle prime 24 ore dopo l’incendio alla Caviro

I campionamenti di Arpae a partire dalle 14 dell’8 maggio con un rilevatore posizionato in via Malpighi

Non sono emerse diossine nell’aria dai primi risultati delle analisi dei campioni prelevati dall’agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpae) nei pressi della distilleria Caviro Extra a Faenza in seguito all’incendio sviluppatosi lunedì 8 maggio.

Arpae fa sapere che nel campionamento, effettuato, sottovento e nella fase più intensa dell’evento, è stata riscontrata una concentrazione di Pcdd/Pcdf (diossine/furani) pari a 0,010 pg/Nm3 I-te (I-TE=tossicità equivalente, concentrazione parametrata alle diverse tossicità delle diossine), inferiore al valore di riferimento indicato dalla Commissione Consultiva tossicologica nazionale (Cctn) di 0,040 pg/Nm3 I-TEQ inteso come limite per la protezione della salute umana.

Nello stesso campione sono stati rilevati gli Idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), composti  che derivano prevalentemente dalla combustione non completa di materiale organico. La concentrazione di IPA totali misurata è stata pari a 3,32 ng/Nm3 tra i quali 0,024 ng/Nm3 di benzo(a)pirene, per il quale è previsto un valore limite come media annuale pari a 1 ng/Nm3 per la qualità dell’aria.

Sulla base dell’analisi della direzione del vento il campionatore, per il campionamento di microinquinanti, è stato posizionato in via Malpighi, a circa 600 metri dall’area del capannone coinvolto, all’interno della zona di protezione fissato attorno all’azienda. I dati campionati si riferiscono alle prime 24 ore dell’incendio (dalle 14.20 del 8/5/2023 alle 14 circa del 9/5/2023). A partire dalle 14 circa del 09/05/2023 è in corso un ulteriore campionamento di 48 ore

Il lago da pesca ha limitato l’alluvione ma ora va svuotato: «E i pesci rischiano»

L’invaso Meeple è in una ex cava alle porte del paese e ha rallentato la piena del Lamone: l’acqua è salita di 7 metri, coprendo fino ai tetti delle strutture. La gestione è cambiata tre anni fa: «Abbiamo perso tutti gli investimenti, decine di migliaia di euro». Lanciata una raccolta fondi per ripartire

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Il lago Meeple a Bagnacavallo nelle foto aeree realizzate da Robert Gavrelescu

La parte di Bagnacavallo finita sott’acqua per la rottura del Lamone sarebbe stata molto più estesa se non ci fosse stato il lago da pesca sportiva Meeple. Lo specchio d’acqua è alla periferia del paese, nella direzione di provenienza della piena, sul fondo della conca di una ex cava con un dislivello di diversi metri rispetto al piano campagna. Basti pensare che l’acqua ha coperto fino ai tetti le strutture a piano terra che ospitavano gli uffici, il bar, la cucina, i ripostigli. In condizioni normali il lago occupa una superficie di circa 1,5 ettari e ha una profondità di circa tre metri. Il 4 maggio si erano aggiunti altri sette metri e la superficie era quasi triplicata.

Una situazione simile a quella vissuta anche dall’altro lago da pesca sportiva di Bagnacavallo, a poca distanza dal Meeple: anche il San Gervasio, di dimensioni maggiori, è stato sommerso da migliaia di metri cubi di acqua. Entrambe le realtà sono in pesante difficoltà.

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Il lago Meeple a Bagnacavallo nelle foto aeree realizzate da Robert Gavrelescu

Per rimettere in piedi l’attività non basta attendere il deflusso come nel resto dei campi, ma bisogna sollevare migliaia di metri cubi di acqua dall’invaso.

«La protezione civile e il Consorzio di bonifica hanno messo in funzione le pompe idrovore a cominciare dal 6 maggio – raccontano Alessandro Dardozzi e Sofia Landi, gestori del Meeple Lake –. L’acqua viene spinta in un fossato e stimiamo che serva una settimana per avere un livello adeguato per capire davvero che danni abbiamo subito». Ma le piogge di ieri, 10 maggio, potrebbero aver allungato i tempi, anche perché è stato necessario rallentare il pompaggio per non sovraccaricare i fossati di scolo.

La gestione Dardozzi-Landi è cominciata nel 2020 cambiando nome e dando nuovo slancio allo storico lago La Sorgente. «La pesca è sempre stata la mia passione – racconta il 42enne Dardozzi – e una decina di anni fa avevo gestito un laghetto a Milano Marittima. Tre anni fa ho deciso di riprovarci». E il Meeple è diventato un po’ alla volta una piccola oasi verde frequentata non solo dagli appassionati di pesca: «Siamo vicini alle case, abbiamo un bar nel verde, abbiamo bonificato la zona togliendo piante malate e piantandone un centinaio di nuove proprio negli ultimi mesi. Ora è tutto lavoro buttato. Nel tempo avevamo anche rifatto un po’ alla volta diversi tratti di argine ma in che condizioni sono è difficile dirlo perché l’acqua che entrava li avrà sicuramente danneggiati».

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Il lago Meeple a Bagnacavallo nelle foto aeree realizzate da Robert Gavrelescu

Fare una stima dei danni è al momento ancora prematuro. Ma si può pensare a quanti investimenti fatti in tre anni: «Ad esempio il trattorino per tagliare l’erba costa tremila euro. Poi c’è la motosega. E poi la cucina del bar, la sala relax, gli attrezzi. Parliamo sicuramente di diverse decine di migliaia di euro». E poi c’è il mancato incasso per il periodo di chiusura forzata: «Puntiamo a riaprire fra due mesi, ma forse siamo solo ottimisti». Intanto è stata avviata anche una raccolta fondi online e tanti stano contribuendo. Sofia si commuove al telefono quando ne parla: «È una cosa che ci spinge a fare di tutto per tornare prima possibile».

Sotto a quell’acqua melmosa, oltre agli apparecchi danneggiati, c’è il vero capitale di Meeple: tonnellate di pesce. «Per fortuna pare che l’acqua arrivata non fosse particolarmente inquinata perché non c’è stata moria di pesci. Quella sarebbe davvero la fine per la nostra attività perché in tre anni siamo riusciti a immettere nel lago tante specie di pesci con l’assistenza di un ittiologo specializzato di Cesena. Abbiamo fatto un’operazione di tutela delle specie, abbiamo avuto tante nuove nascite». Nel frattempo però il Meeple offre rifugio a qualunque pesce in difficoltà, soprattutto quelli usciti dal fiume e finiti nei fossi o per le strade alluvionate: «C’è gente che si trova pesci in giardino. Noi stessi andiamo in giro per Bagnacavallo con l’aiuto di alcuni ragazzi che venivano a pescare per recuperare i pesci che restano bloccati nei fossati. Li portiamo tutti al lago e poi si vedrà».

Ci sarà da darsi da fare anche per contrastare episodi di bracconaggio che già si sono verificati: «Abbiamo visto gente che riempiva cassette di pesce rimasti nell’acqua bassa e le caricavano in auto. A poca distanza dal nostro lago c’è un parco pubblico che fa da cassa di espansione: ora è pieno di acqua e quando verrà svuotato ci sarà sicuramente molto pesce sul fondo. Ci vorrà la sorveglianza delle guardie venatorie per evitare l’assalto».

Qui sotto un video girato dai gestori nelle ore in cui l’acqua ha cominciato a entrare nell’invaso.

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