venerdì
15 Agosto 2025

Mirabilandia, 7 ingressi al parcheggio invece di 3 per evitare code sull’Adriatica

Dal 6 aprile parte la stagione 2023 di Mirabilandia, la 31esima del parco divertimenti: nuova organizzazione per l’accesso dei visitatori in auto

Mirabilandia 2019
Una veduta aerea del parco Mirabilandia

Mirabilandia è pronta per l’apertura stagionale da giovedì 6 aprile e in vista degli afflussi per i ponti primaverili, a cominciare da quello imminente di Pasqua, saranno attivati 7 varchi di accesso al parcheggio anziché 3 per facilitare le operazioni di ingresso ed evitare code di veicoli che intasano il traffico sulla statale Adriatica. A questi verrà aggiunto del personale supplementare per agevolare il pagamento del parcheggio.

La società Anas competente per rete viaria statale potenzierà la segnaletica verticale con percorsi alternativi in modo da diluire il flusso delle auto tra E45 e statale Ss16. La decisione è emersa stamattina, 4 aprile, in occasione del consueto sopralluogo tecnico a pochi giorni dell’apertura del Parco alla presenza della prefettura e dei rappresentanti del Comune di Ravenna.

«Mirabilandia è un attrattore turistico di grande rilievo per Ravenna e tutta la Romagna – dice Giacomo Costantini, assessore al Turismo del Comune di Ravenna –. Abbiamo costruito un’ottima collaborazione sia nella promozione, che nella condivisione degli eventi, fino al miglioramento della fruizione del parco divertimenti, come per il potenziamento della linea extraurbana 176 Ravenna-Mirabilandia-Cervia. Registro quindi come molto positivo l’investimento messo in campo, che dimostra anche l’attenzione della dirigenza di Mirabilandia verso il territorio». Riccardo Capo, direttore del parco che intervistammo in occasione dei 30 anni, si dice sempre pronto al confronto e al dialogo per ricercare le soluzioni che possano migliorare la fruizione «dell’enorme patrimonio turistico della Romagna di cui Mirabilandia è parte».

La stagione 2023 di Mirabilandia, la 31esima del parco, si concluderà domenica 5 novembre. Il Mago Casanova sarà una delle nuove attrazioni per il pubblico.

Stagione 2023: come comprare i biglietti e quanto si paga per entrare a Mirabilandia?

Per divertirsi in tutte le attrazioni di Mirabilandia, uno dei parchi divertimento più importanti in Italia, esistono diverse tipologie di biglietti e di abbonamenti.

Tra le attrazioni principali l’iSpeed, un roller coaster che accelera da 0 a 100 km/h in appena 2,2 secondi, e il Katun, l’inverted roller coster numero uno in Europa che vanta loop a 360 gradi e un salto da 50 metri.

Per avere tutte le info sul parco giochi di Mirabilandia e per acquistare i biglietti, potete cliccare qui e andare direttamente sul sito ufficiale.

Troppe auto ibride, la sosta sulle strisce blu ora si paga: 90 euro una tantum

Nel 2022 i permessi rilasciati sono stati 210 e per il Comune è a rischio la rotazione negli stalli. Introdotta un nuovo titolo di parcheggio a prezzo agevolato

Le richieste da proprietari di auto ibride per permessi di sosta gratuita sulle strisce blu di Lugo sono state 210 nel 2022 e il Comune ha deciso di eliminare l’agevolazione per i residenti nell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna. Dal prossimo 1 giugno gli ibridi pagano. Ci sarà la possibilità di un abbonamento al costo di 90 euro una tantum. La concessione gratis permane per le auto elettriche. La decisione è contenuta in una delibera approvata nell’ultima riunione di giunta.

Dal 2020 era prevista la sosta gratuita nelle aree sottoposte a tariffazione del Comune di Lugo per i veicoli ibridi e, per poter richiedere il titolo autorizzativo, l’unico requisito valutato era la proprietà di questo tipo di veicolo. «Nel corso degli anni – si legge in una nota della Rocca – si è registrato un aumento esponenziale di richieste fino a 210 abbonamenti rilasciati nel 2022. La necessità di garantire la rotazione dei veicoli posti in sosta nelle aree adiacenti in centro storico di Lugo e, di conseguenza gli stalli liberi disponibili, unita all’esigenza di prevedere il requisito della residenza per procedere alla richiesta del titolo (come già avviene per gli abbonamenti residenti/attività, ndr) e di salvaguardare il gettito dei proventi da parcometri e abbonamenti ha portato la giunta a decidere per l’introduzione dell’abbonamento agevolato annuale per i veicoli ibridi ai residenti nell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, mantenendo la gratuità per i veicoli elettrici».

Cercansi foto e ricordi per raccontare il Ponte delle Lavandaie e la sua storia

La biblioteca comunale Trisi lancia la proposta di un lavoro di raccolta collettiva per ricordare e valorizzare uno dei luoghi storici della città e il lavoro delle tante donne che ogni giorno lo frequentavano

Tutti coloro che conservano racconti, ricordi, fotografie, oggetti legati all’attività delle lavandaie a Lugo sono invitati a mettersi in contatto con la biblioteca Trisi o con l’associazione Parco delle Lavandaie di Lugo per partecipare a un lavoro collettivo di ricostruzione della storia del Ponte delle Lavandaie, per raccontare la quotidianità delle donne che si servivano del canale per fare il bucato. L’opera sarà realizzata grazie all’impegno di un gruppo di volontari e alla collaborazione tra la biblioteca e gli assessorati alla Cultura, al Welfare e all’Ambiente del Comune di Lugo, e l’associazione Parco delle Lavandaie. Il materiale pervenuto sarà raccolto in biblioteca e tutta la documentazione verrà utilizzata per realizzare una pubblicazione unica, che racchiuderà un racconto collettivo utile a fissare un pezzo di storia della città.

Ponte Lavandaie 1

Il Ponte delle Lavandaie, immerso tra gli alberi e la folta vegetazione, è oggi meta conosciuta nel lughese per passeggiate e trekking in mezzo alla natura ma, fino agli anni Cinquanta, era un luogo affollato dalle lavandaie che giorno dopo giorno si recavano al canale per lavare i panni. «La memoria di quel momento storico, ancora vicino nel tempo, ma profondamente lontano dalla sensibilità sociale, si sta perdendo – affermano gli organizzatori –. È nata così, fra i ricordi e l’attualità, la curiosità di rintracciare la storia di questo luogo, cercando di raccogliere le memorie di chi quegli eventi li ha vissuti, oppure li ha sentiti raccontare dai propri nonni o famigliari, creando un’occasione di valorizzazione del patrimonio storico, culturale e sociale dei cittadini di Lugo».

Un nuovo velox sempre attivo sulla Casolana, velocità rilevata in entrambi i sensi

A Castel Bolognese l’installazione di un impianto per il controllo della velocità sulla provinciale 306 in un tratto con limite di 70 km orari

Pexels Mike B 166681Un nuovo velox fisso verrà installato a Castel Bolognese sulla strada provinciale 306 Casolana che collega la via Emilia a Riolo Terme. Il 5 aprile i tecnici della ditta Velocar, incaricata dell’intervento, installeranno il nuovo impianto in corrispondenza del km 2+174, all’incirca all’altezza dell’incrocio per Tebano, in un tratto in cui il limite di velocità è 70 km orari. L’impianto sarà montato solo su un lato della strada ma sarà in grado di rilevare la velocità dei mezzi su entrambe le corsie di marcia. Il lavori di installazione saranno completati in un’unica giornata. Una volta fatte le verifiche funzionali verrà comunicata con ampio anticipo la data ufficiale di attivazione con le prime sanzioni per chi infrange il limite di velocità. Il velox sarà in funzione 24 h su 24.

Saldo positivo tra aperture e chiusure: nel 2022 in provincia 104 imprese in più

Il contributo maggiore dal settore delle costruzioni. Per il valore aggiunto provinciale un +3,8%, nel 2023 possibile frenata (+0,4%)

Consulenza ImpreseSaldo positivo tra aperture e chiusure delle imprese in provincia di Ravenna: nel 2022 104 attività in più. Per il valore aggiunto provinciale nel 2022 un +3,8%, per il 2023 possibile frenata (+0,4%).

A Ravenna, alla fine del 2022, raggiunte le 38.984 imprese registrate, il contributo maggiore è venuto dal settore delle costruzioni. Una crescita annuale del +0,27%, che conferma l’andamento dell’anno precedente e rappresenta il dato migliore dell’ultimo decennio.

La serie di segni positivi per gli indicatori medi delle variabili analizzate per il bilancio complessivo del 2022, si apre con il risultato della produzione dell’industria manifatturiera, che mette a segno un incremento pari a +6,6%, in ragione d’anno, e non eguaglia certo il rimbalzo del 2021 che aveva sfiorato il +11%.

L’andamento del volume d’affari provinciale, per il 2022 conferma il trend in espansione dell’attività del settore delle costruzioni ravennate, portandosi al +5,1% rispetto al 2021, risultato ottenuto sotto l’effetto congiunto dei vari bonus governativi a sostegno del settore, che dal 2021 hanno rivitalizzato l’attività, e della spinta degli effetti dell’inflazione (+6% era stato il recupero medio annuale del 2021).

Per il commercio al dettaglio il 2022 evidenzia un sensibile rallentamento nel segnale di attività; l’andamento positivo delle vendite a prezzi correnti è proseguito ad un ritmo più lento, +0,6%, rispetto al +4,5% realizzato nell’anno precedente.

Per le esportazioni delle imprese ravennati, l’anno 2022 si chiude con una ulteriore crescita, sostenuta e diffusa, a due cifre, pari a +24,3%; nonostante il sensibile incremento dei prezzi alla produzione e del fenomeno dell’alta ed anomala spirale dell’inflazione, l’aumento del flusso commerciale con l’estero è risultato comunque rilevante.

Osservando i singoli quattro trimestri, il trimestre di chiusura dell’anno 2022 entra in modalità negativa con una decrescita del -10,1%, rispetto al precedente. Al rallentamento nella seconda parte del 2022 hanno contribuito le criticità dovute al conflitto, al caro-bollette, all’impennata dell’inflazione e all’adozione di politiche monetarie restrittive a livello mondiale per cercare di frenarla.

Come prima analisi provvisoria relativa al 2023, da gennaio a febbraio, le cessazioni non d’ufficio (632) sono superiori alle nuove aperture (413); la movimentazione tra iscrizioni e cancellazioni volontarie genera un saldo negativo, pari a -219 unità, già in peggioramento rispetto al saldo negativo del gennaio-febbraio 2022 (era -190 nell’analogo periodo dell’anno scorso).

«L’inflazione media del 2022, a distanza di un anno, a Ravenna è arrivata al +9%, dal +1,9% del 2021 – afferma Giorgio Guberti, commissario straordinario dell’ente camerale ravennate –. L’attuale riduzione dei costi dell’energia e di alcune materie prime è un segnale positivo che potrebbe in parte mitigare i timori di un rallentamento per il 2023».

Per il 2024 non si dovrebbe superare il +1% di crescita economica provinciale, ma tutto dipenderà dall’evolversi degli eventi e dai cambiamenti degli scenari economici.

Tartarughe nella rotonda di Ponte Nuovo, al via i lavori di riposizionamento

L’assessora: «Lo avevo promesso: i ravennati ci sono molto affezionati…»

Tartarughe RotondaSono partite oggi (4 aprile), con la preparazione della pavimentazione di posa, le attività, coordinate dal servizio Strade del Comune di Ravenna, relative al riposizionamento delle tartarughe in mosaico dell’installazione “Natura Viva” nella rotatoria Myrdal Alva, a Ponte Nuovo, alle porte di Ravenna, divelte a seguito di un incidente stradale. La ricollocazione delle tartarughe è prevista entro giovedì 6 aprile.

«I cittadini ravennati sono molto affezionati a questa installazione – dichiara l’assessora ai Lavori pubblici Federica Del Conte – tanto da aver rinominato la rotatoria Myrdal Alva ‘rotonda delle tartarughe’. Come avevo annunciato alla fine dell’anno, con l’arrivo della primavera si procede al riposizionamento ed ora gli automobilisti potranno incontrare nuovamente le tartarughe e coglierne il messaggio di invito ad amare la natura e a rispettare opportune condotte di prudenza alla guida».

L’intervento di ricostruzione delle tartarughe è stato condotto dalla professoressa Silvana Costa, che aveva curato il progetto, lo studio e la realizzazione dell’opera di arredo. Il progetto era infatti nato all’interno del corso di mosaico industriale organizzato dal Centro di formazione professionale (ora Scuola Arti e Mestieri Angelo Pescarini) e diretto dalla stessa Costa. Fra le varie proposte era stato scelto il progetto “Natura Viva”, che prevedeva la collocazione di una grande tartaruga su una duna mentre, con alcuni piccoli, si dirige verso il mare, tema legato alla particolare localizzazione dell’opera all’interno del tessuto urbano, lungo una direttrice che porta al mare e vicino a zone umide, dove nidificano le testuggini.

Si chiude la bonifica da ordigni bellici sul terreno per il nuovo casello A14

L’opera autostradale rientra nella realizzazione della quarta corsia da Bologna, dovrebbe essere pronta nel 2026

Progetto Casello Solarolo Castel Bolognese

Sono in fase conclusiva i lavori di bonifica da eventuali ordigni bellici inesplosi in un’area suddivisa tra i comuni di Castel Bolognese e Solarolo ai lati dell’autostrada A14 all’altezza del cavalcavia di via Pilastrino (Sp47). In quel lotto di terreno, poche centinaia di metri a nord dello svincolo della A14 Dir per Ravenna, sorgerà un nuovo casello autostradale.
Per realizzare il casello sono stati espropriati alcuni ettari di terreno in prevalenza coltivati a frutteto, viti e seminativo. Il termine per la bonifica è previsto entro aprile, per le indagini archeologiche entro giugno.

Nella giornata del 27 marzo scorso i sindaci dei due Comuni hanno fatto un sopralluogo insieme ai tecnici della società Autostrade per l’Italia per verificare l’avanzamento dei lavori. Al momento non sono stati individuati residuati bellici, così in pochi mesi potrebbero mettersi in moto le ruspe. La programmazione prevede tre anni di lavori per aprire il casello. L’opera rientra nel più grande appalto per la realizzazione della quarta corsia dinamica tra Bologna e la diramazione A14 Dir.

La nascita di un collegamento immediato con l’A14 rappresenta un elemento di potenziale sviluppo economico per i due paesi limitrofi (ancora da decidere il nome del casello). Lo riconoscono Luca Della Godenza e Stefano Briccolani, primi cittadini di Castel Bolognese e Solarolo: «Le ricadute positive sul territorio saranno importanti. Ci sarà un risparmio di tempo per gli spostamenti della cittadinanza ma diventerà più appetibile la zona anche per insediamenti produttivi. Siamo in fase di redazione del piano urbanistico generale della Romagna Faentina che definirà lo sviluppo territoriale dei prossimi anni. La concomitanza è l’ideale».

Medico morto per un sovradosaggio di farmaci, a processo il figlio e la colf

Il processo per il presunto omicidio di Danilo Molducci dal 3 maggio davanti alla corte d’Assise di Ravenna

Danilo Molducci
Danilo Molducci

Due persone sono state rinviate a giudizio con l’accusa di omicidio pluriaggravato per la morte di Danilo Molducci, storico medico di Campiano, morto a 67 anni il 28 maggio 2021.

Il Gup Andrea Galanti, come riferito dai due quotidiani locali, ha fissato l’inizio del processo per il 3 maggio davanti alla Corte d’Assise di Ravenna.

Alla sbarra, il figlio del defunto, il 40enne Stefano Molducci di Terra del Sole (Forlì-Cesena), già studente di medicina, esperto di trading e in passato segretario del Pd di Castrocaro. E la colf 52enne romena, Elena Vasi Susma. Gli avvocati dei due, Claudia Battaglia e Antonio Giacomini, avevano chiesto un non luogo a procedere dichiarando l’innocenza dei loro assistiti.

Le indagini della polizia coordinate dal Pm Angela Scorza e completate da accertamenti patrimoniali della guardia di Finanza e da varie consulenze tecniche sopratutto tossicologiche, avevano portato a inquadrare questa situazione: il figlio avrebbe programmato e organizzato l’intossicazione del padre – allettato e con pregresse patologie – con un sovradosaggio di quegli stessi farmaci che il genitore doveva assumere; la badante avrebbe acquistato le medicine, usando pure ricette da lei stessa contraffatte, e le avrebbe infine somministrate al 67enne.

Il movente delineato dall’accusa, è di natura patrimoniale: il 40enne avrebbe cioè temuto che il padre gli potesse togliere le deleghe bancarie alla luce di prelievi dal conto per alcune decine di migliaia di euro. Tanto che giusto poco tempo prima di morire, il 67enne aveva ingaggiato un investigatore privato di Trento per fare luce su eventuali ammanchi. (fonte ANSA)

Un programma tv indaga su linguaggio non verbale, postura e gestualità di Cagnoni

La serie tv true crime Faking It è in onda su La9 e poi on demand su Discovery+: esperti di criminologia, comunicazione forenze e analisi comportamentale analizzano quattro casi in cui i colpevoli condannati dal tribunale continuano a proclamarsi innocenti

Una serie tv di true crime indaga su quattro omicidi avvenuti in Italia attraverso lo studio del linguaggio e del comportamento di chi è stato ritenuto colpevole in tribunale ma continua a proclamarsi innocente, anche a distanza di anni. Una delle quattro puntate da 80 minuti di Faking It – Bugie o verità è dedicata al delitto di Giulia Ballestri, la 36enne uccisa a Ravenna nel 2016: il 52enne marito Matteo Cagnoni è stato condannato all’ergastolo (sentenza definitiva). La puntata è andata in onda il 30 marzo su La9 e ora è disponibile on demand  sulla piattaforma Discovery+.

Ogni puntata è condotta dal giornalista e storico inviato di Chi l’ha visto? Pino Rinaldi. Al suo fianco la profiler Margherita Carlini (psicoterapeuta e criminologa forense), il listener Felix B. Lecce (esperto in comunicazione forense) e il watcher Diego Ingrassia (esperto in analisi emotivo-comportamentale).

Cagnoni
Matteo Cagnoni con Giulia Ballestri

Oltre al delitto Ballestri, si parla di Avetrana, il paese del tarantino dove nel 2010 è stata uccisa la quindicenne Sarah Scazzi (la legge ha decretato che a ucciderla è stata Sabrina Misseri, sua cugina, con la complicità di Cosima Serrano, sua zia). Poi la coppia di fidanzati Trifone Ragone e Teresa Costanzo, uccisi a Pordenone nel 2015, per cui è stato riconosciuto colpevole l’ex coinquilino di lui Giosuè Ruotolo. Per l’omicidio dell’artigiano emiliano Dino Reatti, brutalmente ucciso nel 2012, è in carcere la moglie Sonia Bracciale che però continua a negare di essere la mandante.

In ogni puntata Rinaldi tiene le fila della narrazione con la cronaca dettagliata della vicenda, mentre i tre esperti si concentrano sull’analisi di interviste, testimonianze, intercettazioni ambientali e fotogrammi che riprendono i colpevoli, per studiare il linguaggio verbale e non verbale, la postura, le espressioni, la gestualità dell’omicida e confermare, anche grazie a questa lettura inedita dei fatti, le risultanze processuali.

Un attore, un fumettista e i fantasmi del villaggio Anic: quando il teatro fa centro

Al mercato coperto di Ravenna l’intervista a Luigi Dadina e Davide Reviati, che ha annunciato di essere al lavoro su un cortometraggio animato

Il Mercato Coperto ha ospitato, lunedì 3 aprile, il nuovo incontro del ciclo Il Teatro Fa Centro, la rassegna curata da Reclam e Ravenna Teatro, con il sostegno del comitato Spasso in Ravenna, con l’obiettivo di portare tra le attività del centro di Ravenna i protagonisti della stagione dei teatri della città.

Nella storica cornice del Mercato, Luigi Dadina (attore, autore e cofondatore del Teatro delle Albe) e Davide Reviati (fumettista e illustratore) hanno avuto modo di raccontare, guidati dall’intervista di Federica Angelini (giornalista di R&D), il percorso che li ha portati alla realizzazione di Mille anni o giù di lì, lo spettacolo in scena martedì 4 e giovedì 6 aprile alle 21 al teatro Rasi nell’ambito della Stagione dei Teatri e del progetto legato all’Anic di Ravenna Teatro.

L’ex villaggio industriale ravennate infatti fa da sfondo all’intera narrazione dello spettacolo anche se, come precisa Reviati, «l’arte è trasfigurazione, si “parte” dal villaggio Anic di Ravenna senza la pretesa di raccontarne la storia o le vicende, ma di fare una riflessione su temi e dolori universali, raccontando le ferite e le contraddizioni di uno dei tanti villaggi operai dell’Occidente».

Sia Reviati che Dadina hanno infatti condiviso parte della loro vita al Villaggio, conoscendone da vicino segreti e ombre. L’illustratore – di fama internazionale – vive ancora nella casa in cui è nato e cresciuto, in quello che oggi si chiama quartiere San Giuseppe: «Vivere ancora al Villaggio, per quanto sia morfologicamente cambiato, significa convivere con i fantasmi. Fantasmi di amici, anzi di una generazione, che è stata spazzata via dall’eroina. Scrivo e disegno di loro per esorcizzare la loro perdita».

I temi della droga, della solitudine e dell’alienazione sono al centro dello spettacolo che vede Dadina nei panni di un uomo solo, relegato in casa a trascorrere le sue giornate registrando quel che accade, quel che ricorda e ciò che immagina all’interno della periferia di piccole palazzine tutte uguali sorte attorno al colosso petrolchimico. Nel delirio e nel sogno si mischiano allucinazioni e poesia: i versi delle poetesse rom Bronisława Wajs e Mariella Mehr si accompagnano alle illustrazioni di Reviati, alle musiche di Francesco Giampaoli, e alla voce narrante di Elena Bucci. «La scelta di poetesse nomadi, dall’animo ribelle e la vita tormentata non è stata casuale – spiega Dadina – sul palco interpreto un uomo prigioniero della sua mente, che da oltre trent’anni non esce di casa. Le “zingare” si fanno anello di congiunzione tra culture opposte, simboleggiando la libertà tanto desiderata dall’inconscio del protagonista».

La sfida più grande, secondo gli autori dello spettacolo, è stata quella di far coesistere i “tempi” di fruizione dell’illustrazione con quelli del teatro, senza che l’arte teatrale finisse per “fagocitare” quella visiva, trasformandola in un semplice sfondo. In Mille anni o giù di lì musica, recitazione, disegno, poesia e narrazione si fondono sinergicamente tra loro, dando voce alla sofferenza di una generazione intera.

Per quanto riguarda i progetti futuri, mentre Dadina è impegnato nel progetto del Grande Teatro di Lido Adriano, Reviati ha rivelato di essere al lavoro in un altro ambito ancora, quello cinematografico, per realizzare un cortometraggio animato.

Torna la fiera dell’agricoltura con mercatini, mostre e laboratori per bambini

Appuntamento dal 14 al 16 aprile tra impianti di irrigazione e mostra del bestiame. Con stand gastronomico

Agriolo 2022
Agriolo 2022

Torna la fiera dell’agricoltura AgRiolo a Riolo Terme: dal 14 al 16 aprile tre giornate con tanti appuntamenti in programma.

La fiera è nata nel 2008 e in pochi anni è diventata una delle manifestazioni più rilevanti del settore sul territorio e un punto di riferimento per gli addetti ai lavori.

Si partirà con il convegno dedicato agli impianti di irrigazione; lungo le vie del paese ci saranno spazi dedicati ai mercatini dei produttori locali, esposizioni di macchinari d’avanguardia del settore agricolo e florovivaistico e un salto nella  storia passata con l’esposizione di trattori d’epoca e le sfilate a loro dedicate.

Non mancherà anche quest’anno la tipica mostra del bestiame, dove si potranno ammirare razze bovine, suine e varie tipicità di allevamento avicunicolo, ovino ed equino del territorio riolese e si potrà assistere all’asta mercato dei vitelli da ristallo.

Ci saranno anche laboratori didattici per bambini, durante i quali si potrà osservare la schiusa delle uova e praticare antichi giochi dell’aia e intrattenimenti vari.

Nel Parco Pertini, durante le tre giornate di fiera, sarà in funzione uno stand gastronomico che proporrà specialità tipiche locali preparate da FatAgri e I Luppoli.

Alla Classense torna la rassegna Scritture di Frontiera con ospite Guido Barbujani

Appuntamento mercoledì 5 aprile alle 18. Il genetista e scrittore, parlerà di Sono razzista, ma sto cercando di smettere e Come eravamo

BarbujaniTorna Scritture di Frontiera, la rassegna curata da Matteo Cavezzali, alla biblioteca Classense di Ravenna. L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra ScrittuRa festival e l’Assessorato all’Immigrazione del Comune di Ravenna nell’ambito della settimana d’azione contro il razzismo e le discriminazioni.

Mercoledì 5 aprile alle 18 sarà ospite Guido Barbujani, uno dei più importanti genetisti d’Europa e autore di Sono razzista, ma sto cercando di smettere (Laterza) e Come eravamo (Laterza).

«Niente razze, ma molto razzismo – si legge nella cartella stampa -. Niente razze, ma molte differenze, scritte un po’ nel nostro Dna. E moltissimo nella nostra cultura, nei tanti luoghi comuni dove andiamo a inciampare ogni giorno, nei pregiudizi che ci guidano attraverso le piccole e grandi vicende della vita e che ci portano a subire, dire, fare o semplicemente pensare cose razziste».

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