L’Autorità portuale finanzierà i corsi per le patenti. Il direttore finanziario dell’azienda ravennate: «Stipendi in crescita»
Consar offre un lavoro a cento giovani autotrasportatori. E dato che la ricerca non è così semplice, il gruppo ravennate ha lanciato una campagna di comunicazione, con il supporto dell’Autorità portuale, per spiegare agli studenti e a chi è ancora fresco di diploma, quali sono le caratteristiche della professione, evidenziandone i punti di forza. A cominciare dalla possibilità di gestire il lavoro in autonomia, vedere posti nuovi e confrontarsi con tante persone. Continuando, e questo non è certo un fattore irrilevante, con la prospettiva di guadagnare bene in breve tempo, per compensare il tanto tempo passato lontano da casa.
«Il nostro è un lavoro importante e prezioso – racconta Veniero Rosetti, presidente del gruppo Consar – perché siamo noi a movimentare gran parte delle merci, soprattutto in un Paese come l’Italia dove più dell’80 percento del trasporto è ancora su gomma. Quando ho cominciato nel 1975, ricordo che mi mettevo la coperta sulle ginocchia per il freddo e i disagi erano tanti. Oggi è tutto cambiato, i mezzi sono dotati di ogni comfort, oltre a essere sicuri e a permettere una bella visione sulla strada e sul mondo circostante».
Non a caso Rosetti, rivela, ha consigliato al figlio la stessa professione che svolge con soddisfazione.
Veniero Rosetti, presidente del gruppo Consar di Ravenna
Dopo aver dovuto affrontare il calo di circa 40 soci negli ultimi tre anni e le numerose difficoltà legate alla pandemia prima e ai rincari poi, il problema del ricambio generazionale è una realtà per Consar. «In virtù della scarsa disponibilità sul mercato di personale preparato e disposto ad avvicinarsi a questo lavoro – aggiunge il direttore amministrativo e finanziario Consar, Marco Zuffi –, il potere contrattuale della categoria si è alzato. In poco tempo, i giovani avranno così la possibilità di aumentare il proprio reddito come se svolgessero professioni di alto profilo».
Oltre ad aver presentato il progetto agli studenti dell’indirizzo Trasporti e logistica dell’Itis di Ravenna, attraverso un lungo video di testimonianze, Consar ha stretto una collaborazione con un’agenzia interinale del territorio e con un’autoscuola. Da parte sua l’Autorità di sistema portuale ha confermato la disponibilità a finanziare i corsi per il conseguimento delle patenti di guida di mezzi pesanti. «Per il porto la logistica è fondamentale – afferma il presidente Daniele Rossi –. Guardando al prossimo futuro, si prospettano centinaia di migliaia di viaggi di camion in porto con gli attesi escavi per i fondali e per il rigassificatore».
Ottimi risultati per l’azienda di Lavezzola, leader nazionale nel campo della produzione di surgelati per la ristorazione
La Surgital di Lavezzola – prima azienda italiana produttrice di pasta fresca surgelata, piatti pronti surgelati e sughi in pepite surgelati per la ristorazione, catering e canale bar – prevede di chiudere il 2022 con un incremento dei ricavi del 33 percento rispetto all’esercizio precedente, superando del 20 percento l’obiettivo prefissato. I ricavi per Surgital spa si attesteranno a circa di 96 milioni di euro, mentre il valore aggregato di gruppo supererà i 100 milioni. In queste ultime settimane è stato messo a punto il prossimo piano industriale triennale di gruppo a regime da gennaio. Previsti incrementi dei ricavi di periodo costanti, con una stima a fine piano di circa 140 milioni di euro, più 40 percento rispetto al budget destinato al precedente piano industriale del periodo 2020-2022.
Nel nuovo piano in fase di approvazione, gli investimenti in impianti e strutture produttive sono pianificati in circa 20 milioni di euro. Ulteriori aree di investimento riguardano la componente energetica del sito produttivo; è già infatti in fase operativa l’ammodernamento della centrale di trigenerazione esistente. Nella primavera 2023 sarà installato un nuovo impianto fotovoltaico. L’obiettivo è rendere il sitodi Lavezzola al 100 percento autosufficiente con una capacità totale di circa 7,5 MW ora di autoproduzione.
I ricavi ammontano a 6,2 milioni mentre sono oltre cinquemila i lavoratori che ricevono servizi di welfare dalla piattaforma del gruppo
Il presidente di Legacoop e Federcoop Romagna, Mario Mazzotti, e il presidente della Federazione delle Cooperative della provincia di Ravenna, Lorenzo Cottignoli
Federcoop Romagna rafforza e consolida la sua presenza nel mercato dei servizi alle aziende, in particolare nelle imprese cooperative. Il 2022 si chiude con fatturato in crescita del 16 percento, passando da 5,4 milioni del 2021 a 6,2 milioni, 107 persone che compongono l’organico complessivo (contro le 92 dell’anno precedente) e rafforzamento di Welfare.coop, la piattaforma per il welfare aziendale che oggi garantisce servizi a cinquemila lavoratori delle cooperative romagnole. Tali risultati consentono a Federcoop di riconoscere un bonus ai dipendenti a ringraziamento dell’importante lavoro svolto.
«Si chiede a tutti i lavoratori – ha dichiarato il presidente Mario Mazzotti – uno sforzo in più perché le imprese ce lo chiedono, e lo dobbiamo fare ribandendo la differenza qualitativa che è propria di una impresa cooperativa. Al budget economico, sfidante e in crescita, dobbiamo aggiungere un obiettivo che va oltre i numeri: offrire una costante crescita della qualità del servizio stando al fianco del management delle cooperative con le quali lavoriamo, mettendo a loro servizio una parte di noi stessi. Dobbiamo anche promuovere e incentivare la partecipazione delle nostre aziende al mondo cooperativo perché la distintività del fare cooperazione è un marchio di pregio».
La strada collega l’Almagià a viale Spadolini, a fianco del giardino “Deserto Rosso”, il film di Antonioni di cui fu sceneggiatore
Tonino Guerra in piazza a Ravenna nei primi anni del 2000 (foto Fabrizio Zani)
Si arricchisce ulteriormente, rispetto a nuove recenti denominazioni, la toponomastica ravennate. Dallo scorso 23 dicembre ha una via intitolata a Tonino Guerra. Al poeta, scrittore, sceneggiatore, drammaturgo e artista a tutto tondo, insignito della cittadinanza onoraria dall’Amministrazione comunale il 2 luglio 2003, è dedicata la strada che collega via dell’Almagià a viale Giovanni Spadolini, a fianco del giardino denominato “Il deserto rosso”, titolo del film ambientato a Ravenna, diretto da Michelangelo Antonioni e sceneggiato assieme a Tonino Guerra, che vinse il Leone d’oro al Festival di Venezia nel 1964. Per l’occasione, oltre al sindaco Michele de Pascale, alla cerimonia di intitolazione ha partecipato la vedova di Tonino Guerra, Lora Kreindlina. La targa toponomastica riporta anche una delle poesie più note di Guerra, La Farfàla, che fa parte della sua prima raccolta I Scarabocc (Gli scarabocchi). Furono scritte nel periodo di detenzione, nel campo di lavoro di Troisdorf (Germania), nel 1944 e pubblicate nel 1946 con la prefazione di Carlo Bo.
Ecco il testo riprodotto nella targa della via Tonino Guerra
La Farfàla Cuntént própri cuntént a sò stè una masa ad vólti tla vóita mó piò di tótt quant ch’i m’a liberè in Germania ch’a m sò mèss a guardè una farfàla sénza la vòia ad magnèla.
La farfalla Contento, proprio contento
sono stato molte volte nella vita
ma più di tutte quando
mi hanno liberato in Germania
che mi sono messo a guardare una farfalla
senza la voglia di mangiarla.
L’opportunità per chi soffre di dismenorrea è stata deliberata al “Nervi-Severini” di Ravenna. Per la prima volta in Italia
Il dirigente scolastico del Liceo Artistico di Ravenna Gianluca Dradi
La possibilità di assentarsi dalle lezioni per forti dolori mestruali l’avevano richiesta le studentesse del liceo artistico “Nervi-Severini” e il dirigente scolastico, Gianluca Dradi, ha deciso di concedere questa fattispecie di congedo.
«Probabilmente – ha dichiarato il preside – per una scuola si tratta della prima iniziativa di questo genere in Italia». La decisione, presa dal consiglio di istituto oggi è una regola interna al liceo, pubblicata ufficialmente sull’albo scolastico online.
La norma riconosce alle allieve che soffrano di dismenorrea, la possibilità di assentarsi per un massimo di due giorni al mese, come congedo riconosciuto, senza che l’assenza sia calcolata tra quelle che devono essere considerate per la validità dell’anno scolastico. La legge infatti consente alle scuole di potere individuare delle deroghe, per assenze motivate e documentate, come per le malattie certificate.
Le rappresentanti della componente studentesca nel consiglio di istituto del liceo ravennate hanno fatto presente come molte ragazze soffrano di crampi mestruali tanto forti da interferire con lo svolgimento delle normali attività didattiche, con le testimonianze di sedici compagne. Hanno quindi richiesto di applicare nella scuola, in analogia con l’istituto del congedo mestruale oggi disciplinato in Spagna, una forma di agevolazione per questo tipo di assenze.
Si tratta della Ocean Viking, attesa il 31 dicembre. Riunione in Prefettura per predisporre l’accoglienza dei migranti
Foto Susanne Friedel / Sos Mediterranèe
Sta già navigando verso il porto di Ravenna la nave umanitaria Ong, dell’associazione Sos Méditerranée, “Ocean Viking”, con 113 migranti a bordo recuperati il 26 dicembre nel Mediterraneo. Lo ha comunicato la stessa Ong su twitter informando che «dopo il soccorso dei naufraghi, ITMRCC (il Centro nazionale di coordinamento del soccorso in mare, ndr) ha assegnato alla “Ocean Viking” un porto sicuro molto lontano, invitando la nave a dirigersi a La Spezia. Poche ore dopo, ITMRCC ha riassegnato un porto ancora più distante: Ravenna, a 900 miglia nautiche di distanza, a circa 4 giorni di navigazione… Siamo sollevati per le persone soccorse a bordo – ha aggiunto l’organizzazione – ma siamo preoccupati per altre potenziali imbarcazioni in difficoltà in Mediterraneo centrale, perchè in questo momento siamo l’unica nave Ong operativa in mare. Mentre ci dirigiamo verso nord, temiamo che altre vite siano in pericolo» (fonte LaPresse).
A Ravenna, il prefetto Castrese De Rosa ha annunciato che «appena avuta la notizia dal Ministero degli Interni ha avvertito il sindaco De Pascale per orgnizzare la struttura necessaria per l’accoglienza». Nel pomeriggio di oggi 27 dicembre si è tenuta una riunione coordinamento in Prefettura con le autorità locali e di pubblica sicurezza, i responsabili dell’Ausl, la Cri, l’Autorità Portuale e la Capitaneria di Porto, Caritas e Protezione Civile, i servizi sociali del Comune e l’assessora competente per l’immigrazione Federica Moschini.
Il 28 dicembre è previsto un sopralluogo al Terminal Crociere dove dovrebbe approdare la nave per pianificare la logistica e tutti gli adempimenti. D’altra parte è attesa la lista di composizione dei migranti per pianificare uno smistamento dopo lo sbarco.
In mostra a Faenza, a Santa Maria dell’Angelo fino all’8 gennaio, tele, calchi, frottage nati durante una residenza artistica a Camaldoli
La mostra Sacred Forest, allestita a Faenza nello spazio espositivo di Santa Maria dell’Angelo, presenta in sagrestia le opere di Giorgia Severi. Si tratta di tele, calchi, frottage e fotografie nati a Camaldoli durante una residenza dell’artista, invitata a lavorare a stretto contatto con la foresta camaldolese. Il frutto di questa esplorazione è stato esposto una prima volta la scorsa estate nel Monastero di Calmaldoli e una seconda volta nella mostra attuale di Faenza, sempre a cura di Giovanni Gardini.
In catalogo si racconta il progetto: indagare la storica foresta del monastero mantenendone la complessità dei valori, da quello botanico di un habitat di grande interesse che attrae per la bellezza a quello spirituale di un luogo che ha ispirato generazioni di monaci e di persone attratte dalla spiritualità e dalla possibilità di un ristoro interiore. La scelta dell’affidamento di un progetto del genere non poteva che coinvolgere Giorgia Severi, un’artista che da anni ha concentrato l’attenzione sugli ecosistemi, sulla fragilità e l’impermanenza di boschi, alberi, habitat.
L’artista realizza calchi, fotografie, disegni, frottage ma anche ricami e sculture ricavati durante spedizioni e residenze che l’hanno portata in vari paesi del mondo, in Australia, Grecia, Marocco, Nepal, India, Tibet, Canarie. In questi luoghi Severi ha osservato e registrato in modo puntuale e ricco di pietas ambienti minacciati: per questo prende i calchi di cortecce di alberi, mappa i resti dei ghiacciai, ricalca con matita e pastelli le specie arboree che via via soccombono.
Il lavoro può verosimilmente attingere alla Land art e Arte povera fino alle esperienze sciamaniche di Beuys, artista a cui Severi è vicina per il tipo di sensibilità e per il coinvolgimento fisico che il lavoro impone in zone difficili da raggiungere, per il tempo impiegato nell’esecuzione, per la pazienza necessaria e il silenzioso rispetto che queste opere impongono. La denuncia che sottostà ad ognuno di questi lavori illumina in questo modo gli effetti del surriscaldamento globale o della diminuzione delle varietà delle specie a causa degli effetti dei fenomeni di antropizzazione e globalizzazione.
A Camaldoli l’artista è rimasta fedele a questa essenza fortemente etica del proprio lavoro che nonostante tutto ha sempre compreso una forte attrazione verso la bellezza della natura. Nel caso di questo specifico progetto, la residenza ha comportato non solo l’esplorazione del bosco ma anche un confronto diretto con la forte spiritualità della comunità camaldolese che ha una storia strettamente intrecciata alla foresta. Il primo passo è stato la rilettura della Regola eremitica camaldolese, in particolare il confronto con un passo scritto sulla base delle parole del profeta Isaia. Sette alberi – ovvero cedro, acacia, mirto, ulivo, abete, olmo e bosso – vengono nella Regola riletti come i simboli delle virtù che ogni monaco, ma per estensione ogni persona, cerca di raggiungere e praticare nel corso della vita.
L’artista Giorgia Severi al lavoro nella foresta di Camaldoli
Come nella recente serie Ghost Landscape – iniziata nel 2016 durante una residenza in Australia e presentata quest’anno in due mostre a Ravenna – alcuni disegni a frottage così come alcuni calchi a ceramica di Severi condensano l’impressione dell’ambiguità fra presenza- assenza in cui la prima è testimoniata dalle specie di alberi esistenti. Il lavoro testimonia anche le assenze: tre grandi tele monocrome e bidimensionali – ottenute grazie ai succhi di radici, foglie o bacche di olmo, ulivo e mirto – sostituiscono alberi che non esistono nella fo- resta di Camaldoli ma sono citati nella regola eremitica. Severi sfrutta l’essenza degli alberi mancanti per tingere le tele realizzando alcune bellissime immagini, quasi sacrali nella loro luminiscenza che prende toni variabili dell’oro, del verde, del rosa.
Il lavoro così condotto si costruisce per sottrazione – in quanto Severi opera sulla sintesi del tema – ma anche si basa sull’assenza visto che si tratta di alberi che non si trovano nella foresta. Il procedimento e gli effetti monocromi di queste tele, come ricorda il curatore, sembrano omaggi alla pittura concettuale di Ettore Spalletti, artista italiano recentemente scomparso e maestro riconosciuto di una poetica orchestrata sull’assenza e sul silenzio. Ma la pittura di Severi apre anche a una dimensione sacrale quasi primaria che si riallaccia alla motivazioni più profonde del lavoro di Mark Rothko, pur distinguendosi dal grandissimo statunitense per una scala di emozioni più contenuta, meno drammatica e vibrata.
In mostra a Faenza sono infine alcune opere realizzate in tecnica mista a frottage e fotografia: le stampe a colori e in bianco e nero su alluminio bordano i rilevanti interventi a frottage. Dalla tela emergono i segni della corteccia rilevati dall’artista come meditazioni sospese su una registrazione verosimile dell’insieme. Linee frammentarie, arabeschi, segni, diventano le vivide parole di un silenzioso bosco secolare.
“Sacred Forest, opere di Giorgia Severi”. Fino all’8 gennaio. Spazio espositivo Chiesa di Santa Maria dell’Angelo (via Santa Maria dell’Angelo), Faenza. Orari di apertura: gio-ven 16-18.30; sab-dom 10-12.30; 16-18.30.
Gli antichi edifici dell’ex Macello e del Molino Lovatelli fra i luoghi più votati in provincia nel referendum del Fai, secondi solo alle Saline di Cervia
L’ex Macello Comunale in Borgo San Rocco a Ravenna
Il Borgo San Rocco è primo nel comune di Ravenna e secondo in provincia – anche se staccatissimo dalle Saline di Cervia – nel più grande censimento spontaneo del patrimonio culturale italiano promosso dal Fai, “I luoghi del cuore”, i cui risultati verranno pubblicati nel 2023.
Porta Sisi uno degli ingressi in Borgo San Rocco dal centro di Ravenna
In soli due mesi dalla candidatura i negozianti e la comunità del Borgo ravennate si sono mobilitati per segnalare al Fai due luoghi preferiti che potranno diventare punti di attrazione quando saranno adeguatamente valorizzati: l’ex macello comunale e l’ex mulino, lo storico Molino Lovatelli che risale al medioevo, noto anche all’esule Dante Alighieri.
Una prima iniziativa, in attesa di un progetto più ampio per la valorizzazione dell’area, è stata presa dal gruppo “Il Borgo” che racchiude la gran parte dei negozianti all’interno del comitato “Spasso in Ravenna”, in collaborazione con le associazioni culturali e di volontariato che fanno capo a “ripensandoRavenna” (Slow Food e RavennaFood, Dis-Ordine, TrailRomagna e Ecologia di Comunità). Ne seguiranno altre come la applicazione di una vetrofania nei negozi del Borgo per consentire di sottoscrivere una quota a favore della Mensa di Fraternità della parrocchia deel borgo, tramutata in “piatti di solidarietà” dagli chef di RavennaFood.
«La scommessa è stata vinta, nonostante il risicato tempo a disposizione – commentano i promotori dell’iniziativa di promozione – : in soli due mesi dalla candidatura i negozianti e la comunità del Borgo San Rocco si sono mobilitati per segnalare al Fai due “luoghi del cuore” che potranno diventare punti di attrazione per la città e il terriotrio ravennate. Un vecchio macello e un antico mulino, due realtà accomunate dalla loro originaria vocazione artigianale che abbisognavano entrambe dell’acqua del canale (e molto tempo fa dei fiumi Montone e Ronco prima che diventassero “uniti”) così abbondante allora nel Borgo San Rocco.
L’idea è nata, con gli obiettivi di valorizzazione del patrimonii storico e culturale, della cosiddetta “rigenerazione urbana” dello storico borgo fuori le mura, considerando sia le desertificazioni dei centri storici con la chiusura di diverse “serrande”, che le difficoltà delle “prime periferie”. l’iniziativa che ha voluto ricordare ai ravennati la necessità di guardare fuori il centro città, in una zona ricca di tesori nascosti come è stato evidenziato dal primo tour del Borgo San Rocco promosso già alcuni anni fa da TrailRomagna.
In attesa dei risultati definitivi del concorso Fai – scrivono le associazioni organizzatrici – riteniamo di dover ringraziare i protagonisti di questa mobilitazione e i proprietari dei due immobili che verranno ricordati nell’occasione».
Interno dell’antico Molino Lovaletelli, in Borgo San Rocco a Ravenna
Omicidio irrisolto nel frutteto, due assassini suicidati, l’inchiesta sul turismo, le operazioni antidroga, interdittive antimafia… Sangue sulle strade e nei luoghi di lavoro. Album “nero” dell’anno che sta per finire
L’ex infermiera di Lugo Daniela Poggiali in tribunale a Ravenna (foto Zani)
Per l’omidicio del 43enne pizzaiolo Rocco Desiante a Castiglione di Cervia nel 2018 la condanna diventa definitiva il 4 febbraio: la Cassazione conferma i 21 anni di carcere (l’Appello aveva ridotto i 23 di primo grado) per il 23enne Costantin Madalin Palade che era il pusher della vittima. Il movente starebbe in un debito di droga.
L’8 febbraio arriva l’assoluzione per due ventenni accusati di violenza sessuale su una neo maggiorenne mentre filmavano la scena: il mondo femminista scende in piazza per protestare con un corteo fino al tribunale.
Il 28 febbraio due ergastoli per l’omicidio di Ilenia Fabbri: un anno prima la 43enne era stata massacrata di botte e finita con una coltellata alla gola da Pierluigi Barbieri su incarico di Claudio Nanni, ex marito della donna. Movente: stipendi reclamati dalla vittima per il lavoro nell’officina del compagno e il mancato accordo sulla vendita della casa.
“Digger Dog” è il nome dell’operazione antidroga iniziata nel 2019 dalla squadra mobile della polizia e arrivata all’epilogo l’1 marzo: 112 episodi di spaccio ricostruiti, 24 indagati, sequestrati 230mila euro in contanti e 16,5 kg di stupefacenti tra cocaina e hashish.
Il 10 marzo l’82enne Maria Ballardini, allettata per malattia, viene uccisa in casa con una ventina di coltellate inferte dal marito, il 77enne Claudio Cognola che poi si getta dal balcone e muore.
In aprile si chiude l’indagine sulla Mib Service: un presunto sistema illecito di fornitura di personale a molte imprese nel settore dell’accoglienza e della ristorazione attraverso una formula che riduce i contributi ai lavoratori e abbatte i costi per gli imprenditori. Una sessantina di imprenditori indagati tra le più importanti realtà del turismo locale.
Un altro omicidio-suicidio in ambito familiare il 24 aprile: a Cotignola il 77enne Alvaro Strocchi spara contro la moglie, Viviana Farolfi di 71 anni, e poi rivolge l’arma contro se stesso. Nessun biglietto lasciato.
In un furgone fermato il 26 aprile dalla guardia di finanza ferma al quartiere San Giuseppe di Ravenna vengono trovati 22 kg di droga: due arresti.
Il 4 maggio si apre il processo per la morte di Edoardo Bassani, un bambino di 4 anni annegato nella piscina di Mirabeach, a Mirabilandia, nell’estate 2019. Tra gli imputati, oltre al personale del parco, anche i genitori che figurano pure come parte civile.
Il 6 maggio scattano le manette per un giovane accusato di danneggiamenti perché ritenuto l’autore di almeno duecento scritte su edifici e arredi della città.
In primo piano il procuratore capo di Ravenna Daniele Barberini (foto Massimo Argnani)
Con il giuramento del 25 maggio, Daniele Barberini è ufficialmente il nuovo procuratore capo di Ravenna.
Il 6 giugno condanna a 5 mesi e 15 giorni per maltrattamento di animali per una coppia di coniugi che nel 2020 aveva gettato due cuccioli di cane in un fosso (uno morì, l’altro si salvò e venne ribattezzato Calippo, finendo anche in tv alla Rai).
La Cassazione il 15 decide che per la morte di Matteo Ballardini bisognerà rifare il processo: il 19enne studente è deceduto in agonia per overdose in auto nel 2017 mentre gli amici non intervenivano.
Il 22 giugno tre assoluzioni per l’omicidio di Pier Paolo Minguzzi, il cold case di Alfonsine del 1987. Imputati due ex carabinieri e un idraulico loro amico. L’accusa chiedeva tre ergastoli. A distanza di sei mesi non sono ancora state rese note le motivazioni della corte d’assise.
La prefettura il 25 giugno dispone una interdittiva antimafia nei confronti di un’azienda della Bassa Romagna che lavora nelle costruzioni. Altre erano arrivate da Salerno a bloccare i lavori del nuovo palazzetto dello sport di Ravenna.
Il 15 luglio la sentenza del Consiglio di Stato decreta la vittoria degli autocostruttori di Filetto nell’annosa vicenda con il Comune. Palazzo Merlato dovrà risarcire la coop delle famiglie selezionate con un bando.
Il 23 agosto al lago sportivo di Porto Fuori muore un 55enne disabile bolognese, Andrea Mancini, che stava praticando wake-board, disciplina che si colloca a metà tra lo sci nautico e lo snowboard. Fatale lo schianto contro una colonna dell’impianto.
Le ricerche di una 16enne allontanatasi da casa tengono in apprensione Alfonsine per due mesi, fino al 13 settembre quando la minorenne viene ritrovata.
La piscina di un albergo di Brisighella è stata il teatro della morte di un 39enne marocchino: il 13 settembre è annegato durante una festa con amici.
Il 22 settembre la corte d’appello di Bologna ha inflitto l’ergastolo a Riccardo Pondi per l’omicidio della moglie Elisa Bravi (31) nel dicembre del 2019 a Glorie di Bagnacavallo. In primo grado la condanna era stata a 24 anni.
Circa 250 pazienti del dottor Mauro Passarini, medico di base a Marina di Ravenna, si sono visti recapitare il 7 ottobre un avviso di fine indagini per l’inchiesta che ipotizza la simulazione di vaccini per ottenere green pass.
Il relitto della Berkan al porto di Ravenna (foto Cristiano Mazzoli)
L’11 ottobre la sentenza per il semi affondamento del relitto Berkan al porto di Ravenna: assolto l’ex segretario di Ap e derubricata l’accusa nei confronti del presidente che dovrà pagare una multa di ottomila euro per inquinamento colposo, con pena sospesa. Il pm chiedeva un anno e quattro mesi.
Il terzo omicidio dell’anno arriva il 29 ottobre e dopo due mesi non ha ancora un colpevole. Nei frutteti di via Barisano, a Castel Bolognese, è stato ucciso il 49enne Felice Orlando che era uscito di casa da solo, per una battuta di caccia. Due colpi di fucile inferti alle spalle, il cadavere è stato ritrovato il giorno dopo.
Il 26 novembre la procura di Ravenna notifica l’avviso di fine indagini a Stefano Molducci e Elena Vasi Susma, figlio e badante dell’ex medico di Campiano, Danilo Molducci: i due avrebbero ucciso l’anziano per questioni economiche legate alla gestione del patrimonio.
A fine novembre è iniziato il processo per peculato per la 49enne Daniela Poggiali, ex infermiera di Lugo. È accusata di aver persuaso la sorella a rubare farmaci da una casa di riposo di Alfonsine. Per la ex infermiera a fine gennaio ci sarà infatti la terza Cassazione relativa alla morte di una paziente di 78 anni nel 2014.
L’annata giudiziaria si chiude con una sentenza di primo grado a sedici anni per il 48enne Remigio Scarzani: mettendo veleno quotidianamente nel caffè della moglie avrebbe cercato di ucciderla.
Sanque sulle strade: trenta morti in incidenti in provincia
A pochi giorni dalla fine dell’anno, sono state registate 30 persone morte in provincia di Ravenna in incidenti stradali nel 2022 (ben 7 in una sola settimana all’inizio di agosto): tredici erano in auto, nove in moto, tre cicli- sti e cinque pedoni. Uno su quattro è deceduto dopo un’uscita autonoma di strada. I maschi che hanno perso la vita sono 26 e le donne 4.
Morti bianche, ancora vittime (4) sul posto di lavoro
Anche nel 2022 si continua a morire di lavoro. In provincia la prima vittima è stata il 6 febbraio: un muratore 50enne caduto da una impalcatura in via Carso a Ravenna. Il 18 febbraio invece a perdere la vita è stato un 40enne di una cooperativa ravennate che stava potando degli alberi a Cervia in un appalto del Comune. Investito da un’auto un operaio in un cantiere stradale sulla A14 all’altezza di Russi il 22 aprile. E il 26 aprile ha perso la vita un operaio agricolo che stava lavorando nei campi.
La rassegna natalizia di Spiagge Soul con quattro appuntamenti gratuiti, il 28, 29 e 31 dicembre e il primo gennaio 2023 all’Alighieri (prenotazione obbligatoria)
I ravennati in piazza il 31 dicembre 2019 per il concerto di Christmas Soul (foto Eleonora Rapezzi)
Dopo la cancellazione dell’edizione 2020 e la versione ridotta dell’anno scorso, “Christmas Soul” (la rassegna gemella dell’estiva “Spiagge Soul”) torna in grande stile per festeggiare all’insegna del gospel l’arrivo del 2023, dal 28 dicembre al 1° gennaio, in centro a Ravenna, con artisti in arrivo anche da Francia e Stati Uniti per esplorare la sfera più spirituale e profonda della black music.
Appuntamento in Piazza del Popolo con gli spettacoli serali e quello della notte di Capodanno, oltre che al teatro Alighieri in tarda mattinata del primo giorno del 2023. Ecco il programma.
Mercoledì 28 dicembre alle 18 si esibisce in piazza (dove i concerti sono a ingrasso libero) la formazione italiana Goodwind & The Spiritual Gang, che propone un’esplorazione musicale tra i canti spiritual, il gospel tradizionale e le Christmas song più conosciute, seguita giovedì 29, sempre alle 18, dai francesi Gospel Soul Celebration, un quintetto guidato da Joel Rhinö che spazia fra tradizione e modernità.
Il saluto al 2022 nella notte del 31 dicembre (a partire dalle 23) è invece affidato a Brent Jones & T.P. Mobb, gruppo che arriva per la prima volta in tour in Italia dopo aver scalato le classifiche grazie ai successi composti dall’americano Brent Jones, produttore, musicista e maestro di coro che vanta numerose nomination ai Grammy e agli Stellar Awards.
Il primo giorno del 2023 al Teatro Alighieri (alle 11.30) si viaggia invece nella tradizione gospel più autentica, affidandosi a Nate Martin & S.I.G.N. (che significa Singing In God’s Name), fondati nel 2016 nella culla della musica gospel, la città di Chicago, e per la prima volta in tour in Europa.
Il concerto è come sempre gratuito ma a prenotazione obbligatoria. È possibile riservare i posti on line sul sito del teatro Alighieri e allo IAT di Piazza San Francesco.
In città opera un’associazione di sostegno: «Ma molti hanno deciso di rientrare, fare vita da profugo non è semplice. C’è chi tornerà per le feste, anche in zone pericolose, per rivedere i parenti»
Un manifestazione della comunità ucraina di Ravenna
«Non dimenticatevi della guerra in corso in Ucraina». Questo l’appello lanciato dall’associazione “Malva -Ucraini di Ravenna” a tutta la cittadinanza e in particolare alla stampa locale.
«Nei primi mesi del conflitto – racconta la presidentessa Kateryna Shmorhay – eravamo letteralmente sommersi di richieste per meglio conoscere quanto stava accadendo. Oggi, invece, siamo un po’ amareggiati perché la questione sembra non interessare più, o quanto meno non come prima, mentre da parte nostra ce la mettiamo tutta per tenere alta l’attenzione della comunità ravennate per combattere la disinformazione e la propaganda russa. Inoltre, partecipiamo alle manifestazioni in altre città, nell’ambito del movimento informativo Forzaucraina.it, a cui prendono parte anche attivisti italiani».
Fondata nel 2015, l’associazione è diventata un punto di riferimento per gli ucraini residenti in città che, secondo i dati Istat aggiornati all’1 gennaio 2020, erano 904. Un numero rilevante ma che ovviamente non tiene conto della massiccia ondata di profughi che si è verificata soprattutto nei primi mesi della guerra e tanti arrivati Ravenna anche in via temporanea. Se si considera il bel movimento che si è creato attorno alla chiesa di San Giovanni delle Cipolla, dove la comunità ucraina è solita ritrovarsi per le sue attività, il numero delle presenze a Ravenna è molto aumentato, se non addirittura raddoppiato.
«Con la prosecuzione della guerra in modo favorevole per l’Ucraina e la liberazione di alcuni territori – spiega Kateryna –, molte persone hanno deciso di rientrare, soprattutto chi ancora aveva una casa o parenti ad aspettarle. Fare la vita da profugo in Italia non è semplice… Già l’estate scorsa, sono rimaste in città solo quelle che avevano maturato un progetto più a lungo termine in questo Paese. Per le festività natalizie, conosco tre famiglie che hanno deciso di rientrare per ricongiungersi con i propri cari, malgrado provengano da zone ancora pericolose. Sono scelte personali… Si tratta per lo più di donne con bambini che da tempo non vedono i mariti, i fratelli, i genitori».
Il morale è alto, ci tiene a precisare Kateryna, e nonostante i disagi legati anche al freddo, accentuati dai continui black-out, l’Ucraina si è organizzata in qualche modo per passare l’inverno. «Siamo tutti fiduciosi nelle nostre forze armate – spiega –, sono il nostro orgoglio, perché sono i nostri difensori, prim’ancora dei politici. Il popolo è disposto a fare sacrifici pur di vincere questa guerra. Non ci possiamo permettere di far prevalere il male, perché solo così può essere classificato ciò che ha fatto e fa la Russia».
Numerose sono le piccole iniziative promosse dall’associazione Malva in città, come la festa di San Nicola a cui hanno partecipato ben 42 bambini lo scorso 10 dicembre o i laboratori di Natale per le famiglie a CittAttiva per diffondere le tecniche pittoriche della tradizione ucraina. Qualche giorno fa, in occasione del “Concerto di Natale Ravenna-Betlemme” al teatro Alighieri, è stata organizzata una raccolta fondi per donare generatori elettrici agli ospedali ucraini di Mikolaiev e Kherson.
«Anche se siamo stati un po’ dimenticati ultimamente – aggiunge Kateryna –, non si può fare di tutta l’erba un fascio. Tanti ravennati continuano ad aiutarci, come il dottor Casadio della Farmacia Dradi, che ci regala qualche medicinale da spedire in patria per curare virus e malanni di stagione, e molti altri che preferiscono restare anonimi che comprendono le mille necessità correlate alla guerra. Come si sa, ci sono molti feriti e tanti giovani che hanno subito amputazioni e che hanno bisogno di cure continue».
Un atto presentato dalla deputata ravennate Bakkali per chiedere maggiore attenzione e risorse allo scalo
la nave Rojen ormeggiata in banchina dei Docks Cereali
«Nella manovra di bilancio 2023 all’esame del Parlamento si riscontra l’assoluta mancanza di attenzione del Governo per le politiche afferenti ai trasporti, risultando assenti misure di sostegno strutturale alla portualità e al lavoro del settore portuale. Tutte le precedenti misure per il settore sono messe a repentaglio rischiando di essere smantellate o rese inefficaci perché non rifinanziate con nuove risorse». Lo afferma la deputata ravennate Ouidad Bakkali (Pd), membro della Commissione Infrastrutture e trasporti, che ha presentato un atto a sua prima firma e sottoscritto da tutti i membri del gruppo Pd in commissione in occasione della discussione degli ordini del giorno collegati alla Legge finanziaria.
«Avevamo presentato un emendamento per chiedere che fossero mantenute le risorse attese dal porto di Ravenna per il secondo stralcio di lavori per l’Hub ravennate. Gli interventi previsti nel Pnrr, nel Pnc, nella legge di bilancio 2022 e nella ripartizione del Fondo per la progettazione di fattibilità, hanno visto l’allocazione di ingenti risorse per “l’ultimo miglio” degli scali nazionali (471 mln), per l’elettrificazione delle banchine portuali (cold ironing, 700 mln), per la gestione rifiuti nei porti (green ports), per il rinnovo del naviglio (800mln), per le Zls e per favorire lo shift modale delle merci attraverso il finanziamento di misure incentivanti quali il Marebonus ed il Ferrobonus che in questi ultimi anni hanno favorito il trasporto delle merci via mare, decongestionano il traffico da strade ed autostrade e la riduzione dell’impatto ambientale. Chiediamo, vista la bocciatura di tutte le nostre proposte, anche il sostegno delle famiglie dei lavoratori portuali vittime dell’amianto, tema delicato che riguarda, purtroppo, una parte rilevante dei lavoratori».
Bakkali chiede convergenza a tutti gli eletti e le elette del territorio per chiedere il rifinanziamento, oggi assente, del Fondo per gli interventi strutturali per la portualità, stante l’alta rilevanza delle stesse nel più vasto sistema “Impresa Italia” e mettendo così in condizione i porti di realizzare interventi di transizione ecologica e digitale richiesti dall’Unione europea: «Urge rifinanziare l’istituto del Marebonus e Ferrobonus, virtuosi strumenti per la blue economy e per l’ambiente, ambito nel quale il Porto di Ravenna ha avviato investimenti e strategie all’avanguardia. Da tempo il porto di Ravenna ha creduto nelle Autostrade del Mare grazie all’investimento sul Terminal T&C e sul potenziamento della linea Ravenna-Brindisi-Catania».