giovedì
21 Agosto 2025

Referendum, in provincia di Ravenna ha votato il 17,6 percento degli aventi diritto

A Riolo Terme per le Amministrative affluenza vicina al 55 percento

Alberto Ancarani
Alberto Ancarani di Forza Italia al voto domenica 12 giugno

Un flop senza precedenti, anche in provincia di Ravenna. È l’esito dei referendum sulla giustizia di domenica 12 giugno, che ha visto recarsi alle urne solo il 17,6 percento degli aventi diritto nei 18 comuni della provincia. Con il record negativo fatto registrare a Casola Valsenio, dove l’affluenza è stata di poco superiore all’11 percento.

Nel comune capoluogo, Ravenna, affluenza al 16,8 percento, più bassa della media provinciale.

Grazie alle Amministrative che si svolgevano in contemporanea, invece, si è arrivati al 44 percento a Riolo Terme, unico comune della provincia dove si votava appunto anche per il sindaco (con affluenza ferma al 54,6 percento, quasi 4 punti in meno di quella di cinque anni fa).

Per quanto riguarda gli esiti, ininfluenti (per essere validi si sarebbe dovuto raggiungere in Italia il quorum del 50 percento più 1 voto, mentre l’affluenza si è fermata attorno al 21 percento), anche in provincia di Ravenna ha vinto il Sì in tutti e cinque i quesiti referendari, con picchi sopra il 70 percento per la separazione delle funzioni dei magistrati, i membri laici nei consigli giudiziari e le elezioni dei componenti togati del Csm.

Gli scrutini delle Amministrative di Riolo si svolgeranno in giornata.

La città d’arte traina Ravenna e dal 24 giugno torna “Bella di sera”

Superati i pernottamenti del 2019. Positivi i dati delle presenze dei primi 4 mesi, mentre si preparano le iniziative in centro, con monumenti aperti

Passeggio Rvenna Bella Di Sera

Nei primi quattro mesi dell’anno i pernottamenti registrati nelle strutture ricettive del comune di Ravenna sono superiori (circa 260mila contro 257mila) a quelli dello stesso periodo del 2019, prima della pandemia. Un ritorno alla normalità, anche dal punto di vista dei dati Istat, figlio sopratutto del rilancio della città d’arte, fortemente colpita dalle limitazioni anti Covid.

Lo rivela l’assessore al Turismo del Comune, Giacomo Costantini, a cui chiediamo anche un commento sulla stagione che sta per entrare nel vivo. «Mi aspetto il ritorno degli stranieri, ma anche quello degli italiani, di chi in questi anni ha iniziato ad apprezzare i viaggi vicino a casa, all’insegna di un ottimo rapporto qualità prezzo. I flussi stranieri saranno invece condizionati dalla guerra in Ucraina, con il nostro lavoro sul mercato russo che purtroppo stava iniziando a portare risultati e il rischio di vedere ridotto anche quello polacco e ungherese. Da segnalare anche la tendenza degli americani a restare nel proprio continente. Ma mi aspetto molto dal centro Europa, dall’area germanica a quella olandese».

La città d’arte intanto si sta preparando per un’estate sicuramente più viva degli ultimi anni, con il ritorno degli eventi nelle piazze (dal Comune ci dicono che partiranno però solo dopo il Ravenna Festival). Da inizio luglio tornano anche le iniziative di Mosaico di notte, con le aperture serali dei monumenti e le visite guidate, mentre il consorzio degli operatori del centro storico lanceranno “Ravenna bella di sera” già dal 24 giugno, con aperture serali dei negozi e iniziative di animazione, in particolare musicali e per le famiglie.

«Stagione balneare partita bene. Ma servono diversi nuovi parcheggi»

Maurizio Rustignoli della coop bagnini: «Rincari? Solo tra il 5 e l’8 percento. Però manca la forza lavoro, bisogna ripensare ai sussidi»

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Mentre il festival Beaches Brew a Marina di Ravenna ha registrato uno straordinario successo di pubblico, fervono i preparativi per gestire al meglio l’invasione del Jova Beach Party, si sta definendo nel dettaglio il programma delle Frecce Tricolori (attese a Punta Marina il 18 e 19 giugno) e si è già tornati a ballare da settimane senza distanziamento in spiaggia e nei locali.
L’estate 2022, per i lidi ravennati, pare non essere solo quella del definitivo ritorno alla normalità dopo la pandemia. «L’apertura della stagione – conferma il presidente della cooperativa dei bagnini di Ravenna, Maurizio Rustignoli – è positiva, grazie anche al meteo. E le prenotazioni sembrano buone, con tanto di un ritorno degli stranieri. Possiamo considerarci finalmente moderatamente ottimisti, al netto dei problemi che affliggono la categoria».

Partiamo dalla Bolkestein: il Senato ha approvato il disegno di legge sulla concorrenza che prevede la possibilità per i Comuni di fare i bandi un anno dopo quanto previsto dal Consiglio di Stato, entro il 2024…
«La questione non è stata affrontata ancora nel modo e nei tempi giusti. L’ultimo emendamento contiene molto poco per il futuro delle imprese (gli indenizzi per i vecchi concessionari verranno stabiliti nei decreti attuativi, ndr) e mette in difficoltà le istituzioni locali che dovranno gestire i bandi. Noi continuiamo a pensare che la strada maestra sia quella di procedere prima di tutto a una completa mappatura delle coste italiane, con le differenze che le caratterizzano, prima di intervenire. Invece c’è stata fretta solo di andare alla evidenza pubblica, con imprenditori che avevano invece in mano una legge che li metteva al sicuro fino al 2033 e che ora si vedono costretti ad andare a bando nel 2024. Con la conseguenza che tutto si è bloccato, dalle compravendite agli investimenti».

I rincari delle materie prime come noto hanno portato ad aumenti anche su “lettino e ombrellone”. Come hanno reagito i clienti?
«Direi che non ci sono state proteste, anche perché qui gli aumenti sono stati molto limitati, nell’ordine del 5-8 percento. E restiamo comunque il territorio con il più alto rapporto fra qualità dei servizi offerti e il prezzo; unico in Italia. Ancor più nel Ravennate dove non ci sono strutture ricettive alle spalle e gli imprenditori balneari hanno il merito di riuscire a portare gente nelle località».

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Il presidente della Coop Spiagge Rustignoli

A proposito di lidi ravennati, questa sarà l’ultima estate a Marina e Punta prima del Parco Marittimo, con gli stradelli retrodunali che verranno riqualificati e diventeranno pedonali…
«Fin da subito abbiamo apprezzato il progetto, chiedendo però i parcheggi compensativi. Proprio per l’assenza di strutture ricettive, le due località vivono con il pendolarismo e l’Amministrazione deve dare alternative valide all’automobilista. Siamo un po’ preoccupati perché ancora non ci sono certezze. Non bastano gli ampliamenti dei parcheggi scambiatori. Bisogna assolutamente fare un parcheggio compensativo importante, da mille posti, a Punta Marina (la zona individuata è quella vicino al campo sportivo ndr). E soprattutto dobbiamo andare alla ricerca di piccoli parcheggi di servizio, individuare aree, sistemarle, segnalarle e renderle fruibili. Chiediamo insomma di setacciare le due località per fare parcheggi ovunque sia possibile».

Un accenno al tema dei lavoratori stagionali: è vero che mancano? E mancano perché li pagate troppo poco…
«La questione va affrontata in modo diverso, con un tavolo permanente di discussione che faccia proiezioni avanti negli anni. Partiamo dal fatto che noi vendiamo servizi e abbiamo bisogno di risorse umane e a oggi manca circa il 20 percento della forza lavoro. Se il dibattito resta quello del “non li pagate abbastanza” il problema non verrà risolto. Credo invece che la discussione vada aperta, che vada analizzato l’impatto che ha avuto il reddito di cittadinanza, così come i cambiamenti delle consuetudini. La nostra categoria non sarà senza macchia, ma non si può pensare davvero che un imprenditore che ha bisogno di un collaboratore non sia disposto a pagarlo adeguatamente… Bisogna invece ragionare di salari minimi, del ruolo dello Stato, che magari al posto del reddito di Cittadinanza potrebbe integrare una retribuzione. Che tanto in Emilia-Romagna nessuno rischia davvero di restare senza lavoro, se non ha problemi fisici. E ancora, si potrebbe pensare a come coinvolgere tanti extracomunitari che finiscono spesso ai margini della società. E ragionare sul periodo invernale, ideale per formare queste persone, facendo proiezioni avanti per i successivi 3-5 anni».

Cosa ne pensa dell’inchiesta sulla Mib Service, con accuse di truffa ai danni di fisco e Inps legata proprio alle assunzioni di lavoratori stagionali?
«Da che mondo è mondo si sono cercate soluzioni alternative per raggiungere gli obiettivi. C’è chi è salito sopra il carro e chi no. Ma solo alla fine dell’inchiesta sapremo davvero quali sono state le reali responsabilità degli imprenditori coinvolti…».

Galà dei ballerini italiani a Parigi: «Esaltiamo il repertorio dell’Opéra»

Il 12 giugno in scena al Pala De André. Ne parla il direttore artistico e produttore Alessio Carbone: «Dopo l’addio alle scene non avrei mai pensato che ci si potesse emozionare così tanto»

Francesco Mura Ballerino
Francesco Mura, uno dei primi ballerini dell’Opéra de Paris

Saranno “Les italiens de l’Opéra de Paris” diretti da Alessio Carbone ad aprire il cartellone della danza del Ravenna Festival 2022, il 12 giu-gno alle 21.30, nella cornice del Pala De André. Una serata di gala pensata per tutti gli appassionati dell’arte tersicorea, che è anche una celebrazione del contributo degli interpreti italiani nel Ballet National dell’Opéra di Parigi, tra le più antiche a prestigiose al mondo. A sfilare sul palco, Ambre Chiarcosso, Valentine Colasante, Antonio Conforti, Giorgio Foures, Letizia Galloni, Francesco Mura, Sofia Rosolini, Andrea Sarri e Banca Scudamore, accompagnati dall’étoile francese più quotato Paul Marque.
A parlare dell’evento è l’ex primo ballerino e ora direttore artistico e produttore Carbone, che riesce a coordinare il gruppo, mettendo al contempo in evidenza le qualità di ognuno.

L’ultimo suo spettacolo in scena risale al novembre 2019, poco prima dello scoppio della pandemia, poi si è dedicato alla formazione fino al giugno 2020. Ma il progetto con “Les italiens de l’Opéra de Paris” è in realtà partito sei anni prima…
«Sin da subito mi ha appassionato, e ho visto crescere tanto i ragazzi come Valentina Colasante che è diventata étoile alla fine dello spettacolo Don Chisciotte, Francesco Mura di recente nominato primo ballerino, con tutte le carte in regola per poter aspirare alla promozione a étoile. Il gala che portiamo in giro per l’Europa non è altro che, in piccolo, il repertorio dell’Opéra».

Cosa prevede il programma della tappa ravennate?
«Di certo non mancheranno brani del Don Chisciotte o del Corsaire, un paio di pezzi del repertorio tipico di Simone Valastro, il ballerino italiano diventato coreografo, In The Middle, Somewhat Elevated di William Forsythe, in un alternarsi di pezzi classici e contemporanei».

È corretto dire che i ballerini italiani si siano guadagnati uno spazio mai avuto da altri stranieri nella nota compagnia francese?
«Sì. Da sempre, per scelta, la componente straniera non può superare la quota del 10%. Quando sono entrato io nel 1997, ero il terzo straniero. Oggi ce ne sono 15 su circa 150 ballerini. Se si considera che una decina di questi sono italiani al 100% o italofrancesi, si capisce il peso che riusciamo ad avere».

Quanto ha inciso la pandemia sulla vita dei ballerini dell’Opéra?
«Di certo è stato un momento difficile anche per loro come per tutti, ma meno rispetto ai colleghi freelance che sono stati completamente fermi, senza stipendi e senza sapere se e quando poter ricominciare».

E la guerra in corso in Ucraina?
«Un dramma che ha toccato tanti colleghi, purtroppo. Sono riuscito a organizzare di recente, non senza ostacoli, un galà al teatro San Carlo di Napoli a cui hanno partecipato anche ballerini ucraini dell’Opera di Kiev e russi. Sono molto toccato da quanto sta accadendo non molto lontano da casa e sto ospitando sette ballerini ucraini nella mia casa in Spagna, con la speranza di poter organizzare per loro qualche spettacolo in estate. Ora come ora, non è semplice andare in scena per divertire ed emozionare il pubblico».

Alessio Carbone Ballerino
Alessio Carbone

Lei è figlio d’arte, suo padre è il coreografo e direttore Giuseppe Carbone, sua madre Iride Sauri insegna e sua sorella Beatrice e suo fratello Alvise sono ballerini. La danza è nel vostro dna… Ma è vero che lei voleva diventare calciatore?
«Sì, quando ero un bambino non mi sarebbe dispiaciuto. Ma a casa non se n’è mai potuto parlare. La danza ha sempre rappresentato il nostro legame affettivo, siamo cresciuti in sala di danza e per noi è stato normale continuare a frequentarla. Non mi immagino cos’altro avrei potuto fare… E anche adesso che sono in pensione come ballerino, guardo stupito i miei genitori che sono attivi più che mai nell’insegnamento».

Cosa le consiglia suo padre?
«Vorrebbe che creassi una compagnia a Venezia, la città in cui si è incontrato con mia madre, magari legata al teatro La Fenice. Ma la cosa mi fa paura, non credo ci siano i presupposti in un momento in cui le compagnie hanno più la tendenza a chiudere, purtroppo. Da solo, di certo, è impensabile, ci vogliono sponsor alle spalle».

E intanto si dedica alla produzione per “les italiens” e altri gruppi di ballerini. Che cos’ha scoperto lavorando per così dire dietro le quinte?
«Non avrei mai pensato che ci si potesse emozionare così tanto e vivere l’adrenalina degli spettacoli anche in una posizione più defilata. E, invece, è così: seguo ogni minimo movimento in scena dei ballerini e sono sempre pronto a dare loro consigli. Mi reputo fortunato perché, dopo l’addio alle scene, ho trovato subito la mia dimensione e riesco a organizzare sempre più spettacoli anche grazie a Roberta Righi che mi ha sempre dato fiducia in Italia».

Qual è stato il momento più emozionante nella sua ricca carriera da ballerino?
«Il giorno in cui, vent’anni fa, ho vinto il concorso per primo ballerino all’Opéra di Parigi. Lo avevo preparato con mio padre, quel momento ha rappresentato la sintesi di una vita a livello professionale e affettivo. Non mi aspettavo di vincere, in realtà, perché ero il più giovane, l’outsider e il pronostico pendeva verso altri due candidati. Ricordo che i miei erano in sala e, al termine, mi hanno detto che loro avevano fatto quello che dovevano fare, e che ora potevo divertirmi… L’ho sentito come un passaggio del testimone».

Crolla un controsoffitto della piscina comunale, nessuna persona coinvolta

Lo denuncia la lista di opposizione La Pigna che chiede la chiusura dell’impianto e la revoca della gestione. Il Comune: «area messa in sicurezza, la piscina resta aperta»

Crollo Soffitto Piscina Comunale

Nella mattinata di oggi, sabatao 11 giugno, si è verificato il distacco di una porzione di controsoffitto nella piscina comunale di Ravenna in via Falconieri., con crollo a terra di notevoli detriti, in una zona della struttura frequentata dagli utenti. Lo segnala in una nota stampa, Veronica Verlicchi, capogruppo della lista di opposizione in consiglio comunale La Pigna, chiedendo la chiusura dell’impianto per le opportune verifiche e la messa in sicurezza degli spazi aperti al pubblico.

«Questa mattina verso le 11.25 circa nella zona della vasca da 25 mq (della piscina comunale ndr) più precisamente nell’area dove sono collocati gli armadietti delle società sportive, è letteralmente caduto un pezzo di controssoffitto – recita il comunicato de La Pigna –. Gli istruttori delle  società di nuoto presenti  impegnati nei  corsi hanno sentito un tonfo spaventoso. Immediatamente alcuni di loro  si sono precipitati nella zona interessata dal crollo, notando  che per terra c’erano pezzi di macerie che sono stati  rimossi in gran fretta dal personale della piscina. Pare che pochi minuti prima del crollo, nella medesima area sembra vi fosse un’istruttrice con  alcuni bambini del corso che aspettavano di entrare in acqua. Per una fortunata coincidenza, il soffitto non è crollato in quel momento. Gli istruttori presenti si sono subito premurati di allontanare  e di mettere al sicuro i bambini.
I testimoni presenti ci hanno riferito che sono stati riempiti e portati via almeno 2 secchi colmi di calcinacci ed intonaco».

Transenna Crollo Soffitto PiscinaFin qui il racconto del fatto testimoniato dai presenti. Poi la denuncia prosegue con l’individuazione delle presunte responsabilità: «Un episodio di assoluta gravità, sul quale il Sindaco de Pascale non può restare in silenzio. Le famiglie  che affidano i propri bambini e i propri ragazzi per l’attività di nuoto,  devono poter contare sulla sicurezza della struttura che li ospita. Lo stesso per gli istruttori e le persone che a vario titolo lavorano all’interno dell’impianto natatorio comunale.
Chiediamo, pertanto, al Sindaco de Pascale di disporre l’immediata chiusura della piscina allo scopo di effettuare i dovuti accertamenti sull’accaduto e per verificare lo stato complessivo della struttura. Perplessità,  quello dello stato delle strutture e degli impianti della piscina comunale,  già da tempo segnalate al Sindaco de Pascale non solo dal gruppo consiliare La Pigna ma anche da parte delle società natatorie  Sarebbe del tutto irresponsabile aspettare ancora prima di intervenire».

Secondo La Pigna, conclude la nota stampa, «Il gestore ha precise responsabilità sulla verifica continua dello stato della struttura affida  dal Comune di Ravenna. Come mai non si è accorto dello stato del controsoffitto? Così come il Comune di Ravenna ha precise responsabilità in quanto deve procedere ad accurati controlli per verificare come il gestore accudisce la piscina. Il Sindaco de Pascale anziché  continuare a tagliare nastri e ad accumulare incarichi, proceda immediatamente a revocare il contratto con il gestore, la società POOL 4.0 di cui è socio di maggioranza Arco Lavori  e a richiedere i danni eventualmente di sua diretta responsabilità. Infine de Pascale proceda con una verifica amministrativa  interna per individuare responsabili e responsabilità. Da parte nostra segnaleremo l’accaduto all’Autorità Giudiziaria».

Nel frattempo il Comune di Ravenna rassicura che l’area è stata messa in sicurezza e la piscina resta aperta: «Sono subito intervenuti i tecnici comunali che, dopo aver effettuato i sopralluoghi, hanno interdetto e messo in sicurezza l’area interessata. La ditta di manutenzione ha provveduto alla rimozione delle parti precariei e lunedì 13 giugno verrà completato l’intervento. Non essendosi registrate altre criticità, l’impianto resta aperto e continua a funzionare»

 

Milano Marittima quest’estate diventa un fantastico “mondo sottomarino”

Progetto immersivo con giochi di luci e performance. E a Cervia riecco gli eventi e i “concertoni” in piazza Garibaldi, dalla “Milanesiana” a Patti Smith

Milano Marittima Notte Rosa

L’estate di Milano Marittima sarà caratterizzata da due grandi appuntamenti: la seconda edizione del Milano Marittima International Jazz Festival dal 24 giugno al 17 luglio e il progetto immersivo “Il Mondo Sottomarino” dal 23 luglio al 4 settembre.

Il festival musicale durerà tre settimane e nella prima parte Milano Marittima sarà protagonista del progetto di musica diffusa “Jazz in the City” che, a partire dalla Rotonda I Maggio, si diramerà per vie e piazzette per avvolgere di note tutta la città. L’evento di apertura sarà venerdì 24 giugno con la partecipazione di un grande ospite, Nick The Nightfly. Dal 25 giugno al 10 luglio – il martedi, venerdì, sabato e domenica – dalle 18 alle 23.30 circa, vari musicisti si alterneranno sui palchi dislocati nelle zone centrali di Milano Marittima per un totale di oltre 30 esibizioni in programma per tutto il periodo.
Dal 23 luglio la località si trasformerà invece in un mondo sottomarino attraverso video proiezioni, giochi di luci, suggestioni musicali, performance artistiche e installazioni luminose raffiguranti giganti creature marine.

Patti Smith
Patti Smith

«Sarà un’estate ricca e di qualità – dice Alessandro Fanelli, segretario della Proloco Milano Marittima – musica di indiscutibile livello, artisti di fama internazionale, salotti di intrattenimento nei corner più suggestivi della località, show immersivi in mezzo alla gente, saranno complici di serate indimenticabili. Finalmente, dopo la pausa causata dalla pandemia si torna alla normalità».
Le due iniziative di Milano Marittima si vanno a inserire nel ricco programma di eventi del Comune di Cervia, da proporre a cittadini e soprattutto turisti. Tra le novità di questa estate una prima collaborazione con Simona Ventura e Giovanni Terzi (per una nuova rassegna a fine agosto); oltre che la presenza di Licia Colò per il 50esimo di Cervia Città Giardino. Tra i ritorni quello della Mille Miglia il 15 giugno, sotto la torre San Michele. Altra novità, in agosto, la rassegna “Protagonisti” che dopo il successo ottenuto lo scorso anno a Rapallo arriva a Cervia con ospiti nazionali del mondo dello spettacolo e della politica. Oltre all’importate riconferma del Ravenna Festival con i “Trebbi in musica” all’arena dello Stadio dei Pini e dei tanti eventi sportivi, da Supersapiens Ironman, allo Yoga Yam Festival di questi giorni, con le Kris and Kris.

Il 22 giugno, 20 luglio e 18 agosto arriva lo spettacolo di Paolo Cevoli alla Darsena del Sale; il 15 luglio sarà la volta di Elisabetta Sgarbi con “La Milanesiana”. Dal 20 luglio al via “La Spiaggia ama il libro”, con numerosi appuntamenti con gli autori in varie parti del territorio, fino al Ferragosto con gli autori. Nell’ ultima settimana di luglio tornerà anche “Filosofia sotto le Stelle”.
Infine, da ricordare gli eventi Piazza Garibaldi: si parte il 29 luglio con il concerto di Sangiovanni per poi arrivare al 31 luglio con la star internazionale Patti Smith; il 5 agosto invece ci sarà lo spettacolo di Andrea Pucci.

Sistema sanitario ravennate: solo 6 letti su 10 sono pubblici

È il dato più basso in regione, a Ferrara sono quasi 9, l’incidenza più alta. Ravenna guida la graduatoria anche per i posti privati ogni centomila abitanti

Letti ospedale

Sei posti letto su dieci nella sanità in provincia di Ravenna sono in strutture pubbliche ed è l’incidenza più bassa nelle nove province dell’Emilia-Romagna (all’altro capo della classifica c’è Ferrara con quasi nove). I dati sono resi noti dal gruppo Europa Verde nell’assemblea legislativa regionale e fanno riferimento al 2019: il partito ha depositato un’interrogazione per chiedere chiarimenti sul diverso rapporto che si registra nelle province.

Mentre nelle province di Ferrara e Reggio Emilia la percentuale di posti privati sul totale dei posti letto disponibili si ferma sotto al 16 percento (13,9 a Ferrara e 15,3 a Reggio Emilia), in altre sale ad oltre il doppio (33,1 a Rimini e Forlì-Cesena, 32,3 a Piacenza, 33,6 a Parma, sino al 37,6 di Ravenna). Una situazione intermedia, più vicina a quella di Reggio e Ferrara, si rileva nella città metropolitana di Bologna, con un 23,5 percento di posti letto privati, e nella provincia di Modena, con il 20,1.

«Se a Ferrara ci sono sei posti letto in ospedali pubblici in rapporto ad un posto letto nella sanità privata convenzionata – si legge nella nota dei Verdi –, a Ravenna sono meno di due (1,7). Si tratta dei due casi estremi, ma abbiamo situazioni molto diverse in tutte le provincie: a Reggio Emilia questo rapporto è 5,5 a 1 (5,5 posti pubblici ogni posto privato), a Modena 4 a 1; a Bologna 3,2 a 1, a Piacenza e a Forlì-Cesena 2,1 a 1; a Rimini e a Parma 2 a 1».
Analoga disparità è emersa rispetto al numero di posti privati ogni centomila abitanti. Si va da Reggio Emilia dove sono 51, a Ravenna dove si sale a 160. A Ferrara 54 ogni 100mila abitanti; 71 a Modena; 108 a Bologna, 122 a Piacenza, 126 a Forlì Cesena, 128 a Rimini, 156 a Parma.

La consigliera regionale Silvia Zamboni, capogruppo di Europa Verde e vicepresidente del consiglio regionale, ritiene interessante capire a quali fattori si possono attribuire le marcate differenze tra le province rispetto al numero dei posti letto privati convenzionati nelle strutture ospedaliere in rapporto sia ai posti pubblici disponibili in quei territori sia alla quota di 100mila abitanti. «Nell’interrogazione, chiediamo anche se le Asl conducano un monitoraggio comparativo tra assistenza nelle strutture ospedaliere pubbliche e in quelle private convenzionate al fine di valutare la qualità dei servizi offerti, il loro costo, il gradimento da parte degli assistiti e i tempi d’attesa, e, in caso affermativo, quali siano gli esiti di tale monitoraggio. Chiediamo infine alla giunta se disponga di dati aggiornati successivi al 2019 e se li possa fornire».

Bando pre e post scuola: i sindacati attaccano il Comune di Ravenna

Sul caso una nota unitaria di Cgil, Cisl e Uil: «Sbagliato l’inquadramento professionale e manca il pasto per gli operatori»

Scuole Infanzia

Il bando del Comune di Ravenna per l’appalto dei servizi educativi pre e post scuola non ha i corretti inquadramenti professionali e non prevede il pasto agli educatori. La critica viene dalle organizzazioni di categoria dei tre sindacati confederali (Cgil, Cisl e Uil) con un comunicato congiunto che critica la gara pubblica: «È incoerente rispetto alle rinnovate richieste fatte al Comune perché si adeguasse al protocollo d’intesa fra Regione Emilia-Romagna e sindacati regionali». I sindacati ricordano che le richieste erano già state inserite anche all’interno di un verbale di riunione con il Comune a marzo 2022.

Nello specifico il bando è per la gestione integrata dei servizi educativi di inclusione prescolastica, scolastica ed extrascolastica dei bambini e degli alunni con disabilità, dei servizi di pre e post scuola e dei servizi di vigilanza e sicurezza sulle linee di trasporto scolastico e di trasporto pubblico e appalto dei servizi di gestione di nidi d’infanzia comunali (Darsena, Marina di Ravenna, Orsa Minore, Sant’Antonio, Sira, Il Riccio, L’era dei bimbi) del polo per l’infanzia Mani fiorite, dei servizi integrativi al nido d’infanzia “Spazio bambini tanti bimbi” al polo Lama sud, dei centri ricreativi estivi nidi e materne (Cren e Crem).

«Per l’ennesima volta – si legge nella nota – non vengono recepite le richieste che da anni avanziamo nei tavoli di confronto preposti ed in tutte le occasioni formali ed informali, finalizzate a garantire il corretto inquadramento degli educatori impiegati, nonché il riconoscimento del pasto agli educatori ed ausiliari insieme ai bambini, quale importante momento educativo volto ad una sana e corretta alimentazione».

Cgil, Cisl e Uil chiedono il riconoscimento del livello di inquadramento D2 di educatori ed educatrici, così come previsto dal Ccnl Cooperative sociali applicato dalle Cooperative concorrenti; al valore della compresenza del personale educativo ed all’introduzione del pasto per ausiliarie ed educatrici. «Appare in forte contraddizione per un Comune all’avanguardia sui temi dell’infanzia come quello di Ravenna la definizione di “assistente all’infanzia con funzioni educative” riportata nel capitolato di gara per i nidi. Il personale è riconducibile nel ruolo di educatore. L’adeguamento dell’inquadramento al livello D2 è da anni richiesto».
«Ancora una volta – è il passaggio finale – le organizzazioni sindacali constatano l’agire contraddittorio ed incoerente del Comune di Ravenna che, a fronte di servizi di qualità, non garantisce un adeguato riconoscimento in termini di diritti, tutele e condizioni di lavoro dignitose nei confronti degli educatori e delle educatrici in appalto».

In 12mila al festival Beaches Brew. Presenze da tutta Europa e dagli Stati Uniti

Sul palco, tra molo di Marina e bagno Hana-Bi, 21 artisti provenienti da 11 Paesi

Si è chiusa giovedì 9 giugno, sulla spiaggia dell’Hana-Bi a Marina di Ravenna, la IX edizione di Beaches Brew, il festival musicale curato da Associazione Culturale Bronson (con un team diviso tra Italia, Olanda e Stati Uniti) che ha visto protagonisti 21 artisti da 11 paesi del mondo (Stati Uniti, Uganda, Indonesia, Australia, Olanda, Svizzera, Canada, Regno Unito, Repubblica Dominicana, Italia, Francia).

Insieme agli artisti, la grande protagonista è stata la community dei partecipanti, che è tornata ad affollare la spiaggia dell’Hana-Bi da tutta Italia ma anche da Germania, Svizzera, Olanda, Belgio, Austria, Regno Unito, Turchia, Irlanda e Stati Uniti. Un pubblico che è tornato a ritrovarsi, dopo i due anni di stop forzato dovuto alla pandemia, per dare vita con l’ascolto e con il movimento ad un rito collettivo: «Abbiamo intitolato scaramanticamente questa nuova edizione del festival Lost in Transitions, e lo abbiamo fatto (ora possiamo dirlo) con la paura di scoprire che il mondo che conoscevamo fosse andato, almeno in parte, perduto per sempre — dice Chris Angiolini, direttore artistico del festival –. Le migliaia di persone (abbiamo calcolato intorno alle 12.000 presenze complessive quest’anno) che sono venute a trovarci sulla spiaggia dell’Hana-Bi, nonostante il meteo non sempre benevolo, sono quindi molto di più di un semplice motivo di soddisfazione per chi ha lavorato alla manifestazione: sono la conferma che Beaches Brew è tornato e continua a crescere ed evolversi, al di là del puro dato numerico, in qualità e contenuti».

Le date dell’edizione del decennale di Beaches Brew, a giugno del 2023, saranno rivelate nel corso delle prossime settimane sul sito.

Liste d’attesa, la Regione: entro 2022 prima visita specialistica entro 30 giorni

L’obiettivo è tornare entro il 2023 ai valori di performance pre-pandemici

Da Destra Bonaccini Donini E BaldinoIl piano operativo per il recupero delle liste di attesa predisposto dalla Regione Emilia-Romagna si pone l’obiettivo di ritornare entro il 2023 ai valori di performance pre-pandemici per le prestazioni differibili o programmabili. Le urgenze, infatti, «sono sempre state garantite nei tempi fissati» – assicurano dall’ente di viale Aldo Moro –  e così, ovviamente, continuerà a essere.

Un percorso di rientro che prevede un primo, importante traguardo intermedio: entro la fine del 2022, i tempi previsti dovranno essere rispettati almeno nel 90% dei casi, raggiungendo gli indici di performance richiesti (area verde), e quindi dovrà essere garantita la prima visita specialistica entro 30 giorni e un accertamento diagnostico entro 60. In media, questi i tempi che prima del 2020 erano rispettati nel 97% dei casi, ed è a valori analoghi che la Regione vuole arrivare entro il 2023.

Sul fronte della chirurgia si prevede nel 2022 il recupero della capacità produttiva al 92% dei livelli del 2019 e il ripristino completo della capacità pre-pandemica nel 2023.

Massima trasparenza

Da diversi anni la Regione Emilia-Romagna è impegnata nell’implementazione di strategie di contenimento e programmazione efficiente delle liste di attesa, con particolare riferimento alle prestazioni specialistiche ambulatoriali e ai ricoveri chirurgici programmati. Inoltre, già dal 2019 è stato istituito l’Osservatorio Regionale sulle liste di attesa delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e di ricovero, mentre dal 2015 la rilevazione dei tempi di attesa, inizialmente trimestrale, è stata disposta a cadenza settimanale. Attraverso un cruscotto regionale, ogni settimana vengono rilevate le prenotazioni effettuate e quelle garantite entro i tempi standard e i dati di performance sono pubblicati sul sito www.tdaer.it e consultabili online da tutti i cittadini.

Le prestazioni recuperate

Complessivamente, nel 2020 sono state gestite e recuperate oltre 1,6 mln di prestazioni sospese. Per ciò che concerne gli interventi chirurgici, nel 2020 sono stati rimandati circa 74 mila ricoveri: al 1^ gennaio 2022 la casistica si era ridotta a solo 21 mila ricoveri. Si può quindi stimare un recupero di circa 53 mila interventi totali entro il 2021.

Piano di rientro, le misure previste

Il Piano della Regione mette nero su bianco gli strumenti con i quali si devono raggiungere gli obiettivi attesi. Per quanto riguarda gli interventi chirurgici programmati, si punta al massimo efficientamento delle sale operatorie, con una programmazione chiara e definita dei percorsi di preparazione dei pazienti per azzerare i tempi di degenza pre-operatori; un contributo, inoltre, è atteso dal privato accreditato: saranno ampliate le ore di sale operatorie disponibili dove operano i professionisti del servizio sanitario pubblico, così da poter aumentare il numero degli interventi; proseguirà poi il monitoraggio costante da parte della Regione della capacità delle Aziende sanitarie di erogare le prestazioni.

Sul fronte della diagnostica e delle visite specialistiche il tema chiave è quello della maggior produzione e della appropriatezza: saranno predisposti percorsi di accesso alle visite specialistiche, univoci e standardizzati per le patologie più frequenti, con diverse classi di priorità e che, in relazione al sospetto diagnostico individuato, consentano al medico la scelta appropriata della priorità. Il piano prevede poi il potenziamento della collaborazione tra aziende sanitarie anche di diverso ambito territoriale per ampliare le disponibilità di prenotazione dei servizi.

Anche la telemedicina, dimostratasi preziosa per superare le difficoltà determinate dalla pandemia Covid-19, giocherà un ruolo di primo piano nell’ottimizzare l’utilizzo delle risorse disponibili, sviluppando modalità alternative a distanza, in grado di garantire la continuità assistenziale dei pazienti impossibilitati ad accedere alle strutture nei tempi di previsti e ai residenti in aree remote che potranno essere anche tele monitorati a distanza. La telemedicina potrà essere implementata anche per le branche specialistiche, ad esempio, legate ai casi di esenzione per patologia cronica a scadenza.

Dossena lascia il Ravenna. Il club ringrazia per «il gioco sempre propositivo»

Al suo posto in arrivo il tecnico della squadra che ha battuto i giallorossi in finale play-off

Dossena RavennaIn attesa di sapere di più sulle eventuali possibilità di ripescaggio in serie C, il Ravenna Football Club comunica «che si interrompe il rapporto di collaborazione con il tecnico Andrea Dossena».

La società ringrazia il mister «per la professionalità, il carisma e la determinazione con i quali ha lavorato in questa stagione», ricordando il secondo posto con ben 83 punti conquistati «ed il migliore attacco della categoria» e il «calcio sempre propositivo che ha saputo riaccendere l’entusiasmo dei nostri tifosi, come auspicato dal nostro progetto sportivo».

Dossena è vicino alla firma con il Renate, in serie C, mentre sulla panchina giallorossa pare essere in arrivo Cristian Serpini, allenatore di quel Lentigione che pochi giorni fa ha battuto il Ravenna nella finale play-off del girone D del campionato di serie D.

Dalla Regione 300mila euro per realizzare un campo da padel e una “pump truck”

Grazie alla legge regionale sugli impianti sportivi verrà riqualificato il parco “La Tana”

La Pump Track (2)Il Comune di Conselice ha ottenuto un contributo regionale per riqualificare e ammodernare il parco sportivo “La Tana” e i campi da tennis comunali.  Il contributo è stato ottenuto grazie alla legge regionale n.5/2018 (concessione di contributi per investimenti dedicati allo sport) e ammonta a 300mila euro, per una copertura quasi complessiva dell’intervento, il cui costo sarà di 325mila euro.

Al parco “La Tana” è presente una piastra polivalente risalente agli anni ’90, utilizzata prevalentemente per il gioco della pallacanestro e calcetto, che oggi si presenta deteriorata in molte parti, risultando difficilmente utilizzabile per la pratica sportiva. Inoltre la balaustra perimetrale che delimita il campo da gioco manca in alcuni tratti. Anche l’arredo urbano e l’illuminazione risultano da riqualificare e sostituire.

In prossimità della piastra polivalente è presente un bike park, realizzato nel 2012 dal Comune di Conselice, utilizzando terreno proveniente da scavi di lottizzazioni comunali per realizzare un percorso per mountain bike con sali-scendi, curve e paraboliche, modellato sul posto. Tale intervento ha avuto nell’immediato molto seguito e partecipazione di ragazzi giovani creando aggregazione e socialità, ma con esigenza continua di manutenzione (difficile da eseguire per l’ente per costo e tempo) ed essendo una struttura a ingresso libero e non gestito da nessuna società, il percorso nel tempo si è consumato e ricoperto di vegetazione, risultando inutilizzabile.

Per il parco si prevede l’ammodernamento della piastra polivalente utilizzabile per molteplici discipline sportive (calcetto, basket, pallamano e pallavolo) e l’installazione di una “pump track”, ovvero una pista adatta ad ogni mezzo che prevede l’utilizzo di ruote (bicicletta, skateboard, pattini a rotella, monopattini), caratterizzata dalla presenza di curve paraboliche e whoops, un’attrattiva innovativa e in forte sviluppo ancora assente in Bassa Romagna.

Per quanto riguarda l’impianto del tennis, che si trova in via Don Gianstefani 5, esso risale al 1970 e necessita di essere ammodernato, mediante la realizzazione di strutture sportive di nuova generazione che possano coinvolgere e attrarre persone di tutte le età. Per questo verrà realizzato un campo da padel, che sostituirà il campo di sabbia da racchettoni già esistente. Sarà il primo nel territorio comunale.

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