È successo a Lugo. Il presidente dell’ente si difende: «La sua richiesta è in stand-by, in attesa dei tre gradi di giudizio»
Sta creando scalpore in queste ore il fatto riportato nei giorni scorsi dal Carlino Ravenna, confermato dai diretti interessati. La Pubblica Assistenza di Lugo ha infatti deciso di rifiutare, almeno temporaneamente, l’offerta di tornare a fare volontariato da parte di una ragazza ravennate che tre anni fa denunciò un membro del Cda dell’ente, il 62enne Gabriele Mauro, accusandolo di averla palpeggiata e molestata durante il servizio civile nella sede della Pubblica Assistenza.
L’uomo è stato condannato a 3 anni lo scorso novembre, ma non essendo ancora la sentenza definitiva, la Pubblica Assistenza preferisce aspettare, prima di riaccogliere la ragazza, nonostante al momento sia solo una vittima della vicenda.
«La ragazza non è stata respinta – si difende il presidente della Pubblica Assistenza di Lugo, Giovanni Lizza, sulle pagine del Corriere Romagna in edicola oggi – e noi siamo già stati danneggiati molto da questa situazione: l’abbiamo solo messa in stand by prima che la vicenda venga chiarita definitivamente», dice, sottolineando come siano previsti tre gradi di giudizio. «Prima di accettare qualcuno – spiega ancora – guardiamo che non abbia vertenze legali in atto: non vogliamo volontari che potrebbero mettere zizzania nell’associazione».
Esterrefatte, invece, si dicono le associazioni femministe, che denunciano come «ancora una volta» siano stati messi sullo stesso piano una donna vittima di violenza e l’aggressore.
Le ultime parole di Mario Claudio Cognola alla nipote, poco dopo aver accoltellato a morte Maria Ballardini
«L’ho uccisa un quarto d’ora fa e ora la faccio finita perché senza di lei non posso vivere». Sono state queste le ultime parole proferite dal 77enne Mario Claudio Cognola prima di lanciarsi dal balcone di casa, giovedì mattina, dal terzo piano di un condominio di via Gardella, a Ravenna, dopo aver ucciso a coltellate la moglie Maria Ballardini, 82 anni.
Parole pronunciate al telefono con la nipote – che sarebbe andata a trovare gli zii poco dopo – il cui marito ha poi allertato i carabinieri.
È quanto emerso dalle indagini e riportato sui quotidiani in edicola oggi, 12 marzo.
Intanto, dalla documentazione medica – scrive per esempio il Carlino – è emerso come la vittima soffrisse da tempo di patologie legate all’età e in particolare da un dolore cronico alle articolazioni che l’aveva fortemente limitata nei movimenti. Il marito soffre invece di problemi cardiaci; ora è in prognosi riservata all’ospedale, con ferite in particolare agli arti inferiori dopo il volo di una decina di metri.
Esclusi dagli inquirenti altri moventi se non quello di porre fine ai problemi di salute e a una vita diventata insostenibile.
In Italia 8 Italiani su 10 non hanno mai eseguito una visita urologica. Il 95% dichiara di “non avere problemi” e di essere ancora giovane. Meno del 5% dei ragazzi sotto i 20 anni ha eseguito una visita urologica contro il 60% delle loro coetanee.
In occasione della Festa del Papà, la Fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, promuove un importante iniziativa dedicata alla salute maschile, un weekend di sensibilizzazione della popolazione sul tumore alla prostata che prevede servizi gratuiti, clinico-diagnostici e informativi, all’interno degli Ospedali del Network Bollini Rosa e Bollino Azzurro che attraverso i Team Multidisciplinari si occupano di questa problematica di salute.
Anche gli Ospedali “Santa Maria delle Croci” di Ravenna, “Umberto I” di Lugo e “Degli Infermi” di Faenza, insieme partecipano a questa importante iniziativa in unico appuntamento nella giornata di venerdì 18 marzo, dalle ore 09.30 alle 12.30.
Il direttore dell’Unità Operativa di Urologia, Salvatore Voce, assieme Giorgio Bruno incontrano la popolazione sulla piattaforma Zoom affrontando il tema “Pianeta Uomo: Salute e Prevenzione maschile”. Al termine della discussione sarà disponibile uno spazio dedicato a Domande&Risposte, dove i partecipanti potranno porre i propri dubbi e curiosità direttamente al professionista.
Per partecipare alla diretta Zoom occorre compilare il modulo di iscrizione presente sul sito internet www.auslromagna.it/h-open-weekendtumore-prostata ricevendo, successivamente, via e-mail il link diretto dell’evento.
Obiettivi della campagna di sensibilizzazione, spiega Giorgio Bruno, sono «rendere la popolazione maschile maggiormente consapevole della necessità, sotto il profilo della salute urologica, sessuale e riproduttiva, di essere assistiti dall’urologo nell’arco di tutta la vita, dall’adolescenza alla maturità̀, fino alla senescenza. Annullare il divario fra i sessi attraverso un rapporto analogo a quello della donna con il ginecologo. La diagnosi precoce di una malattia crea la differenza nel percorso terapeutico permettendo il raggiungimento di risultati migliori in termini di cura. La costante cura sanitaria rende qualitativamente migliore la vita».
Da lunedì 14 marzo, l’Emilia-Romagna torna in zona bianca. Il passaggio nella fascia a rischio minore rispetto a quella gialla (le regole sono pressoché le stesse, comunque), è stato annunciato dal ministro della Salute, Roberto Speranza.
Il passaggio sulla base dei dati settimanali validati dal ministero della Salute che indicano per la regione, l’Rt sotto l’1 e l’occupazione dei posti letto nei reparti ospedalieri sotto la soglia limite (il 10% nelle terapie intensive e il 15% dei reparti Covid ordinari).
In particolare, i dati settimanali del ministero, registrano per l’Emilia-Romagna un’incidenza dei nuovi casi ogni 100mila abitanti a 335,4, con Rt 0,72 (era 0,56 la settimana scorsa), l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva all’8% (era il 7%) e l’occupazione dei posti letto nei reparti Covid ordinario al 13% (era il 15%).
«Una buona notizia che ripaga dei tanti sacrifici che abbiamo dovuto affrontare negli ultimi mesi – commenta l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini -. Dobbiamo però continuare a essere prudenti perché il Covid non è ancora sconfitto. Responsabilità personale e rispetto delle regole devono accompagnarci ancora ogni giorno per un ritorno graduale alla normalità che tutti desideriamo».
In tutta la regione sono 7mila, la maggior parte si è appoggiata a parenti o associazioni di volontariato
faenza, primi arrivi dei rifugiati ucraini
Sono 430 (di cui 226 adulti e 204 minori) i profughi in fuga dall’Ucraina arrivati finora (dato aggiornato all’11 marzo) in provincia di Ravenna. Di questi, 21 sono stati accolti nei Cas (Centri di accoglienza straordinaria). La maggior parte, invece, ha trovato ospitalità presso parenti e associazioni di volontariato.
In tutta la regione sono oltre 7mila. Ad accoglierli c’è tutto il sistema regionale, in continuo raccordo con il Commissario delegato per l’emergenza, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini. A partire dalle Prefetture, cui spetta il compito di svolgere le procedure necessarie, fin dalle operazioni anagrafiche. Insieme ai Comuni e alle amministrazioni locali, le Prefetture si occupano inoltre di reperire le collocazioni di prima accoglienza mediante la rete dei centri Cas e la rete Sai (Sistema accoglienza e integrazione).
Come previsto da un decreto del presidente Bonaccini, in veste di Commissario delegato per l’emergenza, si stanno sottoscrivendo convenzioni con le associazioni di categoria degli albergatori per mettere a disposizione posti letto in strutture alberghiere o gestite dal volontariato, da attivare se i posti disponibili nei Cas e nella rete Sai non fossero più sufficienti.
Anche in Emilia-Romagna, inoltre, il ministero dell’Interno ha avviato il censimento degli immobili confiscati per metterli a disposizione dell’emergenza profughi dall’Ucraina.
Sanità
Il sistema sanitario regionale è mobilitato per accogliere e dare assistenza ai profughi che provengono dall’Ucraina. All’arrivo in Emilia-Romagna, a tutti viene anzitutto rilasciato il codice STP (Straniero Temporaneamente Presente), valido per sei mesi ed eventualmente rinnovabile. Il codice consente l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale, con gli stessi diritti dei cittadini italiani per l’accesso alle prestazioni.
Negli hub vaccinali e nelle altre strutture presenti sul territorio, entro 48 dall’arrivo, ai profughi viene fatto il tampone Covid e garantita la somministrazione del vaccino (prima, seconda o terza dose). La vaccinazione è su base volontaria per le persone con meno di 50 anni, mentre è obbligatoria per gli over 50. Sono assicurate, inoltre, sempre su base volontaria, altre vaccinazioni contro le malattie di cui si conosce l’esistenza di focolai in Ucraina (difterite, tetano e pertosse).
Le persone risultate positive al Sars-Cov-2 vengono poste in isolamento nelle strutture dedicate; gli asintomatici o – paucisintomatici – non in grado di restare in isolamento presso l’alloggio a cui sono stati destinati, per esempio quelli collocati nei Cas, saranno ospitati nei Covid hotel fino alla negativizzazione.
Le Aziende sanitarie si faranno carico di eventuali necessità sanitarie dei profughi (visite specialistiche, erogazione di farmaci, e così via) sia attraverso la rete dell’assistenza primaria e delle Case della Salute, che attraverso la rete ospedaliera. In particolare, si stanno predisponendo percorsi per una prima e immediata erogazione di farmaci che necessitano l’assoluta continuità di terapia (ad esempio insulina per i diabetici, psicofarmaci, e così via).
Per quanto riguarda l’accoglienza ai bambini colpiti da malattie oncoematologiche, il sistema sanitario regionale, su proposta della Associazione italiana di ematologia e oncologia pediatrica (Aieop) e dell’Associazione genitori ematologia oncologia pediatrica (Ageop), ha predisposto un piano che mette a disposizione 20 posti letto, più eventualmente altri cinque di Day hospital, nei reparti di oncoematologia pediatrica delle strutture ospedaliere regionali.
La Regione, infine, in collaborazione con le Ausl e le associazioni di psicologi, ha messo a punto un piano di supporto psicologico, con il coinvolgimento di circa 150 specialisti. Di questi almeno 50 lavorano per il servizio sanitario regionale, gli altri a favore di associazioni o enti.
Scuola
L’inserimento dei minori nelle strutture scolastiche della Regione dovrà innanzitutto prevedere a monte il censimento da parte delle Prefetture, per il tramite delle Questure, dei minori presenti nelle singole province. Il tutto in stretto coordinamento con l’Ufficio scolastico regionale che avrà il ruolo, d’intesa con i Comuni e gli enti locali, di definire le scuole di potenziale inserimento dei minori fino a 18 anni, il più possibile in prossimità della residenza temporanea.
In attesa di eventuali ulteriori indicazioni da parte del Governo, la frequenza nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole di ogni ordine e grado è comunque subordinata al rispetto di quanto prevede la normativa nazionale e regionale in ambito sanitario.
In particolare, dopo che i bambini e ragazzi provenienti dall’Ucraina avranno ricevuto le vaccinazioni previste, saranno individuate le scuole di potenziale inserimento presso gli istituti scolastici in base all’età.
Le scuole potranno poi attivare il supporto psicologico e quello linguistico. Per questo aspetto, il ministero dell’Istruzione ha già provveduto ad un primo stanziamento di 1 milione di euro a livello nazionale.
In occasione del ritorno del capolavoro di Rondinelli. Il 19 marzo l’inaugurazione
Sono sette le sale del Museo Nazionale di Ravenna interessate da un nuovo allestimento: quattro dedicate alla pittura, due alle ceramiche e una agli oggetti devozionali. Frutto di un lungo lavoro composto da molteplici fasi, dalla ricerca d’archivio al restauro, dagli accordi con istituzioni alla progettazione dei nuovi sistemi espositivi, il percorso sarà fruibile al pubblico a partire da questa primavera.
«È un progetto ambizioso per un museo statale – dichiara la direttrice Emanuela Fiori – ma è stato pensato affinché l’arrivo del capolavoro di Nicolò Rondinelli, tornato in città grazie al progetto del Ministero della Cultura 100 opere tornano a casa, non fosse un’occasione sprecata. Ristudiando le opere pittoriche già presenti e firmando importanti convenzioni con altri istituti museali autonomi nazionali abbiamo creato un racconto che restituisce dignità a questa collezione di dipinti che, seppur piccola, è un vero excursus nell’arte romagnola tra XV e XVIII secolo».
Le prime quattro sale ospitano infatti opere rilevanti per la pittura del territorio, come la Resurrezione dipinta da Luca Longhi, concessa in prestito pluriennale dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna.
«Non ho dubbi che sia una scelta giusta per la valorizzazione di questo capolavoro del maestro ravennate – dichiara Maria Luisa Pacelli direttrice della Pinacoteca – del quale si conservano in città gli ideali completamenti del ciclo pasquale, il Cristo morto sorretto dagli angeli e gli affreschi della Deposizione e dell’Ascensione».
Nelle tre sale successive le ceramiche istoriate, le maioliche arcaiche e gli oggetti devozionali acquisiscono maggiore risalto grazie alle vetrine espositive e al rinnovato assetto illuminotecnico.
«Anche qui non mancano le novità – sottolinea Giorgio Cozzolino Direttore Regionale Musei Emilia-Romagna -. La collaborazione con il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza ha consentito il rientro a Ravenna di una serie di maioliche, in parte coinvolte nei dolorosi avvenimenti della seconda guerra mondiale. Grazie poi alla convenzione con la Soprintendenza di Ravenna verrà esposto anche un nucleo di ceramiche provenienti dallo scavo della Chiesa di S. Croce, così come tornano visibili nell’ultima sala piccole ma preziose testimonianze tessili rinascimentali».
“A febbraio, nei giorni di gratuità, abbiamo accolto con piacere un pubblico appassionato – conclude la direttrice del Museo Emanuela Fiori – composto soprattutto da ravennati che hanno molto apprezzato il nuovo allestimento. Li invito, approfittando anche della card di abbonamento, a tornare al Museo per vedere il risultato completo”.
L’inaugurazione delle nuove sezioni è prevista il 19 marzo alle 11.30 alla presenza delle direttrici della Pinacoteca di Bologna, del Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Ravenna, del sindaco e dell’assessore alla Cultura del Comune di Ravenna.
A poche ore di distanza dall’annuncio di quella di Lugo, anche la piscina comunale di Ravenna comunica che da lunedì 14 marzo chiuderà a causa del caro bollette. Con l’auspicio di poter riaprire il 28 marzo.
La decisione arriva pochi giorni dopo quella di alzare le tariffe, per far fronte agli aumenti.
Ma ora «la situazione di guerra in Ucraina ha fatto saltare tutte le previsioni».
I gestori della Pool 4.0 Srl sottolineano «l’impatto che il conflitto sta esercitando sulle quotazioni delle materie prime energetiche. In particolare, il prezzo del gas naturale consegnato in Italia che nel mese di gennaio si è consuntivato a 86,02 euro/Mwh, nei primi sei giorni di marzo è salito a 159. L’energia da 224 a 355 euro/Mwh. Per le stesse forniture un anno fa occorrevano 25 euro/Mwh per il gas e 80 per l’energia elettrica».
I gestori della piscina quindi si dicono costretti a sospendere l’attività «per non creare ulteriori situazioni di disequilibrio che potrebbero minare la prosecuzione in futuro delle attività».
Tornano di nuovo sopra quota 300 (304 per l’esattezza) i contagio giornalieri in provincia di Ravenna, dove restano però solo 2 le persone in terapia intensiva (come ieri) e non si registrano nuovi decessi.
IL BOLLETTINO REGIONALE DELL’11 MARZO
Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 1.210.197 casi di positività, 2.910 in più rispetto a ieri, su un totale di 18.556 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore, di cui 10.167 molecolari e 8.389 test antigenici rapidi.
I pazienti attualmente ricoverati nelle terapie intensive dell’Emilia-Romagna sono 58 (-4 rispetto a ieri), di cui sempre 2 a Ravenna, l’età media è di 65,8 anni. Per quanto riguarda i pazienti ricoverati negli altri reparti Covid, sono 1.048 (-22 rispetto a ieri, -2,1%), età media 74 anni.
I casi attivi, cioè i malati effettivi, sono 28.918 (+745). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 27.812 (+771), il 96,2% del totale dei casi attivi.
Le persone complessivamente guarite sono 2.153 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 1.165.221.
Purtroppo, si registrano 12 decessi, nessuno nelle tre province della Romagna.
In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 16.058.
Un anno fa i gestori spendevano circa 600 euro di gas al giorno, quest’anno 2.500
A fronte dell’insostenibile aumento del prezzo del gas, il Comune di Lugo e la società Sport Ravennate hanno deciso di sospendere il funzionamento della piscina comunale per due settimane, a partire da lunedì 14 marzo.
Una decisione che il gestore ha proposto all’Amministrazione partendo da dati precisi: ogni giorno vengono utilizzati 1.000 metri cubi di gas metano che in questo momento costa al gestore 2.500 euro al giorno (l’anno scorso ne spendeva circa 600), cifra suscettibile di aumenti viste le oscillazioni del costo dell’energia.
A questo si aggiungono anche le spese dell’energia elettrica e delle altre materie prime tutte soggette a notevolissimi aumenti.
Saranno sospese solo le attività della piscina mentre il resto degli impianti sportivi saranno aperti. La società di gestione, e le società che organizzano le attività si sono impegnate a garantire agli abbonati il mantenimento dei servizi acquistati prolungando la durata dell’abbonamento oppure rimborsando o scontando la differenza in casi di impossibilità.
«È una scelta drastica ma riteniamo che in questo momento sia l’unica possibile – spiega il vicesindaco Pasquale Montalti – . È una situazione particolarmente complessa anche per gli enti locali. Per chiarire meglio la situazione, il nostro Comune ha speso nei primi cinquanta giorni dell’anno un terzo delle risorse destinate alle spese energetiche. In questo scenario, nel quale vanno garantiti i servizi essenziali a partire dalle scuole e dagli asili, sospendere per due settimane l’attività della piscina diventa il male minore».
«Vogliamo rassicurare i cittadini e gli utenti – afferma Davide Gilli, presidente di Sport Ravennate -: questo è un gesto che riteniamo indispensabile ma che non vorremmo fare. In questo momento è davvero impossibile resistere a queste condizioni, tant’è che le stesse società di vendita del gas stanno scrivendo ai clienti avvisando della insostenibilità per il nostro tessuto economico della situazione attuale intendiamo riprendere al più presto e con maggiore voglia».
Sia l’Amministrazione Comunale che Sport Ravennate intendono, con questa scelta, inviare un messaggio forte al Governo ed alle istituzioni deputate al controllo dei costi energetici: «Gli impianti sportivi energivori – si legge nella nota inviata alla stampa – hanno necessità di attenzione specifica, serve un piano preciso per un comparto che rischia seriamente la chiusura e non bastano gli interventi spot inseriti negli ultimi decreti, rivolti per altro solo ad una categoria di gestori e non a tutti gli impianti pubblici che invece soffrono questa situazione».
Muore un anziano nel Lughese, forse colpito da un malore
Un anziano è morto nella mattinata di oggi (11 marzo) andando a schiantarsi contro un treno.
L’uomo (l’82enne Paolo Bassi, pensionato) si trovava alla guida della propria Volkswagen Polo quando – per cause ancora in corso di accertamento – ha tirato dritto al passaggio a livello sulla provinciale Bagnara – a Villa San Martino, nel Lughese – abbattendo le sbarre abbassate e andandosi a schiantare con il treno di passaggio.
Non è da escludere che sia stato un malore la causa dell’incidente.
L’uomo è morto sul colpo.
L’incidente ha causato disagi anche al traffico ferroviario.
Progetto dell’Auser di Lugo per aiutare chi soffre la solitudine
Una voce amica al telefono può far compagnia quando si è anziani e soli. È partito il progetto dell’Auser di Lugo che ha lo scopo di fare compagnia telefonica agli anziani soli del territorio. Pandemia, invecchiamento della popolazione, disabilità permanenti o temporanee, ondate di caldo, hanno pesantemente evidenziato in questi ultimi anni la necessità di percorsi progettuali e di risposte articolate e puntuali, anche innovative: per portare conforto materiale e morale in un lungo momento in cui tutti ci siamo riscoperti più fragili, più bisognosi dell’altro, più soli.
Si tratta del progetto “sentirsi acColti” (co-progettazione regionale, delibera N.1826 del 7/12/20) che vede come capofila la consulta del volontariato Comuni della Bassa Romagna e ha come obiettivo il contrasto delle solitudini involontarie specie nella popolazione anziana. La “compagnia telefonica” segue un elenco indicato dai servizi sociali del comune di Lugo, e crea un legame non più solo emergenziale, bensì strutturale, cadenzato, continuo, per dedicare ai destinatari un ascolto, un conforto, un’attenzione tutta particolare. Un’attività che arricchisce in modo significativo entrambi i protagonisti di questo contatto, chi chiama e chi riceve la telefonata. Gabriella e Lucia, le volontarie Auser che si occupano delle telefonate agli anziani soli, definiscono l’esperienza come “emozionante e coinvolgente”.
«Si è partiti dalla constatazione di un’utenza sempre più disorientata, per cercare di costruire un’interazione tesa a superare insieme smarrimento e paura – spiega Carla Bergami, dell’Auser di Lugo -. Spesso l’unica compagnia per chi è solo è la televisione, che spesso alimenta e amplifica terrore e ansia. Allora la risposta parte da un’altra semplice modalità tecnologica, alla portata di tutti: il telefono. L’attività che abbiamo avviato permette uno scambio di opinioni, di riflessioni sul passato e sul presente, di indicazioni utili a entrambi i protagonisti».
Il progetto al via in Emilia-Romagna, a cui hanno già aderito più di 500 persone, è rivolto a italiani e stranieri, con figli di età compresa tra 0 e 3 anni, per capire in particolare le scelte riguardo all’allattamento completo a tre e cinque mesi
Parte in Emilia-Romagna “Allatta-Co-Rer”, un progetto dedicato a chi è diventato genitore durante la pandemia. Un questionario rivolto a italiani e stranieri, con figli di età compresa tra 0 e 3 anni, per capire come le neo-mamme e i neo-papà abbiano vissuto questa esperienza, avvenuta in un momento così difficile. In particolare riguardo all’allattamento completo a tre e cinque mesi.
I questionari, le cui risposte saranno anonime, si svolgeranno on-line e saranno disponibili in lingua italiana, inglese e francese. Sono stati realizzati sulla base degli spunti raccolti, nel periodo giugno-settembre 2021, durante una serie di incontri on-line, a cui hanno partecipato circa 60 genitori, professionisti della sanità, del sociale e associazioni di volontariato.
A due settimane dall’avvio del progetto, sono già oltre 500 le persone che hanno scelto di aderire. L’iniziativa continuerà per tutto il mese di marzo. Per ulteriori informazioni sul progetto e per i questionari nelle diverse lingue, consultare il seguente link: https://regioneer.it/ricerca.
“Hai partorito durante l’emergenza da Covid-19? Come è stata la tua esperienza?”. Queste sono alcune delle domande presenti nel questionario proposto ai partecipanti allo studio. Si vuole cercare di conoscere come le restrizioni abbiano influito sulle scelte dei genitori e raccogliere l’opinione sull’assistenza e sul supporto ricevuti subito dopo la nascita e nei primi mesi di vita del neonato.
«Indagine resa possibile grazie alla collaborazione – spiega Raffaele Donini, assessore alle Politiche per la salute – di genitori e professionisti della sanità e del sociale. L’allattamento è una priorità di salute pubblica, perché è il modo naturale di alimentare i bambini ed è l’inizio ideale per la vita. Da anni la Regione sostiene le donne e le famiglie in questo momento così delicato del percorso nascita. La ricerca che abbiamo avviato si inserisce in questo programma con il preciso obiettivo di dar voce alle madri, alle famiglie e a chi è protagonista dei percorsi di assistenza e cura, per indagare quali siano i meccanismi di funzionamento su cui si può intervenire, migliorando l’offerta dei servizi».