giovedì
21 Agosto 2025

Dopo nove anni di segno meno, tornano a crescere le imprese della provincia

Ma meno che in regione. I dati dell’osservatorio della Camera di Commercio, influenzati dalla pandemia…

Consulenza ImpreseDopo nove anni di segno meno, il 2021 si chiude con un saldo positivo tra iscrizioni e cancellazioni delle imprese in provincia di Ravenna.

«Un segnale favorevole da leggere comunque con cautela perché condizionato dalla situazione sanitaria». Avverte Giorgio Guberti, commissario straordinario della Camera di commercio di Ravenna, a commento dell’analisi sulla natalità e mortalità delle imprese realizzata dall’Osservatorio dell’economia dell’Ente di Viale Farini, su i dati del Registro delle imprese.

Il 2021 – sottolinea la Camera di commercio – si è chiuso con un ritrovato slancio delle attività imprenditoriali che, tra gennaio e dicembre, hanno fatto registrare 1.857 nuove iscrizioni (quasi il 14% in più rispetto all’anno precedente). Dopo la frenata imposta nel 2020 dal lockdown e dalla fase acuta dell’emergenza Covid, il rimbalzo della natalità non ha però coinciso con un pieno recupero del dato pre-pandemia, mantenendo un gap di circa 78 aperture in meno rispetto al 2019 (- 4% in termini di variazione percentuale) e di 386 in meno rispetto alla media del decennio ante-Covid.

Le 1.755 cessazioni volontarie di attività, rilevate tra gennaio e dicembre dello scorso anno, costituiscono il valore più basso degli ultimi dodici anni, persino più contenuto di quello già record registrato nel 2020, seppur condizionate da un effetto “surplace” (o di “temporeggiamento”) causato dalle sospensioni o restrizioni all’esercizio di diverse tipologie di attività. Il saldo netto annuale è quindi positivo e pari a +102 unità, anche se in parte influenzato dagli effetti della congiuntura sanitaria.

A fine dicembre 2021, lo stock complessivo delle imprese registrate a Ravenna ammontava a 38.389 unità e si registra un tasso di crescita relativa, rispetto all’anno della piena pandemia, pari a +0,27% (+0,76% mediamente in Emilia-Romagna e +1,42% in Italia).

«Stiamo vivendo – ha concluso Guberti – una importante fase di cambiamento, dopo un lungo e sofferto periodo di crisi, con gravissimi effetti in termini di perdita di capacità produttiva e di occupazione. La scarsità delle materie prime e il rincaro dell’energia hanno avuto e stanno avendo effetti molto pesanti sul tessuto delle nostre imprese. Dobbiamo sostenere la ripresa della produzione del gas nazionale e puntare ad essere un esempio virtuoso della transizione ecologica, sostenendo le nuove esigenze che si sono attivate, di sostegno alla competitività, di rappresentanza degli interessi, di redistribuzione delle risorse e di più equa gestione dei beni comuni».

I settori. Dal punto di vista delle dinamiche settoriali, crescono l’edilizia (+144 il saldo totale dello stock rispetto al 2020), il cui trend risente positivamente della performance dell’artigianato (+107 unità) ed è il comparto che cresce di più. In aumento anche il complesso dei servizi orientati alle imprese (+143), di cui +64 unità per le attività immobiliari, +34 per quelli professionali e scientifiche, +35 per il noleggio, agenzie viaggio e servizi di supporto e +10 aziende nel campo dell’ICT. Segno più anche per il credito (+3 unità).

Grazie in particolare alla stagione estiva, che ha rallentato parzialmente la crisi epidemiologica, e grazie anche alla correlata ripresa del turismo, mostrano segnali di dinamismo anche le attività di alloggio e ristorazione (+31). I servizi alle persone crescono complessivamente di 4 unità: in positivo sanità (+2), le altre attività di servizio (+1) e istruzione (+2).

In termini assoluti, saldi negativi si registrano in agricoltura (-147 aziende) e si tratta di una tendenza di fondo in atto da anni e che solo saltuariamente rallenta, e, a seguire, nel trasporto e magazzinaggio (-49), settore particolarmente colpito dalle conseguenze negative legate al covid; infine nel commercio (-35 unità commerciali, contro il -144 del 2020), coinvolgendo sia l’ingrosso (-19) che il dettaglio (-16), e nelle attività artistiche e di intrattenimento (-1). Stabile l’industria in senso stretto, di cui anche la manifattura.

L’edizione 2022 di Omc slitta avanti di un anno «per il perdurare della pandemia»

L’appuntamento con la nuova versione della conferenza del mondo offshore, ora declinata con un approccio più ampio sul tema energetico, era previsto per maggio

Uff Stampa.it
Omc 2019

La prossima edizione di Omc a Ravenna slitta di un anno per l’emergenza pandemica. La conferenza dedicata all’energia nel Mediterraneo – nuova veste della kermesse finora biennale e dedicata al mondo delle estrazioni offshore – si terrà al Pala De Andrè a maggio 2023 e non il prossimo maggio. «La decisione di posticipare di un anno l’edizione 2022 – si legge in una nota degli organizzatori – è maturata in seguito al perdurare delle restrizioni soprattutto per chi viaggia dall’estero e dopo aver verificato l’impossibilità di spostare l’appuntamento ai mesi successivi per la presenza di altri eventi». L’ultima edizione si è tenuta a ottobre 2021, posticipata di qualche mese rispetto alla consueta cadenza in primavera (l’appuntamento ancora precedente era stato nel 2019 quando il Covid non si sapeva cosa fosse).

«Abbiamo dovuto prendere, a malincuore, questa decisione – commenta la presidente di Omc, Monica Spada – per rispetto di tutti coloro che sono interessati all’evento. L’edizione dello scorso anno ha indicato la voglia e la necessità di incontrarsi di persona per dialogare e creare occasioni di business.  Per questa ragione era stato  già fissato il prossimo appuntamento per maggio 2022. Con lo stesso spirito ora siamo costretti a spostarlo l’appuntamento a maggio 2023».

Nell’attesa di superare le incertezze legate alla situazione pandemica, la manifestazione continuerà nei prossimi mesi a presidiare il dibattito energetico con altre forme di comunicazione e porterà al 2023 i contenuti legati agli esiti della Cop 26 e Cop 27 con un focus specifico sul Mediterraneo. La discussione verrà orientata sul ruolo del gas, sempre più al centro del dibattito, al fianco delle rinnovabili e nuove di forme di energia coinvolgendo anche i settori cosiddetti hard-to-abate per intessere alleanze con il mondo degli energivori.

Va ricordato che nell’area esterna al Pala De Andrè sono in corso in lavori per la costruzione del nuovo palazzetto dello sport che, in teoria in base agli annunci politici, avrebbe dovuto essere pronto addirittura per l’edizione 2021 di Omc anche se si fosse fatta in primavera. Le cose non sono andate così e la struttura è ancora lontana dal completamento. Lo sarà per maggio 2023?

«L’università ha bisogno di più spazi e tornare un luogo dove socializzare»

Dopo 21 anni da docente, il geografo Mario Angelo Neve è stato eletto presidente del campus. E lancia una proposta di cooperazione tra sedi

Palazzo Corradini Campus Università
Palazzo Corradini una delle sedi del Campus universitario di Ravenna

«L’università a Ravenna ha bisogno di nuovi spazi che devono avere i servizi adeguati per le esigenze di studenti e docenti».
Nelle parole del professore Mario Angelo Neve c’è la missione del mandato triennale, appena iniziato, come presidente del campus. Un nuovo incarico per il docente di Geografia che iniziò la carriera accademica a Ravenna ventuno anni fa come ricercatore al dipartimento di Beni culturali.

Professor Neve, dove troverete gli spazi di cui ha bisogno il campus?
«Prima di tutto deve essere chiaro che gli spazi sono condizione necessaria ma non sufficiente: vanno fatti funzionare con i servizi giusti. Faccio un esempio: la caratteristica di Ravenna di avere un campus diffuso con più sedi è bella ma i palazzi storici del centro non sempre sono adeguati a fare lezione. Ambienti enormi con caratteristiche acustiche e di impianto che hanno bisogno di adattamenti notevoli per essere adeguati alle normative vigenti».

A quali altre soluzioni state guardando?
«Ci sono diverse possibilità. Ma sono solo ipotesi su cui ragionare. A breve il rettore sarà in visita in città per un sopralluogo complessivo, e sarà l’occasione per fare il punto, anche in considerazione delle necessità del nuovo corso di Medicina. Ma c’è bisogno di una visione a medio-lungo termine».

Il bisogno di spazi del campus è una risposta ai tempi pandemici?
«La pandemia ha solo accelerato un bisogno che si vedeva da anni con la costante crescita delle iscrizioni. Un esempio concreto può rendere l’idea. Prendiamo la magistrale in Cooperazione internazionale. L’accesso è con selezione, quest’anno gli iscritti sono 120 ma l’aula più grande che abbiamo ha 60 posti. Cerchiamo di gestire la cosa come si può. E dobbiamo tenere presente che metà degli iscritti sono stranieri da oltre 30 Paesi diversi che quindi hanno scelto questo corso con l’idea di seguirlo da frequentanti».

La pandemia che ha costretto a nuove dotazioni per strutturare in modo più funzionale la didattica a distanza quindi è stata un vantaggio…
«È un paradosso ma in effetti è così, tenendo conto anche che l’affluenza degli studenti all’università di Ravenna non ha quelle caratteristiche di massa che devono fronteggiare le scuole superiori».

La didattica mista, in presenza e a distanza, ha anche ampliato l’accessibilità agli studi universitari?
«Sicuramente per qualcuno è stato un vantaggio. Prendiamo gli studenti lavoratori, per loro c’è uno strumento più flessibile. Però il risvolto della medaglia è che per funzionare davvero si deve tendere alla spettacolarizzazione».

Neve Presidente Campus Università 2022
Mario Angelo Neve, presidente del Campus universitario di Ravenna

Non più lezioni ma show televisivi?
«In un certo senso è così. In carriera mi è capitato di fare lezione a gruppi di 120 persone in presenza e già era molto diverso rispetto a farlo in un’aula di 40: è come un comizio, sei molto più generico, hai poco contatto visivo. Se poi parliamo di situazioni miste con persone in presenza e altre collegate allora la spettacolarizzazione è inevitabile. Mantenere l’attenzione davanti a uno schermo per 6 ore è qualcosa di impensabile, soprattutto perché la generazione a cui ci rivolgiamo non è abituata ad alti livelli di concentrazione per lunghi periodi. Possiamo dirlo senza timore. E il docente deve arrivare a tutti, tende per forza a semplificare, deve accentuare gli elementi che alleggeriscono il discorso, deve usare immagini e video. Invece di fare lezione faccio Alberto Angela: non ho nulla contro Angela, che fa un ottimo lavoro, ma è televisione, non una lezione universitaria».

Dagli studenti quali sollecitazioni arrivano?
«Ho avuto modo di fare incontri durante il mio percorso di candidatura alla presidenza e ho sentito molte proposte intelligenti. In particolare si avverte il bisogno di riportare l’università ad essere un luogo in cui la cultura è un elemento di socializzazione e non solo un mezzo per trovare lavoro. L’università non può essere fatta di pendolari che timbrano il cartellino per lezioni e esami. Dobbiamo puntare a una popolazione universitaria che abbia più possibilità di vivere la città, ad esempio immaginando spazi di coworking molto flessibili e utilizzati per attività diverse. Lo studente può andare a teatro e fruire di uno spettacolo ma se riesce a contribuire a creare cultura è un’altra cosa».

Entra in carica nel mezzo di una pandemia. Cosa vede nel futuro del campus?
«Il momento più delicato l’ha vissuto certamente la professoressa Elena Fabbri che mi ha preceduto. Ora la situazione è più delineata. Io credo che sia importante impostare una pianificazione a medio termine su un orizzonte di 3-4 anni. Dobbiamo uscire dal ragionamento di voler risolvere problemi quando si presentano per non impiccarci alle emergenze. Prima dell’estate prepareremo un piano da presentare al Consiglio e faccio la stessa proposta agli altri campus per coordinarci: cooperare è meglio che competere».

Ma sa benissimo che i campanili esistono…
«Non ho nulla contro i localismi, la diversità è una bella cosa, se non diventa stucchevole. È giusto che ogni campus abbia le sue specificità ma queste non devono essere pretesti per non andare avanti. Cooperare non è qualcosa di mieloso, radical chic. La cooperazione vuol dire anche scontro: non bisogna avere paura del conflitto a patto che sia un confronto aperto e costruttivo».

Eredita un campus che ha appena registrato il record di aumento di iscrizioni, lo stesso campus in cui insegna dal 2000. Di cosa è figlia questa crescita?
«Tutti hanno fatto uno sforzo di razionalizzazione dei corsi. Di fronte alla moltiplicazione dei corsi che accadeva negli anni passati, Ravenna ha saputo armonizzare e ha attirato gli studenti che hanno capito le scelte fatte dietro ai corsi. Quando ogni campus della Romagna ha dovuto trovare la propria offerta specifica, a Ravenna si è puntato sul patrimonio ambientale e culturale. Invece di corsi con attrazioni superficiali che fanno scena, come vediamo nei supermercati delle università private online, si è andati a valorizzare le specificità esistenti senza cercare l’originalità a tutti i costi. Non è facile avere studenti da Germania, Francia e Inghilterra. Significa che hanno trovato un’offerta che apprezzano».

È morto in ospedale a Cotignola l’ex patron del Palermo, Zamparini

ZampariniÈ morto nella notte al Maria Cecilia Hospital, clinica privata di Cotignola, l’ex patron del Palermo calcio e del Venezia Maurizio Zamparini.

L’imprenditore friulano, 80 anni compiuti a giugno, è deceduto intorno alle 2 per le complicazioni legate a un problema al colon che ne aveva determinato il ricovero nei giorni scorsi.

Zamparini – si legge in un’agenzia dell’Ansa – già alla vigilia di Natale era stato ricoverato ed operato d’urgenza all’addome per una peritonite all’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine dove era anche stato per alcuni giorni in terapia intensiva in seguito all’intervento chirurgico per la gravità del quadro clinico. Dopo alcuni giorni Zamparini si era ripreso al punto da permettere il ritorno a casa anche se il quadro complessivo della sua salute non era dei migliori.

Nel corso della sua carriera da presidente, ebbe alle proprie dipendenza anche il tecnico ravennate Davide Ballardini, che fece molto bene nel suo Palermo tra il 2008 e il 2009, prima di accettare l’offerta della Lazio.

Proposte indecenti e palpeggiamenti: arrestato bidello che molestava le studentesse

L’uomo è accusato anche di aver mostrato foto dei propri genitali a ragazze minorenni

Bidello
Immagine di repertorio

Un bidello di 35 anni si trova da qualche giorno ai domiciliari dopo essere stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale continuata e pluriaggravata nei confronti di due minorenni di una scuola superiore della provincia.

La notizia è riportata sui due quotidiani locali in edicola oggi, 1 febbraio.

L’uomo, incensurato, è stato denunciato lo scorso 10 dicembre dal dirigente scolastico dell’istituto, che aveva raccolto le segnalazioni di docenti e studenti, non solo le due ragazze coinvolte.

Le accuse nei suoi confronti vanno dagli sguardi insistenti agli apprezzamenti volgari, fino alle proposte indecenti e, in due occasioni, ai palpeggiamenti. Le vittime sarebbero in particolare appunto due ragazze, di 15 e 17 anni. Una ha raccontato di essere stata anche afferrata per i polsi nel tentativo di trascinarla nell’aula “relax” della scuola.

Entrambe hanno raccontato di aver ricevuto dal bidello attenzioni morbose. L’uomo avrebbe mostrato più volte anche foto dei propri genitali dal suo telefonino.

A carico del 35enne era stato aperto anche un procedimento disciplinare per negligenza sul posto di lavoro, dove sarebbe stato sorpreso anche a dormire. Era stato assunto pochi mesi fa, a tempo determinato.

Dopo 17 giorni, rientra l’allerta smog in provincia di Ravenna

Blocco Traffico Smog Emissione AutoRientra l’allerta smog in Emilia-Romagna.

In base alle previsioni dell’Agenzia regionale per l’ambiente, le misure emergenziali sono sospese in tutte le province della regione.

È atteso dunque un miglioramento della qualità dell’aria. Da oggi, primo febbraio saranno in vigore solo le misure ordinarie anche in provincia di Ravenna, dove l’emergenza è durata per più di due settimane.

Qui tutte le misure da rispettare.

È morto Paolo Gatta, ex presidente della Grar e Stella al merito del Lavoro

Aveva 75 anni, lascia la moglie e due figli. Camera ardente fino alle 15 del 2 febbraio poi la cremazione

38403a6b 1947 4b3c 8069 2e93c43f49ccÈ scomparso all’età di 75 anni Paolo Gatta, cooperatore ravennate, figura di spicco nel settore dell’autotrasporto romagnolo e per oltre un decennio presidente della cooperativa Grar di Ravenna. Nel 2011 fu insignito dal presidente della Repubblica della Stella al Merito del Lavoro dopo oltre 40 anni di attività. Lascia la moglie Anna Maria e i figli Rudy e Vania. La salma sarà esposta alla camera mortuaria di Ravenna l’1 al 2 febbraio, vi resterà fino a mercoledì alle 15 poi partirà per la cremazione.

Dall’1 febbraio green pass per i negozi e vaccino obbligatorio per gli over 50

Entrano in vigore nuove regole per contrastare la diffusione della pandemia

Positive Green Pass Check On Smartphone, Required For Indoor TabLe disposizioni contro la diffusione della pandemia introducono nuove regole in tutta Italia da domani, 1 febbraio. Le novità principali sono l’obbligo di green pass (è sufficiente anche quello da tampone) per entrare in molti negozi e uffici pubblici e la possibilità di sanzioni (100 euro una tantum) per gli over 50 che non si sono vaccinati.

Accesso solo con green pass. Per andare a ritirare la pensione negli uffici postali, per andare in banca o dal tabaccaio per comprare le sigarette. Necessario anche per entrare negli uffici pubblici, negli uffici finanziari e nelle attività commerciali (ossia i negozi). E per le persone che accederanno senza green pass ai servizi e alle attività in cui è obbligatorio averlo, è prevista una sanzione da 400 a 1.000 euro. La stessa sanzione si applica al soggetto tenuto a controllare il possesso del Green pass se omette il controllo. Non sarà. necessario nei supermercati e nelle farmacie.

Durata certificato verde. Chi ha ricevuto due dosi o meno vedrà ridursi la durata del green pass da 9 a 6 mesi. Stessa durata per chi ha fatto anche la dose booster ma per questi ultimi è in arrivo una proroga della durata del documento.

Sanzioni per i non vaccinati. La sanzione sarà irrogata dall’Agenzia delle Entrate, attraverso l’incrocio dei dati della popolazione residente con quelli risultanti nelle anagrafi vaccinali regionali o provinciali.

Obbligo per altre categorie di lavoratori. Dal 15 febbraio prossimo, inoltre, il nuovo decreto introduce l’obbligo di green pass rafforzato o super green pass per i lavoratori pubblici e privati con 50 anni di età che accederanno ai luoghi di lavoro. Chi verrà sorpreso senza il certificato rischia una multa che varia dai 600 ai 1.500 euro. Chi, invece, non presenterà la documentazione sarà considerato assente ingiustificato con la sospensione dello stipendio, ma mantenendo comunque il lavoro.

Donna morta poche ore dopo una visita medica, esposto in procura di Codici

L’associazione di consumatori chiede alla magistratura di fare luce sul caso di una 74enne

L’associazione Codici che tutela i consumatori annuncia un esposto alla procura della Repubblica di Ravenna affinché venga fatta chiarezza sulla morte di una donna di 74 anni deceduta nella serata di domenica 23 gennaio. La vicenda è stata riportata dai quotidiani locali, Corriere Romagna e Resto del Carlino, il 27 gennaio. Nella serata di sabato la donna avrebbe accusato forti dolori allo stomaco, al punto da spingere i parenti a chiamare la mattina successiva la guardia medica. Solo nel pomeriggio di domenica ci sarebbe stato l’arrivo di una squadra di medici Usca, necessaria in quanto i parenti della donna erano positivi al Covid, che le avrebbero diagnostica un mal di pancia. Nella notte l’anziana è morta.

Ivano Giacomelli, segretario nazionale di Codici, chiede che si faccia luce su quanto accaduto: «Soprattutto su quanto sarebbe avvenuto nel corso della visita, in cui, a detta dei familiari, il malore della donna sarebbe stato minimizzato, ignorando le cartelle cliniche proposte per testimoniare i precedenti della signora, che in passato aveva avuto un episodio simile, dovuto ad un’ernia iatale. Sarebbe stato escluso anche il ricorso al Pronto Soccorso, ma tempo poche ore e la donna è deceduta. Una tragedia su cui abbiamo ritenuto doveroso richiedere l’intervento della procura, occupandoci come associazione di casi in cui il paziente non riceve le dovute cure. Non possiamo dire se sia malasanità, di sicuro riteniamo doveroso che la magistratura faccia le opportune verifiche».

Per i lavoratori extracomunitari la busta paga è più leggera del 42 percento

Disparità dei redditi da lavoro rispetto ai comunitari (compresi gli italiani). In provincia il 12,2 percento della popolazione è straniera: 47mila persone (uno su quattro è romeno)

OperaioI redditi da lavoro dei cittadini extracomunitari in provincia di Ravenna sono mediamente inferiori del 42 percento rispetto a quelli dei comunitari (compresi gli italiani). Per i dipendenti privati la differenza è del 36,6 percento mentre i divari più elevati riguardano le collaborazioni (75,7), ma anche posizioni apicali come gli amministratori (39,9) e i professionisti (40,7). In questi ultimi casi si parla di 184 persone in tutto. I dati vengono da una analisi svolta dal’Ufficio studi e ricerche della Cgil di Ravenna sulla condizione demografica e retributiva delle cittadine e dei cittadini stranieri nel territorio provinciale.

L’analisi prende in considerazione i dati al 31 dicembre 2020: hanno cittadinanza straniera 47.318 persone (22.662 maschi e 24.656 femmine), pari al 12,2 percento della popolazione, percentuale pressoché stabile rispetto l’anno 2019 (‐0,6 percento). Una maggiore concentrazione viene registrata in Bassa Romagna, in cui la popolazione straniera raggiunge il 13,1 percento. Le percentuali più alte si raggiungono a Massa Lombarda (18,8%) e a Conselice (16%). Rimangono nazionalità estere più numerose quelle romena (12.400 persone in totale, pari al 26,2 percento), albanese (7.537; 15,9) e marocchina (4.729; 10).

I dati forniti da Inps evidenziano che i lavoratori dipendenti con cittadinanza straniera sono 27.865 (-9,4% rispetto al 2019) di cui 5.908 occupati prevalentemente nel settore agricolo privato (-13,6%), 17.921 nel settore privato non agricolo (-9,8%) e 4.036 occupati come lavoratori domestici, dato invariato rispetto all’anno precedente.

L’analisi è stata condotta su indicazione della segreteria confederale e del Coordinamento provinciale Cgil delle lavoratrici e  dei lavoratori immigrati:  «Si confermano una tendenza che vede le lavoratrici e i lavoratori di origine straniera rappresentare una importante e insostituibile risorsa per il tessuto sociale ed economico del nostro territorio – commenta Raffaele Vicidomini, della segreteria confederale della Cgil Ravenna -, ma anche i soggetti più fragili e meno retribuiti a parità di lavoro e competenze. Una differenza di retribuzione intollerabile per una società civile».

Altra considerazione di Vicidomini riguarda la necessità di ampliare i canali di regolarizzazione: «L’ultimo ‘decreto flussi’, pur raddoppiando la possibilità degli ingressi rispetto all’anno precedente, non solo non è sufficiente ma resta inserito in un contesto inquinato dagli effetti, pratici e culturali determinati sia dalla nefasta, ma ancora vigente, legge Bossi-Fini sia da logiche discriminatorie che permangono anche dopo la modifica dei decreti sicurezza».

L’infermeria felina ha accolto 1.266 gatti nel 2021: «Tanti da chi voleva liberarsi»

In crescita i dati della struttura Enpa a Bizzuno di Lugo: nel 2020 erano stati 902. La metà erano mici di colonia da sterilizzare. Il presidente Geminiani: «Sterilizzare è un atto d’amore»

IMG 20220120 WA0033L’infermeria felina di Bizzuno (Lugo) nel 2021 ha accolto 1.266 gatti (per un totale di 14.382 giorni di ricovero erogati), dato in crescita rispetto ai 902 del 2020 e ancora di più rispetto ai 368 del 2019. I numeri vengono dal bilancio dell’anno 2021 fra pandemia, abbandoni, sterilizzazioni e adozioni, fornito dal presidente Elio Geminiani.

Molte persone si sono rivolte all’infermeria perché non più in grado di accudire i propri animali per motivi di salute (ricoveri, malattia prolungata) oppure economici (la perdita del lavoro). «Purtroppo abbiamo registrato un altissimo numero di casi di persone decedute i cui parenti si sono esclusivamente interessati a disfarsi degli animali ereditati. Ricordiamo a questi miserabili che l’indifferenza uccide e che occorrerebbe mettere al primo posto valori come l’umanità e l’empatia anziché scaricare come rifiuti animali tanto amati dai loro proprietari lavandosi la coscienza con improbabili scuse».

Un numero elevato dei gatti ricoverati per il solo tempo necessario ad effettuare l’intervento, e alla successiva osservazione post operatoria, è rappresentato ovviamente dai gatti di colonia entrati per essere sterilizzati o curati: ben 678. «Numeri impressionanti se si pensa che le sole sterilizzazioni di Ausl da più di un anno avvengono il giovedì mattina a Granarolo Faentino e questo comporta alzarsi alle 4 di mattina per preparare tutti i trasportini con i gatti, operazione non semplice e per la quale non sempre i mici sono entusiasti di collaborare. Per incrementare quindi il numero di sterilizzazioni, abbiamo collaborato con ambulatori veterinari di tutta l’Unione, operazione che ha inciso notevolmente sul costo in benzina sostenuto dai volontari e sul loro tempo impiegato».

L’appello di Geminiani è esplicito: «Chi ama gli animali li sterilizza. Sterilizzare non è contro natura ma un atto d’amore dovuto nei confronti di esseri meravigliosi che solo chiedono rispetto. Contro natura è far partorire le gatte e buttare nel pattume i cuccioli oppure abbandonarli a loro stessi, voltarsi dall’altra parte quando si vedono animali denutriti, malati e in pericolo, vivere nell’indifferenza totale dell’ambiente che ci circonda e degli animali che ci vivono».

I gatti adottati sono stati 494. «Non sappiamo quante strutture in italia possano avere numeri così elevati solo grazie al lavoro dei volontari».

Una trentina di gatti incidentati, portati ad ogni ora del giorno e della notte: per molti di loro non c’è stato nulla da fare nonostante gli interventi. «Chi investe non si ferma, proseguendo disinteressandosi di una vita lasciata lì agonizzante, e chi osserva non denuncia diventando altrettanto complice di chi ha commesso il reato. Tutti segni dei tempi odierni in cui l’umanità è stata smarrita per strada lasciando spazio al dilagare dell’indifferenza e della crudeltà».

Va registrato anche il primo bilancio di attività da parte delle guardie zoofile nella provincia di Ravenna. Il capo nucleo Paolo Poggi ha presentato il resoconto del lavoro svolto: «Il nucleo  è composto da 14 guardie che operano su base volontaria che nel corso dell’anno ha svolto 334 ordini si servizio in turni diurni e notturni da 6 ore ciascuno. Complessivamente sono state effettuate 51 sanzioni amministrative e 5 sequestri amministrativi. Abbiamo percorso 33.446 km, la nostra attività ha riguardato vigilanza zoofila, venatoria e ittica».

A metà febbraio inizierà il nuovo corso interprovinciale per guardia zoofila. Chi è interessato può scrivere a ggzz.ravenna@enpa.org. Enpa inoltre ricorda che chi volesse fare volontariato o volesse circondarsi di gatti da coccolare può rivolgeri all’infermeria.

Il progetto dello studentato di viale Farini atteso in ministero entro giugno

In aprile partirà il trasloco degli uffici comunali e in estate arriverà il bando per la riqualificazione, da 7,9 milioni di euro

Rendering Studentato Viale Farini
Un rendering del progetto dello studentato in viale Farini, con un campo di padel sulla sommità con vista Darsena

Il Comune di Ravenna dovrà presentare entro il mese di giugno il progetto per lo studentato “Isola San Giovanni”, da realizzare nell’immobile di fronte alla stazione ferroviaria di proprietà dello stesso Comune, che oggi lo occupa con uffici del settore Ambiente.
Il ministero dell’Università e della Ricerca ha comunque già ufficializzato il cofinanziamento del progetto – presentato a un bando del Miur nel febbraio 2017 – per circa 3,6 milioni di euro, su un costo complessivo di 7,9 milioni.
Una volta ottenuto il finananziamento, sarà poi pubblicato il bando per la realizzazione dell’intervento.

Nel frattempo, a partire da aprile, gli uffici comunali si trasferiranno nei nuovi palazzi di via Berlinguer, il cui cantiere – il più discusso e travagliato della storia recente di Ravenna – pare essere finalmente al termine (il trasloco degli uffici era inizialmente in programma nel 2019…).

Il progetto dello studentato prevede 112 posti letto suddivisi in 9 minialloggi, 43 camere doppie e 12 singole. Sono contemplati spazi collettivi (sale studio e ricreative, cucine comuni, palestra) e di servizio, che si affacciano anche sul giardino esterno e sugli spazi commerciali circostanti.
«La residenza – scrive il Comune – risponde alle necessità della popolazione studentesca e consentirà di far fronte alle esigenze degli studenti aventi diritto alla borsa di studio, agli studenti internazionali e a tutti quelli fuori sede; permetterà di consolidare a Ravenna la presenza attiva della comunità universitaria attraverso l’integrazione degli studenti ospiti con il tessuto cittadino e il loro coinvolgimento nella promozione di iniziative culturali e ricreative».

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