Per i lavoratori extracomunitari la busta paga è più leggera del 42 percento

Disparità dei redditi da lavoro rispetto ai comunitari (compresi gli italiani). In provincia il 12,2 percento della popolazione è straniera: 47mila persone (uno su quattro è romeno)

OperaioI redditi da lavoro dei cittadini extracomunitari in provincia di Ravenna sono mediamente inferiori del 42 percento rispetto a quelli dei comunitari (compresi gli italiani). Per i dipendenti privati la differenza è del 36,6 percento mentre i divari più elevati riguardano le collaborazioni (75,7), ma anche posizioni apicali come gli amministratori (39,9) e i professionisti (40,7). In questi ultimi casi si parla di 184 persone in tutto. I dati vengono da una analisi svolta dal’Ufficio studi e ricerche della Cgil di Ravenna sulla condizione demografica e retributiva delle cittadine e dei cittadini stranieri nel territorio provinciale.

L’analisi prende in considerazione i dati al 31 dicembre 2020: hanno cittadinanza straniera 47.318 persone (22.662 maschi e 24.656 femmine), pari al 12,2 percento della popolazione, percentuale pressoché stabile rispetto l’anno 2019 (‐0,6 percento). Una maggiore concentrazione viene registrata in Bassa Romagna, in cui la popolazione straniera raggiunge il 13,1 percento. Le percentuali più alte si raggiungono a Massa Lombarda (18,8%) e a Conselice (16%). Rimangono nazionalità estere più numerose quelle romena (12.400 persone in totale, pari al 26,2 percento), albanese (7.537; 15,9) e marocchina (4.729; 10).

I dati forniti da Inps evidenziano che i lavoratori dipendenti con cittadinanza straniera sono 27.865 (-9,4% rispetto al 2019) di cui 5.908 occupati prevalentemente nel settore agricolo privato (-13,6%), 17.921 nel settore privato non agricolo (-9,8%) e 4.036 occupati come lavoratori domestici, dato invariato rispetto all’anno precedente.

L’analisi è stata condotta su indicazione della segreteria confederale e del Coordinamento provinciale Cgil delle lavoratrici e  dei lavoratori immigrati:  «Si confermano una tendenza che vede le lavoratrici e i lavoratori di origine straniera rappresentare una importante e insostituibile risorsa per il tessuto sociale ed economico del nostro territorio – commenta Raffaele Vicidomini, della segreteria confederale della Cgil Ravenna -, ma anche i soggetti più fragili e meno retribuiti a parità di lavoro e competenze. Una differenza di retribuzione intollerabile per una società civile».

Altra considerazione di Vicidomini riguarda la necessità di ampliare i canali di regolarizzazione: «L’ultimo ‘decreto flussi’, pur raddoppiando la possibilità degli ingressi rispetto all’anno precedente, non solo non è sufficiente ma resta inserito in un contesto inquinato dagli effetti, pratici e culturali determinati sia dalla nefasta, ma ancora vigente, legge Bossi-Fini sia da logiche discriminatorie che permangono anche dopo la modifica dei decreti sicurezza».

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