Giochi da tavolo, carte, miniature: da 25 anni il Quintet è il paradiso dei nerd

Un circolo Arci aperto tutte le sere: 120 tesserati e una ludoteca con oltre trecento titoli a disposizione. Il presidente è Nicola Cervellati, lo frequenta da quando aprì: «Avevo 12 anni, mi sembrava di entrare nel mondo dei balocchi»

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Nicola Cervellati, presidente del circolo Quintet

Per i nerd in cerca di un gioco in scatola da provare a Ravenna c’è un porto che non chiude mai: il circolo Quintet a Ponte Nuovo, aperto tutte le sere dal lunedì alla domenica e nel weekend anche di pomeriggio. «Ci sono entrato per la prima volta nel 1993 quando è nato in centro città, avevo dodici anni e mi sembrava il mondo dei balocchi», racconta Nicola Cervellati che oggi di anni ne ha 37 e da dieci è il presidente del circolo nella galassia Arci.

Nicola fa l’editor di fumetti: «Anche se i fumetti non sono proprio la mia passione. Lavoro per un’azienda di Bologna che a sua volta lavora per la Star Comics, uno dei principali editori di manga. In sintesi, sistemo in italiano la traduzione di qualcuno. Poi c’è un grafico che inserisce il testo che preparo io dentro ai balloon». Il 37enne è uno dei circa 25 soci su 120 tesserati che si alternano nella gestione: «Tutto volontariato, per il gusto di tenere aperto un posto a disposizione di chi vuole giocare. L’unica fonte di entrate per coprire le spese è il bar interno». La sera si apre alle 21. Oradio di chiusura variabile: «Fra settimana verso mezzanotte si chiude perché ci stiamo un po’ invecchiando, ma venerdì e sabato le maratone notturne si vedono ancora…». Il popolo del Quintet è variegato: l’età va dai 18-20 fino a qualche over 50 con la fascia 30-40 a farla da padrone, le donne sono circa un quarto, frequentatori abituali soprattutto della città ma anche qualche gruppetto da fuori che ogni tanto passa per una serata. Le facce nuove di solito entrano grazie al passaparola di chi c’è già stato. Poi ci sono i social network a fare da collante: non è raro che qualcuno si rivolga alla pagina Facebook del Quintet cercando appassionati di qualche titolo particolare e il circolo li metta in contatto per trovarsi al tavolo.

Asterion NightIl nome del circolo deriva da un film di fantascienza di Robert Altman del 1979, con Paul Newman e Vittorio Gassman, che racconta di un mondo post-nucleare glaciale in cui gli abitanti praticano uno strano e mortale boardgame, chiamato appunto “Quintet”, con partite da cinque giocatori e l’eliminazione fisica dei perdenti. E cinque erano anche gli amici che nel 1993 fondarono lo spazio ravennate in via Tombesi dall’Ova.

«Giochi da tavolo, giochi di ruolo, giochi di carte e war game sono i quattro filoni principali del Quintet – continua Cervellati –. Per un periodo abbiamo avuto anche una Playstation poi ce l’hanno rubata e non l’abbiamo più ripresa. Ma all’inizio dei Duemila ci sono state delle serate in cui si vedevano anche 15-20 postazioni computer, un po’ del circolo e un po’ portatili dei soci, per partite in rete». Ma a cosa si gioca di più? «Nei giochi di ruolo D&D è immortale, in tutte le sue varie ambientazioni. Ultimamente poi vedo giocare molto Sine Requie. Per quanto riguarda le carte invece si può dire che esista solo Magic. Sui giochi in scatola è difficile fare classifiche: abbiamo almeno trecento titoli a disposizione solo come ludoteca, non vendiamo o compriamo. Magari abbiamo organizzato qualche serata “bring and buy” per divertimento. Capita che qualche socio porti i suoi giohci e li lasci per giocare».

I tornei sono all’ordine del giorno con buona frequenza. Ma tra gli eventi più gettonati ci sono le giornate test: succede che una casa editrice, entrata in contatto con i responsabili magari alle fiere del gioco, organizzi giornate in cui porta i titoli principali del suo catologo per testarli e avere pareri e dare informazioni.

Il Quintet offre rifugio ai nerd da 25 anni, una parentesi ampia a sufficienza per aver visto come è cambiata l’aura attorno all’appassionato di questi giochi, che paradossalmente sta quasi diventando un filo mainstream: «Ora il nerd è sdoganato. Ritrovarsi per giocare non viene più visto come una cosa da topi di fogna. Le serie tv hanno contribuito di sicuro».

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