Forza Italia: «In stazione cellule di Eurabia Intitoliamo il piazzale a Oriana Fallaci»

La richiesta del berlusconiano Ancarani dopo l’attentato francese
E il deputato leghista Pini: «Chiudiamo i centri di cultura islamica»

All’indomani dell’assalto al settimanale satirico francese Charlie Hebdo, il capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, Alberto Ancarani, presenta al sindaco un ordine del giorno per chiedere di intitolare il piazzale della stazione a Oriana Fallaci, che descrive come «una delle voci più autorevoli a sollevare il velo dell’opinione pubblica sulla potenziale deriva terroristica che insediamenti islamici presenti in Europa avrebbero potuto assumere in un quadro di inerzia della civiltà occidentale».

Quanto accaduto a Parigi, secondo Ancarani, «è purtroppo la dimostrazione che i rischi paventati dalla Fallaci con la definizione di “Eurabia” da lei formulata in un suo celebre articolo quasi in punto di morte sono diventati realtà e che si sta dimostrando come il suo grido di dolore fosse tutt’altro che campato per aria». Quindi il consigliere berlusconiano ricorda come la stazione di Ravenna sia divenuta «l’emblema della presenza proprio di cellule di quell’“eurabia” con atteggiamenti di prepotenza e di controllo del territorio da parte di etnie tutt’altro che amichevoli nei confronti degli italiani e con comportamenti che appaiono una quotidiana sfida alle nostre tradizioni e alla tranquillità della nostra convivenza civile» e per questo chiede una deroga ai dieci anni di tempo dalla morte (la Fallaci è deceduta nel 2006) per poter intitolare piazza Farini alla giornalista, essendo già dedicato a Farini il viale prospicente.

Subito dopo l’attentato era arrivata anche la reazione del deputato leghista ravennate, Gianluca Pini. «Non pieghiamoci a queste bestie: tutti i giornali pubblichino le vignette di Charlie Hebdo, quelle costate la vita ai giornalisti». È l’appello che il deputato leghista di Fusignano ha lanciato a tutti i direttori delle testate italiane. Pini definisce i fatti di Parigi «un attacco non solo alla libertà di parola, ma una dichiarazione di guerra, da parte di pazzi fanatici, a ogni libertà civile».

«Pubblicare quelle vignette: non vedo maniera migliore per onorare la memoria di chi è caduto vittima di questi animali, di difendere la libertà di parola e di stampa e di mandare un messaggio chiaro ai tagliagole: l’occidente non ha paura di voi». Per Pini è «urgente interrogarsi anche sul cosiddetto “islam moderato”, che rischia di essere solo un paravento per qualche lupo travestito da pecora», dice. Per questo «è il momento di agire con durezza e di chiudere i centri islamici, perché quella non è cultura, ma solo un ributtante agglomerato di fanatismo, odio e violenza»

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